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Autore: The Blue Devil    12/04/2024    1 recensioni
Un ragazzo incontra una ragazza... no, non è Sanremo. Cosa succede quando una ragazza e un ragazzo, che non si conoscono, incrociano i propri sguardi su un autobus? Si scrutano, si analizzano, ma poi? Si parleranno? Renderanno palese il loro interesse? L'interesse è reciproco?
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights.
I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di mia invenzione, ma traggono ispirazione da una canzone del 1991 il cui © rimane agli aventi diritto: Valentina Gautier, 1991 Five Record.

 
Buona lettura
 
 
ATTIMI
(Ti è capitato mai?)
 
Marina era sul bus delle sette e trentadue, quello che l’avrebbe portata all’Università. Aveva le cuffiette sulle orecchie e il walkman* alla cintura, per mezzo dei quali stava ascoltando la sua musica preferita; lei non era solita ascoltare la musica andando a scuola, ma quella mattina aveva sentito il bisogno di farlo. Si stava deliziando con le sue note predilette quando, alzando lo sguardo, lo vide: il suo cuore mancò un battito e poi prese a correre.
«Chi è quel tipo? Non l’ho mai visto su questa linea… che mi succede?», erano le domande che si stava ponendo in quegli attimi.
Marina cominciò a guardarlo, facendo ricorso a tutte le sue arti per far sì che lui non se ne accorgesse; lui tentò di fare la medesima cosa, così diedero vita ad un curioso gioco di sguardi e a goffi tentativi di sorridersi a vicenda; si avvertiva una certa complicità tra i due ragazzi e della tensione, così alta, che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.
Ad ogni sguardo, ad ogni sorriso, la mente di Marina si affollava di "se?" e, in ognuno di quegli attimi, di quegli sguardi, credette di riconoscere dei messaggi in codice.
Marina stava vivendo degli attimi inconfessabili, dei frammenti unici per i quali non esistevano parole che li potessero descrivere. Provava emozioni forti e sensazioni intense che mai aveva sperimentato in precedenza. Era così anche per lui? La risposta parve arrivare quando i loro sguardi si persero l’uno nelle iridi dell’altra, come se ognuno dei due tentasse di guardare nell’anima dell’altro.
La realtà intorno a loro si dissolse, tentarono di articolare delle frasi di senso compiuto, ma non vi riuscirono, tutto cadeva a metà. Questa esplorazione reciproca cominciò e si esaurì in un istante, che a loro parve durare un’eternità, come se fosse stato un fermoimmagine.
Marina pensò:
«Se non riesco a parlarti forse non ti avrò mai e non saprò chi sei… non toglierai la maschera… chissà se anche tu sei interessato a me… davvero».
Era come se un pezzettino delle vite di tutti e due venisse spazzato via…
La frenata, alquanto brusca, del bus li riportò alla realtà; Marina, che si metteva sempre accanto alle porte, quando queste si aprirono, scese dal bus, un’azione automatica che eseguiva ogni mattina; lui non scese, le porte si richiusero e il bus riprese la sua corsa.
Come era accaduto fino ad allora, accadde in futuro: non lo rivide mai più.
FINE.

 
***
«Ti è piaciuto nonna? Che te ne pare?», chiese una ragazza, che poteva avere sì e no una ventina d’anni, ad una signora piuttosto anziana.
La donna rispose:
«Sì, come tutto quello che scrivi tu… scrivi bene, mi piacciono i tuoi racconti».
«Nonna, sei sempre troppo buona», disse la ragazza, prima di schioccarle un bacio sulla guancia.
«No, sei tu ad essere buona, che mi vieni a fare compagnia tutti i pomeriggi, invece di andare a divertirti con i tuoi amici».
«Beh, con loro esco la sera e poi… da quando è morto il nonno ti devi sentire sola in questa grande casa… lo sai che saremmo felici se venissi a stare con noi».
«No, questa è casa mia, qui ho tutti i miei ricordi… i ricordi di una vita con il nonno… Ma, dimmi, che storia strana, ho anche notato che, per l’ennesima volta, hai chiamato la tua eroina con il mio nome… Marina».
«Tu sei la mia nonna preferita e poi mi piace il tuo nome».
«Sì, ma quand’ero giovane io non c’erano le cuffiette e neanche quel coso con cui la tua Marina ascolta la musica», disse la donna, alternando risatine a colpi di tosse.
Ci furono attimi di silenzio, poi la ragazza riprese:
«Ti è capitato mai?».
«Se ti riferisci a quello che succede alla tua Marina, la risposta è sì; sai credo che capiti a tutti, almeno una volta nella vita… incroci un bel tipo e ti fai mille domande; poi, ognuno per la propria strada. Di' la verità, non è un caso che tu abbia scritto quel tipo di racconto».
«L’hai più rivisto?», incalzò la ragazza, con le guance lievemente imporporate.
La nonna sospirò e poi, accarezzandole dolcemente i folti capelli neri, in un sussurro:
«Tesoro, ogni volta che mi capita di vedere tuo fratello!».

 
***
La frenata, alquanto brusca, del bus li riportò alla realtà; Marina, che si metteva sempre accanto alle porte, quando queste si aprirono, si accorse che la sua fermata era già passata, ma la cosa non le importava più di tanto: fortunatamente quella mattina aveva una lezione che poteva saltare. Si decise: il suo dito pollice scivolò sulla mascherina del walkman e si fermò sul tasto "stop", premendolo.
Alla fermata successiva, lui scese e si girò per dare un’ultima occhiata a quella ragazza con cui aveva incrociato gli sguardi per qualche attimo. Se la trovò davanti, era scesa pure lei.
«S-scusa, posso rubarti cinque minuti?», gli chiese timidamente.
Il conducente del bus, che conosceva Marina, che sapeva dove era solita scendere e che aveva intravisto tutta la scena dallo specchio retrovisore centrale, li vide camminare fianco a fianco e poi ripartì…
FINE.

 
FINE
 
 
* misterioso aggeggio che, negli anni ’80, serviva per ascoltare le musicassette, altri misteriosi aggeggi a nastro magnetico...
 
 
 
 
© 2024, The Blue Devil
 
 
Fonte di ispirazione: Valentina Gautier – Attimi
 
 

https://www.youtube.com/watch?v=CjFwNEzg12g
   
 
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