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Autore: Justice Gundam    31/03/2024    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 25 – I primi sintomi della paura

 

"Mia nipote Brienna... sta morendo."

Queste furono le parole che il sergente Grau Soldado, dinnanzi alla Compagnia del Draco, pronunciò.

Tuttavia, per quanto egli si sforzasse di non far trasparire nessun tipo di segno di disperazione, un po’ per la stanchezza che egli aveva e un po’ perché i ragazzi notarono tutte le micro espressioni dell'uomo, non riuscì nell'intento di restare calmo e cominciò a singhiozzare.

Krea si mosse per prima ed andò dall'uomo, gli prese la mano e gliela strinse. "Stia tranquillo sergente Soldado... troveremo un modo di risolvere questo problema." cercò di incoraggiarlo.

"Si, un modo si troverà, non penso che la cosa sia così grave..." continuò Rilo, con un tono che voleva essere rassicurante ma che contrastava molto con la sua espressione preoccupata, che trovava riscontro anche nella sorella maggiore che lo guardava anche lei con preoccupazione.

Entrambi speravano che la "questione della peste" di cui avevano sentito parlare non avesse nulla a che fare con quella situazione. Ma i loro pensieri furono interrotti da Grau che si alzò con un moto di stizza.

"E come faccio a non preoccuparmi?" esclamò. "Mia nipote sta male! Nessuno sa cosa abbia! Nè io, nè sua madre, nè tanto meno il resto di Fine Sentiero!"

Grau comprese di essersi lasciato troppo andare, si calmò e si ricompose. "Scusatemi, è che... io voglio molto bene a quella ragazzina."

"Non si preoccupi, sergente Soldado... la capiamo." disse Runyar, per poi continuare dopo una breve pausa. "Ma mi dica, per caso sa dirmi che sintomi ha?"

Grau si voltò verso il nano e poi rispose con ritrovata calma. "Ehm... sì, certo. Allora, vediamo... beh, da tre giorni a questa parte si è ricoperta di macchioline... NO! Di pustole rosse come il sangue su ogni parte del corpo, ha tremori, tossisce da far paura, ha i brividi, e a malapena riconosce le persone che le stanno accanto. Per non parlare del fatto che non riesce a mandar giù neanche quella brodaglia di quel buono a nulla dell'erborista... che ho dovuto cacciare a calci..."

Runyar fece cenno di aver capito con la testa e poi proseguì. "E scommetto che andare alla banca di Abadar è escluso."

"E ha scommesso bene, mastro Locklin. Le tariffe di quel posto per la cura sono troppo elevate." continuò Grau con un sospiro. "Allora..."

Ma Runyar lo interruppe per poi rivolgersi ai suoi amici. "Ragazzi, non chiedete altro e rispondete." affermò con autorità. "Grau Soldado è vostro amico?"

"Che domande, Runyar... Certo che lo è!" disse Fedra leggermente confusa per poi vedere gli altri che fecero un cenno di assenso.

Runyar apparve soddisfatto. "Bene, non chiedevo altro, allora è deciso." concluse, poi si rivolse nuovamente a Grau. "Sergente Grau Soldado, le comunico che oggi è il suo giorno fortunato, poichè io sono recentemente stato nominato Banchiere di prima classe, e come tale, mi è concesso un determinato privilegio che mi viene dato dalla cosiddetta 'legge della condivisione dei beni'." spiegò. "Legge che consente a quelli del mio rango di condividere gratuitamente i miei servigi da chierico del Dorato solo con i miei parenti e amici più stretti. E si dà il caso che lei, sergente Grau, sia un nostro amico stretto... o per meglio dire, lei è amico di Kostur, che a sua volta è mio amico."

Kostur, che in tutto questo aveva ascoltato con molta attenzione il tutto, si voltò verso Runyar, comprendendo dove voleva andare a parare. "Certo che si. Siamo amici io e te, così come lo è anche il sergente Soldado." concluse con tono sicuro il mezzorco.

"Ottimo!" esclamò il nano. "Allora andiamo, sergente, ci porti da sua nipote, farò tutto il possibile per curarla. E non si preoccupi, come ho detto non le costerà nulla, se poi lei volesse fare una donazione, la farà con calma, quando vorrà. Non è obbligatoria nel nostro caso."

"Io... io... non so cosa dire." mormorò commosso Grau. Per un po’ pianse, ma si riprese in fretta. "Va bene, seguitemi."

"Certamente! Prego, sergente Soldado... ci conduca pure da sua nipote." rispose Krea. Non poteva negare a sé stessa di essere un po' preoccupata. I sintomi che Grau aveva descritto non assomigliavano a quelli di nessuna malattia di cui lei avesse mai sentito parlare, e sperava che Runyar sapesse quello che stava facendo.

 

oooooooooo

 

Sollevato e speranzoso, Grau aveva guidato la Compagnia del Draco in un piccolo quartiere di Korvosa, conosciuto come Fine del Sentiero, situato nella zona nord-orientale della grande città. Questa comunità, composta principalmente da Varisiani, con una minoranza di Shoanti e di Cheliaxiani disadattati. Era conosciuto come un luogo di povertà e criminalità... ma per certi versi, Krea e Rilo avevano l'impressione di trovarsi in una piccola città, piuttosto che nelle caotiche vie di Korvosa. Gli elementi criminali erano impossibili da ignorare - ogni tanto, guardandosi attorno, gli avventurieri riuscivano a vedere dei gruppi di tipi loschi, teppisti ed accattoni dall'aria truce. Esattamente il tipo di persone che non aspettano altro che l'occasione di accoltellare alle spalle qualche passante sprovveduto e portargli via tutto ciò che di prezioso aveva addosso.

"Questo posto è inquietante..." disse tra sé Rilo. Se non altro, i tipacci non stavano fissando né lui né la sorella maggiore, forse perché avevano visto che erano Varisiani anche loro.

"Purtroppo, molte famiglie che non possono permettersi di meglio sono costrette a cercare una casa da queste parti." rispose Grau. "E da quando mio fratello è morto, mia cognata Tayce ha dovuto arrangiarsi a crescere i loro quattro figli. Edmyure, Charlo, Rello... e come vi ho detto, Brienna. Come potete immaginare, non è una vita semplice... e la lavandaia non è esattamente un lavoro che rende molto."

"Ma i ragazzi aiutano a portare avanti la casa? O sono troppo piccoli per farlo?" chiese Fedra. Un tipaccio dalla barba incolta, circondato dall'inconfondibile fetore di alcol, gettò un'occhiata poco raccomandabile alla caligni, che rispose con uno sguardo minaccioso e sfoderando appena un po' la sua daga. Questo fu sufficiente a convincere il bruto ad andarsene altrove. Orik e Verik stavano in retroguardia, tenendo rispettivamente la spada e la lancia ben visibili per scoraggiare eventuali aggressori.

"Beh, certo. Edmyure, il più grande di tutti svolge due lavori. Nello specifico l’erborista e il tuttofare itinerante, cosa che lo porta talvolta a lasciare la città per diversi giorni. Anche mesi … ma tutto sommato guadagna molto bene, Charlo e Rello sono apprendisti di un carrellista amico di famiglia ... e Brienna, prima di essere colpita da questa strana malattia, lavorava come cameriera." rispose Grau con un sospiro. "Se non altro, Tayce e la sua famiglia sono ben conosciuti e stimati da queste parti, quindi non abbiamo nulla da temere dagli Sczarni che bazzicano da queste parti."

“Anche perché quelli non oserebbero avvicinarsi neanche di un passo verso Tayce e i ragazzi… anche grazie a quell’individuo che veglia su mia nipote.” penso Grau silenzioso ma concentrato.

"Capisco..." disse Krea, mentre Majenko svolazzava vicino a lei, guardando storto tutti i malintenzionati che si aggiravano là attorno. "Scusi se le faccio questa domanda, ma... è ancora molto lontana la casa della signora Soldado?"

"No, anzi, direi che siamo arrivati." rispose Grau, indicando un'abitazione che quasi non si vedeva tra le tante casupole fatiscenti del quartiere. La casa della famiglia Soldado era una costruzione in legno a due piani, piuttosto larga e tozza, e che chiaramente aveva un urgente bisogno di riparazioni. In pratica, quella casa dava l'impressione di appartenere ad una famiglia che era troppo impegnata a sopravvivere per perdere tempo con lavori di manutenzione. "Ecco... come potete vedere, quella è la casa di mia cognata e dei miei nipoti."

