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Autore: loverrrr    17/03/2024    3 recensioni
Edward e James hanno un sogno: diventare avvocati e aprire uno studio insieme. Le loro giornate sono fatte di studio e lavoro, per pagarsi gli studi. Nella loro testa c'è solo una cosa: prendere la laurea. Cosa accadrebbe se l'amore bussasse alle loro porte? Scopriamolo insieme...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona domenica pomeriggio. Questo capitolo (intendo scriverlo) è stato pari a un parto perché l’ho scritto e riscritto più volte. Penso che già dal titolo si capisca di cosa tratterà. Ho cercato di sperimentare (mi riferisco alla mia scrittura) inserendo qualche descrizione in più, concentrandomi su cosa accade e altre cose. Lascio a voi ^^ la lettura.

 

Nella tranquilla atmosfera della biblioteca, il sussurro dei libri sfogliati e il leggero scricchiolio delle pagine girate creavano un sottofondo rassicurante. Gli studenti concentrati erano intenti sui loro libri e appunti, con lo sfiorarsi regolare delle penne sul foglio che si univa al dolce suono degli appunti scritti a mano con attenzione. Ogni tanto, il tintinnio di una matita caduta o lo sbattere leggero di una porta che si chiudeva interrompevano brevemente il silenzio, ma l'atmosfera complessiva rimaneva pacifica e concentrata.

Edward stava cercando di concentrarsi sui libri sparsi davanti a lui, ma la sua mente era occupata unicamente da Bella. Come aveva potuto trattarla in quel modo? Tirò un sospiro.

Nel frattempo, nella caffetteria, il vociare dei clienti, il fruscio dei giornali e il suono dei bicchieri che si scontravano riempivano l'aria.

Carmen era alla cassa, occupata a far pagare dei clienti, mentre Victoria si destreggiava tra i tavoli, portando caffè e dolci ai clienti. Diego era nel retro, lasciando Bella sola di fronte al grill, intenta a preparare due toast al formaggio. La sua mente, però, era completamente assorbita da Edward. Come aveva potuto mentirgli? Bella si ritrovò a fissare distrattamente la piastra calda, la mente in tumulto, quando sentì un odore bruciato che le assalì le narici. I toast stavano iniziando a carbonizzarsi!

Carmen si voltò, catturata dall’odore di bruciato e si affrettò a chiamarla. «Bella, i toast!»

Bella sobbalzò, colta di sorpresa dalla voce di Carmen, e si girò con un'espressione di disorientamento. Si affrettò a tirare via i toast dalla piastra, ma era ormai troppo tardi: erano completamente bruciati.

«Accidenti, devo rifarli!» disse in un sospiro.

La tensione era così intensa che, mentre preparava nuovamente i toast al formaggio, Bella poteva sentire il battito accelerato del suo cuore. Guardando i toast bruciati, Bella si sentì come se non fosse capace di fare altro che combinare guai, e tutte le bugie dette a Edward le tornarono in mente.

Un lento sospiro le sfuggì dalle labbra mentre cercava di sistemare il danno appena fatto, ma non riusciva a scacciare Edward dalla sua mente. Nemmeno Edward riusciva a pensare ad altro; sembrava che le loro menti si fossero messe d’accordo per tormentarli tutto il giorno. Ogni volta che Bella si fermava per un istante, la sua mente tornava a ripercorrere le bugie dette e si chiedeva se avrebbe mai potuto rimediare. Anche quando il turno finì, i pensieri su Edward non la lasciarono, continuando a turbare la sua mente mentre si preparava a lasciare la caffetteria.

«Bella, qualcosa non va? È tutto il giorno che ti vedo strana» domandò preoccupata Victoria, iniziando a preparare la cena; quella sera toccava a lei.

«Edward» confessò Bella, sedendosi in cucina. «Non ho smesso di pensarci un attimo.»

«Ora capisco le matite spezzate e gli appunti un po’ stropicciati» disse James, mettendo in tavola l’insalata di pollo.

Edward tirò un lento sospiro mentre prese la ciotola, se ne versò un po’ sul piatto, poi la mise al centro della tavola. «Non riesco a smettere di pensare a come l’ho trattata in pizzeria.»

«Caso mai, come ti ha trattata lui visto che ti ha dato della stronza» puntualizzò Victoria, portando in tavola l’insalata di riso.

«Io non sono stata da meno, riempiendolo di bugie, una dietro l’altra» lo stomaco di Bella cominciò a poco a poco a chiudersi.

«Vero, ed è anche vero che io ti avevo detto più volte di parlargli. Però, anche lui, trattarti in quel modo» disse preparando i piatti. All’improvviso il suo sguardo si fece pensieroso. 

«Me lo sono meritata, invece. Come mi è venuto in mente di dire che studiavo alla Columbia. Dio, che stupida!» Più che una risposta a Victoria, quello fu un rimprovero rivolto a sé stessa.

