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Autore: WhiteNight    02/04/2024    0 recensioni
Salve a tutti! In questa storia seguo quelle che sono le (dis)avventure della Next Generation, dal mio personalissimo punto di vista!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Quello è il tuo terzo caffè in meno di due ore, sei sicura di volere continuare così?
La voce di James le arrivò alle orecchie come un qualcosa di fastidioso e dannatamente doloroso: si massaggiò le tempie, bevendo con noncuranza la tazza di brodaglia nera che a dirla tutta neanche le piaceva così tanto; Rose non rispose nemmeno, limitandosi a lanciare un'occhiataccia omicida al cugino.
Il castano decise però di non arrendersi, ormai avvezzo al suo caratteraccio.
-Dico sul serio Rosie, non ti fa per niente bene. Che cavoli, hai sedici anni e più caffeina in corpo che sangue, non pensi che tutto ciò sia sbagliato?
La rossa si concesse un altro minuto di silenzio, sorseggiando la bevanda che da là a qualche settimana la aiutava ad andare avanti.
-Certo che lo penso Jamie- si decise finalmente a rispondere, con finta calma, conscia del fatto che se non gli avesse risposto sarebbe stato capace di pedinarla per tutto il Castello -ma onestamente non vedo altra via. O il caffè o l'alcool, e non sono propensa a bere vodka alle otto del mattino, perdonami.
Lo sguardo dell'altro a quelle parole divenne ancora più tagliente, e Rose distrattamente pensò che, in quel periodo, i tratti solitamente dolci del suo viso erano diventati più duri e affilati, come se fosse perennemente preoccupato per qualcosa.
O per qualcuno.
In realtà sapeva benissimo perchè avesse quella faccia, insomma, i suoi sensi di colpa le urlavano ogni giorno quanto effettivamente stesse incasinando non soltanto la sua vita, ma anche quella dei suoi famigliari.
Ma davvero non poteva farci niente.
-Non sto dicendo che devi darti all'alcolismo... Sto dicendo che dovresti dare un taglio a tutta questa storia prima di rimetterci in salute. Sono preoccupato, come tutti gli altri.
-Lo so. - Tagliò corto, era già stanca di quel discorso, affrontato per la milionesima volta.
-Lo sai ma non fai niente.- Il tono di James stava iniziando ad alzarsi leggermente, e ormai parecchie teste erano rivolte verso di loro, non tutte Gryffindor -Lo dico per te, non puoi rischiare un esaurimento per... beh, non so nemmeno per cosa visto che non ti degni nemmeno di raccontarcelo! Quando finirà questa dannata storia?!-
La rossa si alzò, raccogliendo la sua roba e mettendosi la borsa sulla spalla: -Vado a lezione, stiamo dando spettacolo. Tu datti una calmata e piantala, lo sai che non sopporto le sceneggiate.
Non gli lasciò il tempo di rispondere stavolta, voltandogli velocemente le spalle.
Fece in tempo però a notare due occhi grigi puntati su di lei, uno sguardo quasi bruciante che le pungeva sulla schiena.
James la fissò andare via, mordendosi l'interno delle guance a sangue per evitare di urlarle dietro qualcosa e limitandosi a voltarsi di scatto, verso la tavolata Slytherin, incontrando quegli occhi di ghiaccio che detestava così tanto.
Scorpius incrociò il suo sguardo, sorridendo lentamente al suo indirizzo con fare malandrino e facendogli "ciao ciao" con la manina, derisorio.
ll Gryffindor si tirò su di scatto, ponderando per un secondo l'idea di andare là a mollargli un pugno su quel faccino pallido e perfetto, incrinare quel sorriso fastidioso che quasi mai abbandonava le sue labbra; ma non valeva la pena finire nuovamente in prima pagina per uno scandalo del genere, attirandosi l'ira di tutte le componenti femminili della sua famiglia, sua madre in primis.
Si passò una mano tra i capelli, spettinandoli ancora più di quanto già non fossero con un gesto nervoso.
 
 
Albus sbuffò, arricciando il naso con fare contrito.
-Mi spieghi perchè ti comporti in questo modo ridicolo?
-Tuo fratello è uno spasso, giuro, mi guarda come se fossi la persona peggiore del mondo.
-E tu facendo il coglione non aiuti certo a fargli cambiare idea.
Il biondo si voltò lentamente verso di lui, il sorrisino strafottente perennemente stampato in faccia come se nessun problema al mondo potesse mai scalfirlo: -Non me ne frega proprio un cazzo, sai?
Ecco, quello era uno di quei momenti in cui Albus avrebbe tanto desiderato fracassargli il cranio di pugni; se non avesse conosciuto così tanto bene Scorpius da sapere che il suo era semplicemente un atteggiamento di auto difesa probabilmente l'avrebbe fatto, ma per il momento desistette.
-Immagino che ancora tu non voglia parlarmi di quello che sta succedendo con mia cugina, vero?
-Sei straordinariamente intuitivo a volte Albie, mi sorprendi sempre.
-Sto iniziando a stancarmi di questi segreti e di tutta questa omertà riguardo a questa situazione. Insomma, non può essere così tanto orribile da non volerne neanche parlare, secondo me state esagerando.
Scorpius non rispose, perdendosi un attimo nei suoi pensieri: il problema non era tanto la gravità di quello che stava succedendo quanto la prevedibile reazione che avrebbero avuto gli altri sapendolo. Poteva anche essere un’incosciente spesso e volentieri, ma non ci teneva a rischiare un Avada Kedavra da parte del suo migliore amico… e questo era lo scenario migliore.
Non immaginava cosa avrebbero potuto fargli James o, peggio, Dominique.
Tenne il tutto per sé, limitandosi a scrollare le spalle con fare indifferente e riempiendosi nuovamente il piatto di uova: -Pensala come vuoi, io ho troppa fame per contraddirti. Mi passeresti cortesemente il bacon? Senza farmi il muso possibilmente, grazie.
 
