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Autore: Lizzyyy02    31/03/2024    3 recensioni
Natsu e Lucy. Due anime lacerate, deluse, sofferenti. Entrambi innamorati di chi non può ricambiarli.
Si troveranno, iniziando un gioco pericoloso, che li porterà ad impazzire. E chissà se non gli si rivolterà contro. Quello di cui erano stati certi fino a quel momento si incrinerà pericolosamente. A volte non possiamo controllare le nostre emozioni, i sentimenti, le sensazioni.
"Sa che è sbagliato, per una serie infinita di ragioni, ma quel momento è fuori dalla realtà. Che male c'è nel trovare un po' di conforto..."
"«Ora conosci il mio segreto, Natsu. Non sono pura, non sono innocente, non sono quello che Loki crede io sia. Il mio istinto ha la meglio su di me e lo lascio vincere...»"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lisanna, Loke, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N
L’eco dell’acqua che scorre culla i suoi pensieri sconnessi. È sdraiato sul letto, le braccia incrociate, e un sorriso ebete ad aleggiargli in faccia e che non vuole schiodarsi da lì.
Farlo con Lucy è sempre così…è fantastico. Non riesce a trovare altre parole. Stavolta sono rimasti a letto per un po’, dopo.
Si sono tenuti stretti e di nuovo ha sentito come nascergli qualcosa, dentro. Sta scoprendo emozioni, sensazioni, che non pensava esistessero in lui, e che solo lei è riuscita a risvegliare.
Dopo quindici minuti buoni lei ha deciso che era il momento di farsi una doccia, e nonostante le proteste di Natsu e schiocchi di baci a tradimento, è scappata in bagno.
Incredibile come solo ora si chieda che ore siano. Quando sta con Lucy, il mondo esterno sparisce completamente.
Alzando il busto cerca i suoi jeans tra i vestiti che, nella foga di spogliarsi, sono finiti sparsi sul pavimento, raccogliendoli e pescando il cellulare nella tasca.
Sono già le undici di sera. Il tempo è letteralmente volato. Ora che ci pensa non hanno cenato.
Si gratta la nuca, corrucciato. È già tanto se nel frigo c’è del ketchup e mezzo limone. Però forse ha un uovo…magari con del pane…
Mentre pensa a come sfoggiare le sue inesistenti doti culinarie scorre le notifiche. Niente di nuovo in realtà. Nuova planimetria da Gajeel, audio da Gray, messaggio in segreteria di Lisan…
Eh?
Aggrotta le sopracciglia, mettendo meglio a fuoco e…no, non se lo è immaginato, c’è davvero.
Ha l’istinto di alzare la testa verso il bagno. L’acqua sta ancora scorrendo.
Si rimette seduto, osservando il cellulare corrucciato, per poi premere sulla nota.
“E-ehy Natsu. Ascolta. Devo parlarti, è importante. Non si tratta di Bixlow, né di nessun altro, si tratta di…me e te. È un po’ che mi tengo dentro questa cosa e devo parlarti. Assolutamente. Richiamami”
Mette il telefono giù. La mascella contratta. Cosa vuol dire? Il tono è strano, glielo ha sentito davvero poche volte.
Non sa cosa pensare. Sicuramente non può richiamarla adesso. Ma…vuole? Cos’è questa sensazione di amaro alla bocca dello stomaco? Agitazione? Forse semplicemente un brutto presentimento.
Proprio in quel momento si apre la porta del bagno. Lucy è totalmente rivestita. Sorride, ma improvvisamente gli sembra strana anche lei. 
«Ehy»
«Ehy…senti Nastu è tardi, dovrei andare» Lui aggrotta le sopracciglia. In qualsiasi altro momento avrebbe sicuramente provato a farla desistere ma adesso si sente stranito. Quel messaggio è stato tanto inaspettato da confonderlo.
Lei raccoglie la borsa, fa una grattatina sul muso a Happy e va verso la porta, ma lui la raggiunge.
«Quando ci rivediamo?» Ha comunque la forza di chiederle.
«Non so, ti scrivo, okay?» Gli fa un sorriso dolce, per poi tendersi sulle punte e raggiungere le sue labbra.
