Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Quebec    26/06/2024    0 recensioni
Stephan ha promesso al suo amico Gay Octavius che lo accompagnerà al Gay Pride di San Francisco, ma il loro viaggio sarà una discesa verso un abisso d'odio. Un abisso che divora tutto quanto.
Genere: Drammatico, Noir, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Stephan e il suo amico gay Octavius sono fermi alla stazione di benzina. Mentre Stephan è nel negozio a comprare cibo e acqua per andare a San Francisco, Octavius si sistema le sopracciglia nello specchietto con una pinzetta. Un uomo rasato con la svastica sul collo lo fissa schifato da quando sono arrivati. Se ne sta fermo accanto a un furgone nero, le braccia incrociate, lo sguardo pregno di odio.
Octavius finge di non vederlo.
Stephan esce dal negozio, mette le buste sui sedili posteriori e sale al posto di guida. — Ho preso dei panini e alcune birre.
— Credi che arriveremo in tempo al gay pride?
— Sì, se non incontriamo traffico.
Octavius guarda di sfuggita l'uomo con la svastica sul collo. — Quel tipo mi sta fissando da quando siamo arrivati qui. Mi mette i brividi.
— Lascialo perdere. Dev'essere un nazista o roba del genere.
— Credo di averlo visto già da qualche parte, ma non ricordo dove. Ha una faccia familiare.
— Quei tipi sono tutti uguali — risponde Stephan. Accende il motore, ingrana la prima e parte. Passano accanto al furgone nero. L'uomo con la svastica sul collo mima a Octavius di sgozzargli la gola.
— Hai visto? — dice Octavius impaurito.
— Non dargli importanza — risponde Stephan. — Vuole solo spaventarti.
L'auto s'immette nell'interstate 80 diretta verso San Francisco, il sole morente alle spalle. Chilometri di deserto, canyon e cactus solitari.
Octavius si guarda alle spalle. — E se ci segue?
— Non ci seguirà — risponde Stephan. — Metti un po' di musica.
Octavius sintonizza la radio su musica latina. Comincia a ballare sul sedile.
Stephan scuote la testa con un sorriso. — Metti del rock o del country. La musica latina mi sta uscendo dalle orecchie. Da quando siamo partiti da Los Angeles non abbiamo ascoltato altro.
Octavius gli fa delle smorfie mentre continua a ballare.
— Se la metti così, la prossima volta me ne starò con la mia ragazza. Niente Gay Pride per te.
— No, no, no, va bene, va bene. Cambio stazione. Hai vinto. Comunque perché Brenda non è venuta?
— Lavoro, ha detto. Ultimamente lavora come una matta. E torna anche tardi la sera.
Il lunotto dell'auto va in frantumi.
Stephan perde il controllo del veicolo per un momento. Lancia un'occhiata allo specchietto retrovisore interno. — Cazzo...
— Cos'è stato? — chiede Octavius spaventato. Guarda verso il lunotto infranto da dove entra l'aria, si porta una mano sulla bocca. — Quel tipo... ci sta seguendo!
Sei moto chopper nere sbucano da dietro il furgone nero, si avvicinano verso di loro.
Un altro colpo manda in frantumi quello che rimane del lunotto.
— Ci stanno sparando! — grida Octavius in preda al panico.
Stephan schiaccia l'acceleratore a tavoletta.
— Vai più veloce! Più veloce! Si stanno avvicinando!
Una ruota scoppia. Il veicolo sbanda, esce fuori strada, si schianta contro un gruppo di piccole palme.
— Stai bene? — chiede Stephan frastornato.
Octavius si tasta il corpo totalmente nel panico. — Sì... credo di sì.
Le sei moto chopper e il furgone nero si fermano sul ciglio della strada. Otto uomini con le teste rasate scendono dai veicoli, si dirigono verso di loro con passi decisi. L'uomo con la svastica sul collo impugna un glock. L'unico armato.
— Togli la cintura di sicurezza! — dice Stephan. — Stanno venendo verso di noi.
— Non ci riesco. È bloccata!
Stephan prova a sbloccarla. — Passa da sotto.
— Non ce la faccio!
— Cazzo!
Gli uomini sono a metà strada.
