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Autore: Ferngully    19/09/2009    2 recensioni
Lamù, Ataru, Shinobu e Mendo compiono un viaggio surreale che nessuno di loro si rende conto di aver iniziato, un viaggio che ha inizio un giorno al Carnevale Estivo di Tomobiki. Ma dove li condurrà questa via, e di quali verità verranno a conoscenza?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Atarù Moroboshi, Lamù, Miyake Shinobu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ataru sbadigliò di fianco a Shutaro, i due ragazzi erano in piedi di fronte  ad un qualche tipo di giostra per i bimbi, un piccolo trenino rosso traboccante di eccitati e sorridenti bambini che girava allegramente attorno ad un piccolo castello posticcio. "Cavoli, sono già passati venti minuti," si lamentò Ataru, appoggiandosi alla palizzata che separava la giostra dal sentiero del carnevale. "Chissà perchè le ragazze ci mettono sempre così tanto quando vanno al bagno, poi?"
Shutaro si limitò a scrollare le spalle, troppo impegnato a cercare di pulire i suoi formalmente bianchi pantaloni dalla fuliggine venutasi a formare dall'elettroshock che Lamù aveva dato a tutti loro sulla Ruota Panoramica. "Perchè una donna meravigliosa come Lamù si sia innamorata di un idiota come te è una cosa che non capirò mai," brontolò rabbiosamente tra sè e sè facendo una smorfia alla fuliggine che non veniva via.
"Ehi, io non le ho mai chiesto niente," disse Ataru.
Shutaro tuttavia lo ignorò, emettendo un sospiro frustrato in sconfitta smettendo di provare a rimuovere la fuliggine e, sbuffando, incrociò le braccia con un ringhio irritato rinunciando completamente a cercare di pulire i suoi pantaloni. "Che ore sono?" chiese.
"Uhm...le due appena passate. Perchè?" domandò Ataru fissando il suo orologio.
"Perchè voglio sapere quanto a lungo dobbiamo ancora restare a questo stupido carnevale," Shutaro rispose a denti stretti.
"Non lo so; Lamù ha detto di voler rimanere fino a quando non spareranno i fuochi d'artificio stanotte," gli disse Ataru.
"Oh, grandioso," rispose sarcasticamente Shutaro ritornando al suo futile tentativo di far tornare pulite le gambe dei suoi pantaloni.
"Guarda che non torneranno mai puliti in quel modo," disse Ataru.
"Stai zitto Moroboshi," sbottò Shutaro. "Forse se tu sapessi comportarti come un GENTILUOMO, non avresti fatto arrabbiare Lamù e allora forse io non avrei tutta questa fuliggine sui miei pantaloni. Ma suppongo che questo implicherebbe che tu possegga qualcosa come le buone maniere, delle quali sei assolutamente privo." Ataru roteò gli occhi e guardò altrove, posando lo sguardo con semi-interesse su un gruppetto di bambini intenti a giocare e che indossavano sulla testa dei brillanti cilindri di plastica, alcuni rossi e alcuni blu. "E se proprio hai intenzione di farla arrabbiare," continuò Shutaro, "Il minimo che tu possa fare è farlo quando non sono nei paraggi, così che io non debba venir fulminato per conto della TUA stupidità."
"Già, immagino che tu possieda già abbastanza stupidità per conto tuo," rispose Ataru e Shutaro gli lanciò un'occhiataccia.
"Non vedo davvero l'ora di andarmene da qui," replicò quindi Shutaro, distogliendo lo sguardo da Ataru continuando a esibire una smorfia disgustata per la situazione. "Ogni cosa in questo carnevale è o una fregatura o troppo infantile. Per non parlare dei miei pantaloni rovinati..."
"Shutaro!" chiamò la voce di Shinobu e Shutaro immediatamente alzò la testa con un un affascinante sorriso per vedere Lamù e Shinobu camminare verso di loro con felici sorrisi e agitando calorosamente le braccia, solo a qualche metro di distanza
"Shinobu, Lamù," le salutò galantemente Shutaro, la rabbia aveva abbandonato la sua voce e la sua espressione.
"Tesoruccio!" disse allegramente Lamù, volando da Ataru e aggrappandosi al suo braccio.
"Perchè ci avete messo tanto?" chiese Ataru con voce leggermente seccata, l'espressione di Lamù si fece acida e gli fece una linguaccia.
