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Autore: BlackPaperMouse86    31/03/2024    2 recensioni
Un viaggio nella coscienza di Alastor, destinato a indagare il rapporto che quest'ultimo ha con Lilith e, di conseguenza, con Charlie.
Il titolo di questa storia cita il brano "Wizard Of Meh" di Pogo e la Playlist che è nata da esso: https://www.youtube.com/playlist?list=PLRKM-zi_0_vejjdbcZDkihH3ULWwP6XXc
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor, Charlie Morningstar, Lilith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Perché ce ne stiamo tutti zitti?” Esclama Nifty, il cui sguardo infantile non riesce a comprendere il perché, da quasi un minuto, nessuno nel salone ha ancora avuto la forza di parlare. “Cosa succede?”
“Succede che Alastor c’ha l'amante!” Sghignazza Angel Dust, sollevando dal tavolo la lettera colorata di rosa, con inquietante soddisfazione. “Stamattina, mentre il signorino era via, ho trovato questa piccolina che svolazzava nel corridoio, su per le scale. Continuava a provare a infilarsi sotto la porta di Alastor, ma senza successo. Mi sono incuriosito, così ho deciso di prendere la busta in mano per vedere se c’era scritto qualcosa sopra, sul mittente, sul destinatario… Ma niente. Niente di niente. Sospetto? Io credo di sì.” L’entusiasmo dell’attore aumenta vertiginosamente nel momento in cui si accorge che tutti gli occhi del salone sono puntati su di lui: “Ma attenzione! Questa non è una carta qualunque, ragazzi. No, no no… Queste diavolerie me le spediva sempre Valentino, quando flirtava con me agli inizi della nostra collaborazione. Lettere Carnivore, si chiamano. Possono essere aperte solo dalle mani del destinatario. Di solito si usano per i messaggi segreti o… Per le dichiarazioni d’amore. Chiunque altro provi a sbirciare dentro, viene addentato dalle zanne della busta.” Mostra il proprio braccio sinistro, cosparso di ferite da morso. “E io ci ho provato.”
“Non avresti dovuto, Angel…” Lo rimprovera Charlie.
“Oh, andiamo, curiosona! L'avresti fatto anche tu!”

Non so come rispondere. Tutto quello che ha detto Angel è vero.
“No, no, ma secondo me è un falso.” Nega Vaggie, ancora incredula all’ipotesi. “Cioè, è chiaramente diretta ad Alastor… Ma magari è una comunicazione di lavoro, no?”
“Non lo so, Vaggie. Tu cospargeresti le tue lettere di lavoro di tutto questo profumo?” Il demone ragno annusa l'oggetto aprendo tutte le narici. “Lei è una tipa elegante, vero?” Mi chiede. “O è un tipo?”
“Sei proprio una canaglia, Angel.” Ghigna Husk.
“E dai, non mettetelo in imbarazzo.” Sorride nervosa Charlie, nel tentativo di nascondere il proprio evidente disagio. “In fondo non c’è niente di male a scambiarsi qualche segreto con una…” Non ha chiaramente idea di cosa dire. “…Persona speciale, no?”

Mi sento nauseato. Nelle mie viscere naviga l'impulso violento di fare a pezzi il ragno, il felino e l’intera stanza insieme. Ma devo calmarmi. Devo restare calmo. Non posso lasciar intendere che quella lettera sia importante per me… Che qualsiasi cosa sia importante per me.

“E va bene, mi avete scoperto.” Ammetto con un sospiro sereno. “È da qualche tempo che mi perseguita un’ammiratrice. Mi spedisce lettere d'amore una volta al mese, nella speranza di una mia risposta futura, che chiaramente non arriverà mai. Buste del genere sono una vera noia, ma in fondo,  non posso impedire a nessuno di spedirmele. Essere il più famoso conduttore radiofonico dell'Inferno ha i suoi rischi, dopotutto.”
L’espressione dei demoni sembra sprofondare in una triste delusione. Ma il sorriso di Angel Dust è ancora largo e malizioso. “Una stalker fastidiosa, eh?” Si alza dalla sua poltrona con il biglietto di Lilith in mano, attraversando il salone fino a raggiungere il nostro camino. “Allora conterrà soltanto le solite fastidiose smancerie… Non vale nemmeno la pena di leggerla.” Sporge la busta sopra il fuoco, dove una lingua di fiamma inizia a scaldarla in un angolo. Quest’ultimo diventa nero. La carta rosa si sta tingendo di nero.

La mia lettera.
“Bruciamola e basta, ti va, Al?” 