Quel bacio ha un sapore così diverso da tutti gli altri che si sono dati. È come se si percepisse un non detto, quando il loro rapporto è sempre stato caratterizzato da onestà estrema. O forse è solo lui a pensarlo per via di quel dannato messaggio.
Chiude la porta, riporta il telefono davanti a sé, iniziando a scrivere sulla tastiera.
“Oi, ho sentito il messaggio…puoi passare a casa quando vuoi”
L
Si sente così rilassata sotto il getto della doccia di Natsu. Sorride ripensando alla giornata appena trascorsa. Le scappa anche da ridere rivedendo Natsu che viene colpito dal suo coach, o quando l’ha costretto a indossare la barba. 
E si ritrova anche ad arrossire ripensando…beh, al dopo. O a Natsu che combatte. 
Si morde un labbro. Sono stati letteralmente due ore nel suo letto, senza riuscire a staccarsi l’uno dall’altra. Lei si è fatta anche coccolare. È stata un’esperienza nuova, così bella, quasi più intensa dell’atto stesso.
Sei sicura?
Mh, in effetti no. Farlo con Natsu è così bello. Ogni singola volta è come se lui le donasse tutto sé stesso. Alterna momenti di brama e foga ad altri in cui è estremamente gentile, accorto, premuroso, con una naturalezza disarmante.
Di colpo il suo telefono poggiato sul lavandino vibra, facendola riscuotere. Chiude l’acqua, decidendo che ci è decisamente stata abbastanza, avvolgendosi con l’asciugamano pulito che Natsu le ha dato prima di entrare in bagno. Afferra il telefono. Nota con una smorfia che è quasi scarico, ma la notifica la fa sorridere. Compone subito il suo numero.
«Allora? Dimmi tutto!» Fa subito una voce acuta all’altro lato. Lucy sorride «È stato…diverso»
«Mh? Che vuoi dire?»
«Strano ma bello»
«Vabbè. Meglio di normale ma noioso, no?» 
«Decisamente»
«Sei ancora con lui?»
«Mi ha portato a casa sua»
«Ecco la fregatura. Vabbè, ti lascio. Goditi il tuo appuntamento» La ragazza allarga il sorriso.
Chiamala fregatura
«Grazie Lev. A casa ti racconto tutto»
«Ciao Luce»
«Ah, Lev! Ho il telefono scarico, se non ti rispondo è per questo»
«Almeno sta volta mi hai avvertito» Fa, esasperata. Lucy ridacchia «Non vorrei rischiare che chiami di nuovo la polizia solo perché non ho risposto a una chiamata»
«È colpa tua che mi fai prendere gli infarti! Dai, ciao, a dopo» E mette giù. Lucy ride scuotendo la testa.
Proprio mentre stacca il telefono dall’orecchio, un’altra notifica lo fa vibrare. Riaccende lo schermo. E di colpo si paralizza.
Durante una scossa elettrica è questo che succede ai muscoli: si contraggono, di colpo sei bloccato, non puoi più muoverti. Quella vibrazione del suo cellulare doveva essere una scossa elettrica, o non si spiega.
Perché. Stava andando tutto così bene. Cosa vuoi adesso
Porta il cellulare all’orecchio con mano tremante. 
Lucy, come stai? La nostra ultima chiacchierata è finita in modo un po'…strano, ma…ecco, ci sono stati degli sviluppi con la ragazza di cui ti ho parlato. Non sono buoni. Non voglio usarti per sfogarmi, la verità è che ho riflettuto molto su una cosa e credo di essere arrivato a una conclusione importante…richiamami appena senti il messaggio”
Stringe il cellulare nella mano quasi a volerlo rompere. Perché proprio adesso? Ora che è pronta a dimenticarlo. Ora che si trova insieme a un ragazzo che…
Chiude gli occhi, sofferente.
La cosa giusta da fare sarebbe eliminare il messaggio, uscire dal bagno e continuare il suo appuntamento, dimenticandosene.
Ma è più complicato di così. 
Si riveste con un nuovo peso sul petto, guardandosi un’ultima volta allo specchio.
