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Autore: GeorgianaDenisa    13/04/2024    0 recensioni
Una relazione arrivata al limite.
Un amore che ormai si sta spegnendo a causa di un comportamento abusivo.
***
Cole la sta distruggendo, spingendola verso l'oscurità.
Drew l'aiuta ad uscire.
Una semplice coincidenza dà il via ad un gioco passionale che all'inizio ha un po' troppe pedine sulla scacchiera.
***
Un triangolo amoroso.
Una relazione tossica.
"L'amante migliore" è la storia di Kaylie Miller, Cole Cook e Drew Blain.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Kaylie Miller

 

La sua mano fredda scivola con nonchalance sotto il tessuto del mio vestito, facendomi arrossire visibilmente. Cosa che molto probabilmente hanno notato tutti al tavolo, e se non l'hanno fatto tutti sicuramente l'ha fatto Drew, il quale è seduto di fronte a me.

 

Lascio cadere le palpebre sui miei occhi color ambra che farebbero venire voglia ad un orso di mangiare del miele e deglutisco mentre sento che il mio cuore vuole saltar fuori dal petto e rompersi all'istante in mile pezzettini. Conto fino a tre, allargando le narici e riempiendomi i polmoni di ossigeno. Gli occhi che restano chiusi per cercare di non svelare tutto ciò che è nascosto dentro di me.

 

L'ambiente caldo in cui ci troviamo non dovrebbe mai scontrarsi con ciò che si nasconde dietro il sipario, dentro di me. In realtà non si parla nemmeno dell'ambiente, ma piuttosto delle persone al suo interno.

 

La piccola pizzeria in cui ci siamo stipati per festeggiare il compleanno di Drake è una delle migliori della città, o almeno così hanno detto i ragazzi. E visto che sono nati e cresciuti qui è ovvio che conoscono la zona, quindi abbiamo deciso di confidare nella loro scelta. Muri beige su cui si trovano ulivi dipinti e pianure che ricordano la Sicilia soleggiata. Se ti rilassi sulla sedia di legno, e inspiri a fondo il profumo che esce dalla cucina ogni volta che un cameriere torna nella sala e apre qualle porta, potresti dire che manca solo la brezza marina per portarti dove è nata la pizza.

 

Apro gli occhi e mi inumidisco le labbra, il mio cuore vuole ancora uscire dal petto mentre le sue dita lasciano il segno sulla mia carne.

 

Cecily è vestita con un paio di jeans attillati e una camicia bianca e sorride al suo ragazzo, il festegiato, dicendogli qualcosa di banale che a lui gli fa incurvare gli angoli della bocca in un sorriso. Vorrei mentire almeno a me stessa, ma non posso. Tutto quello che vedo intorno a me mi lascia un sapore maledettamente amaro in bocca.

 

Drew, il biondo davanti a me, il fratello minore del festegiato mi nota, inarcando un sopracciglio, sorpreso dalla mia espressione facciale. Non ho uno specchio per vedermi, ma sono sicuro che anch'io sarei sorpresa se qualcuno fosse seduto di fronte a me con dieci sfumature di rosso sul viso. Ho caldo, eppure sto sudando freddo lungo la spina dorsale.

 

Sto tremando, o almeno è così che mi sento. Le mie dita si stringono attorno al coltello e al tovagliolo. E vorrei piangere, lasciare che un ululato mi esca dai polmoni.

 

Penso che tutto ciò che voglio veramente sia respirare.

 

Una serata che avrebbe dovuto essere archiviata nel cassetto dei ricordi più belli dovrà essere infilata nel contenitore che la mia mente nasconde nell'angolo più remoto del subconscio.

 

Cole non ha mai sopportato i miei amici. Questa è la semplice verità.

 

Belle, nella sua mente, è esattamente ciò che una ragazza non dovrebbe essere.

 

Anche Cecily ha qualcosa che non gli piace, che non lo convince. Tuttavia, non rimasi attenta a lungo alle sue cavolate per correggerlo una centessima volta sulle sue idee completamente sbagliate.

 

Ethan e Drake, che erano amici dal tempo del liceo, erano esattamente ciò che non avrebbe mai voluto essere il mio fidanzato, cioè delle persoi normali. Sono sicuro che la sua impressione sia negativa anche quando si tratta di Drew, anche se è all'ultimo anno delle superiori e compare nei dintorni solo una volta ogni tanto, avendo il suo gruppo di amici con cui esce.