Stephan pigia il pulsante arancione della cintura di sicurezza. Lo fa più volta. Con forza. Quella scatta, colpisce il mento di Octavius.
— Forza! Andiamo! — dice Stephan.
Entrambi escono dall'abitacolo. Sono circondati, il sole che manda gli ultimi bagliori rosso arancio nel cielo puntellato da nuvoloni.
L'uomo con la svastica sul collo si fa avanti, la pistola puntata, un sorriso trionfante. Guarda entrambi.
— Non ci uccidere, ti prego! — strilla Octavius.
Gli uomini rasati esplodono in grasse risate, si scambiano delle occhiate divertiti.
Stephan copre Octavius con il proprio corpo — Perché non lo lasci in pace? Cosa vuoi da lui?
— Siete diretti al Gay Pride, non è vero?
— E a te che ti frega?!
L'uomo con la svastica sul collo lancia uno sguardo ai suoi amici in una mezza risata, lo colpisce in faccia con il calcio della pistola.
Octavius lancia un gridolino, si piega sull'amico che ha la fronte insanguinata. — Stai bene?
— Fanno proprio una bella coppia, non è vero? — chiede l'uomo con la svastica sul collo. — Un etero e un gay. Sembra l'inizio di una barzelletta.
Gli altri ridacchiano.
Stephan scatta in piedi, si lancia contro l'uomo con la svastica sul collo. La pistola gli cade di mano. I due si rotolano sulla sabbia tra le risate degli altri. Octavius guarda l'arma.
L'uomo con la svastica sul collo si mette sopra a Stephan, gli molla sei pugni in faccia. — Cosa pensi di fare, eh?! — Gli sferra altri quattro pugni. — Allora? Reagisci! Fammi vedere cosa sai fare?! — Gli tempesta la faccia con una raffica di pugni a martello. Si ferma per recuperare fiato.
Stephan sputa sangue, il viso insanguinato, gli occhi che vagano storditi senza posarsi su niente.
Octavius afferra la pistola, la punta tremante contro di loro. — Indietro! State indietro!
Gli uomini rasati indietreggiano con fare divertito.
— Dai, spara! — dice l'uomo con la svastica sul collo, sorride sinistro. — Sparami qui! Dritto in fronte! Dai, mostrami che non sei una femminuccia isterica!
La mano di Octavius trema, il dito sul grilletto ancora di più. Guarda Stephan steso sulla sabbia in una maschera di sangue. Gli occhi gli si riempiono di lacrime.
— Spara! — grida l'uomo con la svastica sul collo.
Parte un colpo. Il proiettile gli sfiora l'orecchio.
La pistola cade a terra per il rinculo. Octavius la raccoglie in tutta fretta, la ripunta verso gli uomini rasati. Quelli smettono di sorridere, indietreggiano verso i veicoli con le mani alzate.
— Andate via! — urla Octavius con il viso rigato dalle lacrime. — Andatevene! Lasciateci in pace!
Un tuono romba in lontananza nel cielo grigio carico di pioggia.
L'uomo con la svastica sul collo non si è mosso di un centimetro. Lo fissa con uno sguardo carico di odio omicida.
Octavius lo guarda negli occhi, ma li abbassa subito dopo. Non riesce a reggere lo sguardo. — Vattene... Non voglio... non voglio farti del male.
L'uomo con la svastica sul collo abbozza un mezzo sorriso. Gli va incontro con passo deciso.
— Stai indietro! — grida Octavius con la voce strozzata dal panico.
Comincia a piovere a dirotto.
— Stai indietro, ti ho detto!
Quello non si ferma. Appena fa per strappargli la pistola di mano, Octavius gli spara in faccia. L'uomo con la svastica sul collo crolla a terra con la fronte squarciata, gli occhi aperti. Il sangue gli cola lungo il viso.
Gli uomini rasati si precipitano sui loro chopper, fuggono tra rombi di motore e sgommate sull'asfalto.
Octavius lascia cadere la pistola, si china su Stephan. Lui lo guarda con l'unico occhio aperto. Sorride, gli stringe la mano per un momento. Balbetta qualcosa. La presa si allenta, il sorriso si affievolisce in un ultimo respiro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Quebec