Tutti i membri della Compagnia del Draco restarono in silenzio. Non si aspettavano che la famiglia del loro amico vivesse in un posto così insalubre ed inquietante. Per qualche motivo, Kostur non faceva fatica a credere che da quelle parti si fosse diffusa qualche malattia strana...

"Okay... ora vi accompagno in casa di Tayce e dei ragazzi." disse Grau con tono solenne. "Mastro Locklin, lei crede davvero di poter curare mia nipote?"

"Devo prima vedere di che malattia si tratta." rispose il nano. "Da come me l'avete descritta, sembra qualcosa di nuovo. Ma farò sicuramente tutto il possibile per farla riprendere. Stia tranquillo, sergente Soldado, noi della Compagnia del Draco non lasciamo indietro nessuno."   

"Prego, sergente Soldado... ci faccia pure strada." disse Verik. "Anche se... non so se ci staremo tutti quanti in casa."

Orik si schiarì la voce. "Penso che sia meglio se entrano solo alcuni di noi." affermò. "Ovviamente Runyar, visto che è il chierico... e Krea, visto che è il capo del gruppo.”

“Va bene, e sia!” disse Krea risoluta. Tuttavia, in quel momento si fece avanti Kostur che chiese di poter parlare. “Sì, Kostur? Dì pure, ti ascoltiamo.” rispose Krea con fare calmo.

“Grazie, Krea. Ascoltate, se non vi dispiace vorrei poter entrare anche io, e per un motivo. Vorrei capire, visto il luogo… se la casa, di suo, non abbia potuto essere artefice della malattia della piccola. Sapete com’è, senza offesa... ma più un posto è insalubre e più c’è probabilità di contrarre una malattia. Non sono un medico, ma forse potrei scoprire qualcosa.” concluse egli con tono analitico.

Krea per un attimo restò interdetta, e si fermò a pensare a tale richiesta da parte del suo compagno di squadra. Da una parte era giustificata, dall’altra invece non le sembrava necessaria. La magus pensava che la malattia fosse dovuta al posto in cui abitavano la donna e i ragazzi, e che la piccola non si fosse ammalata per colpa di qualcos’altro.

Era escluso che fosse stata contagiata dalla peste di cui si vociferava.

Assolutamente fuori discussione...

Eppure anche lei voleva capire e sapere. E chi meglio del mezzorco investigatore era adatto per scoprire cosa fosse realmente accaduto alla piccola? In questo modo loro avrebbero potuto avere delle informazioni per prevenire un secondo contagio ai danni non solo della piccola, ma anche della stessa famiglia e di tutto il quartiere.

Si, non c’era ombra di dubbio. Era la scelta migliore da fare. Kostur doveva venire con loro.

“Va bene, Kostur, allora verrai anche tu." rispose Krea. "In modo da poter fare i dovuti accertamenti e capire la situazione”

Il mezzorco annuì e si congiunse con la giovane Aldinn e il nano chierico di Abadar, che subito vennero raggiunti da Grau. "Bene. Allora se volete seguirmi, vi faccio strada." disse l'uomo. Tirò fuori la sua copia delle chiavi di casa e aprì la porta, per poi fare cenno al gruppo di entrare. Krea entrò per prima, con Runyar e Kostur al seguito, mentre Grau per ultimo, non prima però di essersi assicurato che gli altri attendessero lì fuori.

Entrando in casa Soldado, i tre ospiti furono stupiti di ciò che videro. L’interno della casa, pur avendo bisogno anch’esso di una piccola opera di rimodernizzazione, era sorprendentemente pulito e anche ben tenuto. I tre si erano aspettati un luogo, se non sporco, quantomeno trascurato, visto che gli occupanti erano troppo occupati a tirare avanti per perdere tempo con faccende domestiche e restauri di ogni sorta.

E invece casa Soldado era anche molto spaziosa e arredata con gusto, sebbene gli arredi fossero semplici. Un vaso di ceramica era posto sopra una cassettiera di legno di quercia, e in esso era stato messo un mazzo di fiori. Accanto al vaso si trovavano due quadri con dietro un cavalletto, quello alla destra raffigurava un uomo varisiano adulto con barba curata e capelli neri dal caratteristico taglio militare e dalla carnagione olivastra tipica dei Varsiani, il fisico robusto e vestito con una divisa della guardia Korvosana accanto ad una donna che teneva in braccio un neonato mentre accanto al lei vi stava un ragazzo, una ragazzina ed un infante.

Mentre quella alla sinistra raffigurava un giovane uomo. Kostur si avvicinò di più per guardare meglio poiché sembrava di averlo già visto quel ragazzo… e difatti così era: l’aspetto, pur con qualche piccola differenza, era quello del giovane Edmyure, il maggiore dei quattro figli di Tayce. Per il resto non c’era gran che se non qualche scarabocchio che adornava i muri.

Vicino al divano del salotto si trovavano due ragazzini che presentavano gli stessi tratti somatici dei Varisiani che Runyar aveva ormai visto spesso soprattutto in Krea e Rilo. Giocavano mesti con dei fantocci di legno, nel più totale silenzio, ma il più grande dei due regolarmente alzava lo sguardo in direzione del sottoscala per poi abbassarlo.

Runyar si voltò anche lui in direzione dell’ombroso sottoscala, curioso di capire il perché il ragazzino più grande lo stesse guardando. Ma prima che potesse vedere qualcosa, sentì Grau strillare.

“COSA CAZZO CI FAI TU QUA? TI ERA STATO DETTO DI SLOGGIARE! E SUBITO ANCHE!”

"M-Ma, signore, io sono qui per..."

Il nano si voltò di scatto e con lui anche i piccoli, e videro il motivo di tanto chiasso: Grau, in preda ad un attacco di collera se la stava prendendo con un uomo vestito di bianco e dai tratti somatici Vudrani, con tanto di pelle scura e capelli neri e ricci. Il malcapitato, che indossava le vesti bianche e dorate di un chierico di Abadar, era stato afferrato per il bavero della veste e sollevato da terra, e cercava senza successo di calmare Grau.

“Per favore, sergente Soldado, si calmi!” esclamo con fermezza Kostur. Lui e Krea si adoperarono  subito per placare la rabbia del sergente, mentre Runyar andò ad assistere il suo collega chierico.

“Calmarmi? Dovrei calmarmi? Neanche per...” strepitò Grau.

Ma in quel momento l’urlo di Grau venne interrotto da un rumore raggelante proveniente da una stanzina al piano di sopra - un violento attacco di tosse che squassò per soli cinque secondi quella catapecchia, per poi calmarsi all'improvviso.

Raggelati, i tre membri della compagnia restarono in silenzio per un po', prima che Krea prendesse la parola. "Sergente Soldado..." mormorò la magus. "E'... è quello che... penso io?"

Grau confermò con voce rotta. "Purtroppo sì, signorina Aldinn..." Si interruppe, per poi allontanarsi dal luogo in cui stava l’uomo e poi andare a poggiarsi con la schiena su di un muro lì accanto “…quella che ha tossito è mia nipote. La piccola Brienna.”

Un attimo dopo, si sentì un lieve suono di qualcuno che stava scendendo le scale, e Krea alzò lo sguardo per vedere chi stesse arrivando.

E fu lì che la videro arrivare - una donna alta, dal fisico integro e dalla bellezza semplice, come del resto lo era il suo modo di vestire: una canotta arancione e una giacca di cuoio senza maniche lunga fino alle ginocchia, una sciarpetta di lino leggero di color giallo sbiadito con delle linee orizzontali blu e verdi; un pantalone color marrone scuro che fasciava le gambe e scarpe in pelle nera di buona fattura.

Tuttavia, si vedevano i segni della stanchezza e dell'ansia sul suo volto, e i suoi lineamenti cerei quasi del tutto sbiancati per la fatica, ma nonostante ciò, la donna non appariva rassegnata nè tantomeno scoraggiata.

"Buongiorno. Benvenuti nella nostra umile casa." disse la donna Varisiana con voce calda.

“Buongiorno a lei. Lei è Tayce Soldado, suppongo.” chiese Krea con tono cordiale.

Tayce annuì, ma non restò a discutere, e si rivolse con decisione all'uomo vestito di bianco ed oro, che si stava rimettendo a posto con fare imbarazzato. "Allora... è pronto?" chiese Tayce con un misto di impazienza ed ansia.

