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Autore: reesejordan    28/03/2024    6 recensioni
Oscar è andata al ballo per incontrare Fersen. Ma lo ha fatto senza André. Cos'è successo quando Oscar è rientrata? Avrà finalmente capito chi è il suo vero amore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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È andata al ballo. Da lui. Maledizione! Ho dormito per un po', ma non faccio altro che pensare a lei. Ho mandato giù una bottiglia di vino prima di dormire, ma adesso sono sveglio e la sto aspettando. Non è ancora tornata. Voglio sapere a che ora rientrerà, se lo farà. 

Vuole essere uomo, ma sa si eche è una donna. Lo ama veramente o è solamente invaghita di lui? Non lo so. So solo che è andata lo stesso per incontrarlo... e in un vestito mozzafiato. Non l'avevo mai vista così. E io non posso fare altro che aspettarla e immaginarla nuda fra le sue braccia. Come può un uomo resistere al suo corpo snello, ai suoi capelli di seta, ai suoi occhi che ti desiderano...?

Mi alzo dal letto e mi siedo sopra il davanzale della finestra con solo i pantaloni addosso. L'aria è fresca sulla pelle ma non serve ad alleviare il dolore nel cuore. Non mi ha voluto con sé. Chissà cosa le starà dicendo mentre la tiene fra le sue braccia, perché lui può. Io, no. È andata per ballare. No, vestita così è andata per incantare, sedurre, e io sono come sempre, incatenato a lei.

Sento il rumore di una carrozza. È tornata. Non so se dovrei muovermi da qui. Vorrei però vederla, almeno un'altra volta, così bella, sensuale in quell'abito femminile. È sempre stata di una bellezza unica, ma con quel vestito addosso è una visione. Altro che spaventapasseri.

Altri rumori provengono dall'atrio. Un tonfo, qualcosa di rotto, un gemito. Non ci penso più. Esco dalla mia stanza e corro a vedere cos'è successo.

La vedo per terra nel grande salone. Il suo corpo è una massa inerme coperta dal vestito prezioso che le aveva confezionato mia nonna. Accanto a lei pezzi di vetro, una scarpa, un ventaglio. Mi avvicino a lei e la chiamo.

- Oscar...

Alza il viso e mi guarda con due occhi azzurri che brillano più del solito.

- Sei mezzo nudo.

- Sei ubriaca.

- E sei scalzo. Ti taglierai.

- Anche tu.

Mi guarda incerta e poi le faccio segno verso il suo piede nudo. Si muove e si toglie l'altra scarpa, sbattendola per terra.

- Maledette scarpe scomode. Ecco André, adesso siamo pari. 

Non lo siamo. Dovrebbe spogliarsi. Rido, ma non le dico niente.

- Oscar, cos'è successo?

- Sono inciampata e ho fatto cadere la bottiglia.

- Ho visto. La bottiglia viene da...

- Versailles. Mi serviva per festeggiare.

- Festeggiare cosa, Oscar?

- Secondo te, André, i miei soldati mi arresteranno per aver rubato una bottiglia di vino?

Una risata piena fuoriesce dalla sua bocca. Rimane seduta per terra mentre mi guarda divertita. Cosa sta vaneggiando? L'ha rubata? Non mi ha ancora risposto. Aspetto pazientemente perché voglio capire questo comportamento strano. Poi sembra tornare in sé.

- Devo raccogliere il vetro. Qualcuno si farà male...

- Lascia, ci penso io.

- Ti ringrazio, André.

Mi metto in  ginocchio a raccogliere i pezzi di vetro. Non sono tanti, ma vanno tolti di mezzo. Lei, adesso in piedi, mi guarda. Riprendo il discorso.

- Allora, Oscar cosa volevi festeggiare?

- La mia relazione con Hans Axel von Fersen!

Mi lascia a bocca aperta. Ho raccolto il vetro e l'ho messo sul mobile dove potrà vederlo la nonna appena sveglia. Non posso lasciare Oscar adesso. Devo sapere. La guardo sorpreso. 

- Tu e Fersen...?

- Siamo amici, André. Sono un amico per lui. Il migliore che possa esistere... Buona notte André... o quel che ne resta.

Si dirige verso lo scalone, con le scarpe in una mano, il ventaglio nell'altra. Di solito tiene una pistola e una spada. Barcolla e appena si appresta a salire il primo gradino, inciampa di nuovo.

- Maledizione! Sono un disastro.

Non resisto. Vado verso di lei e la prendo fra le mie braccia. Anch'io posso. Se lui che è suo amico l'ha abracciata, anch'io voglio tenerla a me.

- Che fai, André? Mettimi giù.

- Ti porto in camera.

- Posso farcela da sola!

- Finirai come quella bottiglia se fai un altro passo. Una bottiglia rotta si spiega. Ma non saprei spiegare alla nonna perché la sua Madamigella è sparsa a pezzi sullo scalone.

