Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Rohan    24/04/2024    2 recensioni
Long incentrata sulla coppia adolescente Gohan/Videl.
Dal testo:
[«È Great Saiyaman!» esclamò un bambino sui cinque anni indicandolo con sguardo d’ammirazione.
«Ah? Ma dovevo dirlo io!» si lagnò il ragazzo, come se cinque anni li avesse lui.
Videl rise.
Quando Gohan si comportava così non riusciva a trattenersi.
Questo doppio lato della stessa medaglia, fatta da un ragazzo serio e disciplinato, ma al contempo pure infantile e a tratti ridicolo, la facevano davvero impazzire.
«Non dovrebbe essere la tua priorità adesso!» lo riprese scherzosa, sbucando da dietro di lui.]
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Però tu fammi una promessa






 


Tutti i suoni attorno a lui si fecero ovattati.
Le urla, il pianto della signora che guidava l’auto, gli agenti di polizia.
Erano tutti rumori indistinti, come se fossero lontani centinaia di metri.
L’unica cosa che rimbombava forte nelle sue orecchie erano i battiti del suo cuore.

Rimase pietrificato qualche secondo, con gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa, incapace di muovere qualsiasi muscolo.
«Presto, forza, chiamate un’ambulanza!» quella frase lo colpì in pieno, facendolo tornare in sé.
«No, la porto io in ospedale» si destò finalmente, correndo verso di lei.
Strinse gli occhi forte e li riaprì solo quando le fu a pochi centimetri di distanza.
Era letteralmente terrorizzato per l’immagine che gli si sarebbe parata davanti.
«No, non la toccare, non sappiamo se abbia qualche frattura! Devono prenderla dei professionisti» lo fermò un poliziotto prima che potesse alzarla da terra.
Gohan però aveva smesso di ascoltare ed era rimasto ancora una volta immobile senza riuscire a muoversi, scioccato nel vederla stesa sul suolo priva di sensi.
Si costrinse ad essere forte e scosse la testa in modo da riprendersi.
«Devo...» sussurrò chinandosi su di lei, ma il poliziotto lo afferrò per la spalla, tirandolo indietro.
«Sta arrivando l'ambulanza, è già in viaggio. Non dobbiamo toccarla, è troppo pericoloso» gli disse serio guardandolo negli occhi.
Gohan si girò a guardarla di nuovo, mentre si mordeva forte l'interno della guancia. 
Non riusciva a vederla così.
Si concentrò sulla sua aura; non sembrava in pericolo di vita e questa cosa lo rassicurò molto, inoltre non c'erano tracce di sangue sulla parte superiore del corpo.
Prima che se ne potesse rendere conto, sentì le sirene dell'ambulanza e due medici uscirono dal veicolo di corsa.
Li guardò impotente, con i pugni stretti lungo i fianchi, assicurarsi che la colonna vertebrale fosse tutta intera e poi la caricarono sulla barella, per portarla dentro l'ambulanza.
«Vengo con voi» esordì Gohan camminando verso l'ambulanza, ma uno dei medici lo bloccò con un cenno della mano.
«Possono entrare solo i familiari» gli disse serio.
«Ma io» provò a replicare il mezzo Saiyan, vedendo le porte dell'ambulanza chiudersi davanti ai suoi occhi.
Strinse i denti, sentendosi minuscolo, insignificante e ancora una volta impotente.
Respirò a pieni polmoni mentre vedeva il veicolo partire, per trattenersi dal trasformarsi in super Saiyan per via della rabbia.
Come potevano averlo lasciato lì così?! 
Non era un parente, ma era pur sempre il suo ragazzo dannazione!
Per il bene di Videl si impose con tutte le sue forze di rimanere calmo e andare in ospedale.

Volò veloce, sparendo dalla vista di tutti i presenti, non premurandosi nemmeno di sapere chi fosse la donna che l'aveva investita e arrivò in ospedale decisamente prima di Videl, decidendo di aspettare all'entrata il suo arrivo che non tardò.
«Come diavolo...?» non riuscì a trattenersi il medico che gli aveva chiuso il cofano in faccia pochi minuti prima, poi scosse la testa ammettendo mentalmente che allora le voci su quel paladino della giustizia dai poteri straordinari erano vere.
Gohan sentì il cuore stringersi vedendo la barella sulla quale era sdraiata Videl -ancora priva di sensi- essere portata dentro l'edificio.
«Potete già dirmi qualcosa?» chiese ansioso il giovane, avvicinandosi a lei e camminando al loro fianco.
«Sta bene, i parametri sono tutti regolari, non preoccuparti. Dobbiamo solo accertarci che non ci sia un trauma cranico in corso» cercò di consolarlo, vedendolo fare un leggero sospiro di sollievo.
Il tempo quando lei entrò in pronto soccorso parve fermarsi.
Andò in bagno e si tolse gli abiti da Great Saiyaman, per poi aspettare in sala d'attesa, senza avere il coraggio di chiamare nessuno, nemmeno il padre di Videl.
Come avrebbe potuto?
Era tutta colpa sua.
Si era ripromesso di proteggerla sempre e invece?
Dannazione era stata investita perché lui non si era accorto che c'era un sesto rapinatore!
Aveva detto che ci avrebbe pensato lui a loro e invece non l'aveva fatto.
Era solamente un incapace, altro che supereroe.
Era tutta colpa sua.
Colpa sua.
Colpa sua.
Se lo stava ripetendo da più di mezz’ora.

