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Autore: NotARunner    29/03/2024    0 recensioni
Questa è una fan fiction Glee che racconta la storia dei nostri personaggi preferiti della famosa serie TV dalla seconda stagione fino all'avverarsi di tutti i propri sogni.
Sophia è una studentessa di scambio italiana che attraverso un viaggio in America conoscerà coloro che saranno i suoi migliori amici per tutta la vita. E sarà solo insieme che capiranno il valore dell'amicizia e comprenderanno finalmente cosa il professore del Glee Club tenta di dirgli da anni: Glee vuol dire aprire il tuo cuore alla gioia e cantarci su.
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Dal testo:
"Alla mia scuola ero sempre stata la perdente della situazione.
Ero la Secchiona, Nerd, quella che ha tutti 10 in pagella, quella che non conosce nessuno perché non è popolare.
Di amici non ne avevo...
Loser.
Una perdente come me.
A loser like me"
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Ciao a tutti! Ecco la mia prima fan fiction Glee!! Qui c'è un personaggio di mia invenzione (Sophia) mentre tutti gli altri personaggi sono esistenti e fanno parte della serie TV "GLEE".
Spero vi piaccia.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Sue Sylvester, Will Schuester | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Perché?

Non lo so perché.

«Kurt...ma cosa è successo?» Chiesi cauta.

«Dicono...d-dicono che ha avuto un infarto...qualcosa che ha che fare con un'aritmia...è in coma»

«Oddio mi dispiace»

«Ho già chiarito con gli Hudson. Per queste settimane vai a stare da loro...»

«Ma Kurt sei sicuro di voler stare da solo..? A casa?»

«Ho solo bisogno di stare con mio padre.»

«Va bene. Io allora vado. Troverò un autobus per conto mio...»

Con un passo lento mi avviai alle scale. Iniziai a fare, scalino dopo scalino, la discesa della mia inutilità nei confronti di Kurt. Sapevo come ci si sentiva a perdere un padre, ma non... Quando ero piccola, poco dopo la morte di mio padre, ho dovuto vedere uno psicologo perché non riuscivo più a provare emozioni. Ho imparato certe cose, ma al mio interno sono un po' più complicata. 

Così presi un autobus, che oltretutto non arrivò lì fino alla sera. Nel viaggio misi un paio di cuffie e mi misi ad ascoltare un po' di musica mentre leggevo un libro. Per il giorno dopo avevo dei compiti ma in quel momento me ne fregava assai.

Ero in uno di quei momenti dove non sai cosa fare della tua vita. Non sai neanche più cosa facevi prima. Come svegliarsi da un incubo e ricordarsi improvvisamente che...oh wow sono nella realtà, il mostro non può prendermi.

Eppure...eppure quel giorno mi sono sentita...vuota.

Ma non vuota come un bicchiere o una bottiglia. Vuota come una stanza, come una casa. Era da tanto che non mi sentivo così.

Tanto tempo...

 

"Wow tesoro con quel taglio ti capelli si che sembri lesbica"

 

"Cosa sussurrate voi quattro!?"

"No niente prof"

"Ehi tu! Cosa sussurravano questi ragazzi?"

"Niente! dicevano solo che Sophia sembra un transessuale..."

"Ma cosa c'entra quello con Sophia! Ognuno fa quello che vuole, voi ora filate in classe! Su!!"

 

"...Già ahah"

"Comunque piacere io sono Giulio"

"Piacere. Io mi chiamo Sophia"

"Ah...sei una femmina"

 

"Ahahah Wow Sophia che voce profonda!"

"Ho il mal di gola"

Risatine. Risate. Sguardi. Sguardi su sguardi. Ma cosa guardavano poi...

 

"PROSSIMA FERMATA LIMA MCKINLEY HIGH SCHOOL!"

Mi ripresi da quella trance e scesi alla fermata, in attesa dell'altro autobus che mi avrebbe portato a casa degli Hudson.

Davanti alla scuola c'era un paio di scemi a cazzeggiare e fare nulla, che poi riconobbi come Karofsky e Azimio.

Che fortuna.

Mi misi il cappuccio e sperai con tutto il cuore che mi evitassero, che non mi vedessero.

Sfortunatamente gli dei non erano proprio in un bel mood quel giorno perchè mi arrivò una chiamata a tutto volume di suoneria da mia madre. Tale disgraziato suono (la sigla di the Big Bang Theory) attirò subito la loro attenzione.

