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Autore: Daphne_Descends    20/09/2009    0 recensioni
Trovarsi all'improvviso in un mondo verdeggiante e sconosciuto è un'esperienza che Melissa Trenton non augurerebbe nemmeno al suo peggior nemico.
Eppure è quello che le succede, senza alcuna possibilità di tornare a casa sua.
Ma il regno di Bradford non è poi così male e la nuova vita che le si apre davanti finisce per piacerle davvero tanto. Se non fosse per un piccolo e scorbutico particolare di nome William e uno stupidissimo e assurdo Galateo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Prologue

 


Melissa Trenton si reputava una ragazza normale.
 
Aveva una famiglia normale, una casa normale, una vita normale.
La sua media scolastica rimaneva fissa sulla B, non studiava spesso e odiava seguire le lezioni. Come la maggior parte degli studenti del suo college preferiva stare all’aria aperta, piuttosto che tra le quattro mura di un'aula. Non eccelleva in nessuna materia e nessuna era la sua preferita.
La sua unica passione era lo sport. Amava correre, saltare e tirare con l’arco. Fortunatamente per lei, il centro sportivo di cui disponeva l’edificio era ben attrezzato e Melissa sapeva come sfruttarlo. Se avesse potuto ci avrebbe vissuto dentro.
Ma, così facendo, avrebbe dovuto rinunciare alla comoda stanza da letto della sua villetta.
Le pareti azzurro intenso la facevano rilassare e dimenticare tutti i suoi doveri. Avrebbe passato ore ad ascoltare la musica sdraiata sul morbido letto, senza che il pensiero dei compiti e dello studio la sfiorasse.
L’unica cosa che avrebbe potuto distrarla sarebbe stata la voce acuta di sua madre, che la chiamava per la cena.
 
Non aveva fratelli e il suo rapporto con i genitori era abbastanza buono. Litigavano ogni tanto, ma si volevano bene. Erano una famiglia normale, come se ne vedevano tante in giro.
Melissa aveva preso tutto dalla madre, tranne il carattere. Quello non si sapeva da dove fosse uscito.
Era testarda e non sapeva mai quando fosse meglio tacere.
Eppure, a guardarla, non si sarebbe mai detto. I suoi occhi smeraldo incantavano e sembrava un angelo, con il volto delicato incorniciato da lunghi boccoli biondi.
Il suo fisico era snello e ben proporzionato, le sue forme sempre nascoste da magliette sportive e i capelli raccolti. Non amava vestirsi da donna, le gonne la infastidivano, le scarpe col tacco erano un suicidio. Eppure, per il bene mentale di sua madre e l’evitare un infinito fiume di lacrime, a volte si lasciava trasformare in una bambolina. Con la lingua troppo lunga.
 

 
Era un pomeriggio soleggiato, uno di quei pochi giorni in cui aveva deciso di tornare subito a casa dopo le lezioni, senza fermarsi al campo sportivo.
Il motivo era semplice.
 
Si inoltrò nel parco, zigzagando tra i folti alberi, cercando di seminare il suo appassionato inseguitore.
Ormai avrebbero dovuto capirlo che non voleva essere importunata. Lei non lo voleva un ragazzo. Non provava alcuna voglia di forti sentimenti o passioni improvvise. Non voleva l’amore. Perché non lo capivano?
E anche se ci fosse stato qualcuno che le fosse piaciuto, di sicuro non sarebbe stato quel ragazzo con la forfora che la chiamava a squarciagola, attirandosi gli sguardi di disapprovazione delle mamme che curavano i loro pargoli.
 
Tirò un sospiro di sollievo quando lo vide allontanarsi, probabilmente verso l’uscita del parco.
Anche quella volta l’aveva scampata.
Si appoggiò con la schiena al tronco del primo albero che si trovò vicino. Sembrava una quercia, per quello che poteva saperne, ma le sue conoscenze sulla materia erano piuttosto limitate. Sapeva solo che era enorme e che sotto la sua fitta chioma si stava bene, al riparo dal sole caldo di un pomeriggio di primavera inoltrata.
Si sedette sull’erba asciutta e chiuse gli occhi. Era stanca.
Non c’era un filo di vento, eppure riusciva a sentire il rumore delle foglie sopra la sua testa, coperto in parte dal cinguettare degli uccelli.
Ma poi anche quel rumore si spense e il sonno l’avvolse come una coperta calda.

 



 

   
 
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