Crossover
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Autore: evil 65    30/06/2024    3 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un altro nuovissimo e lunghissimo capitolo! A questo punto non ci sentiamo più nemmeno in colpa per il tempo trascorso tra un aggiornamento e l’altro, visto i colossi che stiamo realizzando per voi.
Buona lettura!
 



Capitolo 44 – The Final War: Parte 4

Z1243

Track: https://www.youtube.com/watch?v=t6JuucjycUE

L’apparizione di Jormungandr fu tanto devastante da sorprendere lo stesso Joker, che nonostante i suoi numerosi incontri con le mostruosità del suo universo, rimase come pietrificato alla vista della titanica bestia. Ma quel breve attimo di sbigottimento ebbe vita assai breve: un sorriso zannuto tornò ad accentuare le sue labbra macchiate di sangue.
<< Questa sì che è una sorpresa! >> esclamò, prima di lanciarsi su una delle spire della bestia, per evitare di essere colpito dai detriti vaganti << Non so che cosa sia, ma credo si tratti di una qualche diavoleria da maghi! Tu che ne pensi, mio roseo amico? >>
Kirby seguì a ruota l’assassino di suo padre, atterrando proprio dietro di lui. I suoi occhi vagarono occasionalmente verso le scaglie del mostro, ma tornarono sempre sul viso ghignante del suo avversario.
Per quanto l’apparizione della serpe fosse stata sorprendente, non avrebbe permesso a niente e nessuno di distrarlo dalla sua vendetta… e la cosa non passò inosservata agli occhi del supercriminale.
<< Oh, che mi importa del tuo parere... >> ridacchiò il clown << Tanto ti devo ammazzare! >>
E con quell’esclamazione gracchiante, caricò il giovane Cacciatore ancora una volta, tenendo salda la presa sulla spranga intrisa di Aura.
Kirby si abbassò rapido, usando i vortici della sua semblance per rimanere avvinghiato al corpo di Jormungandr. Più facile a dirsi che a farsi, visto il modo in cui la bestia si agitava, mentre tentava di agguantare con le sue enormi fauci…
“Thor?”
Sembrava proprio lui, ma il ragazzo non ebbe la possibilità di soffermarsi sulla questione. Invece, rotolò di lato per evitare un colpo della pistola di Joker, poi allungò una mano per attirare il criminale a sé.
Questi ebbe giusto il tempo di spalancare le palpebre, ma si ritrovò incapace di resistere alla forza avversaria. Così, il giovane ne approfittò per colpirlo al viso con l’elsa della sua spada, facendogli sputare un dente.  
<< Per la miseria, ragazzo >> borbottò il clown, mentre si portava una mano sul naso sanguinante << Questo era fallo... >>
Per tutta risposta, il Cacciatore lo investì con un violento calcio allo stomaco, mandandolo a rotolare sulle scaglie di Jormungandr. Allora Joker fece appello al Venom per aumentare la forza delle sue braccia, con cui riuscì a frenare la sua corsa.
Sollevò la spranga, che l’istante dopo cozzò ancora una volta con l’arma di Kirby, producendo uno sciamare di scintille. Gli occhi verdi del criminale incontrarono quelli furenti del ragazzo… e allora lo scontro riprese in un serratissimo scambio di lame e metaIlo.
Fu il Cacciatore ad avere la meglio, riuscendo a disarmare l’avversario. Joker si abbassò per evitare un colpo di spada, poi eseguì una spazzata diretta alle gambe del guerriero in rosa. Kirby cadde… e il clown gli puntò la pistola in viso, le dita della mano già pronte a premere il grilletto. E da quella distanza, nemmeno l’Aura del ragazzo sarebbe stata sufficiente per proteggerlo!
Ma il figlio di Meta Knight fu più veloce del previsto, e riuscì ad atterrarlo colpendolo al ginocchio destro.
Nell’aria riecheggiò il suono dell’articolazione che si spezzava, mentre Joker lanciava uno strillo pieno di collera e dolore. Eppure, anche con la gamba in fiamme, il clown non demorse e tenne salda la presa sulla pistola, la puntò verso l’avversario, premette il grilletto... senza produrre alcun risultato.
Sia Joker che Kirby rimasero in assoluto silenzio, completamente immobile, prima di sbattere le palpebre.
<< Maledizione… è scarica! >> sbottò il clown, prima di gettare l’arma con un lungo sospiro.
Il suo avversario quasi si aspettava che riprendesse lo scontro usando solo le mani. Invece, l’uomo si accasciò sulle scaglie di Jormungandr, le labbra piegate in un broncio chiaramente scontento.
 << Be'? Cosa aspetti? >> disse, gli occhi fissi in quelli del ragazzo << Coraggio! Ho ucciso tuo padre. Ho terrorizzato innocenti per anni! Perché non me le suoni come si deve e non raccogli l'applauso a scena aperta dai tuoi camerati? >>
Kirby assottigliò lo sguardo. Era certamente una proposta allettante, ma…
<< Bel tentativo, patetica parodia di Arlecchino >> ringhiò << ma ho imparato la lezione su Trenzalore. So che stai tramando qualcosa! >>
Quindi non si sarebbe avvicinato di un solo passo a quel pazzoide.
Invece, portò l'indietro la Warp Star e cominciò a caricarla con un misto Polvere infuocata, mentre la parte seghettata roteava minacciosa. Avrebbe ridotto il corpo del Joker in tanti piccoli pezzi, e attraverso le fiamme si sarebbe assicurato che non potesse più rigenerarsi!
Il clown sbuffò, agitando una mano con fare annoiato.
<< Sei un tipetto paranoico >> ribatté, beffardo << proprio come il vecchio Batsy. Ma ti assicurò che non sto bluffando! Ormai sono a corto di Aura e Venom, riesco a mala pena a camminare… oh, e sono anche senza armi. Direi che la mia situazione è tutt’altro che… eh eh… rosea! L’hai capita? Perché tu sei completamente… >>
<< Ho afferrato il concetto >> lo interruppe Kirby, con tono impassibile, pur continuando a mantenere una distanza di sicurezza.
Allora Joker alzò gli occhi al cielo.
<< Ma quando siamo diffidenti! Sai una cosa? Questa situazione mi ricorda una barzelletta >> ridacchiò << Vedi, ci sono questi due tizi in un manicomio… e una notte decidono che sono stanchi di viverci. Decidono che proveranno a fuggire! Così, salgono sul tetto e, dall'altra parte, vedono i palazzi della città distendersi alla luce della luna... verso la libertà. >>
Cominciò ad agitare le braccia, quasi stesse cercando di ricreare la scena usando la mera gestualità dei suoi arti.
<< Il primo salta sul tetto vicino senza alcun problema. Ma il suo amico non osa compiere il balzo! Perché... perché ha paura di cadere. Allora il primo ha un'idea, e dice "Ehi! Ho preso la torcia elettrica con me! Illuminerò lo spazio tra i due edifici. Così mi raggiungerai camminando sul raggio di luce!". Ma il secondo scuote la testa, e dice… “Cosa credi!? Che sia pazzo? Quando sarò a metà strada la spegnerai!" >>
Detto questo, Joker rimase inizialmente in silenzio, quasi fosse in attesa di qualcosa… e poi, scoppiò in un’altra delle sue fragorose risate, che questa volta fu tanto alta da sovrastare addirittura il fracasso delle battaglie circostanti.
Kirby scosse la testa, mentre la rabbia lo abbandonava lentamente a favore di una profonda rassegnazione. A quanto pare, erano davvero arrivati al capolinea.
<< Joker, sarò più che lieto di portare a mia madre questa tua ultima battuta >> sussurrò << Non potevi dirne una migliore per ricordarmi che razza di scarto di strada sei. >>
Cominciò ad avanzare, ma il sorriso del Joker non vacillò di una virgola.
<< Quindi sei davvero intenzionato ad uccidermi, eh?  >> lo incalzò, con una beffarda inclinazione della testa << Mi ucciderai anche se sono completamente alla tua merce, disarmato… sarai giudice, giuria e boia del Principe Clown del Crimine! >>
La presa di Kirby sulla spada divenne ancora più salda, mentre si fermava a un passo dall’odiato nemico, colui che era quasi riuscito ad ucciderlo… e che gli aveva strappato la persona più importante della sua vita.
<< Ho fatto pace con questa possibilità molti anni fa >> disse, prima di sollevare l’arma.
Joker rilasciò un altro sospiro.
<< Che peccato >> sbuffò, prima di scuotere la testa con aria apparentemente delusa << Ormai non li fanno più gli eroi di una volta! La vostra incrollabile moralità era ciò che mi divertiva di più. >>
Sorrise perfidamente al ragazzo.
<< Ma in fondo… non è forse questa la verità intrinseca ad ogni essere vivente? Basta solo un brutto giorno per trasformare anche il bambino più innocente… in un killer spietato… >>
Ma non riuscì a dire altro, poiché la lama dell’avversario gli affondò nella carni con un taglio netto, portatrice della rabbia e del desiderio di vendetta accumulatisi negli ultimi sei anni.
Il corpo del clown cadde in due metà separate, riversando sangue verde e rosso sulle scaglie di Jormungandr, segnate dalla battaglia.
<< Eh eh… >> tossì Joker, il cui sorriso aveva cominciato lentamente a spegnersi << Non è… non è divertente come immaginavo… non lo è affatto… >>
Kirby non disse niente. Rimase semplicemente ad osservare gli ultimi momenti della sua nemesi, mentre questa sollevava gli occhi per incontrare il suo sguardo impassibile.
<< Almeno, rivedrò il mio vecchio amico… ah ah… nah, probabilmente finiremo in posti molto diversi… cazzo… >>
E fu così che Joker esalò il suo ultimo respiro, ridacchiando… prima che le fiamme lo riducessero ad un ammasso di cenere fumante.

