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Autore: Swan Song    30/03/2024    5 recensioni
Nella pittoresca Venezia, si sta celebrando la festa in onore di un matrimonio molto speciale. L'atmosfera è allegra, e Steve e Susan Sheppard sono tra gli invitati.
E' risaputo, tuttavia, che quando si tratta di matrimoni, qualcosa va sempre storto.
[Mini indagine degli Sheppard, introdotti nel racconto "The Windsor Chalet"]
Genere: Comico, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'THE 1950s'
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Caffè







La sala era avvolta da un silenzio teso.
Steve Sheppard era in piedi di fronte alla tavolata degli sposi, nello stesso punto dove aveva fatto quel disastroso discorso. Ma questa volta si sentiva molto più a suo agio, questa volta era nel suo ambiente naturale.
Gli invitati bisbigliavano tra loro, si scambiavano opinioni, preoccupati che il famoso detective li nominasse e, ancor peggio, li accusasse di essere degli assassini in piena regola.
«Ah, per fortuna che sono tua moglie.» tuonò ancora una volta Odette, prendendo a braccetto Jonathan «Mi dici in anteprima chi è il colpevole?»
Price si girò a guardarla, accomodato al tavolo insieme a lei «No.»
«Sei ingiusto.»
Steve sembrava stare meglio, si sentiva molto più lucido e concentrato, nonostante l’assenza di sonno. Diede una rapida occhiata alle grandi finestre: era quasi l’alba.
Sì, era tutto chiaro. Combaciava tutto alla perfezione, o quasi. Gli mancavano ancora gli ultimi tasselli per completare il puzzle.
«Signore e Signori, parto col ringraziare ciascuno di voi. Davvero. Vi ringrazio dal profondo del cuore.»
Gertrude sgranò gli occhi «Non ho inteso. Invece di accusarci uno per uno, ci ringrazia? Che detective alternativo!»
L’amica novantenne ridacchiò «Sarà un vero piacere vederlo in azione! Non è come leggerlo sui giornali.»
«Quanto è vero, amica mia.»
Adam Windsor si mise comodo, mani dietro la nuca, gambe stese «Ah, ora sì che ragioniamo. Sono mesi che aspetto un riconoscimento. Ma perché ci deve ringraziare, Sheppard?»
Steve gli lanciò un’occhiata, un’occhiata che diceva “Una domanda intelligente finalmente l’hai fatta”.
«Perché siete stati voi, gentile pubblico, attraverso le vostre domande riguardo l’investigazione, a farmi venire l’illuminazione.»
«D-davvero?»
«Sì. Precisamente quella sui gemelli. “Non sono mai gemelli”, ricordate?»
Come dimenticare!
Poi Steve si fece più serio e prese a passeggiare per il ristretto spazio che aveva a disposizione, avanti e indietro, come il pendolo di un orologio che scandisce il tempo «Un orrendo crimine è stato commesso in questo palazzo. Un omicidio a sangue freddo, apparentemente perpetrato da un cavaliere in armatura.» una pausa «Oh, per un attimo ho creduto davvero ad un fantasma.»
Price fece schioccare due dita «Lo sapevo!»
«Benny, che per colpa di un po’ di vino versato accidentalmente sulla sua camicia, è costretto a salire al piano di sopra per cambiarsi.» proseguì Steve, passando lo sguardo da un ospite all’altro «Un assassino spietato che ha atteso per ore il suo arrivo e che, anzi, è stato parecchio fortunato. Pensava di dover aspettare molto di più, dato che quello del vino è stato un incidente.»
«Ma questo lo aveva già detto.» sbuffò Adam «Quindi si risparmi, Sheppard, e ci dica chi ha ucciso quel poveraccio!»
«E’ stato uno spettro, è chiaro!» strillò una donna dal pubblico «Noi tutti abbiamo visto la vendetta degli artigiani in atto! Lampadari scatenati, luce che andava e veniva, ombre e voci!»
«Noi tutti siamo stati drogati!» inveì Steve «Me compreso. Abbiamo visto soltanto ciò che l’assassino voleva vedessimo, in modo da insinuare il dubbio, il dubbio che questo palazzo sia davvero infestato! Bè, non lo è!»
«Ma...»
Harper fu prontamente zittita «Sapevo di star provando i tipici sintomi di un drogato, eppure, devo complimentarmi con l’assassino, per un attimo ho dubitato anche io della mia razionalità! E questo mi fa arrabbiare davvero molto! Approfittarsi così di un detective affermato! Quando ho chiesto al maggiore Price che cosa avesse visto esattamente, lui non ha saputo rispondere. E questo perché, in realtà, non ha visto niente! Non c’è niente di soprannaturale in questa dimora, non c’è mai stato niente! Nessuna ombra, nessuna voce.»
