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Autore: ArrowVI    16/03/2024    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 19-2: Nuovo Inizio



 

Seduto sul terreno e con uno sguardo pieno di rammarico, Asteroth fissò in silenzio quel gruppo di umani festeggiare la vittoria ottenuta. Nonostante le perdite ricevute, essere riusciti a sopravvivere ad Amon era un risultato epocale che solamente Asgard poteva vantare, prima d'allora.


"Cosa dovrei fare, ora...?"
Si domandò, non sapendo neanche lui che risposta dare a quella sua stessa domanda.
Il palazzo di Lucifer non era un posto in cui voleva tornare. In mezzo a quelle mura silenziose e oscure avrebbe continuato a vedere lo spettro di Barbatos, o rischiato di incontrare Amon ancora una volta... E non ne aveva alcuna intenzione.
Per un attimo si chiese come facesse Azael a essere ancora in vita, ma rapidamente quella domanda scomparve dalla sua mente.
Non gli interessava, dopotutto. 

Distolse lo sguardo dagli umani davanti a se, quindi lo posò sul cielo ormai libero dalle nuvole che accompagnarono il suo vecchio compagno.


Sospirò, quindi si lasciò cadere al suolo quasi come se non avesse più nessun motivo per continuare a vivere.
Con una espressione persa nel vuoto, i suoi ideali e convinzioni ormai andati in frantumi, rimase immobile nel terreno.


Improvvisamente, però, la sua attenzione venne attirata da qualcuno che, con un passo lento e metallico, si avvicinò a lui.
Lentamente il demone voltò lo sguardo verso la figura che si erse sopra di se, fissandola con uno sguardo preoccupato.

[ Va tutto bene, Asteroth? ]
Domandò Abraxas al suo compagno, allungando una mano verso di lui per aiutarlo ad alzarsi.
Il demone però non l'afferrò.

<< Lasciami da solo, Abraxas... >>
Fu la risposta secca e sconfitta del demone.
Lentamente, Asteroth allontanò la sua mano.

<< I miei compagni non sono mai stati dalla mia parte... Barbatos e il mio aspetto attuale sono il risultato delle azioni di Amon, che mi ha tenuto nascosto per centinaia di anni... >>
Sospirò il demone, mentre i suoi occhi si fecero lucidi.

<< Non so a chi dovrei credere, ormai... Non so più nulla... >>
Continuò subito dopo.



Fu in quell'istante, prima che Abraxas potesse rispondere al suo compagno, che notò qualcuno avvicinarsi verso di loro.
L'espressione dello Spirito alato si fece più cupa quando notò che quella figura avesse sguainato la sua lama.

A pochi metri di distanza da loro, Lancelot allungò la sua arma verso il demone disteso nel terreno con una espressione terrificante in volto.

[ Cosa credi di fare, soldato? ]
Domandò Abraxas al ragazzo, posizionandosi tra il soldato e il demone come se volesse fargli da scudo.

<< Togliti di mezzo. >>
Ringhiò Lancelot.

<< Non ho alcuna intenzione di lasciar scappare un altro demone. >>
Non appena disse quelle parole, Abraxas avvicinò una mano all'elsa della spada che teneva legata alla sua armatura.

[ Sembrerebbe tu non abbia notato che Abraxas sia corso in vostro soccorso più di una volta, durante questo scontro. Forse dovresti rivalutare le tue priorità, soldato. ]
Lo avvertì lo Spirito.
Lancelot però non aveva alcuna intenzione di ascoltarlo.

Abraxas poté sentire qualcosa intorno a se cambiare. Si guardò intorno, realizzando rapidamente che il soldato davanti a se avesse alterato il campo magnetico intorno a lui in preparazione a un assalto.

Con uno sguardo infernale, il soldato lo avvertì ancora una volta.

<< Togliti. Dai. Piedi. >>
Ripeté.

<< Non permetterò che una minaccia come lui rimanga in vita. >>


Lentamente, Asteroth si alzò in piedi, posando il suo sguardo sul soldato che lo stava minacciando.

<< E tu chi cazzo saresti? >>
Gli domandò il demone.

Digrignando i denti fra se e se, Lancelot forzò un sorriso senza però riuscire a nascondere la sua frustrazione.

<< Ti farò a pezzi come la feccia che sei. >>
Fu la sua minaccia.


La pelle di Asteroth venne improvvisamente rivestita da squame affilate e robuste come l'acciaio.

<< Tu sei proprio la tipologia di umani che detesto più di tutti. >>
Fu la risposta del demone.



Prima che la situazione potesse peggiorare, però, la voce autoritaria e minacciosa di Xernes Ravier attirò l'attenzione di quelle tre figure.