* * *

Mentre l’energia oscura infuriava attorno al corpo di Vorkye, il volto del Maestro si arricciò in un sorriso a metà tra il contemplativo e l’estasiato.
<< Mettiti comoda, mia cara >> ridacchiò << Stai per essere testimone del mio ennesimo capolavoro con il mio nome sopra! >>
<< Tu… lo avevi già programmato >> sussurrò Najimi, con uno sguardo gelido.
Il Signore del Tempo alzò gli occhi al cielo, chiaramente indifferente all’orribile atto che aveva appena commesso.
<< Oh, suvvia, non fare così. Tutto è lecito in amore e in guerra, no? E poi, tu hai già aiutato il tuo campioncino in diverse occasioni… quindi mi è sembrato giusto concedere anche al mio un po’ di vantaggio. Dovevo solo dargli la motivazione giusta per scatenarsi a dovere! >>
Emozionato come un bambino che stava per scartare il suo regalo di compleanno, si sfregò le mani. << E ora sta per nascere una nuova arma di distruzione di massa che non farà distinzione tra nemici e alleati. Chissà quanti steli d’erba verranno tagliati… prima che si rompa >> sussurrò, mentre la sua espressione si faceva contemplativa << Spero solo che il pargoletto di Vader ne rimanga fuori. Ho grandi progetti per quel ragazzo! >>
Najimi serrò ambe le braccia, trattenendo a stento la propria collera. Ancora una volta, l’uomo a cui aveva affidato il destino del Multiverso si era dimostrato un essere privo di scrupoli o morale, una creatura contorta che trovava gioia solo nella sofferenza degli altri. E la cosa peggiore? Non poteva fare nulla per contrastarlo… se non pregare che Angel riuscisse ad arginare l’imminente tempesta.
 
La “bolla” oscura venne come riassorbita dal corpo di Vorkye. Le sue scaglie, un tempo rosse come sangue appena sgorgato, erano diventate di un porpora tanto scuro da sembrare quasi nero, mentre le sue corna si erano invece sbiancate.
Con un ringhio ferino, il soleano aprì gli occhi, simili a dei fari rossi e dardeggianti. In essi, Angel non scorse la benché minima traccia di raziocinio… solo puro istinto omicida. Si mise subito in guardia, ormai conscio che la battaglia era tutt’altro che finita.
Vorkye, o quello che lo aveva sostituito, fece un lungo respiro simile a un ringhio, poi lanciò un ruggito in direzione del cielo, tanto potente da sovrastare il sibilo stridente di Jormungandr. L’istante dopo, un’onda sonica investì l’area circostante per qualche centinaio di metri.
Chi si trovava il quel raggio d’azione, che fosse umano, Cyberman o Decepticon, fu ridotto in ad una poltiglia informe, mentre altri furono sbalzati lontano come birilli.
Angel creò rapidamente uno scudo attorno al suo corpo… ma l’onda d’urto fu comunque abbastanza forte da farlo indietreggiare, mentre da ogni dove giungevano le urla agonizzanti delle sventurate vittime.
Tutta quella morte era stata causata da un semplice ruggito! E quando quella realizzazione lo raggiunse, si chiese che cosa sarebbe successo se Vorkye avesse deciso di attaccarlo.
Lo scoprì l'istante dopo.
Colui che un tempo era stato il presidente delle Industrie Bloodbless caricò direttamente il giovane, piombandogli addosso con un movimento fulmineo. E prima che il rosso potesse anche solo spalancare gli occhi, ecco che un pugno saettò verso di lui come una specie di proiettile.
Grazie all’haki dell’osservazione, Angel riuscì a schivarlo all’ultimo istante… ma con sua grande sorpresa, si sentì sbalzare indietro da una forza invisibile, quasi il gancio dell’avversario fosse riuscito a colpirlo attraverso l’aria. Mentre il suo corpo volava come una bambola di pezza, i sensi amplificati del ragazzo lo avvertirono che stava per ricevere una ginocchiata allo stomaco. Così, facendo appello a tutte le sue forze, si preparò a bloccare il colpo avversario.
Quasi si aspettava di sentire un dolore immenso alle braccia. Invece, nella frazione di un secondo, si ritrovò incastonato in un cumulo di rocce, e solo dopo essersene accorto avvertì una scossa agonizzante dalla testa ai piedi.
La forza che l’avversario aveva messo in quei semplici colpi era a dir poco immensa! 
<< Va bene… ho capito… parare è una pessima idea >> sibilò con voce strozzata, mentre sputava un rivolo di sangue.
Vorkye comparve a pochi passi da lui, fissandolo con i suoi occhi fiammeggianti. La sua mente era una tabula rasa. In quello stato, era come se fosse privo di emozioni! Ciò che lo muoveva ora… era solo un feroce istinto omicida. In poche parole, desiderava semplicemente distruggere tutto ciò che lo circondava.
Questa era l’arma in cui la perdita del fratello lo aveva trasformato.
"Di certo, non lascerò che siano altri ad affrontarlo" pensò Angel, mentre si liberava dal cumulo di roccia. A quel punto, cominciò a muoversi verso Vorkye, che istintivamente fece lo stesso.
Con il passare dei secondi, la camminata di entrambi si fece più rapida, poi mutò in una falcata. Ad essa seguì un improvvisa accelerazione… e infine, un vero e proprio slancio.
L’istante dopo, i pugni di entrambi i soleani s’incontrarono a mezz’aria, generando un’onda d’urto tanto potente da smuovere le nubi sovrastanti. Ad essa ne seguì un’altra, e poi un’altra ancora, mentre il paesaggio attorno alla coppia si riempiva di voragini.
Vorkye attaccò incessantemente, senza curarsi di ciò che colpiva. I suoi assalti erano istintivi, ma non privi di tecnica. Lo stile che lo aveva reso il guerriero più formidabile del suo mondo, il Satsui no Hado, era ben presente in ogni movimento.
Intuendo quanto la situazione fosse critica, Angel cominciò a manipolare acqua e fulmini per concedersi un vantaggio, ma presto capì che lo sforzo derivante dall’incassare quei temibili colpi avrebbe finito con il logorarlo. Non poteva permetterselo!
“E allora cambiamo posto!” pensò, prima di afferrare un arto avversario.
In questo modo, riuscì a interrompere per un momento i suoi attacchi, e allora spalancò le ali e si lanciò in aria a tutta velocità, trascinando Vorkye con sé. Poi, dal cielo scese un lampo che investì il soleano cremisi come una specie di colonna di luce, immobilizzandolo in un tripudio di scariche elettriche e urla rabbiose.
Angel non si concesse neanche un secondo per contemplare la propria opera. Invece, compì alcuni movimenti con le mani, facendo appello alle conoscenze runiche apprese da sua madre.
Con sorpresa dei testimoni alla titanica battaglia, attorno ai due avversari si materializzò una specie di sfera rocciosa, simile ad una piccola luna, che anziché precipitare al suolo rimase sospesa sopra la piana, proiettandovi sopra un’oscura ombra.
All’interno di quel corpo soldo, Angel fece un lungo respiro. Realizzare quella struttura di contenimento gli aveva richiesto molte energie… e sapeva bene che servirsene troppo a lungo avrebbe comportato non pochi rischi al suo organismo. Dopotutto, quella struttura era stata ideata da sua madre con il preciso scopo di confinare i non morti più potenti, come i Lich. Ecco perché la donna lo aveva ampiamente avvertito di usarla solo in casi estremi di emergenza!
Intanto Vorkye non si lasciò intimidire dal cambio di scenario, e invece emise un altro dei suoi ruggiti grotteschi. Le pareti della sfera si scheggiarono… solo per riformarsi l’istante dopo, come se niente fosse successo. 
Angel sorrise, ora sicuro che la loro battaglia non avrebbe coinvolto innocenti.
<< E ora, bastardo… >> ringhiò << fatti sotto! >>
Con queste parole, si lanciò in avanti, riprendendo lo scontro.
 
