Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    02/04/2024    2 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Come al solito, vi auguriamo una buona lettura ;)


Capitolo 15 – New Alliances


EQBvknu-UYAEtcy-T
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Welcome to your life
There's no turning back
Even while we sleep
We will find you

Acting on your best behaviour
Turn your back on Mother Nature
Everybody wants to rule the world..”


Everybody wants to rule the world – Ian Stanley and co.


<< Va bene, cerchiamo di non fare mosse avventate… >>
Furono le sole parole che Cold riuscì a pronunciare, prima che un getto di ghiaccio lo costringesse a compiere un balzo di lato. Accanto a lui, Elsa fece lo stesso, mentre l’esplosione risultante generava un cratere di stalattiti e spuntoni.
Una volta atterrato, l’Oscuro Spirito si rivolse a colui che li aveva attaccati: altri non era che la sua controparte… Jack Frost. E a giudicare dall’espressione assolutamente rabbiosa con cui lo stava fissando, doveva essere la stessa variante che aveva contribuito alla sconfitta del suo padrone… la stessa che aveva tormentato psicologicamente e fisicamente in diverse occasioni.
“Dannazione” pensò scontento “Tra tutti coloro in cui potevamo imbatterci, doveva essere proprio lui?”
Sollevò ambe le mani in un gesto conciliante.
<< Senti, Jackie, so che non ci siamo lasciati in buoni rapporti… >> disse con un sorriso teso << Ma nello spirito della nostra ultima alleanza, concedimi almeno la possibilità di spiegare la situazione… >>
<< Spiegare!? >> sbottò Jack, spalmandogli praticamente in faccia la punta del bastone con fare minaccioso << E cosa vorresti spiegare, di grazia!? Forse tutte quelle volte in cui hai cercato di ucciderci?! >>
<< O magari intendi spiegare il furto del globo di neve di Nord? >> domandò Elsa, gelida e sdegnata, i pugni intrisi di energia gelida << Cosa ne hai fatto? >>
In tutta risposta, Cold rilasciò un sonoro sbuffo.
<< Oh, andiamo, quel vecchio ne avrà almeno un centinaio nascosti nel suo laboratorio >> disse con quel suo tono irriverente << Sicuramente non se la sarà presa per un singolo globo smarrito, giusto? Potete considerarlo un regalo di Natale anticipato per la vostra pecora nera preferita! >>
Scrollò le spalle, quasi incurante del bastone carico di magia a un palmo dal suo viso.
<< Quanto a cosa ne ho fatto... beh, ovviamente l’ho usato, cara la mia regina dei ghiacci. Più di una volta, prima che si esaurissero le batterie! Fortunatamente, mi ha permesso di accedere alla dispensa di globi dimensionali del mio Pitch, e da allora ho cominciato a girovagare da un universo all’altro. >>
Emise un lungo sospiro.
<< Ooooooh, ho così tante cose da raccontarvi! Sapete che esistono mondi interamente abitati da animali parlanti? Animali parlanti, potete crederci?! Poi ce n’era uno che sembrava uscito direttamente da un fumetto della Marvel, uno in cui esistevano ancora i dinosauri, uno che mi ha ricordato molto Star Trek... >>
I due spiriti invernali si guardarono con espressioni rispettivamente confuse ed esasperate, pur continuando a tenerlo sotto tiro.
<< È peggio di quanto pensassi >> borbottò Frost, incredulo << Probabilmente, metà del Multiverso ora odia i Jack Frost! Aspetta, ma allora che… >>
A quel punto, tutti e due notarono la persona con cui Cold era appena apparso.
La giovane donna si fece avanti, spolverandosi l’uniforme ricoperta di brina.
A quel punto, diede una rapida occhiata alla coppia... e quando i suoi occhi incontrarono quelli della propria controparte, ecco che un sorriso teso – quasi amaro – le si dipinse in volto.
<< Be’... non era così che pensavo sarebbe proseguita la mia giornata >> borbottò stancamente << I miei ossequi, regina Elsa... >> diede un cenno al suo compagno, << Jack Frost. Vi prego di perdonare l’atteggiamento del mio collega. >>
Lanciò a Cold un’occhiata laterale, a cui l’oscuro spirito rispose con un broncio.
<< Come ben sapete, ha la pessima abitudine di comportarsi come un bambino troppo cresciuto. Tuttavia, dice il vero. >>
L’espressione sul suo viso divenne seria.
<< Non è qui per farvi del male. In verità... siamo venuti in questo mondo per proteggerlo da un pericolo imminente. >>
Jack Frost la scrutò attentamente. Poi si girò a guardare Elsa, il Quinto Spirito… e poi tornò a fissaee la sua copia esatta, la cui unica differenza consisteva nei capelli raccolti in una lunga treccia e nel vestiario stranamente moderno.
<< Per tutti gli inverni grigi… dimmi che non solo il solo che la vede. >>
<< No, direi di no >> borbottò la sua fidanzata, altrettanto stranita << Ehm… i nostri ossequi, signora… Elsa? >>
Non sapeva se questa sua variante – perché di questo poteva solo trattarsi – avesse un qualche pseudonimo come Cold, ma non per questo l’avrebbe trattata in modo ostile senza prima aver compreso le sue intenzioni. 
<< Penso che entrambi ci dobbiate ben più di una spiegazione >> disse Frost, osservando Cold in cagnesco << E in fretta, se davvero c’è l’ennesimo pericolo multiversale, da come avete parlato. Vi prego, ditemi che Pitch Prime non è tornato in vita o qualcosa del genere, sarebbe un cliché terribile! >>
<< Sempre ammesso che non stiano mentendo >> ribatté il Quinto Spirito << Senza offesa… signora? Ma siete in sua compagnia. Questo non dà esattamente una buona prima impressione. >>
La sua controparte emise un lungo sospiro.
<< La vostra diffidenza è perfettamente comprensibile >> ammise << Credetemi, ci sono momenti in cui vorrei solo abbandonarlo negli angoli più remoti del Multiverso... >>
<< Ehi! >>
<< Ma sfortunatamente per tutti noi, la sua assistenza si è rivelata un male necessario per contrastarne uno di gran lunga peggiore >> aggiunse, ignorando completamente l’espressione indignata del suo collega << Al fine di evitare confusioni, potete chiamarmi semplicemente “Agente Elsa”. O Agente, se preferite. E riguardo al motivo per cui siamo qui... be’, è una lunga storia. >>
E così cominciò a raccontare alla coppia di spiriti lo stretto indispensabile. Narrò loro della MVI e dello scopo per cui era stata creata, poi del Graal e di coloro che volevano mettervi le mani sopra, sottolineando le terribili conseguenze che il Multiverso sarebbe stato costretto ad affrontare nell’eventualità di una sconfitta.
<< Cold ha scelto di aiutarci in cambio di una grazia per i suoi numerosi crimini >> proseguì la giovane donna, mentre guardava l’oscuro spirito con la coda dell’occhio << La cosa potrebbe non piacervi, ma si è dimostrato un alleato di vitale importanza nella lotta contro Kozmotis Pitchiner. Preferirei che non lo attaccaste, almeno fino a quando non avremo completato la nostra missione. >>
Jack ed Elsa si scambiarono nuovamente uno sguardo.
Sembrava una storia fin troppo assurda… ma dopo tutto ciò che avevano affrontato contro Pitch Prime? Avrebbero concesso a questa variante il beneficio del dubbio.
<< Va bene. Per il momento ci fideremo della tua parola >> la rassicurò Elsa, con tono più cordiale << E per quanto odi ammetterlo, l’aiuto di Cold è stato vitale per assicurare la sconfitta di Pitch Prime. >>
<< Anche se ci ha aiutato solo per i suoi fini egoistici >> replicò lo Spirito dell’Inverno << Ma Elsa ha ragione, ci ha comunque salvato la vita... quindi tollererò la sua presenza. E vi aiuteremo contro questo… Kozmotis? >>
I suoi occhi si strinsero. << Un momento… ma non è il nome che aveva Pitch Black quando era ancora umano? Pensavo che fosse un generale della Golden Age, un paladino della giustizia, o qualcosa del genere! >>
<< Perché non lo dici ai lividi che mi ha lasciato nel nostro ultimo scontro, Jackie? >> sbuffò Cold << Già che ci sei, non vuoi chiedermi perché non sono un petulante moccioso in preda agli ormoni adolescenziali come te? Multiversooo! >>
Sia Jack che Elsa arrossirono fino alla punta delle orecchie, mentre Agente Elsa tirava al collega uno scappellotto. Poi, diede un paio di colpi di tosse per nascondere l’imbarazzo.
Sebbene si considerasse una persona stoica, era piuttosto difficile non pensare al fatto che la sua controparte fosse coinvolta sentimentalmente con una variante di Cold. Quella era un’immagine mentale di cui non aveva proprio bisogno... e che per qualche strana ragione, servì solo a concentrarle ancora più sangue sulle pallide guance.
<< Ho ragione di credere che siamo finiti nella Foresta Incantata? >> chiese poi al Quinto Spirito << È da molto tempo che non la visito, ma non sembra poi così diversa dalla controparte del mio universo. >>
Al cenno della sua doppelgänger, aggiunse: << Hai per caso qualche idea su dove potrebbe trovarsi il frammento del Graal? Di solito, il luogo in cui è stato sepolto corrisponde ad una grande quantità di energia magica. >>
Elsa rifletté per qualche istante.
<< C’è solo un luogo che corrisponde a questa descrizione: la sorgente ghiacciata di Ahtohallan. È grazie al suo potere se sono riuscita a diventare il Quinto Spirito della Foresta Incantata. >>
<< Ma si trova oltre il Mare Oscuro, a chilometri da qui >> replicò Jack << l’unico modo per arrivarci è volando… oppure attraversando le sue acque. >>
Cold lo scrutò curioso.
<< A giudicare dalla tua espressione, devo dedurre che la seconda opzione non sarebbe molto praticale >> disse, prima di rivolgersi alla sua partner << Allora dovremmo andarci volando! Tranquilla, Bucaneve, ti terrò stretta per tutta la durata del viaggio. Prometto che non ti lascerò cadere! >>
In risposta al suo sorriso fin troppo innocente, la giovane donna assottigliò lo sguardo.
<< Se credi davvero che permetterò a un pazzoide come te di cogliermi in una posizione tanto vulnerabile, allora devi essere più pazzo di quanto pensa-... >>
Il respiro le si mozzò in gola.
A pochi passi dal gruppo, foglie e rametti avevano cominciato a sollevarsi, come sospesi da un vento dirompente. Eppure, non vi era nemmeno un alito di brezza attorno a loro! Sembrava che quel turbine fosse concentrato in quell’unico punto... e presto seguì l’apertura di un portale dimensionale, i cui pallidi colori illuminarono l’intera radura di una luce abbagliante.

