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Autore: Spirit734    10/04/2024    0 recensioni
Kageyama sbuffò e si mise a guardare fuori dal finestrino con aria scocciata "Dovevo, ma mia sorella ha cambiato i piani."
"E perché non mi hai detto niente?"
Lui gli lanciò un'occhiata torva "Speravo di fare il viaggio in tranquillità, ma a quanto pare ci tocca farlo insieme."
Ed ecco che Hinata avvertì un fastidio farsi largo alla bocca del suo stomaco. E il suono della portiera del bus chiudersi alle sue spalle gli fece capire che ormai non c'era più via di scampo.
Doveva farsi tutto il (lungo) viaggio in compagnia di Kageyama Tobio.
Solo-loro-due.
Non sarebbe sopravvissuto.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 ╰☆☆ Dolphina Regular ☆☆╮




"Fa che non sia troppo tardi, fa che non sia troppo tardi!"
Più continuava a ripeterselo, più Hinata Shouyou sentiva questa sciocca illusione scivolargli addosso e lasciar spazio alla consapevolezza che sì, era in un ritardo mostruoso.
Ed era solo colpa sua.
Proprio quell'ultimo giorno di scuola doveva tenere l'ultimo esame di recupero, tardando in questo modo la sua partenza al ritiro post-scuola organizzato dal coach Ukai.
Il campus dove avrebbero alloggiato lui e i suoi compagni era in piena campagna, vicino a delle terme. Probabilmente era proprio per questo motivo che il coach aveva insistito così tanto. Da tempo aveva adocchiato quel luogo.
Hinata non vedeva l'ora, si sarebbe potuto rilassare, allenarsi e stare insieme un'ultima volta con i suoi senpai prima dell'inizio dell'università.
Ma prima di tutto doveva raggiungere la fermata.
Purtroppo, non appena girò l'ultimo angolo di quella stretta via però, le sue speranze svanirono quando vide l'autobus partire.
"Non ci voleva!" 
Dal momento che temeva la reazione del coach Ukai e in particolare del professor Takeda, col cellulare compose il numero di Nishinoya, sicuro che almeno da parte sua non ci sarebbe stata la solita predica.
"Ehi Hinata!" la sua voce era allegra come sempre e probabilmente si stavano allenando a giudicare dal rumore dei palloni in sottofondo "Com'è andato l'esame? Sei in viaggio adesso?"
"Ehm...Veramente..."
"Questo campo è enorme!" lo interruppe "E non siamo gli unici ad essere qui, sai? C'è anche il Nekoma!"
"C_Cosa?!"
"Sì, era una sorpresa dei nostri coach. Ci stiamo allenando giusto adesso."
Era grato di essere al telefono in quel momento, si sentiva talmente invidioso ora da maledirsi ancora di più per questo stupido ritardo.
"A che ora pensi di arrivare? Non vorrai perderti la grigliata del..." 
"G_GRIGLIATA?!"
Quella fu l'ennesima batosta e dopo aver borbottato qualcosa difficile da comprendere anche per qualcuno vicino a lui, raccontò la verità.
L'altro d'altra parte, rimase per qualche secondo in silenzio, ma Hinata intuì stesse cercando di trattenersi dal ridere, probabilmente anche lui si aspettava una svolta simile, conoscendolo.
Poi sentì una voce più profonda prendere posto a quella dell'amico.
"Ho sentito bene? Hai perso l'autobus?!" sospirò Ukai "Avrei dovuto prevederlo..." 
Quell'ultima battuta fece sentire Shouyou ancora più in colpa. 
E l'immagine di tutti i suoi compagni mangiare quella deliziosa carne e farsi un bagno alle terme mentre lui se ne stava chiuso in casa non aiutava.