 
 
Rose avanzava nei corridoi con passo sicuro e testa alta: erano passati i tempi in cui era una timida ragazzina che portava sulle spalle il peso del suo cognome.
Ormai c'erano cose ben più importanti di cui preoccuparsi che essere fissata con insolenza ovunque andasse.
Mentre salutava distrattamente una compagna sentì una mano familiare poggiarsi sulla sua spalla, e un sorriso spontaneo si formò sulle sue labbra.
-Hai così tanta fretta di arrivare a lezione e sentir parlare di qualche interessantissima guerra tra Goblin e Folletti che non ti accorgi nemmeno della tua splendida e unica cugina?
-Unica non direi, non so se te lo ricordi ma in famiglia siamo una marea.
-Si, ma c'è una sola ed unica Molly Minerva Weasley, se ben ricordo.
-Grazie al cielo, il mondo non è attrezzato per sopportarne due.
-Noto che il tuo sarcasmo è sempre presente, buon segno. Come stai?
La rossa si limitò ad alzare le spalle con un sorrisino: -Come al solito.
Lo sguardo di Molly si corrucciò visibilmente: -Scorpius?
-Ho detto come al solito Mols, lo sai. Non fare come James, ti prego, non ne ho davvero voglia.
La rossa si morse un labbro, indecisa se insistere o no: -. Non fai altro che essere nervosa e irritarti per qualsiasi cosa, oltre che sparire misteriosamente per ore e ricomparire come se nulla fosse. Siamo solo preoccupati per te Rosie, insomma... non sembri più tu.
-E io apprezzo, ma sono stufa. Le cose mi vanno benissimo così, davvero. Ora possiamo andare a lezione? E poi se proprio vogliamo dirlo il nervosismo è un mio tratto dominante, sono nervosa dalla culla praticamente.
L'altra annuì senza sorridere, per poi ricomporsi velocemente: -Ok, io non farò più domande se tu mi prometti di venire stasera alla festa. Andiamo, è la prima dell'anno, non puoi mancare!
Rose si gelò sul posto, maledicendo mentalmente non sapeva neppure lei bene quale divinità.
-...è oggi?
Molly alzò gli occhi al cielo sbuffando: -No Rosie, dico che è stasera ma in realtà è fra un mese CERTO CHE È OGGI. Senti, se non vieni Dom se la prenderà sul personale, e nemmeno io vorrei avere quella Veela contro di me. Quindi verrai, deciso.
Rose aprì la bocca per ribattere, possibilmente con qualcosa di volgare, ma l'arrivo di Dominique Gabrielle Delacour-Weasley in persona la fece saggiamente desistere.
La bionda rivolse loro un sorriso perfetto, voltandosi leggermente verso Rosie con fare impercettibilmente sornione: -Buongiorno dolcezze, di che si discute stamattina?
-Oh, niente, Rosie mi stava raccontando di quanto è eccitata per la festa!
La ragazza, non potendo ribattere niente, si limitò a mollare un calcio da sotto il mantello alla cugina.
Dominique inarcò un sopracciglio maliziosamente: -Immagino... comunque ci saranno anche Lys e Lorc, e non ho potuto negare ad Al di portare Scorpius. Mi dispiace un sacco Rosie, credimi.
Il suo sguardo era mortificato, e la rossa sapeva perfettamente che aveva fatto di tutto per impedire al biondo di venire, ma anche Albus aveva il diritto di portare i suoi amici visto che il territorio era prettamente Gryffindor e non tutti vedevano di buon'occhio la sua presenza.