"Ciao mamma"

"Ciao tesoro!"

"Cosa vuoi?!"

"Calmati! Ti ho svegliato? Il fusorario mi dice che da te sono a malapena le 18:00. Quindi non mentirmi ok?"

"D'ACCORDO! Dio santo cosa vuoi??"

"NULLA VA BENE? Non posso più chiamare mia figlia che è dell'altra parte dell'Oceano?! Beh grazie tante!"

"Si si va bene come vuoi scusa. Ora devo andare. Sto bene, va tutto a meraviglia e gli americani ti salutano tanto. Ciao."

"Ah salutali da parte mia-"

"Scusa ci sono delle persone. Si si cia- ciao ciao"

Buttai subito giù perché a quanto pare la sigla della sit-com attirava parecchia attenzione: Karofsky e Azimio si stavano avvicinando.

Sperai fino all'ultimo in un miracolo improvviso in cui l'autobus arrivava prima che mi potessero avvicinare. Ma a quanto pare miracoli del genere accadono solo nei cartoni animati e nei film.

«Guarda un po' chi abbiamo qua...»

«Lasciatemi in pace. Con tutto quello che è successo oggi ci mancavate solo voi»

«O intendi quell'incidente che ha avuto il padre della checca?»

«Non lo chiamare così, coglione»

«Uuuu la ragazzina si sta arrabbiando!»

«Azimio...Non.chiamarmi.ragazzina.»
«Perché? Cosa ci fai altrimenti? Chiami il prof? Beh a quest'ora temo ci sia solo la coach di football, a chi pensi darà ragione? Ai suoi giocatori o all'italiana mafiosa appena arrivata?»

«Karofsky ma sul serio?! Siete ancora a quei livelli? Che l'Italia sia solo pizza, pasta e mafia? Vi dovrei comprare una guida turistica...o giusto non so se sapete leggere!»

«Attenta a quello che dici. Non ti abbiamo toccato solo perchè sei una ragazza e abbiamo la decenza di non picchiare le femmine»

«Ci mancherebbe altro...vero minchioni?»

Potevo quasi sentire i denti digrignare fra tutti e due.

Stavano per ribattere quando, come una manna dal cielo, il bus che passava dalla via degli Hudson passò alla fermata e si fermò.

«Ciao ciao... ci vediamo a scuola. Ma spero di no»

Corsi sul bus e mi sistemai in fondo. Misi delle cuffie e andai su Spotify.

Feci partire la 'Emo-Playlist', come la chiamavo io, che era quella playlist che usavo solo quando ero molto triste o molto incazzata con il mondo perchè a qualcun'altro era successo qualcosa di triste.

Un mix di Adele, Sam Smith, Bruno Mars, ma si dai anche Lewis Capaldi, One Direction, Beatles, Queen, Negramaro, Mina, Celentano e qualche cantante random che dopo una hit è scomparso dalla circolazione.

Dopo circa una ventina di minuti ero arrivata alla fermata vicina a casa degli Hudson, circa cinque minuti a piedi.

Andai a suonare il campanello alla porta degli Hudson.

Dopo quelli che saranno stati 40 secondi, una donna, Carole ovviamente, mi aprì la porta.

«Oh! Tu devi essere Sophia! Kurt ci ha parlato tanto di te al telefono! Finn?! Finn??! Dove si è cacciato-» 

«Ma'! Sono qui arrivo!»

Carole sembrava gentile, ma in quel momento si poteva notare delle ombre sotto gli occhi e il tono stressato, la voce acuta e forzata.

«Mi dispiace per così poco preavviso... ma ovviamente non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa simile. 

Mi dispiace davvero molto» e lei sapeva che quello non si riferiva alla mia 'piccola fermata' a casa loro. 

«Non ti preoccupare è- beh non importa. Entra pure»

La casa era abbastanza ordinata, certo in alcuni punti sembrava ci fosse scoppiata una bomba (probabilmente gli angoli più frequentati da Finn).

Sulla tavola c'erano tre pizze d'asporto.

«Scusa, non ho avuto molto la testa di mettermi a cucinare»

«Non si preoccupi Signora Hudson-»

«Chiamami Carole» Sorrisi.

«-Carole. Di certo non pretendevo un banchetto dopo tutto quello che è successo oggi» 

«Finn ma dove ti sei cacciato?! La cena si fredda!»