L'uomo non fece in tempo a rispondere prima che Grau si alzasse di scatto. "No! E non lo sarà mai!" esclamò Grau severamente. "Tayce, quest'uomo se ne stava andando. Adesso."

"Cercavo di spiegarle, signore..." rispose il Vudrano con tono mite. "Che la signora Soldado, qui presente, aveva per l'appunto richiesto i miei servigi per la malattia della figlia."

Grau replicò seccato. “Non ce ne sarà bisogno. E' tutto risolto, ho già la soluzione.” Il suo tono era quello di uno che non voleva sentire repliche.

Ma Tayce non era disposta amollare così facilmente. “Ma non capisci? E' fatta, Grau, finalmente la sorte ci assiste!"

"Ma davvero? E dimmi, in nome di Desna, lui è ciò che ci concede la provvidenza, eh?" fece il sergente Varisiano, trattenendo a stento la rabbia.

"Grau, ascolta..." rispose con calma la cognata.

"NO!” ribattè Grau. “Assolutamente no, per gli dei! Si era detto di non spendere cifre esorbitanti per … per QUELLO LI! Ti ha dato di volta il cervello?"

Tayce non si scompose, e anzi alzò la voce a sua volta. "HAH! MA SENTITELO!” Poi guardò i suoi due figli più piccoli, un po' spaventati per il tono, e abbassò la voce. "Con che coraggio fai la predica a me, quando tu ti presenti con un altro chierico di Abadar qui, a casa mia?" disse lei indicando il nano che non disse nulla.

Grau si fermò, colto di sorpresa dalle parole della cognata, ma poi riprese. "Tayce … hai ragione, ma vedi... lui ci darà tutto gratis, può farlo perchè..."

Tayce lo fermò e riprese a parlare, con tono solenne ed autoritario. "Ascoltami tu, Grau! Tu sei il fratello di Bayan, e io ti voglio bene... ma ti voglio far presente che io sono una madre, e per salvare mia figlia io farei di tutto, persino spendere soldi per un chierico di Abadar! Ma Desna ci ha benedetti, ci ha mandato un chierico del Dorato che farà tutto gratuitamente, grazie a lui!"

Tayce indicò il sottoscala e tutti i presenti osservarono il punto in questione. I due bambini - chiaramente Charlo e Rello, i due figli di mezzo di casa Soldado - indietreggiarono e si nascosero dietro il divano. Krea notò questo strano comportamento e si chiese cosa mai potesse fare paura ai due bambini, poi guardò l’ombra del sottoscala che Tayce stava indicando.

Due sinistre e piccole luci rosse si accesero di colpo nell'oscurità, e Krea sobbalzò e inciampò per lo sbigottimento.

"Un... un demone?" esclamò Runyar, ma Tayce lo bloccò e gli chiese di aspettare.

L'ombra si stava ingrossando e le luci rosse danzavano muovendosi in modo ipnotico. Per un attimo, Kostur ebbe l'impressione che l'ombra stesse cambiando forma mentre si muoveva minacciosa verso di loro. Ma un attimo dopo, l'ombra si arrestò e cominciò ad assumere tratti umani mentre usciva dal sottoscala... e fu allora che Krea, Kostur e Runyar lo videro.

Era una figura sinistra, torreggiante e minacciosa. Era vestita con un'armatura di cuoio borchiato completa di color nero puro con le rivettature e i bordi color grigio metallizzato che ricopriva tutto il suo corpo. La tunica (composta da una maglia a collo alto ed un pantalone attillato) era anch’essa grigio scuro. La sua cintura era nera e presentava una fibbia di color grigio metallizzato, simile ad una delle maschere indossate dei samurai del Minkai. Il suo volto era totalmente coperto da una maschera spettrale a forma di teschio i cui occhi erano color rosso sangue, gli stessi occhi visti nelle tenebre, e indossava un mantello con cappuccio anch’essi totalmente neri. Ai piedi aveva degli stivali alti fino al ginocchio e dello stesso colore. Così come i suoi guanti. Ma la cosa più strana era la sua cintura - era piena di tasche, e sulla sinistra portava una lunga spada ricurva posta in un elegante fodero.

L’individuo avanzò in modo lento ma tranquillo e poi fischiò un sinistro motivetto, al fine del quale si senti un tonfo. Krea si voltò di scatto e vide che Grau era cascato a terra... ma si ricompose rapidamente e si rialzò senza problemi.

“Almeno potevate dirmelo che c’era… lui.” commentò Grau, ora più calmo, mentre Kostur lo aiutava a rialzarsi.

“Ma si può sapere chi è quest'uomo?” disse Kostur, impressionato dall'aspetto di quella figura.

E a quel punto lo spettrale sconosciuto cominciò a parlare. “Krea Aldinn, della casa Aldinn. Figlia primogenita dell’ultimo membro del Casato delle Cupe Ombre e dell’ex ammiraglio della Compagnia dello Zibellino.”

Poi guardò il nano “Runyar Locklynn, servitore di Abadar.” disse solo questo e poi guardò l’investigatore e disse, con tono gentile “…e voi siete messer Kostur Kyle, il fidanzato di Trinia, nonché gran detective a suo dire.” concluse.

Tutti e tre impallidirono. Quell'individuo sapeva così tanto di loro? E forse anche degli altri là fuori?

Il misterioso individuo fece una riverenza e poi parlò con voce profonda. “Salute a voi, agenti del Trono Cremisi. Mi presento, io sono la notte. Io sono la paura. Io sono l'angelo custode di Brienna, la mano sinistra della giustizia di Korvosa, l’ombra di Blackjack. Molti sono i miei epiteti. Ma voi che siete amici di Grau potete chiamarmi… Mister Fear."

Krea sbattè gli occhi, allo steso tempo meravigliata e un po' intimorita da quella figura inquietante che stava innanzi a lei e ai suoi associati. "Vedo che lei ci conosce abbastanza, Mr. Fear." affermò infine. "Saprà allora che noi siamo qui per dare una mano alla famiglia Soldado, e per cercare di capire di cosa soffre Brienna."

"E per questo avete la mia gratitudine." affermò l'individuo mascherato.

Runyar, nel mentre, aveva rivolto la sua attenzione all'erborista che aveva subito la collera di Grau. L'uomo si stava guardando attorno, sfoggiando un’espressione di chi stava chiedendo scusa.

"Ecco... io... mi dispiace, signore, io faccio quello che posso, con i mezzi che mi vengono concessi..." affermò l'uomo, sotto lo sguardo di Grau. "Purtroppo... io vorrei poter fare di più per voi, ma... le regole della mia chiesa mi impongono di non offrire i miei servigi se non dietro un giusto pagamento e così ho pensato di… aggirare il sistema aiutandovi tramite l’erboristeria, e gratuitamente."

Appena egli disse “aggirare il sistema” e “gratuitamente” Runyar non ebbe più dubbi su chi egli fosse. Solo un chierico nella sua chiesa tentava di fare cose del genere per il bene del popolo...

"Ishani!" esclamò Runyar, riconoscendo l'uomo vestito di bianco. Sorpreso, il chierico Vudrano si voltò verso il nano e sbattè gli occhi sorpreso, prima che la sua espressione di aprisse in un sorriso speranzoso. "Ishani, sei proprio tu? Guarda un po' che sorpresa!"

"Run, vecchio mio!" esclamò l'uomo di nome Ishani. "Ne è passato di tempo dall'ultima volta!"

"Puoi dirlo forte..." rispose Runyar, per poi rivolgersi a Krea. "Signorina Aldinn, mi permetta di presentarle il signor Ishani Dhatri. Ci siamo conosciuti quando eravamo entrambi iniziati del Dorato. E' un tipo in gamba, puoi esserne sicura."

"Il signor Ishani sta cercando di curare mia figlia." affermò Tayce. "Mr. Fear, qui presente, lo ha convinto a venire qui, direttamente dalla Banca di Abadar. E adesso... sta cercando di curare questa strana malattia con i decotti, unguenti ed erbe messi a disposizione dalla dispensa di Edmyure."

Grau sospirò, e poi riprese con tono calmo. “Avrei dovuto immaginarlo... Va bene, okay, ma come pensate che possano delle erbe fare qualcosa contro questa malattia?”

“Beh qui ho una enorme varietà di erbe medicinali che Mr. Fear ha preso dalla scorta del giovane Edmyure e che gentilmente mi ha concesso, grazie ad esse penso che qualcosa posso riuscire a fare.” disse Ishani, che incontrò lo sguardo di Grau, ancora incerto se dargli fiducia o meno.