Track 19: https://www.youtube.com/watch?v=EdGLjIXbzUg
 
<< Ehm... aspettavate rinforzi? >> chiese Jack, mentre faceva un cauto passo indietro.
Lo sguardo cupo che si dipinse sul viso dell’Agente Elsa fu una risposta più che sufficiente, mentre un’alta figura superava il bagliore del vortice.
Il primo pensiero che attraversò i due spiriti del ghiaccio fu “È Pitch!”, e in effetti, la somiglianza con il Re degli Incubi era mostruosa! Ma al tempo stesso, il nuovo arrivato era molto diverso: la sua pelle era rosea, effettivamente di un pallore umano, gli occhi erano castani, ed era vestito di rosso, alla maniera di un vero generale guerriero, completo di panciotto e una lunga giacca rossa.
Infine, Kozmotis Pitchiner reggeva nella mano destra un bastone nero come il carbone, forse l’unica cosa che effettivamente rimandava alla sua identità oscura, assieme al portamento e alla camminata regale.
<< Okay, credo sia il caso di allontanarci in fretta da qui >> mormorò il Quinto Spirito.
La sua voce attirò inevitabilmente lo sguardo dell’ex Generale, le cui iridi dardeggiarono brevemente di giallo alla vista degli avversari.
<< Ancora voi >> disse con quel suo tono freddo e inumano.
I suoi occhi incontrarono brevemente i volti di Cold e Agente, e poi quelli sorpresi e diffidenti di Jack ed Elsa.
<< E... altri voi, suppongo. Sembra che spuntiate come funghi. >>
Scosse la testa. << Non avete ancora compreso la futilità delle vostre azioni? Siete come cani a cui piace mordersi la coda, ancora e ancora! I vostri padroni alla MVI vi hanno addestrato fin troppo bene. >>
Attorno all’uomo, viticci di sabbia nera cominciarono ad agitarsi, mentre la pelle dell’uomo diventava sempre più grigia, quasi si stesse tramutando in cenere.
<< Pensate davvero di potermi fermare, ora che sono finalmente a pochi passi dal raggiungere il mio obiettivo? >>
<< Oh, dannatissimo Manny, ma non la finisci mai?! >> sbottò all’improvviso Mr Cold, sorprendendo gli altri tre << È proprio una cosa da te, romperci le stalattiti senza prima esserti guardato allo specchio, razza di Koz-moccioso! Sei schiavo di quei Fearlings da chissà quanto tempo, eppure vieni pure a fare la morale a noi? Quelli che vogliamo semplicemente fermarti dal diffondere i tuoi piagnistei in tutto il multiverso! Mi fai pena! >>
Gli occhi del Generale divennero ancora più luminosi, a cui seguì il rumore dei suoi denti che raschiavano gli uni sugli altri.
Nel mentre, i viticci di nera pece cominciarono ad avvolgere l’uomo come una colonia di serpi... e per un attimo, a Jack sembrò quasi di udirli sussurrare parole velenose alle sue orecchie.
“Uccidili...
“Liberati di loro...
“Saziati della loro paura...
Servi della Luna, nemici...
Se li stava forse immaginando? Oppure, quelle “cose” raccapriccianti avevano una mente propria?
Prima che potesse interrogarsi ulteriormente sulla questione, Kozmotis scosse la testa ed emise un ringhio chiaramente frustrato.
<< Non ho tempo di giocare con voi >> sibilò << Fuori dalla mia strada... adesso!>>
A quell’urlo, i viticci si lanciarono come fruste verso il gruppo di spiriti.
Per questi fu quasi istintivo portare le mani e i bastoni in avanti, materializzando così una barriera di ghiaccio lungo la traiettoria dell’attacco.
<< Bella mossa, Cold >> sbottò Agente, stizzita << Dovevi proprio irritarlo, vero? >>
<< Mi stupisce che sia durato tanto a lungo >> borbottò l’altra Elsa.
Dall’altro lato della muraglia, Pitchiner osservò le sagome indistinte dei quattro spiriti, ovattate dal ghiaccio traslucido. Il suo primo istinto fu di ridurre quella protezione ad un cumulo di macerie... ma dopo averci riflettuto brevemente, scelse di frenare la sua mano.
Per quanto l’influenza dei Fearlings fosse forte, l’uomo era pur sempre reduce di una lunga carriera nelle forze armate del suo regno, il più grande generale che avesse mai combattuto per la famiglia dei Lunar.
In una situazione del genere, mentre era in inferiorità numerica, non poteva agire avventatamente. Aveva bisogno di un alleato capace di abbattere le difese dei suoi nemici e, al tempo stesso, portare avanti un’offensiva.
Fammi uscire…” sibilò uno dei Fearling dentro di lui, il risultato di un incubo che l’ex militare rammentava assai bene.
Lo aveva combattuto sulle pendici di un pianeta desertico, dopo che il mostro aveva ridotto i villaggi circostanti ad una landa infertile e desolata. La contorta parodia di un racconto della sua galassia, creato per spaventare i bambini... ma vivo e pulsante, spinto dal solo desiderio di distruggere e dispensare sofferenze e paura.
Subito, Kozmotis emise un lungo respiro, liberando le catene dell’essere quel tanto che bastava per permettergli di materializzarsi. Di fronte a lui, si erse l’alta figura di una serpe delle dimensioni di un elefante, con fauci irte di denti affilati, occhi dardeggianti e ricoperta di scaglie nere come una notte senza stelle.
<< Abbatti i miei nemici, Serpe Lermantoff >> sussurrò freddamente Kozmotis << Rammenta loro che sapore ha la paura! >>
<< Ssssssssì, mio sssignore >> sibilò il Fearling, mentre si lanciava con il suo enorme corpo contro la fortificazione di ghiaccio, facendola a pezzi.
<< … Oh, ghiaccio >> imprecò sonoramente Mr Cold.
<< Ghiaccio! >> lo seguì a ruota Jack Frost.
<< Ghiaccio e ancora ghiaccio! >> sbottò Agente Elsa.
<< Attenti! >> strillò Elsa.
Immediatamente, i quattro spiriti si dispersero in direzioni diverse nel tentativo di schivare il possente rettile.
Crollarono a terra e osservarono l’essere incombere minaccioso su di loro in posizione eretta, come un cobra. Le sue fauci erano arricciate da un ghignò molto umano, e sembrava scrutarli uno ad uno come per decidere chi di loro fosse lo spuntino più delizioso su cui avventarsi per primo.
Allora Jack capì che doveva fare qualcosa. Voleva che il serpente si concentrasse su di lui, affinché gli altri passassero inosservati.
<< Ehi! Sottospecie di basilisco mancato! >> gridò, volandogli addosso e puntandogli contro il bastone << Ma che razza di nome è Lermantoff!? E perché non Godzilla, allora!? Sei ridicolo! Un biscione da quattro soldi! Un verme da strapazzo! >>
Subito, gli occhi dorati della creatura incontrarono i suoi.
<< Osi deridermi, figlio delle stelle? >> ringhiò la bestia, con una voce che pareva quasi ovattata da dell’acqua scrosciante << Ho seminato morte e distruzione su innumerevoli pianeti, nutrendomi dei sogni e delle speranze dei loro abitanti. Ho combattuto e ucciso i migliori soldati della Golden Age! Chi sei tu per metterti contro di me, scellerato? >>
A quella domanda, seguì un colpo della lingua dalla punta aguzza, che come un lungo arpione saettò in direzione dello spirito invernale. Ma Frost, rapidissimo, la intercettò con il bastone, lasciando che vi si attorcigliasse lungo la punta arrotondata. 
A quel punto, il ragazzo offrì un sorriso sfottente al rettile, mostrandosi sicuro di sé.
<< Non lo hai intuito da solo, squamato? Mi hai chiamato “figlio delle stelle”, dopotutto >> disse, e senza alcuna esitazione prese a recitare con ironia solenne e sfacciataggine: << Io ho molti nomi e molte identità! Sono stato a lungo temuto ed amato! Sono il terrore dei Fearlings! E adesso, vile… creatura, io ti punirò sfruttando i miei immensi e supremi, ehm… poteri stellari conferitimi dall’Uomo della Luna in persona! >>
Da dietro di lui, Cold digrignò i denti. << Deve sempre rubarmi la scena! >>
L’istante dopo, sia lui che le altre criocinete approfittarono della distrazione fornita dallo Spirito dell’Inverno, e colpirono la serpe con tre getti di ghiaccio.
La bestia lanciò un ruggito rabbioso, spalancando le enormi fauci e mostrando i denti aguzzi. Il suo corpo si agitò come un’immensa onda, sollevando cumuli di neve e terriccio tanto alti da raggiungere le chiome degli alberi. 
<< Nightlight! >> esclamò << Conosco il tuo nome, terrore dei Fearlings! Tu, che hai ucciso migliaia dei miei fratelli... cadrai sotto le zanne della Serpe Lermantoff, così come i tuoi alleati! Questa foresta sarà la vostra tomba! >>
Pronunciate quelle parole, un bagliore violaceo cominciò a raccogliersi all’altezza della gola del mostro. Seguì un sibilo basso e ritmato, come il motore di un aereo sul punto di decollare.