Non ce la fa a dimenticarsene. Non può.
Esce dal bagno, forzando un sorriso.
«Ehy» Fa lui, ma lo vede aggrottare le sopracciglia. Sicuramente non si aspettava di rivederla già vestita. O forse ha già compreso qualcosa.
«Ehy…senti Nastu è tardi, dovrei andare» Sa che forse se ne pentirà, ma in questo momento non riesce a continuare a rimanere con Natsu come nulla fosse. Non riuscirebbe a essere serena.
La sua faccia esprime tutta la sua delusione, eppure non le dice nulla.
Lei allora raccoglie la borsa a terra, vede il gatto di Natsu e gli fa una carezza, prima di dirigersi verso la porta.
La sua voce la blocca «Quando ci rivediamo?» 
Si sente così in colpa «Non so…ti scrivo, okay?» Sta praticamente scappando via, dopo avergli detto che gli scriverà lei.
Le ricorda qualcosa.
La vecchia Lucy
Maschera il dolore con un sorriso.
Si allunga a baciarlo. Eppure, lì non riesce a nascondere il senso di colpa. Il vero motivo per cui se ne sta andando.
Vuole finirla una volta per tutte.
Ascoltare quello che ha da dire, dichiararsi, venire rifiutata e andare avanti con la sua vita.
Per liberarsi di quel peso.
Potersi concentrare solo su Natsu.
E non può aspettare ancora. Deve farlo adesso.
Appena lui chiude la porta, avvicina il telefono all’orecchio.
«Pronto, Signor Loki? Si. Si. Adesso sono libera. No, no, va bene. Si. A tra poco»
N
Cammina in tondo per la stanza già da cinque minuti, la mano a scompigliare i capelli. Sicuramente non si sarebbe aspettato che dopo cinque secondi Lisanna gli rispondesse chiedendogli di poter passare in quel momento.
Sente di aver fatto un errore a dirle di sì. Insomma, ha appena avuto il suo primo appuntamento con Lucy, non ha fatto in tempo a uscire di casa che già un’altra ragazza entrerà. E non una qualsiasi. Il motivo di tutto quel casino.
Sospira. Continua a chiedersi cosa dovrà dirgli di così importante da volersi fiondare a casa sua a mezzanotte. Quando sente il campanello quasi non sussulta. Le apre il portone e attende quei secondi che sembrano interminabili.
«Ehy» Si materializza davanti alla porta. Si avvicina per abbracciarlo e il suo primo istinto è di bloccarla, ma sa già che risulterebbe strano, quindi si lascia stringere piano. La sua amica si sfila il cappotto, lasciandolo sul divano. Non è la prima volta che passa a casa sua ovviamente, eppure si percepisce la tensione. Lei indossa i soliti jeans e il maglione bianco, ma è truccata. 
Non mi dire. Che sia stata anche lei all’appuntamento con quel tipo? 
Forse è stato un disastro e vuole parlare di questo. 
«È per quel tipo strano?»
Lei si siede sul divano, torturandosi una ciocca corta di capelli. 
«La smetti di chiamarlo così? È comunque no, non c’entra Bixlow, te l’ho anche detto…»
Ah. Giusto. Le ha detto che non riguardava nessun’altro. Si gratta la nuca e la raggiunge, sedendosi anche lui.
«Allora che c’è, Liz?»
Dai capelli è passata a giocherellare con la collana. È evidentemente tesa.
«In questi giorni sono stata strana, vero?» Così. Di colpo. Rimane per un attimo spiazzato.
«Niente di più strano del solito, perché?»
«Dai. Sono seria»
«Eh, che vuoi che ti…» Per un attimo ripensa a tutte le volte che ha provato a parlarle, a come cercasse di sfuggirgli «beh…un po' mi hai evitato»
Lei fa una smorfia, come di amarezza «Anche tu»
Non può negarlo. Ma lui ha una motivazione.
Devo dimenticarti 
«Natsu, non voglio che tu mi nasconda le cose»
Ingoia un groppo in gola.
«Che…?»
«Se ti sei fidanzato, puoi dirmelo»
Silenzio. Spalanca gli occhi quasi a farli uscire dalle orbite. 
