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Autore: Ranma789    13/03/2024    1 recensioni
E se Ranma arrivasse al Ryozampaku, il dojo dei folli Maestri di Kenichi, per addestrarsi?
Come la prenderebbe Kenichi, e che rapporto avrebbe Ranma con Miu, una persona con la quale ha molto in comune?
E perché Ranma, un anno dopo il matrimonio fallito, vive da solo con sua madre e non ha più rapporti con Genma, con i Tendo e, soprattutto, con Akane?
Cosa lo ha spinto a rinnegare la sua vita passata a Nerima?
Allenarsi al Ryozampaku potrebbe aiutarlo a crescere e ad assumersi quelle responsabilità che ha sempre rifuggito, accettando il suo destino di diventare un Maestro.
Ma quando Kenichi e l'Alleanza Shimpaku si troveranno in pericolo, sarà solo collaborando che potranno salvarsi tutti...sempre che il cuore non ci metta lo zampino, e che la gelosia non rovini tutto. Ancora una volta.
Nota: per Kenichi, la fiction si svolge circa tre mesi dopo la fine del manga, per Ranma un anno dopo il diploma
[CROSSOVER RANMA 1/2 e KENICHI THE MIGHTIEST DISCIPLE]
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nodoka Saotome, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Tatewaki Kuno
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passarono altre settimane, e poi venne il gran giorno.


Quella domenica mattina, al Ryozampaku, si respirava un’aria carica di controllata tensione, ed al tempo stesso di gravitas, come se la solennità del momento, intuita ed accettata come indiscussa da tutti i presenti, si riflettesse nell’ambiente circostante.


Quasi a mostrarsi benevolo, il tempo era magnifico per essere appena iniziato Marzo. Il cielo era sgombro, il vento accarezzava appena la pelle ed il sole scaldava qualche grado in più della media.


Su una serie di cuscinetti, sotto il portico, stavano seduti, inginocchiati in posizione di seiza, tutta una serie di persone, alcune delle quali non abituate ad essere lì.
L’esempio più eclatante era Nodoka Saotome, la madre di Ranma, con la katana nel fodero, sotto un braccio, ed una coperta leggera sulle spalle. Sorseggiava del tè.


Anche Miu, Kenichi e Renka stavano nella stessa posizione, di fianco a lei, vestiti nei loro abiti di tutti i giorni.


E di fianco a loro quelli, tra gli allievi, più vicini a Ranma: Ryoga, Mousse e Kuno.


Per evitare eccessivo affollamento, all’Alleanza Shimpaku non era stato concesso di venire.
Con una sola, significativa, eccezione.


Kisara stava inginocchiata come tutti gli altri, leggermente imbarazzata e con l’aria di chi non è del tutto a proprio agio.


Dal lato del muro, in piedi in mezzo al giardino, si stagliava l’Anziano, Hayato Furinji, più che mai solenne nel suo ruolo di capo del dojo.
Alla sua sinistra, in piedi e disposti in una riga ordinata, i Maestri del Ryozampaku facevano bella mostra di sé, guardando i loro ospiti di fronte, a qualche metro di distanza.


Finalmente, la persona che attendevano tutti uscì dall’edificio.
Ranma Saotome attraversò lo spazio che lo separava dai Maestri con passi lunghi e ben distesi, ma al contempo calmi.
Una determinazione feroce, eppure controllata, si leggeva nel suo sguardo.


Passando vicino a Kisara, si fermò un momento.
“Oh, quindi sei venuta. Non ne ero sicuro”


“Tsk!-si schermì la ragazza, imbarazzata. E’ solo perché me lo ha chiesto LEI direttamente”.


Kisara ripensò alla conversazione avuta qualche giorno prima con la sua Maestra
<< E comunque…non capisco il perché di tutto questo mistero-aveva detto la ragazza-Che voglia farmi assistere ad un momento così importante per Ranma, passi. Ma allora perché non viene di persona anche lei? Dopotutto, è di suo fratello gemello che stiamo parlando! E poi…dice che sarà presente vostra madre? Ma dice che io non devo parlarle come se conoscessi sua figlia, anzi, non devo nominarla per nulla? Perché? >>


<< Shht! Cosa te lo ho chiesto a fare, allora? Diciamo che…io e la mamma non andiamo molto d’accordo, in questo periodo. Come ti ho detto, sono una ribelle, ti basti sapere questo. Ma non ti preoccupare, noi…ci vogliamo molto bene lo stesso-aggiunse, abbassando lo sguardo per non far notare che era arrossita-E per il resto…come ti ho detto, sarà uno spettacolo utile per la tua istruzione. Ma stai pur certa…che in un modo o nell’altro, anche se non mi vedrai, assisterò a tutto quello che succederà laggiù >>


“Sono contento-disse, sinceramente, Ranma, passando di fianco al maschiaccio-tieni bene gli occhi aperti. Sarà uno spettacolo da non perdere”


“Tsk! Spero che ti facciano fuori-replicò la ragazza, con una delle frecciatine che erano la base dei suoi rapporti con Ranma ragazzo-anzi no, vedi di restare vivo, così un giorno potrai darmi la mia rivincita per quella volta”


“Ma ora che tu sarai pronta per una rivincita-replicò il ragazzo col codino, voltando il viso in un sorriso di scherno-magari sarò diventato troppo vecchio io”


Passando davanti a Kenichi e Miu, Ranma rivolse degli sguardi intensi ma sereni-Miu gli lampeggiò rapidamente uno sguardo al contempo preoccupato e di incoraggiamento-mentre, arrivato di fianco a sua madre, abbassò la testa in un inchino accennato.


Passando di fianco a Kuno, Mousse e Ryoga, infine, gli sguardi contavano più delle parole, ma gli rivolsero comunque dei cenni di saluto, pugno contro pugno.


Arrivato infine a qualche metro dall’Anziano, esattamente in mezzo tra gli ospiti seduti ed i Maestri in piedi-che sembravano singolarmente galvanizzati-Ranma si fermò, osservando il leader del dojo con determinazione, il petto in fuori, la brezza che gli scompigliava il ciuffo ed i pugni appena stretti.


“Ranma Saotome-disse infine Hayato-negli ultimi sei mesi ti sei addestrato quasi ogni giorno al Ryozampaku con noi Maestri.
Tutti abbiamo potuto osservare la tua crescita fisica, tecnica e marziale-e, se posso dirlo, anche caratteriale, anche se sospetto che essa dipenda più da fattori esterni-e dopo esserci confrontati, siamo tutti concordi.


Le tue caratteristiche fisiche hanno raggiunto il livello Maestro!”


Anche se tutti i presenti erano lì per quello, fu come se un lampo li avesse attraversati tutti.


Ranma si limitò ad una smorfia di soddisfazione.


“Tuttavia-riprese il nonno di Miu-questo non è sufficiente per essere considerati dei Maestri veri e propri.
Anche se, in generale, i praticanti di alto livello non hanno bisogno di una certificazione-sono i loro pugni che parlano per loro-in considerazione dell’importanza del momento, abbiamo deciso di verificare il tuo effettivo livello tecnico e mentale con un Esame, superando il quale, noi ti riconosceremo come un Maestro a tutti gli effetti: sarai proclamato tale direttamente dagli Eroi del Ryozampaku!”


Di nuovo, gli occhi di tutti parvero aprirsi di più.
Saperlo e sentirlo dire erano due cose diverse.
Alcune gocce di sudore scesero sui colli di Kenichi e Kisara.
Il cuore di Miu batteva forte.
Si sarebbe potuta sentir volare una zanzara, tale era il silenzio.


“Dal momento, però, che tutti i tuoi istruttori sono di livello Gran Maestro, cioè quello ancora superiore, abbiamo stabilito che per il tuo esame ci andremo piano con te.
Ed ora scegli, Ranma Saotome”


Il giovane si voltò verso i Maestri, schierati in buon ordine, e li squadrò a lungo, uno per uno.
Avevano tutti espressioni diverse.
Da sinistra a destra, Akisame sembrava impassibile, Kensei rideva sotto i baffi, Sakaki aveva uno sguardo acceso, Shigure fingeva di non provare una gran curiosità, ed Apachai aveva un sorriso ebete e batteva le mani, eccitato come un bambino.


“Contro chi di loro VUOI COMBATTERE?”


Stavolta, un mezzo sussulto collettivo si levò dal portico, con gli ospiti.
Per chi conoscesse (quindi non Nodoka) il livello dei Maestri del Ryozampaku, l’idea di combattere contro di loro sarebbe sembrato il sogno partorito da un ubriaco.


Infine, Ranma abbassò lo sguardo, ad occhi chiusi, e parlò.


“Beh, non voglio fare un torto a nessuno…e di sicuro, tutti loro, per ragioni diverse, suscitano il mio interesse.
Ma…la persona contro cui voglio combattere…sei solo tu.
Vieni avanti, Shio Sakaki!”


Il karateka era raggiante.
Tutti gli altri fecero uno sguardo un po’ deluso, come per dire “eh, beh, dopotutto era ovvio…” e si allontanarono, lentamente.


“Miu-san…secondo te…Ranma ha scelto Sakaki perché vuole la rivincita per quella volta? Quando era appena arrivato qui e lui lo ha massacrato?” domandò Kenichi.


