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Autore: Farkas    24/03/2024    1 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
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La scelta della bacchetta

 

Capitolo 23: la bacchetta del sincero

 
La filiale di Hogsmeade di Olivader era da sempre un negozio più piccolo della controparte a Diagon Alley.
L’idea di aprirla era stata geniale, dato che Hogwarts era il posto dove era più probabile che ci fossero bacchette danneggiate e per gli studenti bisognosi di sostituzioni e riparazioni era molto più pratico andare a Hogmseade che a Diagon Alley. Era una prassi comune che i giovani Olivander gestissero la filiale prima di ereditare il negozio principale o che se ne occupassero gli anziani prossimi al pensionamento. Se poi mancavano giovani o anziani, il negozio veniva affidato a qualche apprendista reclutato al di fuori della famiglia che si era rivelato abbastanza capace.
Gerard stesso l’aveva gestito nei suoi primi tempi da fabbricante e aveva ancora amici al villaggio. Quel giorno si era recato lì per il compleanno di uno di essi e si era ritrovato a pensare a quando aveva deviato dalla strada tracciata da suo padre… e sì che a lui faceva piacere che passasse tempo con Anton Gregorovitch.
 
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Era stato sorprendente trovare Anton che girava per Hogsmeade. Il collega aveva deciso di prendersi una vacanza e aveva voluto togliersi lo sfizio di vedere Hogwarts e aveva deciso di venire a fargli un saluto, così lui lo aveva invitato a cena ai Tre Manici di Scopa.
-Non hai idea della folla che ho avuto in negozio quest’estate. Finalmente il Gregorovitch Zauberstäbe ha riottenuto la fama di un tempo- sentenziò soddisfatto Anton, prima di buttare giù un generoso sorso di idromele barricato.
-Mi fa piacere. Ho visto i tuoi lavori e devo dire che meritano-.
-In più già che sono qui voglio dare un’occhiata alla mandria di Thestral di Hogwarts… magari posso recuperare qualche crine da loro-. Notando lo sguardo scettico di Gerard il bulgaro aggiunse: -Hai ragione: è un nucleo instabile, ma anche potente. Anche la corda di cuore di drago dopotutto è incline agli incidenti, no? -.
Quella era una verità incontestabile, ma comunque Gerard non capiva perché Anton si fosse incaponito nel realizzare tante bacchette con un nucleo del genere…
 
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Gerard si sentiva come se stesse facendo qualcosa di indecente appoggiando quei crini di Thestral sul suo banco di lavoro, ma Anton era riuscito a incuriosirlo, magnificando la potenza delle bacchette con quel nucleo. E così si era aggirato nella Foresta Proibita, fino a trovare uno di quei particolarissimi cavalli alati e ad impadronirsi del suo crine. Suo padre non avrebbe approvato, lo sapeva, ma ormai era adulto e il suo lavoro non era più affare di suo padre.
Ci vollero numerosi esperimenti e fallimenti, ma alla fine ci riuscì: noce nero, dodici pollici, flessibile, crine di Thestral. Una bella bacchetta, nessun dubbio, e non destinata a prendere polvere in uno scaffale. No, l’avrebbe sottoposta ai clienti come tutte le altre.
 