«Eh?»
«Ti sei fidanzato, no?»
Aggrotta le sopracciglia. Non sta capendo.
«Lisanna…non mi sono fidanzato»
Lei chiude gli occhi, scuotendo la testa «Continui a mentire…»
«Ma non sto…»
«Senti Nastu, so tutto!» Fa, alzandosi in piedi, fissandolo «Al Fairy, un po' di tempo fa, io ero al bancone, e ti ho visto uscire fuori, così ti ho seguito» Inizia «Eri con una ragazza sul marciapiede, e poi ve ne siete andati»
Natsu è sconvolto, non riesce a spiccicare verbo. Lisanna allora continua imperterrita «La volta dopo, l’ho riconosciuta subito. Tu sembravi scioccato. Io volevo capire chi fosse, perché credi sia andata ballare con lei? Poi siete anche spariti in bagno…»
Natsu non sa cosa pensare. Lisanna sapeva tutto. Di Lucy. Sapeva già tutto. 
«È questo che hai cercato di dirmi in tutto questo tempo, vero? Ora sono pronta a sentirlo»
È ancora sconvolto, eppure un pezzo della frase lo confonde ancora di più.
«C-che vuoi dire che sei pronta a sentirlo?»
Lisanna si risiede, sembra arrossita. Cosa sta succedendo. Cosa diavolo sta succedendo.
«Sono pronta a sentirlo perché…ora anche io posso stare con qualcun altro…dopo averti visto così e aver capito tutto…ho pensato che potevo dargli una chance»
Natsu si alza, scuotendo la testa. 
No. No. No.
Si alza anche lei.
«Ma la verità è che non posso»
«No» No. No. No.
«Natsu. Mi piaci. Da sempre»
L
Ha sempre immaginato che Loki vivesse in un bellissimo appartamento. Una di quelle case ultramoderne, con la cabina armadio enorme, piena di camicie.
Ma si ritrova comunque a strabuzzare gli occhi davanti davanti a quell’edificio imponente. Un po’ le ricorda quello del loro ufficio, solo che questo ha una terrazza in cima, ed è proprio lì sopra che deve andare.
Fa un respiro, entrando e individuando subito l’ascensore. Preme il pulsante con il numero 12, appoggiandosi poi alla parete. Tra poco finirà tutto. Una volta uscita sarà libera da lui.
Esce dall’ascensore e percorre il corridoio lungo e antisettico che la separa dalla porta. Stringe la mano in un pugno, per poi suonare il campanello. Dopo pochi secondi, le compare davanti. Indossa la camicia, come sempre, ma ha l’aria stanca, probabilmente stava per andare a letto. Nonostante questo, le sorride. Mentre la invita ad entrare il tono è neutro ed elegante, come quando sono a lavoro. 
Analizza gli interni. È proprio come se la immaginava: pulita, moderna, enorme. La casa di un amministratore delegato. È piuttosto buia, però.
Si rende conto di non aver detto una parola da quando è entrata. Deve dire qualcosa. Ma cosa? 
Di colpo si sente come un lottatore precipitatosi a sfidare un’avversario decisamente più forte. 
«Grazie di essere qui» Si volta a guardarlo mentre si avvicina.
Deve interrompere quel mutismo.
Dí qualcosa, dannazione
«È una casa bellissima» Okay, è qualcosa.
Lui stira un sorriso «E non hai visto fuori» Detto ciò, la guida verso la porta-finestra. Escono, e lo spettacolo che le si para davanti è davvero mozzafiato.
«Grazie di essere qui» Lei abbandona la vista per spostare lo sguardo su di lui
«Lo hai già detto»
«Sentivo di doverlo ripetere»
Lucy si tortura una ciocca di capelli tra le dita, uno spiffero di vento la fa stringere nelle spalle. 
È andata lì con un obbiettivo ben preciso, ma non ha idea di come iniziare il discorso…in effetti ora che ci pensa, c’è un altro motivo per cui è lì.
«Signo…Loki…di cosa volevi parlarmi?»