Al di fuori della protezione, il volto del Maestro si corrucciò in un cipiglio. << Così non vale, però. >>
<< Suvvia, vuoi forse farmi credere di non poter vedere attraverso la nuda roccia? >> lo provocò Najimi, con aria serafica << Per i tuoi poteri non dovrebbe essere un ostacolo… >>
<< Certo che ci riesco >> protestò il Signore del Tempo, imbronciato << Penso solo che sia stato molto scortese nascondere un simile spettacolo anche al resto degli spettatori. Siamo in diretta, dopotutto! >>
<< O forse ti secca il fatto che Angel abbia trovato il modo di evitare danni collaterali? >>
<< È certamente una tecnica impressionante >> ammise Loki, prima che il Maestro potesse risponderle << Ma per quanto tempo riuscirà a tenerli rinchiusi in quella gabbia, mi chiedo? >>
* * *
 
Il corpo di Summer Rose ricadde sulle scaglie di Jormungandr come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili.
Gli occhi di Salem si spalancarono sorpresi… e l’istante dopo, un grido unanime risuonò dal resto dei combattenti.
<< Summer! >> urlarono Tai, Raven e Yang, mentre espressioni di puro orrore si dipingevano sui loro volti macchiati dai lividi e dalla polvere dello scontro.
<< M-mamma! >> sussurrò invece Ruby con voce strozzata, mentre il mondo intero sembrava crollarle addosso.
I suoni della battaglia circostante scomparvero. Per un singolo, orribile momento, la giovane mietitrice fu sorda a qualsiasi rumore, prima che un sonoro brusio cominciasse a ronzarle nelle orecchie.
Il respiro le si mozzò in gola, il cuore prese a martellarle all’impazzata nel petto, quasi fosse sul punto di spaccarle la gabbia toracica. L’istante dopo, Salem tirò via la lama dal corpo della figlia… e allora, la ragazza trovò la forza di correre verso di lei.
Avvolse il corpo della genitrice tra le sue esili braccia, stringendolo a sé.
<< M-mamma… >> ripetè con voce a mala pena udibile, mentre calde lacrime si raccoglievano attorno ai suoi occhi argentati << No… ti prego… non anche tu… >>
<< Ruby… >> fu il dolce sussurro che abbandonò la bocca di Summer << Bambina mia… >>
Qualunque cosa volesse dire si perse nel suono del suo respiro annaspante.
La giovane Cacciatrice avvertì qualcosa di caldo sul suo viso. Lentamente, si portò una mano in quello stesso punto… e quando la ritrasse, scoprì che le sue dite erano macchiate con qualcosa di rosso e vischioso. Allora capì che si trattava di sangue, lo stesso che stava uscendo dalle labbra socchiuse della madre.
Lei… stava morendo. Il suo respiro si stava facendo sempre più debole con il passare di ogni secondo… e non vi era niente che la ragazza potesse fare per impedirlo.
<< Non lasciarmi da sola >> piagnucolò, mentre stringeva la presa sul genitore << Non posso farlo senza di te… non sono forte come te… >>
<< Lo sei… >> gracchiò Summer << Lo sei sempre stata… fin dal giorno in cui mi dissi… che volevi diventare una Cacciatrice… io… io lo sapevo… >>
Lentamente, la sua bocca grondante di rosso si arricciò in un sorriso stanco. Poi, gli occhi argentati della donna incontrarono quelli di Yang e dei suoi genitori, altrettanto pieni di lacrime.
<< Ruby, ragazze…. Tai… continuate a combattere… anche per me. >>
Furono quelle le sue ultime parole, prima che il suo petto smettesse di muoversi, le pupille prive di vita. Allora Ruby abbracciò istintivamente il suo corpo, quasi sperasse che con quell’unico gesto sarebbe riuscita a infondere un po’ della propria Aura nel genitore, così da poterla guarire.
Ma non accadde niente di tutto ciò. Summer Rose rimase completamente immobile, come sospesa nel tempo.
A pochi passi dal cadavere della figlia, Salem chiuse gli occhi, il volto ancora contratto da una maschera fredda e impassibile. Quando li riaprì, scomparso era il loro luccichio determinato, sostituito da uno sguardo di cupa apatia.
<< Questo esito era inevitabile >> sussurrò, catturando l’attenzione della nipote << Hai visto, Ruby? Non potrò mai sfuggire da questa maledizione. Continuerò a deludere e uccidere i miei cari, ancora e ancora… a meno qualcuno non ponga fine alla mia miseria. >>
A quelle parole, qualcosa sembrò spezzarsi nell’animo della giovane mietitrice. Per la prima volta dall’inizio del combattimento… provò la stessa rabbia che l’aveva travolta dopo la morte di suo padre. Ma questa volta, non era indirizzata a Lord Shen… bensì alla donna che aveva contribuito a crescerla, una persona che per molto tempo aveva considerato una famiglia, ma che ora si mostrava solo come un orrido abominio in pelle umana.
Rapida, si alzò in piedi e fissò Salem con uno sguardo di puro odio.
<< Se davvero vuoi morire a tal punto, allora poni fine alla tua vita! >> ringhiò, gli occhi illuminati da un intenso bagliore << Se davvero il pensiero dell’immortalità ti spaventa così tanto, smettila di combatterci e accetta il tuo destino! >>
La bocca della strega si arricciò in un sorriso amaro.
<< Credi che non lo farei, se potessi? >> disse, mentre la sua Aura cominciava a divampare << Il Maestro è un uomo crudele, ma astuto. Il nostro contratto non solo mi impedisce di uccidermi… ma mi costringe anche a combattere per la mia vita ad ogni costo, non importa quanto desideri porvi fine. Ecco perché continuerò a lottare, ancora e ancora… fino a quando uno di voi non sarà abbastanza forte da abbattermi! >>
Un’esplosione di luce si scontrò con quella argentata della nipote, sprigionando un turbine di scintille e colori.
<< Quindi, coraggio, Cacciatrice! >> esclamò, prima di allargare le braccia << Affrontami con tutta la tua rabbia, il tuo odio… poni fine alla vita di colei che ha preso tua madre! >>
La presa della ragazza si strinse sulla falce.
<< È quello che intendo fare >> sibilò, lanciandosi a tutta velocità verso la donna.
Pochi secondi dopo, la battaglia tra la Strega di Renmant e i Cacciatori della Ribellione riprese senza esclusione di colpi, animata da una nuova sete di sangue.

* * *

Dopo l’apparizione improvvisa di Jormungandr, Darth Vader era stato costretto ad abbandonare il suo confronto con King Dedede e la sua alleata vampira.
Per diversi minuti, camminò con passo monolitico attraverso la cacofonia della battaglia, ignorando tutto ciò che lo circondava. Ad ogni passo che faceva, i movimenti prodotti da Jormugandr sollevavano enormi macigni e nubi di polveri, che tuttavia andarono semplicemente a scontrarsi con lo scudo telecinetico che lo circondava dalla testa ai piedi.
Ogni tanto, anche l’Oscuro Signore dei Sith fu forzato a cimentarsi in una qualche acrobazia, per evitare di essere schiacciato dalle immense spire del rettile. Eppure, mai una volta i suoi sensi si allontanarono dall’obiettivo prefissato: una firma nella Forza molto specifica, che finalmente raggiunse dopo aver superato l’ennesimo muro di scaglie.
Uscito dalla coltre di pulviscolo vagante, si ritrovò di fronte ad una distesa di detriti metallici. E nel mezzo di quella catasta… un’esile figura interamente vestita di verde.
Baelfire Royston… suo figlio.
Ignorando la battaglia alle sue spalle, Vader avanzò minaccioso verso di lui, poi si fermò a circa una decina di passi dal ragazzo, scrutando i suoi dintorni.
<< Suppongo che Shen non sia riuscito a portare a termine la sua missione >> disse con tono sprezzante, riconoscendo ciò che restava delle macchine affidategli dal Maestro << La cosa non mi sorprende. Il fallimento è sempre stato il suo più stretto compagno. >>
<< Sicuramente non è mai riuscito a occuparsi di me >> rispose Fire, poggiando una mano sul fianco, sfiorando il cilindro metallico della spada laser intrecciata alla cintura << Ma in una cosache mi riguarda non ha fallito. >>
Per qualche istante, il ragazzo gli sembrò davvero il riflesso più giovane di Lada. Lo giudicava con lo sguardo, fissandolo dall’alto in basso, come se la sua sola vista lo disgustasse.
<< Farmi soffrire… uccidendo mio padre. >>
<< Quell’uomo non era tuo padre >> fu la fredda risposta del Sith << Ti avrà anche cresciuto, ma non sarebbe mai stato in grado di sbloccare il tuo vero potenziale. Ti ha sempre negato il tuo diritto di nascita! Forse ne avrebbe avuto perfino paura. In fondo, è nella natura degli esseri inferiori temere coloro che hanno potere. >>
Indicò il cimitero metallico attorno a loro.
<< Questa è sempre stata la più grande debolezza di Shen. Lui invidiava il mio potere... ma lo temeva, e quindi non hai mai avuto il coraggio per sfidarmi e prendere ciò che considerava suo di diritto. Perché la dura verità, è che quelli come lui, e come Royston, sono nati solo per elevare quei pochi esseri eccezionali verso la grandezza. >>
Allungò una mano guantata.
<< Io e te, figlio mio... siamo esseri eccezionali. Ed è arrivato il momento che tu prenda finalmente il posto che ti spetta al mio fianco, così che anche il resto di Battleground possa esserne testimone. Insieme, possiamo porre fine a questo conflitto distruttivo, per riportare ordine nella galassia! Impediremo la morte dei tuoi compagni e porteremo una nuova era di pace e prosperità che duri fino allo scadere dei tempi! >>
<< Allora ferma l’attacco >> ribatté il giovane << Ritira le tue truppe. Se ti interessa così tanto riavermi con te, se ti importa davvero… perché costringermi a diventare qualcosa che non sono e non voglio essere? >>
Lo fissò intensamente, scuotendo il capo.
<< Tu potrai avermi generato… ma non sarai mai mio padre >> aggiunse << I padri sono affettuosi. I padri proteggono. I padri si prendono cura dei loro figli! È stato Logan a dirmi di non nascondere i miei poteri. È stato Logan a dirmi che erano una parte di me e che dovevo accettarla! È stato Logan ad amarmi con ogni fibra del suo essere! E mi ha insegnato che... >>
Aprì una mano, e una lunga spada fatta di ombra si materializzò tra le dita, che si accesero di verde. Così l’energia psionica andò a combinarsi con la lama, ronzando di potere.
<< Poteri o non poteri, il nostro essere eccezionali non ci dà il diritto di considerarci superiori e di marchiare gli altri come i deboli da sottomettere. Da un grande potere… derivano grandi responsabilità. >> L’adolescente restituì al guerriero nero uno sguardo di pietà e rammarico misti assieme. << Ma per te è molto più facile colpevolizzare gli altri. Credere che possano solo avere paura di te, e relegarli ad uno stato inferiore… perché per metà della tua infanzia, gli schiavisti ti hanno fatto sentire così. >>
La mano libera di Vader si strinse a pugno, generando un impulso telecinetico che crepò il terreno sotto ai suoi piedi. Nel mentre, il Lato Oscuro attorno a lui cominciò ad agitarsi, sussurrando e sibilando come una colonia di serpi impazzite.
<< Sembra che sia necessaria un’altra lezione >> sussurrò freddamente << Sono stato troppo indulgente. È chiaro che la malattia con cui Royston ti ha infettato è ancora radicata nel tuo cuore. Sei solo un illuso, ragazzo! Questo non è un universo in cui un uomo libero può essere clemente! Ti insegnerò ad essere spietato, Baelfire... anche se dovrò farlo usando le maniere forti! >>
E, detto questo, attivò ancora una volta la sua spada laser, il cui bagliore vermiglio illuminò la piana di detriti.