L’accanito fumatore di pipa alzò la mano «Com’è possibile che tutti siamo stati drogati? La droga era forse in qualche alimento o bevanda che abbiamo ingerito?»
Sheppard sorrise «No. Adesso ci arriviamo.»
Gertrude incrociò le braccia al petto, indignata «Perché i detective devono sempre girare intorno alla soluzione, anziché esporla subito, in poche parole? Che noia.»
«Sono dei dannati egocentrici.» le sussurrò l’amica novantenne.
«Ma eravamo qui in sala.» ricordò lo psicoterapeuta «Tutti.»
«E’ ciò che ci siamo ripetuti per l’intera vicenda, e l’illuminazione mi è venuta anche da questo quesito. Non ne ho la certezza, ma ne sono abbastanza sicuro. Al momento dello sparo, eravamo tutti qui. Allora chi occupava l’armatura del cavaliere, su, nella camera di Benny?»
«Un cameriere?»
«La donna delle pulizie?»
«Qualcuno di media statura, non più alto.»
Azzardarono.
«Ah, perché, l’assassino era nascosto nell’armatura?»
«L’ha appena detto, scemo!»
«Il cuoco!»
Steve sorrise ad un suo conoscente «Mi spiace deluderla, Roger, ma non è il cuoco.»
«Oh, peccato.» fece questi «Dopo lo Chalet, credevo di aver imparato qualcosa.»
«Chi è che sta sempre sul palcoscenico senza essere mai visto davvero?» domandò Steve, puntando lo sguardo su un soggetto preciso della sala «Chi è che riesce a muoversi a passo felpato, ma veloce come un furetto, e a passare inosservato nonostante l’invadenza?»
Aisha guardò Nathan e premette le mani sulla bocca «Il fotografo.»
«Il fotografo.» ripeté Steve, scendendo gli scalini e camminando per la sala «Un piano perfetto, calcolato e studiato nei minimi dettagli. La pellicola fotografica, abilmente manomessa, contiene una sostanza chimica volatile, come un profumo. Quando il fotografo scatta una foto, la pellicola si attiva e rilascia il gas tossico nell’aria. Il gas ha un effetto ritardato, ecco perché i nostri deliri non sono iniziati immediatamente.»
Susan sgranò gli occhi, ragionando «Durante un evento o una situazione caotica, le persone non prestano attenzione alla macchina fotografica o al suo funzionamento. Un ottimo stratagemma per agire in modo discreto e passare inosservato.»
«Continuava a scattarci foto a raffica...» sussurrò Didy «Lei ha ucciso il mio fidanzato?! È stato lei? Perché?!»
«No, non può essere stato lui!» intervenne Gertrude «Era in sala al momento dello sparo, l’ho visto con i miei occhi!»
«Oh, cara signorina Trudy, quello che ha visto al momento dello sparo, e che sta vedendo adesso, non è il fotografo originale.» sorrise Steve, avvicinandoglisi «Dico bene?»
«Lei è un pazzo!» berciò l’interessato, cominciando ad agitarsi «Come avrei potuto essere in due posti contemporaneamente?»
«Infatti non c’è stato. Nessuno di noi ha il dono dell’ubiquità. C’era qualcosa che non mi quadrava nello strano comportamento di questo fotografo, ma non ho dato peso alla cosa, in quanto ho pensato di essere io esagerato, di notare dettagli inutili ed insignificanti, ma mi sbagliavo. Non erano affatto insignificanti. Un uomo che prima si comporta in maniera frizzante, quasi eccentrica, che non ha timore di invadere gli spazi personali degli sposi e degli invitati pur di ricavarne una foto, improvvisamente si trasforma in un uomo timido, impacciato, che ha paura di fare una foto.»
«E’ vero.» proruppe Odette, giocherellando con un orecchino.
