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Autore: Raphaelgirl87    20/04/2024    0 recensioni
Con questa storia partecipo alla challenge meravigliosa di aprile del gruppo Non solo Sherlock di Facebook!
Praticamente è una challenge basata su come è nato un personaggio, sulla sua evoluzione, su come è stata la sua vita dagli inizi fino a un certo punto.
La mia scelta è caduta su ovviamente il maestro Splinter, alias Hamato Yoshi, che amo, adoro e venero alla follia!!!!
Mi sono ispirata per questa challenge alla storia della serie TV del 1987, con qualche aggiunta di head Canon mio! Spero che questo viaggio immaginario nel passato di Yoshi possa piacere!
Come sempre, e questo vale anche per tutte le mie FF, se avete piacere di lasciare una recensione sia positiva sia negativa, io lo apprezzo in ambo i casi! Quelle positive mi aiutano a capire su cosa puntare e quelle negative su cosa migliorare!
Grazie mille!!!!!!
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Splinter
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa doverosa: Splinter in realtà è eterosessuale nei fumetti IDW, in quanto è stato sposato fino alla morte di quest' ultima con la mamma dei suoi ragazzi che compare ogni tanto come spettro .....Ma siccome il mio character study segue la trama della serie TV del 1987 dove li la sessualità di Splinter non è assolutamente specificata e soprattutto si immola felicemente nel ruolo di padre senza avere altre relazioni, mi piace pensare come headcanon che possa essere anche solo bisessuale e che possa aver avuto una relazione con un uomo, nulla toglie ne al maestro ne al padre che sarà! Oltretutto l omosessualità in Giappone è documentata dai tempi antichi e non è considerata un peccato neanche per la religione shintoista.

Altra nota: il Genpuku, la cerimonia per diventare guerrieri samurai ed entrare nel mondo adulto, avviene a tredici anni....ho voluto fare si che in questa storia giungesse a venticinque solo per condurre meglio il mio headcanon, niente altro.


*************************


"Sei pronto, otuto*?" Domandò Arinori sorridendo fiero a un eccitatissimo Yoshi, che cavalcava al suo fianco nella strada battuta tra due fianchi di boscaglia in direzione Shimara, il paese dove risiedeva la sede del Clan del Piede.

Era giunto il momento.

Il suo fratellino aveva ormai vent anni compiuti, aveva superato tutte le prove e tutti gli esami del dojo del maestro Tanaka brillantemente e con risultati eccellenti e vi si era diplomato con ottimi voti....da lì, con un lettera di raccomandazione del maestro in mano e tantissima impazienza, Yoshi aveva fatto armi e bagagli, salutato il loro caro padre e lasciato il suo paese natale, per proseguire il suo addestramento nella sede del Piede.

Il suo sogno di diventare uno dei capi di quel clan stava finalmente mettendo radici e il piccolo Hamato non stava nella pelle:

"Se sono pronto? Ani** ,sono nato pronto! Non vedo l ora giunga finalmente il giorno del mio Genpuku***...." Disse pieno di frenesia il ragazzo, venendo però affettuosamente rimbeccato dal fratello maggiore:

"Quanto corri, fratello, non siamo neanche arrivati al Piede e tu già vuoi diventare samurai? Presentiamoci prima al Daimyo Jurobei, in modo che tu possa iniziare subito l addestramento...."

"Hai ragione, Arinori-san- rispose Yoshi arrossendo leggermente e sorridendo- ma è tutta la vita che mi preparo a questo momento e non mi sembra ancora vero...."

Arinori sorrise, come dargli torto....Il Genpuku era la cerimonia che ogni aspirante samurai sognava....davanti al Daimyo e alle autorità più importanti, gli allievi della scuola ricevevano la katana persona del signore che servivano e acquistavano un nome nuovo, un nome da guerriero che gli avrebbe accompagnati per sempre.... Morivano come allievi per rinascere come guerrieri valorosi, fino alla morte.

"Te lo meriti, Yoshi-san, ti sei allenato così duramente, hai tutto il diritto di entrare nel Clan più famoso di tutto il Giappone.... Renderai molto onore alla nostra famiglia, ne sono certo, è il tuo destino...... Ma ora guarda, otuto, siamo arrivati....."