Sorrise all'indirizzo della cugina, cercando in qualche modo di tranquillizzarla: -Non ti devi preoccupare Dom, davvero, non c'è alcun problema. Piuttosto, voi come vi vestite?
-Spogliarelliste.
Rose scosse la testa, certa di non aver capito bene: -...Eh?
Le altre due risposero di nuovo in coro: -SPOGLIARELLISTE!
-...Non voglio fare altre domande, mi stupirete stasera.
-Noi ti stupiamo SEMPRE, ricorda!
-Concordo assolutamente con Molly, anche se odio profondamente ammetterlo.
-LORCAN!
-Scusa dolcezza, ma è così!
La rossa mollò uno scappellotto sulla nuca del biondo, facendolo sobbalzare: -Ahia! Arpia vendicativa che non sei altro!
Lysander si intromise tra i due, bloccando quella che sarebbe sicuramente diventata una lotta all'ultimo sangue, conoscendoli.
-Buoni buoni, sediamoci e aspettiamo l'inizio della lezione dai, avremo tempo per fare casino stasera.
-Buongiorno Lysander, hai dormito bene stanotte?
Il ragazzo, sentendo la voce di Dominique diretta proprio verso di lui, si pietrificò istantaneamente, il volto completamente bordeaux e gli occhioni azzurri sgranati.
Quello era l'effetto che la ragazza gli faceva più o meno da quando avevano cinque anni, anno più anno meno, e tutti gli altri ogni volta si scompisciavano vedendo il ragazzo paralizzato alla presenza della Weasley-Delacour.
-A...abbastanza, grazie. E t... tu?
-Ho passato una nottata... movimentata, diciamo, ma tutto sommato ho dormito bene anche io.
La bionda adorava intimidire in quel modo il ragazzo: non lo faceva con cattiveria ovviamente, ma non poteva fare a meno di provocarlo ogni qual volta le capitava l'occasione.
Sbattè languidamente le lunghe ciglia, fissandolo con malizia.
-Spero che tu abbia voglia di divertirti stasera, perchè non accetterò un "no" come risposta. Qualunque sia la domanda.
Lys deglutì rumorosamente, sentendo ormai il viso andare letteralmente a fuoco: poteva leggere negli occhi degli altri il divertimento nell'assistere a quella scena, e giurò a sé stesso che gliel'avrebbe fatta pagare carissima.
Maledetti.
Tossicchiò nervosamente, passandosi una mano alla base della nuca: -I...io beh, certo, chiaramente spero che il tutto si svolga nel rispetto delle regole, insomma sono Prefetto e... beh... Bello, molto bello.
Dominique inclinò lievemente il capo, allargando il sorriso: -A volte è eccitante però trasgredire alle regole, non trovi?
Lorcan, buon'anima, decise di intromettersi a salvaguardia della salute mentale del fratello, annotando mentalmente che gli doveva un favore.
Un enorme favore, a giudicare da quanto era rosso.
-Penso che sia il caso di iniziare a sederci, la professoressa sarà qua a momenti. Biondona, tu non dovresti essere da qualche altra parte ora, tipo ad Erbologia?
Senza nemmeno salutare, con uno scatto felino degno di un'atleta olimpionico, la ragazza si catapultò fuori dall'aula, lasciando dietro di sé una scia di risate.
Il biondo sospirò rumorosamente, passandosi una mano sul viso: -Per Godric, sembravo proprio un coglione eh?
Molly gli diede una pacca sulla spalla: -Un pochino, ma guarda il lato positivo, almeno non sei svenuto!
 
