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Autore: Xandalphon    02/05/2024    0 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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30)Rotten Roots – Part seven: The headmaster rule


NewGen2

Hinata si risvegliò, pesta e dolorante, incatenata ad una specie di tavolo operatorio.

Certo, il byakugan, ancora una volta. Alla fin fine, Danzo e la sua truppaglia l'avevano presa viva per il “solito” motivo, la sua abilità innata. Ripensando alle parole che aveva scambiato con il suo nemico, su una cosa doveva ammettere che aveva ragione: spesso le azioni umane tendono a ripetere i medesimi schemi. Altrimenti non si sarebbe trovata lì, ma, probabilmente, starebbe marcendo dimenticata sul campo di battaglia.

Strano a dirsi, la cosa non la terrorizzava più di tanto. Avrebbe dovuto dimenarsi, tentare di urlare? Forse. Sarebbe stata considerata una cosa comprensibile, anzi “normale”. Eppure, non vi riusciva. L'unica cosa che sentiva dentro era pena. Un'infinita pena per tutto l'odio che ancora aleggiava nel mondo, anche dopo che una guerra così terribile aveva scosso l'intero mondo. Inevitabilmente pensò di nuovo a Naruto. Non tanto nella speranza che venisse a salvarlo – La parte di principessina da salvare nella recita non la entusiasmava – Ma quanto fosse più difficile, per lui, combattere per i suoi ideali di quanto non avesse mai pensato. Voleva troppo bene agli uomini, quell’inguaribile ingenuo, e voleva sempre guardare alla parte migliore di loro. 

Si scoprì a pregare i kami per lui: che non arrivasse un'onda tanto alta di odio e meschinità tale da abbattere il suo spirito e le sue convinzioni. Certo, durante l'infanzia era stato temprato per bene. Ma forse, adesso, veniva la parte complicata. Perché aveva creato dei legami, e per essi viveva. Ed i legami, spesso, recano con loro il germe della delusione. Ecco, forse quella era l'unica cosa che temeva davvero, di non poter essere al suo fianco quando sarebbe arrivato il momento dello sconforto e della rabbia impotente.

Una voce la riscosse dai suoi pensieri.

“Pronta bambina? Suppongo di non aver bisogno di spiegarti cosa il mio team di ninja medici ha intenzione di farti.”

“In effetti no, Danzo. Chi ti comprerai con il Byakugan, per curiosità?” Hinata si stupì sempre più della sua stessa freddezza di fronte all'evento che stava per accadere, come se quasi non la riguardasse. Da quando si era fatta così coraggiosa?

“Eh, no, figlia di Hiashi, non funziona così. Non sono quel genere di cattivi che trovi nelle storie per ragazzi, che rivelano il loro diabolico piano all'eroe in punto di morte.”

“Ah. Capisco.” Non le fu dato il tempo di dire altro. Prima che i battiti del suo cuore cominciassero finalmente ad accelerare, la mascherina con l'anestesia piombò su di lei, e tutto fu buio.

***

“Ehi, viperella! Piano, che sto invecchiando...”

“Gen, se non riesci a tenere il mio passo non è perché sei vecchio, è perché sei fuori forma!”

“Ti credo viperella, ma se i ventenni continuano a rubarci il lavoro prendendosi tutte le missioni più fiche, io che ci devo fare?”

Shizune squadrò con un'occhiataccia Anko e Genma. Non se li ricordava così... Così... Irresponsabili, ecco. Seccata, alla fine, proruppe: “Siamo in una missione d'emergenza e voi ve ne state a ridere e scherzare come se fossimo in gita scolastica, dannazione! Ma cosa avete in testa, segatura?”

Per tutta risposta, Genma, senza dimenticare di inarcare nel suo solito ghigno strafottente la bocca, si rivolse ad Anko dicendo: “Senti, l'hai morsa, per caso?”

La Mitarashi, cogliendo al volo la battuta, rispose a tono: “No di certo, Gen. Questa reazione è da morso di tarantola, non di vipera!”

Shizune sbuffò e alzò gli occhi al cielo, poi ripartì alla carica: “Non sono io quella acida! Sto solo dicendo che non avete un minimo di considerazione per la situazione, ecco!”

Kakashi, che fino a quel momento se ne era stato in silenzio, decise di dire la sua: “Finiscila. Dico a te Shizune. Sappiamo bene qual è il nostro compito. Agitarci e disperarci non lo renderà diverso. E tu Genma, non tirare troppo la corda.”

“O-ok.” Fu tutto quel che seppe rispondere Shizune, che però in cuor suo pensò: tipico ragionamento da ANBU. Che fastidio.