Il microfono in cima allo scettro si accende di un rossore sanguigno. Non riesco a contenere la furia con cui il mio braccio, istintivamente, si solleva a ordinare l’incantesimo. Eserciti d'ombra saettano contro il corpo del ragno, lo afferrano per il collo e lo schiacciano con violenza contro il tappeto, paralizzandolo a terra. La busta, ormai sospesa a mezz'aria, viene afferrata da uno degli arti oscuri, che la lancia dritta nella mia mano. Il mio sorriso, stretto nei denti, è attraversato da violenti respiri.

“HAH!” Trionfa l'attore dal basso della sua posizione. “Ammiratrice un cazzo, Al! L'avete visto? Ragazzi, avete visto che razza di reazione?!”
Nifty scoppia a ridere. “Ora Alastor farà Angel a pezzettini!”
“Diamoci tutti una calmata.” Ordina Vaggie, visibilmente preoccupata. “Alastor. Lascialo andare.”

Trasgressore. Come vorrei punirlo. Come vorrei succhiargli via l'anima dagli occhi. Occhi schifosi, da insetto, da calpestare, da spiaccicare contro un muro.

“Alastor. Ti ho detto di lasciarlo.”
Ma no, invece proprio no, come al solito non posso fare assolutamente niente. Charlie è stata molto chiara su questo: io non posso danneggiare gli ospiti dell’Hotel, altrimenti ne verrò cacciato. E io ho bisogno che lei mi voglia nell’Hotel. Nulla funzionerebbe più se lei non mi volesse nel dannatissimo Hotel.

Certo che lo lascio andare...” Affermo con un tono decisamente troppo intimidatorio, e senza che alle mie parole segua l’effettivo ritiro delle ombre. Osservo il corpicino gracile del ragnetto strisciare sul pavimento nel tentativo di liberarsi dalla mia morsa. Sapere che lui non può farlo, che lui non potrebbe rialzarsi mai più se non fosse per la mia gentile concessione, mi restituisce lentamente la calma.

“Angel.” Pronuncio, mentre i miei occhi ingialliti iniziano a recuperare il loro solito colore. “Sei fortunato.” Anche la mia voce sta ritrovando la propria rilassatezza. “Tra dieci minuti devo essere in radio per la trasmissione del pomeriggio.” È una menzogna, ma sarei disposto a dire qualsiasi cosa pur di uscire al più presto dalle mura dell’Hotel. Lascio andare il corpo dell’orribile ragnetto dalle fauci delle ombre, che tornano a dormire nel mio bastone. “Perciò, oggi tra noi finisce qui. Ma non sarò altrettanto gentile la prossima volta che toccherai qualcosa di mio.”
“Amico, ma ti senti quando parli?!” Sghignazza l’attore davanti alla mia minaccia. “Stai ancora cercando di fare la voce grossa da cattivone… Qualcosa di mio, ma dai! Stai insinuando che per te quella busta ha lo stesso valore del tuo papillon, o del tuo ridicolo monocolo?! Se lo pensi davvero, allora ti prendi in giro da solo. Non ti saresti mai sputtanato davanti a tutti per salvare una letterina qualunque.” Mi sorride, questa volta senza malizia ma con una strana, divertita, complicità. “Sai cosa penso, Al? Sai cosa penso? Che sei cotto.”

…Cotto?
Come un fegato? Come un pezzo di carne? Sono cotto?

“Cotto marcio.” Conclude Angel. “E questo ti fa incazzare.”
“Non so nemmeno di che cosa tu stia parlando!” Esclamo, gioioso di poter finalmente dire la verità dopo questa infinita valanga di menzogne. La mia ignoranza su questo utilizzo della parola cotto è reale – i demoni intorno se ne accorgono, e le loro espressioni oscillano tra il divertito e il perplesso. “E ora peccatori, se volete scusarmi, ho molto da fare.” Infilo la lettera stropicciata nella tasca della giacca ed esco a passo rilassato dalla stanza, mentre Angel mi grida dietro: “Intendo dire che sei innamorato, vecchio coglione!”
Odo dal corridoio lo schiaffo di Vaggie sulla testa del ragno e i rimproveri che ne seguono. Poi, qualche risatina femminile, il continuo sghignazzare dell’attore: “Ma l’avete visto, ragazzi? L’avete visto?”, finché il brusio dal salone non si spegne. Sono troppo lontano per ascoltare ancora.
…Innamorato.
Una parola, un concetto semplice. Forse è per questo che non sono mai riuscito ad associarla a Lilith. Il sentimento che mi lega a lei è tutto, tutto meno che semplice.
   
 
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