 
 
 
Dominique Gabrielle Weasley-Delacour sapeva di essere bella.
La sua non era arroganza o presunzione, non era certo di quelle ragazzine spocchiose che girano per il Castello come se fossero le padrone del mondo.
Semplicemente da quando era piccola tutti avevano sottolineato quel concetto, e lei non aveva mai creduto il contrario visto che qualunque cosa sembrava confermarlo.
I ragazzi facevano carte false per uscire con lei, i peggiori playboy del Castello le avevano giurato amore eterno e quasi tutti gli abitanti di sesso maschile di Hogwarts, i suoi cugini esclusi ovviamente, almeno una volta le avevano chiesto un appuntamento.
Quasi tutti.
Lysander Alexander Scamander, infatti, era da sempre l'unico ad evitare, se possibile, qualsiasi contatto con lei.
Finché erano dei semplici bambini la cosa non l'aveva mai turbata: i loro caratteri erano poi talmente tanto diversi che preferiva giocare con Lorcan piuttosto che con lui, troppo tranquillo e timido.
Crescendo però le cose erano cambiate molto, e nell'ultimo anno la situazione era decisamente sfuggita di mano.
Già dal quarto anno lei aveva provato in qualche modo ad avvicinarsi al ragazzo, e lui aveva sempre respinto i suoi tentativi, trattandola quasi come se fosse fastidiosa; la bionda aveva però notato un certo nervosismo in lui ogni qual volta interagivano, e allora aveva deciso di cambiare strategia.
Quando si trovavano vicini sfoderava quello che era stato soprannominato "il fascino Veela": sbatteva languidamente le ciglia, lo sfiorava con fare casuale, instaurava un contatto visivo costante; soprattutto lo provocava, un tono malizioso e seducente sempre presente, scegliendo accuratamente le cose da dire.
E funzionava, altroché se funzionava: il biondo si innervosiva, balbettava, sudava, arrossiva e incespicava.
Più lui si imbarazzava, più lei per qualche motivo si sentiva attratta.
-...ai ascoltando?
Dom strabuzzò gli occhi, riscuotendosi dai suoi pensieri: -Eh?
Il castano sbuffò seccato: -Come pensavo.
-Scusa Jamie, ero sovrappensiero... E poi non capisco che senso abbia continuare a parlare di Rosie e Scorpius. Le cose tanto stanno come stanno, e noi non possiamo fare niente per cambiarle finché lei non si aprirà con noi.
-Ma dobbiamo aiutarla, siamo la sua famiglia!
-Lei non vuole il nostro aiuto, ha soltanto bisogno di riflettere e... capire. Dalle tempo Jamie, è l'unica cosa che possiamo fare. Starle con il fiato sul collo peggiorerà soltanto le cose, lo sai bene quanto me.
James aprì la bocca per ribattere, ma la sua vista fu oscurata da due mani prepotentemente poggiate sui suoi occhi.
-Ma che diavolo...
-Indovina indovinello, chi sono?!
-Elisa, ci conosciamo da diciassette anni, se non ti riconoscessi avrei davvero dei problemi seri.
Lei sbuffò, contrariata.
-Sei proprio un guastafeste, lasciatelo dire. Dommy, ciao!
Dominique rise, salutando la nuova arrivata: -Ciao dolcezza, mi chiedevo proprio dove fossi. Sai, di solito basta guardare al fianco di Jim per trovarti.
-Mi sono svegliata tardi perchè questo qua non è venuto a chiamarmi come fa di solito.
Il castano sobbalzò, punto sul vivo: -EHI! Perchè non racconti la verità piuttosto?! IO sono venuto a svegliarti, e TU mi hai lanciato prima il cuscino e poi uno schiantesimo, hai rischiato di farmi secco!
Colta in flagranza di reato, Elisa non poté che scrollare le spalle e mollargli uno scappellotto dietro la nuca, sorridendo con malcelato divertimento al lamento soffocato del castano.
-Se l'argomento del giorno è ancora la relazione tra Rosie e Scorpius me ne vado, ve lo giuro. Più insistiamo a dirle che deve smetterla più continuerà, quindi agiamo di conseguenza.
-Mi oppongo a questa visione, ma sto zitto perchè siete due donne manesche.
Le altre due sorrisero, vittoriose: -Almeno una cosa l'hai imparata in tutti questi anni, sorprendente.
Lui le omaggiò di una smorfia schifata, non commentando più una volta entrato il professore in classe e dedicando la sua intera attenzione alla lezione.
James Sirius Potter, infatti, era quello che si definiva uno studente modello perfetto: la sua mente brillante e la sua propensione al duro lavoro gli permettevano di intascare risultati eccezionali non soltanto in campo accademico ma anche sportivo.
Aveva ereditato il talento dei suoi genitori per quanto riguardava il Quidditch, e ormai da sei anni era il Cercatore fisso della Squadra Gryffindor, oltre ad esserne anche il Capitano.
L'indole malandrina era più sopita in lui rispetto che nei suoi parenti, ma questo certamente non voleva dire che non si lasciasse trascinare nei piani malefici altrui, in particolare quelli di Dom e Molly.
Ma non solo loro: da quando aveva ricordo al suo fianco c'era sempre stata Elisabeth Sarah Wood, degna compare delle sue cugine e tormento della sua vita.
La ragazza, infatti, nonostante i lineamenti delicati e la statura minuta, era un concentrato di energia e perfidia, e ormai il ragazzo si era abituato al suo carattere, cercando docilmente di assecondarla e non farla incazzare troppo.
Peccato che la cosa non gli riuscisse quasi mai.
Si voltò a fissare quella che ormai era la sua migliore amica da una vita, incantato: Elisabeth era oggettivamente una bella ragazza, e non era certamente l'unico a pensarlo in quel Castello.
Aveva dei capelli color del grano, lisci e lucidi, perennemente profumati di lavanda; gli occhi erano azzurri, di quella sfumatura particolare che li scurisce o schiarisce a seconda dell'umore, il nasino era piccolo e leggermente all'insù.
James in particolare si soffermò sulle labbra, così rosse e carnose.
Erano invitanti, come se lo stessero chiamando a loro, sussurrandogli dolcemente di assaporarle per vedere se erano davvero così appetitose come sembravano...
-Sembra che Rosie non sia l'unica a trovarsi in una situazione scomoda, neh Jamie?
Il bisbiglio di Dominique lo fece sobbalzare violentemente sulla sedia, e dovette addirittura aggrapparsi al banco per non capitombolare di sotto.
La bionda gli rivolse un sorrisino mefistofelico, inarcando lentamente un sopracciglio, mentre la Wood lo guardava con fare interrogativo: lui le sorrise semplicemente, tentando di rassicurarla, mentre in testa gli risuonava una sirena d'allarme.
Era fottuto, dannatamente ma dannatamente fottuto, e cosa peggiore: Dom lo sapeva.
 
 
 
 
 