 

Tutto ciò che potrebbe davvero catturare l'attenzione di Cole è la fama e la fortuna. Non importa quanto sei puro come persona di fronte a lui se non riesce a raggiungere qualche obiettivo attraverso te.

 

Odio questo lato di lui, eppure muoio dentro sapendo che non era così qualche tempo fa.

 

‹‹Cole.›› sussurro, fissando dritto negli occhi il biondo di fronte a me.

 

Mi sento morire lentamente mentre gli occhi azzurri di Drew scrutano la mia figura, poi si spostano su Cole per qualche secondo. Noto con la coda dell'occhio come il ragazzo accanto a me arriccia il naso, poi vedo l'altro spostare la sua attenzione su qualcos'altro.

 

Mi sento così dannatamente imbarazzato per quello che sta facendo. Per come mi fa sentire. Per il modo sbagliato in cui affronta la situazione. Mi sento davvero male, e so che tutti avranno una brutta impressione prima di lui e poi di me.

 

Mi alzo dal tavolo, forse un po' troppo all'improvviso, quando le sue dita si avvicinano alle mie parti intime. Attiro l'attenzione di tutti, anche se non era quello il mio intento.

 

Volevo solo allontanarlo da me. Volevo solo smettere di sentirmi come se stessi sprofondando nel fango.

 

Gli sguardi di Belle e Cecily sono i primi a farmi coprire il viso con il sorriso più forzato che esiste, lascio che i miei palmi sudati raddrizzino la stoffa del vestito che mi copre le cosce. Allargo di più l'incurvatura all'insù delle mie labbra, sapendo che lui mi sta guardando dalla mia destra, i suoi occhi bruciano la mia carne.

 

Prendo il telefono dal tavolo e mi dirigo verso il bagno senza dire niente, anche se ho tante parole da lasciarmi sfuggire dalla bocca. Ho bisogno di un po' d'acqua fredda. So che diversi paia d'occhi sono fissi sulla mia schiena, li sento, ma preferisco non vederli in faccia, perché mi si spezzerebbe il cuore.

 

Cole e io ci frequentiamo da quando avevamo quattordici anni, quando abbiamo iniziato a frequentare la stessa scuola superiore a Bartlett, nel Tennessee. Eravamo una coppia che molti ci invidiavano, forse per la complicità che c'era tra noi. Forse perché prima di essere amanti eravamo, soprattutto, i migliori amici l'uno dell'altro. Ero lì quando ne aveva bisogno. Era lì quando avevo bisogno di lui.

 

A volte sento l'amaro in bocca, perché odio parlare al passato di qualcosa che dovrei ancora vivere con la mia dolce metà.

 

Nonostante il mio viso sia coperto da un leggero strato di trucco, mi inumidisco i palmi delle mani e con movimenti pigri delle dita ci spruzzo sopra qualche goccia d'acqua, rinfrescandomi. Il messaggio che fa vibrare il mio telefono sul ripiano in granito del bagno mi fa sobbalzare, come se accanto a me fosse comparso un assassino con un'arma letale.

 

Abbasso lo sguardo e leggo le parole che appaiono ancora sullo schermo accesso del mio cellulare.

 

Cecilia: stai bene?

 

Sono sicura che la mia amica sarebbe voluta venire per cercarmi e per poter ispezionare meglio la situazione, ma Drake l'ha fermata, dandomi qualche minuto per calmarmi, e di questo posso solo essergli grato. Sento la mia frustrazione e i miei occhi iniziano a pizzicarmi a causa delle lacrime che vogliono uscire.

 

Non vedo l'ora di rientrare nella mia stanza. Voglio stare da solo e tenere in braccio la mia pecora di pezza che ho custodito come un tesoro da quando avevo nove anni. Voglio piangere per calmarmi e per poter resistere ancora un po'. Solo un po', o forse un po' di più.

 

‹‹Cole›› lasciai che il suo nome sfugise dalle labbra tremanti.

 

Per venire qui stasera ho dovuto sopportare parecchie ore di discussione, di cui non capivo il senso. Le persone la fuori sono miei amici, fanno parte della mia famiglia. Sono passati quasi due anni da quando ho conosciuto le ragazze, e sono sicura che questo legame che si è creato durante gli anni universitari non scomparirà una volta finiti gli studi. Drake ed Ethan sono così carini con me, sempre gentili ed educati. Sono l'amica della loro ragazza, la loro amica.