“Se posso sapere…” affermò Kostur incuriosito "Come mai i Soldado hanno il vostro aiuto, egregio Mr. Fear?”

Mr. Fear guardò il mezzorco e poi annuì in modo sicuro. "Le spiegherò tutto, agente Kyle. I Soldado mi hanno aiutato a nascondermi quando ero ricercato dai Cavalieri Infernali di Cittadella Vraid, per via di una questione chiamata… sottrazione di fondi e cibarie appartenenti agli agenti di Cheliax. Sebbene essi avessero a loro volta sottratto queste cose alla gente di Korvosa tramite abuso di potere. In breve, se lo meritavano" affermò. "Fatto sta che questa famiglia ha rischiato la vita per me, e da quel giorno sono in debito con loro." In quell’istante Grau e Tayce annuirono come a confermare il tutto.

"Certo, posso capire... ma temo che gli infusi e le erbe che avete con voi non stiano facendo molto, signor Ishani." affermò Krea preoccupata. Ishani annuì lentamente e fece un sorriso desolato.

"Visto? Quest'uomo è un ciarlatano!" esclamò Grau, con rinnovato risentimento. "E' stato qui tutto ieri, e non è riuscito a capirci nulla, e oggi stessa storia!"

"Grau! Ora smettila! Il signor Dhatri sta facendo tutto quello che può!" affermò Tayce con decisione. "Non è colpa sua se... se questa malattia è nuova e lui non sa che cosa funzioni o meno! Sta... sta facendo del suo meglio, e io... io... non ho altra scelta che... avere fiducia in lui!"

"Io non intendo dare fiducia al fratello della protetta di una famiglia di..." esclamò Grau senza riflettere.

"Ora basta!" tuonò improvvisamente Mr. Fear alzandosi di scatto. Grau si interruppe e indietreggiò impaurito alla vista degli occhi rossi e brillanti dell'individuo incappucciato, poi sospirò e si mise di nuovo a sedere, a capo chino.

"Mi meraviglio di voi, sergente Soldado. Giudicare un libro dalla copertina. E poi Ishani non è come la signorina..." tuonò l'incappucciato. Ma si interruppe prima di dire l'altro nome, e Krea notò che Ishani sembrava essere rabbrividito leggermente. La ragazzina comprese subito che c'era qualcosa che Ishani non voleva che si sapesse... e riguardava sua sorella. 

“Sono costernato... è che sono preoccupato per la sorte della piccola Brienna." si scusò Grau. "Non voglio perdere un altro mio familiare.”

"Calma! Calma, signori! Adesso c'è un altro chierico di Abadar con voi!" esclamò Runyar alzando una mano per chiedere ai presenti di calmarsi. Grau e Tayce restarono per un attimo in silenzio, quasi fremendo per l'ansia, poi si calmarono e fecero cenno a Runyar di proseguire. "Ascoltatemi... se potessi vedere la giovane Brienna, magari potrei cercare di capire qual è il problema, e fare qualcosa per lei."

"A questo punto... sono disposta a fare qualsiasi cosa per lei." affermò Tayce. "Va ... va bene. Brienna è ... nella camera di sopra... state attenti, non so se quella malattia sia contagiosa..."

Tayce aveva appena finito di parlare quando arrivarono altri violenti colpi di tosse dal piano superiore, così forti che Krea ebbe l'impressione che qualcuno si stesse soffocando con un boccone andato di traverso. L'attacco di tosse andò avanti per fin troppo tempo, al punto che Krea temette che la paziente si sarebbe soffocata o rotta un paio di costole... e poi cessò, rapidamente come era venuta.

Agghiacciata, Krea tacque, e Grau abbassò la testa e strinse una mano a pugno.

"Ecco... adesso... immagino che ve ne renderete conto..." affermò Tayce, cercando di mantenere la dignità anche se si sentiva che sarebbe presto scoppiata in lacrime. "Brienna sta soffrendo... non posso lasciarla così... devo tentare tutto quello che posso per salvarla..."

"Per favore, aiutate nostra sorella..." disse uno dei due figli lì presenti, che doveva essere Charlo. "Voi... siete la nostra ultima speranza..."

Runyar sospirò. "Non c'è bisogno che mi diciate altro." affermò. "Prego, Ishani, andiamo di sopra. Spero di riuscire a fare qualcosa."

"Sì... certo, Run." rispose il Vudrano, per poi guidare Runyar su per una piccola rampa di scale di legno che portavano al piano di sopra. I gradini scricchiolarono lievemente sotto i loro piedi mentre il duo di chierici di Abadar raggiungeva la camera da letto appena sopra la sala principale di casa Soldado.

In uno dei letti, quello più lontano dall'ingresso, giaceva una minuta figura, che sembrava quasi scomparire tra le ampie coperte e gli enormi cuscini che la circondavano. Con attenzione, Runyar e il suo compagno di fede si avvicinarono alla paziente, e il nano scostò con attenzione le pesanti coperte per darle un'occhiata.

Poco più che una bambina, Brienna era una ragazzina minuta dai capelli biondi scuri lunghi fino alle spalle, e la cui carnagione, già pallida per una Varisiana, era segnata da un'eruzione cutanea rosso fuoco che ricopriva il viso e le braccia, sotto forma di macchie di forme e dimensioni irregolari. Il suo respiro era lento, debole ed irregolare, e il suo esile corpo era scosso da dei tremori orribili. Le sue labbra si muovevano, come se stesse cercando di dire qualcosa ma le mancasse il fiato. Runyar restò sbalordito, e al tempo stesso agghiacciato. Sapeva già dei sintomi perché Grau glieli aveva descritti, ma vedere di persona gli effetti di questa strana e terribile malattia era tutt'altra cosa.

"Per tutte le casseforti di Abadar..." mormorò il nano. "Ishani, dimmi... queste... queste macchie sulla pelle... erano così grandi l'altro giorno, quando l'hai esaminata?"

Il Vudrano scosse il capo desolato. "No... purtroppo, ieri erano più piccole... questo può solo voler dire che la malattia è progredita rispetto a ieri... Questo morbo sconosciuto agisce fin troppo rapidamente."

Improvvisamente, Brienna scattò su, colta da un altro brutale attacco di tosse che la fece sobbalzare sul letto. Runyar si allontanò di un passo con espressione sbalordita e restò a guardare la ragazzina che si contorceva in preda agli spasmi... e si calmò altrettanto rapidamente, facendola ricadere sul letto. Ma il suo respiro restava difficoltoso come prima, se non addirittura di più.

"E' una cosa terribile... se non facciamo qualcosa, questa ragazzina non sopravvivrà a lungo." mormorò Runyar. Con espressione decisa, il nano afferrò il suo simbolo sacro e si concentrò, rivolgendo una preghiera alla sua divinità protettrice. "Splendente Abadar, il tuo umile servitore Runyar richiede la tua grazia, per alleviare le sofferenze di questa anima innocente. Ristorazione!"

Runyar estese il suo simbolo sacro e lo usò per toccare la fronte di Brienna, facendo scorrere in lei una minuscola parte del potere del Padre Facoltoso. Pochi secondi dopo, la ragazzina sembrò calmarsi, e Runyar riuscì a vedere le macchie rosse sulla sua pelle che si riassorbivano almeno in parte. La febbre scese, e il respiro di Brienna si fece più calmo e regolare. Runyar tirò un breve sospiro di sollievo e annuì in segno di approvazione - se non altro, quello era un miglioramento.

"Sei stato bravo, Run. Meno male che avevi un incantesimo di Ristorazione." affermò Ishani. "Ma... sai che questo non farà altro che farle guadagnare tempo. Senza un incantesimo di Rimuovi Malattia o un rimedio efficace, hai solo ritardato l'inevitabile."

"Lo so... ma per adesso, immagino che guadagnare tempo sia già qualcosa." affermò il nano, rimettendo a posto il suo simbolo sacro dopo aver sussurrato una preghiera di ringraziamento ad Abadar. "Senti, Ishani... quanto costerebbe una pozione di Rimuovi Malattia, più o meno?"

"Beh... qualcosa come 150 vele d'oro, più o meno." rispose prontamente il chierico Vudrano. "Certo non è una somma che una famiglia come quella della giovane Brienna può permettersi di pagare."