Miu pareva rossa come un peperone, come se osservare quello spettacolo le facesse male.
“Sì, conoscendolo, di sicuro è così-rispose, infine-E questo, nonostante…anzi proprio perché quei due abbiano nel frattempo sviluppato un bel rapporto. Credo…che per entrambi, questo, sia un momento scelto dal destino”.


Rimasti solo Ranma e Sakaki al centro del giardino, Akisame, Shigure ed Apachai andarono a sedersi dietro agli ospiti, mentre Hayato e Kensei erano rimasti in piedi, in disparte.


“Ranma-kun, come abbiamo detto, non combatteremmo comunque contro di te alla massima potenza-riprese Hayato-questo duello sarà un incontro amichevole, una specie di prova d'esame, possiamo dire.
A livello Gran Maestro, è possibile controllare perfettamente il proprio livello combattivo e non lasciarsi trascinare nemmeno nel furore della battaglia.
Questo vale anche per Sakaki, magrado lui adoperi il Ki del Dou.
Sakaki, inizia a rilasciare il Ki e tu, Kensei, informa Ranma di quale percentuale della sua forza stia adoperando”


Sakaki iniziò a gonfiare il proprio Ki, che pareva assumere un contorno colorato intorno a lui, facendo rizzare i capelli in testa a tutti i non Maestri (tranne Nodoka, che non lo percepiva affatto).


“15…20…25%” iniziò a declamare lentamente Kensei


“Ancora” disse Ranma, calmo.


“35…40…45%...”


“Continua”


A Kenichi sfuggì un sussulto.


“Accidenti! Ha già superato il livello di forza al quale l’ha mandato all’ospedale il secondo giorno!
Ranma…vuole combattere contro il Maestro Sakaki ad una potenza persino maggiore di quella di allora?”


“50…55…60%”


“Va bene così”


Stavolta furono i volti dei Maestri ad illuminarsi come uno solo. Erano fieri.


“Caspita! Vuole…combattere contro Sakaki al 60%!” esclamò Renka.


“Ma…senti un po’, Mousse-intervenne Ryoga, le tempie che sudavano freddo-ma tu non credi…che Ranma stia esagerando un po’?”


Mousse abbassò il viso, sorridendo, lo sguardo in ombra.
“Beh, è della sua pellaccia che parliamo, non della nostra. Se ha fatto questa scelta, avrà fatto le sue valutazioni.
Ranma sa quello che fa…oppure no?” concluse, per provocarlo.


“A-accidenti a te! Non cambi mai!”


Kuno, invece, era assorto nello spettacolo, sinceramente curioso.
Ranma Saotome, fammi vedere che cosa sai fare.


Sakaki sembrava scoppiare di orgoglio che il suo Allievo lo volesse affrontare a quel livello, ed interruppe l’aumento del Ki esattamente come richiesto.


Miu era ammirata. Un combattente Dou poteva dunque limitarsi di proposito con tanta precisione? Era di sicuro qualcosa che doveva imparare. Suo nonno le scoccò uno sguardo eloquente, come per dire: prendi nota.


Al tempo stesso, la ragazza era davvero in ansia.
Ranma-san, spero che tu sappia quello che fai


A quel punto fu Ranma ad espandere il Ki, prima lentamente, poi con maggiore intensità, facendolo quasi esplodere fino a quando non ebbe raggiunto il massimo potere, e lui stesso non fu del tutto infuso di un’aura azzurrina, che gli balenava tutto intorno.


“Sono…sono pressoché alla pari” osservò Renka, sbigottita.


Subito dopo, però, il Ki di Ranma parve raffreddarsi: stava usando il potere del Sei.
Si mise in una guardia delle arti marziali cinesi e proclamò: “Vieni pure quando vuoi”


A Sakaki si illuminarono gli occhi. “Arrivo!”


Parve sparire alla vista.


La scena successiva fu Ranma che parava un colpo del Karateka, venendo però quasi sbalzato a mezz’aria.
Un collettivo “OOH” si alzò dalla fila degli spettatori.


“Ah, ragazzi, una cosa-si premurò Akisame-se non attivate il vostro Ki e non lo concentrate negli occhi, è altamente probabile che non riusciate a seguire lo scontro”


Ed era proprio così.
In breve tempo, i due combattenti stavano apparendo e scomparendo dal prato, lasciando come dei flash dei loro corpi che provavano ad attaccare l’un l’altro, senza successo. Ogni attacco pareva venire sempre parato.


“Stra-straordinario!” fu costretta ad ammettere Kisara. Poi si voltò verso Kenichi e Miu.
Eppure loro due non sembrano così sconvolti. Concentrati, forse. Stupiti che Ranma sia a quel livello. Ma non sconvolti dallo scontro in sé. A che razza di duelli hanno assistito nel corso delle loro avventure?


Man mano che quella prima frase procedeva a quel modo, con rapidi attacchi e contrattacchi che non andavano a segno, però, i ragazzi cominciarono a commentare.
“Wow…è straordinario che Ranma…non sia ancora stato colpito da Sakaki-sensei neanche una volta” fece Kenichi.


“Il ritmo, però, sta…aumentando” osservò Shigure.


Ed era così. Anziché balzare da un punto all’altro per eseguire singoli attacchi, i due contendenti stavano cominciando, lentamente, inesorabilmente, a restare fermi sul posto per scambiarsi vari colpi consecutivi.
Ed a quel punto gli occhi dei ragazzi si stavano abituando abbastanza da vederli.


Sakaki tirava una raffica di colpi. Pugni, perlopiù, ma spesso aggiungeva qualche gomitata, ginocchiata o calcio nella mischia.
Ranma non cedeva terreno ed evitava tutti i colpi, provando a contrattaccare.


“Avete notato?-domandò Kensei con un ghigno in volto-Ranma-kun sta deviando tutti i colpi di Sakaki…grazie al Kakei* che gli ho insegnato io”
Ed infatti gli avambracci del ragazzo col codino ruotavano freneticamente, per intercettare e deflettere i colpi del karateka, anziché pararli (cosa che lo avrebbe lasciato pieno di lividi).


“Però…Sakaki ha preso un bel ritmo…Ranma non riesce a contrattaccare” osservò Renka


In quella, Ranma decise che ne aveva abbastanza e sparì alla vista.


Ricomparve sul lato destro di Sakaki, anzi, comparvero…almeno tre o quattro di lui, uno di fianco all’altro.
“Che cosa? Ranma ha già imparato ad usare le immagini residue? E per di più ad un tale livello!” esclamò Miu, molto stupita.


“Uhm…non male” concesse Hayato.


“Anche quello, tutto merito mio” confermò Kensei, pavoneggiandosi.


Sakaki parve compiaciuto. Con un ghigno, iniziò a colpire i quattro Ranma a supervelocità.
Fu come se facesse esplodere dei palloncini: man mano che Ranma si allontanava, le immagini sparivano.
Però, continuando con l’attacco, il karateka rischiava di avvicinarsi troppo a quello vero.


Mentre si allontanava, Ranma si ritrovò poi con la strada sbarrata da…sei immagini residue di Sakaki !


Anche lui aveva preso a muoversi a supervelocità per confonderlo sulla sua effettiva posizione.


“Tsk!” << Versione Modificata della Tecnica delle Castagne! >>


Il giovane fece esplodere decine di colpi contro le immagini, che sparirono una dopo l’altra.


In men che non si dica, il campo di battaglia fu letteralmente invaso da una dozzina di coppie di Ranma e Sakaki che combattevano, ciascuna coppia congelata in una posa diversa, con loro due intenti ad attaccare o difendersi da varie tecniche…e ciascuna di quelle illusioni rappresentava un momento appena passato, non quello attuale.


Poi, così come si erano moltiplicate, le coppie di immagini scomparvero tutte insieme.
Si udì uno schiocco nell’aria, e Ranma e Sakaki furono visti scivolare all’indietro sul prato, come se si fossero colpiti a vicenda, avessero parato e fossero stati sbalzati indietro.
Entrambi avevano in volto l’espressione di chi si stia divertendo un mondo.


“Accidenti! Devo ammettere che si tratta di uno scontro di alto livello” concesse Kuno


“E non abbiamo visto ancora niente, immagino” rincarò Mousse.


“Niente, male, Ranma…davvero niente male-concesse Sakaki-ma purtroppo per te, dovrai fare meglio di così”


Ed in un attimo gli fu addosso, attaccandolo con una raffica di colpi.
Ma, con sommo stupore di tutti, Ranma iniziò a deviarli od a schivarli tutti per un pelo, muovendosi con grande fluidità.
Non venne colpito neanche una volta.


“Intendi dire così?” gli domandò, sardonico, godendosi il suo stupore.


“OOOH. Non ci riesco a credere. Va bene che Sakaki si sta limitando, ma Ranma…sta evitando TUTTI i suoi colpi!” esclamò Kenichi.


“E’ davvero pazzesco” pensò Miu, sbigottita.


“Uhm…non male, ma…questo non è sufficiente. E Ranma non può non saperlo” commentò Kensei.