Dopo un po', Anko diede una voce: “Ragazzi, venite!”

Trovarono Sai, Kiba ed Akamaru riversi a terra. Shizune estrasse dallo zaino tutto l'armamentario che si era preparata. Si era aspettata il peggio, per cui si era portata dietro un po' di tutto. E per una volta, la sua preoccupazione non fu affatto eccessiva.

“La buona notizia è che sono ancora vivi. La cattiva è che andrebbero riportati a Konoha per un intervento come si deve, soprattutto Akamaru. Purtroppo però il tempo stringe e se non intervengo subito a fermare le emorragie, la cosa potrebbe farsi tragica. Non penso nemmeno sia un'ottima idea spostarli in un luogo più riparato. Ok, Genma, sei pronto a farmi da assistente per un'operazione di fortuna?”

“COSA!?” Esclamò costernato il ragazzo con la bandana. Poco mancò che gli cadesse il senbon dalla bocca.

“Dài, Gen, non fare il finto tonto, so che hai ben più delle nozioni base di pronto soccorso. E se ti ricordi ancora qualcosina della tua tradizione di famiglia, sarebbe decisamente utile a questi poveri ragazzi.”

Il viso di Genma si fece serio. Senza dire una parola, estrasse un rotolo di bambù pieno di senbon, sebbene non fossero i suoi soliti, bensì più corti e sottili. Poi, ad un cenno di assenso di Shizune e degli altri disse: “E va bene, sono pronto. Tu dimmi solo dove devo intervenire.”

Kakashi a quel punto, però disse: “Hinata è stata presa dal nemico. E' molto probabile che avere un byakugan sul suo braccio costituisca un motivo sufficiente per Danzo, per averla rapita viva. Meglio che mi metta subito sulle sue tracce.”

Anko parve contrariata. “Un momento, Kakashi, hai intenzione di metterti sulla pista di Danzo da solo? Sei scemo? Ovviamente vengo con te!”

Kakashi, pacato come al solito replicò: “Non è che sia diventato improvvisamente masochista, ma non mi sembra il caso di abbandonare Shizune e Genma senza copertura. Devono rimanere concentrati su quello che fanno, non possono permettersi di guardare in giro mentre rimettono in sesto Akamaru, Kiba e Sai.”

“Mi secca ammetterlo ma Kakashi ha ragione, viperella.” Intervenne Genma, senza togliere lo sguardo dagli aghi che stava infilando nella gamba sinistra di Kiba, mentre Shizune tirava fuori un bisturi dal suo kit.

“State tranquilli ragazzi, non mi succederà niente… Anche perché non sarò da solo. Vero Naruto?”

Anko fece una faccia sorpresa. Genma e Shizune l'avrebbero fatta se non fossero stati così concentrati su quello che stavano facendo. Naruto? Cosa diavolo stava dicendo Kakashi?

“Evidentemente lo sharingan non è solo di bellezza allora, sensei.” Disse il biondo uscendo allo scoperto.

“Cosa diavolo avevi intenzione di fare andandotene così dal villaggio? Ci reputi così incapaci? E, aggiungerei, così stupidi da non accorgerci della tua mossa avventata?”

“Ahem...”

Naruto fece per proseguire, inventandosi qualche scusa. Ma a mezza via ci rinunciò. Dopotutto ormai era lì, non aveva senso arrampicarsi sui vetri con qualche giustificazione campata per aria. Dopo un profondo respiro, riprese dicendo:

“No, non ho mai pensato di mancarvi di rispetto con il mio gesto. Allora, sensei, è pronto a starmi dietro?”

Kakashi accennò un sorriso da sotto la maschera. Annuì con un cenno del capo e fece: “Certo, baka che non sei altro. Andiamo.”

***

“E così, ho l'onore di avere come imbucati alla festa niente di meno che Kakashi dello Sharingan e Naruto Uzumaki. Beh, non che non me lo aspettassi, in fondo, che prima o poi sareste venuti. Allora, che dite, diamo inizio alle danze?”

Alle parole di Danzo, Naruto, con uno sguardo talmente feroce da sembrare quasi animalesco, fece per gettarsi a capofitto. Tuttavia, Kakashi lo fermò. Aveva prima una cosa da chiedere, a colui che era stato ad un passo dal diventare il sesto hokage.

“Solo alcune domande prima, per quanto non mi aspetti che tu ci dia una risposta. Chi ti ha riportato nel mondo dei vivi? Per quale fine? Sei controllato o agisci di tua volontà?”

“Se anche ti rispondessi, magari davanti ad una tazza di tè fumante, cosa cambierebbe? Il mostro che sta al tuo fianco, poi, sta fremendo dalla voglia di distruggermi. Vuoi negargli questa soddisfazione?”