"Chiaramente..." affermò Runyar. "Ma noi sì. Okay, adesso vedo cosa si può fare. Se conosco i miei amici come credo, allora Brienna e i Soldado non hanno più niente da temere. Ascolta, io resto qui a prendermi cura di Brienna. Tu vai a dire alla mia capogruppo che servono 150 vele d'oro per una pozione. Sono sicuro che la somma apparirà in un lampo."

Ishani tirò un sospiro di sollievo a sua volta e sorrise. Quantomeno, sembrava che quella crisi avesse qualche speranza di risolversi bene. "Certamente, Run. Vado subito." affermò, iniziando a scendere le scale per tornare al piano di sotto prima ancora di aver finito la frase.

"Allora, signor Ishani? Com'è la situazione? Mia figlia si potrà salvare?" chiese Tayce, staccandosi dalle faccende per correre dal chierico.

"Non abbiamo perso di nuovo tempo, vero?" borbottò Grau, la cui fiducia nei confronti della chiesa di Abadar si stava ormai esaurendo. Gettò uno sguardo ostile ad Ishani, che si schiarì la voce e riferì quello che era successo.

"Ecco... in effetti ho qualche buona notizia. Siamo... siamo riusciti ad attenuare la malattia, e adesso vostra figlia si è stabilizzata." rispose Ishani. "Certo... non è una soluzione definitiva, ma se non altro, abbiamo più tempo per trovare una cura."

"Una cura? E cosa sperate di trovare?" esclamò Grau, spazientito ed ansioso per la sorte di sua nipote. "Stiamo... stiamo girando in tondo! Non abbiamo raggiunto alcun risultato concreto! Non mi direte che adesso serviranno soldi per un incantesimo di cura, vero?"

"E-Ecco..." cominciò a dire Ishani, un attimo prima che Krea si facesse avanti e alzasse una mano.

"Se si tratta di soldi, possiamo pensarci noi!" si offrì la giovane magus. "Di quanto ci sarebbe bisogno?"  

Grau e Tayce sgranarono gli occhi, sbalorditi e quasi paurosi di sperare in una tale fortuna... e anche Mr. Fear sembrò avere un leggero moto di stupore alla proposta della giovane ex-nobile. "Una pozione Rimuovi Malattia... costa attorno alle 150 vele d'oro, signorina. Voi pensate di..." iniziò Ishani.

Krea aveva già tirato fuori il borsellino e stava tirando fuori una generosa manciata di monete d'oro. "Bene. Allora credo che sia il momento di fare una colletta." affermò. "Non è un problema per il divino Abadar se compriamo noi una pozione a nome dei Soldado, vero?"

"Certo che no, signorina." rispose Ishani speranzoso. "Se la vendita avviene regolarmente, il Padre Facoltoso non ha problemi riguardo ciò che si fa della merce."

"Perfetto, allora io metto la mia parte." disse Krea, per poi interrompersi quando Mister Fear si fece avanti e le mise in mano altre monete da parte sua. "Anche lei, Mr. Fear?"

"Può ben dirlo, signorina. Come ho già detto, io sono l’angelo custode della ragazzina. E come tale ho giurato di salvaguardare la vita di Brienna, in qualsiasi modo sia necessario." spiegò l'individuo mascherato con tono cavalleresco. "E se c'è bisogno di pagare qualcosa per lei, ne sarò più che lieto. Ecco... queste sono quaranta vele d'oro."

"E con le mie e quelle di Krea fanno sessanta." affermò Kostur, facendosi avanti per offrire la sua parte. “Siamo già a cento.” 

"Okay! Grazie, Kostur, sapevo di poter contare su di te ..." rispose Krea. "Bene! Ora vado a sentire gli altri. Torno tra un attimo!"

Krea uscì da casa Soldado e trovò il resto del gruppo che ancora aspettava. Dopo che la ragazza ebbe spiegato rapidamente cosa stesse accadendo e di cosa ci fosse bisogno per aiutare Brienna, ognuno di loro mise mano ai borselli e diede qualcosa per raggiungere la somma necessaria. In appena due minuti, Krea aveva racimolato l'intera somma, e ringraziò i suoi compagni prima di tornare in casa Soldado e dare la buona notizia.

"Ecco fatto! Centocinquanta vele d'oro. Non una di più, né una di meno." affermò, mostrando un borsello contenente l'intera somma ad Ishani. "Adesso possiamo andare a comprare una pozione per Brienna."

"Lasciate che ci pensi io." Mr. Fear si fece avanti. "So dove andare per risparmiare tempo. Tornerò quanto prima, e con la pozione che serve."

Comprendendo che Krea poteva essere ancora un po' incerta riguardo una persona mascherata che lei aveva appena incontrato, una speranzosa Tayce parlò a favore di Mister Fear. "Potete fidarvi di lui, signorina Aldinn." affermò la signora. Guardò negli occhi il misterioso individuo, che annuì solennemente. "Comprendo che possiate essere un po' prevenuta e spaventata, visto che è il vostro primo incontro e non sapete praticamente niente di lui, ma Mr. Fear è una persona di cui ci si può fidare."

“Posso garantire anch'io per lui.” disse Grau, confermando il tutto.

"Come vi ho detto poc'anzi, io ho giurato di proteggere Brienna." affermò Mr. Fear con determinazione. "E come ombra di Blackjack, ho anche giurato di proteggere il popolo di Korvosa come fa lui. Potrei approfittare di questa corsa al tempio per capire se questo è un caso isolato oppure no. Corrono molte voci in città, e una di queste narra di come sia in atto il diffondersi di una peste. Ebbene io potrei capire, andando alla Banca, se la cosa è veritiera."

Krea ci pensò su per un istante, ma infine decise che in effetti l'idea migliore fosse di fidarsi di quel misterioso individuo e affidare a lui la somma che avevano raccolto. "D'accordo, messere. Voi occupatevi di procurare la medicina per Brienna. Io e i miei compagni resteremo qui e ci occuperemo della piccola. Il mio compagno è ancora lassù a badare a lei." affermò. "Non vi preoccupate, qui teniamo noi tutto sotto controllo."

"Io... non vi sarò mai abbastanza riconoscente." sospirò Tayce con le lacrime agli occhi. "Ma... per quanto riguarda il vostro compagno, siete sicuri che starà bene?"

"Sì... è rimasto da solo con nostra sorella..." affermò Rello. "Siamo sicuri che non verrà contagiato?"

Kostur annuì. "Vorrei sperare di sì. Dopotutto, i nani hanno una certa resistenza innata alle malattie." affermò. "State tranquilla, il nostro compagno farà in modo che Brienna resti controllata intanto che Mr. Fear si occupa del resto." Concluse lui voltandosi per primo in direzione del figuro incappucciato …

Ma Mr. Fear era già sparito.

 

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Sfruttando la sua conoscenza della città e di tutti i suoi vicoli e passaggi, Mr. Fear riuscì a sgattaiolare tra di essi senza farsi notare, avvicinandosi sempre di più al suo obiettivo fino a trovarsi in un vicoletto in penombra che proseguiva fino ad una grande piazza, la stessa che non tanto tempo prima Runyar aveva percorso assieme al fratello per ricevere la sua promozione dall'Arcibanchiere Darb Tuttle. E infatti, poco più in là, ecco sorgere la Banca di Abadar, nonché il quartier generale della Chiesa del Padre Facoltoso a Korvosa. Sembrava che l'attività fosse più concitata del solito, in effetti. Alcuni chierici erano disposti davanti ai cancelli di entrata e stavano mantenendo ordine in una piccola folla riunita nella piazza. Da quello che arrivava alle sue orecchie, Mister Fear si rendeva conto che c'erano altre persone che richiedevano i servizi del clericato di Abadar.

"Per favore, la mia famiglia ne ha bisogno!" sentì un uomo implorare. "Mio fratello si è messo a sputare sangue!"

"Anche mia madre ha quelle strane macchie rosse in faccia!" esclamò una ragazza. "Per favore, pagherò qualsiasi somma!"

I chierici cercavano di mantenere l'ordine, mentre uno alla volta i richiedenti versavano la somma di denaro richiesta e ricevevano ognuno in cambio una bottiglietta di cristallo blu riempita di un liquido denso. Chiunque la ricevesse ringraziava sentitamente i chierici prima di affrettarsi verso casa, tenendo la boccetta di pozione con estrema cautela.