Lui stira un’altra volta le labbra «Vedo che hai capito, finalmente. A non chiamarmi Signore»
Lei si morde un labbro «Ci è voluto un po’»
I suoni della notte riempiono l’aria e quel silenzio tra loro. Macchine sull’asfalto, risate lontane, il vento contro gli alberi.
«L’ultimo periodo è stato strano per me» Inizia «io sono un uomo razionale. La ragione è l’unica cosa che mi guida, da sempre. Però da un po’ di tempo non riesco a seguirla»
«Ti ascolto» Lo incalza.
«Mi…sento di fare cose. Di pancia. Cosa impensabile per me»
«Hai fatto un gesto spontaneo per lei?» Chiede.
Lui ride piano «Qualcosa del genere» Infila la mano in tasca, estraendo un piccolo cofanetto.
«Volevo farlo. Ma non l’ho fatto. È stato questo il vero gesto spontaneo. Ho scelto di non fare qualcosa, guidato dall’istinto»
Di colpo la fissa, intenso.
«E riflettevo, e riflettevo. E di colpo ho capito una cosa» Fa, per poi continuare «sei tu che lo scateni, Lucy»
La ragazza spalanca gli occhi. Un passo indietro, a ritrovare l’equilibrio che per un attimo ha perso.
«Quando ti ho chiesto di uscire, l’istinto me lo gridava. Quando ti ho parlato di Aries, volevo scatenare una tua reazione»
Cosa…cosa sta…
«Lei è la cosa giusta, ma ho capito che non voglio la cosa giusta, Lucy. Non potevo darle questo»
Di colpo si inginocchia. Il cofanetto ancora tra le mani. Lentamente lo apre, illuminando il buio della notte intorno a loro con un piccolo sole argenteo. Un diamante che sembra accecarla, eppure spalanca gli occhi ancora di più.
«Dovevo darlo a te. A te, Lucy. Mi dispiace di averlo realizzato tardi. Per favore, stai con me»
Levi
Serate come quella stanno diventando sempre più una routine per la turchina: lei sdraiata sul divano a scorrere i social con apatia nel buio della stanza illuminata solo dalla tv tenuta accesa per sottofondo. 
In generale non ne soffre, in realtà. Le piace anche stare da sola, a volte lo necessita, ma allo stesso tempo alcune sere come quella di sente decisamente troppo sola, soprattutto quando Lucy non c’è, e si ritrova a fare mille pensieri sulla sua amica bionda. Ormai anche preoccuparsi per lei è routine.
L’ha chiamata giusto un’oretta fa, per chiederle come stesse andando con quel ragazzo. A volte le sembra più sua mamma che la sua migliore amica, ma conosce bene Lucy e sa che è fragile. Non può spezzarsi, non se c’è lei a proteggerla.
Sbuffa quando il cellulare le casca di mano. Lo riprende, osservando la foto di quella coppietta felice su Instagram.
Un fidanzato. Ne sente la necessità solo in serate come quella. Lei non ha bisogno di nessuno.
Faremo un po’ di casino
«Eh?» Arrossisce, quasi facendo cadere il telefono un’altra volta. 
Si porta il cuscino sulla faccia. Da quando l’ha visto è stato impossibile togliersi quel gigante dai capelli chilometrici dalla testa. Il suo tono di voce. Il modo in cui in ufficio si avvicina a lei per chiederle informazioni, sovrastandola del tutto. 
Il modo in cui l’ha visto riprendere un altro operaio con quell’espressione così…
Basta. Basta. Questi pensieri non vanno bene, deve distrarsi. Assolutamente.
Come l’avessero ascoltata, di colpo il telefono squilla. Forse Lucy.
Lo recupera da sotto la gamba. Numero sconosciuto.
Aggrotta le sopracciglia. Vorrebbe non rispondere, ma non si può mai sapere, alla più brutta dovrà vedersela con un call-center.
«Pronto?»
«Eh…si, parlo con Levi?»
«Ehm si…e tu sei…?» La voce le sembra quasi familiare, però.
«Probabilmente non ricordi, sono Natsu, ci siamo conosciuti quando hai fatto fare l’ispezione a me e a Gajeel» La lampadina le si accende in testa.
