29/04/2024
0 recensioniCapitolo due.
Prima di allora era andata a Via Vittoria solo una volta e in quell’occasione non aveva nemmeno affrontato i Superquattro o la Lega perché a quel punto della sua vita aveva già capito che fare l’allenatrice non faceva per lei.Quando arrivo a destinazione vide tutti gli operari che stavano cercando di capire l’entità del danno anche Rafan si trovava lì, ma a Belle non importava. Per lei adesso l’unica cosa che contava era trovare Komor e vedere se stava bene. Si guardo attorno freneticamente alla sua ricerca, ignorando tutti gli altri anche chi le parlava e alla fine lo trovo. Stava parlando con due dottori, ma sembrava stare bene.
«Komor!» grido correndo verso di lui e lanciandogli le braccia al collo.
A causa della forza che Belle aveva usato per l’abbraccio a sorpresa lei e Komor per poco non finirono a terra, ma per fortuna il ragazzo, abituato a tali scopi emotivi dell’amica, riuscì a ritrovare l’equilibrio per rimanere in piedi.
«Sono così felice di vedere che stai ben.» disse Belle staccandosi dall’amico. «Quando ho sentito la notizia mi sono precipitata qui per vedere come stavi, ho avuto così paura.»
«Belle calmati. Sto bene.» disse Komor. «Per fortuna non mi trovavo all’interno quando è avvenuto il crollo.» O anche solo vicino al luogo del crollo… in realtà si trovava all’interno del Centro Pokemon della Lega ed era così già da un paio di giorni in realtà.
Aveva smesso di allenarsi e nell’ultimo mese aveva anche perso la voglia di lottare, senza Touko che veniva regolarmente a sfidarlo aveva perso la voglia di mettersi alla prova. Ma in realtà non era solo quello.
Nonostante i mesi passati e le sfide affrontate non era ancora riuscito a trovare un nuovo percorso da percorrere. Prima voleva farlo per vincere la Lega e diventare Campione poi aveva capito che c’era di più oltre a quello e adesso… e adesso non sapeva più perché faceva ciò che faceva.
Si sentiva come se stesse girando attorno senza concludere niente, sempre bloccato nello stesso punto senza mai avanzare o tornare indietro. Forse il crollo della Via Vittoria, il luogo dove si era rifugiato per trovare le risposte che ancora gli sfuggivano era un segno. Il segno che doveva abbandonare quella strada e trovarne una nuova.
Ma non avrebbe detto tutto questo a Belle. Non poteva, si vergognava troppo.
All’interno del loro piccolo trio si era sempre messo nella posizione di voce della ragione, intento a compensare gli scoppi d’impulsività di Touko e l’ingenuità di Belle.
Se adesso ammetteva di non essere più in grado di ricoprire quel ruolo cosa gli restava?
Niente. Proprio per questo avrebbe tenuto i suoi dubbi per sé.
«Sono sicura che riuscirai a trovare un nuovo posto dove allenarti.» disse Belle.
«Già, ma per ora penso che tornerò a Soffiolieve… almeno per un po'.» rispose Komor restando volutamente sul vago.
«Davvero?» chiese Belle cercando di non mostrare troppo entusiasmo.
Ciò che era successo era orribile, una vera tragedia e sapeva quanto addolorasse Komor, o almeno quanto Komor sembrasse addolorato, ma allo stesso tempo significava che almeno per un po' non si sarebbe più sentita sola.