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Autore: KiarettaScrittrice92    21/03/2024    0 recensioni
Midoriya Izuku ha finalmente ottenuto la licenza provvisoria per eroi, ma improvvisamente qualcosa che sembra essere diventata più importante del suo sogno di diventare un eroe, si fa strada nel suo cuore: un sentimento che cambierà drasticamente la sua vita alla UA.
Bakugo Katsuki ha sempre odiato quella mezza calzetta che gli sta tra i piedi fin da quando erano bambini, ma da quando ha scoperto il segreto del suo quirk non riesce più a guardarlo nello stesso modo e questa cosa lo irrita ancora di più.
Todoroki Shōto è cresciuto con l'idea che nessuno l'avrebbe mai potuto apprezzare davvero, ma fin da quando ha affrontato il suo compagno di classe al Festival, ha compreso che dipendeva soltanto da lui. Da quel giorno è cambiato e in qualche modo sono cambiati anche i suoi sentimenti verso le persone.
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AVVISO!
Questa fan fiction comincia dopo la terza stagione dell'Anime, perciò non sto calcolando gli avvenimenti successivi già visti nel Manga e casomai non la finissi prima dell'uscita della quarta stagione: continuerò a non calcolarli.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza
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La delusione di Midoriya
 

Erano passati due giorni dal palese rifiuto che avevo ricevuto da Kacchan alla mia dichiarazione. Quella sera mi sentivo a pezzi, credevo che nulla e nessuno avrebbe potuto tirarmi su di morale, eppure Todoroki era venuto nella mia stanza e, dopo avermi dato sollievo alle braccia ustionate con del vapore freddo mi era stato accanto quasi tutta la notte. 
A parte un paio di domande iniziali non ci eravamo detti assolutamente nulla. Lui era rimasto in assoluto silenzio vicino a me, eppure la sua presenza diceva molto più delle parole; mi sentivo confortato e in qualche modo felice ad avere un amico così. Lui si addormentò prima di me e mi sorpresi a pensare che sarebbe stato davvero tutto più facile se invece di innamorarmi di Kacchan avessi provato quegli stessi sentimenti per lui. 
Ma il cuore purtroppo segue una strada tutta sua e difficilmente queste strade sono razionali e sensate. Non volevo arrendermi, sapevo perfettamente che con il mio amico d’infanzia la strategia migliore era insistere, me n’ero già accorto durante il nostro scontro notturno. Lui mi voleva come rivale, bene sarei stato il suo rivale, ma sarei stato anche il suo amante e non mi sarei fermato davanti a nulla, nemmeno davanti alle esplosioni del suo quirk.
Per questo nonostante il suo rifiuto, quasi categorico, volli riprovarci due giorni dopo. Sapevo che lui e Todoroki sarebbero tornati dalle esercitazioni, per ottenere la licenza da eroi, poco prima del tramonto ed io li avrei aspettati nella stradina laterale che portava alla seconda entrata del dormitorio, visto che mi ero accorto usavano sempre quella lì, piuttosto che la principale.
Quella sera però, stranamente, dovetti attendere più del dovuto. Non mi sorprendeva più di tanto quel ritardo, magari erano rimasti più tempo ad allenarsi; d’altronde non sapevo cosa facessero al recupero e conoscendo la loro dedizione nel voler diventare i numeri uno, proprio come me, non mi avrebbe stupito che avrebbero voluto sfruttare ogni possibilità di raggiungere il resto della classe. Io avrei fatto così.
Nuovamente, ero rimasto l’ultimo studente fuori dal dormitorio a quell’ora, poco prima del tramonto dovetti anche nascondermi dietro un bidone della spazzatura, perché il professor Aizawa stava facendo un giro di ronda per controllare gli accessi, lasciando aperta solo quella lì sul retro. Probabilmente avevano raccomandato i miei compagni di chiudere il cancello alle loro spalle non appena fossero rientrati.
Rimasi rannicchiato dietro al bidone per parecchio tempo, anche dopo che sentii i passi del professore allontanarsi, sebbene non sapessi esattamente il motivo di quella precauzione. Dubitavo fortemente che Todoroki avrebbe fatto la spia sul mio essere fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco, d’altronde non aveva detto nulla due giorni prima, non aveva nessun motivo di farlo quel giorno; ma volevo riuscire a sorprendere Kacchan da solo e starmene nascosto, mentre pensavo ad un modo per trattenerlo, mi sembrava la soluzione migliore.
Li sentii avvicinarsi, quando ormai il sole stava tramontando e tingeva di un rosso fuoco il cielo; prima ancora dei passi sentii le loro parole, Kacchan non aveva perso il vizio di urlare.
«…Se quei mocciosi provano un altra volta a prendermi per il culo, giuro che gli faccio vedere cosa significa provare l’hero sbagliato!» sbraitò.
«Sono dei bambini, Bakugou, cosa ti aspetti che facciano?» il tono calmo del ragazzo con il quirk del ghiaccio e del fuoco, era in perfetto contrasto con quello fin troppo esuberante del mio amico d’infanzia.