«E per quanto si sia sforzato di imitarlo, lei non è il suo gemello.» lo sguardo di Steve, tagliente, era fisso sull’uomo dai riccioli biondi e la statura media «Per tutta la seconda parte della festa, lei ha fotografato il pavimento. E questo non perché era brillo, ma perché non è un fotografo come lo è suo fratello.» un respiro profondo «Ecco com’è andata. Suo fratello deve aver elaborato questo piano da mesi, pensando ad ogni singolo dettaglio in modo che niente sbavasse. Ma gli serviva che, al momento del fatidico sparo, qualcuno lo vedesse chiaramente in sala. Come fare, dato che nessun uomo può essere contemporaneamente in due posti differenti? Un gemello. Il dono di un gemello, un dono che non tutti hanno. Quindi l’ha ingaggiata, e lei, per ragioni che ancora ignoro, ha accettato. Forse perché i gemelli sono più legati dei semplici fratelli, forse perché ha interesse anche lei nel movente e concorda con la visione del suo doppio. Il fotografo doveva per forza trovarsi a questo matrimonio, vero? Si è fatto prendere con tutte le sue forze o forse ha sostituito qualcun altro...un fotografo precedente?»
Harper portò una mano al cuore «Sì...sì, quello vecchio non poteva più venire, ha disdetto, quindi...»
«Sotto minaccia, presumo.» continuò Steve «Lei e suo fratello avete un accento americano, il che significa che ci avete seguiti fin qui dall’America. Il piano era perfetto sotto ogni punto di vista. Ha iniziato suo fratello e poi, ad un certo punto della festa, vi siete scambiati. Peccato che lei a stento sappia tenere in mano una macchina fotografica. Ma non importa, la droga veniva spruzzata ugualmente, rendendoci tutti vittime del sistema! Una mandria di capre impazzite che non sanno più ragionare lucidamente! Chi è il chimico della famiglia? Lei? O forse vostro padre...»
«La smetta, la prego, la smetta!»
«Il suo gemello si è recato nella camera della vittima, mentre lei ne ha preso le sembianze ed ha attirato parecchia attenzione su di sé, soprattutto al momento dello sparo, quando ha visto Benny uscire dalla sala. Benny entra in camera. Tempo due minuti e suo fratello, nascosto abilmente nell’armatura, lo fredda con un singolo colpo. Ma non può scappare, no, deve inscenare il classico delitto a stanza chiusa: porta e finestre completamente sigillate da dentro. Allora come può essere, da dov’è scappato l’assassino? Non è scappato, semplice. È rimasto lì, in attesa, ed era lì anche quando io ho aperto la porta per la prima volta. Ha rischiato, certo, potevo recarmi subito a visionare l’armatura, scoprendolo, allora come mai non l’ho fatto?» il suo sguardo si fece ancora più intenso, penetrante «Forse perché un certo fotografo ha iniziato a sbraitare come un’aquila che voleva entrare in camera e fotografare la scena del crimine!» tuonò, irritato «Lei è giunto in soccorso di suo fratello, attirando l’attenzione su di sé e costringendomi a rimettere ordine, intimando agli ospiti di scendere nel salone ed accompagnandoli, lasciando per qualche minuto la stanza incustodita. Tempo prezioso per il suo gemello.»
«Allora è scappato!» disse Chuck con un certo interesse «Il vero fotografo, nonché assassino, deve essere scappato!»
«Sì, nel momento di confusione. È uscito dall’armatura e...»
«E’ fuggito.»
«Era tutto calcolato, detective.» ammise il gemello «Perché mentire? Ci ho provato, ma non sono un bravo attore.»
Steve annuì «C’è una sola cosa che mi manca. Perché. Perché lei e il suo gemello avete ucciso Benny e, soprattutto, cosa c’entra il coniglio pasquale in tutto ciò.»
Lo psicoterapeuta si grattò la nuca «Ancora con sto coniglio?»
Il complice del fotografo si piegò in avanti e premette le mani sul viso, disperato; alla faccia della droga, stava cominciando a sudare «Quel bastardo era il padre biologico di uno dei bambini della festa.» rivelò, alzando poi lo sguardo su Didy «Sì, signorina, proprio così. Credo che il tuo fantastico fidanzato avesse parecchi segreti, scheletri nell’armadio.»
Didy strinse i denti e trattenne le lacrime «No...no, tu stai mentendo. Benny non aveva figli. Lo faccia smettere, Sheppard!»
Ma Steve tacque, osservandolo.
«Tiro ad indovinare...» intervenne Susan, avvicinandosi «Il bambino non lo sapeva e credeva che suo padre fosse il fotografo, ovvero, il suo gemello.»
Questi annuì «Nemmeno mio fratello lo sapeva, sua moglie l’ha sempre tenuto all’oscuro di tutto. E quando l’ha scoperto…dovete comprenderlo, detective! Mio fratello ama quel bambino come se fosse suo figlio, ma non lo è! E quando lo ha visto interagire con il coniglio pasquale, cioè Benny, alla festa...è andato fuori.»