Allora gli occhi di Agente si spalancarono comprensivi, intuendo ciò che sarebbe successo di lì a poco.
<< Tutti dietro di me! >> ordinò, mentre porgeva le mani in avanti. Gli altri spiriti non se lo fecero ripetere due volte.
L’istante dopo, una vampata di fiamme si abbatté su di loro, proprio mentre la giovane donna sollevava un altro muro di ghiaccio.
L’esplosione risultante illuminò la radura. Fiamme viola sciolsero la protezione come se niente fosse, affondando sempre più in profondità, e costringendo gli altri criocineti a intervenire.
Tutti loro imitarono la compagna, facendo uso dei loro poteri per fortificare il muro.
Per un attimo, credettero che ciò sarebbe bastato... ma ecco che la serpe venne affiancata da Kozmotis, il quale riversò un fiume di sabbia nera contro la protezione.
Jack strinse i denti. << Il muro sta per cedere! >>
<< Ma non mi dire?! >> ringhiò Cold, mentre indietreggiava sotto la potenza di quegli attacchi combinati.
Di questo passo, non sarebbero durati a lungo! Non senza aiuto.
Improvvisamente, però, a quelle fiamme parve accadere qualcosa di strano: la loro intensità diminuì di colpo… e presero a rivoltarsi contro il loro stesso creatore, contrastandolo con una fiammata opposta.
Allora fra il viola delle fiamme si distinse un minuscolo corpicino di un argenteo bluastro. Poi, il suono di un rombo tonante irruppe dal cielo… e una figura interamente fatta di rocce si abbatté contro la bestia, trattenendolo in una presa ferrea; infine, un’onda d’acqua scrosciante si abbatté lungo il muro di ghiaccio ed estinse completamente le fiamme restanti, assumendo poi la forma di un cavallo.
Una brezza familiare prese soffiare lungo i capelli di Elsa e Jack, simulando l’eco di una gioiosa risata nell’aria. Quasi sembrava dire: “Eccoci, siamo arrivati!”
Sui volti della coppia di spiriti, la paura lasciò posto ad un sorriso gioioso, una reazione che pochi istanti dopo venne imitata anche dall’Agente Elsa.
Nel mentre, gli occhi di Cold si spalancarono perplessi alla vista di...
<< Quello è un cavallo d’acqua? >> sbottò incredulo, lo sguardo fisso sulla creatura che aveva appena preso posto tra il gruppo di spiriti e i loro avversari.
La serpe sibilò minacciosa innanzi ai nuovi arrivati... ma prima che potesse farsi avanti, ecco che una minuscola salamandra prese posizione accanto al cavallo, sollevando il suo muro di fiamme. Seguì l’enorme sagoma del gigante fatto interamente di roccia, il cui ruggito fu tanto forte da far tremare gli alberi circostanti.
Cold compì un inconscio passo indietro.
<< Vi prego, ditemi che sono dalla nostra parte >> sussurrò ai suoi alleati, mentre il Fearling di Kozmotis sollevava il suo lungo corpo per apparire più il più imponente possibile.
Sul volto del Quinto Spirito, si disegnò un sorrisetto. << Cold… ti presento i Quattro Spiriti della Foresta Incantata. >>
Bruni, Nokk e Mordiroccia si stagliarono innanzi al gigantesco serpente e al suo padrone, per nulla intimoriti. Gale soffiò attorno ai quattro criocineti, sollevandoli di qualche metro ed emettendo un lungo fischio.
L’oscuro Spirito dell’Inverno sbatté le palpebre, poi si rivolse alla sua controparte.
<< Certo che sai proprio come sceglierle, eh? >>
Jack gli lanciò un’occhiataccia e fece per controbattere... ma ecco che la Serpe superò il muro di fiamme con un ruggito funesto, lanciandosi contro il gigante di pietra con tanta forza da farlo cadere sulla schiena.
L’impatto risultante smosse il suolo, facendo perdere l’equilibrio degli altri spiriti, mentre Kozmotis assisteva alla scena con occhi contemplativi.
<< Be’, è stato divertente >> sbuffò, mentre quelle pupille dorate si concentravano su Nokk.
A quel punto, l’espressione dell’ex generale si fece più pensierosa, a cui seguì un lampo di realizzazione.
<< Perché no? Mi sono sempre piaciuti i cavalli >> disse, mentre flussi di sabbia nera cominciavano a protrarsi dalle sue mani.
Nel giro di pochi secondi, questi presero a mutare in un turbinio di granelli lucenti, fino a creare la sagoma di un cavallo di nera pece... ma con occhi che parevano pozzi di lava ancora fresca.
La creatura emise un nitrito agghiacciante, poi si avvicinò al suo creatore e strusciò il muso contro le sue vesti.
Kozmotis sorrise, come un padre orgoglioso di un figlio che si approcciava alla vita per la prima volta.
<< Non sei una bellezza? >> commentò, mentre gli saliva sulla groppa. A quel punto, chiuse gli occhi e amplificò i propri sensi, esattamente come aveva già fatto durante le sue ultime incursioni. Ben presto, la magia familiare del Graal cominciò ad accarezzargli la mente, richiamandolo a sé.
“Eccoti!”
<< Seguila >> ordinò, e subito il cavallo di sabbia puntò verso la fonte di quell’arcano potere, lasciandosi dietro una scia nera.
<< Oh, ma scherziamo! >> sbottò Jack Frost, incredulo per ciò a cui aveva appena assistito.
<< Non dirmelo >> borbottò Agente, rivolgendosi ad Elsa << quella potrebbe essere la direzione per Ahtohallan, non è vero? >>
Gale fischiò sonoramente con un suono molto simile ad un allarme, come a confermare quella terribile prospettiva.
Sul volto del Quinto Spirito si dipinse un’espressione cupa.
<< Dobbiamo impedirgli di raggiungere l’isola. Se dovesse prelevare quel frammento, chissà quanti danni potrebbe provocare alla Foresta Incantata! >>
<< E non solo >> disse Jack, mentre si alzava da terra << Non dimentichiamo tutta la faccenda del Multiverso! Mi dispiace, Bucaneve, ma temo che la tua prossima lezione di volo dovrà svolgersi sul campo. Te la senti? >>
La giovane donna gli rivolse un sorriso ironico. << Ho altra scelta? >>
<< Be’, potresti lasciare che me ne occupi io... >>
<< Scordatelo >> lo interruppe bruscamente, come se la sola idea la disgustasse.
Non avrebbe lasciato Jack a combattere da solo, in balia di quel pazzo... non dopo che aveva già quasi perso la vita affrontando una delle sue varianti!
Chiuse gli occhi e lasciò che Gale la sollevasse da terra, facendo ben attenzione a mantenere l’equilibrio.
“Posso farcela” continuò a ripetersi mentalmente “è come nuotare... senz’acqua... a diversi metri dal suolo...”
Scosse la testa e prese un lungo respiro, poi si rivolse alla sua controparte, che la fissava sbigottita.
<< Da come mi guardi, immagino tu non abbia ancora imparato a farlo? >>
<< No, non direi >> commentò Agente, massaggiandosi il collo, un po’ imbarazzata << e non credo di esserne capace. Non sono mai diventata uno Spirito nella mia dimensione. >>
<< Temo che alla luce di questo, la mia offerta di scortarti non possa più essere rifiutata, mia cara >> intervenne Cold, sogghignando << Non vorrai far disintegrare il Multiverso perché hai paura di me, un tenero spiritello innocen- >>
Lo sguardo omicida negli occhi dell’agente della MVI lo costrinse ad ammutolirsi.
<< Fai un passo falso, uno solo… >> gli sibilò all’orecchio << e giuro che ti trascino con me, qualsiasi cosa combinerai. >>
L’oscuro spirito rimase sorprendentemente in silenzio, gli occhi fissi in quelli della giovane donna. Poi...
<< ... non so se dovrei sentirmi preoccupato o ecci-... >>
Un altro scappellotto da parte di Jack Frost lo ridusse al silenzio.
<< Sii serio, per una volta >> sbuffò, prima di scuotere la testa << Cavoli, ora so come si sente Calmoniglio. >>
Detto questo, si lanciò a tutta velocità all’inseguimento di Kozmotis, rapidamente seguito da Elsa. A quel punto, Cold offrì una mano ad Agente, le labbra arricciate nel suo solito sorriso impertinente.
La criocineta gli afferrò le dita con cautela... e fu allora che l’Oscuro Spirito la tirò a sè, facendo scontrare i loro corpi.
<< Tieniti forte! >>
<< Cerca di non andare troppo velocEEEEEEEEEEEEEEEH! >> urlò l’ex regina, mentre l’eterno adolescente si sollevava in aria tanto rapidamente da superare le nubi in pochi secondi. Istintivamente si strinse a lui, già pregustando tutte le tribolazioni a cui lo avrebbe sottoposto una volta conclusa la missione.
<< Ti ucciderò >> borbottò nel tessuto del suo cappuccio << Ti trasformerò in una statua di ghiaccio per l’eternità... >>
<< Promesse, promesse >> ridacchiò Cold, prima di abbassarsi di quota.
Di fronte a loro, cominciò a delinearsi un mare oscuro e tempestoso, mentre la battaglia tra la Serpe Lermantoff e gli spiriti della Foresta Incantata procedeva senza esclusione di colpi alle loro spalle.
 