Track:
https://www.youtube.com/watch?v=EYes5TtD26U
 
Fire sfoderò quasi all’unisono la propria usando la mano libera, e così anche il bagliore verde proiettò la sua luce. La sclera degli occhi del ragazzo si colorò di nero, mentre sfoderava i canini allungati in un sorriso ferino.
<< Tu non hai la minima idea di quanto io possa essere spietato, padre >> pronunciò quella parola con un verso di disprezzo << Spero di renderti orgoglioso. >>
Vader sorrise a sua volta dietro la maschera, poi puntò la lama in direzione del figlio. In lui, cominciò a turbinare un sentimento familiare... l’anticipazione della battaglia, quella sete di sangue che accompagnava molti guerrieri alla prospettiva di uno scontro imminente.
<< Quindi è così? >> domandò, beffardo << Mi hai attirato fin qui per distruggermi, Baelfire? >>
 L’espressione dell’adolescente si fece seria e determinata. << Farò quello che devo. >>
<< Allora morirai. >>
Presero a muoversi in cerchio, studiandosi a vicenda. L’istante dopo, l’Oscuro Signore dei Sith balzò verso il figlio a tutta velocità... e le loro lame s’incontrarono a mezz’aria,  generando un’esplosione di luce.
Attorno a loro, si sollevarono venti e nubi di polvere, mentre il contraccolpo dell’attacco incrinava il terreno sottostante. Il Lato Oscuro ringhiò, il metallo degli AT-AT cominciò a deformarsi, e addirittura le nubi sopra la coppia presero a raccogliersi in una specie di vortice, attirate dall’energia rilasciata dallo stallo.
Fire strinse i denti, facendo appello a tutta la forza fisica che aveva in corpo per contrastare la carica avversaria, mentre le braccia di Darth Vader spingevano verso il basso nel tentativo di guadagnare un vantaggio.
Poi, ci fu un lampo sanguigno negli occhi dell’adolescente: immediatamente, la sua ombra prese a contorcersi e avvilupparsi in tentacoli oscuri che si scagliarono contro il guerriero nero, sferzando e sibilando come delle fruste. Egli retrocesse per distruggerle con un solo colpo della lama scarlatta, ma fu comunque spinto all’indietro, interrompendo quel metaforico tiro alla fune.
Fire ne approfittò immediatamente: corse verso di lui con le spade stagliate di lato e menò un fendente rotante. Vader lo parò con un semplice gesto, e poi vibrò un affondo non appena il giovane scese a terra, sbilanciandolo; quindi colpì una seconda volta, ma il Time Warrior evitò l’assalto e contrattaccò innalzando le lame dal basso verso l’alto.
Scintille verdi e rosse svolazzarono attorno alla coppia, quando i due laser presero a cozzare gli uni contro gli altri, incrociandosi a mezz’aria.
<< Sei diventato più forte >> commentò l’Oscuro Signore in tono di burbera approvazione.
<< Ho solo abbandonato la paura >> rispose l’adolescente, un’espressione profondamente concentrata, deciso a non farsi sopraffare << Non temo il Lato Oscuro. >>
<< Lo vedremo. >>
Il Sith mosse la mano in avanti, e con un’ondata di Forza lo sbalzò via; il dampiro fece una capriola in aria e atterrò perfettamente in piedi, ma fu presto costretto a reagire mentre l’avversario lo bersagliava di colpi, cercando di perforare le sue difese. Riuscì a bloccare l’ultimo affondo per il rotto della cuffia!
<< Ti illudi se pensi che le tue azioni avranno delle conseguenze >> sibilò Vader << Senza il mio aiuto, i tuoi amici periranno, e della Ribellione non resteranno altro che brandelli. I vostri nomi saranno dimenticati negli annali di Battleground, nient’altro che un minuscolo intoppo alla prosperità dell’Impero! >>
<< Ma se ti sconfiggo… >> ansimò il giovane << forse avremo una possibilità. È tutto quello che mi serve! >>
<< Sei più stolto di quanto pensassi, se credi di potermi affrontare da solo. >>
Contro ogni aspettativa, Fire gli sorrise, mostrandogli i canini. << Lo so. >>
All’improvviso, qualcosa calò dall’alto: una lama argentata. Scintillò nell’aria e si abbatté contro il casco del Signore Oscuro.
Nell’aria risuonò un forte schiocco metallico. Il dolore offuscò brevemente i sensi del guerriero nero, che colto di sorpresa balzò rapidamente all’indietro.
Quando si voltò, incontrò gli occhi vermigli dell’ultima persona che si aspettava di vedere. Non un ribelle, non uno dei guerrieri con cui suo figlio aveva dato battaglia all’Impero... bensì Shen Feng, uno degli alleati più fedeli del Maestro.
<< Vedo che sei ancora vivo >> ringhiò il Sith, mentre avvertiva una rabbia familiare ribollirgli dentro << Perché mi hai attaccato? Entrambi siamo seguaci devoti dell’Impero... a meno che... >>
Il suo sguardo tornò su Fire, le cui labbra erano arricciate da un sorriso. Allora la rabbia del guerriero nero cominciò a crescere, mescolandosi con la consapevolezza di ciò che stava realmente accadendo.
<< Tu... ti sei alleato con la Ribellione. >>
Le mani gli si strinsero ancora più saldamente alla spada laser.
<< Ti ho sempre considerato nient’altro che un inutile omuncolo, governatore, ma mai avrei creduto che ti saresti abbassato a tanto! Questo è tradimento! >>
<< No, Vader… è vendetta! >>
Shen fece roteare la lancia e gliela puntò contro, gli occhi brillanti di riflessi rubino. Allo stesso tempo, il ragazzo dai capelli verdi si posizionò dall’altro lato, così da circondare l’avversario.
<< Non ho niente da spartire con i vermi ribelli! Voglio solo portare a termine quello che mi ero già prefissato! Credevi davvero che non ne avessi il fegato? Dopo il dono che mi hai fatto, ora so che ne varrà la pena. >>
Le labbra gli si arricciarono in un sorriso folle e sanguinario.
<< Tuo figlio ti odia così tanto che preferisce unirsi a me per ucciderti, piuttosto che seguirti! Hai fallito nell’uccidere Logan, ma sei riuscito lo stesso a fare ciò a cui più anelavo… lo hai messo contro di te! E ora, morirai sapendo che mi ha offerto la sua vita, pur di annientarti! >>
Così dicendo si abbatté contro il guerriero in un affondo che venne prontamente parato dal Sith in una pioggia di scintille rosse.
<< Ora un aiutino mi farebbe comodo, piccolo schiavo >> sibilò il governatore.
Fire strinse i denti, e per un istante provò l’intenso desiderio di scagliarsi contro l’albino per dissanguarlo.
“Non ho alcuna intenzione di morire per te, bastardo. Ho fatto un’altra promessa, che conta ben più della tua!” pensò, frustrato.
Sarebbe tornato dai suoi cari. Da Rowlet, Accelerator, Last Order, il Dottore e Thor. Per questo non poteva permettersi di mandare tutto all’aria. Avrebbe fatto il suo gioco fino alla fine, se necessario.
Quel pensiero gli diede la capacità di controllarsi. Ruggì e affondò la spada laser nel mantello di suo padre, bloccandolo al suolo, e poi vibrò un colpo alla schiena con l’altra lama.
Sfortunatamente, Darth Vader non si lasciò trovare impreparato. Nonostante fosse stato sbilanciato, mosse la mano libera e fermò la seconda spada con una presa telecinetica, poco prima che questa potesse affondargli nella corazza.
I suoi occhi parvero dardeggiare oltre le lenti vermiglie della maschera, due pozzi di lava ricolmi di odio.
<< Quindi è davvero così che volete giocarvela? >> ringhiò, attraverso il respiratore << Molto bene. Combattete insieme... cadrete insieme! >>
A quell’urlo, seguì una spinta invisibile che allontanò entrambi gli avversari di diversi metri. Il terreno ai piedi del Signore Oscuro cominciò a ramificarsi, mentre massi e crepe eruttavano dal suolo come nel mezzo di un sisma. Nubi di polveri e detriti si levarono al cielo, ed ecco che lampi di luce illuminarono le nubi sovrastanti.
<< Folli! Credete di potermi sconfiggermi? Io sono Darth Vader, l’ultimo dei Sith! Il braccio destro dell’essere più potente dell’universo, colui che ha conquistato più mondi in suo nome di chiunque altro! Io sono la Morte, il distruttore di eserciti, il terrore dei ribelli... >>
Allungò una mano verso la coppia.
<< Io sono... la vostra fine! >>
Una scarica elettrica eruttò dalle dita del Sith, bruciando qualsiasi cosa si trovasse sul suo cammino.
Baelfire imprecò sonoramente. Conosceva fin troppo bene quell’attacco, e adesso sapeva anche come fermarlo. Prima, però, doveva rimettersi in piedi!
Si alzò con uno scatto delle gambe e vide Shen fare lo stesso. Poi quest’ultimo fece qualcosa di assolutamente inaspettato! Gli si parò davanti, con la lancia ripiegata lungo il fianco, infilandosi direttamente nella traiettoria dei fulmini della Forza diretti contro di loro.
Fire osservò sbigottito mentre quelle fruste lucenti non lo colpivano nemmeno. Semplicemente, si fermarono a mezz’aria, infrangendosi contro qualcosa di simile a una bolla invisibile.
Lentamente, le scariche si dissolsero nel nulla, svanendo come fumo nell’aria.
<< Questa “fine” non era poi così grandiosa >> sghignazzò Feng, con strafottenza << non mi ha fatto nemmeno il solletico. >>
Per la prima volta da molto tempo, Darth Vader fu lasciato senza parole nel mezzo di una battaglia. Se i suoi avversari fossero stati in grado di osservare il volto celato dalla maschera, vi avrebbero scorto un’espressione decisamente sorpresa dipinta sopra. I suoi occhi era spalancati, così come la bocca, poiché egli aveva appena assistito a qualcosa di apparentemente impossibile.
Shen Feng, un essere umano privo di poteri o della capacità di usare la Forza, era appena riuscito a contrastare una delle sue tecniche più potenti. No... aveva fatto molto di più! In qualche modo che non riusciva ancora a comprendere, il governatore aveva completamente dissolto il suo attacco prima ancora che potesse toccarlo.
Il Lato Oscuro sibilò rabbiosamente attorno all’Oscuro Signore dei Sith, come se fosse stato bruciato da qualcosa. Allora amplificò i suoi sensi... e scoprì che la Forza attorno all’albino era sbagliata. Pareva quasi un buco nero nel mezzo di quel campo energetico, come se non ne fosse minimamente toccato.
Ma questo non aveva alcun senso! Ormai da tempo, egli aveva imparato che tutti gli esseri viventi della galassia erano connessi alla Forza, anche se non erano capaci di sfruttarne il pieno potenziale.
Possibile che il governatore avesse trovato un modo per distaccarsene?
“Ora che ci penso... non ho percepito il suo agguato” realizzò, mentre cercava di mantenere la calma. In circostanze diverse, non gli sarebbe stato difficile avvertire un assalto a sorpresa... eppure, Shen era riuscito a colpirlo alle spalle!
<< Che cos’hai fatto? >> ringhiò, trattenendo a malapena la propria collera.
<< Oh, potrei dirtelo >> gongolò Shen << ma è più divertente fare QUESTO! >>
Afferrò Fire per il retro della collottola e senza tante cerimonie glielo scaraventò addosso. Il giovane, seppure colto di sorpresa, sfruttò immediatamente il moto trasmesso per spiccare un balzo con la sua agilità vampiresca, con le spade tese in avanti per eseguire un affondo.
E mentre attaccava il Sith, il governatore scartò rapidissimo di lato per portarsi alle sue spalle: la coda di pavone metallica si aprì e comincio a roteare. Subito dopo, i rubini sanguigni che si trovavano sulla punta delle piume si staccarono uno dopo l’altro, lanciandosi contro il Sith… e rivelando la loro vera natura di bombe automatizzate.
L’esplosione risultante spinse Vader in avanti, ovattandogli i sensi.
Istintivamente, creò uno scudo telecinetico per proteggersi dall’assalto del figlio, le cui lame si conficcarono nella protezione in un turbinio di scintille. Allora il guerriero nero menò un rapido fendente con la propria spada, nel tentativo di intercettarlo... ma fu costretto a deviare il colpo all’ultimo secondo, così da parare l’arma di Feng.
Gli occhi del Sith si mossero da un avversario all’altro. Il tempo sembrò rallentare attorno ai tre combattenti, su cui calò uno strano silenzio. La battaglia che infuriava poco distante divenne solo rumore  di fondo, sepolto sotto anni di odio e inimicizia che aspettavano solo di esplodere in quel breve attimo dell’eternità.
Poi, lo scontro riprese.
La spada laser di Vader disegnò un arco vermiglio, scontrandosi con la lama di Shen. Un fiume di scintille illuminò il volto del governatore, il cui sorriso si era fatto molto più selvaggio e sanguinario.
Al contempo, il Sith mosse la mano libera e liberò un torrente di fulmini su Fire, che subito incrociò ambe le lame di fronte a sé per parare il colpo.
L’aria si tinse di elettricità statica, il terreno riprese a crepare sotto i loro piedi, ed ecco che altri tuoni rimbombarono sopra le loro teste. L’istante dopo, Vader mosse appena un dito e un pezzo di AT-AT volò dritto addosso al giovane arciere, mandandolo a terra.
Il Sith approfittò subito del vantaggio, concentrandosi su Shen. Rapido, sollevò la spada e la abbatté con forza sulla lama del governatore, costringendolo in ginocchio.
<< Te lo chiederò ancora una volta >> gli ringhiò in faccia << Come sei riuscito a isolarti dalla Forza?! Rispondi! >>
<< Va’ all’inferno, borioso bastardo >> gli sputò l’albino in risposta << Mi hai portato via tutto… non mi porterai via la soddisfazione di vedere i tuoi poteri inutili contro di me, e la tua impotenza di fronte a questo! >>
La sua mente vagò brevemente a pochi minuti prima, quando lui e Baelfire si stavano ancora preparando per lo scontro.

