Crossover
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Autore: Sayman    23/04/2024    1 recensioni
Dopo una drammatica rigenerazione, il Guardiano è caduto in un sonno profondo. Nei sogni, rivive scorci delle sue vite passate.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Guardian Who'
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Primo Guardiano
 

Benvenuti in questa storia!

Questa fanfiction è ispirata al fumetto "Le molte vite del Dottore". Ho pensato di creare la mia versione con il Guardiano. È giunto il momento di conoscere tutti i volti di questo avventuriero multiversale. Prima di iniziare, volevo solo informarvi che tutte le immagini dei personaggi originali che appariranno in questa storia le ho create io da zero utilizzando l'intelligenza artificiale. Vi piacciono?

 

Il Time and Space, un negozietto di antiquariato situato in una delle tante vie di Londra. Il proprietario era conosciuto da tutti per essere un tipo schivo e recluso, che preferiva le sue vecchie cianfrusaglie alla compagnia delle persone. Erik Roberts era il nome di questo strano individuo, ed Erik era morto, o meglio... si era rigenerato e ora la sua mente stava vivendo un vero e proprio caos.

All'interno della mente del Guardiano regnava il caos. La vecchia personalità stava morendo, lasciando spazio a quella successiva. Tuttavia, la coscienza è una cosa strana e il Signore del Tempo si ritrovò a rivivere scorci di tutte le sue vite passate. Forse era un modo per ricordare a se stesso chi era o forse era solo la sua mente delirante che gli stava giocando un brutto scherzo.

Si ritrovò dove tutto ebbe inizio: Gallifrey, la sua casa, il suo pianeta natale. In quel momento stava scappando da un gruppo di guardie armate che gli sparavano contro. Il corpo armato aveva l'ordine di catturarlo vivo, per poi essere processato in un tribunale fittizio, visto che ciò che aveva scoperto non poteva diventare di dominio pubblico.

Per il Guardiano, Gallifrey e la società dei Signori del Tempo erano tutto. Fin da piccolo era rimasto affascinato dalle sacre leggi del suo popolo e ne era diventato il principale sostenitore. Quando a otto anni fu esposto allo scisma non temperato, la sua fede per quella grande società lo rese quasi immune a quello spettacolo devastante. All'accademia era il primo della classe in tutto, eccelleva in ogni materia: non vi era nessuno più bravo di lui. Aveva una condotta esemplare e tutti i suoi docenti lo lodavano per questo. Durante i tempi dell'accademia non si fece mai nessun amico: non aveva tempo per gli amici se voleva essere il migliore. Uno dei ragazzi che guidava una gang di reclusi, Theta Sigma, l'uomo che in futuro sarebbe stato conosciuto come il Dottore, lo aveva invitato a unirsi a loro, ma lui aveva prontamente rifiutato. Per il Guardiano, Theta, Koschei e gli altri loro amichetti erano la vergogna dell'accademia e tipi da tenere alla larga.

Una volta conclusa l'accademia gli furono presentate diverse proposte di lavoro prestigiose e importanti, ma lui scelse quella di giudice. Il suo compito era punire chi trasgrediva le sacre leggi e soprattutto chi interveniva nella storia e faceva quello che non doveva. Venne soprannominato il Guardiano delle leggi da quanto era ligio e intransigente nel suo lavoro, nome che lui fece suo anche nel corso delle sue vite successive, anche se il significato cambiò drasticamente.

Un giorno però, tutto gli crollò addosso. Dopo aver processato l'ennesimo condannato, notò che c'era qualcosa che non andava. Il condannato si chiamava Ravan ed era un giovane Signore del Tempo, aveva solo 120 anni. Il Guardiano poteva vedere dal suo sorriso e dai suoi occhi che quel ragazzo era innocente, tuttavia le leggi erano sempre giuste, vero?

La verità era che era ancora giovane e inesperto, aveva ancora molto da imparare, nonostante il suo aspetto dicesse il contrario. Era un uomo di sessanta anni, con i capelli grigi e penetranti occhi azzurri. Era piuttosto magro e il suo volto era decisamente arcigno e scontroso. Indossava una lunga veste di un rosso vivace, colore che rappresentava il suo Capitolo di appartenenza, ovvero i Patrex, un ordine politico formato soprattutto da artisti ed esteti, non così importante nella politica della loro specie. Tutti eccetto il Guardiano, che aveva risollevato da solo il nome della sua "casata" e aveva un seggio non poco importante nel concilio, tanto è vero che era il prossimo in lista per diventare il nuovo presidente, o almeno così dicevano le voci.
 

 Tutti eccetto il Guardiano, che aveva risollevato da solo il nome della sua


Dopo aver processato il ragazzo, decise di indagare di sua iniziativa per vedere chi era quel giovane e quando lo fece, fu come ricevere una pugnalata nel petto. Ravan era davvero innocente, un semplice meccanico proveniente da una famiglia umile che era stato condannato da un senatore solo perché non aveva portato a termine entro i tempi prestabiliti il lavoro a cui era stato ingaggiato. Spaventato da questa scoperta, indagò su tutti gli altri casi che erano stati sottoposti alla sua giuria e rimase disgustato da se stesso. Quel giorno scoprì che Gallifrey era una bellissima mela dorata con una polpa marcia all'interno. Per la prima volta dopo secoli, provò disgusto per se stesso e per la sua società, arrivando a disprezzare tutto ciò che da piccolo idolatrava.