«Si certo, Natsu! Ma…come hai il mio numero?»
«L’ho chiesto a Gajeel» Per un attimo si blocca. Che vuol dire? 
«E perché lui ha il mio numero?»
«Non ne ho idea, è l’unica persona che ho pensato potesse averlo. Scusami Levi ma dovevo parlare con qualcuno che conosce Lucy…vi ho viste parlare in ufficio…» La ragazza aggrotta le sopracciglia.
«Con Lu…?» Si blocca. Di colpo tutti i pezzi vanno a loro posto. Lucy gliel’aveva anche detto il suo nome, ma solo ora ha collegato «Lo sconosciuto!»
Lo sente ridacchiare «Vedo che sai tutto» fa una pausa, per poi tornare serio «Ho provato a chiamare lei, ma…»
«Si, mi aveva detto che le si stava scaricando il telefono»
«Senti…mi serve il suo indirizzo. È…importante»
Levi fa una smorfia «Natsu, viviamo insieme. Non è ancora tornata…mi dispiace» 
Silenzio, poi lo sente ridacchiare amaramente «Pensa che sono già fuori casa. Solo dopo mi sono ricordato che non sapevo dove abitasse»
Fa un sorrisetto. Avrebbe tanto voluto che Lucy dopo Loki si fosse presa…una sorta di pausa. Ha anche cercato di farla desistere dall’andare all’appuntamento con quel nuovo ragazzo, di cui aveva sentito parlare solo da lei. Eppure, adesso che sentiva la sua voce, suonava sincera e…quasi disperata.
Si mise a ragionare. Conosceva bene Lucy, come le sue tasche. Ogni gesto, ragionamento e fragilità. La sua amica era stata ad un appuntamento, andato molto bene secondo quello che le aveva detto al telefono. Cosa le era scattato in testa? D’improvviso, aveva avuto un assaggio di felicità, dopo tutto il dolore. 
Non so cosa mi prende, Lev. Non so cosa fare
Eppure, il dolore a volte è difficile da cancellare, da sopprimere. Bisogna fare un taglio netto. Riniziare. Ed era quello che la sua amica voleva.
Spalanca gli occhi «Natsu. So dov’è»
«Davvero?» Fa, di nuovo speranzoso.
Gli comunica quell’indirizzo, memorizzato dopo che una volta ha dovuto spedire una bozza importante al suo domicilio personale. È sicura che Lucy sia li. Spera solo che la sua amica stia bene.
«Vai da lei, Nastu» Sorride. Non può vederlo, eppure in quel momento riesce a immaginarsi benissimo il sorriso del rosato, visto solo una volta, ma i cui occhi verde scuro trasmettevano solo sincerità.
«Ci puoi contare»
«Ah, aspetta Nastu, come fa G…!» 
Biip biip biip
Come fa Gajeel ad avere il mio numero
Sospira
Riafferra il cuscino e lo stringe tra le braccia, sorridendo alla penombra della stanza.
 
Non sa nemmeno lui perché stia correndo così veloce. Dopo la chiamata con Levi, è partito a razzo, la mente vuota se non per un pensiero. Dopo cinque minuti riesce già a intravedere quel palazzo. Schiva abilmente due signore che gli lanciano sguardi d’odio, ma continua a correre.
Ti prego, fa che non sia troppo tardi
Ha questo presentimento da quando è uscita da casa sua. Così distante. Dentro di sé lo sapeva, se lo sentiva che stava andando da…lui. 
Arriva di fronte all’edificio.
Dannazione.
E adesso? È arrivato fin lì ma non può entrare.
Si mette a girare in circolo, nervoso. Si sente agitato, accaldato per la corsa, mille pensieri in test…
«Natsu» Si blocca.
Si volta quasi a rallentatore.
A pochi metri di distanza, lei. Ha l’espressione sconvolta.
Lui stringe i pugni. Ingoia un groppo in gola.
In tre falcate veloci la raggiunge. Anche lei gli va incontro, lasciando cadere la borsa.