La boscaglia davanti a loro infatti si aprì su una radura dove, affiancata a un lago al centro di essa e distaccata dal piccolo borgo di Shimara, si apriva una grossa casa bassa di legno con ampie vetrate e porte scorrevoli.

La sede del Clan del Piede.

Yoshi si accorse di tremare leggermente, mentre gli occhi gli si inumidirono dalla gioia quando scese da cavallo, legandolo al suo posto nella loro scuderia, poco distante dalla casa.

Era giunto finalmente dove aveva sempre desiderato essere. Le sue lunghe preghiere nel tempio e il suo duro lavoro aveva dato i suoi frutti

"Arigatò, okasan****...." Pensò il giovane Hamato commosso, rivolgendo un pensiero alla mamma defunta, sapendo che di sicuro c era anche il suo zampino, mentre col fratello si recò dal Daiymo Jurobei, presente nella scuola eccezionalmente per accogliere le nuove leve.

Alla vista di quell' imponente samurai, con la divisa del Piede e la lunga katana appesa alla cinghia, Yoshi restò senza fiato e dovette fare uno sforzo enorme su se stesso per chinarsi davanti a lui come voleva l usanza:

"Daimyo Jurobei, sono onorato di presentarle mio fratello Yoshi, uno dei migliori allievi del Sensei Tanaka, se non il migliore...." Disse Arinori inchinandosi anche lui davanti al Daimyo che sorrise benevolmente al nuovo arrivato

"So bene chi è tuo fratello, Arinori-san, le lodi del suo maestro sono state innumerevoli nei suoi riguardi.... Siamo lieti di averti nella nostra scuola, ragazzo....sei pronto a seguire un duro addestramento per poter diventare finalmente un Samurai del Piede?"

"Se....lo voglio? Oh signore, non..... desidero....altro ...." Balbettò Yoshi ancora chino davanti a Jurobei che continuo a guardarlo con simpatia:

"Bene, allora alzati ragazzo, ti presento al tuo Sensei! Subito dopo ti faremo vedere dov è la tua camera....Yi, prendi il bagaglio del nostro nuovo allievo e portalo nella sua stanza! Mentre tu, ragazzo, vieni con me!"

Il giovane Hamato ubbidì al comando del Daimyo e, dando il bagaglio alla cameriera accorsa a quel comando e seguendo la sua imponente figura, il ragazzo con il fratello a fianco percorse il lungo corridoio che dall ingresso portava nel grande dojo, dove si stava svolgendo un allenamento intensivo sotto la guida di un signore di mezza età col kimono bianco e lo stemma del Piede appuntato sopra

"Sensei Genni?" lo chiamò Jurobei e il maestro, con un comando invitò gli allievi al riposo e si chinò verso il Daimyo

"Ditemi, mio signore"

"Desidero presentarvi il vostro nuovo allievo, Sensei, Hamato Yoshi della casata Hamato, una punta di diamante della scuola del Sensei Tanaka" disse il Daimyo presentando Yoshi che si chinò rispettosamente davanti al maestro che rispose all inchino con stima

"Per i Kami, un Hamato nella mia classe! La fama di combattenti di katana precede di molto la tua famiglia, ragazzo....tuo fratello può confermare....."

Arinori annuì compiaciuto alle parole del Sensei, mentre Yoshi, pieno di orgoglio, balbettò con commozione:" Si, Sensei, porto il mio.nome. con onore e mi impegnerò a fondo per essere degno della mia famiglia"

"Non ho alcun dubbio, figliolo, se sei qui è perché lo meriti....Benvenuto nella mia classe, domani stesso inizierai le lezioni...."

"Yoshi! Yoshi-san! Non posso crederci!"

Una voce allegra squillò lieta dal fondo del dojo e senza quasi accorgersene, il ragazzo si trovò travolto dall abbraccio di un ragazzo....sorpreso, lo scostò un poco da lui per capire chi era, salvo poi sorridere con gioia e ricambiare l.abbraccio:

"Sota!!!!! Sota Nakamura!!!! Non posso crederci! Anche tu qui?"

"Esatto....quanto tempo Yoshi, non ti vedo da quanto ti ho battuto a fine anno sette anni fa orsono...."

