Lady Oscar, 'Padre' di sara2000 su EFP Fanfiction

“Padre”

Padre. Una parola che André Grandier non aveva potuto dire molto a lungo nella sua vita.
Anzi, non aveva nemmeno ricordi, se non qualche frammentaria immagine, del tempo in cui poteva dirla.
Il destino lo aveva privato troppo presto dell’affetto di quella figura che avrebbe dovuto essere l’esempio per la sua crescita. Strappando ad un bambino troppo piccolo l’affetto dei suoi cari più importanti.
Si, aveva avuto la nonna, che lo aveva cresciuto egregiamente, con amore e affetto, ma in cuor suo, quelle due figure gli erano sempre mancate. Crescendo, soprattutto quella paterna.
In molte occasioni avrebbe voluto avere il padre accanto a sé, per potergli chiedere dei consigli.
E soprattutto avrebbe voluto sapere se suo padre era in qualche modo orgoglioso di lui. Dell’uomo che era diventato.
O se, fosse stato deluso dal suo comportamento.
Perché non sapeva se suo padre avesse approvato le sue scelte. Lui stesso sapeva che era sbagliato.
Che un misero servo non poteva in alcun modo amare la sua padrona.
Eppure era successo. André Grandier amava la sua padrona. Il Comandante delle Guardie Reali, Oscar François De Jarjayes.
E la amava dal primo momento che i suoi occhi verdi si erano posati su quelli color del cielo di lei.
Ma suo padre cosa avrebbe pensato? Lo avrebbe convinto a seguire il suo sogno proibito, o lo avrebbe disilluso in qualche modo, convincendolo che al mondo non c’era nulla di più sbagliato?
Questo non lo sapeva, e, beffa del destino, mai lo avrebbe saputo.
Ed era in queste occasioni che suo padre, e i suoi consigli, gli mancavano da morire.
Soprattutto ora, che se ne stava seduto sul bordo della fontana del palazzo attendendo il ritorno di Oscar, che per la prima volta aveva deciso di vivere come una donna, andando ad un ballo a Versailles per cercare di essere notata dall’uomo che lei amava.
Si, perché la follia di André Grandier era a senso unico.
Come doveva essere. Non poteva certo pensare che lei ricambiasse il suo amore.
Per lei, lui era solo il suo migliore amico. Ed era già molto, questo lo sapeva.

“Oh padre…
Come vorrei che foste qui con me ora.
Vorrei potervi confidare i miei pensieri, ma soprattutto le mie paure.
Ho paura che questa sera Oscar ritorni e che mi dica che il Conte di Fersen l’ha notata, che l’ha riconosciuta, e che ha capito di amarla. E allora io l’avrei persa per sempre.
Anche se so che non potrò mai averla davvero.
Ma se Oscar si donerà ad un altro uomo, allora io l’avrò persa. Per sempre.
Vorrei tanto potervi chiedere cosa fare. Se continuare a rincorrere questo sogno proibito, o se prendere in mano la mia vita e andarmene, allontanandomi da lei il più possibile.
Padre… ditemi cosa devo fare…
Perché io non lo so più.
Questo amore proibito e non ricambiato mi sta mandando alla follia.
Ho paura di arrivare a fare qualche gesto malsano…
Aiutatemi voi padre”

Ma quel consiglio non arrivò, lasciando André nella disperazione più totale per le ore successive. Almeno fino a che Oscar non fece ritorno.
Le bastò guardare il suo volto per capire che non era andata come lei sperava.
E lui, anche se sentendosi in colpa per i suoi pensieri, tirò un sospiro di sollievo.
Non avrebbe perso la sua Oscar. Almeno non ancora.
Si ritrovò così ad alzare lo sguardo al cielo, e in quel momento un alito di vento sfiorò la pelle del suo viso.
Come se la presenza di suo padre volesse in qualche modo palesarsi a lui e nella sua mente una frase, che sarebbe stata il mantra della sua vita.

“Proteggila. Proteggila sempre figliolo. È il tuo destino”

E fu quello che André fece. Per tutta la sua vita fu l’ombra della donna che amava.
E alla fine quell’amore fu ricambiato.
Solo per poche ore, ma fu finalmente ricambiato.
Fino a che, per proteggerla, perì sotto i colpi di fucile alla vigilia della Presa della Bastiglia.
Era morto. Lo sapeva.
Tutti i dolori erano scomparsi, e la luce la poteva vedere distintamente. Finalmente vedeva di nuovo.
E fu proprio in quella luce che in lontananza vide una figura di spalle, ed uno strano calore si impossessò della sua anima.
Non aveva bisogno di chiedere. Sapeva benissimo che quello era suo padre. E ne ebbe la conferma quando questa figura si girò, palesando la sua figura molto simile alla sua.
Era lui. Era venuto a prenderlo.

“Padre… finalmente vi vedo. Mi siete mancato così tanto…”
“Figlio mio. Sono così fiero di te. Dell’uomo che sei diventato. E per quanto sia triste del tuo destino, sono felice di poterti rivedere. Poterti abbracciare. Sei diventato l’uomo che speravo diventassi. Sono orgoglioso di te. E del compito che hai svolto. L’hai protetta. Sempre. Questo era il tuo destino”
Si abbracciarono.
Finalmente padre e figlio si riabbracciarono nella luce.
“Tua madre ti sta aspettando. Non temere. Sarò la tua guida nella luce”

Annuiva. Si sentiva finalmente in pace.
Solo sperava che lei, fosse felice. Salva e felice.
Diede un ultimo sguardo alle sue spalle, pronto a seguire l’amato padre, con la consapevolezza di lasciare per sempre il suo amore, ma di aver svolto il compito della sua vita.
Sorrise. E si voltò, pronto a seguire il genitore.
Questo gli diede uno sguardo, e gli sorrise a sua volta.

“Non temere. Arriverà. La luce non può lasciare l’ombra da sola molto a lungo.
E allora saremo tutti insieme. Per sempre”

Sorrise André.
Nella morte aveva finalmente ritrovato quegli affetti che gli erano mancati per tutta la vita.
Aveva ritrovato quel padre tanto desiderato.
E presto avrebbe ritrovato anche sua madre, e la sua Oscar.
E allora sì. Sarebbe stato per sempre.

Ciao. Una piccola storia nata per celebrare la festa del papà.
Auguri a tutti.
Vostra Sara