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Autore: Ghost Writer TNCS    06/04/2024    1 recensioni
Il racconto conclusivo del primo arco narrativo. Questa storia prosegue gli eventi di Eresia, La frontiera perduta e La progenie infernale.
È giunto il momento della resa dei conti. Ma quello che si prospetta all’orizzonte è un conflitto ben più grande di Tenko, di D’Jagger, e degli dei stessi.
Lasciato Raémia, le due fazioni si riuniranno con i rispettivi alleati, ma per tutti loro molte cose sono cambiate, e i loro obiettivi potrebbero non coincidere più.
Per qualcuno sarà la fine, per altri un nuovo inizio, una cosa è certa: nessuna fazione può dirsi davvero unita. Tra interessi personali e ideali opposti, le divergenze interne potrebbero determinare l’esito degli scontri più ancora della forza dei nemici.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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17. Vittoria a metà

Spartakan era in difficoltà. Gli dei gli avevano ordinato di eliminare la demone con le fruste, ma per quanto provasse a raggiungerla, l’elfo spadaccino continuava a mettersi in mezzo.

Provò di nuovo a colpirlo, ma Sigurd schivò e rispose con un fendente. Il figlio dell’inferno non si premurò nemmeno di schivare: lasciò che la lama affilata scorresse sulla sua pelle rossa senza lasciare alcun segno. La sua forza e la sua resistenza innate gli avevano sempre permesso di combattere alla pari anche contro gli inquisitori più forti, ma in quel momento era confuso. Spaesato. Come faceva il suo avversario a tenergli testa? A lui, il Campione degli dei? L’unica spiegazione era che anche l’elfo avesse ricevuto la benedizione di un dio, ma quale dio poteva avergliela concessa? C’erano forse altri dei oltre a quelli che conosceva?

Sigurd si allungò in un affondo. La punta di Balmung premette contro il petto di Spartakan e lo costrinse a indietreggiare. L’elfo lo tempestò di colpi e di nuovo l’orco dovette fare dei passi indietro. Ferito – ma solo nell’orgoglio –, il figlio dell’inferno gridò e partì al contrattacco. Colpì con tutta la sua forza, ma i suoi pugni sferzarono solo l’aria: Sigurd era già balzato a qualche metro di distanza e lo osservava con attenzione.

Nonostante la forza del nemico, l’elfo sentiva di avere la situazione sotto controllo. Il rosso non aveva ricevuto un addestramento particolarmente raffinato, e in più i suoi movimenti tradivano una certa indecisione, tuttavia lo spadaccino non poteva abbassare la guardia: il suo avversario era pur sempre un figlio dell’inferno.

Freyja, impegnata ad alcuni metri di distanza, capì che Sigurd poteva cavarsela da solo e decise di concentrarsi sui ghoul evocati da uno dei vampiri. Al contrario di quelli che aveva affrontato sulla Luna Nera, questi erano mostri di vario tipo, presumibilmente catturati e poi infettati così da diventare burattini al servizio del loro padrone. Quest’ultimo era un sauriano dal fisico esile con delle corna sul capo: probabilmente Chupacabra[24].

Il grosso lupo-ghoul si avventò su di lei con le due bocche spalancate. L’orchessa schivò di lato, ruotò il busto e lo colpì al fianco con il manganello. La fiera guaì e cadde a terra. La poliziotta lo colpì ancora su uno dei musi, e pezzi di carne putrefatta saltarono in tutte le direzioni. Ma non era così semplice uccidere un non-morto.

Un’altra fiera la aggredì, ma un collega la fermò a mezz’aria e la scagliò via con la telecinesi. Freyja si rialzò e corse verso un massiccio ariete che stava zoppicando verso Tenko. Lo colpì a una delle gambe buone per farlo cadere, lo afferrò per una delle corna ricurve e lo scagliò verso l’evocatore. Quest’ultimo non si mosse nemmeno: bastò l’intervento di uno dei suoi ghoul a proteggerlo, una specie di volpe da guardia dalla spiccata agilità.

L’orchessa sapeva di dover mirare a Chupacabra, ma né lei né il suo collega riuscivano ad avvicinarlo. E gli altri poliziotti erano troppo impegnati per aiutarli: uno con abilità da mutaforma stava inseguendo Manananggal[25] – il busto alato – per riprendere la valigetta, mentre l’altro stava cercando di contrastare la magia canora di Partenope insieme a D’Jagger.

Paradossalmente, se c’era qualcuno che sembrava in grado di avere la meglio, quella era Tenko. Adze stava sfruttando il suo potere di trasformarsi in una lucciola ed evitare i Nervi Taglienti, ma la demone era comunque riuscita a mettere a segno qualche colpo. Il vampiro superiore aveva prontamente rigenerato le ferite, ma i suoi movimenti si stavano facendo via via più goffi e incerti.

Il servo di Lilith ci mise un po’ per capire che le fruste della sua avversaria erano intrise di veleno, e doveva trattarsi di una tossina molto potente se stava facendo effetto anche su un vampiro superiore come lui.

