Come un lampo, una stella cadente illumina il cielo d'un riflesso argenteo e precipita nel mare, come un proiettile lanciato da una catapulta.
Un debole vento soffia tra gli alberi, facendo ondeggiare le loro chiome policrome, e riempie la spiaggia di deboli fruscii.
Di tanto in tanto, le figure sottili degli aironi vermigli percorrono il firmamento e, a volte, si precipitano sull'acqua, bramose di prede.
A passo lento, Roran cammina sulla sabbia perlacea. Quel paesaggio, ammantato di quiete, gli ricorda la sua patria perduta.
Il giovane solleva lo sguardo verso il cielo, mentre le lacrime velano le sue iridi verdi. Ormai, la sua patria gli è preclusa.
Quel suolo, un tempo scrigno di memorie e ricordi, è diventato territorio ostile.
Le lacrime cadono dai suoi occhi ed egli si copre la bocca con la mano. Lui è innocente!
Non ha ucciso suo fratello Aidan.
Un brivido sgradevole attraversa la sua schiena e Roran si stringe il mantello attorno al corpo. Nessuno dei suoi familiari ha creduto alle sue parole.
Erano soggiogati dalla forza di suo zio Erwen.
Non mi avete mai conosciuto., si dice, il cuore ardente d'amarezza. Loro, che pure gli hanno donato la vita, non hanno visto il suo cuore.
Aidan era l'erede al trono, ma in lui non è mai ristagnata alcuna invidia.
I suoi genitori, però, hanno veduto un'ambizione distorta.
Una mano, ferma, si posa sulla sua spalla e il giovane si gira. Quel tocco, così deciso, è per lui inconfondibile.
Per alcuni istanti, i suoi occhi si riflettono nelle iridi verdeazzurre di Kaidan.
─ Sono felice di vedere che ti sei ripreso. ─ mormora il giovane. Quel risoluto mago guerriero gli è sempre stato vicino.
E il prezzo del suo affetto incrollabile incendia le sue carni.
Di nuovo, le lacrime velano gli occhi del principe di Namida. Non riesce a non sentirsi in colpa per la sofferenza del suo maestro.
─ Supererò anche questo. ─ afferma l'esperto combattente, calmo. Il dolore turba l'energia dell'anima di Roran, lo sente.
Ma come può aiutarlo?
Ad un tratto, avvolge le braccia attorno alle spalle del principe e lo stringe contro di sé. Il ricordo degli eventi di Namida ancora dilania la sua mente.
Roran, sentendo il tocco del compagno, si appoggia sul suo petto. Tra quelle braccia, non può fingere una forza che non possiede. Il suo maestro e amico non giudicherà la sua pena.
− Mi manca Namida, anche se mi ha fatto del male… Dovrei odiarla per quello che ci ha fatto, ma non ci riesco… Kaidan, amico mio, ritornerò? Vi ritorneremo insieme? − domanda.
D'istinto, l'interpellato si irrigidisce, come se il suo corpo si pietrificasse, e la sua mano sfiora i capelli biondi di Roran. Quel giovane così sfortunato si vergognava di un sentimento comprensibile. E tale pudore glielo rendeva assai caro.
La sua forza si lega al suo animo gentile.
Una lacrima, traditrice, precipita sulle labbra serrate dell'uomo. Non permetterò al suo figlio adottivo di cedere alla disperazione.
− Sì, figlio mio… Tornerai a Namida. Torneremo insieme, te lo prometto. − mormora, mentre una nuvola vaga nel cielo, oscurando lo splendore della luna.