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Autore: Trerika    14/06/2024    1 recensioni
Il ragazzo guardò la finestra con le pupille dilatate per la scarsa luminosità, e pensò allora al suo cane Jake, morto qualche mese prima.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era un pianeta circondato da altri pianti, un continente circondato da altri continenti, uno stato circondato da altri stati, una città circondata da altre città, una via circondata da altre vie, e infine una casa. Circondata da altre case? No, la casa era da sola. Non mi fraintenda, La città c’era, e le vie pure, ma quella casa non aveva case attorno, solo fabbriche. All’interno della casa c’era una stanza, e nella stanza c’era un ragazzo. Sdraiato sul suo scomodo letto, con lo sguardo perso nel soffitto, il ragazzo pensava. Pensava a sua madre, pensava a suo padre, pensava alla sua vita. Ad un certo punto, avvertendo un rumore proveniente dall’esterno voltò il viso verso la finestra di camera sua, essa era chiusa e la serranda era abbassata per tre quarti, dando come scarso regalo alla stanza poca luce aspersa sul pavimento di un primo pomeriggio.
Il ragazzo guardò la finestra con le pupille dilatate per la scarsa luminosità, e pensò allora al suo cane Jake, morto qualche mese prima, morto dopo essersi nascosto dietro il verde (ma non troppo) albero dai fiori rossi (anche questo non troppo) del giardino di casa, morto da solo.
Il ragazzo si alzò dal suo letto, scese le scale, e con lo sguardo fisso davanti a sé, scorse con la coda dell’occhio i suoi genitori seduti con aria attonita a guardare il televisore.
Si mise la sua maschera respiratoria, uscì di casa e si trovò nel modesto giardino. Il sole che urtava il suolo era così acuto e vigoroso che distraeva il ragazzo dal fatto che oltre le siepi di casa sua c’erano solo fabbriche e che l’aria era come al solito, irrespirabile, radioattiva.  
Si avvicinò al melograno, esso ormai non faceva più frutti, affianco c’era una croce impiantata nel terreno, Ciao Jake, disse, Io ti avevo avvisato di non uscire, te lo avevo detto cagnaccio cattivo!
Il ragazzo fissò la croce, sentiva il suono del suo respiro nella maschera, lo stesso suono che ascoltava quando respirava dal boccaglio al mare (quando ancora si poteva fare). Il suono gli rimbombava nelle orecchie, e poi nel cervello. L’Aria che entra, e l’Aria che esce, e poi di nuovo, l’Aria che entra, e l’Aria che esce. L’a croce a furia di essere fissata divenne sfocata. Il ragazzo si tolse la maschera, e fu solo un istante, Arrivo, disse…
E come una calda giornata di luglio del 2026 si trasformò nell’incontro definitivo fra il ragazzo e il suo poco ubbidiente cane Jake, di seguito anche il resto del mondo si unì a loro. Pensi che Il pianeta commosso dalla scena volle raggiungere i due!
   
 
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