"Non è ancora tutto perduto!" urlò qualcuno vicino al coach, la voce di Tanaka fu come una sorta di salvezza per lui.
"Ce ne dovrebbe essere un altro. Si trova alla fermata vicino a quel negozio di ramen che ti dicevo sempre. E' un po' lontano, ma dovresti farcela."
"Sei un grande Tanaka-senpai!" 
affermò l'amico, entusiasta.
Senza pensarci due volte corse con tutta la velocità che aveva in corpo verso la zona. Quella era una strada che facevano abitualmente per raggiungere casa di Tanaka, e per fortuna non era nemmeno tanto distante da dov'era partito. Lo scatto fu talmente veloce da non chiudere nemmeno la chiamata, sentì Tanaka borbottare qualcosa, ma in quel momento non ci badò più di tanto.
Dopo aver corso come un matto, ormai letteralmente stremato, vide l'autobus fermarsi davanti al negozio di ramen. Per timore che potesse partire da un momento all'altro, con un balzo spalancò le braccia per cercare di attirare il più possibile l'attenzione dell'autista.
L'uomo lo fissò perplesso per qualche istante, chiedendosi cosa diamine gli passasse per la testa, ma all'altro poco importava, quando vide la portiera aprirsi piano, tirò un lungo sospiro di sollievo, pregustandosi già il bagno caldo che avrebbe fatto alle terme dopo cena.
Ma poi, il suo sorriso svanì, non appena si vide davanti la figura di Kageyama, le braccia conserte e il suo sguardo perennemente scocciato fissarlo dal capo ai piedi.
Hinata balbettò qualcosa di incomprensibile, poi un *bip* dato dal suo cellulare lo avvertì di un nuovo messaggio e scorrendo velocemente sul mittente vide che si trattava di Tanaka.
"Vedi di non perdere l'autobus questa volta. Kageyama è già salito e gli ho chiesto di tenerti un posto!"
"Ma c_come..." 
Non stava sognando, era certo.
"M_ma non eri partito per le vacanze?"
Kageyama sbuffò e si mise a guardare fuori dal finestrino con aria scocciata "Dovevo, ma mia sorella ha cambiato i piani."
"E perché non mi hai detto niente?!"
Lui gli lanciò un'occhiata torva "Speravo di fare il viaggio in tranquillità, ma a quanto pare ci tocca farlo insieme."
Ed ecco che Hinata avvertì un fastidio farsi largo alla bocca del suo stomaco. E il suono della portiera del bus chiudersi alle sue spalle gli fece capire che ormai non c'era più via di scampo.
Doveva farsi tutto il (lungo) viaggio in compagnia di Kageyama Tobio.
Solo-loro-due.
Non sarebbe sopravvissuto.