“Esatto-confermò Hayato-in questo non ha nessuna chance di contrattaccare. Ma credo che abbia un piano”


Infatti il ragazzo col codino, dopo l’ultima schivata, fece una capriola all’indietro in aria, fingendo di voler colpire Sakaki con un calcio allo stesso tempo, ma in realtà guadagnando solo un po’ di spazio.


E poi sparì alla vista.


Kenichi, Miu, Renka e persino Ryoga, Mousse e Kuno non lo videro più.


Poi però si sentì un << THUD! >> molto forte.


Ranma era riapparso di fronte a Sakaki e gli aveva tirato un pugno nel fianco. Il Karateka sembrava aver accusato il colpo.


“Oh, ma…”
“cosa…?”
“Ma che diamine…?”
“E’ sparito?”


“Ma…ma Ranma non dovrebbe essere così veloce! Volete farmi credere…che la sua rapidità…supera persino quella di Sakaki al 60%?” esclamò Ryoga.


“Una trovata astuta-concesse Kensei-anche se non basterà”


“In che senso?”


“Quello che state vedendo è un trucco usato da Ranma…potremmo dire una sua nuova tecnica-spiegò Akisame-in pratica, quello che ha fatto è stato consumare una parte del suo Ki come se fosse carburante di un’auto, per ottenere un istantaneo aumento della velocità”


“Davvero?”


“Certo che sì. Dal momento che Sakaki ha accettato di combattere pressoché alla pari con lui, Ranma può sfruttare questo metodo per approfittare della stipulazione e prendersi un vantaggio…di per contro, se usa questa tattica troppo spesso, brucerà troppo in fretta tutto il suo Ki”


Ranma non sembrava preoccupato di questo.


Saettava intorno a Sakaki da ogni lato, mantenendo la distanza per poi, all’improvviso, sparire in una fiammata azzurrina e ricomparire contro il suo avversario, colpendolo.
Il trucco gli era riuscito già quattro o cinque volte, attaccando sempre da un lato diverso.


Sakaki sembrava disorientato.
“Allora che ne dici, Shio?-lo canzonò-non è male, la mia nuova tecnica, eh?”


<< SPEED BURST!** >>


Ranma scomparve di nuovo, ma stavolta…
…andò a sbattere contro un muro.


Un muro fatto di pugni, calci, ginocchiate ed avambracci, che saettavano in ogni direzione, a 360°.
<< JINSON JION REPPA***! >>



Sakaki urlò il nome della tecnica e poi si fermò, smettendo di girare su sé stesso.
Ranma venne sbalzato via, malconcio, ed atterrò al suolo, a cinque metri di distanza.


Un “OOOH” si levò dal settore degli Allievi.


Mentre il ragazzo col codino si rimetteva faticosamente in piedi, Sakaki lo rimproverò “E tu quella la chiami una tecnica? E’ un trucchetto da due soldi.
Una tecnica è uno strumento studiato per affrontare una situazione specifica, ma adattabile alle circostanze.
Questa sequenza, ad esempio, serve a combattere contro più avversari che attaccano da ogni lato, ma se non so da che parte attaccherai, è la stessa cosa.
Devi riflettere di più sulle tue tattiche. Stavi bruciando un mucchio di Ki per niente”


A Ranma, che si rialzò a fatica, bruciava un po’ il rimprovero: era come se Shio lo stesse continuando ad istruire persino durante il duello.


“Uhm…in pratica, Sakaki ha attaccato a vuoto in ogni direzione, sapendo che Ranma gli sarebbe venuto addosso alla cieca, troppo veloce per evitare il contrattacco, come una macchina che procedendo a tutta velocità, finisca da sola contro un muro” analizzò Mousse.


Sakaki rincarò la dose.


“Guarda, ragazzo! QUESTA E’ UNA VERA TECNICA!”


Spiccò un balzo, sembrò rimbalzare contro la casa, cambiò direzione in volo, ad angolo retto, proseguì dritto contro un albero, rimbalzò anche su quello, descrivendo così un triangolo nell’aria, si diede un’ultima spinta e sferrò un potente calcio volante contro un disorientato Ranma.


<< KUCHU SANKAKU TOBI! >>


Il ragazzo col codino aveva incrociato le braccia per parare, ma fu comunque sbalzato indietro, finendo ancora a mordere la polvere.


I ragazzi di Nerima erano sbigottiti.
Era raro vedere Ranma venire strapazzato in quel modo.


L’erede dei Saotome, però si rialzò ancora, passandosi un braccio davanti alla fronte per pulirsi dal sudore.
Intanto il suo avversario si avvicinava a lui a grandi passi.


“Sai, Sakaki…mi sembrava di averti detto…”
Ranma si lanciò contro di lui con uno scatto inaspettato.
“…di non chiamarmi RAGAZZO!”


Eseguì un paio di piroette su sé stesso e sferrò due calci col tallone, uno in verticale, dal basso verso l’alto, e subito dopo uno in orizzontale, lasciando delle scie nell’aria a forma di croce, perché aveva colpito Sakaki entrambe le volte nello stesso punto, sul fianco destro.


<< DOUMAWASHI JUJI GERI >>


“Che cosa?” esclamò Kensei


“Ha colpito Sakaki con una delle SUE stesse tecniche!” strabuzzò gli occhi Akisame.


Ranma sogghignò e poi spiccò un balzo verso l’alto, ad altezza viso del suo avversario, che era rimasto colto alla sprovvista per un brevissimo istante.


“Se credi che solo le TUE tecniche siano buone, prova ad assaggiarle sulla tua pelle! Invece quest’aggiunta…è  un gentile omaggio da parte mia!”


Ranma eseguì a mezz’aria un movimento impossibile, ruotò su sé stesso come se fosse appoggiato a terra e tirò un terzo calcio in giravolta a Sakaki, colpendolo col tallone dritto sullo zigomo, facendogli ruotare la testa di lato.


Kenichi: “Incredibile!”


Miu: “Ha colpito Sakaki in faccia”


Renka: “Ma da quando Ranma era così forte?”


Il ragazzo col codino atterrò con il volto di chi si era tolto una soddisfazione.


“Sicuramente Ranma…aspettava questo momento dal primo giorno-rifletté Akisame-Da quando ha tirato una raffica di calci contro Sakaki e non lo ha colpito nemmeno una volta”


“Sì, ci teneva di sicuro-confermò Kensei-comunque…avevo ragione a dire che quel ragazzo non è un praticante di arti marziali qualsiasi”


“Ti riferisci…al suo stile di…combattimento…aereo?” domandò Shigure


“No, ad un’altra cosa. Ranma Saotome è…un LADRO DI TECNICHE.
Riesce ad imparare rapidamente qualsiasi mossa altrui e ad eseguirla alla perfezione.
E noi abbiamo appena addestrato per sei mesi un tipo simile.
Di sicuro, lui…punta, un giorno, a sconfiggerci tutti, uno ad uno.
Magari usando, per farlo, le nostre stesse tecniche


“Ma di sicuro-intervenne Hayato-non si limiterà a questo”


Infatti Ranma aveva chiuso la distanza con Sakaki e caricato i pugni sui fianchi.
<< VERSIONE MODIFICATA DELLA TECNICA DELLE CASTAGNE! >>



Una raffica di centinaia di pugni diluviò contro il karateka, che poté solo parare unendo le braccia davanti a viso e corpo, per neutralizzarne l’efficacia.


“Ma quella…è la tecnica che ha usato contro di me? Ma sembra…diversa!” notò Kenichi.


“Ti posso assicurare che quella è la vera Tecnica delle Castagne-confermò Mousse-fidati, ciascuno di noi l’ha subita più di una volta”


Ryoga e Kuno annuirono all’unisono.


All’improvviso, però, Sakaki contrattaccò.


Calcolò il tempismo giusto, in mezzo a tutti quei colpi, per contrattaccare non una, ma due volte.


La prima con un colpo di mano, di taglio, diretto agli occhi.
La seconda con una ginocchiata diretta ai testicoli.


In entrambi i casi erano delle finte.


Ma Ranma, istintivamente, ritrasse le mani per coprire i suoi punti vitali.
Di conseguenza, entrambe le sue braccia non attaccavano più.


Sakaki allora allungò il braccio destro, mise le dita a forma di becco e colpì dall’alto in basso la mano destra di Ranma, abbassandogliela di forza, poi rialzò di scatto lo stesso braccio, colpendolo sotto al mento con il proprio polso.


<< COLPO AL MENTO DELLA GRU >>


Ranma fu sbalzato da terra e le sue braccia non erano più in parata.


Sakaki strinse i pugni a martello e lo colpì, contemporaneamente, ad entrambi i reni.


Poi fece esplodere un calcio frontale verso l’alto che colpì Ranma tra petto e viso, sbalzandolo indietro di una decina di metri.


<< MOROTE SEIKEN HASAMIGERI >>


Il silenzio calò tra gli spettatori.


Certo, è ovvio-rifletté Renka-se fa sul serio, Sakaki è di un altro livello


Che razza di scontro incredibile-fece Kisara, sbigottita-capisco perché la mia Maestra insistesse per farmelo vedere


Però è strano-rifletté Miu, voltando lo sguardo verso Nodoka-la signora non è una praticante, eppure non l’ho sentita neppure sussultare, nel vedere suo figlio pestato a quel modo.
E’ perché…sa cosa vuol dire che a volte gli uomini debbono combattere?
E’ perché è la moglie di un maestro di arti marziali
?”


