2-Il soldato e il baby carro armato
“Che diavolo ci fate voi qui?”
Gunther borbotta, si gira, inveisce fra i denti, a lunghi passi misura la stanza ancora una volta e raggiungere il vecchio grammofono, mettendo su un’operetta a caso pur di non sentire quella vocetta stridula che apparentemente si è presa anche la briga di imparare il tedesco pur di trovare un pretesto per squittirgli nelle orecchie (a sventola) una volta ancora.
“… perchè non … Aspetti, Rossini, Herr Gunther? Davvero?”
Purtroppo, il soavissimo baritono di Figaro, con il suo…
“… Presto a bottega che l’alba e gia
Presto! La la la la la la la LA! …”
… fece poco e niente per fermare il carro armato formato tascabile nel suo imminente e decisamente impudente incedere nelle Vincenze stanze, che peraltro nel loro perpetuo stato di uragano-Gunther-superstiti somigliavano ogni giorno di più a un campo di battaglia. E lo so che i tornado hanno tipicamente nome di donna, ma Gunther non è sessista e quindi noi ce ne freghiamo, okay? Non è sessista nel senso che lui odia tutti uguale, per principio, che si tratti di uomini o donne obambini o bambine o vecchi o… piante grasse. Ma anche piante magre, ci riferiscono dalla regia.Che poi sarei io che scrivo, muahaha. Libero arbitrio, anarchia, si vola!
E la fanciulla pizzo-vestita ma timore-inducente aveva probabilmente appena guadagnato un posto se possibile ancor più alto del suo solito nella nerissima lista di Gunther (nera proprio come il suo caffè, la sua cravatta e… la sua anima, ricordate?).
“E io non mi spiego perchè un centrino da tavola dovrebbe improvvisamente interessarsi ai miei gusti musicali. O alla mia lingua, Fräulein.”
L’uomo, un po’ meno carro armato nella possenza della sua cassetto-corporatura - nel senso che non era proprio un ‘armadio di uomo, come si usa dire, ma più cassetto, troppo basso per raggiungere il latte sull’ultimo scaffale al supermercato ma solido abbastanza sui propri piedi per arrampicarcisi - ribattè già seccato, certamente più secco di una pianta grassa, cercando per la seconda volta di tirar giù il bollitore dal fuoco magari senza farsi una seconda operazione chirurgica amatoriale alla trachea; ma era un po’ difficile con la garza grossa come una casa sulla guancia a ostacolargli la vista.
Ma una pallida mano persino più ossuta, e di certo meno pelosa, della propria, lo precedette, e a suon di…
“… Pronto a far tutto, la notte e il giorno
Sempre d’intorno in giro sta
Miglior cuccagna per un barbiere
Vita piu nobile, no, non si da
La la la la la la la la la la la la la! …”
… Gunther si ritrovò costretto ad abbassare lo sguardo per guardare male la bambina come monito a scolarsi il suo caffè.
Infanticidio-suicidio? Subito! Caffeina alla bambina? NO.
Signori e signore, Gunther Vincenzo Gunther, un paragone di coerenza.
E non lo avesse mai fatto, di farsi guardare in volto!
“Perchè avete quella roba in faccia?”
La centrino-vestita immediatamente non mancò di commentare, o meglio, strillare in faccia a Gunther per farsi sentire sopra al…
“… Rasoi e pettini
Lancette e forbici
Al mio comando
Tutto qui sta
Rasoi e pettini
Lancette e forbici
Tutto qui sta …”
… tramite il quale un inconsapevole figaro aveva già dato risposta all’impertinente quesito di Eva Pomodoro, la curiosissima undicenne che faceva sempre domande… e tutte cominciavano con un “perché”.
Perchè costei avesse appena fatto irruzione nelle Guntheree Dimore?
Sta a lei fare le domande, non a voi.
Per trovare le risposte, attendendete la prossima puntata! Ahem, i prossimi capitoli*.
Per adesso, fatto sta che sia ella che egli torsero il collo come gufi per guardarsi a vicenda dalle rispettive stature di nano e di ancora più nana, lei fece per impuntarsi (letteralmente) e toccare “quella roba” come aveva tanto forbitamente definito i cerotti a coprire i mal rasati favoriti di Gunther, e quest’ ultimo fece un balzo indietro, se per istinto o pura repulsione non so per certo, ma direi più la seconda, dato che la sua mossa immediatamente successiva fu quella di tirare un gancio destro al grammofono e metaforicamente al povero Figaro…
“… Ahime, (ahime) che furia!
Ahime, che foll—!”
CRASH!
… il quale era l’unica parte innocente in questo appena iniziato ma già fervido dibattito fra disadattati, e anche quello che aveva avuto inconsciamente ragione fin dall’inzio.