Alle mie parole, questa volta, invece di protestare, si mette a ridere. La sua mano tocca il mio petto nudo, appoggia la sua testa alla mia spalla e ride, ancora. Il suo corpo è leggero. Il suo profumo è dolcissimo, anche misto al vino che ha bevuto mi inebbria. La sua risata è un richiamo angelico.

- Oh! André... Cosa farei senza di te?

- Tante cose...

- Non è vero. Ho sempre fatto tutto con te!

- Tranne una cosa...

- Dimmi, cosa...?

- Lo sai... sei andata al ballo vestita da donna.

- Uno sbaglio André... e poi non sono nemmeno una donna per lui.

- E ti ha spezzato il cuore.

- Sì...

- E ti sei vendicata sulla bottiglia.

Ride, di nuovo. È da tanto che non la vedevo così. Non so se sono le mie parole a tirarla su di morale o il vino ingerito. La poso a terra, davanti alla sua stanza. Voglio dirle che per me è una donna meravigliosa, ma taccio. Apre la porta di camera sua.

- Vieni, André. Resta un po' con me.

Non dovrei, ma se me lo chiede in quel modo, non posso rifiutare. E poi sono perduto dietro di lei. Entro. Accendo altre candele nella stanza. Quelle presenti erano quasi spente.

- André ti sei mai innamorato? Ti ha mai spezzato il cuore una donna?

- Perché me lo chiedi?

- Voglio sapere, André...

- Sì, Oscar. Guarda caso me l'ha spezzato oggi, correndo da un altro che non sono io.

Mi fissa stupita, incredula. Cerca di capire le mie parole.

- Cosa hai detto...? André... tu?

Mi avvicino di più a lei. Ammiro le sue forme di donna in quel vestito che vorrei avesse indossato per me. Ma adesso non importa, adesso sto con lei e mi lascio incantare dalla sua bellezza. I capelli raccolti mi fanno vedere il suo collo, il taglio del vestito mi mostra la sua scollatura.  Oso un po' di più. La mie dita accarezzano piano la sua guancia. L'altra mano trova posto sulla nuca. Mi lascia fare. No, non può essere... anche lei tocca la pelle nuda del mio petto e un brivido mi assale. Come faccio a resisterle? Stringe con forza nella mano destra il ventaglio, spezzandolo e facendolo cadere per terra. Un'altra nella lista di sue vittima di questa notte. La bottiglia, il ventaglio, io...

- Oscar...

- Tu mi vedi come una donna, André?

- La più coraggiosa, la più testarda... e la più bella che abbia mai conosciuto.

Ci guardiamo. Nessuno di noi ride più, ma ci perdiamo l'uno nell'altra. Le mie labbra toccano la pelle del suo collo e la mano scivola sulla sua schiena scoperta per attirarla più a me. Scendo sulla clavicola. Assaggio, bacio, venero questa dea in un abito di seta bianco...

- André... André... Aaandrééé...!!

Mi alzo di scatto. È la voce della nonna. Sono nel mio letto nudo. È possibile che abbia sognato tutto? Entra in camera parlottando. Accidenti! 

- Ma che hai combinato? Ti sei ubriacato? Hai lasciato il vetro per terra, sul mobile del salone...E se Oscar avesse avuto bisogno di te...

- Ma nonna...

- Niente ma! Vergognati. Sai che il tuo compito è di proteggerla e tu non puoi ubriacarti...  Vestiti, su, che Madamigella ti sta aspettando per la colazione...

- Va bene nonna, esci che devo cambiarmi.

Se ne va. Respiro piano. Cerco di raccogliere i miei pensieri. Prendo i calzoni che stranamente si trovano per terra. Non mi ricordo niente. Solo lei e la sua pelle, il suo odore...  Devo controllare, coprire la mia eccitazione al ricordo di lei dannatamente femminile tra le mie braccia. Mentre infilo i pantaloni, vedo volare una piuma che leggermente si va a posare sul pavimento. La raccolgo e la metto in tasca.

Mi dirigo verso il salone. È seduta a bere la sua cioccolata nel solito abbigliamento maschile, ma è lo stesso una visione divina per me. 

- Buongiorno, Oscar.

- Ah eccoti, André. Hai dormito bene?

Annuisco. Non so che dirle. Mi siedo di fronte a lei. Mi faccio coraggio, mentre tengo fra le dita la piuma del suo ventaglio. Voglio vedere come reagirà. Voglio sapere la verità. Quel contatto tra noi era frutto della mia immaginazione, di un sogno proibito?   

- Oscar, stamattina ho trovato, per caso, qualcosa che ti appartiene...

Mi guarda, poi riprende a sorseggiare la cioccolata. Sono in ansia. Poi vedo un lieve sorriso sulle sue labbra, un rossore leggero sulle guance, uno sguardo dolce rivolto alla tazza.

- Anch'io, per caso, ho scoperto di avere qualcosa che appartiene a te.

Non capisco. Non ho perso niente. La guardo stranito e aspetto che continui, ma lei tace e l'attesa è snervante. Verso un po' di cioccolata fumante e guardo Oscar curioso.

- Il mio cuore, André...
 

   
 
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