“Macchie rosse. Gli stessi sintomi di Brienna." pensò Mr. Fear. "Cazzo, c'è decisamente qualcosa che non va, qui a Korvosa ... e forse quello che è accaduto a Brienna è solo l'inizio di qualcosa di ben peggiore. E come se non bastasse, tutti quelli che stavano facendo la fila davanti al Tempio di Abadar erano coloro che potevano permettersi la cura da loro. Se il mio presentimento è vero… se ci sono stati altri contagi… Quanti altri malati ancora languiscono nelle loro case perché le loro famiglie non hanno i soldi per pagare le cure necessarie? Perché le chiese di Sarenrae, Shelyn e Pharasma non si stanno mobilitando? Come è stato possibile?”

Questo era ciò a cui stava pensando il vigilante mentre vedeva quella tetra processione compiersi dinanzi ai suoi occhi. Quella vista turbava non poco i nervi d’acciaio del vigilante.

In quel momento i suoi occhi si posarono su uno dei chierici di Abadar che si mise a tossire in modo violento. L’attacco di tosse spaventò i presenti, compreso i colleghi del chierico.

“E'... è tutto a posto!" disse il chierico mentre tornava al suo posto. "È solo un colpo di tosse.”

“Che ieri non avevi, Iloas.” disse il secondo chierico con tono serio. “Accidenti a te e a quando sei stato nella volta a depositare quel sacchetto di vele d’argento…"

Ma il terzo lo interruppe bruscamente. “Gervanti! E stai zitto, cazzo! Spaventerai i presenti. Maledetta questa tua teoria che Abadar per punire i mercanti avrebbe maledetto il denaro della città con sacchetti pieni di monete maledette...”

“Ma Randall, ascolta, potrebbe essere che…”

Ma Randall lo interruppe. “Che niente! Il Dorato non ungerebbe mai il suo oro, il cuore del commercio di Korvosa, con un morbo punitivo. E chi ci crede è un eretico! E ora continuiamo, che poi dobbiamo andare ad aiutare i chierici delle altre tre chiese con i LORO di malati. Malati che si accumularono, per giunta!” sbottò.

“I LORO di malati? Vuol dire che… allora… significa che…” pensò Mr. Fear. E poi quella storia del sacchetto, e delle monete maledette. Qualcosa non tornava e la sua mente stava scoppiando, ma ecco che l’ennesimo colpo di tosse, proveniente stavolta da uno della processione, lo riportò alla realtà e ricordò a sé stesso che Brienna aveva la priorità in quel momento.

Si guardò attorno e vide una piccola rampa di scale, sotto la quale c'era lo spazio sufficiente per cambiarsi d'abito. Mr. Fear non poteva certo farsi vedere così apertamente.

Pochi minuti dopo, gli abiti, l'equipaggiamento e la maschera di Mr. Fear erano stati attentamente nascosti sotto le scale, e l'uomo, vestito dei suoi abiti civili, si affrettò verso il Tempio di Abadar... 

 

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Erano passate quasi tre ore da quando Mr. Fear aveva lasciato casa Soldado, e il gruppo di agenti del Trono Cremisi continuava ad attendere, con un misto di pazienza e di apprensione, che il misterioso individuo mascherato tornasse con la pozione che avrebbe salvato la vita a Brienna. 

"Ci sta mettendo un po' di tempo... forse davanti alla Banca di Abadar c'era confusione." affermò Ishani, mentre dava una mano a rimettere a posto un po' di strumenti e masserizie.

“Lo conosco bene, lui è sempre stato preciso” commentò Grau. “A meno che le dicerie che si son diffuse nell'Antica Korvosa non siano vere… in quel caso...”

"Si riferisce ... a quei discorsi che abbiamo sentito poco fa sulla peste, signor Ishani?" chiese Kostur. Quando il chierico gli rivolse la sua attenzione, il mezzorco fece un cenno con la testa e diede la sua spiegazione. "Abbiamo visto delle carovane di mercanti che se ne andavano da Korvosa, dicendo che nei quartieri vecchi c'era la peste, e abbiamo sentito parlare di malati che sputavano sangue ..."

"Vuoi dire... che la malattia di Brienna sarebbe la stessa che si è verificata nell'Antica Korvosa?" chiese Krea, anche se in effetti non sembrava granché sorpresa da quell'idea. "In effetti non si può escludere... ma di che cosa si tratterà, esattamente? Da dove è venuta una malattia simile? Il signor Ishani e Runyar... hanno detto che è una cosa che non si è mai vista prima!"

"Forse si tratta di qualche malattia nuova che è stata importata per errore. Che è arrivata qui a Korvosa a causa di qualche importazione da un paese straniero." rispose Ishani. "Dopotutto, con i traffici commerciali che passano per la nostra città, non mi stupirebbe che dalla stiva di qualche nave sia uscito qualcosa di strano. Un insetto sconosciuto che ha punto certe persone e ha trasmesso loro questa malattia, tanto per fare un esempio."

"Sì, in effetti avrebbe senso. Ma allora qualcuno dovrebbe catturare questo qualcosa ed esaminarlo, per capire come diamine funziona e cos'è questa strana malattia." affermò Krea. "Non vorrei che questi casi diventassero un problema serio..."

"Temo che sfortunatamente sia già un problema." rispose la voce ormai familiare di Mr. Fear, che era riapparso come dal nulla. Sorpresa dalla sua furtività, Krea sobbalzò e trattenne un'esclamazione di stupore. "La chiesa di Abadar è occupata a gestire tutti i casi di persone che si presentano da loro per farsi curare... e se quello che ho sentito è vero, le chiese di Sarenrae, di Pharasma e di Shelyn sono ancora più impegnate. Ma... chiedo scusa per il ritardo. Sono riuscito a procurarmi la medicina per Brienna."

Mr. Fear mostrò la bottiglietta di liquido curativo, per la gioia e il sollievo di tutti, poi senza ulteriori indugi salì le scale che portavano alla camera di Brienna, dove Runyar era rimasto fino a quel momento. Il nano era vicino alla porticina d'ingresso, pronto ad accoglierlo.

"Sei riuscito a ..." cominciò a dire Runyar, mentre l'individuo mascherato gli consegnava la pozione guaritrice. "Ah, perfetto! Bene, adesso ci penso io al resto. La nostra Brienna sta per guarire, finalmente."

Tenendo la bottiglietta con la massima attenzione, Runyar e l'uomo mascherato raggiunsero nuovamente il letto dove Brienna giaceva, le labbra che si muovevano lentamente, come se stesse cercando di parlare. Con estrema cautela, Runyar stappò la bottiglia e si chinò verso la paziente, poi inclinò il flacone e cominciò a versarle la pozione curativa in bocca, una goccia alla volta. Dopo qualche goccia, il nano le muoveva la bocca per aiutarla a deglutire - era un processo delicato, e Runyar temeva che Brienna non sarebbe stata in grado di tossire se il liquido le fosse andato di traverso. Per diversi minuti, il processo andò avanti... e Runyar vide le macchie sanguigne assorbirsi fino a sparire del tutto, il respiro tornare regolare, e la febbre scendere mentre il colorito tornava sul volto della ragazzina. Finalmente, i suoi occhi azzurrini si aprirono, e Brienna si alzò e si guardò attorno confusa.

"Ah... ma cosa... che è successo? Adesso... adesso mi sento... molto meglio!" sussurrò, toccandosi il petto e provando a fare un bel respiro. Non c'era più quella terribile sensazione di oppressione, né la tosse martellante che la opprimeva... in effetti, si sentiva bene come mai prima d'allora! Finalmente, il suo sguardo si fermò sul nano dall'espressione bonaria che era in piedi accanto al suo letto. "Ah... ehm... buongiorno, signor... mi scusi, non credo di averla mai conosciuta prima d'ora..."

"E infatti questa è la prima volta che ci vediamo, giovane Brienna. Diciamo che sono un amico di tuo zio Grau, e siamo venuti qui per dare una mano a lui e alla tua mamma!" rispose Runyar. "Come ti senti adesso?"

"I-io? Bene... fino... fino ad un attimo fa mi sentivo il fuoco addosso e come se stessi soffocando, ma ora... è incredibile! Ho... ho solo un po' di fame... in effetti, non ho mangiato molto, in questi ultimi giorni..." disse la ragazzina, cercando di muoversi per uscire dal letto.

Mr. Fear la raggiunse e le prese gentilmente una spalla, cercando di farla stare a letto. "Aspetta, Brienna. So che sei contenta di essere guarita, ma non devi fare troppi sforzi. Sei ancora piuttosto debole." le consigliò.