«Edward ti ha dato della stronza, giusto?» esclamò Victoria.

Bella annuì, domandandosi cosa volesse dire. Guardava la sua amica con sguardo curioso, ma al tempo stesso aveva una leggera preoccupazione. «Sì, e allora?»

«Noi gli faremo vedere come si comporta una vera stronza!» esclamò Victoria.

Bella cercò di interromperla, agitando le mani in segno di disapprovazione, ma Victoria era irremovibile. 

«No, Edward non può passarla liscia, non il modo in cui ti ha trattata in pizzeria.»

Bella continuò a cercare di dissuaderla, ma non riuscì a farle cambiare idea. Victoria aveva già deciso il suo piano di vendetta.

***

Edward non era più andato alla caffetteria dove lavorava Bella, poiché temeva di peggiorare ancora di più la situazione. Bella, invece, non riusciva a togliersi dalla testa la vendetta organizzata da Victoria. Se da una parte pensava che fosse sbagliato, dall'altra sapeva che, in fondo, l'amica aveva ragione. Tuttavia, ogni volta che qualcuno entrava in caffetteria sperava che fosse Edward. Nemmeno lei era andata a cercarlo perché, proprio come lui, non voleva creare altri guai.

***

Edward arrivò puntuale in pizzeria, seguito poco dopo da Bella e Victoria, accompagnate da Mike, il quale avrebbe poi provveduto a riprenderle alla fine del turno.

«Ricorda cosa mi hai promesso» disse Victoria, fermando Bella sulla porta e afferrandole un braccio.

Bella si girò verso di lei, mostrando un'espressione un po’ contraria. «Ignorerò Edward per tutta la sera e, se lui tenterà di avvicinarsi per parlare, gli risponderò con freddezza e seccamente» disse con voce risoluta, come se stesse recitando una poesia imparata a memoria.

Victoria sorrise soddisfatta. «Brava, così mi piaci!» esclamò mentre raggiungevano gli altri colleghi.

Sotto quel sorriso, però, si nascondeva più di una vendetta; il piano architettato da Victoria avrebbe punito Edward come meritava. Finito di apparecchiare gli ultimi tavoli, Bella si voltò per avvicinarsi al forno delle pizze e intravide Edward venire avanti con un vassoio pieno di bicchieri puliti.

Lo ignorò completamente, procedendo come se lui non ci fosse, accelerando il passo. Edward non la fermò; non era il momento di creare discussioni, anche perché l’ultima cosa che voleva era perdere il lavoro.

Sebbene non avesse bisogno di lavorare, non voleva pesare sulla sua famiglia, ma essere autonomo. Sistemò i bicchieri e si dedicò alla pulizia del bancone. D’improvviso ebbe un flashback di quando le aveva dato della stronza, ma cercò di allontanare quel pensiero dalla sua mente.

«Edward, puoi aiutarmi a portare due casse di birra?» Paul lo scosse dai suoi pensieri tormentati. Annuì e lo seguì.

Nel frattempo, la pizzeria cominciava a riempirsi di clienti affamati, che affluivano con l'appetito aguzzato dal profumo invitante delle pizze appena sfornate. I tavoli iniziarono a essere occupati, e l'atmosfera si animò con il vociare delle persone e il tintinnio dei bicchieri.

«Grazie a te, arrivederci» Bella ringraziò il cliente con un sorriso cordiale mentre prendeva la mancia e la infilava nella tasca del suo grembiule.

«Wow, cinque dollari di mancia!» esclamò Victoria poggiando sul bancone un vassoio pieno di bicchieri.

«Speriamo che la serata continui così.» 

«Speriamo, anche perché più soldi entreranno, più avremo possibilità di raggiungere la quota per l’iscrizione alla Columbia» disse Victoria, annuendo con un sorriso soddisfatto mentre iniziava a sistemare i bicchieri.

Bella fece una smorfia. «Non nominare l’università» disse, quasi come se avesse rinunciato al suo sogno di diventare traduttrice.

«Bella, ci sarebbe un problema con il tavolo cinque» disse Edward con un tono di voce gentile.

Bella sollevò lo sguardo e lo fissò freddamente, cercando di nascondere il suo disagio. «Che tipo di problema?» chiese.

Edward annuì verso il tavolo lontano. «Sembra che abbiano ordinato la pizza senza formaggio e ora stanno chiedendo di cambiarla.»

Bella sospirò, chiaramente irritata, evitando di incontrare il suo sguardo, e con passo deciso si diresse verso il tavolo cinque per risolvere il problema.

Edward sembrò esitare per un momento, come se volesse chiamarla per parlare, ma poi rimase in silenzio, osservandola mentre si occupava del cliente.

