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Autore: Fiore di Giada    19/04/2024    1 recensioni
[Partecipante alla "500themes_ita" col prompt 294, ossia "Caduta di un'anima".]
Questa breve storia mi è stata ispirata dal racconto di un evento traumatico accaduto ad un mio parente.
Ho provato a immaginare i pensieri di un suicida, dopo una diagnosi infausta.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A poco a poco, la Renault si ferma nella campagna.
La luna, alta in un cielo limpido, simile ad una lastra di zaffiro, illumina il paesaggio, costellato di alberi di querce e olivi.
Andrea, per alcuni istanti, resta immobile, lo sguardo fisso davanti a sé. Finalmente, è lontano dalla sua città.
Si passa una mano tra i corti capelli castani, mentre le lacrime tremano nei suoi occhi ambrati. La ricchezza più sfacciata, a volte, è impotente, davanti all'avanzata di un male crudele.
Il suo sguardo, vacuo, indugia sulla figura alta e robusta. Per tanti anni, ha praticato calcio e nuoto.
Ha sempre amato i piaceri di qualsiasi tipo.
Una risata amara risuona sulle sue labbra. Quella forza, presto, sarebbe stata consumata da un male incurabile.
Cancro ai polmoni.
Eppure, non ha mai fumato.
Anzi, ha sempre condotto un'esistenza salutista.
Le sue mani si stringono attorno al volante, mentre le lacrime cadono dai suoi occhi. Lui, Andrea Rizzo, dovrebbe cedere all'avanzata di un male incurabile.
Dovrebbe tramutarsi in un'ombra umana, priva di qualsiasi autonomia.
Con un gesto risoluto, allontana le lacrime e apre la sua borsa di pelle nera, appoggiata sul sedile del passeggero.
Vi fruga per alcuni istanti e trae un'agenda con la copertina di pelle rossa.
Apre l'agenda e, con movimenti attenti, la sfoglia.
Scorge la foto di una donna di mezza età, vestita d'un abito rosso lungo fino al ginocchio.
I lunghi capelli neri, riccioluti, circondano un viso dai lineamenti delicati, solcato da rughe sottili, su cui risaltava gli occhi neri.
Un giovane di corporatura tarchiata, dai riccioluti capelli castano ramati, cinge con un braccio le spalle della donna e i suoi occhi grigi, decisi, fissano l'obiettivo della telecamera. − Mamma, fratello mio. Perdonatemi, ma è meglio così. − si dice. Sua madre Anna e suo fratello Giacomo, ne è sicuro, si spenderebbero per lui.
Ma non è giusto condannare le persone amate ad una vita straziata, priva di qualsiasi speranza.
Per alcuni minuti, rimase immobile, le mani strette attorno alla foto, scosse da tremiti. Giacomo ha solo ventidue anni e sogna un futuro nel pugilato.
Sua madre, Anna, nonostante l'età, continua a cucire meravigliosi abiti da sposa, richiesti da molte giovani spose in tutta la Basilicata.
Il suo lavoro di sarta le ha permesso di riemergere dalla morte di suo padre, per un orribile incidente sul lavoro.
Scuote la testa, risoluto. No, non distruggerà le loro vite con la sua malattia.
Il cancro non costringerà loro ad una lenta agonia.
Apre la portiera, esce dall'auto e percorre circa seicento metri.
Si avvicina ad una imponente e fronzuta quercia. Lui, Andrea Rizzo, ha sempre adorato la natura.
Quell'albero meraviglioso accoglierà il suo ultimo respiro.
Apre di nuovo la borsa e trae una pistola Beretta.
Fissa quell'arma, lo sguardo sereno. E' giunto il tempo.
Appoggia l'arma sul petto e un sospiro sgorga dalle sue labbra.
Con un movimento deciso, il giovane preme il grilletto.
Andrea cade e il sangue sgorga dalla ferita, mentre la pistola precipita a terra con un tonfo.
A stento, frena gemiti di dolore. Quella ferita strazia la sua carne, ma è un dolore sopportabile.
Quella pena è il preludio alla pace.
− Ho vinto io, stronza… − mormora, trionfante. Il tumore si è spento.
Poco dopo, i suoi occhi si chiudono e la morte, inesorabile, scende su di lui.
   
 
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