 

Non capirò mai perché i suoi amici vanno bene mentre i miei meritano di essere ricoperti di benzina e bruciati vivi.

 

Faccio un respiro profondo, allontanando i pensieri scomodi, convincendo il mio corpo a tornare là fuori perché non voglio essere io a rovinare la festa.

 

Anche se alla fine sono riuscita a convincere Cole a venire al compleanno di Drake, il suo comportamento stasera lascia molto a desiderare. Non perché direbbe qualcosa di scomodo ai miei amici, no, non si umilia così, perché penso che si vergogni un po' di loro, oppure ha paura che qualcuno gli da qualche colpo alla nuca per riportarlo con i piedi per terra.  Cole sfoga la sua frustrazione sul cameriere che non ha alcuna colpa in tutta questa storia.

 

Ritorno, leggermente più calma al tavolo, e mi siedo di nuovo, lasciando volare un sorriso sincero verso la mia amica dall'altra parte del tavolo. Vorrei che non si preoccupasse per me, ma so che le chiederei l'impossibile.

 

‹‹Dovremmo andare›› mi sussurra lui all'orecchio, diverse decine di minuti dopo che ero tornata al tavolo. ‹‹Domani dobbiamo andare a una colazione importante, quella con l'amico di mio padre.›› aggiunge, stringendomi una coscia tra le sue dita fredde.

 

Non riesco a vedere il suo sguardo, ma so che è un tipo severo che non accetta un „no" come mia risposta. Questo è il momento in cui Cole dice basta, e io devo seguirlo comportandomi come una ragazzina che non riesce a prendere le proprie decisioni. Quando lui dice che la serata è finita nessuno può opporsi.

 

Sospiro, vorrei commentare, dire che può andarsene da solo. Posso tornare a casa con Cecily o Belle, ma spero comunque di risolvere la situazione che tra noi sta degenerando già da troppo tempo questa sera. Voglio che parliamo, discutiamo e ci comportiamo come due persone mature. So che è stressato per il lavoro che sta cercando di ottenere durante l'estate, ma non c'è motivo di prendersela con me. Non posso essere per sempre il suo sacco da boxe nei momenti di tensione, quando la vita non va come aveva previsto.

 

‹‹Un'altra mezz'ora.›› lo prego, e le sue dita si stringono più forte nella mia carne, facendomi deglutire a fatica.

 

Non sono necessarie altre parole per comprendere chi di noi ha avuto l'ultima parola nel prendere la decisione finale. Stringo i pugni lungo i fianchi e mi mordo la lingua, convinta di dover parlare di tutto quello che sta succedendo tra noi stasera prima di farmi lasciare al campus. 

 

Ma ovviamente anche questa è stata una decisione presa dalla persona sbagliata, perché ogni discussione che vorrei avere con lui mentre torno a casa viene accolta con risposte fredde che mi fanno prudere le mani. Non ha ascoltato la mia opinione, non credo abbia nemmeno sentito una parola di tutto quello che ho detto. Sento che un altro passo potrebbe portarmi sull'orlo del precipizio, ma non avrei mai pensato che l'abisso potesse essere migliore della superficie.

 

⁕⁑⁕⁑⁕⁑⁕

 

‹‹Ciao, Kaylie.›› La voce profonda che mi saluta mi coglie di sorpresa, facendomi trasalire perché sono troppo perso nei miei pensieri.

 

Il fratello minore di Drake è il primo che si fa vedere al tavolo del pub dove stavo aspettando l'arrivo degli altri. Il fatto che Cole abbia un progetto da finire e non sia potuto venire stasera mi ha portato un po' di pace, permettendomi di prendere una pausa da tutto quello che succede tra di noi. Lo amo, ma il suo comportamento ultimamente lascia un po' a desiderare, ingrigendo ogni mia giornata già dal mattino.

 

Non mi piace uscire da sola, ma stasera è stato Cole a esortarmi a non restare in casa. Avrei voluto restare a da lui, avrei guardato un film mentre lui lavorava al progetto, ma quando Ceci mi ha chiamata mi è sembrato di vedere una scintilla nei suoi occhi, quindi ho accettato.