<< Lancelot! >>
Esclamò l'uomo.
Sorpreso e confuso, il giovane soldato spostò la sua attenzione verso il suo comandante.

<< Abbassa la tua arma. Adesso. >>
L'ordine del Gran Generale colse il giovane completamente alla sprovvista.

<< C-Cosa?! >>
Esclamò, incredulo.
Poi indicò il demone davanti a se.

<< E' una minaccia! Non possiamo permettergli di fuggire come ha fatto Amon! >>
Aggiunse subito dopo.


Rapidamente Michael raggiunse la scena, attirando quindi l'attenzione su di se.

<< Aspetta un attimo! Non è un demone cattivo, non c'è bisogno di combattere tra noi! >>
Esclamò il giovane ragazzo.

Lancelot detestò quelle parole con ogni fibra del suo corpo.
Una smorfia furiosa si materializzò nel suo volto.

<< Che cazzo stai dicendo...? >>
Domandò a Michael, ringhiando.

<< Non esistono demoni "buoni". >>
Continuò.

<< L'unico demone "buono", è un demone morto. >>
Concluse subito dopo.


Il corpo di Michael venne rapidamente avvolto da segni tribali, mentre i suoi occhi divennero rossi come il fuoco.

<< Non ho intenzione di permettertelo! >>
Ringhiò il ragazzo, pronto a uno scontro, materializzando artigli rossi e incandescenti nelle sue mani.


<< Ovviamente il meticcio vuole difendere la sua razza. >>
Ridacchiò il soldato, con fare infastidito.
Poi posò ancora una volta il suo sguardo frustrato sul giovane ragazzo, allungando questa volta la sua lama verso di lui.

<< Ti consiglio di non intrometterti o non mi farò scrupoli a staccarti la testa dal collo...! >>
Minacciò subito dopo con occhi furiosi che lasciavano perfettamente intendere che non stesse scherzando, con quella sua minaccia.



L'urlo seguente, però, fece tornare il soldato in se.

<< Evans Melvillei! >>
Esclamò Xernes Ravier, attirando ancora una volta l'attenzione del soldato su di se.

Lo sguardo del Gran Generale era cupo, lasciava trasudare una rabbia che ben poche volte l'uomo non fu in grado di controllare.

<< Ti ho dato un ordine. Abbassa la tua arma in questo istante, o te ne pentirai. >>
Minacciò.

Digrignando i denti fra se e se, dopo qualche istante di esitazione il giovane soldato rinfoderò la sua arma.


I presenti presero un sospiro di sollievo, l'espressione furiosa di Xernes invece non scomparve dal suo volto.

<< Avevi detto che fosse migliorato, Merlin. >>
Disse l'uomo.

Il vecchio soldato esitò per un istante.

<< Sono mortificato, Xernes... Per quanto possa valere, il giovane Evans era molto legato ad Arthur... Credo che questo comportamento sia l'unico modo che ha al momento di reagire alla sua scomparsa. >>
La spiegazione del vecchio compagno, però, non sembrò convincere Xernes.


<< Gruppo di Ammazza-Demoni, vi ringrazio per il vostro supporto ma per ora siete congedati. Se dovessi necessitare di voi, vi farò sapere. >>
Disse il Gran Generale.
Gwenevre e Viviane risposero con un rapido saluto militare, mentre Lancelot sembrò terribilmente infastidito da quelle parole.

<< Non puoi... Non è... Questo...! >>
Borbottò, stringendo i pugni dalla rabbia così intensamente da ferirsi da solo.


Improvvisamente, però, la sua espressione sembrò calmarsi.
Prese un profondo respiro, quindi si portò una mano davanti al petto e una dietro la schiena replicando la postura classica di Xernes mentre il sangue cominciò lentamente a gocciolare dalla sua mano, macchiando la divisa che indossava. Il suo sguardo spento e privo di qualsiasi genere di rimorso, fissò l'uomo davanti a se come se lo stesse sfidando apertamente.

<< Come desidera, Generale. >>
Fu la sua unica risposta.

Prima di andare via insieme al suo gruppo, Evans si assicurò di mostrare il suo disappunto verso Michael, fissandolo con uno sguardo inferocito.



Non appena il gruppo si allontanò dal campo di battaglia, i segni tribali nel corpo di Michael scomparvero improvvisamente. Le fiamme che avvolgevano le sue mani svanirono, quindi fece un grosso sospiro di sollievo.

<< Che ha di sbagliato, quel tipo...? >>
Domandò a nessuno.

