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Autore: KushinaKurosaki    11/03/2024    2 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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« Ran chi è questa Akemi?» chiese curiosa Sonoko un po’ infastidita dal fatto di essere esclusa dal gruppetto. « La sorella maggiore di Shiho…» Sonoko a quell’affermazione fece una faccia perplessa. « Shiho è simile a te Sonoko…più di quanto tu possa pensare… » ammise Ran stringendosi nelle spalle, il suo fidanzato le aveva chiesto di non farne parola con nessuno e lei doveva mantenere quella promessa ad ogni costo. « Sei cambiata Sonoko, possibile che tu non riesca a leggere ciò che un tempo c’era nei tuoi stessi occhi? » affermò Ran per poi scendere e lasciarla lì, a riflettere sulle sue parole. Cosa voleva dire?Cosa doveva notare? Il modo in cui restava a guardare Shinichi o il loro saldo legame? Perché Ran non capiva che lo stava facendo per lei? « Simili? Ma hai visto come si guarda intorno?! » esclamò lei. Il suo atteggiamento sempre guardingo la inquietava mettendole ansia.  Eppure eccola lì, stesa sul letto della sua camera a rimuginare su ciò che la sua amica d'infanzia le aveva detto ieri. 

Simile a me? Cosa ne poteva sapere Ran dei suoi occhi? Della costante paura di perdere chi si ha intorno? Niente! Ecco cosa ne poteva sapere! Era facile parlare sulle spalle della gente senza saperne nulla. Quella ragazzina aveva anche il dottor Agasa che sarebbe restato sempre al suo fianco, non sapeva il significato della parola solitudine…o forse non era così? Sapeva che era tornata in Giappone per stare accanto al dottore e che Shinichi l’avesse incontrata in Inghilterra. Era ironico, come cercando di riflettere sulle parole di Ran si era accorta di aver sbagliato. Non la conosceva e in quelle volte che si erano viste, le aveva reso la vita difficile, forse avrebbe dovuto scusarsi. 


Akai sospirò guardando l’abitazione del dottor Agasa, in attesa della ragazza ramata. Era stato inaspettato, ma ieri sera lei lo aveva chiamato chiedendogli se in mattinata dovesse lavorare. Incuriosito, dato che Masumi gli aveva riferito quanto accaduto al parco divertimenti, chiese il motivo di tale domanda, l’aveva sentita ridacchiare nervosa.

 

Domani è quel giorno, speravo di poterci andare insieme ma se vuoi andarci da solo…

 

Certo che sarebbe andato insieme a lei, ad Akemi la loro vicinanza non avrebbe potuto far altro che piacere. « Akai-san? » chiese la ragazza cercando il suo sguardo mentre lui sorrise tristemente nel vederla ben incappucciata. « Principessa, loro non possono più farti del male. » Ieri Jodie era venuta a parlargli di Shiho, non gli aveva chiesto i dettagli di ciò che si erano detti in confidenza, ma le aveva spiegato la sua paura nell’uscire di casa. Si era sorpreso del fatto che avessero legato subito ma era Jodie, era impossibile che lei non riuscisse a instaurare un rapporto con qualcuno. « Lo so… » non era bravo in quel tipo di cose, tuttavia decise di passare il braccio sulle sue spalle e stringerla a sé. La giovane lo guardò incredula e lui si avvicinò maggiormente al suo viso. « Ti proteggo io, Principessa. » dichiarò lui con un tono così calmo e tranquillo che le scaldò il petto. « Grazie » pronunciò esitante mentre il ragazzo sorrise. « Shiho,  per qualsiasi cosa io sono qui, la mia porta è sempre aperta a te. »  Avrebbe fatto sì che il vuoto lasciato dalla sua morte riuscisse in qualche modo ad arginarsi, Shiho poteva dire tutto ciò che voleva ma se non avesse usato Akemi, lei non sarebbe morta.

 

Shiho si chinò posando il mazzo di Peonie sulla lapide spoglia accanto a quella di Akemi, inarcò un sopracciglio leggendo il nome scritto a caratteri cubitali dorati. Naoko Ushijima, di anni 27. « Era la migliore amica di Akemi, sono stata sorpresa anch’io di vederla sepolta accanto a lei. » spiegò guardando l'uomo che restava muto ma dall'espressione era chiara la domanda.  « Akemi non mi ha mai parlato di lei. » « Avevano litigato, il loro rapporto si era incrinato. Immagino che Naoko le avrà sicuramente detto che si sbagliava. » « Perché avevano litigato?  » chiese curiosamente, era normale lo fosse d’altronde sua sorella odiava i litigi.  « Non me lo ricordo, sono passati due anni ormai. »  Invece lo ricordava perfettamente. Naoko aveva avvisato Akemi che sua sorella l’avrebbe condannata a morte e lei non l'aveva ascoltata. La sua sorellona aveva preso le sue difese ed avevano litigato, non era riuscita a convincere Akemi a riallacciare i rapporti con lei… 

 

Il pomeriggio trascorse tranquillo fin quando qualcuno bussò alla porta della casa del dottor Agasa. Shiho si ritrovò ad assottigliare lo sguardo dinanzi alla ragazza castana, non si aspettava di vedere lei. « Buongiorno  Suzuki-san, entra. » esclamò la ramata facendo entrare l’amica in casa, anche se non sapeva se definirla così. « Che intenzioni hai con Shinichi? » chiese mentre Shiho rise fra il nervosismo e il divertito. Oggi non era nelle migliori delle condizioni per affrontare i suoi commenti. « Cosa vuoi che faccia ? Shinichi non è un oggetto, può decidere da solo. » esclamò tentando di restare calma ma era difficile. Tante emozioni in quei giorni l’avevano scossa, e la giornata era lunga.

« Non prendermi in giro, io non sono Ran. Ho visto come lo guardi sai? » esclamò alzando il tono lei e la ramata serrò i pugni. « Come vuoi che lo guardi? Tu non sei nessuno per giudicare, tu non sai nulla di cosa io e Kudo, abbiamo dovuto passare! » si alterò lei iniziando ad alzare il tono. Non ne poteva più! Era stanca!? Perché?! Perché non la lasciava in pace? « E COSA DOVREBBE DIRE RAN? COSA NE SAI DI QUANTO LEI ABBIA SOFFERTO EH? » rispose a tono mentre Shiho non riuscì a controllarsi. « Voi non potete neanche immaginare cosa significa perdere chi si ama ed io non permetterò a voi di portare via l’uomo che mi ha salvato la vita. Senza di lui io non sarei qui! » sbottò Shiho ormai al limite della sopportazione. Era veramente stufa di quella situazione, non ne poteva più. Non ne aveva passate abbastanza? Evidentemente no.

Adesso volevano toglierle anche l’unica luce?

 

 


 
   
 
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