 

‹‹Ciao, Drew.››

 

Il sorriso che rivolgo al biondo è sincero. Avvicino a me la mia giacca per fargli spazio sul divano di pelle nera del locale. Il suo braccio è appoggiato allo schienale del divano e io lo guardo lanciarmi una rapida occhiata, analizzando ogni parte di me senza la minima timidezza.

 

‹‹Come va la tua vita, Kaylie?›› Me lo chiede come se fossimo migliori amici da sempre, anche se credo di poter contare sulle dita quante sono state le volte in cui ci siamo visti.

 

È una domanda semplice, ma non so se ho la risposta che lui vuole davvero sentire, la mia è una che forse non è poi troppo inteligente dire ad alta voce. Analizzo la sua figura, dal fisico muscoloso, grazie allo sport che pratica, agli occhi azzurri che mi fanno capire che sta aspettando una risposta onesta, non il solito "ciao, tutto bene." che potrei dire a uno sconosciuto. Eppure è uno sconosciuto. Sommando i nostri incrontri in questi due anni sulle dita non so se ho davvero bisogno di entrambe le mani per contargli.

 

‹‹Orribile.›› sbuffo ‹‹l'economia comincia a farmi uscire i capelli bianchi. Mi chiedo ancora perché non sono andato a Los Angeles a frequentare la scuola d'arte.›› ridacchio e lascio cadere la testa all'indietro per guardarlo meglio. ‹‹Cosa farai una volta finite le superiori?›› chiedo, lanciandogli uno sguardo curioso. ‹‹Spero bene per te che tu non venga a studiare economia.›› sorrido ‹‹è una materia così faticosa.››

 

Faccio quello che faccio e l'attenzione si deve sempre spostare da me e dalla mia vita al mio interlocutore e sulla sua di vita. Ho paura che scopra troppo di me. Vorrei poter tenere sotto il tappeto tutti i demoni che mi perseguitano.

 

Drew Blain ha diciotto anni ed è all'ultimo anno delle superiori, nella squadra di basket della scuola , da quello che so da Ceci e da suo fratello maggiore. Non ho molte informazioni su di lui, in quanto non ci ho mai parlato veramente, ma posso dire che è un ragazzo molto educato e premuroso. Non mi ha mai dato la sensazione che dietro quel bel faccino potesse nascondersi un pezzo di merda. Tuttavia, non farei affidamento sui miei sensi, perché a volte, la maggior parte delle volte, si sbagliano completamente.

 

‹‹Ho in mente qualcosa di completamente diverso.›› sorride divertito ‹‹qualcosa di più interessante dell'economia di cui parli tu adesso.››

 

Prendo il boccale di birra tra le dita e mi bagno le labbra, poi prendo un sorso più grande del liquido giallastro. Voglio bere, rilassarmi e dimenticare i problemi che mi osservano da dietro l'angolo. Vorrei che domani quando sorge il sole sia tutto apposto, niente più demoni. Però so anche che il sole è  tramontato da tanto tempo e sta bene nelle braccia tra le braccia della notte, ma il sapore amaro della birra mi fa sperare in un qualsiasi cambiamento.

 

‹‹Che cosa sarebbe quel qualcosaltro?›› domando curiosa, guardandomi intorno nella stanza affollata per individuare i miei amici che dovrebbero fare la loro apparizione da un momento all'altro, anche se non sarei mai in grado di vedere molto a causa del affollamento intorno a noi.

 

‹‹Lettere.›› dice, sorprendendomi piacevolmente. ‹‹Mi piace scrivere.›› confessa facendomi l'occhiolino, un gesto che mi fa sorridere perché è fatto con tanta nonchalance e innocenza.

 

Non vuole niente da me, si limita a portare avanti una semplice conversazione, facendomi dimenticare quello che ho lasciato a casa.

 

Le labbra carnose si curvarono in un sorriso. Occhi azzurri che brillano sotto la luce al neon. Il suo corpo ben fatto è vicino al mio, ma non vuole davvero il contatto umano tra noi.

 

‹‹Abbiamo dunque un William Shakespeare tra noi?›› chiedo con il sorriso sulle labbra. ‹‹Spero solo che tu non uccida i tuoi personaggi o non li faccia impazzire.›› dico mentre una sensazione piacevole mi invade il corpo.