Sospirò e tornò al lavoro, mentre un sorriso di soddisfazione si dipinse sul volto di Victoria quando vide lo sguardo di Bella diventare confuso. Lei sapeva esattamente il perché di quello sguardo, in quanto aveva provocato quel disguido. Paul e Edward si trovavano insieme, lei si avvicinò e disse loro che i ragazzi al tavolo cinque avevano fatto un errore nell'ordinazione. Edward si offrì di occuparsi della situazione, pensando che potesse essere un'occasione per parlare con Bella.

«Non solo mi ha offeso, ma poco fa ho anche fatto una figura di merda con la coppia del tavolo cinque» si lamentò Bella tornando al bancone, il tono della sua voce carico di frustrazione.

«Perché?» chiese Victoria, fingendosi confusa.

«Ah, ma si sbaglia se sto zitta. Adesso, Edward mi sente» disse, e andò a cercarlo. Mise le mani sui fianchi, e disse: «La coppia al tavolo cinque non ha ordinato nessuna pizza senza formaggio.»

Edward stava piegando alcuni cartoni vuoti delle pizze, ma smise improvvisamente quando sentì la voce di Bella. Si voltò verso di lei e la guardò, cercando di capire cosa fosse successo. «Come no?» esclamò.

«No, Edward. Mi hai fatto fare una pessima figura e per scusarmi dovrò chiedere a Eric se possiamo offrirgli il dolce.»

«Guarda che…» iniziò Edward, ma fu interrotto.

«Ti pregherei di lasciarmi in pace. Non ti è bastato offendermi l’altra volta?» disse Bella con tono risentito.

«Bella, guarda che c’è stato un fraintendimento. È stata Victoria a dirmi che la coppia al tavolo cinque aveva sbagliato ordinazione» spiegò Edward.

«Ora te la prendi anche con lei? Sei incredibile, davvero» disse Bella, visibilmente arrabbiata, e se ne andò.

Edward la osservò tornare in pizzeria, spezzando un cartone della pizza. Il suo pensiero corse immediatamente a Victoria e cominciò a sospettare che dietro il comportamento di Bella ci fosse lei. Lasciò il cartone vuoto vicino agli altri ancora da piegare e si diresse da Victoria, determinato a ottenere spiegazioni. Afferrò un braccio della ragazza, facendola voltare di scatto. 

«Sei stata tu, non è così?» insinuò con fermezza.

Victoria alzò le sopracciglia con aria innocente. «Come, prego?»

Edward non si lasciò ingannare. «Non fingere di non aver capito, Victoria. So che sei stata tu a inventarti che la coppia del tavolo cinque aveva sbagliato ordinazione.»

«Io? Cosa diavolo stai insinuando, Edward?»

«Sto dicendo la verità e tu lo sai molto bene, per cui smettila di mentire.»

Bella arrivò di fretta, quasi facendo cadere un bicchiere dal vassoio. Lo poggiò sul tavolo e si rivolse a Edward: «La lasci in pace, per favore?»

Edward si voltò verso Bella. «È stata lei a…»

Bella lo interruppe con fermezza. «Non mi interessa chi ha fatto cosa e perché lo ha fatto. Lascia in pace sia me che Victoria» disse, poi se ne andò.

Sospirò appena si trovò davanti al forno delle pizze, sperando di riuscire ad arrivare alla fine del turno senza impazzire. Tornò ad occuparsi dei tavoli, sparecchiare e servire; si dedicò poi a piegare altri cartoni vuoti della pizza e aiutò Paul a sistemare i bicchieri nella lavastoviglie. Tutto questo senza degnare Edward di uno sguardo. Quando capitava che si incrociavano, lei accelerava il passo fingendo di non vederlo, concentrata solo sul lavoro.

Pulito l’ultimo tavolo, Bella si assicurò che anche il resto dei tavoli fossero sistemati, poi raggiunse Victoria dietro al bancone.

«Sono stanca morta» disse, uno sbadiglio sfuggì dalla sua bocca.

«Non dirlo a me, Bella. E ho anche fame» rispose l’amica, strofinando bene la pezza sul bancone.

«Lascia, ti aiuto» Bella le sfilò la pezza e finì di pulire; dopodiché controllò che la lavastoviglie fosse carica, asciugò e sistemò alcuni bicchieri rimasti dentro, facendosi aiutare da Victoria.

Mentre le passò l’ultimo bicchiere, il suo sguardo venne catturato da Edward. Sembrava che il neo avvocato andasse di fretta; salutò Paul con un sorriso e uscì dalla pizzeria. Ad attenderlo, c’era James.

«Com’è andata?» chiese, dirigendosi verso di lui.

Nel salutarsi, dalla giacca di Edward cadde il quaderno che portava sempre con sé dove aveva preso appunti su Cime Tempestose, ma egli non se ne accorse poiché era impegnato a raccontare la sua serata di lavoro.

«L’amica di Bella mi ha fatto litigare con lei» spiegò mentre si dirigeva verso l’auto.

«Direi bene.»

«Direi uno schifo, altro che bene» disse, aprendo lo sportello.

Salirono in auto e sfrecciarono verso casa. 

   
 
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