"Ti stai divertendo, Shinobu?" domandò Shutaro con il suo cordiale sorriso, e Shinobu si imbarazzò leggermente, il suo viso si tinse di un tenue rosa.
Lei sorrise e annuì. "E tu?"
Shutaro sorrise, i suoi denti bianchi brillarono al sole così come i suoi avvenenti occhi. "Certamente, Shinobu; non potrei divertirmi di più."


Episodio 3: Io Vedo, Tu Vedi, Noi Vediamo
Sottotitolo: (Verità, Terza Parte: Il Problema delle Falsità)

Il Carnevale Estivo di Tomobiki, Parte Quinta (La Casa delle Illusioni)

"La Casa degli Specchi è davvero interessante, vero Tesoruccio?" chiese Lamù con una risatina mentre fluttuava all'interno della Casa degli Specchi, rimanendo attaccata al braccio di Ataru.
Ataru annuì, osservando i bambini correre per la casa ridendo e guardando le loro buffe e distorte immagini nei vari specchi curvati in maniera stravagante. Ad un tratto ridacchiò e, liberandosi dalla presa di Lamù, si portò dinanzi ad uno degli specchi. "Ehi, guarda questo," le disse mentre facendo una linguaccia e simulando antenne con le dita, si sporse verso lo specchio, il riflesso della sua faccia divenne enorme.
Lamù posò i piedi a terra fissò incredula l'immagine prima di iniziare a ridere. Ataru rise insieme a lei quando vide la sua sciocca faccia diventare grande come una persona. Poi, si raddrizzò e si girò verso Lamù con un ghigno malizioso. "Ehi, Lamù, perchè non provi a mettere il tuo petto davanti allo specchio?" Lui iniziò a sghignazzare, ma la faccia di Lamù si fece rossa sia per la rabbia che per l'imbarazzo.
Lei portò un braccio sul petto con un'espressione furiosa e poi gli diede un forte schiaffo sulla nuca con l'altro, facendo cadere Ataru dritto di faccia con un gemito. La collera la abbandonò presto, tuttavia, non appena notò un particolare specchio con la coda dell'occhio. Con un sorriso incuriosito, fluttuò verso lo specchio e ci atterrò davanti, studiando il proprio riflesso in esso con attenzione.. "Guarda, Tesoruccio," disse lei indicando la propria immagine riflessa., "Sono sottosopra."
"Lo vedo anch'io," disse Ataru portandosi seduto, incrociando le gambe in stile indiano sul pavimento e osservando Lamù e il suo riflesso.
"Mmh..." fece lei  inclinando la testa da un lato e portandosi una mano sul mento, ponderando il proprio riflesso come se fosse una sorta di indovinello che doveva risolvere. Poi sollevò i piedi da terra e si mise a testa in giù, i suoi verdi capelli ora penzolavano a pochi centimetri dal suolo e la sua testa stava dove sarebbero dovute stare le sue ginocchia e viceversa. Lamù aggrottò le sopracciglia con perplessità contemplando il riflesso dei propri piedi per poi portare lo sguardo verso l'alto per vedere il riflesso dei suoi occhi confusi abbassarsi ad incontrare i suoi dalla cima dello specchio.
"Di sicuro è bizzarro," disse Ataru, alzandosi in piedi e grattandosi la nuca mentre osservava il nuovo riflesso di Lamù, che appariva posizionato normalmente nonostante lei fluttuasse capovolta, specialmente notò quanto fosse strano vedere i capelli di Lamù  perfettamente stesi verso l'alto in esso.
Intanto, Shinobu e Shutaro erano rimasti piuttosto indietro, dato che quest'ultimo aveva trovato uno specchio relativamente normale e aveva considerato necessario ammirarcisi dentro. Shinobu, tuttavia, si spazientì e chiese, "Uhm...Shutaro...non pensi che dovremmo raggiungere Ataru e Lamù? E' piuttosto noioso starsene qui fermi mentre ci sono così tanti altri specchi da vedere..."
"Ci metterò solo pochi minuti..." rispose con noncuranza Shutaro, aggiustando il colletto della sua camicia e subito dopo iniziando a sistemarsi i capelli per assicurarsi che ogni ciocca fosse perfettamente in ordine.
