E se descrivessi la mia tristezza
apparirebbe ridicola
e infantile

perché la mia tristezza
è piena d’incanto.

Jarosław Iwaszkiewicz




Neville sentì dei passi, dietro di sé, e non ebbe bisogno di girarsi per capire chi fosse.
Profumo di tuberosa in fiore ed erba tenera. 
Ginny Weasley. 

“Sei venuta anche tu a dirmi di stare attento, di non avvicinarmi a Corm, che ha spaccato tutto e che potrebbe farmi del male?” domandò Neville, disgustato.
Ginny rise, e fu una risata squillante, francamente divertita.

“Che cazzata, Nev! Fino a prova contraria, sei stato tu a farne a lui, di male. In ogni modo possibile. Qualsiasi cosa ti facesse, secondo me, sarebbe giustificata. Ma lo conosco: Cormoran Warrington non farà male a nessuno se non a sé stesso” disse, tranquilla.
Neville annuì, lo sguardo fisso sulla sagoma di Corm, seduto sul bracciolo del divano in mezzo alla stanza cosparsa di frantumi di tutti i vetri, finestre, e specchi, che erano scoppiati intorno a lui, delle porte e dei mobili esplosi.

E Corm lì in mezzo, lo sguardo smarrito di chi non trova più non solo la strada, ma neanche la destinazione.
“E allora, se non è per fermarmi, cosa ci fai, qui, tra i presenti curiosi? Non sei una che si gode certi spettacoli, mi sembra” insistette, duro.
 
Ginny lanciò uno sguardo al profilo netto del suo vecchio amico.
Chiunque non vedesse la durezza e la determinazione sotto la cortesia affabile di Neville era un pazzo, pensò, né aveva minimamente occhio per il suo modo protervo di squadrare la mascella.

“Oh, niente di che. Volevo solo dirti di smettere di sottovalutarti, una volta per tutte, Neville. Sai essere stronzo esattamente come chiunque altro. Se pensavi di essere diverso, beh: no”
Neville le lanciò un’occhiata stupita e Ginny smise quella fredda allegria.

“Non ti farà del male. Ti ama troppo. Tu ne hai fatto a lui. E ora, se c’è un po’ del vecchio, meraviglioso Neville in questo vanitoso sconosciuto che ho di fianco, andrai da lui e gli dirai che non è colpa sua se tu sei uno stronzo, e lo affrancherai dalla tua indecisa presenza, lasciandolo libero di cercarsi qualcuno che meriti quel suo meraviglioso, potente cuore. Chiaro? La speranza va uccisa subito, sennò quella puttana ti si mangia il cuore vivo, senza anestesia” concluse, severa.
Neville la guardò, attento.

Poi guardò Cormoran. Seduto a gambe un po’ discoste, gli avambracci posati sulle cosce, le mani abbandonate, testa bassa e spalle piegate.
Quei suoi dolcissimi occhi scuri smarriti e disperati e lucidi di lacrime.
“Avanti, tira fuori quel che resta del coraggio del vecchio Neville e vai a togliergli ogni illusione. Vai a dirgli la verità. Che lui è troppo per te. Per il te di adesso va bene giusto quel farfallone di Monty. Farete a gara di vanità: il giovane, ambizioso medimago e il belloccio della squadra più figa della Lega.  Legati dal niente che sembra essere così importante, per voi. Siete perfetti come coppia di cartone: davvero belli. È istruttivo, vedervi insieme” concluse, dandogli un’affettuosa spintarella.
 
Neville raggiunse Cormoran coi suoi passi lunghi, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni, un sorriso sghembo e gli occhi caldi di tenerezza mentre lo studiava. 
Non gli avrebbe fatto male, aveva ragione Ginny. Era lui ad averlo ferito in ogni modo possibile.
Certo, doveva togliergli ogni illusione e lasciarlo libero di sognare qualcuno migliore di lui.