"Ah non ricordarmi quella bruciante sconfitta...." Disse il giovane Hamato al suo amico, felice di rivederlo.... Paradossalmente, nonostante fosse stato proprio battuto da Sota, non ebbe lui come Senpai, in quanto il suo avversario si dovette trasferite per affari di suo padre quella stessa estate, proseguendo il suo addestramento in un altra scuola....Non si erano mai più rivisti da allora è Yoshi fu felice di vedere una faccia amica in mezzo a tanti volti sconosciuti.

"Ah, ti ho battuto proprio per un soffio, sei sempre stato il migliore, Yoshi.....ah.... Gomenasai, Daimyo Jurobei e Sensei.... Ma io e Yoshi siamo amici da tanto tempo....l emozione di rivederlo ha prevalso sul mio controllo....domando scusa....." Disse Sota inchinandosi profondamente davanti al maestro e a Jurobei che lo stavano guardando perplessi, salvo poi sorridere davanti alle sue scuse:

"Sota Nakamura, un cuore lieto per la presenza di un amico è un balsamo per l anima,non c e bisogno di scuse" gli disse il Daimyo benevolmente, seguito dal maestro

"Ora però torna a posto, figliolo, o devo prendere provvedimenti"

"Si, Sensei, subito...."

E Sota tornò al suo posto sorridendo ancora all amico, mentre il Sensei salutò il suo nuovo allievo e riprese l allenamento.

Fuori dal dojo, Jurobei stava per congedarsi dai due fratelli Hamato, quando una voce sorpresa giunse alle spalle del trio:

"Yoshi, che sorpresa!"

Il ragazzo si girò e rabbrividì alla vista di Oroku Saki vicino a lui. Non aveva dubbi che anche lui sarebbe stato accettato nel Piede, era abilissimo, forse il più abile della sua scuola. Ma davvero aveva vivamente sperato di non averci più a che fare, una volta trasferitosi li:

"Oroku, che ci fai in giro? Non hai lezione con Sensei Genni?" Gli domandò incuriosito il Daimyo, mentre Saki si inchinò profondamente:

"Ho avuto necessità della toiletta, signore.... E se permette, davanti a voi, desidero porgere le mie scuse a Yoshi qui presente"

Yoshi restò interdetto davanti alle parole di quel suo avversario, mentre Jurobei incalzò

"Scuse? Per quale motivo?"

"Ho.....offeso molto in passato questo mio compagno, ero uno ragazzino e ho creduto a delle dicerie sulle nostre casate, in odio da generazioni, ma non desidero sia più così, desidero che tra noi ci sia la pace.... Yoshi perdona questo tuo sciocco amico...."

Il giovane Hamato rimase senza parole....dopo tutto quello che aveva passato per colpa sua, le cattiverie, l indifferenza, quel gesto che gli era costato il posto di Senpai.... Ora tutto era cancellato cosi? Con un colpo di spugna?

Quanto avrebbe voluto dirgli di no e sbattergli in faccia tutto ciò che aveva dovuto subire....

Ma era davanti al Daimyo della scuola, doveva mantenere il controllo....non doveva giocarsi tutto per una sciocca ragione....

Arinori lo guardò intensamente e capì perfettamente cosa voleva dirgli.

La stessa cosa che gli aveva detto suo padre, tempo fa.

Non si comincia mai una guerra per primo.

Yoshi sospirò

"Scuse accettate, Saki....Ricominciamo da capo" disse il ragazzo chinandosi a sua volta verso l avversario che stranamente sorrise, non glielo aveva mai visto fare:

"Grazie, Yoshi, significa molto per me" ribatté Saki con un tono che pareva davvero sincero.... Il Daimyo vicino a loro, sorrise a sua volta

"Molto bene, è sempre bello quando l.intelligenza dei ragazzi fa finire una contesa secolare, sono molto fiero di entrambi....ma ora Oroku, torna ai tuoi allenamenti e Hamato, accompagna tuo fratello a recuperare il cavallo, salutalo e corri a preparare la tua stanza e a vestirti per la cena....Benvenuto ancora,ragazzo! Che il tuo soggiorno qui sia proficuo e che sia l inizio di una lunga permanenza nel Piede!"

