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Autore: KushinaKurosaki    12/03/2024    1 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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« Jodie io… » iniziò Akai guardando la donna bionda seduta sul divano in pelle nel piccolo studio di Villa Kudo. « Non devi scusarti né tantomeno giustificarti. » esclamò la donna assumendo un colorito più roseo. In quei giorni si erano avvicinati tanto, dato che oltre al loro lavoro dovevano svolgere anche quello di Camel, rimasto ferito e ancora in convalescenza. Se Masumi fosse arrivata un po' più tardi, avrebbero già chiarito la questione. Erano stati sul punto di baciarsi…e lui si era tirato indietro. Lo comprendeva ma non poteva far a meno di soffrire. « È che…»
Il telefono di Akai squillò interrompendolo, il sopracciglio inarcato le fece comprendere immediatamente che non si aspettava quella interruzione. « Dottore? » Scattò in piedi come una molla, se il dottore lo stava chiamando doveva essere capitato qualcosa a Shiho. « Arriviamo. »
 
 
« Shinichi? » la voce di Ran lo fece letteralmente sobbalzare dalla sedia. « Oh, era ora!» sbottò inacidita Sonoko mentre Masumi rise divertita.
« A chi stai pensando? » chiese curiosamente la sua fidanzata mentre il ragazzo sospirò. « Akai-san non ti ha detto nulla? » chiese a Masumi mentre lei scosse semplicemente il capo. « Shiho stanotte ha avuto un crollo emotivo, il dottore l’ha trovata in un pessimo stato…ed è colpa mia.» sospirò Shinichi passandosi le mani sul viso. « Non è vero. » ribbatté subito Masumi mentre il giovane detective dell'est scosse il capo. « Se non avessi lasciato morire Akemi...» fu Ran stavolta ad interromperlo prima che potesse continuare. «Shiho sa che non è colpa tua.» Shinichi la guardò per qualche istante. « Devi comprenderla sua sorella era tutto ciò che aveva, è normale sia crollata. In verità mi aspettavo accadesse prima. » affermò Sera con un sorriso triste nel cercare di consolare il ragazzo.
« Si è strappata persino i capelli » Shinichi non era mai stato così abbattuto, vedere Shiho in quelle condizioni perché lui non era riuscito a salvare sua sorella doveva essere molto frustrante. « Neanche quando mi ha accusato di non averla salvata aveva reagito così. » Quelle parole pronunciate da Shinichi le fecero aprire gli occhi, era colpa sua. Non immaginava che Shinichi avesse lasciato morire sua sorella, né che dopo che lei l’avesse cacciata di casa,  si sarebbe ridotta in quella maniera. « Fino ad ora non era mai stata sulla sua tomba, no? Forse vedere la lapide l’ha aiutata a realizzarlo. » ipotizzò la castana mentre Sera la guardò. « In quest’anno lei ha ingoiato il rospo, so che una volta ha rischiato di farvi uccidere… probabilmente si è tenuta tutto dentro ed è esplosa. » confessò Masumi ricordava bene la sera in cui l’aveva trovata ad ascoltare la segreteria telefonica di sua sorsorell

 
Non potete neanche immaginare
cosa significhi perdere chi si ama.
 
 
Lei lo sapeva. Lo sapeva bene. Prima di incontrare Ran, prima di trasferirsi in una scuola pubblica, lei frequentava la Scuola Mugen, l’accademia prestigiosa dalle uniformi alla moda. Lì aveva iniziato a comprendere che le persone le si avvicinavano per il suo cognome e che non erano interessate a lei. Una volta fu presa di mira da un bullo che voleva solo derubarla, fu amara la sorpresa nel sapere che Naeko e Yoko erano d'accordo con lui. Da allora prima di incontrare Ran era rimasta sola, non sapeva di chi fidarsi o meno ed ancora oggi temeva di perdere i suoi preziosi amici. Quella solitudine schiacciante, quel peso sul petto e il ticchettio dell'orologio a farle compagnia…quelle sensazioni…non voleva più provarle. Mai più. « Perché mai avrebbe dovuto esplodere ieri? » chiese curiosa Ran. « Venerdì 20 Novembre 2023 alle 15 del pomeriggio Miyano Akemi morì fra le mie braccia.» ammise il detective mentre Sonoko sgranò gli occhi. Aveva scelto il giorno peggiore per discutere con lei.
 
