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Autore: Anime_mia    20/04/2024    0 recensioni
Shan Pu prova di nuovo ad incastrare Ranma con una delle sue pozioni.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente c’era scuola e Akane aveva dovuto assumere le sue solite sembianze. Lungo la strada Ranma la osservava dall’alto della ringhiera su cui camminava come un equilibrista. Non aveva detto una parola da quando si erano incrociati a colazione, non era neanche andata a svegliarlo, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, lui non aveva chiuso occhio.

Forse era meglio parlarle. La affiancò, ma lei sembrava non essersene neanche accorta

- Akane… - nessuna risposta.

- Eddai Akane, parliamone, non puoi ignorarmi per sempre – lei si voltò di scatto andandogli addosso come una furia.

- E di cosa vogliamo parlare? Del fatto che ora mi ritrovo la tua maledizione e a te, da bravo egoista, non importa altro che essere tornato normale? -

- Non è così, lo sai. Forse potremmo chiedere al dottor Tofu di fare qualche ricerca e vedere in quale altro modo si può eliminare la maledizione. -

- Ancora con questa storia? Io non voglio chiedere a nessun altro, voglio tornare me stessa e tu devi tornare te stesso! -

- Ah, e io secondo te ero me stesso imprigionato nel corpo di una donna? -

- Sempre più di me che mi ritrovo con il tuo corpo! Tu eri sempre tu, uomo o donna, io invece sento di essere due persone diverse! Non resta niente di me quando mi trasformo –

Quella lite fu però interrotta dalla solita vecchina che aveva buttato l’acqua per strada attivando la maledizione di Akane che guardava ancora arrabbiata il fidanzato. Ranma non notò differenza in quello sguardo, anche se il taglio e il colore degli occhi era diverso.

- Andiamo, ti procuro un po’ di acqua calda – disse arrendevole.

- Lasciami in pace, faccio da sola. E poi, arriverai in ritardo – disse abbassando lo sguardo.

- Non fa niente, anche tu hai fatto tardi tante volte per causa mia – la caricò come un sacco di patate tra le proteste di lei e cominciò a saltare e a correre verso la scuola.

 

Arrivati al cancello d’ingresso la mise a terra.

- Sei uno stupido, Ranma! Ti sembra questo il modo di portare una ragazza? -

- Una ragazza no, ma tu sì -

- Che vorresti dire? Guarda che ora non ho i fianchi larghi, non sono piatta come una tavola e non osare dire che sono priva di sex appeal! -

- Non dire fesserie, non conta l’aspetto, resti sempre il solito maschiaccio – per lui era un complimento, voleva dirle che dietro quei capelli rossi e quegli occhi blu c’era ancora lei.

- E dire che mi sentivo più bella… - lei invece guardava tristemente a terra.

Era questo che pensava? Credeva davvero che la sua versione femminile fosse più bella di Akane? Ok, lui le aveva detto così quando si erano conosciuti, ma non lo pensava affatto. Possibile che lei ci avesse creduto?

No, le doveva dire qualcosa prima che lei continuasse a fraintendere.

 

- Ranma Saotome, ronzi ancora intorno alla spregiudicata ragazza con il codino? Come osi? Non ti basta già dare fastidio alla dolce Akane Tendo? Combatti se hai il coraggio! Io, Tatewaki Kuno sono disposto a difendere l’onore di entrambe e ad accogliere il loro amore! -

- Kuno, non ti ci mettere anche tu, io e Akane stavamo parlando di una cosa importante -

- Ah, ora le confondi pure! Ragazza con il codino, non dar retta all’insulso Ranma Saotome, lui non merita le tue attenzioni. Esci con me, invece -

- Sai che ti dico, senpai, accetto il tuo invito – lo disse guardando il fidanzato con aria di sfida.

- Davvero, mio puro fiore di loto? - piangeva di gioia – Allora ti aspetto oggi pomeriggio al parco per una romantica passeggiata sotto i ciliegi in fiore – e se ne andò saltellando allegro.

 

- Ma che ti salta in mente? - al ragazzo con il codino era caduta la mascella dallo stupore.

- Beh, che male c’è? Almeno lui mi apprezza in tutte e due le mie versioni – rispose lei voltando la testa stizzita.

- Ti metterà le mani addosso come un polipo - obiettò

- Non glielo permetterò, se non vorrò… - disse guardandolo negli occhi decisa.

- Aaahh, fa’ come ti pare, stupida! - e si girò verso l’entrata della scuola pestando i piedi con passi pesanti.

 

Quel pomeriggio, al parco, la vide arrivare avvolta in un leggero vestitino vaporoso che le arrivava a metà coscia, dai toni chiari, in netto contrasto con l’acceso colore dei capelli, raccolti in una morbida treccia laterale. Quella scema s’era pure messa tutta in ghingheri per incontrare quel maniaco. Sapeva che, se lui avesse allungato le mani, lei non sarebbe stata in grado di difendersi, o almeno, questo era quello che si raccontava per giustificare la sua presenza dietro quel cespuglio.

