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Autore: KushinaKurosaki    13/03/2024    2 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Guardò la mano che la ragazza castana le tendeva, sorrise leggermente afferrandola per poi alzarsi. « Comunque non è colpa tua. » ammise la ragazza mentre Sonoko la guardò. « Non serve che tu mi menta, mi dispiace aver parlato in quel modo. Spero di poter avere una seconda occasione…» iniziò lei mentre la ragazza ramata sobbalzò.
«Non sto mentendo e il fatto che tu sia qui mi fa comprendere che sei veramente dispiaciuta. » Non si era fidata delle sue parole ma di quelle lacrime che le avevano bagnato il viso. Avrebbe potuto darle una seconda possibilità senza alcun problema dato che l’aveva tolta da quel limbo in cui lui l’aveva spedita. Sonoko varcò la porta ritrovandosi addosso gli sguardi curiosi dei tre adulti, dietro di lei apparve per la gioia dei presenti la ramata che si scusò per averli fatti preoccupare in quel modo.

Amuro sospirò, non vedeva Shiho da quando l’aveva “salvata” da quel ragazzo. Non riusciva a non pensare a lei, era il suo pensiero fisso. Forse sarebbe dovuto passare da casa sua? La campanella del locale attirò la sua attenzione sorprendendolo decisamente. Al seguito del gruppetto composto da Ran, Sonoko e Sera vi era anche la ramata e stavolta era senza cappello, continuava di tanto in tanto a guardarsi intorno. « Cosa vi posso portare ragazze? » chiese l'uomo avvicinandosi alle tre ragazze. « Un caffè macchiato, due cappuccini e un caffè amaro. » elencò Masumi mentre il ragazzo sorrise tornando dietro al bancone. « Domani andiamo in piscina? Tu vieni con noi?  » chiese Ran guardandola con gli occhi da cucciola mentre Shiho si morse un labbro.
« Dai Shi-chan. » la implorò Masumi mentre la ragazza pregò per trovare una scusa decente.  « Mi dispiace ma ho un impegno.» ammise sperando di non ricevere domande. « Cosa devi fare? » chiese curiosamente Sonoko mentre Amuro posò sul tavolo le loro ordinazioni e la ragazza ci pensò su qualche minuto. « Devo aiutare il dottore. » inventò su due piedi mentre le ragazze sospirarono. « Ma il dottore non va da quell’amico? Ayanocosaru, deve riparare l’allarme credo.»
Maledetto Shinichi, ma farsi i fatti suoi?
« Io non amo i luoghi affollati, non sono molto a mio agio purtroppo. » decise di ammettere nella speranza che non insistessero ma gli occhi di Ran si erano intristiti. « Farò una telefonata, mio cugino possiede una piscina, non sarà affollata. »
« Allora sono dei vostri. » Si era messa all’angolo da sola, fantastico, agli occhi di Ran non sapeva dir di no.  Sperava solo di riuscire a evitare il contatto con l’acqua. Spiegare le cicatrici che aveva era abbastanza complesso, soprattutto perché in quel caso doveva mettere Sonoko al corrente di tutto.

Il giorno successivo alle otto precise le ragazze si trovarono tutte dinanzi alla casa del dottor Agasa per aspettare Shiho. La ragazza ramata uscì con uno zainetto nero sulle spalle e le salutò allegramente. Era ancora un po’ a disagio ad uscire di casa ma essere riuscita a togliersi il cappuccio era un traguardo. Le ragazze iniziarono allegramente a camminare per strada, parlottando allegramente di fidanzati e cose futili. « Sono felice che tu stia acquistando sicurezza. » ammise Masumi guardandola allegra mentre la ramata sorrise. « E io sono contenta di averti al mio fianco. » ammise la ragazza scompigliando i suoi capelli castani.

Quella sicurezza l’aveva assunta grazie ad Akai, e non se lo aspettava. Gli aveva messo il cappello in testa ed erano tornati a casa mano nella mano, però lui non aveva fatto alcuna battuta anzi aveva fatto anche molte pause. 
« È gigantesca!» esclamò entusiasta Sera guardando le grandi vasche. « Non vedo l’ora di tuffarmi!  » esclamò Ran, quasi come se l’entusiasmo di Masumi l'avesse travolta.
Shiho si sedette su un lettino guardando le altre restare in bikini. Lei e Sera avevano optato per il costume da bagno intero, anche se sperava di non toccare acqua.  « Sonoko, Shiho perché non vi tuffate? » urlò la ragazza castana sbracciandosi, avevano aspettato circa venti minuti ma le due ancora non ne volevano sapere. « Ran prendiamole di peso.» suggerì allegra Sera uscendo dalla piscina. Ran sorrise immaginando la faccia contrariata di Sonoko, tanto la forza a loro non mancava certo. Shiho sgranò gli occhi non appena realizzò l’intenzione della cugina sotto le risate della castana. « No, dai ti prego! Mettimi giù Masumi! » iniziò a protestare inutilmente la ramata mentre anche Ran la imitò portando anche Sonoko a bordo piscina. Le due ragazze le lasciarono cadere in acqua, ma Shiho si aggrappò alla cugina trascinandola nella caduta. Ran inarcò un sopracciglio mentre attorno alla ramata iniziò ad espandersi una strana macchia rosea. Era inutile, ormai il danno era stato fatto. Prese un respiro profondo immergendosi completamente nella piscina.

L’acqua l’aveva sempre amata, così limpida e chiara. Ogni volta che si immergeva il mondo perdeva consistenza, pensieri e preoccupazioni svanivano eppure quel luogo inesorabilmente portava a lui. I ricordi erano la cosa più preziosa, ma allo stesso tempo più crudele che poteva conservare. Portò le mani a bordo piscina tornando dalle altre ragazze che osservavano incredule il suo corpo lasciato in trasparenza dall’acqua. Ran le porse una mano, lei la accettò volentieri sebbene la infastidisse, e non poco, il loro sguardo. Da un lato non voleva che accadesse, dall’altro invece sentiva di essersi tolta un enorme macigno. Masumi abbassò lo sguardo, sapeva che Shiho non avesse avuto vita facile in quel covo di corvi ma quelle cicatrici... « Scusami Shiho io… » Avrebbe dovuto darle retta, se lo avesse fatto ora non sarebbero in quella situazione. « Questo è il motivo per cui non amo uscire se non sono ben coperta. » spiegò semplicemente avviandosi verso il lettino. « Avete intenzione di restare lì? » chiese semplicemente per poi far loro cenno di avvicinarsi. Avevano visto le cicatrici, era inutile tentare di mentire o anche solo di sviare la questione. Poteva anche dir loro che non se la sentiva di parlarne, ma se avesse continuato a tacere avrebbe finito per crollare ancora com’era già capitato varie volte. Anche perché in realtà il dottore l’aveva vista in quelle condizioni perché aveva dimenticato i progetti e gli servivano ma sarebbe dovuto restare fuori da Mercoledì a Domenica e rincasare sul tardi quella stessa sera. «Credo sia il caso di darvi qualche spiegazione. » ammise la ramata « Se non… » « Tranquilla Ran, non avrei voluto che qualcuno lo scoprisse ma, conoscendomi so che se non ve ne parlo ora non lo farò più e…voglio togliermi questo peso. Queste cicatrici…me le procurò il mio fidanzato. » sospirò guardandole in viso.
   
 
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