                                                                                             * * *
 
Il cavallo creato da Kozmotis galoppava a tutta velocità tra i flutti della tempesta, cambiando direzione ogni qualvolta un’onda diventava troppo grande o un fulmine si frapponeva sul loro percorso. I suoi istinti erano radicati nell’unico compito di servire il suo padrone, il cui sguardo non aveva mai lasciato la sagoma dell’isola di Ahtohallan... il luogo da cui proveniva la firma magica del Graal.
All’improvviso, catturò un lampo azzurro con la coda dell’occhio.
Rapido, tirò le redini del novello Incubo Purosangue, evitando per un soffio il getto di magia invernale. L’attacco si scontrò inerme con la superficie dell’oceano, cristallizzandola.
Con un ringhiò frustrato, Kozmotis sollevò la testa.
<< Voi non vi arrendete mai, non è vero?! >> sibilò al gruppo di spiriti che volteggiavano sopra di lui.
<< Come neanche tu, Black caro! >> gli gridò Cold in risposta, ridacchiando << Ma perché non ci veniamo incontro? Se ti arrendi prima tu, poi ci arrendiamo anche noi! … Più o meno. Dah, com’è che fate voi eroi? >>
<< Quando avremo finito qui, ti darò una lezione approfondita sull’argomento >> sbuffò Jack, mentre sia lui che Elsa si gettavano in picchiata verso l’ex Generale.
Questi sollevò rapidamente il bastone e scatenò un’ondata di sabbia nera verso la coppia.
Il Guardiano del Divertimento fu rapido a trasformare l’orrida magia in un sentiero di ghiaccio, che la sua compagna sfruttò per raggiungere il loro avversario. A quel punto, il Quinto Spirito evocò una spada di ghiaccio e tentò di colpirlo al collo, ma Kozmotis la intercettò con una falce di nera pece.
Un pallido bagliore illuminò le nubi sovrastanti, mentre i suoi occhi gialli incontravano quelli determinati della giovane donna.
<< Hai spirito, ragazza, te lo concedo >> ringhiò << Sfortunatamente per te, in una vera battaglia non basta mai! >>
Neri viticci si protrassero dall’uniforme vermiglia dell’uomo, muovendosi come serpi verso Elsa. Allora la ragazza fu costretta a ripiegare e a sfruttare la lama della spada per difendersi da quelle potenti sferzate.
Dall’alto, calarono Mr Cold e Agente.
La giovane donna creò sotto di sé una piattaforma di ghiaccio per sorreggersi, e poi sparò un fiotto di magia criocineta in direzione dell’avversario. L’oscuro spirito, invece, sciorinò una pioggia di schegge gelide alle spalle dell’uomo.
Ai tuoni della tempesta si unì un susseguirsi di esplosioni, mentre Kozmotis evitava o rispondeva ai colpi con altrettanta ferocia. Il mare sottostante mutò sotto la potenza di quegli attacchi, macchiandosi di momentanei vuoti tra un’onda e l’altra, prima di recuperare la sua superficie schiumosa.
Ad un occhio lontano, i quattro spiriti sarebbero probabilmente sembrati un gruppo di uccelli impegnati in una specie di danza, forse nel tentativo di cavalcare i venti della tempesta. Ma una volta nelle vicinanze di quel confronto, nessuna creatura vivente sarebbe sopravvissuta alla pioggia di detriti vaganti che cominciò a sferzare l’oceano come una nube di aghi, costringendo tutti i partecipanti ad alternare le rispettive offensive con scudi di ghiaccio o sabbia.
Di fatto, non fu una creatura di carne e sangue a intervenire… bensì una costituita di pura acqua, che con un nitrito agghiacciante si scontrò di prepotenza contro l’Incubo di Kozmotis, facendogli perdere momentaneamente la presa sulle redini.
La bocca di Elsa si aprì in un sorriso.
<< Nokk! >> urlò alla vista dello spirito dell’acqua, mentre questi ingaggiava l’equino di nera pece. Al contempo, l’ex Generale creò una nuvoletta di sabbia per rimanere sospeso sopra l’oceano, poco prima che un’onda s’infrangesse su di lui.
<< Gli ultimi giorni di battaglie non erano niente di personale. Ma ora sappiate, che quello che farò alla vostra irritante piccola squadra di guastafeste... me lo gusterò. Fino in fondo >> ringhiò l’uomo, per poi riversare un fiume di nera pece contro il gruppo di criocineti. Cold fu il primo a reagire, muovendo rapidamente il bastone per rispondere con un torrente di nevischio.
<< Spiacente, ma ci sono già passato >> disse, mentre i suoi alleati lo imitavano << E non è un’esperienza che ho intenzione ripetere! >>
L’istante dopo, i cieli s’illuminarono di un’esplosione abbagliante.