Yoshi ringraziò ancora e il gruppo si divise, Saki tornò ai suoi allenamenti e Yoshi accompagnò Arinori alla scuderia

"Non.mi fido di Saki, ani, quelle scuse mi sono suonate false....me le ha fatte solo perché C era il Daimyo li presente...." Sussurrò il ragazzo al fratello, mentre Arinori sellava il cavallo

"Forse, otuto, ma non crucciarti....Tu e Saki siete solo tenuti a condividere degli spazi in pace, niente altro....sei qui per proseguire il tuo cammino di addestramento, tuo e di nessun altro.... Continua a mantenere l autocontrollo che hai mostrato ora e vedrai che andrà sempre tutto bene....Punta sempre gli occhi sul tuo Ikigai, fratello, e ogni ombra cadrà alle spalle....verrò presto a trovarti con nostro padre, stammi bene Yoshi e sii felice!"

Dopo quelle parole, i due fratelli Hamato si abbracciarono e Arinori si allontanò a cavallo per tornare dalla sua famiglia, mentre Yoshi rimase un attimo a guardarlo dal sentiero salutandolo con la.mano.

Suo fratello aveva ragione, chi se ne importava di Saki. Era il tempo di mostrare il suo valore e chi c era con lui era irrilevante. Era il suo destino. Il suo addestramento era appena iniziato.

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E fu così che i cinque anni di addestramento a Shimara volarono in un battito di ciglia e furono anni incredibilmente felici per Yoshi, anche se decisamente intensi e laboriosi.

L addestramento infatti di un samurai è lungo e intriso di arduo lavoro e intenso studio.

Le giornate iniziavano all alba, dove ogni allievo, dopo aver rifatto il proprio futon ed essersi lavato per bene, si vestiva con l uniforme da allievi e si recava nella sala comune per la colazione.

Subito dopo era il tempo dello studio: gli allievi ordinatamente si recavano nell' aula adibita a scuola, dove il Sensei istruiva i suoi giovani guerrieri sulle nozioni del Kendo, anche detto “La via della Spada”, il codice morale dei Samurai, sulla loro religione shintoista e sul Bushido, anche detto:"La strada del Guerriero”, il rigido codice etico a cui il samurai donava tutta la sua vita.

Dopo il pranzo e un breve momento di riposo, il pomeriggio era dedicato a diverse attività, che si alternavano tra loro, in modo che i guerrieri samurai non solo apprendessero la giusta arte del combattimento, ma anche e soprattutto la saggezza, l eticità, la moralità, il controllo dei propri impulsi e l armonia spirituale che dovevano avere.

Quattro pomeriggi a settimana erano dedicati ad allenamenti intensivi di combattimento con tutte le armi, non solo la nobile katana, in quanto, secondo la classe guerriera, non esistevano armi onorevoli e disonorevoli, ma solo efficaci e non efficaci. Yoshi imparò ben presto perciò a padroneggiare, oltre alla sua sempre amatissima katana, anche l uso dell arco, del Bo, dei Sai e dei nunchaku, cavandosela molto bene in tutte quante quelle discipline, migliorando inoltre nell combattimento corpo a corpo e in quello a cavallo durante le lezioni di equitazione. Era meno abile, lo doveva riconoscere, con la lancia e la.naginata, ma capì ben presto che non era richiesta la perfezione, quanto l.impegno costante e continuo nel miglioramento di se stesso.

I pomeriggi non dedicati all addestramento erano dedicati ad attività volte a migliorare il proprio equilibrio e il proprio benessere spirituale: si andava dallo studio della bella calligrafia, all ikebana, ovvero l arte di disporre in bella composizione i fiori recisi alla poesia.

Un giorno la settimana si partecipava tutti insieme, con addosso il kimono della festa, alla cerimonia del tè chiamata “cha-no-yu”. L’ambiente circostante, la sala in cui avveniva la cerimonia del tè, i movimenti, i gesti e i modi di porsi erano legati a rigide regole che sarebbero servite a tutti loro per sapersi comportare davanti al Daimyo e alle varie autorità che avrebbero incontrato nella loro vita e tutti loro allievi erano tenuti a rispettarle scrupolosamente.