Shinobu fece un sospiro amaro prima di decidere di andare avanti e di vagare un po' per conto suo. Camminò, osservando gli specchi intorno a sè, a destra, a sinistra o sul soffitto, volgendosi lentamente su sè stessa nel processo per poterli contemplare tutti al meglio, anche se non si fermò davanti a nessuno di essi.
Tuttavia, colse uno specchio con la coda dell'occhio e diede un ansito, fermandosi all'improvviso. Aggrottò le sopracciglia fissando lo specchio con orrore e delusione; il suo riflesso la faceva sembrare esageratamente pesante, la zona della sua vita era enorme, rotonda e curvata fino alle estremità laterali dello specchio. Sul suo viso crebbe il panico mentre continuava a fissare l'immagine e si morse il labbro inferiore con preoccupazione. Esitante, portò le proprie mani ai due lati dello specchio, dove il riflesso della sua pancia disgraziatamente terminava, cercando di stimare una misura. Poi fece qualche passo indietro, accertandosi di non muovere le mani dalla loro posizione, e se le portò all'altezza degli occhi senza sostarle in dentro o in fuori. "Eek!" urlò Shinobu alla vista della distanza tra le sue due mani, misurante almeno un metro e mezzo, per poi sbattersele sulla bocca, sperando di non aver attirato su di lei l'attenzione di nessuno. Guardandosi in giro per assicurarsi che nessuno l'avesse notata, lasciò ricadere le mani lungo i fianchi  e riportò lo sguardo sul suo ridicolo e obeso riflesso con disappunto.
Poi si chiese ad alta voce, "Sembro davvero così grassa...?"

Mr. Fagiolo, L'Uomo Pollo, e il suo Spettacolare Circo dell'Eden

"Salve e benvenuti a tutti! Io sono Mr. Fagiolo, l'Uomo Pollo, e questo è il mio Spettacolare Circo dell'Eden!"
Ataru, Lamù, Shinobu e Shutaro applaudirono seduti a gambe incrociate sulle dune di un altrimenti desolato deserto quel pomeriggio, il calore torrido del sole ardeva sulla sabbia bianca. Intanto, Mr. Fagiolo, vestito di un brillante abito di lustrini rossi con un cappello a cilindro dello stesso colore, un lucido bastone nero, dei sottili baffi ed un pizzetto tutti curvati verso l'alto, se ne stava in piedi di fronte a loro con un  sorriso astuto.
"Ora...gli acrobati!" esclamò Mr. Fagiolo gesticolando dietro di sè mentre si scostò di lato per permetter loro di vedere. Tuttavia là non c'era niente da vedere. Nonostante questo i quattro sorrisero emozionati, esultando e applaudendo mentre fissavano la sabbia e i raggi del sole in cielo.
"Eccezionale!" sussurrò Shinobu a Shutaro e quest'ultimo annuì.
"Hai ragione Shinobu" sussurrò lui di rimando, "Questo è davvero uno show spettacolare."
"Uao, Tesoruccio! Guarda che capriole fa quella!" esclamò Lamù abbracciando Ataru, sorridendo con occhi splendenti mentre osservava, anche se non c'era, apparentemente, niente da osservare.
Ataru ghignò e iniziò a sbavare. "Già, è davvero stupenda!"
Gli occhi di Lamù si ridussero a fessure, un basso ringhio le sfuggì dalle labbra e alcuni lampi di elettricità iniziarono a fuoriuscire dal suo corpo. Tuttavia, prima che potesse dire qualcosa, ci fu uno scoppio di applausi da parte di Shutaro e Shinobu, che segnalavano la fine dell'esibizione. Rapidamente Lamù si calmò e guardò avanti per vedere Mr. Fagiolo camminare verso di loro, applaudendo anch'egli.
"Meraviglioso! Spettacolare! Stupendo!" dichiarò Mr. Fagiolo. "Un'altro applauso per i nostri acrobati dell'Eden!" I quattro applaudirono generosamente, aspettando con ansia la prossima esibizione. Una volta che ebbero finito di applaudire, il sorriso di Mr. Fagiolo si allargò e chiese, "Si sta divertendo il nostro pubblico?" Loro esultarono e Mr. Fagiolo fece allora un paio di passi avanti e si chinò leggermente all'indirizzo di Shinobu, il cui viso si fece scarlatto nel momento in cui sorrise verso di lei. "E lei, Signorina? Cosa ne pensa dello spettacolo fin'ora?"