-Cazzo. Al sei un accollo, basta!
Il tono sferzante di Scorpius squarciò il silenzio della Sala Comune Slytherin come una scheggia di vetro e una decina di teste si voltarono verso di lui, a bocca aperta: raramente, infatti, il ragazzo si rivolgeva in quel modo al suo migliore amico.
E gli occhioni sgranati di Albus dimostravano che anche lui ne era piuttosto sorpreso.
Erano settimane ormai che era nervoso e scontroso, più acido del solito, e il suo cambiamento umorale era direttamente proporzionale all'abbattimento di Rose: un tempo nei corridoi riecheggiavano le urla della rossa e le risatine derisorie del biondo, perennemente in conflitto in una strana guerra amorosa che solo loro due conoscevano.
Ora a malapena si salutavano quando si incrociavano, e lo sguardo di Rosie era perennemente puntato in basso.
Era tutto dannatamente sbagliato.
Il corvino assottigliò pericolosamente lo sguardo, facendo intendere all'altro che certamente non si sarebbe fatto intimorire da lui.
Era stufo di stare in silenzio ad aspettare l'ennesimo crollo nervoso di uno dei suoi parenti: voleva risposte, e le voleva subito.
Nemmeno Scorpius Hyperion Malfoy in persona l'avrebbe fatto desistere dal suo intento.
-Ti ho soltanto chiesto di spiegarmi come stanno le cose tra di voi, non mi sembra di aver chiesto chissà che cosa, io...
L'altro sbottò senza neanche dargli il tempo di finire la frase, balzando in piedi di scatto e fissandolo con sguardo inviperito.
-Non ne posso più di sentirmelo domandare, sono stufo marcio di questa situazione, chiaro? Chiedilo a lei se sei così tanto curioso!
Albus si alzò con lui, avvicinandoglisi con fare minaccioso; ormai lo sguardo di tutti era incollato su di loro come se fossero uno spettacolo particolarmente avvincente.
Entrambi odiavano stare al centro dell'attenzione, era ciò che fin dal primo giorno in cui avevano posato piede nel Castello avevano cercato di evitare con tutte le loro forze, ma non era servito a niente.
Accettare il peso del loro nome aveva reso le loro vite più facili, ma in quel momento si sentivano di nuovo dei dodicenni incazzati con il mondo che avrebbero voluto scivolare nel più totale anonimato.
-E pensi che non ci abbia già provato?! Nessuno di voi due parla maledizione, è come se fosse una cosa talmente tanto orribile da non poterla neppure raccontare. Finitela!
La pazienza del biondo aveva decisamente raggiunto il limite: si passò le mani tra i capelli, spettinandoli, per poi sfregarle tra di loro con un inquietante sorrisino malvagio stampato sulle labbra.
-La verità... tu vorresti la verità dunque. Bada bene Albie bello, temo che ci rimarrai tremendamente male.
Prese un respiro profondo, preparandosi a decretare ufficialmente la sua condanna a morte.
-Me la scopo, ok? Tutto qui, andiamo a letto insieme quando abbiamo voglia, fine dei giochi. Sei contento? Spero di sì, ma in realtà non mi interessa. Di sicuro la tua dolce cuginetta è molto soddisfatta, o almeno... da come mi implora quando siamo soli sembrerebbe proprio.
A malapena riuscì a finire la frase.
Albus lo afferrò per la collottola, sbattendolo al muro con forza: Scorpius tentò debolmente di liberarsi, più per istinto che per vera volontà, ma la presa dell'altro era decisamente troppo salda per anche solo pensare minimamente di potercela fare.
Gli occhi solitamente brillanti e ridenti del corvino in quel momento erano color petrolio, per la prima volta nessuna emozione li attraversava, soltanto una rabbia furibonda e imponente: Malfoy ci lesse una furia cieca, un puro istinto animale.
Albus voleva fargli male, e non era sicuro che se ne sarebbe pentito.
Per un momento pensò di prendere la bacchetta e tentare almeno di difendersi, ma l'altro lo anticipò ancora una volta mollandogli un pugno in piena faccia, senza nessuna esitazione.
Scorpius sentì distintamente il naso rompersi sotto la forza dell'amico, ma neanche in quel momento provò a divincolarsi o proteggersi.
Si limitò ad incassare il colpo, convinto in cuor suo di meritarsi quel trattamento, se non addirittura qualcosa di peggio.
Il corvino bestemmiò tra i denti, rafforzando per un secondo la presa prima di mollarla improvvisamente, non dandogli il tempo di piantare i piedi e osservandolo mentre cadeva rovinosamente a terra. Lo fissò un'ultima volta, dall'alto in basso, prima di stringere la mandibola e voltarsi, uscendo dalla Sala Comune, diretto solo lui sapeva dove.
Alcuni timidi studenti provarono ad avvicinarglisi per aiutarlo, ma lui li fulminò tutti con lo sguardo, allontanandoli.
Tirò fuori una sigaretta dalla tasca, accendendola con nonchalance e mettendosi a fumare in mezzo alla stanza, senza pensare neanche lontanamente che un'azione del genere avrebbe potuto far perdere milioni di punti alla sua Casa.
Rimase seduto in terra con la schiena poggiata contro il muro per ore, fumando una sigaretta dopo l'altra, senza preoccuparsi di avere il naso rotto e il volto completamente ricoperto di sangue.
Ancora una volta era riuscito a rovinare una delle poche cose belle della sua vita con le sue stesse mani.
 