Li seguiva a distanza, non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo, ma quello stupido kendoka si era fermato e l’aveva bloccata davanti a lui mettendole i tentacoli sulle spalle. Ora si stava pericolosamente avvicinando per baciarla, non poteva aspettare oltre!

Stava per palesarsi quando una minaccia ben peggiore si stava abbattendo sulla coppia: Ryoga si stava scagliando contro Akane urlando il suo solito tormentone

- Ranma, preparati a morire! -

 

Ora doveva intervenire, se un solo colpo di quel suino fosse andato a segno, la sua fidanzata si sarebbe fatta male sul serio. Urlò il suo nome e cominciò a correre, ma non fece in tempo. Il ragazzo dai lunghi canini era già troppo vicino e si era tuffato in volo con il pugno teso.

Akane aveva prontamente afferrato a sua volta Kuno per le spalle e, voltandosi, lo aveva usato come scudo. Il kendoka era stato preso in pieno ed era svenuto per la botta.

 

Ryoga non credeva ai suoi occhi: c’erano due Ranma!

- Ehi P-chan, sai che non è corretto quello che hai fatto? Non si attacca il nemico alle spalle – aveva detto la versione maschile ancora visibilmente agitata

- Tutto bene, Akane? - aveva poi aggiunto. Perché continuava a chiamarla Akane? L’aveva fatto anche quando era sbucato dal nulla.

- Sì, Ranma. Come puoi vedere sono in grado di difendermi da sola – aveva risposto la versione femminile.

- Non direi proprio, quello stava per baciarti – ora litigavano tra loro.

- Stavo per stenderlo, non ti preoccupare. Tu piuttosto, che ci fai qui? Ci stavi forse spiando? Sei geloso? -

- Ma che dici, figurati! Io geloso di una rozza come te! Passavo di qui e vi ho visti, niente di più, niente di meno -

- Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo e perché ci vedo doppio? - li interruppe l’eterno disperso.

- Vedi, porcello -

- Non mi chiamare così – disse a denti stretti. La versione maschile era rimasta sempre irritante, notò.

- Shan Pu ne ha combinata una delle sue e ora Akane si trasforma nella mia versione femminile quando si bagna con l’acqua fredda – improvvisamente era tutto più chiaro. Quindi quella ragazza era Akane. E lui stava per colpirla con la stessa potenza con cui di solito si avventava sul suo nemico storico! Ebbe un mancamento. Quando si riprese la coppia lo fissava con aria perplessa.

- Dove sono? A-Akane, sei tu? - disse prendendo le mani della ragazza tra le sue.

Ranma gli diede un pugno in testa – Eh basta, tutti oggi? -

Non curandosi dell’enorme bernoccolo in testa, Ryoga continuò

- Io ti aiuterò a tornare normale, Akane! -

- Davvero? Vuoi sapere qual è la soluzione per tornare normale? - chiese il ragazzo con il codino con un sorriso sghembo.

- Sì, dimmela subito così mi metterò al lavoro – rispose spavaldo.

- Ci dobbiamo baciare – enunciò secco.

- Ma sai che ti dico, Akane, non è mica male questa trasformazione. In fondo resti sempre una ragazza e in entrambe le versioni sei molto b-bella – provò, arrossendo come un peperone.

- Eccone un altro, nessuno mi capisce! - esclamò esasperata la ragazza che poi corse via dai due.

 

Vedendola fuggire, Ranma cominciò a rassegnarsi all’idea che ciò che andava fatto, andava fatto. Non aveva preso in considerazione tutte le conseguenze di quella situazione, lì per lì, e Akane aveva ragione: era stato egoista. Non poteva mettere ancora in pericolo la fidanzata. Era tanta la gente che ce l’aveva con lui e quasi tutti conoscevano la sua maledizione, l’avrebbero di sicuro scambiata per lui e non poteva permettere che qualcuno le facesse del male.

Fu ridestato dai suoi pensieri dall’amico

- Ranma, tu sai che non ti permetterò di baciare Akane? Dobbiamo trovare un’altra soluzione -

- Credimi Ryoga, non ce ne sono di soluzioni alternative – disse serio -Vorrà dire che mi sacrificherò – aggiunse ironicamente mettendo i pugni sui fianchi e alzando la testa con sguardo fiero.

- Maledetto! Se ti prendo ti ammazzo! - urlò dando il via all’ennesima zuffa.

 

Frattanto la ragazza dai capelli rossi stava tornando a casa. Era sempre più stufa di quella condizione. Le dicevano tutti la stessa cosa e ora ci si era messo anche Ryoga. Cominciò a venirle il dubbio che quella in torto fosse lei. In fondo, pensandoci bene, gli altri avevano colto il punto: la sua trasformazione non era così svantaggiosa. Non assumeva una forma di cui si doveva vergognare, anzi. E se questa situazione poteva rendere felice Ranma, lei si sarebbe sacrificata volentieri, anche se ormai era chiaro che il suo era un amore a senso unico. Decise che non avrebbe più provato a baciarlo, lui doveva essere libero di scegliere.

 

Distratta da questi pensieri aprì la porta della sua camera e intravide un profilo scuro avvolto dai colori del tramonto che entravano dalla finestra.

   
 
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