 

Lui ride, una risata che mi scuote. I suoi occhi azzurri si fissano nei miei e una delle sue mani mi ruba la birra. Prende un bel sorso del contenuto, facendomi irrigidire mentre deglutisco.

 

‹‹Non faccio promesse che non posso mantenere.›› la sua risposta mi fa rilassare leggermente le spalle, mi restituisce il boccale mezzo vuoto.

 

Lo sgriderei, ma dopo la giornata di oggi dovrei ringraziarlo più che altro perché è riuscito a farmi ridere, anche se nella mia mente frullavano mille pensieri spiacevoli. Mi siedo meglio sul divano e osservo gli altri tra la folla. Mi avvicino a lui per continuare la discussione, lasciando spazio agli altri accanto a noi.

 

‹‹Dovresti darmi qualche ritaglio di quello che hai scritto.›› suggerisco, sistemandomi qualche ciocca di capelli dietro l'orecchio ‹‹Mi hai davvero incuriosita.››

 

Lascio il boccale di birra sul tavolino e mi asciugo le mani sul tessuto dei jeans. Cecily e Belle si siedono accanto a me, ridacchiano e scherzano su qualcosa che è successo prima che arrivassero al bar. I ragazzi si siedono sull'altro divano, salutando Drew.

 

‹‹Kaylie.›› Cecily mi sorride ‹‹com'è andata la giornata?››

 

Una domanda innocente che mi fa sussultare. Premo le mie cosce di più contro quelle di Drew, anche se gli ho voltato le spalle per poter vedere in viso le ragazze. La sua mano si appoggia alla base della mia schiena, in un gesto che non so cosa significhi. Non è sbagliato che mi tocchi? Non è immorale?

 

‹‹OH... Beh, ho scoperto che Oakley vuole trasferirsi qui in autunno›› dico ‹‹anche se Jared non sembra molto entusiasta all'idea.›› alzo gli occhi al cielo e inizio a giocare con un filo dei miei jeans. ‹‹ ma chi se ne frega di lui?!›› chiedo retoricamente.

 

‹‹Tua sorella, giusto?›› Belle mi sorride raggiante ‹‹Non vedo l'ora di incontrarla, sono così curioso di sapere quanto ti somiglia.››

 

‹‹Per niente.›› ridacchio ‹‹no se parliamo del carattere. Crystal è più simile a me.››  confesso, pensando all'altra mia sorella.

 

‹‹I tuoi genitori devono aver sofferto quando siete andate via da casa tutte insieme.›› sottolinea Drake. ‹‹Perché non siete venute tutte nella stessa città?›› Chiede curioso.

 

Un imagine del genere mi divertirebbe davvero molto. Io, Crystal e Oakley che siamo nello stesso college, tutte e tre compagne di stanza. Chiaramente io e le mie sorelle non dovremmo stare nello stesso posto, credo che nessuno possa sopportare tre gemelle. A volte mi chiedo ancora come abbiano fatto i liceali a sopportarci, visto che la povera mamma ha dovuto subbirsi la nostra presenza in casa per forza.

 

‹‹Crystal ha scelto di andare a Los Angeles per la scuola d'arte e Oakley ha scelto di seguire Jared a New York dopo il liceo. Diciamo che condividere lo stesso tetto per diciotto anni ci è sembrato abbastranza. Era come se ci fosse un tifone in casa quando c'eravamo tutte, credetemi.›› confessai. ‹‹Mia madre non ha avuto un secondo di pace, forse è per questo che non ha provato a fare anche il maschio che tanto desiderava.››

 

‹‹Dopo tre ragazze in un colpo solo, chi vorrebbe un quarto figlio?›› chiede Cecily retoricamente con il sorriso sulle labbra.

 

‹‹Sembra che mia mamma lo voleva...›› dico divertita ‹‹ma papà ha detto che stiamo già distruggendo la casa, non c'è bisogno di un altro bambino.›› ridacchio a quel pensiero alzando le spalle. ‹‹Anche se sarebbe stato interessante avere un fratello.›› sussurro cercando di immaginarmi il suo aspetto in mente.

 

Capelli corti biondi, occhi color miele e un viso lungo. Lo immaginerei non molto alto e magro. Non lo pottevo vedere come uno ossessionato dalla palestra, ma comunque in forma.