Nodoka, infatti, osservava, impassibile ma concentratissima.


Ranma si rialzò ancora una volta.
Cominciava ad avere un po’ di lividi.


“Hai capito la differenza tra conoscere delle tecniche e sapere quando usarle?” gli domandò Sakaki.


“Tsk! Non c’è bisogno che tu me lo dica…non sono nato ieri!”


Ranma si lanciò di nuovo all’attacco, ma a tutti parve avventato.
Provò di nuovo ad usare una tecnica che aveva appreso da Sakaki contro di lui.


Eseguì un triangolo per aria, come per il Kuchu Sankakutobi, rimbalzando sugli alberi, ma così spuntò alle spalle di Sakaki, da sopra, per colpirlo con una gomitata dall’alto in basso.


<< SANKAKU TOBI EMPI UCHI >>


Sakaki aveva gli occhi in ombra, sembrava seccato.


“Pensi davvero di potermi colpire DUE VOLTE con una mia tecnica?
IDIOTA!”


<< FUDOU SAJINBAKU >>


Il karateka rilasciò un pugno verso l’alto, in verticale, intercettando Ranma a mezz’aria e colpendolo duramente nello stomaco, facendolo attraversare da un’onda d’urto ed impedendogli di mettere a segno la tecnica, sbalzandolo al contempo verso l'alto di almeno tre metri.


Ma non si fermò lì.
Mentre il ragazzo con il codino precipitava a terra, tenendosi lo stomaco con le mani, Sakaki cercò di attaccarlo di nuovo prima che atterrasse.


Spiccò un balzo per intercettare il ragazzo col codino a mezz’aria, caricando le braccia al fianco: avrebbe colpito con uno Yamatzuki, un doppio pugno frontale, uno al viso ed uno al plesso solare.


Ranma, in discesa, lo vide e capì di dover agire in fretta: con uno sforzo sovrumano smise di tenersi lo stomaco e ritrasse le braccia all’indietro, raccogliendo il Ki.
Poi le slanciò in avanti.


<< DOPPIO MOKO TAKABISHA! >>


Due sfere di energia azzurra grandi come palloni da calcio erano apparse sulle mani di Ranma.


Dai ragazzi del Ryozampaku si levò un’ondata di puro stupore.


“Ma quella…è energia? Riesce a fare una cosa del genere? Prima d'ora l’avevo visto fare solo all’Anziano!”


“Bof! A dire il vero, per noi non è nulla di speciale” commentò Ryoga


“Davvero???”


Sakaki dovette decidere in fretta.
Avrebbe potuto colpire comunque, ma decise di divertirsi un po’.
Rinunciò a colpire Ranma ed invece allargò le braccia, aprendo le mani.


Intercettò esattamente le due sfere di energia di Ranma, bloccandole nelle sue grandi mani.
Riusciva a toccarle come se fossero solide.


Kisara credeva di essere finita in un film di fantascienza, ma anche tutti gli altri erano impressionati.


I due uomini si contrastavano, le gambe piantate a terra.
Quello dei due che avesse respinto l’altro di forza, l’avrebbe colpito con le sfere di energia.


Invece, Ranma aumentò la quantità di energia emessa, come se i due colpi fossero le fiammate di propulsione di un razzo, ma così facendo, invece che respingere Sakaki, venne proiettato all’indietro lui.


Fu come se avesse fatto un salto all’indietro di sette/otto metri, che concluse scivolando coi piedi sul prato.
All'inizio poteva sembrare un errore, invece l’aveva fatto apposta per guadagnare spazio, allontanandosi dalla zona pericolosa.


Sakaki aveva ancora in mano le sfere di energia, ma allargò le braccia e le fece volare via, una verso il cielo ed una contro il muro, ed entrambe esplosero.


“Uhm…ben pensata. Immagino tu abbia voluto riguadagnare terreno e tempo per riprendere fiato”
“Ma come te la caverai-riprese il karateka-contro questo?”


E si mise in una guardia destra, come se fosse mancino, preparandosi ad avanzare e colpire con la sinistra.
Rifulse di Ki rosso ed era evidente che avrebbe attraversato tutta la distanza tra loro in un unico affondo.


“Come? Vuole già usare quella tecnica?” si preoccupò Kensei.


“Uhm…Sakaki vuole cominciare presto con i carichi pesanti” osservò Akisame.


Ma di sicuro-soppesò Hayato-lo fa per capire se Ranma sia in grado di reagire.
Gli avversari di livello Maestro non scherzano di certo.
Ranma deve pertanto dimostrare di essere pronto a tutto


Ranma sembrava stranamente tranquillo, quasi zen.
Sembrava aspettarsi quella mossa.


Prese dei gran respiri, si mise in una guardia strana, ed il suo Ki divenne freddissimo.
Intorno ad entrambi l’aria sembrava deformata.


Poi Sakaki partì, facendo esplodere un pugno sinistro potentissimo.


<< DOTSUI SAJIN THRUST >>


Il tempo parve congelarsi.
Ranma era in piedi, con i piedi aperti a forma di “V”


Un millesimo di secondo prima che Sakaki lo colpisse, ruotò su sé stesso.
Fece una piroetta, come un ballerino, esponendo per un attimo la schiena.


Concluse la rotazione intercettando dall’esterno il braccio esteso di Sakaki con il proprio braccio sinistro, piegato, mentre il pugno che era stato scagliato poteva colpire solo l’aria.


Ma nell’intercettare l’avambraccio col proprio, accadde qualcosa.


In quel momento, fu come se l’impatto fra i due bracci sinistri avesse fatto accelerare la rotazione di Ranma, anziché concluderla.


Ed il ragazzo concluse il giro a 360° colpendo Sakaki in faccia col proprio pugno destro.


All’inizio sembrò un colpo normale.
Invece ci si rese conto che era potentissimo.


Si sentì un’esplosione di Ki contrastanti, l’onda d’urto attraversò il viso del Karateka come una cannonata, facendogli ruotare a forza la testa verso destra.


Rimasero fermi in quella posizione, Sakaki col pugno sinistro esteso, Ranma in piedi sull’esterno, con il pugno destro contro il suo zigomo.


Per un lunghissimo istante, calò un silenzio tombale.
Nessuno riusciva del tutto a comprendere quello che avevano visto.


“Accidenti!-esclamò Kensei-Ranma ha davvero superato le nostre aspettative!”


“Ha creato una nuova tecnica-spiegò Akisame, a sua volta sbalordito-una tecnica che sfrutta il Ki del Sei, specializzata nell’affrontare avversari del Dou”


“In che senso, Maestro?” domandarono all’unisono Kenichi e Miu.


“In pratica, quella rotazione serve ad evitare un colpo decisivo-anche se per eseguirla senza lasciarsi colpire, occorrono dei riflessi praticamente divini-ma poi, nell’intercettarlo, non lo si neutralizza e basta.


Lo si sfrutta, invece, per rubare l’energia nemica, usandola per far accelerare la propria rotazione e servirsene così per imprimere sul nemico un contrattacco ancora più potente.
In questo momento Sakaki…è stato colpito dall’energia combinata del colpo di Ranma PIU’ IL PROPRIO!”


“Accidenti!”


“Pensare che Ranma…si tormentava per riuscire ad inventare una tecnica segreta…ed alla fine, ne ha sviluppata una di livello così alto” concluse Kensei.


Uhm…ben fatto, Ranma Saotome-rifletté Hayato-hai compreso a fondo il senso di essere un combattente Sei.


Ryoga, madido di sudore, si ritrovò a pensare:
"Ma quella…QUELLA TECNICA! Assomiglia alla mossa con la quale mi ha sconfitto, l’ultima volta, un anno e mezzo fa! Quando ero preda della modalità Ashura!
Questo vorrebbe dire…che quella volta Ranma aveva GIA’, ISTINTIVAMENTE inventato una nuova tecnica…senza rendersene conto... Chissa? Se ne sarà ricordato, oppure l'ha reinventata da capo
...”


Accidenti a te, Ranma Saotome-rifletté Mousse, all’apparenza impassibile-fin dove hai intenzione di arrivare?


“Però-continuò Akisame-purtroppo per lui, Ranma non può battere Sakaki con questa nuova tecnica”


“COSA?” domandarono tutti i ragazzi all’unisono.


Per lunghi momenti, i due avversari erano rimasti congelati in quella posizione.
Poi Sakaki parve riscuotersi e roteò a propria volta su sé stesso, per provare a colpire Ranma con una gomitata all’indietro.


Ranma sentì il colpo sfiorargli i capelli e si gettò in avanti, in una serie di capriole, schivando per un pelo.
Poi si rimise in piedi, in guardia.


“Eheh…davvero niente male, Ranma-ammise Sakaki-devo ammettere che mi hai stordito per qualche secondo, anche se il convogliare tutte quelle energie ha impedito anche a te di muoverti e darmi il colpo di grazia.
Una tecnica straordinaria, come tuo Maestro sono fiero di te.
Come si chiama?”


