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Autore: Emanuela Scuto    03/04/2024    1 recensioni
Come sempre non so definire se si possa definire poesia, io scivo e quello che esce di getto a volte lo pubblico, tutto qui.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono domandata una sera come tante cosa avresti provato se ti fossi accollato la mia essenza.
Rimuginando a lungo risposta effettiva non ti so dare
Poiché in un lontano lascito nostrano che è al di fuori di noi
Mi han fatta robot
Del tipo che tu potresti anche ricoprirti delle mie ceneri, bere le mie lacrime, vestire le mie vesti, guardare con i miei occhi
Eppure non sentiresti nulla
Come una sorta di risucchio d'anima
O le gallerie inquietanti del cuore della notte in cui non vi è anima pensante
Non me lo spiegare però
Come puoi non sentire me
Se son fatta di acciaio, di metalli puri
Se in fondo son così perfetta poiché fatta dal buon costruttore con mani e unghie sporche di nero
Dal sudore di un elettrauto lavoratore
Come puoi non sentirmi
Se son così gentile, così disonesta, così casta, così malvagia, così pura, così imperfetta, così fragile, così forte, così testarda, così docile.
Mi han fatta dipinto
Assomiglio al Picasso io
Con forme geometriche, cubi bizzarri, fuori dalle righe
Poi ti divento Monet
Un assembramento armonioso di colori, un capolavoro, un'eleganza che mi han donato Dio
Dopo esco dall'arte
Per diventare reale
Colore, rumore, pensiero, oppressione, risata, malcontento, disgrazia, esultanza, brianza, tolleranza
Sincerità, maestria, manipolazione, follia e adulazione.
Poi in un mondo pieno di dii divento dio anch'io.
Poiché l'incarnazione delle contraddizioni mi rende ancora viva e nella mia estrema follia mi tiene ancora lucida.
Dunque come puoi non udirmi
Poiché tu sciocco sempliciotto
Di ascoltarmi non te ne frega nulla
Vorresti solo le mie labbra e le mie membra
E mentre guardandoti di sottecchi comprendo se ne valga la pena o meno.
Poi comprendo che in fondo, un po' di pena la provo.
E al posto di umbrunire mi dileguo
E in conclusione comprendo che tutto ciò non ha molto senso
Ma ti prego, ti chiedo
Che vada a fanculo il dispotismo, l'esagerazione, il politically correct, il family friendly, le vostre zone comfort, l'ipocrisia, la falsità, il pudore, l'accidia e il buonismo.
Che ci travolga una bufera o un'onda anomala di diversità e introspezione.
Che forse allora sì, che dell'incoerenza ce ne faremo una ragione.

Note dell'autrice: Onestamente volevo continuare a scrivere la storia di narrativa che sto portando qui su questa piattaforma o iniziarne una nuova che è da diverso tempo che ho in testa e non sto ancora riuscendo a strutturare ma mi è venuto in mente questo, così, de botto, quindi nulla, vi lascio questo mio sproloquio di getto e spero vi piaccia,
un bacio grande.

 
   
 
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