Ryo apri con un calcio la porta d’ingresso e dopo aver depositato una
ancora incoscente Kaori sul divano, corse a prendere la cassetta del pronto
soccorso, degli asciugamani e a far
bollire dell’acqua.
Era preoccupato, Kaori aveva perso i sensi non appena l’aveva messa in
macchina e non si era svegliata o per lo meno mossa, ed era diventata sempre
piu pallida. Sperava solo che la perdita di sangue non fosse eccessiva,
altrimenti avrebbe dovuto andare a prendere il professore, o peggio ancora
portarla all’ospedale per una trasfusione, e come avrebbe spiegato una ferita
d’arma da fuorco che non richiedesse l’intervento della polizia?
Per fortuna la loro cassetta del pronto soccorso era fornita di tutto il
necessario per estrarre proiettili: ago e filo per suture, antisettici, garze,
bende e l’utile per prevenire e curare infezioni.
Tolse la benda di fortuna, oramai zuppa, che lei si era legata alla coscia
e diede un’occhiata alla ferita. Sembrava profonda e sanguinava ancora, non
c’era il foro d’uscita, la pallottola doveva ancora essere dentro, avrebbe
dovuto estrarla.
Per andare sul sicuro bolli brevemente quello che gli serviva e lo spruzzo
con il disinfettante, forse era meglio usare un po di cloroformio su Kaori, non
voleva che si svegliasse nel bel mezzo della procedura; inumidi una garza con
il liquido trasparente contenuto in una boccettina marrone e gliela mise sotto
al naso, gli sembro che il respiro le si facesse piu lento e profondo.
-Se muori giuro che ti ammazzo Kaori!-
Munito di un paio di pinze sottili inizio a scavare gentilmente nel foro
alla ricerca del proiettile, il piccolo maledetto doveva essere in profondita;
stava impiegando troppo tempo penso con terrore, ogni secondo era prezioso, poi
lo trovo e si affretto ad estrarlo seguiro subito dopo da un fiotto di sangue
che tampono con un tampone di garza.
Getto tutto nel lavamano pieno d’acqua che aveva tenuto vicino a se, vedere
il liquido tingersi subito di rosa lo fece quasi stare male. Non era mai stato
sensibile alla vista del sangue, Dio solo sa se non ne aveva visto abbastanza
in vita sua, ma vedere il sangue di Kaori gli faceva tutto un’altro effetto.
L’emorragia si era finalmente fermata, ora poteva ricucire, non pote fare a
meno di pensare che le sarebbe rimasto un ricordo permanente di questa
avventura, bene, avrebbe avuto la prova costante davanti agli occhi di quanto
era stata stupida.
Finito con i punti applico una pomata antibiotica e un grande cerotto
quadrato, ora poteva tirare un sospiro di sollievo, il piu era fatto, non gli
restava che pregare e sperare.
Doveva metterla a letto, le slaccio i rollerblade e li getto sul pavimento,
il coltello che lei teneva sempre a portata di mano quando era in azione
scivolo sul pavimento; le tolse la cintura e la poso vicino ai pattini notando
due fondine per le pistole e due per i caricatori. Le sfilo lo zaino e quando
cadde a terra con un tonfo sordo non resistette alla tentazione di aprirlo;
conteneva attrezzature elettroniche di ogni tipo, una pistola caricata con dei
tranquillanti e dell’esplosivo, quasi non ci credeva. Per ultimo le tolse la
maglia aderente e con sgomento trovo un’altro pugnale saldamente legato intorno
alla vita da due fasce elastiche. Quella ragazza aveva piu armi del Texas!
Vagamente divertito osservo la biancheria intima di cotone semplice che
indossava, con la faccina di un panda che ammiccava dal davanti delle
mutandine, certe cose non cambiavano mai.
La porto in camera sua e dopo averla adagiata sul letto le infilo una delle
sue magliette e le rimbocco le coperte, ora veniva la parte piu difficile,
aspettare che lei riaprisse gli occhi.
Che cosa avrebbe fatto allora? Tecnicamente lei era sua prigioniera, ma
dubitava che Kaori l’avrebbe vista nello stesso modo, avrebbe cercato di
scappare non appena se ne fosse presentata l’occasione, se non lo ammazzava di
martellate prima, e lui si sarebbe ritrovato al punto di partenza. No, doveva
escogitare qualcosa d’altro, avrebbe avuto tempo per pensarci, a giudicare
dalla luce fuori la sua giornata era appena incominciata.
I due giorni successivi furono una dura prova per Ryo, Kaori bruciava di
febbre e aveva iniziato a delirare, lui non poteva che fare del suo meglio per
farle scendere la temperatura, con antifebbrili, inumidendole il viso con un
panno bagnato o cercando di tenerla idratata, e nel frattempo vegliava, aveva
dormito si e no un quattro ore ma non si sarebbe dato pace finche non fosse
stato sicuro che lei era fuori pericolo.
Al pomeriggio del terzo giorno i suoi sforzi vennero premiati, la febbre
era sparita, la ferita non dava segni di infezione e il suo respiro era quello
normale di chi dorme profondamente, Ryo si addormento di colpo esausto sulla
sedia scomoda.
La prima sensazione che colpi Kaori quando riprese conoscenza fu il dolore
pulsante alla gamba, sembrava che andasse a tempo con i battiti del suo cuore e
gli arrivava dritto al cervello, la seconda fu il letto comodo e dall’odore
familiare in cui era, era sicura di essere stata in questa stanza prima ma non
riusciva a ricordare, mmmm strano.