"Oh, penso che sia adorabile," rispose Shinobu con una risatina nervosa. Poi però aggrottò le sopracciglia, si sventolò con la mano e aggiunse, "Tuttavia, fa un po' caldo qui fuori..."
Il sorriso di Mr. Fagiolo venne immediatamente sostituito da un'espressione torva, mentre raddrizzandosi incrociò le mani dietro la schiena. "Caldo? Cosa intendi per caldo?"
L'espressione di Shinobu si fece preoccupata e balbettò, "Bhe...io..."
"Come può far CALDO?!" domandò furiosamente oscillando il suo bastone verso di lei, Shinobu emise uno strillo acuto e serrò gli occhi. Quando li riaprì,  vide che il bastone era ancora a un centimetro dal suo naso, la punta di esso rivolta dritta verso di lei. "Rispondimi!"
"Ecco..." Shinobu esitò, i suoi occhi guardarono disperatamente agli altri per una risposta, tuttavia i tre si limitarono a rimanere seduti in una confusa sorta di terrore. Allora lei riportò spaventata lo sguardo su Mr. Fagiolo e disse con un fil di voce, "Perchè...lo è?"
Mr. Fagiolo grugnì e abbassò il bastone, piantandone la punta nella sabbia. "No, NON  fa caldo!" gridò. "Questo è l'EDEN, se ben ricordate - è PERFETTO. Perciò, non può far CALDO qui!"
"Quindi fa freddo?" chiese Ataru confuso e Mr. Fagiolo ringhiò, marciando verso di lui e colpendolo sulla testa con il suo bastone. "Ahio!!" esclamò Ataru, sfregandosi con sofferenza la testa sentendo formarvisi un bernoccolo.
"NO! Non fa neanche FREDDO, stupido!" esclamò Mr. Fagiolo. "Quale parte di PERFETTO, non capisci? L'Eden è un PARADISO. Per cui, il clima non è nè troppo caldo nè troppo freddo. E' PERFETTO."
"Ma-" cercò di protestare Shinobu, il torrido sole del deserto continuava a flagellare su tutti loro.
"PERFETTO!" la interruppe Mr. Fagiolo, gettando saliva dagli angoli della bocca. Poi la fulminò con lo sguardo e domandò, "E cosa ne pensa del clima qui, Signorina?"
Shinobu aggrottò goffamente la fronte, ma quello che fece fu più chiedere che rispondere, "Perfetto?"
La rabbia di Mr. Fagiolo svanì improvvisamente e sorrise con foga. "Meraviglioso!" esclamò.
"Sai, se ci pensi ha senso, Shinobu," le sussurrò nell'orecchio Shutaro. "Questo è l'Eden quindi non puoi aver caldo."
"Suppongo di no," rispose Shinobu, pian piano convincendosi che fosse quella la verità anche se potè ancora avvertire qualche gocciolina di sudore colarle da dietro il collo.
"E lei che ne pensa, giovanotto," disse allora Mr. Fagiolo, indirizzando Ataru. "Si sta divertendo questa sera?"
"Sera? Ma siamo in pieno giorno, " puntualizzò Ataru e Mr. Fagiolo fece una smorfia.
"E' sera perchè IO TI DICO che è sera!" gridò Mr. Fagiolo e Ataru si fece piccolo. "Ora rispondi alla domanda!"
"Ma c'è il sole, " persistette Ataru.
"No, non c'è," contestò Mr. Fagiolo.
"Si che c'è."
"No, non c'è."
"Si che-"
"Moroboshi!" lo interruppe Shutaro. "Non essere idiota; certo che non c'è il sole."
"E' vero, Tesoruccio," concordò Lamù. "Perchè Mr. Fagiolo dice che è così e non penso che lui ci mentirebbe, vero, Mr. Fagiolo?"
"Certo che no, Signorina," rispose Mr. Fagiolo con un sorriso caloroso. "Dopo tutto, non si può mentire nell'Eden." Gesticò poi verso la landa arida e desolata del deserto.
"Sentito, Tesoruccio?" disse Lamù regalandogli un sorriso e cingendogli ancora di più il braccio.