“HANGEKI SORA NO ZETTAI****”


“Uhm…quel Ranma. Il nome della tecnica dice tutto” commentò Kensei


“Cioè?” domandò Miu.


“In pratica, questa tecnica è vuoto, perché è senza forma. Non ha un aspetto predefinito.
Si può usare per contrastare qualunque attacco; o meglio qualunque colpo; usando qualunque tecnica di contrattacco, purché si sfrutti la rotazione.
Ad esempio, anziché contrattaccare un pugno con un altro pugno, avrebbe potuto rispondere ad un calcio con una gomitata.
Solo la rotazione rimane sempre la stessa, mentre il resto si adatta alle circostanze”.


“Una tecnica…dotata della massima flessibilità?” si domandò Kenichi.


“Uhm, capisco-disse Sakaki-Ora tutto ha senso, Ma lascia che ti dica una cosa
Non avrai un’altra occasione”


“Ma cosa intende dire? Se Ranma esegue di nuovo quella tecnica, lo batterà di sicuro!” esclamò Kuno, perplesso.


“Non è esatto-intervenne Hayato-voi, ragazzi, dovete considerare tre elementi.
Primo; che anche se sta limitando Forza e Velocità al 60%, la Resistenza di Sakaki ai colpi è sempre quella abituale.
Quindi, anche se non dubito che persino a livello Maestro, non ci sia nessuno che possa resistere ad un contrattacco simile, contro un Gran Maestro come Sakaki ciò non basta per infliggergli un colpo decisivo”


Ma allora-pensò Miu, scoraggiata-Ranma non ha nessuna speranza di vincere in generale? Non ne ha mai avuta fin dall'inizio?”

“Secondo-proseguì invece Kensei-tale discorso vale anche per l’intelligenza di Sakaki e la sua esperienza in battaglia, entrambe incomparabilmente superiori a quella di Ranma.
Contro di lui la stessa tecnica non funziona due volte.
Avrà di sicuro già pensato ad una contromossa”.


“Terzo, ed ultimo-concluse Akisame-se avete notato, quella tecnica funziona solo, anzi dovrei dire funziona meglio contro i colpi dati frontalmente e dritti, come la maggior parte dei pugni e calci del karate; ma non funziona altrettanto bene contro colpi laterali o curvi, perché si rischia di farsi contrattaccare a propria volta”


Accidenti…uno scontro di tale livello che persino una tecnica come quella inventata da Ranma viene neutralizzata subito…rifletté Kenichi


Ryoga sembrava nervoso.
Non sopportava di vedere Ranma guardato dall’alto in basso, perché di riflesso lo erano anche tutti loro.


Ed era vero.
Sakaki passò all’attacco, senza paura.
Ranma provò ad eseguire di nuovo la sua tecnica, ma presto si rese conto che…


…non ci riusciva. Sakaki eseguiva un primo attacco, Ranma lo parava, ma prima che completasse il giro per il contrattacco, Sakaki gli tirava un secondo pugno con l'altro braccio.


Dati i suoi riflessi difensivi, e consapevole della potenza avversaria, Ranma tendeva, istintivamente, a ritrarsi, interrompendo il contrattacco.


Sapeva di stare giocando col fuoco e non poteva correre rischi.


Dopo tre combinazioni di quel tipo, eseguite sempre su attacchi diversi, Ranma dovette rassegnarsi, con uno sguardo frustrato, al fatto che non avrebbe usato di nuovo la sua nuova Tecnica Speciale per il resto del combattimento.


“Ooh, il Maestro Sakaki sta usando…il Meotoude-esclamò Kenichi-la metodologia del karate tradizionale con la quale si attacca e si difende sempre con entrambe le braccia in contemporanea.
Pensare che…una tecnica così sofisticata…potesse essere neutralizzata in modo così semplice” rifletté.


Sakaki aveva l’aria di chi si stia divertendo.


“E’ un bello scontro, Ranma, te ne sono grato.
Qui da noi, spesso, non si sa come combattere la noia.
Ma non potrai resistere ancora a lungo”


“Tsk! Io non ne sarei così sicuro, se fossi in te”


“Tu credi? Prova questo!”


Ranma si ritrovò sulla difensiva.
Entrambi cominciavano ad essere un po’ provati, ma presto si rese conto che…istintivamente, evitava degli attacchi laterali di Sakaki…per poi ritrovarselo davanti?


Non aveva senso.


Incrociò le braccia per parare un colpo dato all’apparenza con un pugno, invece venne colpito con un calcio frontale allo stomaco e sbalzato via, finendo a terra.


“Uhm…Sakaki si sta divertendo-commentò Kensei-sta facendo delle finte usando il Ki per far credere a Ranma di attaccare da un lato, mentre lo fa dal lato opposto”


“Credo però che ci sia anche obbligato-intervenne Akisame-non hai notato? Ultimamente sta attaccando di più col braccio sinistro”


“AH! Ma…certo! Ranma all’inizio dello scontro lo ha colpito più volte sul fianco destro, sia con il pugno dato con lo Speed Burst che con i due calci a croce.
Quindi, forse…Shio fa fatica a colpire al massimo della potenza con il pugno da quel lato” realizzò Kensei


“E questo spiegherebbe anche come Sakaki abbia usato il Dotsui Sajin Thrust con il braccio sinistro, pur non essendo mancino.
E come Ranma se lo aspettasse già, preparandosi subito a contrattaccare proprio da quel lato” confermò Hayato.


“Uh? Ma allora…?” rifletté Mousse.


“Sto…intravedendo uno schema” iniziò a dire piano Kensei


"E' possibile che...in realtà..." iniziò a soppesare Akisame.


Sakaki voleva farla finita.


Aveva notato che Ranma ritardava di proposito a rialzarsi, nascondendo il fatto che stesse accumulando Ki nelle mani.


“Tsk! Non te lo lascio mica fare!”


Non appena Ranma si fu rialzato, gli piombò addosso, colpendolo contemporaneamente con una ginocchiata allo sterno e con una doppia gomitata ai lati della testa
<< MOROTE EMPI TOBI HIZAGERI >>



Per un attimo, l’intero pubblico sussultò.
Persino Nodoka si lasciò sfuggire un gemito.


Ranma sembrava essere stato colpito seriamente.
Invece…


…il suo corpo si dissolse nell’aria, come se non fosse mai esistito.
Sakaki allargò le pupille


Che cosa? La Tecnica della Sostituzione del Corpo?
Ha scambiato sé stesso con una copia, lasciando il proprio Ki dentro ad un'Immagine Residua?


Sentì sfrigolare l’aria dietro di sé. Voltò lo sguardo.


Ranma aveva un sorriso sardonico mentre caricava una sfera di energia nelle proprie mani.
“Bello fare le finte, vero, Sakaki? Ma è un gioco al quale si può giocare in due”


Merda…


Ranma slanciò le braccia in avanti, gridando:
<< MOKO TAKABISHA! >>


La sfera di energia assunse la forma di una cupola ed investì il karateka in pieno.


Il pubblico eruppe in esclamazioni di stupore.


“Però…Ranma…l’ha colpito…in pieno” osservò Shigure, che commentava direttamente lo scontro per la prima volta.


“APA! Ranma ha vinto! Andiamo a festeggiare! Tutti in sala da pranzo!” esclamò Apachai.


“Ma…ma…CHE COS’E’ QUELLA ROBA?” gridò Kenichi, con gli occhi fuori dalle orbite.


“Te l’ho detto, è una sua tecnica. So fare anch’io una cosa simile!-spiegò Ryoga-anzi, a dire il vero io ne conosco persino una versione più potente”.


“COOSA? DAVVERO? Ma allora…”


Allora…quando hai combattuto contro di me, Ranma, tu…ti sei trattenuto fino a tal punto?


Sia Miu che Renka erano senza parole.


“Ranma-san…è davvero incredibile” disse la bionda.


Kisara era la più stranita di tutte. I suoi capelli sembravano aver preso una scossa elettrica.
Un mondo completamente nuovo le si apriva dinanzi agli occhi.


Solo Nodoka sembrava tranquilla e compassata.
Certo, sollevata per lo scampato pericolo e persino orgogliosa.


“UH…bravo ragazzo! E così ci riesce anche lui, eh? Anche se non è così potente come il mio Ryozan Blast” osservò Hayato, giulivo.


“Lo dicevo che il ragazzo aveva mille risorse” gongolò Kensei, soddisfatto di aver avuto ragione.
“Uhm…riesce addirittura ad usare l’energia interna in questo modo-rifletté Akisame-e ci riesce anche Ryoga, a quanto dice? Più interessante di quanto pensassi”


Sakaki era abbrustolito come quelli che saltano per aria nei cartoni animati, ma si ergeva ancora in piedi.


Ranma lasciò che si diradasse il fumo per accertarsene, poi si lanciò all’indietro, in guardia.
Non si aspettava di stenderlo con quel colpo, ma l’averlo preso in pieno doveva averlo indebolito un bel po’.


“Bella mossa…davvero-ammise Sakaki a denti stretti, l’espressione imbarazzata ed irosa al tempo stesso-e bella idea, ma adesso…


…BASTA CON I GIOCHI!”


Scattò in avanti e con un potente colpo dato col palmo della mano raggiunse Ranma al plesso solare, sbalzandolo indietro, scaraventandolo ancora una volta a terra.


