Era buio. Era tutto buio. E freddo. E solitario.
Le pareti erano fredde, la luce era spenta, dalla porta non entrava neanche un raggio emesso dalle lampade del corridoio, e dato che fuori era buio, neanche la finestra, posizionata in alto nel muro, illuminava qualcosa.
Non che ci fosse molto da illuminare, dato che nella stanza erano presenti solo un letto e i sanitari.
E, ovviamente, l'occupante della stanza.
Per la maggior parte del tempo, se ne stava seduto per terra, la schiena contro la parete, a osservare il vuoto.
Lo facevano uscire solo per un'ora al giorno, e anche in quel lasso di tempo il ragazzo si limitava a rimanere in un angolo del cortile, a guardare qualcosa che nessun altro riusciva a vedere.
Lui lo vedeva però.
Il sangue, tanto sangue; il dolore, le lacrime, la disperazione; e poi, un sorriso.
Quelle immagini si ripetevano nella sua mente da sei anni ormai, non pensava ad altro.
Sangue. Dolore. Sorriso. Sangue. Dolore. Sorriso. Sangue. Dolore. Sorriso.
Non c'era nient'altro nella sua vita.
Si alzava la mattina, mangiava chiuso nella sua cella, prendeva le medicine, e si metteva a fissare il vuoto fino all'ora di pranzo, quando mangiava di nuovo.
Le due volte alla settimana in cui lo portavano a fare la doccia, rimaneva immobile sotto l'acqua per qualche minuto.
Rimaneva a sentire la sua pelle bruciare leggermente sotto il getto caldo, che, date le risorse limitate del luogo e la scarsa voglia di rinnovarle, diventava quasi subito gelido.
E allora, si lavava con movimenti lenti e decisi, lo sguardo fisso sul muro.
Lo tenevano separato dalle altre persone, per cui poteva fare tutto con tranquillità; ma più che agire lentamente, lui agiva come se fosse semplicemente ciò che doveva fare.
Lo faceva, mettendoci il tempo che serviva, completando tutti i passaggi come un automa; faceva qualsiasi cosa, come se fosse un automa.
Da solo, chiuso nella sua cella, dove anche quando entrava luce lui non la vedeva, con sempre le stesse immagini davanti agli occhi.
Sangue. Dolore. Sorriso.
Ormai, viveva quella vita da sei anni. Ormai, erano sei anni che non parlava con nessuno.
Ormai, erano sei anni che non viveva più.