<< Bene >> dichiarò Shen, mentre batteva ambe le mani in un sonoro rintocco << a questo punto, dobbiamo solo decidere il modo più corretto per agire. Converrai con me, passerotto, che un agguato è decisamente il metodo più appropriato per sperare di avere qualche possibilità contro il tuo papino. >>
<< Scherzi, vero? >> ribatté immediatamente Fire << Non puoi tendergli un’imboscata! >>
<< Oh, e perché non posso, piccolo schiavo? È un’azione troppo immorale e disonorevole per te, anche se il bersaglio è Vader? >>
<< Piantala >> lo rimbeccò l’ex Vigilante << Ti credevo più intelligente di così. Ha la Forza! Ciò significa che è in grado di percepire la tua presenza anche da una distanza considerevole. Non puoi letteralmente prenderlo di sorpresa! >>
L’albino fece un verso sprezzante. Tacque per qualche secondo, poi sbuffò ed estrasse qualcosa da sotto il colletto del suo hanfu: una fiala ricolma di un misterioso liquido trasparente.
<< Questo mi consentirà di farlo >> affermò <<< Una volta bevuto, sarò immune alla Forza per circa un’ora. È un tempo miserevole, ma dovremo farcelo bastare. Comunque, non mi vedrà  arrivare. >>
<< Mi prendi in giro? >> Baelfire fissò l’uomo e la boccetta con gli occhi sgranati.  << Non ho mai sentito parlare di una cosa simile, nemmeno dai ribelli. Che diavolo è? >>
<< Un siero di mia creazione, ricavato dall’Ysalamir >> spiegò il governatore << Un rettile leggendario proveniente dall’universo di Vader. Durante i miei viaggi per la Galassia, quando ero alla ricerca di un metodo per ucciderlo, trovai questa lucertola ai margini di un pianeta remoto e oltremodo sconosciuto delle regioni esterne di Battleground. I margini stessi dello Scisma! Lo riconobbi dalle descrizioni di alcuni vecchi libri sulla Forza, detenuti nella libreria personale del Maestro assieme a molti altri tomi di origine ignota. >>
<< Quindi quel pazzo colleziona pure libri?  >> sbuffò l'adolescente << Suppongo che anche i dittatori abbiano bisogno di qualche hobby. >>
<< E fortunatamente, uno che scelse di condividere con me >> replicò Shen, con un sorrisetto << Anche io ho sempre amato la lettura! Ad ogni modo, riuscii a catturare lo Ysalamir e cominciai a studiarlo. Scoprii che poteva annullare i poteri esper entro un raggio di almeno un metro, e poi, quando entrai in possesso del tuo sangue, confermai che poteva fare lo stesso con la Forza! >>
Scrollò le spalle.
<< Ma naturalmente, non sarebbe stato pratico combattere con una lucertola avvinghiata al corpo. Così, ho tentato di sintetizzare gli effetti della sua misteriosa abilità producendo un siero dalle sue carni. Questa sostanza… >> continuò, sollevando la fiala << è il risultato di quegli sforzi, ma i suoi effetti dureranno solo fino a quando il corpo non l’avrà digerita. Inizialmente volevo usarla per combatterti… ma credo che la riserverò per tuo padre. >>
Ancora una volta, i suoi occhi vermigli incontrarono quelli del dampiro.
<< Adesso non abbiamo altra scelta se non quella di sperimentare ancora una volta. >>
 
