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Autore: Rosmary    10/04/2024    2 recensioni
Nel corso del tempo, Sasuke ha accumulato consapevolezze, verità, esperienze, e ha imparato a guardarsi dentro.
«Cosa provi?»
«Niente.»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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I personaggi qui presenti non mi appartengono; la fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

Tutto ciò che provi

 
«Cosa provi?»
«Niente.»
 
~
 
Niente.
È una risposta bugiarda, tu provi troppo da sempre – credi proverai troppo per sempre –, ma le tue emozioni e i tuoi sentimenti si agitano in acque diverse da quelle dei tanti altri.
Sono esistiti momenti, rari, in cui hai tentato di spiegare quali siano le tue acque, quali le ragioni del tuo troppo – nessuno ha mai compreso, forse nessuno ci ha mai provato.
Amore.
In tanti hanno provato a spiegartelo nella speranza di suscitare in te desideri, curiosità, propensione a mettere da parte la tua guerra privata fatta di odio. A loro avresti potuto confidare di aver sempre conosciuto l’amore – o non avresti potuto riconoscere il suo opposto dentro di te –, ma nessuno è mai parso pronto ad ascoltarti sul serio – le persone sono estremamente abili nell’ignorare qualsiasi cosa non rientri nei loro preziosi schemi preconfezionati, l’hai scoperto in fretta.
Solo.
La solitudine è uno stato che hai cercato, bramato, preso con la forza, e ci hai sguazzato dentro sino a quando non hai dovuto aprire gli occhi e ammettere a te stesso di aver cercato, bramato, preso con la forza solo uno scudo che ti illudevi potesse proteggerti da quel tipo di dolore che si radica dentro e alimenta suo malgrado l’odio – nessuno può abbandonarti né tradirti né deluderti quando sei solo.
La pace, quella intima e personale e autentica, è arrivata nella maniera che credevi impossibile, è arrivata nella conciliazione – attraverso verità capaci di riscrivere la tua intera vita e indirizzarla verso un altro corso, uno meno buio, dalle luci fioche che si fanno strada a forza e scacciano la pece.
 
«Devi vivere, Sasuke. E devi vivere a modo tuo.»
 
Quelle parole forse Itachi non te le ha mai dette, è possibile che tu le abbia solo immaginate, immerso com’eri in una guerra che aveva ormai valicato ogni confine e confuso vivi e morti, bene e male, persino vittoria e sconfitta. Una confusione terribile in cui però sei riuscito a vederti – riflesso in tuo fratello, forte dell’affetto ritrovato, deciso più che mai ad assecondare sentimenti, emozioni, sensazioni a patto che appartenessero a te.
Niente.
È una risposta bugiarda, ma anche l’unica che in troppi sono disposti ad accettare senza porre domande. Trovi terribilmente ironico quante persone trovino accettabile il niente e incomprensibile il tuo tutto – incomprensibile che tu abbia dei sentimenti e nutra un amore fortissimo nei confronti della tua famiglia perduta, del tuo villaggio da ricostruire, dei tuoi esigui amici, ma non di una persona con cui camminare assieme.
Amore.
Sakura sarà la madre di un bambino o bambina che erediterà ciò che hai ereditato a tua volta dal tuo sangue e da tuo fratello – lo devi a loro, a tutti loro, il futuro –, niente più. Quell’amore che avrebbe desiderato lei, che per anni ha preteso battendosi per te e contro di te, non lo hai mai provato né senti il bisogno di provarlo – né per lei né per altri. E non credi esistano spiegazioni da dover dare né interrogativi da porre a te stesso: l’amore ha innumerevoli forme e ognuno ha il suo incastro.
Solo.
La solitudine ai più sembra essere tua amica, in verità hai scoperto qualcosa di essenziale in quella guerra in cui ti sei tuffato con un’ancora d’odio a spingerti in basso: fino a quando la pece non riuscirà a divorarti, non sarai mai solo – e non ci riuscirà, ne sei certo ormai, perché hai smesso di essere burattino di rabbia e smesso di spiegare cosa senti a chi in fondo non vuole ascoltare. Non importa che gesti, parole, sentimenti abbiano un senso per la moltitudine, importa che ne abbiano per te e per coloro che ami – a modo tuo, in quella maniera orgogliosa e fraterna e ritirata, ma reale e viscerale e leale.
 
~
 
«Cosa provi?»
«Tanto.»





 
NdA: il racconto partecipa alla sfida L'Anno Aspec indetta da Mari Lace sul forum Ferisce la penna. È la prima volta che scrivo su questo fandom ed è anche la prima volta che tratto questa tematica, sono quindi qui in punta di piedi. Ho già pubblicato questa fanfiction su un altro sito di scrittura qualche settimana fa, oggi ho deciso di farla approdare anche qui.
A chiunque sia qui, grazie per la lettura.
   
 
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