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Autore: Sbingo    17/04/2024    0 recensioni
«E spero con tutto me stesso che tu non legga mai queste parole.»
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come stai? È una vita che non ci sentiamo, ma non so più chi sei, sei come un ricordo lontano ma che è stata una cosa fondamentale nel mio presente. Ovvio, ho cercato di dimenticare per non soffrire all'inizio ed ero anche riuscito a cancellare completamente il tuo viso dalla mia mente. È stato estremamente strano quando mi è successo la prima volta; ero riuscito a strappare via questo e quasi ogni altro ricordo legato a te. È stato brutale, è stato immaturo tutto ciò che è successo direttamente e indirettamente, e non è stato facile per nulla. Una delle ultime volte che ti vidi fu alla stazione, il tuo sguardo freddo e malinconico puntato verso il vuoto e distorto dai treni che passavano. Avevo il cuore che batteva all'impazzata, credevo mi sarebbe uscito dal petto, ma non ce l'ho fatta a salutarti, forse per vergogna o forse per paura. I fatti di cronaca legati alla questione mi fanno sempre pensare a quello che successe e penso sempre "ma io ero così. Perché ero così? Non è giusto" e cado sempre in un baratro di colpevolezza e rimorso per ogni singolo gesto che ho fatto, e tuttora non ne capisco il perché di aver fatto cose e detto cose. Forse era l'immaturità, non eravamo nemmeno maggiorenni, eravamo ancora bambini che giocavano a fare gli adulti ma non è comunque una giustificazione. La vergogna e la colpevolezza non passeranno mai, sarà una costante verso ogni tuo ricordo. I ricordi sono riemersi tutti dopo questo Natale, dopo quello che è successo. È stato orribile. Ci siamo ritrovati io e G. pochi mesi dopo davanti alla sua lapide a ricordare i tempi andati che a malapena sono memorie. Memorie di storie che non ricorda più nessuno ma che sono diventate parte integrante di noi stessi in qualche modo. Lui ricordava poco, ricordava i video in bassissima qualità dimenticati chissà dove in qualche cellulare, girati in giornate piovose e, a posteriori, malinconiche. Io invece più parlavamo e più ricordavo, e non è stato bello. Mi piacerebbe riparlarti, come due vecchi amici, senza l'ovvia rabbia verso di me e l'ovvia vergogna verso di te, ma è impossibile, nemmeno passassero altri quindici anni. Ho voluto scriverti questa lettera dopo essere tornato nella mia vecchia casa d'infanzia e aver ritrovato in un cassetto tutte le lettere e i biglietti del treno; una nostalgia e un eterno senso di colpa mi hanno pervaso. Ritrovare adesso tutto ciò è stato strano, adesso che il mio corpo è totalmente informe e la mia mente ed il mio io completamente derealizzati ma allo stesso tempo consapevoli di ciò che ho fatto e di esser realmente cambiato dopo tutti questi anni. Rileggere le nostre promesse, i nostri intenti, le nostre paure ed i nostri pensieri di allora fa davvero un certo effetto. Tu giustamente hai la visione di me di quegli anni, di una persona violenta, bugiarda e manipolatrice ma non sono più così. Non voglio riavvicinarmi a te, non ci penso nemmeno, abbiamo due vite distanti anni luce l'una dall'altra, è solo che vorrei redimermi da quella persona che non sono più. Spero di non disturbarti e di non causarti alcun danno. E spero con tutto me stesso che tu non legga mai queste parole.
  
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