"Mmh...immagino che sia vero," concordò Ataru. "E non ha mentito riguardo nessun'altra cosa. Voglio dire, non fa caldo e questo è l'Eden e lui è indubbiamente un uomo pollo, quindi suppongo voglia dire che sia anche sera."
Mr. Fagiolo ghignò vittorioso e disse, "Ma basta parlare! Continuiamo con il nostro spettacolo! Che ne dite di vedere gli elefanti?" e i quattro esultarono eccitati.
Così Mr. Fagiolo, l'uomo pollo - che alla fine non era davvero un uomo pollo - si scostò di lato sotto
quel brillante sole che ipoteticamente non era là a flagellare il cielo del deserto, che di sicuro non era l'Eden, e i quattro osservarono lo spettacolare circo di Mr. Fagiolo proseguire con esulti ed applausi, tuttavia non c'era niente da vedere fatta eccezione per la sabbia incandescente e l'aria torrida.

Il Carnevale Estivo di Tomobiki, Parte Sesta (La Casa delle Cose Materiali)

Gli occhi di Lamù luccicarono di meraviglia mentre osservava tutti i differenti tipi di ninnoli e gingilli che venivano venduti quel giorno al carnevale. Si spostò di bancarella in bancarella,  i raggi del sole risplendevano su di lei e su tutti quegli scintillanti oggettini che catturavano il suo interesse, sopraffacendola in tutto il loro brillante splendore. La sua bocca si aprì in un gran sorriso e i suoi occhi rifiutarono di battere le palpebre mentre osservavano tutti i giochini meccanici muoversi, ognuno dei quali emetteva la propria piccola melodia proveniente dal suo interno. Il vento agitava  le campanelle poste sui cartelli  delle diverse bancarelle per attirare la gente, facendo godere a Lamù una loro propria melodia mentre danzavano nel vento.
Ataru, intanto, era solo qualche passo indietro da Lamù, che osservava con curiosità un gruppetto di statuine di ceramica che rappresentavano i componenti di un circo. Prese poi in mano un piccolo e luccicante mastro circense rossovestito e ridacchiò iniziando a giocarci, prendendo anche una delle statuine rappresentante un elefante ed iniziando a muoverli sul bancone, canticchiando un motivetto improvvisato durante il processo. Tuttavia, la sua mano immediatamente urtò qualcuno dei leoni e degli acrobati, e lui sussultò quando acciottolarono e caddero dal bancone. In panico, velocemente lasciò le statuine che stava tenendo, che ticchettarono entrambe quando colpirono il bancone, e cercò di raccogliere le statuine cadute, ma con l'unico risultato di farne cadere altre.
Finalmente una mano gli afferrò il polso, allontanandone la mano dai giocattoli, e Ataru impaurito alzò lo sguardo per vedere Shutaro che lo guardava in cagnesco. "Non sai leggere?" domandò animatamente Shutaro indicando bruscamente uno dei cartelli della bancarella sul quale si leggeva, "Si è Pregati di Non Toccare la Merce Esposta."
Poi Shutaro ordinò, "Non toccare più niente!" e Ataru rimpicciolì. Rilasciandogli di scatto il polso con uno spintone, Shutaro oltrepassò Ataru, quest'ultimo si incupì  sfregandosi il polso dolorante. Fece una smorfia a Shutaro, ma questi stava già camminando via da lui, con  la schiena rivolta verso Ataru così da non poter vedere l'espressione seccata sul viso del coetaneo. Allora Ataru, con riluttanza, iniziò a seguire gli altri, infilandosi le mani in tasca e trascinando i piedi sullo sporco sentiero, sempre con una smorfia sul volto mentre le statuine continuarono a giacere in disordine sul bancone. Mentre Ataru amaramente contemplò la merce esposta in qualcuna delle altre bancarelle in uno dei numerosi mercatini del Carnevale Estivo di Tomobiki, gli occhi curiosi di Lamù caddero su una piccola scatola meccanica color blu e oro, i raggi del sole la colpivano in maniera particolare, come per invitarla. Affascinata dalla sua semplice, elegante bellezza, Lamù sollevò la mano destra verso di essa accarezzandone gentilmente con le dita affusolate la superficie. Poi alzò il minuto chiavistello della scatola e ponendo le mani sui due lati del coperchio, lentamente e con attenzione lo sollevò, fino a che esso non fu completamente alzato, rivelando il contenuto della scatola.