«Al momento della festa lo sapeva?» chiese Susan.
L’uomo annuì «Da qualche mese.»
«Vedere Benny interagire con suo figlio ha dato il colpo di grazia. Lo ha spinto ad organizzare il delitto. Ma il fotografo per questo matrimonio era già stato scelto, quindi ha dovuto agire in fretta. Da un lato, mi devo complimentare. Ci ha messo poco tempo a pianificare il tutto.» disse Steve.
«Perché lo sta a sentire, Sheppard?!» strillò Didy, e sua sorella Aisha l’andò ad abbracciare «Perché lo state a sentire? Benny non aveva figli, lui...lui non ha figli...»
Si sentì girare la testa, quindi si appoggiò alla sorella.
«Possiamo fornirvi tutte le prove.» cedette il gemello «Ho collaborato, ho diritto ad uno sconto di pena, vero?»
«Se può consolarla, non è l’assassino materiale.» rispose Steve «Ma essere complici la fa entrare direttamente nel girone del concorso in omicidio
I genitori delle Lopez si erano alzati ed avevano poggiato una mano sul cuore, sconvolti «Figlio di buona donna!» tuonò la madre «Lo sapevo che quel ragazzo non la raccontava giusta, l’ho sempre saputo! Un figlio fuori dal matrimonio! Ingrato! Grazie a Dio non ha sposato la mia Didy!»
Didy si stava consumando come una candela, lentamente. Di sicuro stava pensando a cosa avrebbe fatto Benny pur di andare a trovare ogni tanto suo figlio. E a come avrebbero vissuto una volta sposati. Avrebbero avuto altri figli, ma lui sarebbe sempre tornato dal primo. Era triste e deprimente.
Odette sputò il vino dentro il bicchiere, in maniera davvero sgraziata «Basta, qui mi fermo. Tutti i gusti sono sballati.»
Steve sorrise e puntò gli occhi su di lei «A proposito, c’è un altro mistero risolto: il Mistero della signora Price!» recitò teatralmente «Congratulazioni, Odette. Tu e Jonathan aspettate un bambino.»
I due spalancarono gli occhi e si presero per mano, tremanti.
«Che...che hai detto, Steven?» domandò Price per sicurezza, bianco come un lenzuolo.
«Gusti alterati. La tua signora è in dolce attesa. Congratulazioni, amico.»
Fu un sorriso sincero quello che uscì dalle labbra del marine. Era raggiante, era contento per il suo migliore amico, perché sapeva quanto ci teneva a diventare un padre.
L’intera sala applaudì, mentre Jonathan annunciò «Devo bere qualcosa, mi sento svenire.»
«Amore, non ci credo!» trillò Odette «Stiamo per diventare genitori!»
«Ah, però.» commentò Adam Windsor, tracannando vino.
«Tutto è bene quel che finisce bene.» commentò la sua fidanzata.
Adam la squadrò e le impedì di accarezzarlo «Tanto non ti sposerò mai.»
«M-mio figlio...un piccolo essere umano sta crescendo dentro di te.» Jonathan si fece aria col tovagliolo, provando sensazioni più forti di quelle provate sotto gli effetti della droga.
«E’ incredibile. Non so cosa fare o cosa dire.»
«Io neanche, Odette. Ma sappiamo che dobbiamo essere felici, giusto? Questo è il nostro momento.»
«Immagino di sì. Siamo pronti per questo?»
«Non lo so. Ma lo scopriremo insieme.»
«L’amore è nell’aria!» commentò Gertrude «Abbiamo un lieto fine, qui.»
Il gemello “buono” scoppiò a piangere; provò un misto di tristezza, commozione e sensi di colpa «L’ho fatto per mio fratello. Per favore, mettetevi nei miei panni.» soffiò il naso su un tovagliolo.
«Dove si trova suo fratello? Dov’è nascosto?» chiese Steve in conclusione.
«In un hotel distante da qui, ma sempre nella laguna. Vi fornirò il nome e l’indirizzo. Eravamo d’accordo che ci saremmo trovati lì a fine festa.»
Gertrude si avvicinò e gli fece una carezzina «Coraggio, figliolo, non piangere. Mangia una pasta fresca.»
Steve sorrise «Harper, le dispiacerebbe telefonare alla polizia?»
La donna si attivò immediatamente «E perché dovrebbe dispiacermi? Corro subito! Ci sono due criminali da assicurare alla giustizia!» poi, quando sentì il gemello presente piangere ancora, corresse il tiro «Facciamo uno e mezzo. Se può consolarla.»
«Da un lato, peccato.» concluse Susan «Avrei voluto sentire gli spiriti ancora un po’.»