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Erano passati anni e ormai Gerard dirigeva la sede principale del negozio e la bacchetta di Thestral l’aveva seguito a Diagon Alley. Tanti anni senza trovare un padrone non erano poi una cosa strana, ma Gerard a volte si chiedeva ancora se quella bacchetta avrebbe mai trovato un proprietario.
Di colpo sentì la porta aprirsi e una figura enorme, si introdusse nella celeberrima bottega.
Il volto liscio lo qualificava come undicenne, ma era alto almeno il doppio di lui, con le spalle larghissime, e piedi e mani enormi. Ma ad attirare l’attenzione non era solo quello: metà della faccia era ricoperta da orribili cicatrici di ustione. La carne nera e liscia lasciava intravedere un accenno di osso sulla mascella. Le cicatrici si estendevano fino alla gola e unita al naso adunco e agli occhi grigi e sospettosi dava un’aria decisamente inquietante al suo cliente un palese Mezzogigante.
-Devo comprare una bacchetta. Ho qui la lettera- fece il ragazzo con voce bassa.
Sforzandosi di non guardargli la faccia, il fabbricante annuì e richiamò il metro con un fischio. Ottenute le inusuali misure, cominciò a prelevare i primi prodotti da testare. Gerard non aveva pregiudizi contro gli ibridi, ma doveva ammettere che qualche domanda sui loro genitori veniva da farsela, almeno in quanto a ibridi di quel tipo. Era più che naturale che un umano volesse accoppiarsi con una Veela, era comprensibile perché potesse volerlo fare con un Vampiro, ma come si potesse avere pulsioni del genere nei confronti di Giganti, Elfi Domestici e Folletti… be’ ognuno era libero di fare ciò che voleva, con chi voleva se l’altra parte era consenziente, certo, ma comunque…
Qualche anno prima aveva venduto la bacchetta anche a un altro Mezzogigante. Gli era rimasto impresso perché malgrado le dimensioni gliene era toccata una di appena otto pollici, prugnolo e corda del cuore di drago, che quasi spariva in quella manona. Si trattava del fratello maggiore del suo attuale cliente, ma ovviamente lui non poteva saperlo.
-Problemi? - chiese il suo cliente dopo qualche minuto.
-Naturalmente no signor Clegane! Gliela troverò come ho fatto con suo fratello, qui ci sono bacchette per tutti! -.
Sandor si limitò a sbuffare. Non voleva parlare di Gregor. Non era contento di dover andare ad Hogwarts con lui dovendolo avere vicino per tre anni, dopo quattro in cui gli era stato lontano la maggior parte del tempo. Poteva solo sperare di finire in un altro dormitorio, ma comunque.
-Eccomi qua! - annunciò Gerard di ritorno. - Melo e corda di cuore di drago, quindici pollici e tre quarti! -.
Sì aveva cominciato con una bacchetta molto lunga, perché il fisico aveva comunque la sua parte di importanza, ma non era detto che anche a lui non sarebbe toccata una bacchetta corta come quella di suo fratello.
Sandor la soppesò diffidente: - Non mi piacciono i draghi. O le fenici. Potrei averla di unicorno? -.
-Comincia a provare questa, poi vedremo. È la bacchetta a scegliere il mago, mai viceversa- sentenziò deciso Gerard.
Il Mezzogigante agitò appena la bacchetta e non produsse fenomeni magici.
Un’espressione di sincero sollievo si dipinse sul volto del ragazzo, con sorpresa di Olivander.
-No, eh? Tenta questa: prugnolo, piuma di fenice undici pollici e tre quarti-.
Sandor afferrò la bacchetta e quella produsse uno sbuffò di fumo.
-Ah, no? - fece sorpreso Gerard. - Mmm… be’ questa è di unicorno come la volevi tu, fatta di frassino, lunga nove pollici e mezzo-.
Sandor la afferrò con molto più entusiasmo e la fece girare, ma non successe nulla. Una ventina di bacchette dopo non si era ancora arrivati a nulla.
Pur con riluttanza, il ragazzo aveva provato altre bacchette di drago e fenice, ma quando non lo avevano scelto si era sentito quasi sollevato. Draghi e fenici avevano troppo a che fare con il fuoco. E lui odiava il fuoco da quando Gregor gli aveva puntato contro la bacchetta e... stop. Non voleva ricordarlo. Gli dava già abbastanza incubi, era inutile ripensarci da sveglio. Un giorno si sarebbe vendicato e lì avrebbe ottenuto la bacchetta necessaria a farlo. E se fosse stata di drago o di fenice… be’ se ne sarebbe fatto una ragione.
In quel momento un istinto che non avrebbe mai saputo riconoscere lo spinse a voltarsi verso lo scaffale più vicino a lui, verso una scatola, che sembrò attirarlo irresistibilmente, malgrado non avesse nulla di diverso dalle altre.
-Posso provare quella? - chiese indicandola.
-Quella?!- fece sorpreso Gerard riconoscendo la scatola. - Be’… sì. Sì credo di sì-.
Erano mesi che non la provava più nessuno quella bacchetta, ma se quel ragazzo ne avesse sentito la chiamata… non sarebbe stato strano per un proprietario di una bacchetta fatta di quel legno.
-Noce nero, dodici pollici, flessibile, crine di Thestral- annunciò porgendo la bacchetta a Sandor.
-Cos’è un Thestral?- chiese lui sospettoso.
-Una razza di cavallo alato. Questa è l’unica bacchetta di Thestral che abbia mai realizzato-.
Sandor non disse altro e la afferrò. Non appena gli arrivò in mano il Mezzogigante capì che era quella giusta. La agitò e ne uscì uno scroscio d’acqua.
-Mia- disse soltanto.
-Talmente sua che ne ha sentito la chiamata da solo, ma non mi sorprende troppo dato le qualità di questa bacchetta. Devi sapere che il noce nero desidera sempre padroni con un buon istinto e ottime intuizioni… bacchette come la tua se abbinate a un proprietario sincero e consapevole di sé stesso, sono quelle che danno i risultati più impressionanti, specialmente con gli incantesimi-.
A sentire quelle parole Sandor Clegane fece una cosa che non faceva spesso. Sorrise.
Mentre il Mezzogigante usciva, Olivander si disse che era stato un curioso caso del destino che una bacchetta tanto particolare, avesse trovato un padrone a sua volta diverso dalla massa. Era certo che avrebbe sentito parlare di quei due. E presto.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Mi spiace per la lunga attesa, ma fra la poca ispirazione, il poco tempo per scrivere e qualche problema di salute non sono riuscito proprio ad aggiornare prima.
Era molto che volevo scrivere di Sandor Clegan e per lui avevo pensato a una bacchetta di unicorno, ma poi mi sono detto che il Thestral era il nucleo migliore per il nostro Clegane e ho deciso di far fare a Gerard un piccolo esperimento.
Il Mastino è molte cose, ma non è affatto uno stupido o un bugiardo, anzi la sua brutale onestà è uno dei suoi tratti più intriganti e di sicuro la morte non lo spaventa. Spero che abbiate gradito il capitolo. Ci vediamo nelle recensioni!
  
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