Poi Sakaki iniziò a saltare intorno, rimbalzando sugli alberi, per formare un triangolo, e poi calare addosso a Ranma con una gomitata che avrebbe dovuto raggiungerlo in testa.


“Guarda! Questo è il vero SANKAKU TOBI EMPI UCHI”


Ranma si rimise in piedi, una luce gli brillò nello sguardo.


Ora


Si piegò sulle ginocchia, raccogliendosi, poi balzò verso l’alto, come una molla.


Mentre Sakaki calava la gomitata in verticale, dall’alto al basso, per un istante il tricipite gli restava scoperto.


Ranma lo intercettò colpendolo al braccio con il palmo della mano e, respingendolo, lo sbalzò di nuovo verso l'alto


Che cosa?


<< TENNO TAKUTO >>


“Ooh, è la mia tecnica!” notò Kensei.


Sakaki ricominciò a scendere a tutta velocità verso terra.


Ranma era pronto ad attaccarlo dal basso, mentre lui si trovava a mezz’aria.


Istintivamente, Sakaki si coprì il mento incrociando le braccia.
Non lo preoccupava venire colpito al corpo.


Ranma, invece, puntava proprio a quello.


Caricò le braccia all’indietro, poi saettarono in avanti.
Entrambe le braccia iniziarono a muoversi così veloci che non si vedevano più, sembravano due scie curve che attaccavano il tronco di Sakaki, su entrambi i fianchi.
<< SAKUGANKI DOJI >>*****


Sakaki venne colpito ai lati del tronco ed accusò il colpo.


Appena toccò con i piedi a terra, però, respinse via Ranma con un colpo dato col dorso del pugno, slanciando il braccio verso l’esterno.
<< KENGAN TEPPOU UCHI >>


Il ragazzo col codino, preso in pieno, lo colpì a sua volta istantaneamente, di riflesso, con un calcio frontale all’addome, proprio mentre veniva sbalzato via.


Rovinò a terra a cinque metri di distanza.


 La sequenza era stata incredibile.
Per un lungo momento, nessuno parlò.


“Ma…Ranma…ha usato anche quella tecnica contro di me, una volta!-esclamò Ryoga-è una variante della Tecnica delle Castagne, però, invece di tirare i colpi contro obiettivi diversi, concentra tutti i pugni in un unico punto, per aumentare il potere distruttivo!
La differenza è che ora, a parte avergli dato un nome...lo ha fatto con entrambe le braccia!”


Straordinario…riusciva solo a pensare Kenichi


Miu era contrastata tra l’ammirazione e la preoccupazione per il ragazzo col codino.


“Entrambi…hanno subito ormai parecchi colpi, eh” commentò Kensei, serio.


“Sì, non possono scambiarsene molti altri. Sta per finire” confermò Akisame.


“Certo che è raro, eh, Mousse?-parlò Kuno all’improvviso-Quante volte, Ranma…è già finito a terra? Cinque? Sei? E’ uno spettacolo raro da vedere”


Ranma fece per rialzarsi, a fatica. Riuscì solo a mettersi seduto sul prato, le gambe distese.


Sakaki era una specie di muro. Potevi anche colpirlo, ma poi ci rimbalzavi contro e finivi a terra tu.


Il karateka aveva subito i colpi peggiori, finora, eppure lo stava conciando per le feste con attacchi ordinari.
Anche al 60% rimaneva un muro.


E proprio in quel momento, quel muro crollò.


Sakaki fece un’espressione strana, poi si strinse l’addome con le braccia, si piegò in avanti, sputò un fiotto di sangue dalla bocca e crollò a terra, in ginocchio.


Fu come se una scarica elettrica avesse attraversato tutti i presenti, Maestri compresi, stupiti quanto gli altri.


“Ma che cosa…”


“Eheh…alla fine, ha funzionato” ridacchiò Ranma, esausto.


“Ma quella…ma quella…-incespicò Kensei, terrorizzato-quella mossa è la KYOUSA di mio fratello Sogetsu!”


“COME?”


“Non ci sono dubbi. Ne ha modificato l’esecuzione, per nmascherarla, ma non c’è dubbio.
Sia la doppia Tecnica delle Castagne di prima che quel calcio apparentemente casuale…in realtà contenevano del Ki…e le onde d’urto che hanno attraversato il corpo di Sakaki in tre direzioni diverse si sono incrociate tra di loro…incrementando il potere distruttivo!”


“Ma è assurdo!-esclamò Mousse, abbandonando la sua aria compassata-come fa Ranma a conoscere una mossa del genere?”


“Per di più, così pericolosa-osservò Akisame-una mossa usata di solito per uccidere”


L’Anziano aggrottò le sopracciglia.


“Non…non capisco. Ma forse…Ah! E’ così, non è vero?”


“Sì, è così-confermò Ranma, messosi a sedere, quasi senza fiato ed impossibilitato a rialzarsi-allo scontro al porto, Hermit ha provato ad eseguire quella tecnica su di me, ma ho evitato l’ultimo dei tre colpi e quindi sono rimasto vivo.
Poi Sogetsu mi ha confermato che era molto pericolosa.


Ho pensato che fosse una buona idea contro un avversario di Livello Gran Maestro…immaginavo che comunque non avrebbe subito danni letali.
Ma siccome era possibile che uno di voi la riconoscesse, ne ho modificato l'esecuzione, nascondendo la mossa vera dentro ad attacchi diversi da quelli che si usano di solito per eseguirla”


“Incredibile…” commentò il Maestro Cinese. “Ha compreso il modo corretto di imprimere il Ki e le onde d’urto nei colpi, e quindi è riuscito ad applicarla lo stesso usando mosse differenti”


“Ranma…ha davvero raggiunto questo livello?” si domandò Miu.


“E’ proprio come pensavo.
Ranma…ha imparato ad usare la strategia in battaglia-dichiarò Akisame-In realtà, quasi tutte le mosse che abbiamo visto…facevano parte di un piano.
Per manipolare Sakaki, spingendolo a scegliere di usare alcune mosse invece che altre, dando modo a Ranma di rispondere nel modo più efficace.


Ad esempio, ha provato apposta ad usare il Sankaku Tobi Empi Uchi per provocare Sakaki, immaginando che glielo avrebbe restituito, prima o poi.
E tutto questo serviva a preparare questa tecnica decisiva, che avrebbe potuto eseguire soltanto…se il suo avversario fosse stato sospeso a mezz'aria.
L’intero scontro…è stato una fase di preparazione per arrivare a quest’unico momento!”


“Ma…possibile?” esclamò Ryoga


“Pa…pazzesco” disse Kenichi


“Quindi, in pratica-fece Renka-per tutto il tempo, Sakaki…è stato vittima della strategia di Ranma…come invischiato in una ragnatela?”


Kuno, Kisara e Miu erano senza parole.


Mousse e Shigure sembravano pensierosi.


Hayato era sempre più concentrato.


Ranma Saotome…aveva ragione Kensei…non riesco a vedere i tuoi limiti…però, la tua mancanza di scrupoli mi preoccupa sempre di più.
La moneta lanciata per aria…da che lato atterrerà?


Ranma era ancora seduto nel prato, non riusciva a rialzarsi.


Ma in quella, Sakaki si riscosse, come una belva feroce, ed esplose un ferocissimo pugno contro l’aria, gridando come un indemoniato.


<< MOTIONLESS SAND CLOUD BOMB! >>


Un proiettile d’aria emanato dal suo pugno attraversò lo spazio come una cannonata.


Ranma saltò un battito del cuore.


Non seppe neanche lui come fece a gettarsi d’istinto sulla propria sinistra, evitando il colpo d’aria che lasciò un solco nel terreno e SBRICIOLO’ il muro di cinta.


“RANMA!” Gridarono all’unisono Miu e Nodoka.


Sakaki stava respirando pesantemente.
Il suo corpo si sollevava su e giù.


Ranma fissava il buco rotondo nel muro.
E tremava.


Era paralizzato dal terrore, non riusciva a muoversi razionalmente.


Ed in quella Sakaki prese ad avanzare.


Non riusciva a muovere le gambe, perciò afferrava il prato con le mani e si trascinava di peso in avanti, issandosi poco alla volta, inesorabile.


Il suo volto era quello di una belva feroce, di un pazzo omicida, deformato dall’ira.


“RANMAAAAAAAAAA”


“AAAAH!”


Ranma si mise istintivamente sulla difensiva, chiudendosi a riccio.


Appena fu abbastanza vicino, Sakaki provò a colpirlo con due Shuto-uchi, o mani a coltello, una dal lato destro, una dal sinistro.


Ranma ne parò uno col proprio braccio destro.
Ma il braccio sinistro di Ranma era più debole del braccio destro di Sakaki.


Il braccio del karateka si avvicinò di prepotenza, inesorabile…fino a quando non colpì.


Pif!


Il taglio della mano di Sakaki si appoggiò con delicatezza al collo di Ranma, come se stesse accarezzando un neonato.


Ranma, ancora sconvolto, si voltò a guardare il suo Maestro. L’espressione da tigre feroce era scomparsa.


Sakaki sorrideva come avrebbe fatto se da piccolo gli avessero regalato un lecca-lecca.