Harper Windsor diceva sempre che Venezia assume un fascino particolare quando la pioggia si placa e il sole fa la sua apparizione.
Le gocce d’acqua scintillavano come piccole gemme.
Le strade, ancora umide, riflettevano la luce, creando un effetto magico.
I vicoli erano tornati animati: i passanti si muovevano lentamente, i colori delle facciate delle case sembravano più vividi e i canali risplendevano.
Le gondole, ora asciutte, oscillavano dolcemente sull’acqua. I Cafè avevano aperto le loro tende, invitando le persone a gustare un espresso o un cappuccino mentre erano intente ad ammirare il panorama.
Venezia è una pittrice che dipinge con i colori del sole, trasformando ogni angolo in un quadro vivente.
«Qual è il problema?»
Price si girò verso Steve «Qual è il problema?» ripeté, sputando veleno come un serpente e sfogliando animatamente le pagine del manuale regalato dallo psicologo «Il problema è che nemmeno ti accorgi del “problema”.»
«Così sei insopportabilmente criptico.» ribatté Steve, sistemandosi meglio nella sedia del Cafè ed aprendo le gambe.
«Hai detto che potevo scegliere. “Scegli tu cosa bere”, hai detto. Questo è il problema.»
«Io non vedo problemi.»
«Io ho scelto il cappuccino, ma tu hai fatto storie e alla fine hai costretto anche me a bere l’espresso.»
Steve respirò a pieni polmoni, guardando da tutt’altra parte «Mica l’ho fatto apposta. L’espresso dà più carica di un cappuccino. L’ho fatto per te.» disse, rigirandosi i pollici.
«No, tu l’hai fatto perché vuoi sempre comandare.»
«Metti via quel libro, per cortesia.»
«Dovresti leggerlo, invece. È pieno di spunti interessanti! Fa riflettere! E non vale se lo leggo solo io.»
«Quello psicologo è pazzo, Jonathan.»
«Io credo sia più sano di noi due messi insieme, invece.»
«Ha richiamato il commissario.» mise al corrente Steve, cambiando completamente argomento «Hanno trovato il fotografo.»
Price chiuse il libro di scatto e sbuffò «Sì, bè...devo dire che è stato un piano ingegnoso. Non avevo mai sentito di droga nelle macchine fotografiche.»
Steve sorrise, gli passò un braccio intorno alle spalle ed accavallò le gambe, godendosi il panorama «Era un piano perfetto. E probabilmente l’avrebbe fatta franca, non fosse stato per alcuni detective presenti al matrimonio.»
Jonathan sospirò e gettò il libro sul tavolino, concentrandosi anche lui sulla meravigliosa Venezia, piccioni disturbanti compresi «Massì. Dopotutto, perché? Perché dobbiamo cambiare?»
«Se cambiassimo, non non andremmo più d’accordo.»