Le loro labbra si trovano immediatamente. Natsu si disseta. Ritrova il fiato perso. Da lei, con lei. Ha capito che non riuscirebbe nemmeno a respirare. Ne ha bisogno. Così tanto.
E glielo dice.
«Ho bisogno di te» 
Lucy ha chiuso gli occhi, scuote la testa, mentre due lacrime scendono rapide sul mento.
«Che c’è?» Chiede, poggiando la testa sulla sua.
«Natsu» Le esce, mentre piange «non voglio farti soffrire, non voglio…»
«Sei venuta qui a dichiararti a lui?»
Lei spalanca gli occhi «No! Io…sono venuta a dirgli che…insomma sono venuta a chiudere una volta per tutte…poi…lui mi ha…chiesto di stare insieme»
Natsu ha un sussulto, ma si trattiene
«Cosa hai detto?»
Lucy lo fissa con quegli occhi enormi, liquidi. Non dice niente.
«È venuta Lisanna a casa» Continua lui. Lei si morde un labbro.
Nastu fa un sorriso amaro «Alla fine ero davvero ricambiato» Fa, semplicemente.
«Quindi siamo riusciti a farci ricambiare entrambi, alla fine» Commenta Lucy a mezza voce.
«Sembrerebbe di sì» 
«Dovremmo…» Inizia, distratta da Nastu che ha preso ad accarezzarle la testa, per poi afferrarle il volto.
«Già, dovremmo…» Continua lui, baciandola ancora. Ma Lucy sembra più disperata di lui adesso. Si aggrappa al suo giubbotto con forza.
Natsu le afferra le cosce, tirandola su, premendosela meglio addosso.
Lucy si stacca improvvisamente.
«Anche io ho bisogno di te»
Nastu la fissa, e le sorride.
Ormai non può più negarlo a se stesso. È perso. È sotto un treno per questa ragazza. Tanto da averle fatto dimenticare Lisanna. Lei è diventata più forte di tutto, fuoco tra le sue braccia.
Lucy
Il primo istinto dopo che Loki aveva finito di parlare era stato fuggire. E praticamente lo ha fatto. È fuggita. Per poi ritrovarsi tra le braccia dell’unica persona che voleva vedere, toccare, avere addosso ancora.
Non sa quando sia diventato così forte. La piccola fiamma di quel fiammifero è finita in un barile di benzina dando fuoco alla sua anima. Lui le incendia l’anima. 
Eppure, teme di essere lei quella che lo brucerà.
«Di cosa hai paura»
«Di me. Lo sai come sono»
«So come sei. E ti voglio. Voglio i pregi, voglio i difetti, voglio te, Lucy» Non riescono a staccare gli occhi l’uno dall’altra. Si fissano, tenendosi stretti, finalmente consapevoli di quello che provano, consapevoli di cosa sono diventati l’uno per l’altra.
Eppure, Lucy non è solo istinto. È anche ragione.
«Da quanto ci conosciamo»
Lui alza gli occhi al cielo, ma lei continua.
«Sconosciuto. Sconosciuta. Siamo iniziati così noi, no?»
Lui però sorride a quelle parole.
«Si, siamo iniziati così. E guardaci adesso. Lucy io non voglio Lisanna. E tu non vuoi Loki. Tu vuoi me. E io voglio te. Da pazzi» Si blocca, baciandola ancora e riprendendo «Lucy, non mi interessa se ci sono mille altre cose da conoscere di te. Questo non mi spaventa, mi eccita»
Lucy ridacchia, mentre sente altre lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi
«Ti va di rischiare con me…sconosciuta?» Ghina, mentre quegli occhi di foresta le scavano dentro.
Lucy ci affoga per un attimo, prima di riemergere e sorridergli, stringendogli i capelli tra le dita «Ci puoi scommettere, sconosciuto»
Fine
 
 
 
Primo “angolo autrice” di sempre! Siamo arrivati all’epilogo di questa storia (o meglio, mini-long). Sono molto felice di averla portata a termine, ma chissà, non escludo magari spin-off sulla Gale o perché no anche Gruvia. Ci tenevo a ringraziare tantissimo tutti quelli arrivati fino a qui, chi ha recensito, messa tra preferiti/ricordati/seguiti o anche solo letta silenziosamente, grazie❤️. È la prima storia qui su EFP che riesco a concludere (e questo è solo il sesto capitolo…ottimo…) ma invece di portare avanti quelle che ho già iniziato la mia mente può starsene buona senza pensare a nuove trame Nalu! Nooo, ovvio. In questi giorni la pubblicherò, intanto vi lascio un estrattino qui, spero possa interessarvi
Spalancò gli occhi, percependo subito due cose. Uno, non era più in gilda. Due, era a casa di Lucy.