E fortunatamente, il loro azzardo si era rivelato vincente.
La ruota metallica continuò a snodarsi e srotolarsi, attaccando il guerriero con movimenti atti al solo scopo di ferirlo o infilzarlo. Il metallo si scontrò ancora una volta con la spada laser, sprigionando l’ennesima pioggia di scintille vaganti.
Gli occhi vermigli del governatore si specchiarono nelle lenti del suo avversario, le cui iridi gialle sembrarono dardeggiare nella penombra, come luccicanti di una propria luce. Eppure, nessuno dei due osò tirarsi indietro, quasi fossero collegati da nastri invisibili pregni di odio e ostilità.
Vader ringhiò, mentre faceva pressione sulle braccia. Al contempo, Shen lanciò un urlo collerico e spinse in avanti la ruota, nel tentativo di superare le difese dell’avversario.
A un certo punto, il Signore Oscuro scartò di lato e lo superò con un balzo, portandosi alle sue spalle. L’uomo si voltò rapido, aspettandosi un contrattacco... eppure, scoprì che lo spadaccino era atterrato ad almeno una decina di passi dalla sua posizione.
<< Non sei cambiato per nulla, Shen >> sputò attraverso il respiratore << Dai sempre la colpa a tutti, meno che a te stesso. Lada non ti ha mai amato... perché nel profondo, la disgustavi. Eri solo una creatura debole e patetica, di cui era diventata amica unicamente per pietà. I tuoi genitori? Ti odiavano per lo stesso motivo! Il Maestro? Ti ha reso un pastore glorificato, consapevole che non saresti mai riuscito a raggiungere il mio livello. >>
La mano del Sith si sollevò in aria.
<< Ed è per questo che perderai... SEMPRE! >>
L’arto sbatté violentemente al suolo, sprigionando un contraccolpo telecinetico. Così facendo, aprì un grosso squarcio attraverso la terra, che cominciò a propagarsi verso l'albino.
Poi, si bloccò di colpo, come contrastata da una forza invisibile diametralmente opposta. All’improvviso, un urlo di pura furia squarciò l’aria. Proveniva alle spalle del Signore dei Sith!
Vader si sentì strattonare per il mantello e venne scagliato via, schiantandosi contro una delle carcasse di metallo. Come un’ombra, Baelfire gli fu addosso e lo afferrò a mani nude, le armi rinfoderate, poi cominciò a sbatterlo al suolo, ancora e ancora.
I suoi occhi erano due rubini rossi, la sclera nera come la notte, i canini sporgenti.
<< TU 
– CREDI – DI – ESSERE – MIGLIORE!? >> tuonò, sottolineando ogni parola con un urto, finché non snudò gli artigli di una mano e gli rifilò un’artigliata feroce, facendolo di nuovo cadere a terra << SIETE UGUALI, TUTTI E DUE! >>
Fire prese ad avanzare verso di lui, gli artigli tesi e una rabbia sanguinaria nello sguardo.
<< Mia madre vi ha lasciati entrambi! Ha lasciato anche te! >> sibilò, assottigliando sempre di più le pupille << È passata alla Ribellione per portarmi via da te! Tu che continui a servire come un cane al guinzaglio la persona che ha ordito il suo assassinio! Tu che vuoi usarmi e decidere della mia vita! Anche se fosse ancora viva… cosa ti fa pensare che vorrebbe avere ancora a che fare con te!? >>
Vader sentì la rabbia crescere ad ogni parola pronunciata dal figlio. Il Lato Oscuro turbinò attorno a lui come una tempesta indomita, ringhiando e sibilando. E per la prima volta dalla morte della moglie... il Sith si ritrovò incapace di frenarlo.
“Come osa? Come... OSA?!”
In quel momento, dimenticò qualsiasi proposito sulla sua missione. Il Maestro gli aveva ordinato di recuperare Fire, vivo e incolume... ma la collera che sentiva in corpo era troppo grande.
Prima che il Time Warrior potesse scagliare l’ennesimo colpo, ecco che viticci invisibili si avvinghiarono stretti alle sue mani, costringendolo a interrompere l’assalto.
<< Ragazzo impudente! >> urlò Vader, mentre lo sollevava con la Forza << Sei stato tu a costringerla a lasciarmi! Tu le hai avvelenato la mente... con la tua sola esistenza! >>
Lo sbatté violentemente al suolo, suscitando un gemito sofferente. Il sangue sgorgò dalla bocca del ragazzo, ma il suo nemico non ci fece neppure caso.
<< Ti ho dato la possibilità di fare ammenda... e tu hai deciso di sputarmi in faccia! >>
Prima che Fire potesse reagire, il Sith ripeté l’azione una seconda volta, generando un impronta nel terreno che corrispondeva alla sagoma del figlio.
<< Sei un errore! >> continuò Vader, mentre cominciava a stringere la presa << Una malattia che avvelena tutto ciò che tocca...! >>
<< Su questo la pensiamo allo stesso modo! >>
L’Oscuro Signore ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi... prima che qualcosa lo colpisse all’elmo, facendogli mollare la presa. Quando recuperò l’equilibrio, ancora una volta si ritrovò a fissare gli occhi vermigli e familiari di Shen, il volto ricoperto di sporcizia e sangue.
<< Ma tu non puoi biasimare altri che te stesso! Sei stato tu a infettarla! Sei la radice di ogni suo male possibile! >>
L’albino lo bersagliò di rapidissimi colpi vibrati con la lancia, cercando di approfittare dei punti più vulnerabili: le ferite lasciate dagli artigli e dai pugni del dampiro.
<< Per questo, so che riuscivi a sentirti degno di Lada solo sminuendomi! >> sibilò l’uomo, la lama su quella del suo avversario << Perché sai che solo io l’ho avuta veramente! Quei teneri momenti, ciò che ti ha sempre dato… spettava a me! Sei sempre stato solo un ripiego, Vader… proprio come per tuo figlio! >>
Vader grugnì dolorante, avvertendo le lame che gli perforavano le carni. Se non fosse stato per l’armatura, quasi sicuramente avrebbero colpito un punto vitale, ma quella consapevolezza servì solo ad accrescere la sua collera.
<< È questo... che continui a ripeterti? >> ringhiò, ignorando il sangue che cominciò a gocciolargli sugli stivali << Questa fantasia contorta... è ciò che ti racconti per andare avanti? Per svegliarti ogni giorno senza l’impellente desiderio di porre fine alla tua inutile vita?! >>
Fu allora che accadde qualcosa di decisamente inaspettato. Vader disattivò la spada laser... e le sue mani scattarono in avanti, afferrando ambo i polsi dell’avversario in una presa ferrea.
<< Allora... permettimi di SPEZZARE questa illusione! >>
Cominciò a stringere, mentre gli occhi del governatore si spalancavano impanicati. Intuendo cosa il nemico stesse cercando di fare, cercò di contrastare quella morsa ferrea, senza successo.
<< Credi davvero che sia sopravvissuto tanto a lungo usando solo la Forza? >> ringhiò il Sith, aumentando l’intensità della presa con ogni secondo che passava << In un mondo pieno di così tanti nemici e poteri... pensi che non abbia mai contemplato l’idea che un giorno qualcuno sarebbe stato capace di superare le mie abilità?! >>
La lancia gli cadde di mano, finendo a terra con un tonfo sordo. Shen urlò di rabbia e dolore: poteva sentire chiaramente i suoi muscoli che si strappavano, come corde tese fino allo stremo.
<< Ho allenato il mio corpo da quando ero solo un bambino! >> continuò il Sith, beandosi della sofferenza del suo avversario << Non ho bisogno dei miei poteri per uccidere un miserabile come te! Ho aspettato così a lungo un’occasione simile! >>
<< Purtroppo temo che dovrai aspettare ancora un po’! >>
Un lampo verde calò dall’alto e la spada laser di Fire si abbatté in mezzo a loro, liberando un’onda d’urto che li scaraventò in direzione opposte.
Il ragazzo sorresse la spada con entrambe le mani, puntandola in direzione di Vader.
<< È tutto qui quello che sai fare? Credevi non sapessi sopportare le sferzate d’amore di mio padre!? >> esclamò, con velenoso sarcasmo.
Il Sith si limitò a richiamare la propria spada laser, poi cominciò a camminare attorno alla coppia di avversari, come un cacciatore pronto a balzare sulla sua prossima preda al minimo accenno di debolezza.
<< Hai ritrovato il tuo vigore >> disse, con voce molto più cordiale << ma il punto debole... è sempre lo stesso. Nonostante la tua forza, hai appena perso un vantaggio considerevole. >>
Indicò la figura dolorante di Shen, che lo guardava con occhi ribollenti di furia.
<< Avete avuto la vostra occasione di affrontarmi insieme, ma siete riusciti a sprecarla. Davvero pensavate di potermi sconfiggere, solo perché eravate in due? Ho affrontato avversari molto più potenti di entrambi, e in circostanze di gran lunga più ostiche. I vostri sforzi sono stati lodevoli e certamente degni, ve lo concedo... ma inutili. Quindi ora hai una scelta, figlio mio: puoi morire... o fare ciò che progettavi di fare dal momento in cui ti sei alleato con questa feccia. >>
Colto sul fatto. Fire esitò, mentre le dita sull’elsa di metallo gli tremavano convulsamente. Entrambi rimasero a scrutarsi per quasi un minuto buono, sotto lo sguardo vigile di Feng.
<< Dannazione, ragazzino! >> sibilò quest’ultimo, cercando di risollevarsi sulle ginocchia << Non adesso! Non è il momento di farsi fuorviare! >>
<< Temo che non esista momento più adatto, governatore >> lo interruppe Vader, sogghignando da dietro la maschera << Perché non gli riveli la verità, Baelfire? Di come non hai mai avuto intenzione di rispettare il vostro accordo... e di come saresti stato pronto a tradirlo, subito dopo avermi sconfitto? Una strategia degna di un Sith... degna della mia progenie! Hai fatto appello ai desideri e alle debolezze del tuo avversario, trasformandolo da nemico ad alleato... ma solo per promuovere i tuoi scopi. Perché sapevi che lo avresti ucciso nell’istante in cui non ti sarebbe stato più utile! Un piano certamente astuto... ma a conti fatti, fin troppo miope. >>
Il volto dell’albino divenne di pietra, mentre un sorriso costernato gli deformava le labbra. << Ma certo. Avrei dovuto calcolarlo… >> La voce gli si spense in un sussurro.
<< Vai al diavolo! Andate al diavolo tutti e due! >> sbottò l’adolescente, mentre volente o nolente, l’ira gli cresceva in corpo << Perché non mi uccidi e basta, Vader!? Hai già tentato di farlo due volte! Hai ammesso che lo avresti fatto! Perché ti ostini a risparmiarmi? Non ti ho ancora irritato a sufficienza!? All’improvviso non sono più un errore che ti ha portato via Lada!? >>
Il Signore Oscuro esitò a rispondere, ma non distolse mai lo sguardo da quello del ragazzo.
<< ...ammetto che le mie parole sono state... eccessive >> disse, con quel suo tono di voce impassibile << A volte, la mia sete di sangue può avere la meglio sul mio buon senso. Non avevo alcuna intenzione di turbarti, e di questo mi scuso profondamente. >>
Allungò una mano e la tenne aperta, come se gli stesse offrendo qualcosa.
<< Ma ora ho la possibilità di farmi perdonare. Ecco il mio dono per te, figliolo! Il tuo nemico giurato, proprio lì, accanto a te... incapace di difendersi. Alla tua portata! >>
La mano si spostò in direzione di Shen.
<< Colui che ha tormentato gli abitanti di Gongmen da quando ne hai memoria. Che ti ha braccato e torturato, gioendo della tua sofferenza... colui che ha causato la morte di Qrow Brawen, l’uomo che si è sacrificato per salvarti dalla sua prigione... >>
Dietro la maschera, la bocca di Vader si arricciò in un sorriso tutto denti, mentre aggiungeva: << Colui... che ha ucciso il tuo prezioso Logan Royston a sangue freddo, come se fosse una misera bestia. >>
Un urlo di rabbia uscì dalla bocca del giovane, i cui occhi si illuminarono di verde.
Un’esplosione di luce scaturì dal suo corpo, costringendo sia il Sith che Shen a chiudere momentaneamente gli occhi.
Quando Vader riuscì a volgere lo sguardo verso di lui, lo osservò ansimare e tremare, gli artigli conficcati nelle braccia incrociate, nel vano tentativo di calmarsi, di resistere all’angoscia e all’odio che lo stavano attraversando in quel momento. L’aura verde gli si accumulò attorno alle dita, sprizzando scintille, come la lama laser giacente ai suoi piedi.
<< Non resistere a ciò che provi, figlio >> disse il Sith << Sarebbe solo doloroso. >>
Inclinò la testa, scrutandolo.
<< Sì... il tuo potenziale per il Lato Oscuro non è poi così diverso dal mio. Ti sei già macchiato del sangue di un altro essere senziente, dico bene? Uno dei soldati di Megatron… >>
Il suo tono baritonale sembrava più mellifluo, oscenamente comprensivo e accomodante.