Piazza San Marco, baciata dal sole, si apriva davanti a loro come un palcoscenico.
Chuck teneva delicatamente il viso di Susan tra le mani, e il sorriso di lei era un invito ad un mondo di emozioni.
Si guardarono intensamente, come se il tempo si fosse fermato soltanto per loro.
«Dolce Susan, è come se Venezia stesse rispendendo solo per noi.» disse lui con voce sommessa.
«Se fossi una ineguagliabile romantica, direi che sei il mio cavaliere, pronto a difendermi dai draghi!» scherzò la ragazza.
«Mmh. Draghi a Venezia? Forse solo quelli nei nostri cuori.»
«Quelle sono farfalle.»
Lui le afferrò dolcemente la mano «Se io sono il tuo cavaliere, tu allora sei la mia Dea veneziana.»
«Che ti ho detto? Niente complimenti per adularmi.»
«Ma lo penso davvero!»
«Non mi farai su come Adam fa su le sue fidanzate!»
Chuck sorrise e la strinse per la vita, specchiandosi nei suoi occhi «Ce n’è davvero bisogno?» domandò «Siamo qui, in questa città unica al mondo, e tutto sembra possibile. Sinceramente, vorrei che questo momento non finisse mai.»
Questa volta si fece avanti lei.
«Allora possiamo fermare il tempo. Solo per un bacio.»
Così, tra il suono delle campane, il richiamo dei gabbiani e il profumo del mare, le loro labbra s’incontrarono.
Fu un bacio dolce ed appassionato, come se tutto il loro amore si riversasse in quel gesto.
E mentre il sole continuava a baciare Venezia, loro si abbracciarono, immersi in un’atmosfera di eternità.







 
FINE.









Ringraziamenti:

Carissimi, eccoci giunti all'epilogo di questo mini giallo a tema "pasquale".
Vi ringrazio di essere stati con me nel corso di queste settimane, è stato piacevole aggiornare ogni week end facendovi gustare la storia pian piano.
Un ringraziamento speciale va alle carissime Milly Sunshine, OrnyWinchester, Serpentina, jessicalocke ed EleAB98, che hanno commentato capitolo per capitolo, facendo congetture. *-*

Per ora non ho altri gialli in cantiere, ma sono certa che prima o poi qualcosa dalla mia testolina uscirà fuori, è solo questione di tempo.

Buona Pasqua a tutti! <3

SwanXSong


 

  
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