«Dov'è la mia bambina?!» una voce fin troppo familiare gli fece gelare il sangue nelle vene.
Si strinse nelle spalle, rimanendo seduto nella sala d'attesa quasi vuota, completamente bianca e dove il sole entrava prepotentemente dalle finestre.
«Gohan! Dov'è Videl?!» 
L'evidente agitazione di Mr. Satan contagiò ancora di più lui che, con la gamba destra che tremava e i pugni chiusi sotto il mento, chiuse forte gli occhi.
Poi si alzò per dare spiegazioni al padre della sua ragazza. «I medici hanno detto che i suoi parametri sono stabili, non sembra abbia alcuna frattura, ma si stanno accettando che non abbia un trauma cranico» disse a bassa voce con gli occhi puntati sul pavimento.
«TU...! TU...!» ringhiò minaccioso Mr. Satan puntandogli un dito contro.
Gohan si strinse nelle spalle. «Lo so» mormorò.
Quel tono e quello sguardo vuoto fecero svanire la rabbia del campione che sospirò e gli diede una pacca sulla spalla. «L'importante è che non sia in pericolo» cercò di smorzare, capendo perfettamente quanto Gohan fosse dispiaciuto e quanto si sentisse in colpa per l'accaduto.
Per il momento l’unica cosa importante era che sua figlia, nonostante l’incidente, stesse bene.
Poi avrebbe fatto una bella ramanzina a lui per non averla protetta come si deve e a lei perché si cacciava sempre nei guai.
C’era Gohan a proteggere la città, non c’era alcun bisogno che lei si mettesse in pericolo ancora, anche se sapeva che convincerla non sarebbe stato per niente facile.