★¸.•☆•.¸★★¸.•☆•.¸★



Come se non bastasse, l'autobus era pieno di gente e ironia della sorte, l'unico posto disponibile era proprio accanto a Kageyama. 
Hinata si sedette in maniera un po' impacciata, occupando gran parte dello spazio. 
L'altro lo scostò subito via, arrossendo leggermente per la troppa vicinanza "Vuoi levarti? Non riesci nemmeno a stare seduto come si deve?!" ma un dosso ribaltò la situazione, spostando il suo corpo contro quello di Hinata.
"L_Levati tu!" reagì quest'ultimo, rispondendo con un'altra spintonata.
Passarono la bellezza di cinque minuti buoni prima di presentarsi l'ennesimo problema: 
Hinata si era messo comodo, forse anche troppo e la sua gamba sinistra non faceva che occupare metà della spazio di Kageyama, scontrandosi con la sua gamba destra. 
Lo sguardo che gli rivolse quasi lo raggelò.
"Che c'è?" chiese Shouyou, non capendo.
"Sei davvero fastidioso" borbottò Kegayama, scostando via la sua gamba, ma lui la riposizionò come prima, infastidendolo ancora di più.
"E tu sei isterico!" ribatté.
L'altro incurvò le labbra in un lieve sorrisetto maligno "Scommetto che non sai nemmeno cosa significa."
In breve i toni si fecero sempre più accesi, tanto da attirare l'attenzione degli altri passeggeri.
Agli occhi di un estraneo sarebbe risultato impossibile pensare a quel duo come una delle coppie che aveva fatto spiccare il volo alla Karasuno. Ma era anche chiaro che, per quanto sembrassero perfettamente bilanciati nel campo da pallavolo, nella vita di tutti i giorni erano come cane e gatto. 
Ogni minima cosa sembrava sfociare in una frecciatina o qualche stupida sfida che si lanciavano per puro orgoglio.
Fortunatamente quella che pareva l'inizio una interminabile discussione, si affievolì in poco tempo, forse dovuta in parte alla stanchezza del viaggio e al pensiero che se avessero continuato a battibeccare per ogni minima cosa, l'autista o perfino qualche passeggero li avrebbero letteralmente gettati fuori dai finestrini. Alla fine si persero a guardare le auto passare in strada e, dopo un lungo silenzio, tutti e due si addormentarono, permettendo finalmente ai passeggeri un po' di tranquillità.
Dopo un tempo indefinito, gli occhi di Kageyama avevano iniziato debolmente ad aprirsi, rendendosi conto di aver dormito più di quanto avrebbe mai pensato. 
I lunghi viaggi d'altra parte gli avevano sempre fatto quell'effetto, era facile per lui sprofondare nel sonno.
Quello che invece non si sarebbe mai aspettato, era avere la testa di Hinata appoggiata alla sua spalla, trattandolo come una sorta di cuscino.
Alzò gli occhi al cielo.
Possibile che doveva sempre essere così seccante?
Era pronto a dare sfogo a tutta la sua collera, quando...Qualcosa lo trattenne.
Shouyou non si era ancora svegliato, anzi, sembrava trovare particolarmente comoda la sua spalla, i capelli erano scompigliati e mossi da una leggera brezza che proveniva dal finestrino semi-aperto, dormiva beato con un leggero sorriso stampato sul volto, con l'aria di uno che stava facendo un sogno particolarmente divertente. E forse fu proprio tutto l'insieme che fece sorridere appena Tobio, trovandolo incredibilmente carino in quel quadrett...
"Un momento..." poi si rese effettivamente conto di quel folle pensiero in mente.
Adorabile.
Hinata.
Lui stava trovando carino Hinata Shouyou.
Batté le palpebre e abbassò nuovamente il capo per osservarlo ancora. Hinata era sempre fermo nella sua posizione che sonnecchiava, la testa ancora appoggiata alla sua spalla e con le labbra incurvate in quell'adorabile sorris...
Si fermò di nuovo.
No.
Era successo ancora.
No.
Assolutamente no.
Non poteva, non doveva ripeterlo.
Perché diamine stava avendo quei pensieri? Perché proprio lui?
Hinata Shouyou non era carino o adorabile.
Era un esserino fastidioso e petulante.
Probabilmente quel groviglio di pensieri lo fece scattare quel tanto che bastava da far risvegliare l'altro dal sonno.
"Che dormita..." disse Hinata mentre si strofinava un occhio.
Era ancora assonnato, ma non appena spostò il capo per guardarsi attorno, tutta la stanchezza di prima svanì in un lampo,  si rese conto non solo di essersi spostato vicino a Kageyama, ma di aver addirittura dormito con la testa appoggiato sulla sua spalla per tutto il tempo.
Alzò lo sguardo, ma ciò che vide fu strano, si sarebbe aspettato di scorgere l'ira furente del ragazzo, invece dalla sua espressione sembrava quasi...Imbarazzato. Anzi, poté giurare che stesse addirittura arrossendo. 
