Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Carla Marrone    30/03/2024    0 recensioni
Alle scuole elementari, ormai quasi trent'anni fa, ho avuto una maestra molto aggressiva e manesca. Non mi ha mai disturbato ciò che ha fatto a me, quanto quello che ha fatto ad un bambino. Per tutti i compagni di classe davvero speciale.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PIERA

 

Quando frequentavo le scuole elementari, ormai, quasi trent’anni fa, avevo una maestra aggressiva e manesca. Non ci risparmiava sonori schiaffi e, talvolta, nemmeno i calci. Il suo nome era Piera. Non mi rammaricavo troppo per ciò che faceva a me. Ero una bambina vivace, ma, per mia fortuna, brava in tutte le materie. Di conseguenza, non si accaniva sulla mia persona. Mi ha arrecato grande disturbo, tuttavia, quello che ha fatto ad un mio compagno di classe, in particolare. 

 

Quel bambino era giunto da noi in quarta. Si era capito subito che era particolarmente fragile. Non parlava molto con nessuno, nemmeno durante l’intervallo. Se gli si rivolgeva la parola, ti guardava dritto in faccia, con l’aria spaurita e rispondeva a monosillabi. A fine lezione, riponeva, in gran fretta, la cancelleria ed i libri, nello zaino e usciva alla chetichella, senza attardarsi a dialogare, o scherzare, come facevamo, invece, tutti noialtri. Durante le interrogazioni, era scena muta. 

 

Stranamente, invece, otteneva ottimi punteggi, alle verifiche scritte. Eccellenti, in special modo, nelle materie scientifiche. Si chiamava Carlo, ma, per tutti era Carletto, per via dell’aspetto placido e la corporatura mingherlina. 

 

Ricordo che era Natale e provavamo la canzone per una recita: “Osanna nell’alto dei Cieli”, il titolo. Si trattava di un inno ecclesiastico. Le nostre insegnanti, per far sì che ognuno memorizzasse il testo ed imparasse le note a dovere, avevano deciso di eseguire una prova singola, per ciascuno studente. 

Noi ragazze ancora ci scherziamo sulle stecche che l’emozione ci faceva prendere, in simili occasioni. Era un po’ come andare al karaoke, solo molto più imbarazzante, dato che venivamo giudicati da docenti, tra i quali, musicisti. 

 

Tornando a Carlo, notammo tutti che cantava in modo davvero strano. Ad esempio: anziché dire “Osanna nell’alto dei Cieli”, pronunciava “Rosanna nell’arco dei Cieli”. 

Lo so, sembra comico e, quasi voluto. Vi assicuro che era serissimo. Glielo si leggeva in faccia. 

 

Faccia che Piera colpì, dandogli del ritardato.

 

Qualcosa, dentro di me, scattò, in quell’istante. Sono la figlia di un’insegnante di sostegno, ora, in meritata pensione. Sono abituata ad analizzare le persone, sotto l’aspetto di cui, ora, segue. Mi rivolsi così alla carogna:- Scusa maestra Piera, sai che Carletto non mi sembra ritardato? E’ così bravo nelle verifiche di matematica! Magari, parla strano perché non ci sente bene…- 

Ed anch’io mi guadagnai il mio ceffone, assieme all’accusa di essere saccente, arrogante e presuntuosa. Passai il resto delle lezioni, in piedi, davanti alla porta esterna dell’aula. 

 

Trascorsero dei mesi. Carlo fu ritirato dal nostro istituto e posizionato in una scuola speciale, dove insegnavano anche il linguaggio dei segni. Previe verifiche, eseguite dai genitori, era risultato ipo-udente. Possedeva una malattia neuro degenerativa che, a breve, l’avrebbe reso totalmente incapace di sentire alcun suono. 

 

Ho stampato in mente il momento in cui, con l’aria triste, la maestra Luisa, di matematica, era venuta a comunicarcelo. Amava quella creatura. Era il migliore nella sua materia. Ed aveva l’indole più dolce che io abbia mai riscontrato in un bimbo maschio.  

In quel momento, avevamo lezione con Piera, che commentò nel seguente modo:- Ah, bene! Meno male, il ritardato è andato a stare con gli altri ritardati come lui.- Rise forte e non aggiunse altro. Congedò bruscamente Luisa, ben contenta di fuggire ed allontanarsi da lei e riprese la lezione da dove l’aveva lasciata. Tutto normale. 

Un cazzo! 

 

Mi sono sempre vergognata e, persino, sentita in colpa per aver avuto una maestra come lei. Primo contatto con il mondo, l’apprendimento, la cultura e la società. 

Questa è la prima volta che ne parlo, al di fuori della mia famiglia. Non so se sia liberatorio, o se sto, semplicemente, riaprendo un’inutile ferita. 

Qualcosa, se non altro, ho imparato: a non essere così. 

 

Probabilmente, questi eventi sono riemersi, dato che sto maturando l’idea di ampliare il mio mondo, imparando la L.I.S. 

Chissà, magari, incontrerò Carletto, o Carlone, dipende da come è cresciuto. Credo che mi scuserò con lui per quanto successo. Lo farò io, perché le persone come Piera non lo farebbero mai. 

 

Aveva scelto il lavoro sbagliato. Le donne che passeggiano, di notte, sui marciapiedi, hanno un cuore molto più grande del suo. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Carla Marrone