“Eheh, mi dispiace, Ranma, ma…”


“Lo scontro è finito!” proclamò Akisame, ergendosi in piedi.


E’ UN PAREGGIO!” proclamò Hayato.


“EEEEEH?”


Ranma e Sakaki avevano gridato all’unisono.


Poi il karateka se ne accorse.
Ranma no.
Non si rendeva neppure conto di averlo fatto.


Era stato puro istinto.
Mentre Sakaki lo attaccava, aveva sollevato una gamba.
Ed ora il piede di Ranma puntava al collo di Sakaki.
Si stavano minacciando a vicenda in un punto vitale.


Sakaki fece un’espressione sorpresa, poi prese un grosso sospiro e scoppiò in una risata liberatoria.


“Ahah, sembra proprio che questa volta non sia andata come pensavo, eh?”


Si rialzò, un po’ a fatica, in piedi.


“Complimenti, Ranma-gli disse, sinceramente-ora goditi il tuo momento”


Il ragazzo col codino non ci aveva capito molto.
Aveva le lacrime agli occhi e sembrava ancora da un’altra parte con la testa.
Voltò lo sguardo verso il portico.


Tutti, Maestri, Allievi, Nodoka e persino Kisara erano balzati in piedi e gli stavano correndo incontro, facendo un fracasso infernale.
Sembravano al colmo della gioia, del sollievo, persino dell’ammirazione.


Nella cacofonia non riusciva a sentire cosa dicessero.
Si rialzò, o meglio, venne tirato a forza in piedi.


Tutti quanti lo soffocarono di abbracci, di strette di mano, di promesse di duelli futuri, di pacche sulle spalle, di complimenti…ma Ranma non sentiva nulla di ciò che dicevano.
Rumore di fondo.
Come avesse nelle orecchie il fischio di chi ha appena udito un’esplosione.
Come se fosse sott'acqua.


Si divincolò da tutti loro, in cerca di aria.
E si avviò, barcollante, verso il dojo.


Le voci si spensero ed una serie di sguardi sbigottiti vennero scambiati tra i ragazzi.


Akisame lanciò un’occhiata a Sakaki.
“Pff…Sì, ci parlo io” dichiarò il karateka.


“Ma, Sakaki-sensei, non siete ferito?” gli domandò Kenichi.


“Non quanto credi-lo rassicurò Kensei-prima di venire colpito dalla Kyousa modificata di Ranma, Sakaki aveva già sollevato gli organi interni nella cassa toracica, usando la Naizouage, l’antica tecnica di respirazione del karate tradizionale…quindi, l’impatto di quella tecnica è stato molto meno severo del previsto. Ha colpito solo i muscoli, ma nessun organo vitale, perché non si trovavano più lì.”


Sakaki trovò Ranma nel dojo che respirava pesantemente e sudava.


“Ehi, va tutto bene?”
Il ragazzo col codino si voltò.


“Sì, è solo che…sono un po’ provato, ora sto meglio”


PAURA. Avevo una fottuta paura e non riuscivo neanche a muovermi.
Che vergogna.

Sono disgustato di me stesso.


Ma quale Erede della Scuola Saotome? Ma quale Maestro?

Se penso che ho pareggiato per pura fortuna…non sento di meritarmelo


“Ehi, vuoi spiegarmi che accidenti hai?”


“E’ solo che io…non lo so, non pensavo che sarebbe successo in questo modo. Io…immaginavo questo come un grande risultato…uno per il quale ho lavorato e mi sono impegnato per tanto tempo…me lo figuravo come…qualcosa di diverso.
Sarebbe stato più soddisfacente, più maestoso?
O forse è solo perché…volevo davvero vincere, stavolta”.


Sakaki aspettò un momento, poi voltò la testa da un lato ed emise un “Eh!” con un sospiro.


“Ranma, sarò franco con te: da un lato la tua determinazione, la tua motivazione ed il tuo impegno sono ammirevoli; MA la tua ossessione per la vittoria a tutti i costi…è una cosa tossica.
Non so se questo faccia parte degli insegnamenti di tuo padre-immagino di sì-e conseguente dalla vita che hai vissuto fino ad oggi, ma…una componente dell’essere maturi è anche saper riconoscere che esistono cose superiori a noi, e che non c’è niente di male in questo.
Non devi tormentarti.
Tu sei più forte di com’eri anche solo una settimana fa. Quello che non puoi fare oggi, lo saprai fare domani.
Che fretta c’è? Perché essere ossessionati da quello che NON riesci a fare, anziché da quello che PUOI fare?
In questo modo, non potrai mai nemmeno goderti le cose belle”.


“Ad essere sincero, Sakaki-shishou, non aspettavo un discorso del genere proprio da lei.
Certo che è fondamentale vincere sempre!
In molti casi…vincere può fare la differenza tra la vita e la morte!”


“E credi che io non lo sappia? Qui al Ryozampaku affrontiamo regolarmente i sicari del Pugno Che Uccide…e ti garantisco che non sono persone con le quali ti puoi permettere di usare i guanti bianchi…”


Ranma ripensò con amarezza allo scontro con Safulan, alle Sorgenti Maledette.
A quando stringeva Akane tra le sue braccia, pensando che fosse senza vita.
Certo che vincere era fondamentale, dannazione


“Al tempo stesso-riprese Sakaki-come sai, NON TUTTI gli scontri hanno in palio la vita.
E quelli che per l’appunto non lo sono, non andrebbero affrontati con lo stesso spirito.
Piuttosto come occasione di crescita”.


“Di crescita?”


“Certo. Scommetto che con tutta la tua esperienza nelle arti marziali, devi essere stato sconfitto diverse volte, non è così?
Ed ora dimmi, Ranma, in tutta onestà…pensi che gli scontri dai quali hai imparato di più, quelli che ti hanno costretto a migliorarti e che ti hanno permesso di fare un salto di qualità, siano quelli che hai vinto o quelli che hai perso?”


Ranma fu obbligato a riflettere.
Picolet Chardin.
Ryoga quando aveva imparato lo Shishi Hokodan.
Herb, la prima volta.
Ryu Kumon.
E molti altri ancora.


Sudava freddo ed abbassò lo sguardo, frustrato. “Tch!”


“E’ così, non è vero? Ed allora perché devi essere ossessionato dal vincere sempre?
Perché ti fa sentire così male perdere, quando non c'è nulla in palio?
Non pensi a come si sentano tutti i tuoi avversari quando li sconfiggi? Esattamente nello stesso modo.
Ed allora qual è la differenza?”


“La differenza…la differenza è che-Ranma sembrava estremamente combattuto-è che a me sembra che io non sappia fare altro nella vita!
Che non abbia nient’altro che questo!
Che il SIGNIFICATO della mia vita dipenda dal fatto di essere il migliore in quello che faccio!
Perché ho soltanto questo!”


Avendolo buttato fuori, il ragazzo prese a fare dei grossi respiri.


Sakaki lo guardava, severo, ma comprensivo al tempo stesso.


“Tu non ci credi per davvero.
Rifletti bene.
Se pensi davvero alla tua vita…alle relazioni che hai intessuto…alle esperienze che hai avuto…puoi davvero affermare…di non avere nient’altro che le arti marziali?”


A Ranma parve di ripercorrere con un flash tutta la sua esistenza.


Le persone di Nerima, Akane, certo, ma anche sua madre e suo padre, nonostante tutto, e poi Ukyo, Kasumi, Ryoga, Mousse, ma in fondo anche Shampoo e Cologne, e poi ora Renka, Kisara, i Maestri del Ryozampaku, Kenichi e…Miu.


Rialzò lo sguardo dopo un lunghissimo momento, con le lacrime agli occhi.


“No! Non potrei proprio dire una cosa del genere!”


Sakaki accennò un sorriso.


“Ora capisco quali fossero i tuoi dubbi quando sei arrivato qui.
Dopo che la tua vita è crollata, ti sono rimaste solo le arti marziali…che sono ciò che hai fatto per tutta la vita, in ogni caso.
Quindi, da un lato ti sei aggrappato ad esse come un'ancora, dall’altro lato hai finito per odiarle, perché erano diventate un’ossessione e sei stato in dubbio se continuare a praticarle o smettere…ma nessuna di queste opzioni era quella giusta.


Le arti marziali SONO al centro della tua vita, ma non sono l’UNICA cosa che c’è in essa.
Piuttosto possiamo dire che anche i legami che hai intessuto con le persone…hanno le arti marziali come punto in comune.
Le arti marziali sono ciò che vi ha fatto avvicinare”.


Ranma sembrò sollevato, e pieno di rinnovato benessere.


“Grazie, Sakaki-shishou. E’ così.
Forse io…sono sempre stato troppo influenzato da ciò che mi veniva detto.
E devo ancora…trovare il modo di ragionare con la mia testa.
Pensavo già di farlo, ma…sono sempre influenzato dal passato, senza neanche rendermene conto.
E poi…le arti marziali sono anche un utile strumento…per proteggere le persone alle quali tengo”


“E’ così. Ed ora sbrighiamoci, non vorrai far aspettare tutti ai tuoi festeggiamenti”


“E’ solo che-ricominciò Ranma, pentendosene subito dopo-non lo so…mi sembra di non essermelo davvero meritato.
Ricevere…una promozione dopo un pareggio. Per giunta, io so che, in realtà…”


“Ranma-cominciò Sakaki un po’ deluso-ti assicuro che nessuno al mondo può PROMUOVERE qualcun altro al livello Maestro.
Diciamo che lo scontro ci ha permesso di VERIFICARE senza alcun dubbio che tu sei effettivamente già arrivato a quel livello.