Gli angoli della bocca di Lamù si curvarono verso l'alto in un lieve, fanciullesco sorriso e il vento le ondeggiò pacificamente i capelli mentre una piccola, benevola melodia le arrivò alle orecchie insieme con la vista di cinque coppie di eleganti ballerini in miniatura, quattro ai quattro angoli e una al centro, che piroettavano all'interno della scatola; era un carillon - un bellissimo carillon, che ispirò un infinito numero di sogni negli occhi di Lamù, la quale sollevò un dito verso le due figurine che ballavano al centro e le toccò.
"Che meraviglia," la voce di Shinobu le giunse da dietro e Lamù uscì dal suo stato d'incanto, voltando la testa alla sua destra per vedere l'altra ragazza in piedi di fianco a lei intenta a osservare il carillon. Dopo aver riacquistato piena lucidità, Lamù annuì in risposta a Shinobu e riportò lo sguardo sul carillon. Shinobu allora chiese esitante, "Tu pensi che...se glielo chiedessi...Shutaro lo comprerebbe per me?" Lamù alzò lo sguardo con un'espressione preoccupata, quel carillon le aveva ormai catturato il cuore e Shinobu, realizzandolo, si affrettò ad aggiungere, "Certo, se non lo vuoi già tu! Prendilo pure se ti piace."
Lamù, agitandosi e con le guance scarlatte, scosse la testa. "No, no; va tutto bene. Non lo volevo davvero comprare comunque, lo stavo solo guardando."
"Sei sicura?" le chiese Shinobu. Lamù fece un sorriso fasullo e annuì. "Bhe, okay, allora." Shinobu sorrise felice, fissando il carillon che sarebbe presto stato suo, prima di alzare la testa e chiamare, "Shutaro!"
Lamù si rattristò,  i suoi piedi si sollevarono da terra e indiscretamente fluttuò via da Shinobu mentre Shutaro giunse al richiamo della ragazza, un'espressione afflitta nei suoi occhi un tempo luccicanti. Le si spezzò il cuore ancora di più intanto che osservò, a distanza,  il viso di Shinobu illuminarsi di felicità quando Shutaro acquistò il carillon per lei.
"C'è qualcosa che non va, Lamù? Mi sembri un po' giù," la voce di Ataru le parlò improvvisamente e lei si voltò per vedere che lui la stava fissando con un'espressione preoccupata.
Lamù rapidamente gli fece un sorriso ed esclamò, "Oh, non è niente, Tesoruccio!"
Ataru non sembrò molto convinto, ma si limitò a corrucciare la fronte e disse, "Bhe, se lo dici tu, Lamù..." e si allontanò, Lamù alzò una mano verso di lui per chiamarlo, ma un senso di paura che avvertì nel ventre la bloccò e il braccio le ricadde subito lungo il fianco.
Allora lei appoggiò i piedi a terra, abbassando lo sguardo, e incrociò le mani dietro la schiena mentre fissava il suolo. Poi, fece un triste sorriso e con un sussurro dolce, ma anche amaro, disse a sè stessa, "Bhe, non credo che Tesoruccio me l'avrebbe comprato, comunque..."

Lo Pseudo-Premio di Mute Tartarughe Cantanti Va A...

Ataru sbattè la mano sul suo pulsante.
"Si, Signor Moroboshi!" esclamò Ryunosuke, indossando un lucente abito nero con cappello a cilindro annesso, in piedi dietro il podio di presentatore di una sorta di gioco televisivo sul quale vi era una grande scritta lampeggiante che diceva " Gioco delle Contraddizioni."
"Cento!" rispose Ataru con un sorriso.
"Risposta esatta!" dichiarò Ryunosuke mentre una campanella trillò. "Cinquanta punti per il Signor Moroboshi!" ed il pubblicò applaudì.
"Mi oppongo!" parlò Shutaro, che era uno dei quattro partecipanti al gioco di quella serata, Lamù, Shinobu e Ataru erano gli altri tre.
Ryunosuke si accasciò sul podio, appoggiandoci sopra il gomito e reggendosi il mento con la mano, con un'espressione seccata e frustrata dipinta sul volto. "Questa è l'UNDICESIMA volta che si oppone, Signor Mendo."