Si sentirono dei passi da elefante per le scale e un Finn alquanto selvatico (credo fosse appena uscito dalla doccia dopo aver finito gli allenamenti di football) spuntò in soggiorno con addosso dei pantaloni della tuta e una maglietta grigia. 

«Ciao Sophia»

«Ciao»

«A proposito Sophia- si intromise Carole- mi dispiace tanto per l'imprevisto ma in questi giorni dovrai stare nella stanza di Finn. La stanza degli ospiti è piena di scatole di roba che voglio donare ma mi sono dimenticata di portarla. Sappi che se Finn fa qualcosa di sbagliato lo puoi schiaffeggiare da parte mia» 

«Mamma!» 

Ridacchiai.

«Non si preoccupi non è un problema per me.»

Presi la prima fetta di pizza. Margherita.

Era un po' unta ma meglio di niente. Avevo davvero fame. 

Ero in bagno a prepararmi prima di andare a dormire quando qualcuno bussò alla porta: era Finn.

«Tranquillo ho fatto»

Aprii la porta e me lo ritrovai davanti.

«Wow. Abituato ai tempi di Rachel in bagno tu mi sembri Speedy Gonzales»
«Già. Non sono mai stata brava a prendermi cura di me stessa» feci un sorriso triste. Finn probabilmente non si accorse di questo mio cambio emotivo improvviso perché entrò in bagno senza più spiccicare parola. 

 

 

La camera di Finn era...normale. La camera di un teenager regolare che fa Sports e a cui piace musica old style.

Andai nella branda che la mamma di Finn mi aveva preparato proprio alla base del letto. Tirai fuori un libro, mi misi gli occhiali da vista e iniziai a leggere. Quel libro in particolare era 'Il Suggeritore' di Donato Carrisi, un thriller psicologico e alquanto inquietante dove un gruppo di ragazzine dai 6 ai 13 anni vengono rapite e uccise tagliando loro il braccio sinistro, lasciandole dissanguare a morte. Insomma la trama era piuttosto complicata e noir.

«Che leggi?» Finn aveva probabilmente finito di farsi la doccia.

«Oh emm...si chiama il Suggeritore»

«Suggeritorii? E che vuol dire?»

«Non so la traduzione in inglese ma credo si possa tradurre in...The Whisperer. È un libro di uno scrittore italiano che ha venduto milioni di copie»

«Oh figo! Di che parla?»

«Fidati...non lo vuoi sapere prima di dormire»

«Oh...allora non chiedo»

Si infilò sotto le coperte. Misi un segnalibro a pagina 278 e posai il libro sotto il cuscino. Finn si sporse a spegnere la luce.

«Sophia?»

«Si?»

«Come...come sta Kurt?»

«È... distrutto. Non sta bene. Ora più che mai ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino. Vorrei poter essere io, ma ci conosciamo da troppo poco, non ho quel tipo di confidenza anche se andiamo molto d'accordo»

«Tu...tu sei diversa dalla maggior parte delle ragazze che conosco»

«Sul serio?»

«Si»

«E diversa come?»

«Non so spiegarlo...il modo in cui ti rapporti alle persone, in cui ti vesti o parli...è molto più da...beh da ragazzo»

Mi girai di scatto nel letto.

«...approfondisci.»

«È..è come se ti vedessi un po' in trappola a volte. Ti ho osservata in queste settimane —oddio sembro uno stalker— vabbè comunque ho visto che con gli altri sorridi e tutto, ma quando nessuno ti considera sembri un po'...persa»

«Wow. Da te non me lo aspettavo»

«Cosa?»

«Questa...perspicacia, profondità?»

«Grazie per il semi-complimento?»

«Ahah di nulla»

«Sei forte»

«Grazie. Buonanotte»

«Buonanotte»

 

 

 

Spazio autrice//

Okay...ho dovuto dividere questo capitolo in due capitoli diversi perché si è trasformato in qualcosa di inaspettato. non doveva essere così all'origine ma eccoci qua! è mesi che non aggiorno ma è solo perché ho avuto tanto da fare e scrivere il mio libro...perché ho un paio di contatti all'Einaudi che sarebbero interessati!! comunque spero vi piaccia e non perdetevi le mie altre storie. aggiornerò più spesso promesso. baci <3 <3 <3 

   
 
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