Si sedettero accanto, inizialmente in silenzio, poi il campione del mondo fece alcune domande per capire l’accaduto, non ricevendo troppe informazioni dal giovane che, purtroppo, si era accorto di tutto troppo tardi.
«Non me lo perdonerò mai» disse con voce seria, guardando il vuoto dritto davanti a lui. 
«Non ti torturare» gli rispose l’uomo seduto al suo fianco, con un tono non troppo convinto.
Glielo avrebbe detto in modo più sereno solo quando avrebbe avuto la possibilità di vedere con i suoi occhi che sua figlia stava bene.
Sapeva quanto entrambi tenessero l’un l’altro, non aveva dubbi sul fatto che Gohan si sentisse genuinamente responsabile dell’accaduto, come se la colpa fosse realmente sua, però da padre preoccupato qual era non riusciva a tirarlo su serenamente.
Dopo circa quaranta minuti, un medico alto, magro, con i capelli brizzolati e gli occhi scuri, uscì dalla grande porta posta alla fine del corridoio e andò verso di loro.
I due si alzarono di scatto appena lo videro, con il presentimento che volesse parlare proprio con loro.
«Siete qui per la paladina della giustizia?» chiese quando se li ritrovò davanti.
Mr. Satan annuì. «Sì, è mia figlia. Come sta?»
«Non vi preoccupate, vostra figlia è forte come lei. Sta bene, le abbiamo già fatto tutti i controlli. Non ha fratture, né alcun trauma cranico. Si è solamente graffiata la spalla, il fianco e la gamba destra, sfregando nell’asfalto, ma l’abbiamo già fatta cambiare dalle infermiere e fatta medicare. Non si è ancora svegliata, ma l’abbiamo portata in una stanza privata, potete andare da lei se volete»
A quelle parole, Gohan sentì come se almeno trenta chili fatti di ansia e preoccupazione gli si fossero scrollati di colpo dalle spalle.
«Grazie al cielo» sussurrò infatti il ragazzo, portandosi istintivamente una mano al petto.
Ringraziarono velocemente il medico e salirono al piano superiore, sotto indicazione di una delle infermiere che aveva il compito di accompagnarli.
Nonostante si sentisse molto più sereno, però, vederla sdraiata su quel letto e leggermente pallida in viso, lo fece di nuovo sprofondare nell’angoscia più totale.
Entrambi le si avvicinarono con il cuore in gola e Mr. Satan le accarezzò debolmente una guancia.
Era ancora priva di sensi, dovevano aspettare.
Con un sospiro il campione si affacciò ad una delle finestre e notò l’impressionante quantità di giornalisti che stavano cercando di entrare dall’ingresso principale.
La notizia si era sparsa velocemente.
«Gohan tu rimani qui con lei, nel caso in cui dovesse svegliarsi. Io penso ai giornalisti, non voglio che riescano ad entrare e a disturbarci. Devo mandarli via» disse serio, camminando verso l’uscita.
Il mezzo Saiyan annuì ed avvicinò una sedia al letto dove giaceva Videl.
Rimase diversi minuti a fissarla senza proferire parola, attanagliato dall’angoscia che provava per tutta quella situazione, ripromettendosi di cercare in tutti i modi di convincerla a lasciar perdere il ruolo di Great Saiyagirl, per via della sua pericolosità.
Le poggiò la propria mano grande e calda sulla sua, vedendola muoversi di scatto a quel tocco.
La vide aprire debolmente gli occhi e rivolgergli uno sguardo stranito.
«Dove sono?» sussurrò con voce impastata, scuotendo appena la testa ed emettendo un gemito di dolore per via di una fitta dietro al cranio.
«Videl! Come ti senti?» esclamò e poi chiese il ragazzo alzandosi immediatamente dalla sedia per guardarla in viso.
«Cos'è successo?» chiese lei a sua volta, in evidente stato confusionale.
Gohan le prese entrambe le mani nuovamente tra le sue, ricevendo un'occhiata confusa da parte di lei. «Mentre inseguivi uno dei rapinatori hai attraversato la strada senza guardare e ti hanno investita» le spiegò brevemente con voce triste e pacata allo stesso tempo.
«Ma..» 
Prima che potesse continuare, Mr. Satan irruppe nella stanza e immediatamente corse al suo capezzale vedendola sveglia. «Oh mio Dio tesoro come stai?! Ero così in pensiero!» esclamò combattendo contro l'impulso di stringerla forte a sé per paura di farle del male.
«Sto bene papà, mi stava spiegando cos'era successo» disse facendo un cenno col capo verso Gohan.
«Mi dispiace, è colpa mia, avrei dovuto fermarti prima che partissi all'inseguimento» mormorò il giovane, guadagnandosi un'ulteriore occhiata confusa. 
Pensava che quando si sarebbe scusato direttamente con lei si sarebbe sentito meglio, ma si sentiva ancora terribilmente in colpa.
Non faceva altro che pensare che se lei era stesa su quel letto d'ospedale era solo colpa sua.

«Su, dai, l'importante è che stia bene» lo rassicurò questa volta sinceramente Mr. Satan.
Gohan sorrise appena e istintivamente le accarezzò una ciocca di capelli, cercando di sistemargliela dietro l'orecchio, ma lei si scansò subito.
«Smettila di toccarmi!» esclamò adirata.
Entrambe le persone al lato del suo letto spalancarono gli occhi per la sorpresa.
Okay non erano soliti scambiarsi gesti d'affetto davanti ai loro genitori, ma le aveva solo spostato una ciocca di capelli, niente di eclatante.
«Ma... Scusa...» mormorò Gohan, realizzando quanto lei fosse arrabbiata con lui.
Anche lei pensava che fosse colpa sua e aveva ragione, non l'aveva protetta come le aveva promesso.
«Su tesoro, non trattarlo così, ti assicuro che si colpevolizza già abbastanza da solo» ironizzò, non ricevendo l'effetto dovuto.
«Quindi sei stato tu ad investirmi?» chiese con la fronte aggrottata a Gohan che sbatté le palpebre perplesso.
«No, ma che dici, io ero dentro la banca» le ricordò.
«E allora che ci fai qui?» chiese ancora con tono indagatore, rendendo sempre più confusi i due presenti.
«Che significa che ci faccio qui?» domandò il giovane Saiyan. 
La corvina sbuffò. «Immagino che tu non sia né un medico e né un infermiere, mi sembri troppo giovane per lavorare in ospedale. Se non sei nemmeno colui che mi ha investito, vorrei sapere chi sei e perché ti prende tutte queste confidenze con me» spiegò i suoi dubbi apertamente.
Mr. Satan spalancò gli occhi per lo stupore e Gohan gelò completamente a quelle parole.




















Angolo dell'autrice:

Buon pomeriggio a tutti ed eccoci qui con il secondo capitolo di questa long.
Videl sta bene, ma potrebbe stare decisamente meglio ahah
Spero vi sia piaciuto e grazie per essere arrivati fin qui ♥


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Rohan