 
 
Nel momento in cui il portale dimensionale si chiuse alle loro spalle, gli occhi di Topolino e Tigre si spalancarono meravigliati all’incredibile vista che si palesò di fronte a loro.
Sia il giovane mago che la guerriera kung fu non erano certo estranei a boschi e foreste… ma mai, in tutta la loro vita, si erano imbattuti in un agglomerato di alberi tanto rigoglioso, così verde da sembrare un oceano di foglie. Le sue piante s’innalzavano verso il cielo tanto alte da toccare le pallide nubi sovrastanti, mentre uccelli e insetti di ogni forma e colore volteggiavano tra i loro rami fioriti, quasi fossero macchie in movimento sulla tela di un quadro. Più avanti, entrambi scorsero una gigantesca montagna, la cui cima era forse l’unico elemento brullo e completamente privo di vegetazione.
<< È bellissimo! >> esclamò Topolino << Non ho mai visto niente del genere? Possibile che sia opera del Graal? >>
Tigre chiuse gli occhi, si inginocchiò per terra e premette il palmo della zampa sulla superficie umida del suolo. Pochi istanti dopo, il topo antropomorfo vide un’aura dorata illuminare le sue dita artigliate.
<< Si trova da queste parti, è sicuro >> dichiarò la felina, risollevandosi in piedi << ma la meraviglia che ci circonda è antica, fa parte di questo mondo da assai più tempo del manufatto. >>
<< Quanto mi piacerebbe esplorarla! >> esclamò il giovane mago, con gli occhi che gli brillavano. Poi, scosse la testa e aggiunse con tono molto più serio: << Ma avrò tempo per farlo una volta completata la missione. Avrò bisogno di concentrarmi per risalire alla magia del Graal, quindi tieni gli occhi aperti per qualsiasi pericolo. >>
<< Intesi >> rispose prontamente la felina, mentre Topolino si portava finalmente il cappello di Yen Sid sulla testa.
Nel momento in cui l’artefatto gli toccò le orecchie, ecco che il roditore si sentì invadere da una sensazione familiare, la stessa che aveva già avvertito in una sola occasione... più precisamente, quando aveva utilizzato il cappello di nascosto per completare alcune faccende mondane, con conseguenze a dir poco disastrose.
Il potere puro dell’oggetto lo attraversò da capo a piedi, amplificando la sua magia come fuoco su cui era stato versato del combustibile altamente infiammabile.
<< Woah >> borbottò << Avevo dimenticato quanto potesse essere intenso... >>
Prese un lungo respiro e cominciò a concentrarsi, pronunciando l’incantesimo che gli aveva suggerito Sid.
Nel frattempo, Tigre si chiuse in rigoroso silenzio mentre vegliava sul suo amico, e cominciò a guardarsi attorno, roteando le orecchie e scuotendo appena le vibrisse.
Ogni suo senso era all’erta, e così si accorse come in realtà non erano soli.
Concentrando il chi negli occhi, scorse una presenza nascosta fra gli alberi che li stava scrutando.
Non percepiva intenzioni ostili e non sembrava in procinto di attaccarli, ma la felide non avrebbe corso rischi. Così si piazzò davanti a Topolino e guardò nel punto in cui si trovava l’essere sconosciuto, in attesa.
Rimase così per quasi un minuto buono, fino a quando non udì la voce di Topolino alle sue spalle.
<< Ecco fatto! >> disse il roditore << Ho percepito la magia del Frammento da quella par-... c’è qualche problema? >>
Con la coda dell’occhio, Tigre scoprì che il giovane mago la stava scrutando con evidente preoccupazione. Sicuramente aveva notato quanto fosse tesa.
<< Non siamo soli >> gli rispose << c’è qualcosa qui con noi. Per ora ci sta semplicemente osservando, ma potrebbe essere pericoloso. >>
Topolino deglutì sonoramente.
<< P-pensi che potrebbe essere un nemico? >> domandò con voce molto più acuta << Magari uno degli alleati di Kozmotis? E se fossero già qui?! Forse stiamo per cadere in una trappola... >>
<< Forse, o forse no >> lo interruppe Tigre << Ma non andremo dal Frammento fino a quando non ne sarò sicura. >>
L’ultima cosa che voleva, dopotutto, era guidare involontariamente i loro nemici sino alla posizione del Graal.
<< Sta’ dietro di me. >>
Topolino annuì rapido, poi sollevò ambe le mani e si mise alle spalle della felina, pronto a reagire in caso di bisogno. Per quanto il pensiero di combattere ancora una volta contro quegli psicopatici fosse terrificante, di certo non avrebbe permesso a Tigre di affrontarli da sola, anche di fronte al rischio di lasciarci le penne.
<< Ti guardo le spalle >> disse, serio in viso.
La felide gli lanciò un’occhiata così rapida che il giovane apprendista credette di averla immaginata, ma gli sembrò di cogliere un bagliore di gratitudine nello sguardo della sua amica.
Avanzarono lentamente in uno sprazzo fra gli alberi, finché Tigre non alzò lo sguardo verso la chioma di uno dei più alti.
<< Sappiamo che sei lì >> dichiarò, severamente << Mostrati, e chiudiamola in fretta. >>
Per un attimo, non accadde niente. La foresta rimase completamente immobile, silenziosa, al di là dell’occasionale frusciare delle foglie mosse dal vento.
Il cuore di Topolino cominciò a battergli all’impazzata nel petto, fremente per ciò che sarebbe potuto succedere… e fu allora che i suoi occhi catturarono un movimento tra gli alberi.
<< T-Tigre! >> balbettò << Laggiù! >>
Rapida, la guerriera volse gli occhi nella direzione indicata.
Dapprima, il suo sguardo affilato scorse solo un tronco ricoperto di muschio… che all’improvviso, cominciò ad agitarsi, come una superficie paludosa colpita da una roccia.
Sorpresa, la tigre alzò i pugni, mentre quello strato di vegetazione si staccava dall’albero e cominciava a mutare forma, fino ad assumere una sagoma vagamente umanoide.
Lunghi capelli di foglie caddero da quella che doveva essere una testa, e presto un viso femminile prese forma tra liane e rampicanti d’edera, a cui presto si unirono un paio di labbra, naso… e occhi, così lucidi da risplendere nella penombra della foresta.
Sia Tigre che Topolino rimasero completamente immobili, troppo scioccati anche solo per aprire bocca.
Poi, una voce dolce e trillante raggiunse le loro orecchie.
<< Chi siete? >> chiese la “donna”, con tono curioso ma altrettanto diffidente << è la prima volta che incontro delle creature come voi. Non siete di queste parti... o sbaglio? >>
La felina scrutò la misteriosa interlocutrice per qualche istante, diffidente. Poi decise di sciogliere i pugni, pur senza abbassare le zampe.
<< Non esattamente. Siamo... degli esploratori. >>
La creatura rimase nuovamente in silenzio, limitandosi a scrutarli con occhi che parevano infantili quanto saggi, quasi fosse molto più vecchia di quanto sembrasse.
“Forse è così” pensò Tigre, mentre la vedeva fluttuare dinnanzi a loro. Dapprima la scrutò da capo a piedi, poi si rivolse a Topolino.
<< Esploratori? >> ripeté, lentamente << Non pensavo che ne esistessero su questo pianeta. Fin dal giorno in cui vi ho messo piede, ho sempre e solo interagito con piante e animali! Sembrate quasi umani, proprio come i miei genito-... >>
Si fermò di colpo, mentre sul suo viso compariva un’espressione addolorata.
Topolino e Tigre si lanciarono un’occhiata, poi il roditore antropomorfo fece un cauto passo verso di lei.
<< Ehm... ti senti bene? >> domandò con tono cordiale.
La creatura scosse la testa.