 
« Sicura che stia bene? » chiese l’uomo anziano mentre la donna bionda sospirò. « Non vuole saperne di parlare. » ammise la giovane americana mentre Akai si passò una mano fra i capelli. Akemi avrebbe sicuramente saputo cosa fare, lei lo sapeva sempre. « Che cosa facciamo? » chiese preoccupata la donna mentre Akai sospirò.
« Lasciamola sola per ora » esclamò lui mentre il dottore abbassò lo sguardo. La rivedeva ancora in quel pietoso stato. Inginocchiata sul tappeto con alcune ciocche di capelli strette fra i suoi pugni e le lacrime, il corpo violentemente scosso dai singulti.  Era in uno stato straziante, non gli aveva permesso neanche di avvicinarsi. Continuava ad urlare di lasciarla in pace, di andare via.  Aveva dovuto ricorrere ad un ago soporifero. Era stata l’unica scelta possibile, dopodiché l’aveva stesa nel letto chiamando l’agente Akai. Da poco si era svegliata, a turno erano entrati nella sua stanza. Era semiseduta sul letto a braccia incrociate e lo sguardo perso nel vuoto. Li aveva ascoltati, ma li ignorava. Era entrata in trance, si era isolata dal mondo. Lo sapeva perché era già successo. Dopo l’esperienza con Pisco, ci aveva messo un po’ a riprendersi, e aveva anche già tentato il suicidio un paio di volte. 
 
 
Non potevano comprendere il suo dolore.
Erano preoccupati per lei, ultimamente riusciva a fare solo quello oltre a rendere infelici e a causare disgrazie a chi le stava intorno. Il suo corpo lo sentiva bruciare, forse a farlo erano le cicatrici che il suo passato le aveva lasciato o forse era il suo cuore che, lacerato com’era, aveva fatto sì che la mente si concentrasse altrove. Un turbine di emozioni l’aveva travolta, alla fine era annegata in quel furioso fiume in piena. E ora non aveva nulla. Intorno a sé si vedeva circondata dalle tenebre più profonde. Il suo cuore era vuoto, non una sola parola riusciva a scuoterla, neanche gli abbracci di Jodie o del dottore. Non aveva più forze. Ora si che aveva perso tutto, persino la speranza. No, forse era il caso di dire che quella era una mera illusione…in realtà lei la speranza non l’aveva mai avuta.  Sentì il rumore della porta ma resto comunque fissa sulla nera coperta.
 
Nera come lei, come la sua anima corrotta.
 
Non avvertiva nulla, era congelata…forse era meglio usare la parola alienata. Quella realtà non le apparteneva, era estranea ad essa. « Shiho » Qualcuno aveva pronunciato il suo nome ma non comprendeva chi fosse. Forse Shinichi? L’avevano chiamato nella speranza che reagisse? Lasciò perdere. Non era importante chi fosse, quella voce ovattata non avrebbe cambiato nulla. « Mi dispiace…è solo colpa mia» Nessun effetto. La ragazza continuava a non battere ciglio e ciò fece sprofondare il suo cuore nella disperazione. Cosa aveva fatto? Come poteva rimediare?
« Non voglio portarti via nessuno credimi. » La voce le giunse nitida, non capiva chi fosse ma non poteva fidarsi. Quelle erano parole vuote e inutili, già in passato le erano state rivolte. Ora non aveva più nulla da perdere ma aggrapparsi a quella illusione l'avrebbe fatta stare solo peggio. Le sue labbra si mossero, la frase uscì spontanea non aveva neanche fatto caso alle parole che la componevano. Voleva lasciarsi andare e scivolare nel freddo che la avvolgeva, ormai il calore non era più parte di lei…una strana sensazione la richiamò dal baratro in cui stava precipitando. Era qualcosa di umido ad essersi appoggiato sulla sua pelle. Umido e…caldo. Riuscì chiaramente a percepire due braccia stringersi attorno a lei, ma non erano sue. Erano calde, non era il suo solito e gelido abbraccio. Non c'era il classico profumo di fumo attorno a quella figura. Tremolante iniziò ad alzare le mani nel tentativo di stringere a sé quella fonte di calore. « Mi dispiace Shiho credimi..io…» iniziò la voce tremolante rotta dal pianto. La ramata si sorprese quando riconobbe la proprietaria della voce. « Tranquilla… » affermò lei con un piccolo sorriso, non si aspettava certo di vederla così.  « Io…» « Sonoko, tranquilla. »
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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