Voleva cambiare le cose, ovviamente, ma le sue indagini private erano state spifferate a tutti dalla sua stessa famiglia, sua moglie e i suoi figli. Lo avevano tradito per ottenere un posto nel senato. Lui li aveva cresciuti, dannazione, e lo avevano ripagato in questo modo?! Con il senno di poi, era stato un padre piuttosto assente, ma quella era la norma su Gallifrey.

E quindi ora eccolo qui, a correre per la sua vita per le vie della cittadella, inseguito come un criminale, come una persona che lui stesso in passato non avrebbe esitato due volte prima di condannare. Il karma sa essere un vero stronzo e travolge come un oceano in tempesta.

Tuttavia, non era spacciato. Non era lontano dal deposito dei TARDIS e, grazie ad alcune informazioni ricevute da Ravan, sapeva dove andare e quale TARDIS prendere. Una volta giunto nel deposito/officina dei TARDIS, ne poté vedere molti accostati alle pareti. Alcuni erano di forma rettangolare, altri di forma cilindrica, tuttavia entrambi avevano lo stesso colore argentato.

In mezzo a loro, ancora attaccato a dei cavi, vi era un cilindro identico agli altri, ma che aveva qualcosa di speciale. Era bellissimo e per il Guardiano fu amore a prima vista, tanto è vero che mantiene questo suo aspetto standard ancora oggi. Questo TARDIS era un prototipo che non solo viaggiava attraverso lo spazio e il tempo, ma anche attraverso il multiverso grazie al vortice dimensionale, un passaggio sicuro situato nel più ampio e pericoloso Maelstrom. Il Maelstrom era una meta-dimensione pericolosa, caotica, vecchia di millenni che offriva ai viaggiatori una scorciatoia tra i vari universi.

 Il Maelstrom era una meta-dimensione pericolosa, caotica, vecchia di millenni che offriva ai viaggiatori una scorciatoia tra i vari universi


Il Guardiano sapeva che se fosse rimasto nel suo universo, i Signori del Tempo prima o poi lo avrebbero localizzato. In altre realtà, invece, sarebbe stato più sicuro. Certo, il viaggio infradimensionale era già stato collaudato più volte sul suo mondo, ma non era ancora una cosa che si faceva tutti i giorni.

Dopo aver recuperato il libretto delle istruzioni e aver dato fuoco all'officina, in modo da bruciare tutti i progetti e le scoperte fatte, rallentando di fatto il lavoro, entrò all'interno del cilindro e si smaterializzò da lì. Una volta fatto ciò, e sentendosi più sicuro, decise di osservare meglio il luogo dove si trovava: la sala di controllo era bianca e spaziosa, con delle decorazioni rotonde e bianche sulle pareti. Al centro vi era la console di comando esagonale, ovviamente di colore bianco. Vi era anche un monitor che somigliava vagamente a una televisione del ventesimo secolo. Era semplice e bellissima e il Guardiano apprezzava la semplicità, soprattutto in quella vita.
 

Il Guardiano voleva rivedere Arcadia un'ultima volta, quindi decise di smaterializzarsi poco lontano dalla sua città natale


Il Guardiano voleva rivedere Arcadia un'ultima volta, quindi decise di smaterializzarsi poco lontano dalla sua città natale. Sapeva guidare alla perfezione quella meravigliosa macchina, visto che aveva superato a pieni voti gli esami di guida. Anche se doveva ancora imparare il viaggio multiversale, aveva recuperato tutte le guide per un motivo, quindi non era davvero un problema.
 

 Anche se doveva ancora imparare il viaggio multiversale, aveva recuperato tutte le guide per un motivo, quindi non era davvero un problema


Una volta uscito, osservò per l'ultima volta la città. Era cresciuto tra quelle vie intricate e metalliche, coperte da quella grande cupola illuminata dai due soli. Dietro la città vi era una catena montuosa, la neve brillava di luce propria. Il cielo color arancio bruciato trasmetteva un senso di quiete e immergeva il mondo in un eterno crepuscolo. Tutto intorno a lui vi era un campo di erba rossa e poco più in là svettava solitario un magnifico albero dalle foglie argentate. In lontananza poteva intravedere un grande deserto. Il Signore del Tempo osservò tutto quanto con un misto di nostalgia e rabbia avvelenata, ma sapeva che non sarebbe più tornato. Ormai non aveva più nessuno qui. Si voltò e una volta tornato nella sua macchina spaziale, scomparve nel nulla.

Il Guardiano mantenne la promessa e non tornò sul suo mondo per molto, molto tempo, fino a che la Guerra del Multiverso non lo riportò a casa.

 

 


 
   
 
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