La stessa Tenko era piacevolmente colpita dall’efficacia della sua mossa. Si era impegnata molto per riuscire a evocare il suo spirito guida come faceva Zabar, ma nonostante gli insegnamenti di Shamiram, era ancora lontana dal suo obiettivo. Per il momento tutto ciò che riusciva a fare era infondere il veleno della soffiamorte nei suoi Nervi Taglienti, in ogni caso i fatti dimostravano che si trattava di un’abilità molto efficace.

Abbastanza da uccidere un dio? Non vedeva l’ora di scoprirlo.

Mentre Tenko già pregustava la sua vendetta, D’Jagger e il poliziotto che era con lui ancora non erano riusciti a neutralizzare la magia canora di Partenope. Se si fosse trattato di semplici illusioni trasmesse attraverso il suono sarebbe stato facile occuparsi di lei, ma purtroppo spegnere le orecchie artificiali non era bastato al goblin per far sparire i cloni della sirena. E più la vampira si moltiplicava, più sembrava in grado di amplificare il suo potere, trasformando il suo assolo in un coro travolgente.

L’agente – un esorcista – recitò una formula e agitò la sua lunga collana di perle rosse. L’aura sprigionata dall’artefatto dissolse alcune delle copie di Partenope, ma le altre si unirono a intonare un contro-incantesimo.

«Tu mai nel tempo fermerai la nostra voce! Il tuo esorcismo qui ed ora contraddico! La tua collana io adesso maledico: usala ancora e il tuo dolore sarà atroce!»

Finita la strofa, al poliziotto bastò muovere leggermente il suo artefatto per avvertire una scarica attraversargli il braccio. Lasciò istintivamente la presa e il monile magico cadde a terra sfrigolando.

La sirena inspirò per cantare un’altra magia ma D’Jagger riuscì a interromperla con una delle sue bombe. Non riusciva a danneggiare la vampira, tuttavia i boati erano comunque utili per spezzare i suoi incantesimi.

«Ehi, qualche altra idea? Perché io sto finendo le granate!»

Il poliziotto prese dei talismani da una tasca dei pantaloni. «Continua a tenerla impegnata!»

Il goblin allargò le braccia e sui suoi palmi apparvero altri due ordigni. «E cos’ho fatto fino adesso?»

La vampira intanto aveva già ripreso a cantare, al che D’Jagger si voltò e la interruppe di nuovo.

«Com’è che capitano sempre a me i compiti più ingrati?» sbottò tra sé subito dopo la deflagrazione. «Ehi, se muoio almeno mi autografi il cadavere?» chiese alla sirena.

Lei non nascose il suo stupore. «Questa sì che è una richiesta inaspettata! Ma, ti prometto, non sarà inascoltata. Ora che ti guardo sembri anche un tipo scaltro. Per uno come te io posso fare questo ed altro!»

Partenope stava per intonare un’altra magia quando un talismano le si appiccicò sulla bocca. La sirena sbarrò gli occhi, provò a strapparlo con le dita artigliate, ma era inutile. E tutte le sue copie erano nella medesima situazione.

Anche D’Jagger rimase molto colpito da quell’attacco a sorpresa. «Ehi, perché non l’hai fatto subito?»

«Dovevo essere sicuro di colpirle tutte, o sarebbe stato inutile» chiarì il poliziotto. «Avanti, aiutami ad arrestarle.»

«Emh… ok.»

Forse doveva davvero candidarsi per quella posizione da sbirro.

Nel frattempo anche Sigurd stava riuscendo ad avere la meglio su Spartakan.

«È inutile che continui a combattere!» esclamò l’elfo. «La mia tecnica è troppo superiore alla tua! Arrenditi!»

«Mai! Non tradirò la fiducia degli dei!»

L’orco provò ancora ad attaccare, ma Sigurd lo spinse via con disarmante facilità.

«Non c’è disonore nell’ammettere la sconfitta. Apri gli occhi e pensa con la tua testa!»

Spartakan scosse il capo con rabbia. «No! Io non posso perdere! Io sono il Campione degli dei!»

Ma per quanto si ostinasse a ripeterlo, la situazione non cambiava. In un lampo lo spadaccino schivò la sua carica, lo sgambettò e gli puntò Balmung sul petto.

«Se gli dei ti avessero davvero considerato il loro Campione, ti avrebbero dato l’addestramento che meritavi. Ti avrebbero reso la versione migliore di te, non il loro tirapiedi!» Sollevò la lama nera e la rinfoderò. «Ma non è ancora troppo tardi. Puoi fare grandi cose, devi solo iniziare a pensare con la tua testa.»

Mentre Sigurd tendeva la mano al suo nemico per risolvere pacificamente il conflitto, Tenko al contrario continuava a incalzare Adze con i suoi Nervi Taglienti, tempestandolo di colpi avvelenati. Il vampiro aveva provato a resistere, a guadagnare tempo, ma ormai aveva capito che né lui, né i suoi compagni potevano vincere quello scontro.