Poi apri gli occhi e nella penombra della sera capi dove si trovava, era
nella stanza di Ryo, lentamente giro la testa sul cuscino e lo vide, era
addormentao sulla sedia, poverino non doveva essere molto comoda, e le occhiaie
scure era un po allarmanti, doveva essere rimasto al suo capezzale tutto il
tempo, molto probabilmente l’aveva rimessa in sesto per poterla consegnare a
Saeko tutta d’un pezzo, ma al momento non aveva le forze necessare per cercare
di preoccuparsi, era cosi stanca, ci avrebbe pensato domani, chiuse gli occhi e
si addormento.
Prima di addormentarsi pero penso vagamente che questa volta era davvero
nei guai fino al collo, aveva giocato con il fuoco e si era bruciata tutte le
penne.
Quando riapri gli occhi era giorno fatto, ma ryo non c’era traccia nella
stanza, in compenso le tende erano leggermete aperte per far entrare un po di
luce e cambiare l’aria, si sentiva un po meglio, debole e dolorante ma non in
punto di morte come il giorno prima. Cerco di mettersi seduta e per poco non
svenne a causa della fitta di dolore, come faceva Ryo a sopportare una cosa del
genere, spesso e volentieri in quella maniera stoica, non era umano. Scosto un
lembo della coperta per vedere la gamba ferita, lentamente sollevo un angolo
del cerotto e velocemente lo rimise apposto, non le piaceva affatto quello che
aveva visto. Solo allora si accorse che indossava una maglietta che non era la
sua, Ryo doveva averla spogliata prima di averla messa a letto. In quel momento
la porta si apri e lui entro nella stanza.
-Bene vedo che sei sveglia- con una tazza di caffe fumante si sedette sulla
sedia che era rimasta vicino al letto, ma non prima di aver controllato se
aveva di nuovo la febbre, sembrava un po accaldata –Come ti senti?-
-Da schifo- gli rispose senza allegria, la pelle le formicolava ancora dove
l’ui l’aveva appena toccata.
-Chi e causa del suo mal....- ora che era fuori pericolo non aveva nessuna
simpatia per lei.
-Come mi hai trovato?- cerco di mettersi piu comoda, ardua impresa visto
che le faceva male da per tutto.
-Ho seguito le pattuglie che ti davano la caccia, loro ti hanno perso io
no- spiego asciutto.
-Da quanto sono qui?- meglio tenersi in un terreno neutrale, non riusciva a
capire di che umore fosse.
-Tre giorni, la sfilata era venerdi sera e oggi e martedi mattina-
-Tre giorni! Pierre deve essere preoccupato a morte! Mi serve il telefono
devo chiamarlo-
-Non credo proprio, non andrai da nessuna parte finche non lo dico io- non
aveva intenzione di dirle che Saeko l’aveva telefonato comunicandogli l’arresto
di Pierre e consigliandogli di tenere Kaori nascosta, aveva dato per scontato
che lei fosse nel suo appartamento e lui non aveva smentito –e poi non sei in
grado di andare da nessuna parte, non per il momento per lo meno-
-Cosa!? Non puoi tenermi qui come se fossi prigioniera!-
-Lo sto gia facendo in caso non te ne fossi gia accorta- ora era lui che
comandava e lei non avrebbe avuto altra scelta se non ubbidire.
-Ma....- il suo stomaco scelse proprio quel momento per emettere un
assordante brontolio di protesta, dal tronde erano tre giorni che non mangiava,
ma gio non le impedi di arrossire per l’imbarazzo.
-Mi dispiace ma credo che l’unica cosa che ti posso preparare e un panino-
cerco di non ridere ma era difficile.
-Arrivati a questo punto qualunque cosa andra bene-
Quando fu lasciata sola Kaori chiuse gli occhi e sospiro, cosa poteva fare
ora? Nulla se non riusciva a mettersi in contatto con Pierre al piu presto, su
una cosa ryo aveva ragione, non era in grado di andare da nessuna parte, per il
momento doveva restare qui e fare buon viso a cattivo gioco, avrebbe trovato
una soluzione a tutti i suoi problemi prima o poi, ora doveva solo cercare di
rimettersi il piu in fretta possibile.
Mezz’ora dopo la porta si riapri, Ryo era tornato con in mano un vassoio
dove stava una piatto e due tramezzini, una tazza di te caldo e una mela.
-E il meglio che ho trovato in cucina- le porse il vassoio e torno a
sedersi nella sedia.
-Grazie, andra bene- inizio a mangiare e si sorprese nello scoprire che le
aveva preparato il suo companatico preferito, tonno, maionese e cetriolo, e che
anche il te era quello che le piaceva, se ne era ricordato. Una strana ondata
di calore le monto dentro.
Ma il suo momento rosa fu di breve durata, lui la stava guardando con uno
sguardo cosi serio e truce che iniziava a metterla a disagio.
-Cosa c’e? Perche mi guardi a quel modo?-
-Sto aspettando- disse semplicemente.
-Aspettando cosa?-
-Una spiegazione-
-Eh?- doveva stare peggio di come pensava, visto che non riusciva a trovare
un senso a quello che le stava dicendo.
-Sto aspettando che tu mi spieghi che cosa ti e saltato in mente quando hai
deciso di unirti ad un tipo pericoloso come Pierre La Fonte!- le grido con
tutta la rabbia, la disperazione e la paura che aveva provato negli ultimi tre
giorni pensando che lei non sarebbe sopravvissuta.