<< Io... sì, mi ero solo persa in ricordi spiacevoli >> borbottò, prima che le sue labbra si arricciassero in un caldo sorriso << Mi chiamo Emily! È un piacere fare la vostra conoscenza, intrepidi viaggiatori. Visto che siete entrati nel mio dominio senza prima chiedermelo, posso almeno conoscere i vostri nomi? >>
A quel punto, la felina decise di provare a fidarsi. Quell’essere, almeno all’apparenza, non sembrava ostile.
Esaminandola con l’occhio della mente, vide che il suo chi traboccava di un’energia purissima e indomita, in armonia con il luogo in cui si trovavano. Non poteva essere uno dei loro nemici camuffati.
<< Io sono Tigre >> si presentò << e lui è il mio amico Topolino. Non volevamo violare questo luogo senza permesso, ma... >>
Lanciò un’occhiata al roditore, chiedendo silenziosamente il suo consiglio su quanto dire.
Il mago si agitò nervosamente sulla punta delle scarpe.
<< Ecco, noi... ehm... siamo venuti qui per... per... avvertirti di un grande pericolo! >> disse, e subito gli occhi di Emily si spalancarono sorpresi.
<< Un pericolo? Di che genere? Gli incendi sono l’unica cosa che ha minacciato questa foresta da quando ne ho memoria. Be’... ci sarebbe anche Rodan >> aggiunse, mentre il suo sguardo vagava sino all’unica montagna in quel paesaggio rigoglioso << Ma al momento sta dormendo, e non si sveglierà per almeno altri cento anni. A meno che qualcuno non lo disturbi, e io non ne ho alcuna intenzione! >>
<< Rodan? >> ripeté la felina, perplessa.
Poi scosse il capo e aggiunse: << Il mio collega dice il vero. Presto, su questo pianeta arriveranno delle persone provenienti da un altro mondo, proprio come noi. >>
<< E perché mai dovrebbero rappresentare un pericolo? >> domandò Emily, visibilmente perplessa << Questa foresta è un luogo di pace e armonia, un santuario e un rifugio sicuro per tutte le creature che lo desiderino! Non abbiamo niente di valore, al di là di quello che ci forniscono i suoi alberi. La nostra è una vita semplice! >>
Tigre si strinse nelle spalle, fortemente indecisa su come rispondere nell’immediato.
<< Non dubito di quello che dici... ma tempo addietro, in questo luogo giunse qualcosa che ha un grande valore per queste persone, che non esiterebbero a distruggere la foresta pur di mettervi le mani sopra. >>
Ancora una volta, Emily rimase in silenzio, il viso corrucciato da un’espressione contemplativa.
<< Potreste descrivermi questo “qualcosa”? Forse potrei aiutarvi a trovarlo prima dell’arrivo di questi sgraditi visitatori >> offrì con tono cordiale.
<< Be’, non sappiamo esattamente che forma abbia >> ammise Topolino << Solo che è pregno di una magia potente... MOLTO potente, in realtà, forse più antica di questa foresta! Ti sei mai imbattuta in un luogo dove avvenivano fenomeni che non riuscivi a spiegare? O forse un punto di questa foresta precluso ai suoi abitanti? Qualsiasi cosa fuori dall’ordinario potrebbe essere d’aiuto! >>
Questa volta, l’entità arborea esitò a rispondere.
<< ...forse ho capito di cosa state parlando >> disse, con voce improvvisamente tesa << Ma se è ciò che credo, non posso permettervi di prenderlo. >>
<< C’entra per caso questo “Rodan”? >> domandò la maestra di kung fu, con sguardo indagatore.
Emily annuì tremante.
<< I racconti tramandati dagli abitanti della foresta parlano di una grande stella che un tempo precipitò da queste parti, creando la Montagna di Fuoco >> disse, gli occhi che tornavano a scrutare l’immensa formazione rocciosa << Si dice che Rodan, il demone delle fiamme e della distruzione, sia nato quello stesso giorno, e che protegga gelosamente quella stella. >>
Il suo sguardo divenne improvvisamente colpevole, mentre si abbassava a terra.
<< Un giorno, incuriosita dai racconti, scelsi di ignorare l’ammonimento... e avvicinandomi alla montagna, alimentai la furia della creatura, risvegliandola dal suo sogno centenario. A causa delle mie azioni, gran parte della foresta venne rasa al suolo dalle fiamme di Rodan... ecco perché non posso permettervi di proseguire oltre. >>
Incontrò gli sguardi dei due Phantoms con occhi molto più ostili.
<< Se doveste risvegliare il demone ancora una volta, chissà quanti animali e piante perirebbero per mano sua! >>
Le espressioni dei due agenti divennero a dir poco stupite, e a tratti inorridite.
<< Se è così… >> affermò Tigre << cercheremo di non svegliarlo. Tuttavia, non possiamo neppure lasciare che la “stella” rimanga tra le grinfie di quell’essere! Capisco i tuoi timori e li condivido, ma forse… esiste un modo per sottrargliela senza svegliarlo, così da evitare che semini morte e distruzione. >>
Lanciò un’occhiata a Topolino.
L’espressione del giovane mago si fece incerta, mentre rapidamente intuiva i pensieri della compagna. Non si era mai considerato la punta più acuminata del metaforico tridente, ma era sempre stato accademicamente portato per quelle situazioni che richiedevano un contributo magico... almeno dal punto di vista teorico.
<< Ci sono incantesimi capaci di mettere a riposo anche le creature più indomite >> ammise, dopo qualche secondo di silenzio << Io stesso ne conosco uno che potrebbe fare al caso nostro. E con il potere del cappello, forse sarei in grado di lanciarlo... ma e un SE molto grande! Non ho mai usato una magia del genere, e di certo non l’ho mai fatto contro un demone! E se non ci riuscissi? E se... >>
<< Topolino. >>
La sua amica lo interruppe, poggiandogli gentilmente una zampa sulla spalla.
<< Non farti prendere dall’ansia >> disse, dolcemente << Al momento, secondo quanto ci ha detto Emily, questa creatura sta già dormendo. Il nostro compito sarà solo quello di sottrarle... la “stella”, mentre dorme, e tu dovrai semplicemente impedirle di svegliarsi. Ma se le cose dovessero mettersi male, e tu dovessi ricorrere all’incantesimo del sonno, sappi che io sarò lì per aiutarti. I miei poteri sarebbero in grado di potenziarti e offrirti supporto. Ma… sono convinta che non sarà necessario. In fondo, è stato Yen Sid in persona a sceglierti come suo erede, no? >>
I baffi di Tigre si arricciarono in un piccolo sorriso, che Topolino si ritrovò a condividere. Forse non era ancora ai livelli del suo maestro, ma l’artista marziale era convinta che con il sostegno del cappello avrebbe finalmente mostrato il suo vero potenziale.
A quel punto, si rivolse a Emily, sperando che l’entità avrebbe confermato la loro alleanza… ma fu allora che i suoi sensi avvertirono qualcos’altro nelle vicinanze.
Subito tese le orecchie, il naso fremente, riconoscendo i segni inconfondibili di un chi maligno.
<< Qualcosa non va… >>
I suoi occhi si spalancarono come piatti alla vista di un essere sconosciuto che si muoveva tra i cespugli.
Subito balzò in mezzo alle piante, ignorando completamente le grida allarmate di Topolino ed Emily. Fu solo quando sollevò le foglie… che si ritrovò a fissare il ghigno beffardo di un’ombra, dai contorni fin troppo simili a quelli di uno degli alleati di Kozmotis: Facilier!
La creatura le offrì un saluto, poi scivolò come una serpe tra gli alberi.
<< Fermo! >> ordinò Tigre, mentre partiva all’inseguimento.
Ma l’Ombra proseguì indisturbata la sua fuga, fondendosi con la foresta circostante… e scomparendo alla vista.
A quel punto, la maestra Kung Fu frenò la sua corsa e colpì furiosamente il terrento con un pugno, facendolo tremare.
<< Dannazione >> ringhiò tra i denti  << Devono essere già arrivati! >>
 