Per la prima volta da diversi anni dovette abbandonare il corpo che aveva posseduto e sfrecciò via sotto forma di lucciola.

Tenko, ansimante per la fatica, lo seguì con lo sguardo, poi però si disinteressò a lui: c’erano altre due prede molto più invitanti che la aspettavano.

«Devo ammetterlo, non pensavo saresti riuscita a battere quel tipo» affermò Horus.

La demone si avventò su di lui, ma i Nervi Taglienti attraversarono il corpo del dio falco senza causargli alcun danno. Era come se fosse un’illusione. No: un ologramma.

 Tenko serrò i denti in un’espressione feroce, bestiale. Lo attaccò di nuovo, ma era tutto inutile. Eppure non intendeva fermarsi.

«Per come sono andate le cose, forse sarebbe stato meglio non cercare di ucciderti nell’arena» proseguì Horus, del tutto incurante della rabbiosa raffica di colpi. «Se ti avessimo usato fin dall’inizio per eliminare la bastarda di Demetra e il bastardo di Hel, ora non ci troveremmo in questa situazione.»

La giovane non voleva ascoltarlo, ma per quanto si sforzasse di concentrarsi sull’attacco, le parole del dio continuavano a insinuarsi nelle sue orecchie.

«Ma sai qual è la cosa migliore?» Il volto del dio falco si tinse di gioia perversa. «Possiamo ancora farlo. Non sarebbe meraviglioso se usassimo proprio te per sbarazzarci dei nostri nemici più fastidiosi?»

Al solo sentire quelle parole, Tenko venne attraversata da un brivido di orrore e disgusto.

Horus riaprì il becco, ma la demone urlò e si tappò le orecchie pur di non sentirlo.

Continuò a urlare e a ruotare i Nervi Taglienti finché la stanchezza non ebbe la meglio. Ansimante, abbassò le armi.

Qualcosa le toccò la spalla. Scattò indietro, pronta a colpire, ma fermò i Nervi appena si accorse che era Sigurd. Tenko non riusciva a vedere l’espressione dell’elfo per via del casco, ma la sua vicinanza riuscì in qualche modo a calmarla.

Si guardò intorno.

«Cos’è successo? Dove sono gli dei?! E i vampiri?!»

Lo spadaccino scosse il capo. «Andati. E hanno portato via la valigetta. Però siamo-»

«No!» Il grido della demone interruppe la sua frase. «No!» Si tolse il casco e lo gettò a terra. «No!» Travolta dalla rabbia e dalla frustrazione, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, più forte che poté. Senza nemmeno accorgersene, manifestò il suo spirito guida. La soffiamorte spalancò le ali e gridò con lei, un verso acuto e straziante che perforò i timpani a tutti i presenti, costringendoli a tapparsi le orecchie.

Esaurito il fiato, Tenko si mise a tossire per lo sforzo e il suo spirito guida si dissolse. La gola le bruciava, ma non le importava.

Guardò verso i suoi compagni. Freyja e uno dei poliziotti erano coperti di sangue, ma nessuno di loro sembrava ferito. Solo allora si accorse che Spartakan e una vampira non erano riusciti a fuggire. Non che la cosa le importasse al momento.

Quando finalmente riuscì a parlare, la sua voce uscì flebile e roca: «Adesso?»

Sigurd allargò mestamente le braccia. «Con ogni probabilità gli dei sono tornati sulla Luna Nera, quindi per il momento non possiamo fare nulla.»

D’Jagger sollevò una mano. «Se posso, secondo me ci conviene tornare su Raémia e aspettarli lì.»

Tenko si voltò verso di lui. L’emoji sul casco del goblin si trasformò in preoccupazione davanti a quello sguardo intenso e predatorio.

La demone turnò a rivolgersi a Sigurd: «Andiamo!»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

E così si è concluso lo scontro con i vampiri. I nostri hanno vinto, ma non è certo la vittoria che Tenko sperava.

Per quanto riguarda la polizia, sono riusciti ad arrestare una vampira (vedremo quale), e date le premesse questo è già un buon risultato.

Altro dettaglio non indifferente: Spartakan non è riuscito a fuggire con gli dei e gli altri vampiri, quindi ora vedremo cosa ne sarà di lui. Essendo un figlio dell’inferno indistruttibile non dovrà preoccuparsi della sua incolumità, ma si trova comunque in una posizione svantaggiosa. O chissà, magari stare lontano dagli dei potrebbe fargli bene.

Ora Tenko vuole tornare su Raémia, quindi a breve potremmo rivedere qualche vecchia conoscenza :)

Ma ogni cosa a suo tempo, per ora grazie per aver letto e a presto ^.^


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[24] Il chupacabra è una creatura leggendaria originaria dell’America Latina che solitamente si ciba di animali domestici.

[25] Nel folklore delle Filippine, il manananggal è un vampiro alato, generalmente femmina, che può separare il busto dalle gambe.

   
 
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