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Autore: musa07    01/04/2024    2 recensioni
[OsaSuna]
"Atsumu non è una persona dotata di molta pazienza. Men che meno se c’è di mezzo suo fratello. Anzi: soprattutto se c’è di mezzo suo fratello!
Suo fratello che non si rende conto di quanto penoso sia quando si incanta a guardare Rintarou mentre questi si trova alla lavagna in classe o quando entra in spogliatoio pronto a cambiarsi per gli allenamenti. Penoso quando, nel momento in cui gli occhi di quel verde incredibile di Rintarou stanno per incrociare i suoi, velocemente Osamu volga lo sguardo dall’altra parte (perdendosi così di come anche Rintarou, a sua volta, si perda a spiarlo di sottecchi)[...]
Ed ecco che, durante la prima – agghiacciante – ora di Matematica di quel mercoledì mattina, Atsumu ha l’Epifania e decide di passare all’azione.
Quante ragazze distribuiscono lettere d’amore in giro per i corridoi, le più ardite o, le meno coraggiose, imbucano i loro sospiri d’amore negli armadietti della persona amata?
Indi per cui: cosa c’è di meglio di scrivere una lettera d’amore per Sunarin spacciandosi per Osamu?[...]"
Questa storia partecipa alla challenge #uovadipasqua indetta nel gruppo FB italiano "Non solo Sherlock"
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla challenge #uovadipasqua indetta dal gruppo FB italiano "Non solo Sherlock"
Prompt: “Coniglietto sexy” di Florence – “Tu non sai quante ne facciamo io e te, nei miei pensieri” di Eleanor B.
 
 

 
Lettera d'amore
 
 
Atsumu non è una persona dotata di molta pazienza. Men che meno se c’è di mezzo suo fratello. Anzi: soprattutto se c’è di mezzo suo fratello!
Suo fratello che non si rende conto di quanto penoso sia quando si incanta a guardare Rintarou mentre questi si trova alla lavagna in classe o quando entra in spogliatoio pronto a cambiarsi per gli allenamenti. Penoso quando, nel momento in cui gli occhi di quel verde incredibile di Rintarou stanno per incrociare i suoi, velocemente Osamu volga lo sguardo dall’altra parte (perdendosi così di come anche Rintarou, a sua volta, si perda a spiarlo di sottecchi).
Tutta questa danza di sguardi però non sfuggiva ad Atsumu, che ogni volta sollevava gli occhi al cielo esasperato, sbuffando sonoramente.
Sì: perché la cosa è così evidente che si meraviglia di come i due diretti interessanti non ci siano ancora arrivati. E se per suo fratello può anche avere il beneficio del dubbio – d’altra parte è cosa nota che sia lui, a detta sua, ad avere ereditato tutta l’intelligenza -, Atsumu resta piuttosto basito di fronte al fatto che uno sagace e sveglio come Rintarou non ci sia arrivato.
 
Ed ecco che, durante la prima – agghiacciante – ora di Matematica di quel mercoledì mattina, Atsumu ha l’Epifania e decide di passare all’azione.
Quante ragazze distribuiscono lettere d’amore in giro per i corridoi, le più ardite o, le meno coraggiose, imbucano i loro sospiri d’amore negli armadietti della persona amata?
Indi per cui: cosa c’è di meglio di scrivere una lettera d’amore per Sunarin spacciandosi per Osamu?
Assolutamente geniale!
Ha abbastanza neuroni collegati per capire che la sua potrebbe non essere poi così tanto una buona idea? Certo che sì, ma davvero: non ne può più di vederli struggersi in quel modo l’uno per l’altro (e rendersi pietosi e ridicoli in un altro). E poi lui ama correre il rischio. Lo fa in campo e lo fa nella vita (con quella di suo fratello in questo caso, ma dettagli).
Prende carta e penna, quindi, e inizia a spremersi le meningi e a scrivere. E Matsumoto sensei dentro di sé grida al miracolo per il fatto di vedere Miya Atsumu così attento e concentrato a prendere appunti durante le sue lezioni. Povero sensei, se solo sapesse!
 