"Ma venti diviso cinque fa quattro, non cento," spiegò Shutaro. "Lo farebbe se i due si moltiplicassero, hai capito il contrario." Ryunosuke emise un sospiro esasperato. "Per l'ULTIMA volta, Signor Mendo - questo è il Gioco delle CONTRADDIZIONI." Poi sospirò di nuovo e presentò la domanda successiva prima che Shutaro potesse obiettare oltre. "Ora, per cinquanta punti, cosa vi è nell'immediato est del Giappone?" Ora fu Shutaro a premere il suo pulsante. "Si?"
"L'oceano Pacifico, ovvio," rispose Shutaro con un sorriso compiaciuto e Ryunosuke scosse la testa mentre un basso ronzio segnalò che la risposta non era corretta.
"Ho paura che lei abbia sbagliato DI NUOVO, Signor Mendo," disse lei mentre un deluso "Buuuu..." si alzò tra il pubblico. "Il che la fa ricadere allo scioccante punteggio di meno seicento punti, segnando un nuovo record per il punteggio più basso MAI RAGGIUNTO nel nostro piccolo gioco televisivo!"
"Ma-" Shutaro fece per protestare, ma Ataru lo interruppe con una serie di sghignazzate. Shutaro gli lanciò un'occhiataccia malevola, sbottando, "Stà zitto, Moroboshi!" che ottenne come risultato quello di far semplicemente ridere Ataru più forte.
Il pulsante di Lamù suonò e questa alzò la mano, ansiosa di avere la parola.
"Si, Signorina Lamù!" esclamò Ryunosuke, lieta di aver evitato un'altra obiezione da parte di Shutaro.
"La risposta è la Cina!" dichiarò eccitata Lamù e la campanella trillò vittoriosamente.
"Risposta esatta!" un'ovazione si sollevò dal pubblico e Lamù sorrise. "Sono altri cinquanta punti per lei, Signorina Lamù! Lei è ora seconda con trecento punti seguita dalla Signorina Miyake con duecentocinquanta punti. Il Signor Moroboshi rimane ancora in testa con un punteggio di quattrocento punti, ma siete ancora tutti in gara a questo punto!"
"Ma...a est del Giappone c'è l'Oceano Pacifico," protestò Shutaro, subito dopo si sporse di lato per poter sussurrare a Shinobu, "L'Oceano Pacifico E' a est del Giappone, vero?"
Shinobu annuì, "Si, ma questo è il Gioco delle Contraddizioni; devi per forza rispondere il contrario. Sai, rispondere sbagliato. Dato che ovest è l'opposto di est e la Cina è a ovest del Giappone, la risposta era Cina." Shutaro sembrò ancora confuso e afflitto da questo, ma cessò di interrogare shinobu in merito.
"Okay, prossima domanda!" esclamò Ryunosuke. "Cos'è-" una sirena suonò all'improvviso, interrompendola e Ryunosuke disse bruscamente, "E quel suono indica che il tempo è scaduto!" gemiti delusi provennero dal pubblico, ma Ryunosuke semplicemente sorrise. "Ma ora è il momento di annunciare il nostro vincitore e consegnare a lui - o a lei - il suo premio!" Allora il pubblico esultò con eccitazione. "Siete pronti?" il pubblico esultò ancora più forte. "Bene, allora! Lo pseudo-premio di mute tartarughe cantanti va a..."
Ataru sorrise con foga, ansioso di ricevere il suo premio. "Mute tartarughe cantanti?" sussurrò intanto in confusione Lamù a Shinobu mentre iniziò un rullo di tamburi, questa fece semplicemente spallucce e Shutaro grugnì in sdegno alla ridicola nozione di 'mute tartarughe cantanti'.
"Shutaro Mendo!" esclamò Ryunosuke, un turbinio di applausi esplose dal pubblico, e l'espressione di Shutaro cambiò da rabbiosa a sorpresa.
La bocca di Ataru, intanto, si spalancò in orrore. "Ehi, un momento!" esclamò immediatamente Ataru in protesta. "Pensavo avessi detto che io ero in testa! E che Mendo avesse il punteggio più basso di tutti!"