Inoltre, la condizione per la promozione era che tu ti DIMOSTRASSI ALL’ALTEZZA a livello tecnico, del grado di Maestro, non che tu vincessi, cosa effettivamente improbabile, visto che io sono abituato a subire ben altri colpi, di solito. E sei comunque riuscito ad infliggermi gravi danni.
Se avesse affrontato qualcuno che era PER DAVVERO a livello Maestro, avresti vinto di sicuro.
Ti assicuro che quel pareggio, in qualunque modo sia arrivato, è un risultato estremamente onorevole, per il quale molti altri farebbero salti di gioia fino al soffitto.
Certo, capisco che la cosa possa darti meno soddisfazione rispetto ad una vittoria, ma…”


Il karateka si fermò. Iniziò a riflettere su una cosa, cambiando espressione.


Il ragazzo lo guardò, domandandosi dove volesse andare a parare.


“No, è solo che…-ora era Sakaki ad essere indeciso su cosa dire-ti ho mai parlato di come…sono diventato Gran Maestro?”


“Uh? No, no di certo”.


“Beh, è stato una dozzina d’anni fa…”


E Sakaki prese a raccontare di quando lui ed il suo eterno rivale, Akira Hongo si erano sfidati ripetutamente in continui duelli per stabilire chi fosse il karateka migliore, osservati e giudicati dal loro amico, Tsuzuki Hajime.


“Ed alla fine dei dieci giorni, eravamo pari, con 125 vittorie ciascuno”


“WOW. Sono senza parole”


Il giovane si rese conto anche del secondo significato del racconto: persino uno come Sakaki, in duelli amichevoli ma seri contro un avversario di pari livello, non aveva potuto accumulare un vantaggio decisivo ed era stato sconfitto tutte quelle volte.


“E…poi cosa successe?” lo sguardo del Maestro non faceva presagire niente di buono.


“Venimmo tutti convocati in un vecchio castello, io Hongo ed Hajime…”


E Sakaki finì di raccontare come lo Yami, composto dai membri di Un’Ombra, Nove Pugni, cioè i combattenti a mani nude più forti del pianeta, tra i seguaci del Pugno che Uccide, avessero convocato i tre karateka più forti per farli combattere tra loro sino alla morte per decidere chi potesse conquistarsi il privilegio di entrare nei loro ranghi, se lo volesse.


“Ma…è mostruoso!”


“La parte peggiore deve ancora venire. Sia Hajime che Hongo erano D’ACCORDO con questo metodo di votazione.
Hajime aveva gravi problemi di salute ed avrebbe avuto poco da vivere, se avesse continuato a combattere.
Ma quello era il suo sogno e preferiva una vita breve ma gloriosa ad una lunga, ma-ai suoi occhi-priva di significato. Hongo accettò i suoi sentimenti, combatterono tra di loro e lo uccise”


Ranma non aveva parole.
Cos’avrebbe fatto lui se avesse assistito ad una scena del genere?


“Inutile dire che ero FURIOSO.
Combattei contro Hongo un’ultima volta, al massimo della forza…no, non è esatto, perché proprio in quel momento…rifiutai la loro logica e decisi che per tutta la vita sarei stato un membro del Pugno Che Salva…e non combattei con l’intento di uccidere”


“Ma Hongo sì”


“Certo, e ci colpimmo a vicenda con le nostre tecniche segrete. E’ così che mi sono fatto questa cicatrice, ed anche lui ne ha una in viso che gli ho fatto io.


Per farla breve, mi lasciò per morto, ed inoltre il castello aveva preso fuoco e crollò.
Lui se ne andò coi suoi nuovi compagni di Un’Ombra, Nove Pugni, ed io…rimasi lì sotto.
Ma sopravvissi”


Ranma aveva i brividi.


“Naturalmente, quando lo seppe, la cosa non deve avergli fatto piacere.
Aveva combattuto per uccidere, che per lui significa combattere al massimo della potenza, ed io no, che per lui significa che mi stessi trattenendo…già vincere in quelle condizioni non sarebbe stato soddisfacente, figuriamoci scoprire di non essere neanche riuscito ad ammazzarmi”


Quella logica contorta faceva venire il mal di testa.


“Quindi, ecco la storia. Dal momento che siamo stati valutati abbastanza forti da entrare nello Yami, entrambi siamo stati riconosciuti di livello Gran Maestro…io con una sconfitta, lui con una vittoria piena di ombre e di rimpianti".


Ranma si rese conto del messaggio: voleva essere come Sakaki, o come Hongo?


"Per cui, tu, che sei stato riconosciuto come Maestro con un pareggio, non hai IL DIRITTO di lamentarti delle circostanze, lo capisci?
Devi pensare che ci sono persone alle quali è andata peggio di te…ma ciascuno fa il proprio percorso nella vita e deve accettare quello che gli viene dato in sorte, traendone il meglio come insegnamento per il futuro”


Non c’era più nulla da dire.
Sakaki si voltò e si avviò verso l’uscita.


Ma fu fermato da un grido improvviso, un atto spontaneo, istintivo.
“Maestro Sakaki!”
Il karateka si fermò e voltò lo sguardo.


Ranma, commosso, fece un profondo inchino.


“Grazie davvero di tutto!”


Il karateka sorrise di sbieco e fece un piccolo sbuffo, mentre riprendeva a camminare.
“Tsk! E’ raro vederti comportare in modo così rispettoso. Cominci quasi ad assomigliare a Kenichi”

 
◊◊◊◊◊

Nota dell'Autore:


E' stato un capitolo impegnativo.


Spero che le descrizioni dei singoli momenti dello scontro siano chiare; a dire il vero pensavo di fare dei disegni e caricare delle immagini, ma mi occorrerebbe molto più tempo di quanto ne abbia. 


Ci sono un mucchio di tecniche prese dal manga di Kenichi, che potete trovare sulla Wiki di Kenichi, ed un paio di quelle nuove di Ranma le ho inventate io.


Ranma che viene proclamato Maestro è un momento importante, al quale tende tutta la fanfiction. Dal momento che adoro Sakaki, e che avevo fatto sì che lui e Ranma sviluppassero un bel rapporto, poteva essere solo lui.


Inoltre il karateka ha vissuto delle esperienze gravi, quindi mi è venuta voglia di far sì che facesse qualcosa d'altro per il giovane Saotome, curandolo dalla sua malsana ossessione per la vittoria...che in effetti potrebbe essere causata dall'essere sempre vissuto solo per combattere.


E poi era importante che Ranma volesse avere Kisara testimone del suo momento: è un segno della crescita del loro rapporto.
Il prossimo capitolo vedrà la prosecuzione di questo, con i festeggiamenti...durante i quali capiteranno un po' di altre cose importanti.


E poi la rete inizierà a stringersi intorno ai nostri eroi, anche se riceveranno un avvertimento importante...ma potranno davvero contare gli uni sugli altri?


Ci sono ancora un paio di-necessari-capitoli di passaggio (che conterranno però un sacco di cose gustose, tra cui altri begli scontri, tra cui uno che vi piacerà ed uno forse no) e poi entreremo nel vivo della saga finale.


E ci saranno momenti difficili da digerire, ve lo anticipo.


Legenda

Kakei*: un metodo delle arti marziali cinesi per deflettere i colpi facendo ruotare gli avambracci


SPEED BURST**: letteralmente, “esplosione di velocità


JINSON JION REPPA***: da questo momento in avanti, le tecniche di Sakaki che vedrete in maiuscolo, sono le stesse del manga di Kenichi, quindi non metterò la traduzione in italiano una per una, se volete vedere delle immagini e la traduzione, potete cercare sulla Wiki in inglese di Kenichi: History’s Strongest Disciple Wiki


HANGEKI SORA NO ZETTAI****: Letteralmente, se non ho tradotto male, “Contrattacco del Vuoto Assoluto


SAKUGANKI DOJI *****: “Martelli Pneumatici Simultanei”


 

 
Mini-Guida per il manga di Kenichi:

Dou: il modo di combattere sfruttando le proprie emozioni e facendo esplodere il Ki all’esterno. Sakaki, Apachai, Miu, Ryoga, Kuno e Kisara usano il Dou


Sei: il modo di combattere sfruttando la calma interiore e la capacità analitica e controllando le emozioni, per trattenere il Ki. Hayato, Akisame, Kensei, Shigure, Kenichi, Ranma e Mousse usano il Sei.


Katsujinken: o Pugno Che Salva, è la filosofia seguita al Ryozampaku, per la quale le arti marziali si usano per il bene, per salvare il prossimo e non per uccidere


Satsujinken: o Pugno Che Uccide, è la filosofia seguita dall’Organizzazione Yami, per la quale le arti marziali si usano per egoismo, profitto personale ed uccidere i nemici

   
 
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