 
-Ehi Rossa, fermati!
Molly si bloccò in mezzo al corridoio, aspettando che un affannato Lorcan la raggiungesse; quando fu al suo fianco gli rivolse un'occhiata interrogativa, inarcando teatralmente il sopracciglio.
-Quindi?
Lui le sorrise con strafottenza, scompigliandosi i capelli: -Niente, volevo semplicemente salutarti!
La rossa alzò gli occhi al cielo, ricominciando a camminare e sferzandogli il viso coi capelli.
-Cos-AHI! EHI, BLOCCATI DAI, STAVO SCHERZANDO!
-Puoi parlare anche mentre camminiamo, si dia il caso che sia quasi in ritardo per Pozioni, e per quanto Slughorn possa adorarmi non penso di potermi prendere il lusso di tardare anche oggi.
-Non pensavo fossi così pignola dolcezza, ti immaginavo più... flessibile, per certe cose.
La ragazza rischiò di inciampare, e sentì un curioso rossore risalirle dal collo fino alle orecchie: era da anni ormai che Lorcan amava metterla in imbarazzo con battutine del genere, e lei non capiva se lo facesse per puro sadismo o per flirtare infantilmente con lei.
La cosa che più la infastidiva era perdere tutta la sua flemma quando si trovava al suo fianco, mentre solitamente erano i ragazzi a trovarsi totalmente a disagio in sua presenza.
Aveva avuto decine di storie, eppure mai il suo cuore aveva battuto così forte come quando Lorcan le rivolgeva la parola.
-Sei davvero un deficiente, ti odio. Dai dimmi che vuoi, non ho tutto il giorno.
-Niente, riflettevo semplicemente sul fatto che l'atmosfera stasera sarà molto divertente, insomma tra Dom e mio fratello, Rosellina e Scorpius, la biondona mi ha anche detto di stare attenta a Big Jim e la nostra Elisa. Insomma, love is in the air.
-Mio cugino se la fa con Elisa? - Quella si che era una novità, non sapeva bene se piacevole o spiacevole - Quindi mi stai dicendo che sono l'unica cogliona sola in questa famiglia? Grandioso.
Gli occhi di Lorcan brillarono maliziosamente, in quel modo malandrino che faceva tornare in mente a Molly quando erano ancora bambini.
-Ci sono anche Albus, Louis, Hugo, Fred, insomma, non sono favorevole all'incesto ma se proprio sei disperata...
-Fottiti. Ci vediamo dopo, au revoir.
Si allontanò velocemente, lasciandoselo dietro e sentendolo urlare: -TANTO ANCHE SE FAI L'OFFESA IL POSTO A PRANZO TE LO TENGO LO STESSO!
Sorrise delicatamente, sotto i baffi: forse non era proprio sola sola.
 
 
 
 
 
 
Le feste organizzate dal Clan Weasley-Potter erano non solo una tradizione ad Hogwarts, ma un vero e proprio evento esclusivo: chi poteva partecipare si pavoneggiava per giorni, mentre chi non poteva fissava gli altri con invidia e rancore.
I preparativi venivano organizzati con grande cura e dedizione in modo da ottenere la perfezione, ma tutti sapevano che qualcosa di imprevedibile sarebbe matematicamente successo.
In bene o in male.
James si grattò il mento con la piuma, rileggendo gli appunti: -Quindi, ricapitoliamo brevemente i compiti per stasera: Dom si occuperà di decorare la Stanza e di controllare con la Mappa che tutti i professori si trovino nei propri alloggi all'ora prestabilita.
La bionda annuì distrattamente, senza smettere di intrecciare i capelli della cugina.
-Molly e Rosie si occuperanno del cibo, disponendolo sui tavoli e assicurandosi che non manchi mai niente.
-Il primo che si lamenta perchè non c'è l'ananas sulla pizza verrà schiantato, siete tutti avvisati.
-Lys e Lorc invece penseranno alle bevande, alcolici inclusi. Vi prego, non riproponete la grappa con dentro la tarantola viva, abbiamo rischiato più di un infarto l'anno scorso.
I gemelli alzarono le mani con fare arrendevole, sogghignando.
-Io e Lisa ci occuperemo della musica, mentre Al si occuperà di portare la sua magica persona. Nient'altro Albie, ti prego, conosciamo tutti la tua capacità di rovinare qualsiasi piano, quindi per favore, stavolta non provare ad aiutarci. Occupati solo dell'erba, niente di più niente di meno.
-Mi tratti come uno spacciatore, potrei quasi sentirmi ferito sai?
Il fratello a stento sollevò gli occhi dal foglio per lanciargli un'occhiata compassionevole: -Ti dai decisamente troppa importanza. Spacciatore è una parola grossa, al massimo sei un fornitore o qualcosa del genere. Piuttosto, quanti Slytherin verranno?
-La simpatia è proprio nel nostro patrimonio genetico. Comunque, in tutto dieci, compreso me. Selezionati accuratamente, non temete, non daranno problemi.
Dom si sfilò una forcina dalla bocca, immedesimata totalmente nel suo amatoriale lavoro da parrucchiera: -Non ne dubitiamo Albie bello, i tuoi amici sono sempre ben accetti; il pregiudizio verso le serpi è morto e sepolto da anni ormai.
-Forse troppo prematuramente...- il sussurro appena udibile sarebbe anche potuto passare per battuta, ma il tono amaro e lo sguardo cupo di Albus non lasciavano spazio a dubbi: qualcosa era successo, qualcosa che riguardava qualche suo compagno di Casa.
Il panico investì totalmente Rose: non capiva come fosse potuto succedere, ma sapeva perfettamente con chi il cugino potesse aver avuto un alterco.
Scorpius.
Sentì un terrore cieco montarle dentro, perchè se davvero avevano litigato allora la causa poteva essere soltanto una sola; non sapeva però cosa effettivamente fosse saltato fuori dalla discussione.
E se il biondo gli avesse raccontato tutto? E se la verità fosse venuta a galla, alla portata di tutti?
Immersa nella sua bolla di disperazione non notò le occhiate preoccupate che si scambiarono gli altri, rivolte a lei, ma anche ad Albus, che da parte sua teneva lo sguardo smeraldino piantato verso il basso, e i pugni stretti fino a far sbiancare le nocche.
Un pensiero però era condiviso da tutti quanti: quella festa avrebbe certamente portato guai.
 