Brienna si voltò in direzione della voce. "Ah... Mister Fear…” esclamo Brienna sorpresa. “Sei… sei proprio tu?”

Il figuro dalla macabra maschera annuì prontamente e la ragazzina gli saltò addosso dalla contentezza e gli cinse le sue braccia intorno al collo.

“SEI TU!” esclamò stringendolo con tutta la forza di cui era capace. "Come mai sei qui? Sei venuto per aiutare la mamma, vero? Oppure per me?"

“In realtà, piccola Brienna, io sono venuto per entrambe." rispose l'individuo mascherato in tono gentile. "Ho sentito che tu stavi soffrendo e che tua madre stava male. E siccome io sono il tuo angelo custode, non potevo esimermi dal fare qualcosa per te. Anche se…”

Indicò Runyar ed Ishani, e poi continuò. “…loro e altri individui degni di fiducia hanno fatto lo sforzo maggiore, provvedendo alle tue cure.” concluse lui. Nonostante fosse ben celato, Brienna ebbe l'impressione che stesse sorridendo dietro la maschera che copriva il suo volto.

Runyar, che aveva apprezzato l’inaspettata onestà dell’uomo incappucciato, annuì e indicò Mr. Fear con aria di approvazione. "Sai, lui ha fatto una bella corsa fino alla Banca di Abadar per trovare la pozione giusta per farti guarire. E io e i miei compagni abbiamo fatto in modo che lui potesse comprarla." affermò. "E ora... che ne dici se diamo la bella notizia alla tua mamma, a tuo zio e ai tuoi fratelli? Non aspettano altro che questo!"

"Sì ... credo proprio che sia una buona idea." rispose Brienna, avvolgendosi nelle coperte mentre Mr. Fear le porgeva un bicchiere d'acqua.

Runyar annui e con il passo più spedito che un nano potesse avere, lui e ishani scesero le scale e poi il nano avanzò di due passi, si schiari la voce per attirare l’attenzione dei presenti su di se e diede la buona notizia. "Tutto a posto di sopra gente! Brienna è guarita!" esclamò.

Un'ondata di gioia percorse immediatamente la sala. I due fratelli di Brienna si abbracciarono, Tayce alzò lo sguardo e congiunse le mani in segno di ringraziamento e sollievo, e Grau tirò un lungo sospiro di sollievo e si mise una mano sul cuore.

"Desna misericordiosa, ti ringrazio!" sussurrò Tayce piangendo di gioia. Corse dapprima da Krea e la abbracciò strettamente, al punto che per un attimo la giovane magus si sentì mancare il fiato e poi da Kostur e infine da Runyar al quale riservo lo stesso trattamento spettato a Krea.

Nessuno sfugge agli abbracci di una madre gioiosa e grata.

"E ringrazio tutti quelli che hanno fatto questo miracolo!" disse lei con le lacrime agli occhi.

"Sono... sono stati loro!" esclamò Grau raggiante, mentre indicava Krea e Kostur. "Loro e i loro compagni! Non... non so proprio come farò a sdebitarmi! Voi... voi siete davvero i benefattori di questa famiglia!"

"Ci saranno modo e tempo di sdebitarvi, sergente Soldado, e adesso non è davvero il momento." rispose Kostur con un cenno amichevole. "Per il momento, è necessario festeggiare la guarigione di Brienna!"

"Sono... sono d'accordo! Purtroppo... al momento non posso sdebitarmi in altro modo se non invitandovi a cena qui da me, e preparando un po' delle mie specialità... ma per favore, potreste aspettare un momento? Dovrei ... andare di sopra dalla mia bambina!" rispose Tayce.

"Prego, signora Soldado..." rispose Krea, contenta sia che la famiglia non avrebbe perso uno dei suoi membri, sia di poter riprendere fiato dopo quell'abbraccio.

Kostur tirò un sospiro di sollievo. "Oh, bene! Allora, ce ne dite, gente? Vado a chiamare gli altri?"

"Mi sembra giusto. Dobbiamo festeggiare tutti quanti!" rispose Krea facendo il segno dell'okay al mezzorco. Kostur uscì dalla casa e andò dal resto della compagnia e raccontò loro quanto era successo, per poi dire loro che potevano entrare.

"Siete sicuri che la causa di questa malattia non fosse legata alla casa?" chiese Orik.

"Era una possibilità, in effetti... " rispose Kostur. “Peccato che purtroppo... grazie a certi collaboratori sinistri ma affidabili... abbiamo capito che non è così e che l'epidemia potrebbe esserci per davvero."

Verik si sfregò il mento. "Questo... è un problema. Anche se sono contento per la famiglia del sergente Soldado."

"Comunque, per il momento, questo problema si è risolto felicemente." continuò il mezzorco. "Quindi... per adesso pensiamo a festeggiare assieme alla famiglia. Poi ci occuperemo di questo contagio, e vedremo cosa si può fare."

"Okay, per me va bene." fece Rilo, tirando un sospiro di sollievo mentre il gruppo entrava in casa. Majenko, non aspettandosi degli interni così spaziosi, iniziò a svolazzare in giro con evidente stupore, poi essere notato da Charlo e Rello che gli corsero incontro.

"Ragazzi, calma! Quel draco non è un giocattolo!" li richiamò Grau, pur con tono allegro.

Rilo si guardò attorno, notando la mancanza della sorella maggiore. "Hm? Ma... Krea dov’è?" chiese il giovanissimo stregone.

"Un'attimo fa era qui, poi non so..." risposee Ishani. "Ma ora che ci penso, non vedo neanche Runyar..."

 

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"Signora Soldado, va tutto bene qui?" chiese Krea arrivando nella stanza da letto, ed entrando con un lieve inchino. Notò la ragazzina che stava alzandosi dal letto e stava abbracciando la madre, e Brienna guardò verso la magus, con aria un po' intimorita. "Ah... ciao, tu sei Brienna, giusto? Scusa, non volevo disturbarti... volevo solo vedere se stavi bene, e magari dare un po' una mano. Io sono... Krea, il capo di questo gruppo."

"Ah... piacere, signorina Krea..." mormorò Brienna, ancora un po' stordita. "Grazie... di tutto quello che avete fatto per me."

"Già... vi devo ringraziare anch'io." rispose Tayce con un sorriso di pura gioia. "Sappiate che da questo giorno in poi, sarete sempre i benvenuti in questa casa."

"Di niente..." rispose Krea, avvicinandosi a madre e figlia. "Ma... se non do disturbo, potrei fare due domande?"

Tayce guardò Krea, un po’ dubbiosa. "Va bene, ma a patto che non si calchi la mano. Brienna è un poco scossa e ha bisogno di riposo."

"Ma mamma, avevi detto che potevo parlare con Mr. Fear, appena mi avessi lavata." rispose la piccola. Krea si guardò intorno e vide che Mr. Fear era su di un letto a gambe incrociate, testa china e rilassato. Probabilmente stava meditando. Ma nonostante ciò, incuteva comunque paura.

"Sì, ma non vorrei che ti sforzassi troppo... " disse Tayce, vedendo Runyar che entrava in quel momento." Arrivate giusto in tempo, mastro Runyar, tenete!" e gli diede una bacinella piena d'acqua per poi chiedere di cambiarla.

Krea si schiarì la voce. "Ecco... vorrei chiederti se per caso ricordi se hai fatto qualcosa di particolare nei giorni prima di ammalarti. Voglio dire, se hai visto qualcuno, se hai trovato qualcosa di fuori posto... se sei andata al lavoro come sempre... Ti viene in mente qualcosa di strano, o di fuori posto?"

Brienna si fermò a pensarci un po' su. "Ecco... no. Niente di particolare. Almeno, non che io ricordi, ora come ora..." sussurrò.

Krea decise che era il caso di insistere almeno un po'. "Per favore, Brienna, può essere importante. Davvero non ricordi nulla di particolare di quei giorni? Una cosa qualsiasi?"

"Signorina, per favore... Brienna è ancora debole e molto scossa." rispose Tayce, calma ma convinta. "Non si potrebbero rimandare le domande a più avanti, quando si sentirà meglio?"

"Lo so, ma capitemi... è necessario che si sappia cosa le è capitato, in modo tale da evitare un contagio." fece Krea con tono serio per poi concentrarsi sulla piccola. "Per favore Brienna, è importante... per il bene di Korvosa."