___________
 
 
Vediamo… come avrebbe potuto iniziarla?
Beh: innanzitutto non sbagliando il nomignolo. Sì, perché se lui si rivolgeva a Rintarou chiamandolo “Sunarin”, suo fratello, invece, lo chiamava “Rin”.
Atsumu sospira sconsolato, girandosi a guardare fuori dalla finestra dell’aula al secondo piano, piano dove si trovano tutte le classi del secondo anno, dalla quale si possono ammirare gli alberi di ciliegio ancora spogli, sbatacchiati dall’impietoso vento di Novembre. Emette un altro sospiro, pensando a quanto gli piacerebbe poter scrivere una lettera d’amore vera, cioè scritta da lui per qualcuno di cui si è innamorato. Sì, al di là del suo essere minchi0ne, Atsumu è un inguaribile romantico.
No, aspetta: fermi tutti. Lui non avrebbe avuto bisogno di nessuna lettera d’amore, lui – impavido – si sarebbe dichiarato apertamente alla persona che avrebbe suscitato il suo interesse. Sì, ne è più che certo. Avrebbe detto e fatto capire senza mezzi termini o possibilità di errore alla persona che gli interessava di provare dell’interesse per lui.
Pensa a suo fratello e al suo miglior amico che presto – e proprio grazie a lui e al suo geniale piano – si sarebbero messi insieme. Sospira di nuovo e poi riflette in merito al fatto che a lui non resta che pazientare ancora un altro po'. È certo che chi è destinato a lui, si trovi dietro l’angolo.
Rinvigorito da questo pensiero, ecco che Atsumu si concentra nuovamente sulla lettera, facendo addirittura spuntare la linguetta dall’angolo delle labbra, come fa sempre quando è concentrato.
Deve far risaltare ed evidenziare una certa sicurezza in Osamu, la certezza che Rintarou non possa resistergli, la purezza e l’autenticità del suo amore per lui.
È un flusso di coscienza, il suo, e una volta finita la lettera la rilegge con attenzione prima di ricopiarla in bella, estremamente soddisfatto.
Manca solo la firma.
Atsumu si annovera non poco per questo particolare. Vuole che sia qualcosa di speciale, qualcosa di carino e coccoloso ma anche che, al contempo, sia qualcosa che, ancora una volta, evidenzi e faccia risaltare la sicurezza di Osamu, il fatto di sapere di essere in qualche modo irresistibile.
- Trovato! – esclama tutto felice, esultando dentro di sé quando trova il nomignolo perfetto per firmarsi. È certo che Rintarou avrebbe gradito.
La chiude con cura, chiedendo alla ragazza seduta davanti a lui di prestarle gentilmente qualcuno dei suoi adesivi con le volpi versione chibi per poterla chiudere e farla avere al mittente, facendogliela scivolare nella borsa con il bento, in modo tale da fargliela trovare per l’ora di pranzo. Lui si sarebbe defilato con Ginjima, così da lasciare a Rintarou il tempo di leggere la lettera e poi raggiungere Osamu sul terrazzo della scuola, dove andavano sempre a mangiare.
Ora non gli resta che aspettare il successo del suo geniale piano (e prendersene internamente i meriti).
 
 
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QUALCHE ORA PIU’ TARDI – PAUSA PRANZO
 
 
- Sai Osamu: penso proprio che da oggi in poi ti chiamerò il mio “coniglietto sxy”. –
- Provaci Rin e ti ammazzo senza esitazione. –
 
Fuori, quel giorno, fa veramente troppo freddo per poter consumare il pranzo sul terrazzo ma Osamu e Rintarou si rifugiano, come alternativa, negli ultimi gradini della scala che conduce al terrazzo della zona nord, ed ora, come da un paio di giorni a quella parte, si stanno scambiando qualche coccola, al riparo da occhi indiscreti.
Come in quel momento, con Osamu seduto tra le gambe di Rintarou, con la schiena appoggiata al suo petto. E si è girato, Osamu, quando Rintarou ha fatto quella piazzata del nuovo nomignolo con il quale apostrofarlo, e per vendicarsi – oltre che a minacciarlo di morte – pensa bene di iniziare a fargli il solletico sotto le ginocchia, dove sa che Rintarou lo soffre in modo indicibile.
 