 

Penso che sarebbe stato adorabile con le fossette di mamma e i grandi palmi di papà. Avebbe il naso leggermente schiacciato a causa di qualche pugno che si sarebbe dato a vicenda con qualche altro ragazzo di Bartlett.

 

‹‹Hai una loro foto?›› chiede Ethan incuriosito, anche se è una domanda sciocca perché è logico che io abbia delle foto delle mie sorelle.

 

‹‹Sì.›› sussurro e tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

 

Sblocco lo schermo con l'impronta digitale ed entro nella gallery, cercando una foto recente di noi tre. Non vedo quelle due da Natale, tre settimane fa. Trovo l'immagine giusta, dopo aver saltato tutti i tipi di disegni, screenshot o selfie . Eravamo tutti e tre sul divano del soggiorno di casa dei miei genitori, una accanto all'altra. Abbiamo strizzato gli occhi verso mia madre, che stava scattando la foto, desiderosa di avere un nuovo ricordo con noi fino al nostro ritorno a casa per le vacanze di primavera. I miei palmi erano appoggiati sulle cosce delle mie sorelle mentre arricciavo le labbra per mandare un bacio alla telecamera. Crystal è quella a destra, i suoi capelli mossi legati in una coda di cavallo e il suo sorriso innocente accompagnato dalla lingua di fuori. Oakley ha una mano sul mio ginocchio e le sue labbra sono premute contro la mia guancia, dandole un bacio.

 

Giro lo schermo verso di loro e mostro l'immagine.

 

‹‹Non so chi sei.›› ride Ethan ‹‹quello a destra?›› Tenta la fortuna, grattandosi la nuca.

 

‹‹No, lei è Crystal.›› dico, orgogliosa dell'artista della famiglia. ‹‹Sto in mezzo.›› dico, mostrando la foto anche alle ragazze. ‹‹Quello che mi bacia sulla guancia è Oakley.›› aggiungo.

 

‹‹Siete identiche.›› sussurra Cecily, ingrandendo l'immagine e osservando più da vicino ogni singola figura.

 

‹‹Lo siamo.›› concordo con lei.

 

Le prendo il telefono dalle dita e lo passo oltre le mie spalle a Drew, lasciandogli vedere anche a lui la foto con le mie sorelle. Lo vedo fare la stessa cosa di Cecily, poi scorre, magari per sbaglio, guardando l'immagine prima ad essa.

 

Sussulto, perché è una con me. Ma non una qualunque. Una che non vorrei che nessuno vedese. Indossavo una maglietta bianca e un paio di pantaloni corti, ma non era quello che ero sicura avesse notato nella foto. La mia faccia era terrorizzata, gli occhi fissi sul mio riflesso nello specchio. Sul mio fianco era visibile un livido piuttosto grande, la maglietta mi veniva tirata su sotto il seno dalle dita della mano che non teneva il cellulare. Il suo sguardo si sollevò verso il mio, facendomi congelare. Perché non ho cancellato quella foto? Perché ha guardato oltre nella mia gallery? Cosa voleva vedere di più? Cosa...

 

‹‹Sono caduta da cavallo.›› mento, scrolando le spalle con noncuranza. ‹‹Vengo dal Tennessee.›› dico in mia difesa.

 

Mi guarda, analizzando attentamente la mia figura. Non mi contraddice, né aggiunge nulla, si limita a restituirmi il telefono senza aprire l'argomento, facendo sì che lo ringraziassi mentalmente. Ma il fatto che l'abbia visto mi preoccupa terribilmente.

 

Non c'era bisogno che vedesse. Se lui non avesse visto io  non avrei dovuto mentirgli. Se non avesse visto non avrei ricominciato a tremare a causa della paura.

 

Non mi ha creduto, ho questo dubbio dentro di me.

 

Dopo tutto questo ho bisogno di un'altra dose di solitudine, perché solo la vista di quella foto mi ha riportato alla memoria sensazioni spiacevoli.

 

Non finisco nemmeno la birra che ho già una buona scusa per andare in dormitorio e nascondermi sotto la coperta che mi fa sentire al sicuro. Lì c'è la pecora di pezza che è stata testimone del mio dolore sin da quando ero piccola. In stanza mi attende anche un paio di cuffie che mi collegano a un luogo che aiuta il mio cuore a evadere.

   
 
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