                                                                                                * * *
 
L’ombra di Facilier serpeggiò rapida tra gli alberi, invisibile a tutte le creature del bosco. Il suo padrone e Cornelius la attendevano pazienti al limitare della foresta, laddove la lava del vulcano aveva creato una piana rigogliosa.
Quando il famiglio e lo stregone furono finalmente riuniti, ecco che tutti i ricordi ottenuti dalle sue osservazioni vennero rapidamente condivisi con la mente di Facilier. Questi contemplò ogni nuova informazione con pragmatica efficienza, soffermandosi su quei particolari che considerava più interessanti di altri.
Era sempre stato bravo trarre il meglio dalla situazioni più variegate, fin dai suoi anni più giovani.
Quante volte era sopravvissuto alle sevizie dei suoi padroni schiavisti, sfruttando la propria intelligenza e inventiva? Ed era stata la sua mente prodigiosa a guidarlo durante gli insegnamenti di Mama Odie, colei che gli aveva aperto le porte alla magia Vodoo perché toccata dalla sua orribile situazione.
Ma anziché limitarsi a seguire gli insegnamenti più superficiali di quel mondo arcano, Facilier aveva scelto di immergersi nei meandri più oscuri e inesplorati di un mondo molto più vasto… e grazie a questa decisione, aveva ottenuto il potere necessario per vendicarsi di coloro che per tutta la vita l’avevano trattato come una specie di scimmia, convinti che fosse nato per servire l’uomo bianco, così come tutti i suoi simili.
Ma Facilier glie l’aveva fatta vedere! E da quel giorno in avanti, aveva abbracciato un nuovo scopo: ergersi al di sopra di quei damerini, i ricchi e i potenti che per troppo tempo si erano ingozzati con gli sforzi e il sangue degli altri.
Ma Kozmotis gli aveva mostrato cosa sarebbe successo, se il suo ultimo piano non fosse andato a buon fine… un esito che avrebbe cambiato grazie al potere del Graal. E niente e nessuno gli avrebbe impedito di ottenere quel potere! Nemmeno i suoi alleati, se mai avessero deciso di rompere il loro accordo.
Dopo aver recuperato tutti i ricordi dell’ombra, si rivolse a Cornelius, che lo scrutava con uno sguardo colmo d’aspettativa.
<< Ebbene? >>
<< Sanno che siamo qui >> fu la risposta disinvolta dello stregone vodoo, perché in fondo il loro piano non aveva mai contemplato un attacco a sorpresa << A quanto pare, hanno preso contatto con la guardiana di questo luogo. Sembra uno spirito di qualche tipo, forse una manifestazione fisica della foresta stessa. Potrebbe essere molto potente. >>
Gli occhi del Lich dardeggiarono di rosso.
<< Ottimo >> ridacchiò << Allora forse mi offriranno una sfida! >>
Superò Facilier e fece una rapida panoramica del paesaggio circostante.

Track 20: https://www.youtube.com/watch?v=KXVtpOHQqvY
 
<< C’è così tanta vita in questa foresta >> disse, le mani incrociate dietro la schiena << Animali e piante che prosperano ad ogni angolo, sino alle profondità della terra. Ma dove c’è vita… cresce anche qualcos’altro. >>
Qualcosa con cui lo stesso Facilier aveva una certa familiarità.
Rimase in rispettoso silenzio, mentre Cornelius allargava le braccia come una specie di presentatore.
<< Per qualcuno il terrore. Per altri... il salvatore! Eccomi... pallida e fredda la mano... strappa il cuore e lo porta lontano. Che cosa sono? >>
Il corpo dello scheletro cominciò a illuminarsi di un intenso bagliore verdognolo.
<< La Morte >> sussurrò freddamente, prima di affondare le mani nel terreno sottostante.
Crepe e voragini cominciarono a diramarsi in ogni direzione, sprigionando bagliori sinistri. Nel mentre, Cornelius fece appello all’arcano potere della Pentola Magica, ormai una parte integrante del suo stesso essere.
Dapprima, avvertì solo le radici pulsanti di una vegetazione rigogliosa… poi, quello che stava cercando, e allora la sua bocca putrefatta si arricciò in un sorriso maligno.
<< Sotto i nostri piedi, giacciono i corpi di tutte le creature morte nel corso di milioni di anni. I loro resti possiedono ancora una minuscola impronta delle loro anime, a mala pena percepibile… eppure, è ancora lì! E dove si trova un’impronta… io posso affondare gli artigli! >>
Viticci di nera magia si avvinghiarono alle membra decomposte di migliaia di cadaveri. Alcuni morti da tempo immemore, ancora prima che questa foresta fosse edificata… altri poco più vecchi di qualche anno, pregni delle tracce di una catastrofe.
Fumo, carbone… Cornelius era sicuro che questo luogo fosse stato testimone di un terribile incendio. Quasi riusciva a percepire l’angoscia provata dalle sue vittime, mentre morivano in un tripudio di fiamme! Tanto meglio per lui, perché in non-morti che si erano spenti in circostanze brutali erano sempre più facili da riportare nel mondo dei vivi.
<< Sorgi, mia armata >> ringhiò, mentre afferrava ciò che restava delle loro anime << Sorgi, così che possa dare battaglia ai miei nemici! >>
Il tremore del suolo continuò a crescere d’intensità, e presto zolle di terra s’innalzarono un po’ ovunque lungo tutta la piana. Poco dopo, sorsero i primi cadaveri viventi. Animali di ogni forma e dimensione, consumati sino alle ossa: lupi, orsi, cervi, conigli, uccelli… tutti loro emersero come gigantesche formiche dagli occhi rossi, pronti a sciamare sui nemici del loro nuovo padrone.
<< Questo è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni >> commentò Facilier, mentre di fronte a loro prendeva forma un ammasso di corpi putrefatti, alcuni in uno stadio di decomposizione così avanzato da risultare quasi irriconoscibili.
Circondati dallo stesso bagliore verdognolo di Cornelius, s’inchinarono a colui che li aveva riportati nel mondo dei vivi.
<< Portatemi il frammento >> disse il Lich, indicando la foresta alle loro spalle << Uccidete chiunque tenti di ostacolarvi! >>
Facilier fu assai tentato di coprirsi le orecchie all’urlo risultate, più agghiacciante di qualsiasi rumore avesse mai udito. Eppure, mentre l’orda di non morti avanzava minacciosa verso il loro ambito premio, non riuscì a trattenere un sorriso di suo.
<< Sapevo che c’era una ragione per cui continuavo a tenerti in giro >> disse, ricevendo in cambio un’occhiataccia. Ma a parte questo, Cornelius non fece altro, e invece riportò il suo sguardo sui suoi nuovi soldati.
Sperava solo che questa missione non si sarebbe conclusa tanto presto. Era passato fin troppo tempo dall’ultima volta in cui aveva partecipato ad una vera battaglia! E non vedeva l’ora di assaggiare il sangue ancora una volta.
 