 
 
-Rose Eleanor Weasley, non puoi metterti la tuta da ginnastica per andare ad una festa, non finché io camperò almeno. Abbiamo una certa reputazione da mantenere.
La rossa sbuffò, gonfiando le guance in una smorfia imbronciata: -Non vedo perchè non posso fare quello che voglio.
La bionda fece un sorrisino derisorio, come se in fondo provasse un po' di tenerezza per quel debole e patetico tentativo di ribellione, destinato a morire sul nascere.
-Perchè sono tua cugina più grande e così ho deciso. Ora, mi pare che tu abbia decine di vestiti bellissimi da indossare, quindi la scelta non dovrebbe certo essere così difficile no?
-Non ho voglia di agghindarmi per stasera, mi metterò un paio di jeans e una maglia, fine. Niente di troppo scollato possibilmente.
Dominique si mise una mano sul cuore con espressione oltraggiata, come se le parole della cugina le avessero fisicamente fatto del male: -Stai ferendo i miei sentimenti così, come osi?! Mi spieghi questa tua avversione improvvisa per i vestiti?
Il mugugno seccato che ricevette in risposta avrebbe fatto desistere chiunque dall'insistere.
Ma non lei.
Certamente non lei.
Un perfetto sopracciglio biondo si incurvò con improvvisa realizzazione.
-È ovvio che c'è qualcosa sotto. Tipo un ragazzo biondo di nostra conoscenza.
-Tranquilla, non ti ruberei mai Lys, è tutto tuo.
L'altra la fulminò con lo sguardo, socchiudendo minacciosamente gli occhi.
-Simpatica! Ma sai, avevo in mente un'altra persona, come ad esempio una Serpe che gravita sempre intorno al nostro Albie, e con cui da un po' di tempo la situazione sembra piuttosto tesa. Non vorrei sbagliarmi, ma per un paio di settimane ad inizio anno sembravate riappacificati e quasi felici, poi improvvisamente la situazione è precipitata. Ho delle teorie, ma non so proprio se esportele. Non vorrei metterti troppo a disagio.
Scacco matto.
Rose si morse l'interno guancia, maledicendosi mentalmente per non aver messo in conto l'abilità della cugina nel farsi gli affari altrui; la bionda le sorrise angelicamente, quasi le avesse letto nel pensiero e sapesse bene cosa provava in quel momento.
-Rosie, tu mi sottovaluti... io lo so benissimo che siete stati insieme, così come so quello che fate ora che vi siete lasciati. - L'altra sgranò gli occhi, colta in fallo -Non fare quella faccia, nessuno ha spifferato niente, siete soltanto estremamente facili da leggere. E non ho intenzione di ficcare il naso nella tua vita, ma il vestito te lo metti. Non puoi farti condizionare da quello là, per favore. Non finché io respiro.
-Non mi sto lasciando condizionare, ma... Non lo so Dom, non ha senso.
-Cosa non ha senso?
La rossa abbassò le spalle con fare arrendevole, non sapendo bene nemmeno lei cosa dire.
-Quello che sto facendo, portare avanti questa specie di "relazione" malata dove io sto di merda e lui ha quello che vuole. Non era quello che volevo, ma non so come fermare il tutto.
Rose sapeva di non dover dire una cosa del genere, se ne rese conto nell'esatto momento in cui gli occhi della cugina brillarono di una luce che ormai conosceva da troppo tempo: aveva innescato la miccia, e ora niente sarebbe riuscito a spegnerla.
Poteva solo assecondarla e affidare il suo destino al Fato.
Era la stessa luce che lei e tutti gli altri componenti della sua famiglia presentavano nel momento in cui avevano un'idea potenzialmente letale.
Se poi il tutto era accompagnato da un sorrisino assolutamente diabolico, allora diventava davvero pericoloso.
Ed era proprio quello che stava succedendo in quel preciso momento.
-Ommioddio... hai un'idea vero? Sapevo di dover stare zitta, Molly lo dice sempre, e io come al solito non la ascolto mai. Ascolta, non ti devi preoccupare, non devi davvero fare nien-
Dominique si alzò come una furia, imboccando la porta, senza neanche darle il tempo di finire la frase: -TU devi soltanto vestirti come Godric comanda, al resto ci pensa la tua cuginetta adorata!
E se ne andò, lasciandola seduta sul letto imbambolata a chiedersi perchè cavolo non teneva mai la sua boccaccia chiusa.
 
 
 
 
 