"Esatto!" dichiarò Ryunosuke. "Ed è per questo che è il Gioco delle Contraddizioni; il vincitore è in realtà il perdente!"
"Ma non è giusto!" protestò Ataru, ma fu ignorato, gli applausi del pubblico e la squillante e fastidiosa musichetta del gioco televisivo lo sommersero.
"Quindi...dov'è il mio premio, allora?" domandò Shutaro, ancora un po' incredulo, cercandolo con lo sguardo per il palco.
"Non c'è nessun premio," rispose Ryunosuke.
Shutaro allora aggrottò le sopracciglia. "Ma hai appena detto-"
Interrompendolo con sonoro, esasperato sospiro, Ryunosuke gridò, "Fermate la musica!" La musica  cessò all'improvviso e l'esultante pubblico svanì di colpo.
"Che fine ha fatto il pubblico?" urlò Ataru freneticamente, indicando il nulla che si trovava ora di fronte a loro con un dito tremante.
"Non c'è mai stato nessun pubblico," replicò Ryunosuke a denti stretti. "Era tutto una semplice illusione." i quattro si scambiarono occhiate confuse.
"Ma...perchè?" domandò Shinobu.
"E per quanto riguarda il mio premio?" aggiunse Shutaro.
Ryunosuke scosse la testa. "Okay, vediamo se riesco a spiegarvelo; questo è - o meglio, era - il Gioco delle Contraddizioni. Perciò, ogni qual volta io dico qualcosa, in realtà intendo l'opposto. Quindi, quando ho detto che c'era un premio, voleva dire che non c'era. E quando ho detto che questo era un gioco televisivo, non potuta essere davvero un gioco televisivo, altrimenti non sarebbe stata una contraddizione, e perciò non poteva esserci un vero pubblico. Avete capito?"
"Non proprio..." rispose onestamente Ataru per sè stesso e per gli altri confusi tre e Ryunosuke roteò gli occhi, un ringhio frustrato le sorse dalla gola.
"Siete tutti stupidi o cosa?" domandò. "Era solo un mucchio di MENZOGNE! Cribbio, quand'è che voi quattro avrete intenzione di crescere e realizzare che solo perchè qualcuno vi dice qualcosa o perchè vedete qualcosa non significa necessariamente che quel qualcosa sia reale?" I quattro ora aggrottarono lievemente le sopracciglia in disappunto, tuttavia non erano ancora sicuri di cosa stesse esattamente parlando Ryunosuke.
Ryunosuke allora si calmò un po' e disse, "Okay, prendete me, per esempio."
"Te?" chiese Shinobu.
"Si, me," confermò Ryunosuke. "Io sembro un ragazzo, giusto?" i quattro annuirono. "E parlo come un ragazzo, giusto?" i quattro annuirono di nuovo. "E mi comporto come un ragazzo, giusto?" i quattro annuirono un'altra volta. "Ma questo significa che sono un ragazzo?" Ataru, Lamù, Shinobu e Shutaro esitarono tutti a questa domanda, scambiandosi occhiate tra di loro, cercando disperatamente la risposta corretta. Ryunosuke sospirò, spazientendosi, e rispose per loro, "NO, questo NON significa che sono un ragazzo. Posso apparire, parlare e comportarmi come un ragazzo, ma TECNICAMENTE io sono una ragazza, non importa come la si veda, e non si può cambiare quello che si è veramente, anche se a volte può sembrare possibile. Giusto? Giusto."
"Quindi...è una cosa simile a quel detto di non farsi ingannare dalle apparenze...all'incirca?" domandò Lamù docilmente, ma Ryunosuke sorrise.
" Esattamente!" esclamò. "E la stessa cosa va applicata a quello che vi dicono gli altri; non potete credere a tutto. Molte delle cose che vi dicono potrebbero essere menzogne, persino le cose che vi sentite dire da voi stessi."
I quattro si imperplessirono, ancora insicuri su cosa stesse intendendo Ryunosuke, ma lei voltò semplicemente loro le spalle, aveva uno sguardo serio negli occhi mentre fissava le tenebre che ora erano al posto del pubblico. "Dovete cercare di capire quale sia la verità - la reale verità - per voi stessi," disse loro "E ricordatevi quel che ho detto, altrimenti, non penso che nessuno di voi riuscirà mai a uscire da qui."
 

  
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