<< Avresti dovuto vederlo all'inizio. >>
Gli rispose Vermilion, anche lei sospirando, reggendosi i fianchi con le mani e fissando i suoi "compagni" con occhi pieni di disappunto.

<< Era anche peggio. >>
Aggiunse subito dopo.

Poi, però, Michael posò il suo sguardo preoccupato su Asteroth.
Non aveva idea di quali fossero i suoi piani, ma dall'espressione confusa e desolata del suo volto realizzò che nemmeno lui sapesse cosa fare.



<< Hey, Asteroth? >>
Quindi, attirò la sua attenzione.

<< Cosa? >>
Ringhiò il demone, con tono infastidito.

<< Non ho alcuna intenzione di ringraziarti. >>
Aggiunse subito dopo.
Michael però gli disse che non ce ne fosse bisogno.

<< Grazie di averci aiutato. Chissà cosa sarebbe successo se non lo avessi fatto. >>
Le parole del ragazzo e il suo sorriso genuino colsero il demone alla sprovvista.

<< Non crederai che questo ci renda amici, vero? >>
Gli domandò il demone, con una espressione dubbiosa e infastidita.

<< Non siete diversi da quel bastardo. Solo perché vi ho aiutato, non significa che ora vada tutto bene. >>
Continuò.

<< Siete tutti bugiardi e violenti pezzi di merda, la mia opinione di voi non è cambiata di una virgola. >>
Ringhiò.

Poi, però, il suo sguardo cadde su Jessica.
La giovane ragazza era ancora seduta sul terreno a fianco del corpo immobile del suo compagno. Lo stava fissando intensamente con gli occhi lucidi, quasi come se stesse sperando in un miracolo che lo facesse svegliare.

Per un attimo, gli tornò in mente la scena di quando lui fece lo stesso con Barbatos, quando trovò il suo corpo privo di vita.


La sua espressione si spezzò improvvisamente: evitò lo sguardo di Michael mentre una smorfia triste e debole si fece largo nel suo volto.


Ignorando Vermilion che gli disse di fare attenzione, il giovane mezzo sangue si avvicinò ad Asteroth e Abraxas, allungando una mano verso il demone e sorprendendolo.


<< Non dobbiamo essere amici... Ma, per lo meno, che ne dici se cominciassimo semplicemente non essendo nemici? >>
Gli domandò, mostrandogli un sorriso genuino.

Asteroth lo fissò con una espressione sorpresa, quasi come se non sapesse come rispondere a quella sua domanda.
Abraxas sorrise, osservando quella scena.

<< Per quale motivo dovrei credere alle tue parole? >>
Gli domandò.

<< Siete tutti bugiardi, manipolatori. >>
Continuò.

<< Come faccio a sapere che questa non sia una bugia? >>
Davanti a quella domanda, Michael esitò.



<< Non puoi... >>
Fu la sua risposta.
Asteroth sbuffò con fare infastidito.

<< Per quanto possa valere... Ti assicuro che non ho alcuna intenzione di mentirti, Asteroth. >>
Aggiunse subito dopo, tornando a sorridergli.


Il demone non sembrò convinto di quelle sue parole.
Sbuffando colpì la mano del ragazzo, senza stringergliela, quindi gli diede le spalle.


Una espressione prima sorpresa, poi dispiaciuta si fece largo nel volto del ragazzo che rapidamente abbassò lo sguardo.



<< ... Mi voglio fidare delle tue parole. >>
Ciò che disse subito dopo Asteroth, però, lo scosse.

<< Questa è l'ultima volta che mi fido di un umano... >>
Aggiunse subito dopo, senza voltarsi.

<< Non rompere la mia fiducia, Figlio di Azael. >>
Concluse, cadendo poi in un profondo silenzio che non mostrò alcuna intenzione di rompere.



L'espressione sorpresa nel volto di Michael venne rapidamente sostituita da una di euforia.

Lentamente Abraxas si avvicinò a lui, mostrandogli un grosso sorriso soddisfatto.

[ Ti ringrazio, Michael Jeremy Rider. ]
Disse lo Spirito, poggiando una mano sulla sua spalla e cogliendolo alla sprovvista.

[ Sembrerebbe che la mia prima impressione su di te fosse errata. ]
Dopo aver detto quelle parole, Abraxas si allontanò da lui e tornò dal suo compagno.


[ Questo è un nuovo inizio. ]
Pensò Abraxas, osservando coloro che restavano sul campo di battaglia.
Umani che legavano con i demoni, e demoni che legavano con gli umani.

[ Sono sicuro che sia l'inizio della guarigione della ferita aperta tra demoni e umani. ]



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Qui si conclude il capitolo 19-2, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
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