 
Gli abitanti del Castello erano ormai avvezzi alle stranezze della famiglia più famosa del Mondo Magico, per questo nessuno si stupì di vedere una Dominique Weasley-Delacour lanciata a mille verso i Sotterranei, né tantomeno qualcuno si indignò constatando che conosceva la parola d'ordine di una Sala Comune non sua. I Weasley-Potter-Scamander avevano un segretissimo quanto astuto metodo per essere sempre informati sulle varie parole d'ordine, in modo da essere sempre attrezzati in caso di emergenza.
E quella per la ragazza era una grossissima emergenza.
Adocchiò il cuginetto stravaccato su una poltrona, intento a fumare con fare disinvolto e orrendamente studiato: Albus adorava stare al centro dell'attenzione, si pavoneggiava per i corridoi irradiando bellezza e dispensando sorrisetti maliziosi ovunque, conscio di essere una delle stelle del Castello.
Ovviamente non poteva perdere quella occasione per fargli venire un bell'infarto.
-ALBUS SEVERUS POTTER, COSA STARESTI COMBINANDO ESATTAMENTE?
Il corvino in questione sobbalzò sul posto, strozzandosi con il fumo e tentando malamente di nascondere la sigaretta da cui aveva aspirato qualche secondo prima nel patetico tentativo di salvarsi; si voltò con il terrore dipinto in volto, accorgendosi solo in quel momento della malefica presenza che si affacciava alle sue spalle.
-Che cazz...DOMINIQUE, CHE BISOGNO C'ERA DI FARMI SPAVENTARE A QUEL MODO?
Lei rise, sedendosi al suo fianco e accavallando le gambe con fare involontariamente seducente, attirandosi non pochi sguardi dagli altri Slytherin presenti: Albus fulminò tutti, e quelli decisero saggiamente di defilarsi.
-Comunque, non c'era bisogno di nascondere a quel modo la sigaretta eh, so benissimo che fumi. Ti ricordo che ho iniziato io questo circolo vizioso e assolutamente evitabile.
Lui alzò le spalle con noncuranza: -Abitudine, Jamie la prima volta mi ha quasi dato un pugno. Poi ha cominciato anche lui. Dai, che vuoi? Sbrigati, ho come il sospetto che sia una delle tue solite cazzate, e ho da fare oggi.
-Dovresti essere onorato che io mi prenda la briga di venire in questo posto, e invece mi tratti così? La tua adorata cuginetta? Comunque...- Spostò lo sguardo sul nuovo arrivato, nonché soggetto principale della conversazione che stava per avvenire.
Scorpius Hyperion Malfoy.
Il biondo, infatti, si era recato là con l'intenzione di chiedere scusa all'amico e tentare di rimediare alla cazzata irrimediabile che aveva fatto il giorno prima, ma le cose non stavano andando proprio come voleva lui.
-Ti dispiace? Dovrei parlare con mio cugino. Da soli, tra parentesi, nel caso in cui il messaggio non ti fosse abbastanza chiaro.
Quello di Scorpius poteva apparire come un grande atto di coraggio e di amicizia, ma così non era assolutamente: fin da piccoli il ragazzo aveva sempre avuto una sorta di terrore reverenziale per la bionda, cosa che lo portava a sudare freddo e tentare di nascondere il panico in sua presenza, paralizzato totalmente dalla paura, per poi scappare a gambe levate.
Cosa che fece in quel preciso momento.
Dominique lo fissò andar via con un certo compiacimento, sogghignando, per poi rivolgersi finalmente verso l'altro.
-Adoro quando fa così, mi piace saperlo terrorizzato da me. E credo che questo potere molto presto mi tornerà straordinariamente utile. Comunque... io so che tu sai quello che succede fra il tuo amichetto e nostra cugina; quindi, non provare a negare niente ma sta zitto e ascolta. Dobbiamo agire, risolvere la situazione in fretta, e per farlo ci serve un altro ragazzo, intesi?
Il corvino strabuzzò adorabilmente gli occhioni, incapace di emettere qualsiasi frase di senso compiuto.
-Si lo so, è un piano talmente tanto geniale che sei rimasto senza parole, tranquillo, non c'è bisogno di dire niente. Tu devi soltanto limitarti ad invitare Dylan Zabini alla festa di stasera, e io penserò al resto.
L'altro riuscì a riprendersi dallo shock, giusto in tempo per porre una semplice quanto delicatissima domanda.
-Dom, aspetta un secondo... pensi davvero che sia una cosa saggia? Insomma... sta così con Scorpius, e tu vorresti mettere in mezzo un altro ragazzo senza nemmeno darle il tempo di superare la cosa? Che sia davvero questo quello di cui ha bisogno Rosie?
La bionda sferzò l'aria con la coda, raddrizzando la schiena e sbuffando, annoiata: -Ovviamente no, pensi che sia stupida? Cielo Albus, l'intervento di Zabini è ciò che meno può giovare alla salute mentale di Rosie.
Albus la fissò intontito per un paio di secondi, prima di esplodere: -EH?!
-Uff Al, ma ti devo davvero svelare tutto? Tutto ciò ha un fine, ovvero far svegliare quella cosa platinata che ti porti sempre dietro. Non devi guardare al piano in sé, ma al risultato finale.
-Ma cosa puoi sapere che Dylan ci proverà con lei, e che Scorp sarà geloso, e che tutto andrà come dici tu?!
Il ragazzo si mise le mani sugli occhi, mugugnando qualcosa di incomprensibile e di lamentoso.
-Perchè io so sempre tutto, e sappiamo benissimo che alla fine avrò ragione, come sempre. Quindi tu invita Dylan o giuro sulla tua testa che me la pagherai. - Si alzò, spolverandosi la gonna con eleganza, sotto lo sguardo assolutamente terrorizzato dell'altro.
-Ora vado mon amour, ci vediamo stasera, mi raccomando. Ricordati cosa sono capace di fare quando qualcuno mi contraddice, e nel caso in cui ti sfugga qualche esempio prova a controllare la cicatrice che hai sul ginocchio.
E se ne andò, lasciandolo imbambolato e ammutolito.
  
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