"L'ho già detto, non mi ricordo. Ero tornata a casa e poi dopo mi sono ammalata quando... " si bloccò e poi disse leggermente agitata scuotendo il capo in modo brusco come se volesse scacciare un orrido pensiero. "Non so, non lo so!"

"Visto?" rispose Tayce. "Brienna non sa, perciò ora voi aiutatemi... e poi dopo si vedrà!" disse Tayce decisa, abbracciando la figlia in modo da rassicurarla.

"Mi dispiace ma debbo insistere. Ci potrebbe essere in gioco l'intera Korvosa qui" rispose Krea altrettanto decisa.

In quel momento Runyar posò la bacinella e andò verso Krea." Signorina Aldinn, con calma, ora la piccola Brienna è scossa e ancora debole, meglio attendere." concluse lui, sapendo che Krea poteva diventare irruenta quando si impuntava.

"Runyar, non possiamo aspettare!" esclamò Krea irritata. "Se questo morbo è davvero così pericoloso, ogni minuto che perdiamo qui potrebbe voler dire altre persone che si ammalano e muoiono!"

"Mia figlia vi ha detto che non ricorda niente, e non ci posso fare niente! Che altro possiamo dirvi?" esclamò Tayce, cominciando ad irritarsi a sua volta.

Per fortuna, prima che la discussione potesse sfociare in un litigio. Mister Fear intervenne, alzandosi di colpo.

"Signori! Contegno!" esclamò con voce possente, attirando verso di sè l'attenzione di tutti. Anche Krea trattenne le parole, intimorita da quel misterioso individuo. "Signorina Aldinn, mi rendo conto che il voler aiutare la comunità è cosa giusta. Ma la piccola al momento è stanca e anche un po’ spaventata e noi tutti ora come ora, vorremmo godere del suo riacquisito benessere. Perciò io ho una soluzione." si schiari la gola. "Ossia, provare io a parlare con lei."

"E cosa vi fa pensare che la convincerete?" chiese Krea con un sospiro. "Se non ci sono riuscita io..."

"E qui vi interrompo, signorina Aldinn, perché quando vuole, Mr. Fear sa essere persuasivo." affermò Tayce "Se poi neanche lui vi riesce, beh... pazienza."

"E anche perché... " aggiunse l'incappucciato " ...non vorrei che la vostra amicizia con i Soldado ne soffrisse. Fidatavi, so quel che faccio."

Krea ci pensò su, ma poi si rese conto che tutto sommato quell'individuo aveva ragione. Stava quasi litigando con una donna che aveva offerto a lei la sua amicizia, e si rimproverò di essere stata troppo impulsiva. "Va bene, ma poi vogliamo sapere tutto, okay?”

“Sarà fatto.” Concluse il figuro.

“Vi lascio da solo? O volete che resti?” chiese Tayce.

Il misterioso individuo guardò la piccola di casa Soldado. “La scelta è di Brienna.” rispose, allorché la piccina si tranquillizzò.

“Finché c’è Mr. Fear non ho nulla da temere, quindi penso che posso restare da sola. Grazie, mamma.” rispose Brienna. Tayce annuì rassicurata e poi dopo assieme ai due lasciò la stanza.

 

ooooooooo

 

Quando la porta si richiuse, il vigilante si sedette per terra a gambe incrociate dinnanzi alla piccina che nel mentre pareva rilassata… o almeno questo era ciò che tentava di dare a vedere. Esaminando attentamente le espressioni facciali della piccola, notò che Brienna stava mostrando dei piccoli ma evidenti segni di nervosismo dovuti a qualcosa.

Un qualcosa che in un modo o nell’altro la sua protetta, per chi sa quale motivo, cercava di nascondere.

Ma perché? Per quale motivo? Cosa mai stava spaventando la piccola?

Lui non lo sapeva e non voleva stressare la ragazzina, ma la posta in gioco era alta… e lui, come ombra di Blackjack e difensore della giustizia a Korvosa, aveva il dovere di indagare e capire cosa stava accadendo e tentare di debellarlo… o almeno di combatterlo, usando tutte le informazioni disponibili.

“Stai bene, piccola?” disse lui con voce gentile guardando la ragazzina

“Sì…” rispose lei, tenendo stretto con la mano sinistra un lembo della coperta. "Sono solo un po’ spaventata, ma sto bene.”

“Ne sei sicura? Puoi dirmelo se non stai bene.” Concluse lui.

Brienna si fece coraggio e parlò, con voce un po’ tremolante. “A dire il vero, non proprio… Sono un po’ spaventata e confusa… non capisco perché alla signorina Krea… interessa tanto sapere da me cosa mi ha fatto ammalare. Come può un piccolo peccato da me commesso essere fonte di guai?” concluse lei, ma questa volta il tono era diverso. Era il tono di una persona che si stava sfogando.

Mr. Fear ascoltò e poi prese la parola. “Perdonami, ma cosa vuoi dire quando hai detto… un piccolo peccato?”

Brienna lo guardo con espressione sorpresa, tesa come una corda d’arco, gli occhi sgranati e poi rispose. “Se… se te lo dico, Desna mi maledirà. Già è tanto che lei mi abbia graziato per la mia impudenza...” Avvolse la coperta attorno a se, a mo’ di scudo, come se con quel lenzuolo pesante ella volesse proteggersi dal resto del mondo.

“Non avere paura. Lo sai che io affronterei anche Desna in persona per te. Non lascerò che ti privi della vita per una sciocchezza.” disse mettendosi in guardia contro un qualche nemico invisibile.

"Non è una sciocchezza!" esclamò lei quasi in lacrime. “Secondo te, perché io sono caduta malata? Semplice, perché non ho condiviso il suo dono con i miei familiari... Sì, l’ho fatto con Edmyure, ma solo con lui… perdonami Desna… io... mi sono lasciata tentare...”

Ma il tipo incappucciato la abbracciò. “Tranquilla, ci sono io. Se hai delle colpe, le pagherò io per te.”

"D-Davvero?" chiese la ragazzina.

Mr. Fear la guardò, e Brienna ebbe l'impressione che stesse sorridendo dietro quella sua terribile maschera. "Ti ho mai deluso?" chiese gentilmente, e lei scosse la testa. "Ti va di continuare?"

“Si, certo… allora, io ero stata benedetta da Desna... ho trovato per puro caso, mentre tornavo dal lavoro, un sacchetto pieni di monete d’argento… e non l'ho diviso con la mia famiglia... ne ho dato un po' al mio fratello più grande, Edmyure, ma per il resto... le ho spese per comprarmi qualche dolcetto e qualche cianfrusaglia... sai, a me piacciono queste piccole sciocchezze, ma visto che la nostra famiglia fa fatica ad andare avanti, raramente me le posso permettere...”

A quel punto l’incappucciato arretrò e Brienna fu certa che qualcosa lo avesse turbato.

“Brienna, dove sta il sacchetto?" chiese con tutta calma. "E se c’è… dentro ci sono ancora delle monete?”

Brienna annui e tirò da sotto il letto un piccolo scrigno, dal quale estrasse un sacchetto di cuoio che aprì mostrando quattro monete d’argento al suo interno. Mr. Fear prese il sacchetto e lo guardò ripensando a quel discorso fatto dai tre chierici di Abadar, discorso che lo raggelò.

Quello che temevo si è avverato. La mia teoria ha purtroppo trovato riscontro... il che significa che sfortunatamente Korvosa potrebbe essere già condannata...”

Sconcertato, richiuse in modo rapido il sacchetto e poi con un gesto nervoso lo tenne stretto in pugno. “Grazie, piccola.” disse con calma.

In quell’istante arrivò Tayce che dopo essere entrata richiuse la porta e si rivolse al figuro “E allora? Siete riuscito a sapere qualcosa?”

“Sì, ho scoperto molto. Non voglio mettere in imbarazzo la piccola dicendo quello che ho scoperto, ma una cosa è certa. La mia teoria potrebbe essersi concretizzata. E ora siamo tutti nei guai.”

“Quale teoria? Non capisco.” rispose lei.

“Edmyure te lo dirà. Appena gli riferirò tutto, lo saprai.” rispose Mr. Fear.

Tayce non disse nulla in un primo momento, ma poi continuò con un sorriso speranzoso. “Va bene, allora trovalo e digli tutto.” Poi andò da Brienna e la abbracciò, venendo ricambiata. Si voltò verso l’incappucciato per ringraziarlo ancora…

Ma Mr. Fear era già sparito.

 

ooooooooo

 

CONTINUA …

 

 

 

  
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