<< Naturalmente, uccidere non include sempre l’uso del Lato Oscuro. Se così fosse, fin troppi Jedi sarebbero caduti negli annali del mio universo, quando costretti a sacrificare la vita dei pochi per proteggere quella dei molti. È l’intenzione con cui si compie l’atto a nutrire gli aspetti più famelici della Forza! La rabbia, la passione... l’odio! E tu, figlio mio... hai sicuramente ucciso per odio. >>
<< Ti sbagli! >>
Ma per un istante, solo per un istante, ci fu un lampo di sconcerto ed esitazione negli occhi del giovane, sufficiente da permettere a Vader di tirarlo a sé con la Forza
Fire cercò di resistere, invano. Venne trascinato e schiacciato a terra, in ginocchio, mentre l’Oscuro Signore incombeva su di lui.
<< I tuoi pensieri ti tradiscono >> dichiarò il guerriero nero, con una punta di gongolamento nella voce << Hai ceduto! Per un istante… ma per quelli come noi, a volte basta solo questo. >>
<< Mi stavo difendendo! >> sibilò il giovane, rifilandogli uno sguardo di sfida << Non avevo alcuna intenzione di finire nelle mani del tuo Maestro! >>
<< Così come non avevi intenzione di ingannare il tuo più recente alleato? >> ribatté il Sith, beffardo, inclinando la testa con aria quasi contemplativa. << È questa l’emozione che gli altri genitori definiscono... orgoglio? >>
<< No… no! >>
Il resto della conversazione, per Lord Shen, si perse nel ronzio che aveva nella testa. Concentrandosi intensamente per ignorare il dolore, riuscì ad alzarsi, ma l’equilibrio era precario, tanto che dovette sostenersi usando le piume della coda. Provò a muovere un passo, poi un altro, e un altro ancora… e prima di potersene rendere conto, stava cercando di mettere più distanza possibile fra sé e quella dannata scena.
Fu un grave errore. Baelfire sussultò e girò la testa di scatto, verso la sua direzione.
Una serie di emozioni presero a scorrergli sul viso: tormento, incredulità, stupore, disgusto e infine rabbia.
Ecco che l’albino si ritrovò la strada sbarrata dalla lama ronzante dell’adolescente, la punta ferma ad un centimetro dalla sua gola. Si era mosso così repentinamente che il governatore non l’aveva neppure udita arrivare!
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, quello del giovane l’avrebbe ridotto in cenere: mai aveva visto una tale furia divampare in quelle iride, ora dardeggianti di giallo.
<< Sarai anche immune alla Forza, ma posso ancora sentire i tuoi miserabili passi! Sei un vigliacco! >> ringhiò, tremante di puro furore << Tiranno! Bugiardo! Assassino! >>
Il governatore non rispose. Si limitò a sostenere lo sguardo del giovane, mentre i brividi lo attraversavano da capo e piedi senza che potesse frenarli.
<< Bene >> disse Darth Vader, mentre cominciava ad avvicinarsi al figlio << bene! Lascia che l’odio scorra dentro di te. Dai sfogo alla tua rabbia! Lui ti ha ferito, Fire... ha ucciso la persona più importante della tua vita, colui che ti ha cresciuto sin da quando eri solo un infante. Se lo merita... >>
Adesso, il Signore dei Sith era praticamente alle spalle del ragazzo, e ancora una volta Shen si ritrovò a fissare la propria immagine riflessa nelle lenti vermiglie della sua maschera scheletrica.
<< Abbattilo con tutto il tuo odio... >> continuò l’oscuro guerriero, una mano poggiata sulla spalla del figlio << e potrai finalmente vendicare Logan Royston. Devi solo stringere la presa... ancora un po’... >>
<< Tu, miserabile bastar-… >> sputò l’albino contro Vader, ma all’improvviso, udì un fruscio provenire dalle proprie spalle: oscuri viticci si materializzarono dalla sua stessa ombra e gli si strinsero attorno agli arti, trascinandolo indietro.
Poi, Fire tese la mano… e sollevò un detrito di AT-AT, contro cui inchiodò la schiena dell’uomo.
<< Sai cosa sogna da sempre lo schiavo, Shen? >>
Si avvicinò molto lentamente, trascinando la punta del laser lungo il terreno, bruciando il terriccio mentre avanzava. Mostrò un’espressione implacabile, crudele, quando si fermò per osservare il suo avversario impotente e intrappolato nella sua presa.
<< Lo schiavo sogna di essere il padrone. >>
<< È così... figlio mio >> sussurrò Vader, con la maschera a soli pochi centimetri dall’orecchio del ragazzo, la voce densa di orgoglio << Liberati. Liberati dalle catene di questa feccia. Fallo per te stesso, per coloro che hanno dato la vita per aiutarti... per Logan. >>
Lentamente, la mano del Sith si mosse lungo il braccio teso di Fire, fino a raggiungere quella del ragazzo.
<< Sei pronto, Baelfire? Sei pronto... a diventare un dio tra i mortali? >>
<< Sì... padre. >>
Un guizzo verde, uno scatto in avanti… e conficcò la lama laser nel metallo, accanto al volto della sua vittima. Feng sussultò quando la vide ronzargli così vicino, al punto da poterne sentire il calore: l’aveva mancato?
La risatina maligna e beffarda dell’adolescente negò completamente quella possibilità. Si stava prendendo gioco di lui, del suo terrore e del suo divincolarsi inerme.
<< Non avrai davvero pensato che l’avrei reso così semplice? >> sogghignò, ritraendo l’arma con un gesto fluido e riponendola spenta alla propria cintura.
Shen cercò di mettere su un’espressione impassibile e di tenere la voce ferma. << Hai paura di sporcarti le mani usando il tuo nuovo giocattolo? >>
 << Non mi serve la spada laser per ucciderti, verme. Sarebbe fin troppo delicata per te. >>
Con una mano, il dampiro gli strinse una spalla per immobilizzarlo, e con l’altra gli afferrò i capelli curandosi di graffiare la pelle con gli artigli; gli strattonò il capo all’indietro, esponendo in maniera pericolosamente vulnerabile la sua gola.
<< Voglio vederti sporco di sangue. >>
Dietro la maschera, il sorriso di Darth Vader continuò ad allargarsi sempre di più, mentre avvertiva il Lato Oscuro turbinare attorno alla figura del figlio, sempre più famelico alla prospettiva del suo primo pasto di sangue.
<< Saziati della sua morte, Fire >> disse con voce sibilante << Reclama il lascito di tuo padre... e quello di tua madre. Diventa ciò che eri sempre destinato ad essere! Fallo! >>
Il giovane dischiuse le labbra in un ghigno. I canini appuntiti si fecero più sporgenti, minacciosi e affilati come dei grossi aghi, accompagnati da un’espressione di pregustazione: lo sguardo di un predatore.
Shen Feng sapeva che la sua ora era scoccata. 
E adesso, solo adesso, era in grado di ammettere a se stesso di aver desiderato che accadesse, e che tutto ciò che aveva fatto l’aveva infine rovinato con le sue stesse mani. Per questo non aveva avuto il lusso di scegliere come morire.
Vide il volto sfigurato del ragazzo calare sul suo collo, l’esatto corrispettivo di un leone deciso ad azzannare la giugulare della preda. Chiuse gli occhi e si abbandonò docilmente, rinfrancandosi nella sola miserabile speranza che, per quanto sarebbe stato lento e doloroso, alla fine sarebbe comunque finito.
Finché…
Avvertì gli artigli liberargli i capelli, poi un verso strozzato e il rumore stridente del metallo che veniva intaccato. Assolutamente confuso e colto di sorpresa, aprì gli occhi e guardò accanto a sé, dove percepiva il respiro ansimante del suo nemico.
Baelfire si era morso il suo stesso polso, sporcandosi le labbra del proprio sangue; rantolando di dolore e graffiando ancora il metallo con gli artigli, si ritrasse di qualche metro, sputando sonoramente per terra uno spruzzo scarlatto.
Lentamente, sollevò lo sguardo verso il governatore.
C’era una luce diversa in quegli occhi fiammeggianti, una nuova consapevolezza: la rabbia e l'odio non se n’erano andati. Erano solo… sotto controllo, in armonia con le altre emozioni. Shen, suo malgrado, riconobbe quell’espressione, perché era la stessa che aveva odiato con tutto se stesso quando gliel’aveva vista manifestare per la prima volta: pietà e pena. Non c’era più il disgusto, solo un rammarico e un’amarezza incalcolabili, scaturiti dalla pura e semplice compassione.
Poi, il ragazzo prese un respiro profondo, prima di girarsi verso Darth Vader, lo sguardo truce e determinato.
<< Non diventerò… un mostro come te! >>
Puntò entrambe le mani verso di lui, illuminandole di energia. Il pezzo di metallo con cui aveva intrappolato l’albino fu liberato dai tentacoli d’ombra, poi scagliato dritto contro l’Oscuro Signore dei Sith.
Questi, tuttavia, si limitò a muovere una mano, scaraventandolo da parte. E prima che Fire avesse il tempo di riprendere l’assalto, ecco che una presa telecinetica lo afferrò alla gola, sollevandolo da terra e trascinandolo fino al guerriero nero.
Mentre l’aria cominciava a lasciargli i polmoni, il ragazzo avvertì la rabbia nuda e cruda che ribolliva nel genitore... così intensa da fargli male alla testa, come se si trovasse alla presenza di una forza schiacciante e dirompente.
<< Sei una tale delusione >> ringhiò Vader, prima che le ottiche della sua maschera si posassero su Feng << Molto bene. Se non vuoi porre fine alla sua vita, allora... dovrò occuparmene da solo! >>
E non appena il Sith ebbe pronunciato tali parole, ecco che la sua spada laser volò come un fulmine verso l’albino. Questi ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi... mentre la lama vermiglia dell’arma gli si conficcava nello stomaco, illuminando il suo corpo di rosso.
Sgranò gli occhi e vomitò sangue, prima di crollare supino.
<< No! >> rantolò Fire, divincolandosi animatamente. Poi, concentrò una grande quantità di energia psiconica nei palmi e scagliò un potente raggio contro il guerriero nero, allontanandolo in una scia infuocata.
Crollò sulle ginocchia, ansimando per ritrovare il fiato, poi arrancò verso il corpo del governatore. Lo vide respirare a stento, la fronte madida di sudore e il sangue che scorreva a fiotti dalle labbra, mentre l’arma infernale svettava dal suo corpo, inchiodandolo al suolo e facendolo fremere di dolore.
<< Baelfire… stupido, dannato eroe… >>
In quell’istante, i suoi occhi incontrarono quelli dell’adolescente, con un’espressione che diventava sempre più vitrea e confusa, la voce roca e fioca ridotta a un gemito.
<< Perché… non mi hai ucciso...? >>
Il ragazzo lo soppesò dall’alto verso il basso, con un’espressione apparentemente impassibile. Non era felice dello spettacolo che stava osservando, ma al tempo stesso non sentiva alcun dispiacere.
<< Volevo farlo dopo aver concluso la nostra alleanza >> ammise << Proprio come, sicuramente, avevi pianificato anche tu. Ma non sarebbe stato per vendetta. Non volevo un'esecuzione. >> Scosse la testa. << Se ti avessi ucciso in preda al Lato Oscuro… so che la mia caduta sarebbe stata inevitabile. Ho scelto di non rovinarmi la vita. Ho scelto di agire per ciò che è giusto, in nome di Logan e di tutti coloro che amo. >>
Tese la mano, afferrando saldamente l’elsa della spada del Sith.
<< Meriti di morire >> mormorò, inflessibile << ma so che mio padre non avrebbe voluto che accadesse così. E in fondo, non lo voglio nemmeno io. >>
Premette il pulsante e spense lentamente la lama, per poi scagliare via l’arma. Shen tossì sonoramente, premendosi il palmo sulla bruciatura che ora svettava sul suo ventre.
A dispetto delle sue orrende condizioni, l’albino riuscì a regalargli un sorriso esausto, lordo di sangue. << Nessun... ripensamento? >>
<< No >> ribatté con sicurezza il giovane, scuotendo sonoramente il capo << ho fatto la mia scelta. Ma rimani comunque il bastardo che mi ha rovinato la vita. Non sono tenuto a salvarti. >>
Con un’ondata telecinetica, attirò nelle proprie mani la fidata lancia del governatore, che così fedelmente l’aveva servito per molti anni. Dignitosamente, quasi stesse eseguendo un gesto cerimoniale, gliela ripose nel palmo.
<< Questa è l’unica grazia che riceverai da me. L’hai voluto per tutto questo tempo? Allora fallo da solo. >>
Gli diede le spalle e si allontanò… giusto in tempo per accorgersi che nel punto doveva aveva lanciato l’elsa della spada laser, questa aveva preso a tremolare convulsamente. Volò via prima che potesse provare a trattenerla… poi si sentì scaraventare via.