Kakashi a quel punto si volse verso il suo allievo e disse, con voce bassa e pacata: “Naruto, calmati. Kurama, so che mi stai sentendo, non è che potresti ribadirgli il concetto? Altrimenti questa testa dura non afferra.”

Sentito il tuo maestro biondino? No, no aspetta, prima di fare il muso imbronciato, baka. Per una volta non ti prenderò in giro e ti assicuro che non ti posso dare torto. La tua rabbia è sacrosanta. Ma la rabbia, con gente come Danzo Shimura, è controproducente. Ti porta al suo livello. Mentre lo distruggi, inconsciamente inizi a dargli ragione. Che importa il mezzo, se il fine è giusto, anzi, è ‘buono’? Poi, senza accorgerti, finisci a non capire più se cosa sono effettivamente quel ‘giusto’ e quel ‘buono’. E una mattina ti svegli e scopri di essere diventato un mostro esattamente come lui. Davvero, fidati, ne so qualcosa, Naruto.

“Sì, scusate… Mi rendo conto che quando mi dite di mantenere il controllo non è per il puro gusto di farlo. So di essere un idiota impulsivo il 90% delle volte. Ma a volte è veramente complicato non esserlo…”

“Ti capisco, ragazzo, ma ragiona: Danzo è solo una pedina, in questo gioco.” Aggiunse calmo Kakashi, mentre studiava con sguardo freddo e spietato il nemico che avevano di fronte.

Quest'ultimo, dopo aver udito tali parole, esplose in una risata, poi replicò: “Pedina? Sì, in effetti, forse avete ragione voi, sono soltanto una pedina. Il re non lo posso rivelare, anche volendo, dato che un sigillo me lo impedisce. Ma permettimi di rispondere almeno ad una delle tue domande, figlio della disonorata zanna bianca: le mie azioni ed il mio giudizio non sono minimamente controllate da alcuno. Ho finalmente anche il tuo, di disprezzo? Oh, ma a ben vedere, in questo momento sono molto più ligio io al codice ninja di te... Scommetto che lo ricordi ancora a memoria, dai tempi della tua infanzia:

Regola numero uno: il ninja non è un uomo, è un'arma. Che la mano che la impugna sia forte o debole, il ninja deve completare il compito che gli è stato affidato. Giusto e sbagliato, buono e cattivo, non sono che parole nella bocca degli uomini. Per un'arma tali termini non hanno valore né significato. Solo il successo della missione ne ha. Allora, Kakashi Hatake, ladro di sharingan, ho recitato bene?”

“Non hai saltato una sola sillaba.” rispose l’altro, apparentemente senza scomporsi tanto di fronte agli epiteti palesemente provocatori che gli aveva affibbiato Danzo.

“Ed è è una solenne stronzata!” Esclamò allora un rabbioso Naruto.

A quel punto, sempre in tono molto pacato, ma con ben più di una nota gelida, l'albino concluse: “Già. Condivido il giudizio del mio allievo. Il codice ha ormai fatto il suo tempo. Come te, del resto, Danzo. Per cui, se non puoi o non vuoi rivelare chi ti ha riportato in vita, né è tua intenzione farti da parte, lascia le prediche ai monaci del tempio dei tre volti e preparati a tornare nel luogo che più ti si addice.”

Maestro e allievo partirono all'attacco. Naruto entrò in modalità eremitica e Kakashi abbassò la maschera. Danzo si rese conto che, per togliersi la soddisfazione di vincere, avrebbe dovuto portare la sfida su un corpo a corpo ravvicinato, senza dar loro tregua, per impedir loro di utilizzare le mani per tracciare sigilli e, soprattutto, per impedire a Kakashi di utilizzare il famigerato Kamui, con cui avrebbe potuto intrappolarlo. Ma non aveva fatto il conto di una cosa, ovvero il livello di sincronia praticamente perfetto che stavano rivelando i due. Sistematicamente, uno puntava a tenerlo impegnato, mentre l'altro  mirava al suo punto cieco. Non lo aiutava nemmeno il fatto che il braccio con i dieci sharingan non si fosse ancora completamente rigenerato e la metà di essi fossero ancora chiusi.

In più l'inconveniente poi, del portare lo scontro sul taijutsu era la difficoltà ad utilizzare i ninjutsu a base vento che gli avevano garantito la vittoria contro la sorprendente figlia di Hiashi.

Sì, sarebbe stata giusto una questione di tempo, prima che riuscissero a sigillarlo, a quel ritmo. Ma dopotutto, che importava? Lui aveva già fatto la sua parte, i primi passi verso la distruzione delle loro certezze autoconsolatorie. Ora gli rimaneva il divertimento di giocare un po', prima della fine. Sì, giocare un po’ con quei lupi che non sapevano ancora di essere in realtà agnelli.