«Non lo so! Ma se quelle merdine non la smettono, m’incazzo sul serio. Ci basta già quella merda secca di Deku a farmi salire il nervoso!» 
Era strano, ormai gli insulti di Kacchan non mi facevano più effetto; era come se fossi diventato immune alle sue offese, come se riuscissi a vedere il suo cuore che si celava dietro a quella corazza fatta di odio e insulti gratuiti. Todoroki, però, non era della stessa opinione e anzi, dal mio nascondiglio riuscii a vedere il suo sguardo assottigliarsi, mentre si fermava. Erano ormai a un paio di metri dal bidone dietro cui mi ero nascosto.
«Che c’è, bastardo a metà? Perché ti sei fermato?!» gli sbraitò il biondo, voltandosi verso di lui.
«Dovresti smetterla di trattare così Midoriya.» disse solamente lui, continuando a mantenere il suo tono freddo e serio, eppure aveva tutta l’aria di essere quasi una minaccia.
«E a te che cazzo te ne frega di come tratto Merdeku?» gli domandò lui, sollevando il sopracciglio.
«Me ne frega. Perché lui ci tiene a te e tu lo tratti come un rifiuto. So cosa gli hai fatto due giorni fa.» a quel suo commento il biondo fece un verso stizzito, molto simile a un grugnito.
«Sai cosa cazzo me ne importa se è venuto da te a piangere come una femminuccia! Se l’è cercata… Ha detto… Ha detto…» per la prima volta vidi il suo volto disperdersi e intristirsi; non era più il volto tirato dalla rabbia che lo caratterizzava e nemmeno quello determinato di colui che voleva superarmi ad ogni costo. Decisi che quello era il momento d’intervenire, non m’importava se l’avrei fatto davanti a Todoroki; in fin dei conti lui era mio amico, tanto quanto Uraraka, quindi aveva anche lui il diritto di saperlo, magari l’aveva anche già intuito.
«Ti ho detto che mi piaci, Kacchan!» strillai, uscendo dal mio nascondiglio. Questa volta però non chiusi gli occhi dall’imbarazzo, lo fissai dritto negli occhi e per un attimo vidi lo stupore nel suo sguardo rosso vivo. Fu solo un attimo, poi tornò la rabbia.
La mia attenzione fu attirata dalle sue mani, le dita stavano tremando irrequiete e qualche scintilla ne schizzava fuori, ma nulla di più. Fu la sua voce a esplodere.
«Sai che c’è pezzo di merda? Mi hai veramente rotto il ca…»
«Bakugou smettila. – s’intromise Todoroki, cercando di calmare i toni – Se scoprono Midoriya fuori dai dormitori dopo il coprifuoco, finirà nei casini e poi rischi di svegliare tutti.»
«Cosa cazzo vuoi che me ne importi di chi sveglio o no! E poi non è affar mio se finisce nei casini è lui che non mi vuole dare più tregua.» disse indicandolo, e continuando a usare quel tono adirato che lo caratterizzava, sebbene avesse diminuito leggermente il tono di voce.
«Tre… tregua?» non capivo. D’altro canto io stavo insistendo perché volevo una risposta, perché non riuscivo a capire il motivo per cui negasse la sua parte migliore. Cosa stava a significare che dovevo dargli tregua.
«Sai che c’è… – fece lui, guardandomi dritto negli occhi, come a volermi sfidare ad una gara di sguardi – Non me ne fotte un cazzo!» dette quelle parole fece una cosa che mi lascio completamente senza fiato.
Afferrò Todoroki per la giacca della divisa e lo tirò a sé baciandolo in bocca. In quel preciso istante sentii il mio cuore andare letteralmente in frantumi. Continuai a guardarli, tremante di dolore, con le lacrime che ricominciavano a pizzicarmi gli occhi per voler uscire. Anche quando pochi secondi dopo Todoroki si scostò sconvolto e forse anche infastidito, chiedendogli cosa gli fosse saltato in mente.
Entrambi si voltarono verso di me, Shoto con uno sguardo affranto, come se avesse voluto chiedermi scusa, anche se non era stata colpa sua e Bakugou con lo sguardo strafottente e soddisfatto di chi sapeva di aver fatto un bastardata. Non resistetti più e fuggi via.
Risalii di corsa le scale del dormitorio e schizzai in camera mia, prima che chiunque fosse rimasto nella zona giorno potesse chiedermi qualcosa; ma questa volta chiusi a chiave la porta.
Pochi minuti dopo sentii qualcuno bussare e la voce di Todoroki che mi chiedeva come stessi, che m’incitava ad aprigli la porta; ma io non gli diedi nessuna risposta. Rimasi per tutta la notte sveglio, al buio, solo con me stesso. Avrei voluto sparire, dissolvermi nel nulla, avrei voluto sentire le mani di Tomura Shigaraki stringersi intorno al mio collo in modo che la mia intera esistenza si potesse sgretolare come si era sgretolato già il mio cuore. Che senso aveva vivere, diventare l’eroe numero uno, se la persona a cui tenevi di più, l’unica che ti faceva sentire veramente vivo, provava quei tuoi stessi sentimenti per un altra persona? 

  
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