I rari momenti di tempo libero non passavano nell' ozio, che era bandito nella scuola del Daimyo Jurobei, ma venivano spesi nella pulizia del dojo e dei locali comuni, nello studio e nella meditazione e nella contemplazione della lussureggiante natura tutt attorno alla scuola, composta da montagne verdissime, boscaglia fitta e silenziosa e il lago calmissimo che troneggiava proprio davanti alla porta del loro dojo.

L esercizio fisico dell' addestramento, l alimentazione sana e la cura della sua persona fecero si che Yoshi si sentisse davvero bene, fisicamente e mentalmente, nel corso di quegli anni. Ogni volta che riceveva le felici visite del padre o del fratello, i suoi cari non potevano non.notare come il suoi incarnato fosse sano, come il suo corpo si fosse irrobustito e il suo colorito fosse acceso. Soprattutto come i suoi occhi brillassero di gioia al pensiero di essere lì.

Si, Yoshi era realizzato, lì a Shimara si sentiva a casa, gli sembrava che niente potesse andare storto. Era felice di dare il massimo per ciò in cui credeva e il suo sogno di diventare un Sensei e un samurai del Piede era sempre più vicino....a fine anno ci sarebbe stato il suo Genpuku, si era allenato così tanto per quello.....

Persino i rapporti con Oroku Saki sembravano davvero migliorati da quella riconciliazione davanti al Daimyo Jurobei cinque anni prima. Non erano assolutamente amici, le sue amicizie li dentro erano altre, e Yoshi continuava a non fidarsi di lui ma il rapporto tra i due era finalmente cordiale, forse un po' freddo, ma non C erano stati più accenni di odio o simili.

Soprattutto tra lui e Sota il legame nel corso di quegli anni si era rinforzato.... I due passavano molto tempo insieme nei rari momenti di tempo libero, pulendo insieme il dojo, passeggiando per le montagne attorno a loro o meditando insieme lungo il lago, discutendo di arte, musica,tecniche di combattimento, sentendo che tra loro era nato un affetto sincero e che amavano la compagnia l uno dell altro.... Insomma, il ragazzino che aveva lasciato sette anni fa era diventato un uomo anche lui, colto, gentile, generoso e piacevole alla vista.

Molto piacevole in realtà, con i lunghi capelli neri e gli occhi verdissimi come l acqua del lago dove non si buttava mai.

"Sono terrorizzato dall' acqua- gli aveva confidato un giorno, mentre meditavano proprio sulla riva del lago stesso- la mia sorellina ha rischiato di morire per essersi addentrata troppo a largo in un lago come questo.... L hanno salvata per un soffio....ma mi è rimasta la paura dell' acqua dopo quell episodio.... Ci sono cose che non si dimenticano....."

In quel momento, mentre erano lì da soli, Yoshi si era girato a guardare quel suo viso di porcellana e si accorse che lo trovava semplicemente perfetto, ogni lineamento era disposto con grazia e gli occhi verdi brillavano alla luce del sole.... Senza quasi accorgersene, quasi a ringraziarlo di quella confessione, la sua mano scivolò ad afferrare la sua.

Non seppe neanche il perché lo fece, non vedendo reazione stava anche per toglierla, ma improvvisamente senti le dita di Sota intrecciarsi nelle sue.

"Grazie...." Gli mormorò Sota sorridendogli e per la prima volta Yoshi sentì una sensazione di profondo calore avvolgerlo, mentre semplicemente restava in silenzio con quel suo amico li, seduti vicino a un lago a tenersi la mano in silenzio.

Fino a quel momento il giovane Hamato era stato convinto di essere attratto dalle donne, anche se, talmente era teso al raggiungimento del suo scopo che non aveva mai intrecciato nessuna relazione.

Ma ora, li seduto vicino a Sota, si accorse di provare un emozione decisamente diversa, un emozione forte che lo faceva sentire vivo e protetto, che lo faceva sentire a casa.

Poteva essere quello l amore?

Poteva essere davvero quello il filo rosso che, secondo la leggenda,unisce indissolubilmente una persona all altra fin dalla nascita?

E soprattutto, Sota ricambiava quel suo sentimento?


*Fratello minore

** Fratello maggiore

*** Cerimonia solenne per diventare samurai a tutti gli effetti

****Grazie mamma

   
 
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