In un altro universo...
 
«Davanti a quella foce che viene chiamata Colonne d'Eracle, c'era un'isola. Tale isola, poi, era più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e a coloro che procedevano da essa si offriva un passaggio alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente che stava dalla parte opposta, intorno a quello che è veramente mare. In tempi successivi, però essendosi verificati terribili terremoti e diluvi, nel corso di un giorno e di una notte, tutto il complesso dei vostri guerrieri di colpo sprofondò sotto terra, e l'Isola di Atlantide, allo stesso modo sommersa dal mare, scomparve.»
 
A trent’anni dal giorno in cui aveva letto per la prima volta quelle parole, Milo James Tatch ben rammentava l’emozione che il discorso di Platone era riuscito a suscitare nella sua giovane mente, quando era ancora un piccolo esploratore in divenire che desiderava seguire le orme del nonneoe scoprire civiltà sconosciute.
In molti avevano cercato di frenare quest’ambizione, che fossero familiari, altri ricercatori o i consiglieri del Museo dello Smithsonian, per cui aveva lavorato fino al giorno che aveva cambiato la sua vita per sempre… lo stesso in cui aveva incontrato il più vecchio amico di Thaddeus Tatch, Preston B. Whitmore.
Spinto da quell’incrollabile legame, l’anziano miliardario aveva deciso di finanziare una spedizione per trovare il continente perduto, offrendogli l’occasione di farne parte.
Il risultato? Milo aveva naturalmente accettato, diventando così l’uomo che aveva scoperto Atlantide, ma finendo anche invischiato con una cospirazione mercenaria atta allo scopo di rubare la preziosissima fonte d’Energia che per millenni aveva mantenuto in vita e al sicuro l’antica civiltà.
Oh, si era pure innamorato della principessa del regno! E a crisi risolta, aveva finito con lo sposarla, diventando di fatto l’Imperatore di Atlantide.
Per quanto la sola idea fosse a dir poco incredibile, c’erano giorni in cui desiderava di essere rimasto un cartografo e linguista, come nell’ultima settimana.
Da quando Kida aveva scelto di riportare il continente perduto alla superficie attraverso il potere di un’antica arma atlantidea recuperata in Norvegia, le Nazioni di tutto il mondo avevano cominciato a sciamare nelle acque internazionali dell’Oceano Atlantico per aprire collegamenti e rapporti diplomatici con questo nuovo regno, oppure con l’intenzione di accaparrarsi le sue preziose risorse.
Fu così che, in quanto co-regnante di Atlantide, Milo si era ritrovato catapultato nel mondo della politica, nonché costretto a trattare con individui molto più esperti e attrezzati di lui nel gestire questo tipo di situazioni. Da semplice ricercatore, si era riscoperto sovrano… e ora, la prima linea d’attacco e difesa di Atlantide contro i potenziali nemici dell’Impero, poiché unico vero esperto del mondo di superficie.
<< Ma chi me l’ha fatto fare? >> borbottò a bassa voce, mentre metteva da parte l’ennesima lettera di benvenuto da parte di qualche paese straniero. Forse la Francia? Difficile a dirsi, perché quando eri laureato in linguistica avanzata… beh, quasi tutte le lingue finivano per diventare una sola, specie in un regno come Atlantide, il cui dialetto era un denominatore comune a tutti quelli sviluppatisi nella civiltà moderna.
Negli ultimi giorni, era stato costretto a leggere, visionare parola per parola e rispondere ad almeno un milgiaio di queste comunicazione, alcune provenienti anche da società industriali, gruppi di ricerca e addirittura fazioni mercenarie che avevano offerto i loro servigi in caso di un conflitto armato... un’eventualità che sperava non si verificasse mai. Perché per quanto il potere militare di Atlantide fosse enorme grazie all’energia del Cristallo – e alla loro arma più potente, il Leviatano – lo stesso Milo non era fiducioso della loro capacità di gestire una guerra su vasta scala con più nazioni.
Una o due? Forse, ma era una prospettiva a cui non voleva neppure pensare.
Sperava solo che i loro “ospiti” attualmente ammassati con diverse navi entro un paio di miglia dalla costa dell’isola non sarebbero stati tanto sciocchi da causare qualche incidente diplomatico o dare il via alle ostilità.
<< Mio Imperatore. >>
Quella voce profonda giunse alle sue spalle tanto inaspettata da farlo quasi cadere dalla sedia.
Rapido, lasciò andare la lettera e afferrò la scrivania con ambe le mani, prima di rivolgersi a colui che lo aveva appena disturbato: un uomo alto e imponente dalla pelle abbrozzata e i pallidi capelli raccolti in una coda di cavallo, ricoperto di tatuaggi bluastri come tutti i suoi simili.
<< Dannazione, Kalek! >> sbuffò << Quante volte ti avrò detto di non sorprendermi alle spalle mentre lavoro? Vuoi forse farmi venire un infarto?! >>
Ma l’uomo si limitò a scrutarlo con occhi impassibili, un atteggiamento che Milo aveva ormai imparato ad associare ai soldati e alle guardie della città. Allora, l’ex esploratore emise un sospiro rassegnato.
<< Come posso aiutarti? >> 
<< Degli intrusi sono riusciti a superare i confini della città >> fu la pronta risposta della guardia << L’Imperatrice Kida è con loro, ma ha deciso di aspettare la vostra presenza per cominciare l’interrogatorio. >>
Gli occhi di Milo si spalancarono sia per la sorpresa che per il panico.
Le sue paure si stavano forse avverando? Una delle nazioni aveva deciso di contravvenire alle regole imposte da Kida e tentare un infiltrazione per carpire i segreti di Atlantide? O peggio… un assassinio?
Scosse la testa, perché in fondo non c’era tempo da perdere in ipotesi o teorie complottiste.
<< Non c’è mai un momento di noia da queste parti >> borbottò, mentre si alzava in piedi << Molto bene… Portami da questi intrusi. >>


Boom!
E così sono cominciate le prime battaglie per accaparrarsi gli ultimi frammenti del Graal. Da una parte, la squadra Ghiaccioli se la sta vedendo con Kozmotis e il suo ultimo alleato, la Serpe di Lermantoff, una creatura appartenente alla saga “I Guardiani dell’Infanzia” da cui è tratta la pellicola “Le 5 Leggende”.
Dall’altro lato, abbiamo Tigre,Topolino… e la Madre Natura di Fantasia 2000, qui reinterpretata come una variante ancora “acerba” di Emily Jane, la figlia di Pitch (e Madre Natura della saga letteraria).
Abbiamo deciso di soprannominare l’Uccello di Fuoco “Rodan”, come il titanico pterodattilo del film “Godzilla – King of the Monsters” che proprio come la controparte animata veniva soprannominato “Il demone del fuoco” e fuoriusciva da un vulcano per seminare morte e distruzione in ogni dove. L’idea è stata ispirata anche dalla storia “I Guardiani del Mondo Antico” di Alucard97 e Rory Drakon (co-autrice di questa storia).
Abbiamo anche deciso di rendere Facilier un ex schiavo, in riferimento ad alcune sue affermazioni nel film da cui proviene.
Il finale del capitolo potrebbe aver sorpreso coloro che non hanno visto il “sequel” di “Atlantis – L’Impero Perduto”, che in realtà era un pilot di tre episodi per una serie su Atlantide mai completata, ma che noi abbiamo sempre trovato affascinante. Per riassumere, alla fine dell’ultimo episodio, Kida utilizzava un’antica lancia atlantidea per far riemergere il Regno perduto in superficie.
La reazione delle Nazioni alla comparsa di una civiltà sconosciuta - e molto più avanzata della loro - ci è sembrata la più logica.
Nel prossimo capitolo vedremo anche come se la stanno cavando Eda e Malefica! E naturalmente, approfondiremo la sotto-trama di Atlantide.
  
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