"Prossima fermata: Nayo!"
L'urlo del conducente fece tornare entrambi alla realtà, accorgendosi che ormai erano gli unici rimasti sul pullman.
A quella risposta ne seguì uno scatto improvviso di Kegeyama verso l'autista. 
"Un momento, Nayo non è una delle ultime fermate?"
"Eh."
"Noi dovevamo fermarci a Mamoru" continuò, non curandosi dell'indifferenza dell'uomo.
Quest'ultimo sollevò le spalle in risposta.
"Abbiamo già superato quella zona da un pezzo ormai..." 
Tobio avrebbe voluto ribattere, ma la voce stridula di Hinata gli perforò le orecchie "COOOSA?!"
"Vi conviene scendere alla prossima e prendere un altro autobus per tornare indietro."
"N_non è che potrebbe fare marcia indietro e portarci a Mamoru?" intervenne Hinata, ma l'uomo si limitò a borbottare qualcosa riguardo la loro mancanza di attenzione.
Kageyama percepì una nota di fastidio nei suoi modi e il continuo parlare di Hinata, spiegando addirittura il motivo del loro viaggio, non aiutava di certo.
Purtroppo non c'era molto da fare se non seguire il consiglio, così appena l'autobus si fermò, raccolse il suo zaino e fece un piccolo inchino per ringraziare comunque l'autista.
"Coraggio, andiamo."
Hinata lo fissò per un attimo col broncio di chi non voleva scendere, forse perché ingenuamente pensava che perseverando sarebbe riuscito a convincere quell'uomo a riportarli indietro. Ma alla fine, dopo l'ennesima occhiataccia di entrambi, seguì il compagno tenendo la testa bassa.
Quando l'autobus ripartì, Kageyama era già a controllare gli orari alla fermata.
Al contrario di Hinata, cercava di non farsi prendere dal panico.
D'accordo, era successo un piccolo intoppo, poteva capitare.
Niente che non si sarebbe potuto risolvere in poche ore. Dopotutto era ancora presto.
Ma più cercava di mettersi in pace e trovare una soluzione, più la sua mente veniva martellata dai continui interventi di Hinata.
"Allora? Eh? Cosa dice? Eh? Arriveremo in tempo per la cena? Gli altri avranno sicuramente iniziato a giocare e noi siamo ancora qu..."
"LA VUOI FINIRE?!" sbottò, ormai arrivato al limite della sopportazione.
"E comunque il prossimo autobus passerà a momenti!"
Hinata batté le palpebre, incerto "Sicuro che..."
"CERTO CHE SONO SICURO!" gli fece poi cenno di andarsi a sedere nella panchina della fermata, quasi come se lo volesse mettere in punizione per una malefatta.
"Aspetta li e smettila di rompere!"
"Come sei antipatico!"
Hinata ridusse gli occhi in due fessure. L'atteggiamento severo di Kageyama però questa volta ebbe la meglio e forse, anche per non irritarlo ulteriormente, decise di seguire il consiglio.
Si sedette a peso morto sulla panchina, lanciando ogni tanto qualche occhiataccia al compagno, ancora fermo sullo stesso posto.
Non c'erano altre persone in attesa e per tanto, passarono diversi minuti in totale silenzio.
Per riempire quel vuoto, Shouyou iniziò a fischiettare un motivetto a caso, mentre Tobio si limitava a spostare lo sguardo verso il fondo della strada, con leggera impazienza.
I minuti si trasformarono presto in un quarto d'ora.
"Quando dicevi che sarebbe passato a momenti, intendevi che..."
"Ci sarà traffico, un ritardo può capitare!" si difese subito Kageyama, arrossendo appena.
Hinata inclinò la testa di un lato "Sei PROPRIO sicur..."
"Ho letto gli orari!" indicò con un cenno la strada e fece un breve passo in avanti "Arriverà."
Passò mezz'ora e di quell'autobus non ce ne fu nemmeno l'ombra. Ne tanto meno di altre persone nei paraggi.
Ormai anche la sicurezza di Kageyama stava iniziando a vacillare.
"Com'è possibile..."
Nel frattempo, Hinata si era alzato da quel posto in direzione degli orari.
"Che stai facendo?!"
"Voglio solo dare un'occhiata."
L'altro lo lasciò fare, anche perché il rumore di quello che sembrava un autobus in lontananza lo fece immediatamente distrarre.
Si allontanò, lasciando a Hinata la libertà di controllare con calma il cartellino, dove gli bastarono letteralmente pochi attimi per accorgersi di un piccolo dettaglio..
"Kageyama."
Tobio si voltò, la sicurezza che prima aveva nello sguardo stava ormai iniziando a scemare.
Purtroppo anche quel rumore si era rivelato un falso allarme.
"Che c'è?"
Hinata, ancora fermo davanti al cartello, gli fece cenno di avvicinarsi. Una volta che l'amico lo raggiunse, col dito tracciò la riga dov'erano scritti le ore che secondo lui aveva letto prima Tobio, spostandosi poi verso l'alto, dove indicava che quelli erano gli orari festivi.