Eh?
Che ci faceva a casa di Lucy?
Di colpo tornò a sentire caldo, troppo. Dovunque si voltasse, Lucy. Sopra, sotto, tutt’intorno. 
Sussultò quando la vide uscire dal bagno. Il tessuto del pigiama sfiorava la sua pelle, sentiva anche quello nitidamente.
«Natsu! Per fortuna, ci hai fatto spaventare a morte!»
«L-Lucy ma…che è successo?» Si sforzò di dire, mentre alzava il busto, mettendosi seduto.
«Non ti ricordi niente? Sei svenuto subito dopo il conto alla rovescia. Alcuni hanno pensato a uno scherzo ma non ti rialzavi quindi ti abbiamo portato in infermeria. Eri bollente. Sembravi in preda ai deliri, continuavi a dire che volevi stare in un letto comodo…e quindi…» La vide abbassare lo sguardo e arrossire «gli ho detto che ti avrei portato a casa e dato un’occhiata io»
Natsu era stranito. Che cosa diavolo gli era preso? Anche adesso, stava meglio rispetto a prima ma si sentiva dannatamente caldo. Non credeva di essere stato vittima di qualche incantesimo nemico (ormai, aveva sviluppato un certo istinto per queste cose) gli sembrava quasi che il suo stesso corpo stesse cambiando in qualche modo. Il suo fuoco bruciava più intenso dentro di lui, e i suoi sensi continuavano a crescere.
«Non credo di avere la febbre. Non sto male…sono solo…»
«Fidati, ce l’hai» Rispose lei, e poggiò il palmo sulla sua fronte, alzandogli leggermente i capelli. Nastu trattenne il fiato. La sua mano era così fresca. Il ragazzo abbassò le palpebre in una mezzaluna. Le afferrò il polso.
«N-Natsu, che…»
Non badò alle sue proteste. Portò la sua mano davanti al suo viso, e poi le annusò il polso, a fondo, riempiendosi i polmoni. Subito quel calore così bruciante gli invase di nuovo la pancia. Lucy ritirò la mano, rossa in viso, ma a lui non era bastato. Ne voleva ancora.
Si avvicinò lentamente a lei, respirando sempre più profondamente, fino ad arrivare alla fonte di quell’odore. Il suo collo. Rimase li fermo per un po', senza fare nulla. Come rimanere fermo sul ciglio del precipizio senza osare buttarsi. Poi, si buttò. Sfiorò la sua pelle con il naso. Era liscissima. Continuò il suo percorso fino al suo orecchio, e da lì ridiscese ma stavolta sfiorandola con le sue labbra chiuse.
Natsu non si sentiva più in lui. Era come se il suo solo istinto gli dicesse cosa fare. Anzi, gli urlasse cosa fare. Strinse i pugni perché sentiva di star impazzendo.
«Natsu…» Il ragazzo spalancò gli occhi. Non aveva mai sentito quel tono alla sua compagna prima d’ora. Era stato un sussurro, ma flebile, spezzato, tremante. Qualcosa in lui si ruppe.
Di scatto afferrò la sua compagna stendendola sotto di lui. La reggeva per le spalle, respirando veloce. Lei lo guardava di rimando con occhi sgranati e lucidi, le gote ormai cremisi. La ragazza dischiuse le labbra e lui affondò più a fondo i polpastrelli nella sua pelle. 
Non aveva mai provato niente di simile. Bruciava tutto, dentro.
«L-Lucy…non so cosa mi prende…»”
 
Ehh? Sono riuscita a incuriosirvi un po’? Ci vediamo presto, un bacio❤️
   
 
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