Rintarou non è uno dei centrali più arguti e promettenti della Nazione per niente, ovvio quindi che ci ha messo meno di mezzo secondo per capire che quella lettera non arrivava da Osamu ma dall’altra sua metà simbiotica.
Osamu, dal canto suo, messo al corrente della cosa, non si è neanche arrabbiato più di tanto con suo fratello.
Come avrebbe potuto? Atsumu aveva cercato - certo in modo del tutto opinabile, ma la cosa provenendo da uno eccentrico come suo fratello e con uno scarso numero di neuroni che non funzionano tanto bene fuori dal parquet di gioco -, di aiutarlo. Ecco spiegato il motivo che cui non può, quindi, non provare un moto di tenerezza commovente nei confronti di suo fratello. Atsumu, assurgendosi da fratello maggiore per quella manciata di minuti che lo avevano visto messo al mondo prima di Osamu, si era sempre sentito in dovere di proteggere e aiutare suo fratello.
Faceva quasi tenerezza. Quasi…
Sì, perché quella lettera che ha scritto a Rintarou, spacciandosi per lui, è a dir poco agghiacciante, per non parlare di come Atsumu l’ha firmata.
“Il tuo coniglietto sexy”.
Kami Sama, veramente pensava che Rintarou non lo avrebbe sgamato prima di subito?
Fortuna che lui e Rintarou un paio di giorni prima si erano, finalmente!, dichiarati l’uno all’altro. E nel modo a loro più congeniale.
 
Si trovavano nella panchina esterna del konbini vicino alla palestra, sulla via del ritorno verso casa, mentre stavano mangiando un baozi appena comprato e Rintarou, fissando il susseguirsi delle nuvole in cielo sospinte dal vento, se n’era uscito con un placido “sai, penso proprio che tu mi piaccia, Osamu. Non come amico, intendo” e Osamu – soffiando sopra al suo panino bollente – aveva replicato altrettanto placidamente “sì, anche tu mi piaci. E non come amico”. E il resto era diventata storia.
Non è che non avessero voluto dirlo subito ad Atsumu, ovviamente sarebbe stata la prima persona alla quale lo avrebbero detto, ma due riservati e schivi come loro volevano tenersi quella cosa solo per loro almeno per qualche giorno, quasi ne avessero voluto comprendere bene la portata, realizzarla e poi poterla raccontare agli altri. Ai pochi altri.
 
- Dai, andiamo a dirglielo su. – Osamu porge la mano a Rintarou per farlo alzare e Rintarou si mette in piedi con un elegante balzo, per poi farlo arretrare finché la schiena di Osamu non colpisce il muro, poi preme una coscia tra le sue gambe e si diverte nel gemito affannoso che suscita.
- Comunque – inizia Rintarou, con il sorrisetto divertito che gli attraversa gli occhi – mi piacerebbe proprio sapere quali sono quelle tante cose che tu ed io facciamo nei tuoi pensieri. – cita parte della lettera, indubbiamente la parte che l’ha colpito di più, mentre le sue mani si posano sui fianchi di Osamu unendoli finché non rimane più spazio tra loro. Rintarou intreccia una mano tra i capelli di Osamu, sospirando sulla sua bocca. 
Osamu bacia come fa qualsiasi altra cosa nella vita, con passione. Almeno finché non viene interrotto.
È la voce di suo fratello che li fa fermare, che fa fermare le loro mani raminghe, curiose ma anche timorose, dal continuare a scivolare sotto il maglione e la camicia della divisa l’uno dell’altro.
 
- Ah! Voi due! Lo sapevo che il mio geniale piano avrebbe funzionato! -
   
 
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