E di avere il vero lupo in casa.

Ecco che ora arrivava il momento che tanto aveva atteso: il jinchuuriki si era svegliato, ed ora emanava quella violenta luce giallo-arancione... Quegli occhi a croce... La rabbia trasformata in forza... Oh, beh. Era il caso di fare un bel regalino d'addio ad entrambi, giusto per scuoterli. Per quello poteva benissimo bastare il trucco più vecchio del mondo, l'henge no jutsu.

Danzo si parò dinnanzi a Naruto. Quando questi lanciò la mano con le unghie affilate da volpe verso il collo di Danzo, quest'ultimo si trasformò in Hinata. Ma al posto degli occhi grigio perla vi erano due orribili cavità sanguinanti.

Il biondo si bloccò di botto, colto da un senso di nausea, per poi venire scaraventato lontano da un colpo dell’avversario, che, con un ghigno beffardo, aggiunse:

“Ti ho mostrato solo la verità, ragazzo mio. Verità che non è altro che la conseguenza delle tue azioni. Se non la sopporti, ti conviene smettere di essere un ninja.”

Ehi, biondino, tutto bene? La voce veniva dalla sua testa. Era Kurama. Un Kurama preoccupato, per una volta.

“No, non va tutto bene! Danzo ha... Danzo ha fatto...”

Calma ragazzo... E' solo un bastardo che vuole confonderti. Come ti dicevo: ti vuole portare al suo livello. La sua ‘verità’ non è altro che una gabbia per stritolare le tue convinzioni morali.  A modo mio, ho provato anche io questo trucchetto bastardo con te, quando non eri che una pulce alta un metro e una caramella, per cui lo conosco bene. Tsk… Io che ti dico di calmarti… Ironico, vero? Se mi fossi sentito anche solo un paio d'anni fa non mi sarei creduto. A questo punto però, lo stronzo si è meritato le maniere forti. Ha fatto incazzare sul serio anche me, non immagini quanto. Che dici, riesci a stare sufficientemente concentrato per provare quella cosa?

“Sì, Kurama, facciamolo. Quest'uomo non capirà mai da solo il terrore che si prova a perdere dei legami, il terrore della solitudine. Merita di provarla, una volta tanto, la paura.”

Parole grosse, biondino. Alla fine, credo che Danzo abbia GIA’ paura di te. Paura e  invidia di quello che lui non è riuscito a diventare, mentre tu sì. E tutto solo perché tu ora hai una damigella in pericolo da salvare e a lui non è mai capitato. Dura la vita, a essere morti di f-

“Ehi!”

La tua faccia quando ti dico certe cose è impagabile, verginello... Ok, ok, scusa. Dai, diamoci dentro!”

Kakashi si stava avvicinando per vedere come stava Naruto, che dallo sconcerto aveva addirittura rimesso, sotto lo sguardo divertito di Danzo. Sapeva fin troppo bene come si era sentito Naruto, dato che lui l'aveva provato per davvero. La Rin che aveva ucciso con le sue mani non era un henge no jutsu.

Si bloccò però di colpo. Lo sguardo di Naruto si fece strano, e per un attimo, invece della pupilla a croce gli parve di vedere uno Ying-Yang. Il suo corpo fiammeggiante virò di tonalità, passando dal giallo-arancione al rosso scuro, con sfumature nere, persino. Il chakra che emanava era ancora più immenso del solito. In un istante, fu addosso a Danzo e gli troncò di netto il braccio con gli sharingan. Poi, sempre con una velocità impressionante, formò un piccolo biju-dama con la mano sinistra ed un rasengan con la destra. Li fuse insieme e colpì nel petto l'edo tensei, senza che quest'ultimo potesse creare una sfera di vuoto per contrastarlo.

E bravo il mio biondino, fu il commento soddisfatto di Kurama.

Il corpo si sbriciolò in mille pezzi, sotto lo sguardo attonito di Kakashi, che ebbe solo la forza di dire: “Impressionante. Ma che hai fatto?”

“Ho attinto ad entrambe le parti del chakra di Kurama. E' la prima volta che ci riesco. Piuttosto sfiancante da controllare, anche con l'aiutino del chakra di Asura.” fece debolmente Naruto, prima di tornare alle sue sembianze normali, quasi inciampando per terra dall’evidente sforzo.

“Dài, baka, ti sorreggiamo noi!”, fecero delle voci dietro di lui. Erano arrivati anche Shikamaru, Choji ed Ino.

 
  
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