Tobio sbiancò di colpo.
Quel giorno era Venerdì.
L'amico dal canto suo, non aveva smesso di sghignazzare un solo istante, facendolo arrossire notevolmente per la brutta figura.
"L_la vuoi finire?!"
Come da copione questo portò ad una nuova litigata, occupando così altri dieci minuti buoni.
Finito di discutere fortunatamente entrambi furono d'accordo sul trovare una soluzione.
Seguendo i giusti orari, quel giorno non sarebbe passato più nessun autobus che li avrebbe portati nelle vicinanze di Mamoru, pertanto dovevano pensare ad un nuovo piano.
Tobio tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e fece per comporre un numero "La soluzione più sensata è chiamare qualcuno."
Ma Hinata lo fermò subito "Non se ne parla! Il coach era stato chiaro. E poi..." rabbrividì "Il professor Takeda si arrabbierà molto perché non siamo stati attenti."
Tobio pensò all'eventualità di vedere arrabbiato entrambi gli insegnanti, li avevano raccomandati più volte di fare attenzione, così come anche i loro compagni.
Hinata sembrò leggergli nel pensiero "Anche Daichi..."
E in men che non si dica, chiuse di colpo il cellulare, concordando per la prima volta con lui.
"Cosa suggerisci allora?"
"Possiamo chiedere un passaggio!" propose subito l'altro.
I suoi occhi brillarono di entusiasmo, al contrario di quelli di Kageyama.
"O potremo tornare indietro a piedi."
"Coosa?! Perché non vuoi ascoltare una mia idea?"
"Perché è stupida!" ribatté l'altro.
"E allora non chiedermi un parere..." sbuffò Shouyou, risentito.
Tobio lo ignorò e si mise in marcia, con Hinata accanto che si sbracciava come un matto non appena notava l'arrivo di qualche macchina. 
A lui l'idea di entrare nell'auto di uno sconosciuto non gli piaceva per niente, non aveva mai sentito casi di sparizione in quelle zone, ma di certo non sarebbe voluto esserne il primo. Per quel che sapeva, poteva entrare nell'auto di uno psicopatico.
O qualcuno ancora più fastidioso di Hinata Shouyou.
"Kageyama aspetta!"
Lo vide indicare un'auto che sembrava stesse per fermarsi. Hinata si sporse con un sorriso sgargiante e le braccia spalancate per l'entusiasmo, ma la macchina non si fermò anzi, li ignorò completamente e passò su una pozzanghera profonda abbastanza da inzupparlo.
"Ehi! Almeno guarda dove vai!"
Tobio sorrise, non tanto per il fatto della figura di Hinata, ma per la sua espressione di sgomento.
Davvero era così ingenuo da pensare che qualcuno si sarebbe offerto di dar loro un passaggio in mezzo a quella stradina abbandonata?
Riprese dunque a camminare, sorpassandolo.
"C_che fai?"
"Quello che avevo detto: torniamo a piedi."
"M_Ma saranno almeno 30 kilometri! Non ce la faremo mai!"
"Se ci fermiamo ogni volta a chiedere un passaggio perdiamo solo tempo!" brontolò, facendogli cenno di seguirlo "Coraggio, muoviti."
Ma Hinata questa volta non lo fece, rimase fermo su quel punto, bagnato e infastidito dal suo comportamento. Tobio lo guardò, troppo stanco al momento di tornare a discutere, si limitò a scuotere debolmente il capo e riprendere a camminare, ben certo che in pochi minuti lo avrebbe raggiunto.
Ma quei minuti passarono e Tobio si era allontanato abbastanza da accorgersi che Hinata non era più dietro di lui.
Non voleva andare troppo avanti, ma era troppo orgoglioso per tornare indietro. 
Ma conosceva Hinata abbastanza da capire che probabilmente anche lui si stava chiedendo le stesse cose.
Si fermò, iniziando ad avvertire un nodo al petto.
Erano due teste calde, ma spesso era Hinata ad intervenire per far pace, sia in quelle discussioni che nelle partite.
Forse per questa volta sarebbe dovuto essere lui a fare quel passo.
Prese un lungo sospiro e fece per tornare indietro quando una macchina si fermò proprio vicino a lui, notò solo allora una chioma arancione sbucare fuori dal finestrino.
Hinata si sporse, facendogli cenno di raggiungerlo.
"E tu che dicevi che non avrei trovato il passaggio!"
"E' quello il tuo amico, Shouyou?"
Quella che sembrava una signora anziana alla guida dell'auto si sporse dal finestrino per poter dare un'occhiata a Kegayama.
Tobio lo fissò in silenzio.
Come se non bastasse alcune goccioline iniziarono a scendere dall'alto, accorgendosi solo in quel momento dei grossi nuvoloni in cielo.
"Allora?! Che aspetti?!" urlò Hinata, un po' spazientito "Ti prenderai un raffreddore li fuori!"
L'altro non era ancora del tutto convinto, ma alla fine accettò quel maledetto passaggio.


