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Autore: KushinaKurosaki    14/03/2024    2 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Undici Anni Prima 
 
In Giappone, Tokyo 
 
 
Era passato qualche giorno da quando la vita delle due sorelle Miyano era stata stravolta dalla morte dei loro genitori. Akemi era solo una ragazza di quasi quattordici anni e la piccola Shiho ne aveva solo otto, per loro era stata dura. La bambina, una volta compreso dalle parole di Akemi che i loro genitori non sarebbero più tornati, aveva pianto ogni singolo liquido che aveva in corpo e la sua sorellona aveva dovuto consolarla. Aveva smesso dopo che aveva visto Akemi piangere, e da quel momento aveva detto a sé stessa che non avrebbe più pianto in sua presenza. Era entrata lentamente nella camera con in braccio il suo orsetto di peluche. « Posso dormire con te? » aveva chiesto con voce timida, ignara che quella notte per loro sarebbe stata l’ultima. La mattina successiva infatti erano state svegliate dal campanello, Akemi preoccupata le aveva detto di non uscire dalla stanza e lei aveva obbedito.
 
 
« NO! NON POTETE FARLO! » Aveva sentito urlare dalla voce di sua sorella. Fare cosa? Cosa sua sorella non voleva facessero? Si morse un labbro, era curiosa ma temeva di mettere nei guai Akemi. « SHIHO RESTA CON ME! » Volevano portarla via? Per andare dove? Dai suoi genitori? Allora perché Akemi non poteva venire con lei? Akemi rientrò in camera con una faccia pallida.
 
« Non vado da nessuna parte senza di te. » confessò ingenuamente la bambina mentre la ragazza cadde in ginocchio abbracciandola.
 
« Invece devi Shiho, andrai in America. Ti faranno studiare tanto, a te piace no?  » iniziò la giovane cercando di convincere la ramata.
 
Se Shiho non fosse andata in America, se egoisticamente si fosse opposta avrebbero ucciso la sua sorellina e non poteva permetterlo. « Voglio restare con te. »
 
«Se andrai in America ti faranno vedere mamma e papà, ti raggiungerò anch’io appena potrò.» Il cuore le si strinse in una morsa dolorosa nel vedere la speranza negli occhi della sua piccola sorellina. « Mi faranno vedere mamma e papà? Sul serio?  » chiese speranzosa mentre Akemi le scompigliò i capelli. « Esegui tutto ciò che ti dicono, lasciali fare e non porre domande e ti manderanno da loro, ci stanno aspettando.» ammise la ragazza castana mentre un uomo in smoking nero.  Era rimasta lì, a guardare Shiho allontanarsi mano nella mano con quegli uomini. Non appena sentì la porta chiudersi, il pianto disperato di Akemi riempì ogni angolo della casa. Era rimasta sola.
 
 
Shiho guardò dal finestrino dell'aereo la città di Tokyo. L’avevano costretta a partire quella mattina stessa, Akemi aveva nominato i suoi genitori perciò doveva esserci in ballo qualcosa di grande. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Akemi poteva essere in pericolo se lei non faceva come le veniva ordinato, e non poteva rischiare di metterla in pericolo. 
 
In America non c’era un singolo giorno in cui non usciva dal college piangendo, lei era straniera e per quello aveva iniziato ad essere presa di mira. Non aveva nessuno con cui parlare e ad Akemi non poteva certo parlare di come si sentisse o degli scherzi che le facevano.  L’ultima volta le avevano messo gli scarafaggi nell’armadietto e rubato la merenda. Tornava a casa e mangiava un panino…oppure quando c’era quell'uomo tanto gentile potevano parlare…voleva lui. Dov’ era finito Mike? Erano due gli  uomini che si alternavano ma poteva uscire a fare compere solo con Mike, era imbarazzante portarlo nei negozi di intimo ma almeno lui la aspettava fuori. Akemi poteva sentirla una sola volta al giorno, a farle compagnia vi erano solo gli esercizi di chimica, matematica e biologia. Le giornate erano lunghe e monotone, non sapeva come occupare il suo tempo. Erano tutti spaventati dal suo essere brava, i capelli ramati spesso e volentieri le venivano tirati. Era la parte di sé che più odiava, ma Mike le accarezzava la testa ripetendole che amava i suoi capelli.  Dovette sopportare la nostalgia di casa, la mancanza dei suoi genitori sempre più schiacciante e quella di Akemi facendo fronte ai bulli e alle pressioni di quegli uomini.
Il giorno del diploma aveva pianto di gioia.Dopo quattro lunghi anni la ragazza sarebbe potuta tornare a casa da sua sorella, le mancava tanto e avrebbe passato del tempo con lei,  almeno così credeva. 
 
 
 
« Shiho noi… » esclamò Ran abbracciandola mentre la ragazza sorrise. Di quel periodo i ricordi erano sfocati e ripescarli dalla mente era difficile. Erano i pochi flebili ma dolorosi ricordi che possedeva Shiho.  « Al mio rientro in Giappone mi consegnarono il nome in codice di Sherry, ma non potevo neanche lontanamente immaginare la piega che, di lì a qualche mese, avrebbe preso la mia vita. » borbottò la ramata alzando gli occhi al cielo.
 
« È stato allora che lo hai conosciuto? » azzardò Masumi mentre le altre due trattennero il fiato. « Si, fu in quel periodo che ci incontrammo per la prima volta. All’inizio ero terrorizzata, Mike mi aveva intimato di stargli alla larga e rimpiango di non avergli dato retta. » spiegò lei mentre Sonoko si morse il labbro. « Questo Mike…di lui cosa ne è stato? » provò a chiedere, sembrava che lui ci tenesse a lei, forse l’aveva presa in simpatia dato che era una bambina.
 
« Fu assassinato da Vermouth. »
 
« Quell’attrice da cui ti salvai? » ricordò Ran mentre Shiho annuì. « Chris Vineyard in realtà non è mai esistita, a lei fu somministrato dal boss stesso un farmaco creato dai miei genitori che la ringiovanì, Rotten apple, era il soprannome che l’FBI le diede. Ciò scatenò in lei un profondo odio per i Miyano, quando scoprì che Mike era mio zio, il fratello maggiore delle nostre madri,  lo uccise.» esclamò guardando Sera, lei infatti si era rabbuiata comprendendo di chi stessero parlando. Era stata la foto di famiglia che sua zia aveva in salotto a farle scoprire il loro legame, nonostante la somiglianza lui aveva sempre taciuto quell’informazione. Anche se sapeva chi fosse sua madre, forse perché temeva la furia di Vermouth.
 
 
 
   
 
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