 

★¸.•☆•.¸★★¸.•☆•.¸★


Ecco.
Lo sapeva.
Pochi istanti dopo essere entrato in quella macchina Tobio si pentì amaramente della scelta. Avrebbe volentieri preferito camminare sotto la pioggia.
Se non altro sarebbe stato più a suo agio, visto che all'interno dell'auto vi erano cinque pappagalli, liberi dalle loro gabbie.
Di per sé non facevano niente di pericoloso, ma lui non si era mai sentito pienamente a suo agio con gli animali. Gli piacevano, ma per qualche strano motivo sentiva di non piacere lui a loro.
Forse era solo una sua impressione, magari avvertivano il suo stato d'animo o percepivano la sua agitazione e di conseguenza si dimostravano ostili nei suoi confronti.
Hinata a differenza sua sembrava fin troppo a suo agio, come se i pappagalli fossero stati suoi, ne aveva un paio in testa che continuavano a punzecchiargli i capelli e uno sulla spalla.
Tobio lo fissò in silenzio, rimanendone in un certo senso colpito da tutta quella naturalezza.
Hinata nel frattempo aveva tirato fuori da una scatoletta un cracker per darlo ai pappagalli. 
Si accorse poi che Kageyama lo stava fissando e allora ne prese un altro per darlo a lui questa volta "Tieni."
L'altro inarcò un sopracciglio, facendolo sorridere.
"Prova a dargli da mangiare."
In qualche modo sembrava aver capito la sua titubanza nei confronti di quegli animali, lasciandolo per un istante ancora senza parole.
Era incredibile come certe volte Hinata sembrava capirlo così bene.
Tuttavia il tentativo un po' impacciato di dare il cracker ad uno dei pappagalli svanì non appena uno di loro svolazzò sopra la sua testa, facendolo sobbalzare per la paura.
Hinata a quel punto non nascose un risolino divertito, suscitando ancora di più il suo imbarazzo.
"Sei davvero buffo Kageyama!"
"Zitto idiota!"
"Come hai detto?!"
"Su su, non mettevi a litigare" li riprese la signora, interrompendo fortunatamente quella disputa.
I due arrossirono e tornarono composti, come se fossero a scuola "C_ci scusi!"
La donna rise divertita, eseguendo poi una curva un po' troppo larga.
Era sorprendentemente energica per la sua età, a tratti la sua guida sembrava molto simile a quella di Saeko.
Osservandola dallo specchietto notarono che indossava degli strani occhiali da sole e un cappello di paglia grande tanto da permettere ad uno dei pappagalli di appallarsi sopra.
"Spero non vi diano fastidio i miei piccolini! Purtroppo non amano stare in gabbia durante il viaggio."
"Assolutamente no signora!" rispose Hinata, energico "E grazie ancora per il passaggio!"
"Oh non devi ringraziarmi caro. E' un vero piacere" sorrise la donna, voltandosi poi verso un pappagallo bianco seduto sul sedile accanto a lei "Vero Piko?"
L'animale fischiettò un motivetto allegro in risposta e ad Hinata brillarono gli occhi dalla sorpresa. 
"Woooo! Che bel suono!"
"Ti piace? Ho insegnato ai miei cuccioli tante canzoni."
Tobio si limitò a sorridere appena, non voleva sembrare maleducato o altro.
Tuttavia aveva una brutta sensazione.
"Davvero?" Shouyou a quel punto si sporse in avanti verso la donna.
Il cuore di Kageyama ebbe un tonfo.
"No."
"Sa qualche canzone da viaggio?"
"Non-osare."
"Ma certo!"
"Ti prego no!"
"Vi va se ne canta una?"
"Sarebbe fantastico!"
Hinata non se ne accorse, ma probabilmente se si fosse voltato in quel momento avrebbe visto in Tobio lo sguardo certo della morte.
Fu così che Piko e la signora iniziarono a fischiettare quella che sarebbe stata una lunga ed estenuante canzone, seguito a ruota dagli altri pappagalli. 
La voglia di aprire la portiera della macchina e gettarsi verso la salvezza passò la mente del ragazzo per tutta la durata della canzone. 
E quando pensava che peggio di così non sarebbe potuto andare, anche Hinata si mise a cantare, cercando di stare a ritmo come meglio poteva.
Per Tobio, quello sarebbe stato un viaggio davvero difficile.

 



 
 
Angolo Autrice:
Questa fanfiction (come da titolo) è stata una vera odissea.
La iniziai a scrivere quando mi appassionai alla serie nel 2021, ma evitai di continuarla per timore di non prenderci con l'IC dei personaggi. 
Ora come ora, in piena ispirazione per nuove storie, ci tenevo a rimettere mano su questa, perché la KageHina rimarrà sempre una delle mie OTP supreme e ci tenevo a contribuire con una storiella su di loro.
Inizialmente doveva essere una oneshot ma va beh, chi mi conosce sa che difficilmente riesco a stare in quella lunghezza. Cosi ecco una minilong!
Che dire, spero come sempre di riuscire a strappare un sorriso e di divertire.
Ci sentiamo al prossimo capitolo <3
 
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