* * *

Track: https://www.youtube.com/watch?v=Rk-h6gSocnU&t=0s
 
“Ma ogni fottuto scagnozzo del Joker ha la sua droga personale?!”
Fu questo il pensiero che continuava a martellare la mente di Emil, mentre tentava di mantenersi in equilibrio sulle spire di Jormungandr.
Dopo la comparsa della titanica serpe, anche lui e il resto del team JEKP erano stati costretti ad abbandonare il suolo per scampare all’immenso corpo della creatura, presto seguiti dalla banda del Joker. Lo Spaventapasseri e Harley Quinn avevano rapidamente puntato su di lui, e nell’ultimo minuto il giovane fauno si era ritrovato costretto a destreggiarsi tra i colpi di martello della donna e le granate tossiche del suo alleato, ricolme di un gas tanto pericoloso da poter rivaleggiare con quello del Principe Clown del Crimine.                                                  
Tra i due avversari, il folle psichiatra si era rivelato il più pericoloso, non solo a causa di quell’infida arma, ma anche per la sua spiccata agilità… per non parlare della falce che si era portato dietro, non poi così dissimile da quella utilizzata da Ruby.
Costretto sulla difensiva, Emil fece un rapido balzo indietro per evitare l’ennesimo affondo, mentre la maschera del supercriminale si arricciava in un sorriso maligno.
<< Puoi anche smettere di saltare, piccolo randagio >> ridacchiò freddamente << Se ti arrendi, prometto che ti lascerò tenere l’altro orecchio! >>
Il giovane fauno strinse i denti al ricordo della sua ultima menomazione. Nel mentre, Harley Quinn tentò la fortuna con un colpo alle spalle, caricando il suo gigantesco martello di Aura.
L’Haki vibrò come un campanello, avvertendo Emil dell’assalto imminente. Allora il giovane fauno fece appello alla propria semblance e si voltò rapidamente, costringendo la donna sulle scaglie di Jormungandr grazie ad una presa gravitazionale.
<< Non oggi, psicopatica >> ringhiò, gelido, prima di caricare i suoi tonfa e sparare un missile di Polvere.
Harley spalancò gli occhi impanicata e sollevò rapidamente il martello per proteggersi, ma la forza dell’impatto fu abbastanza potente da farla roteare all’indietro come una bambola di pezza.
Crane non perse tempo a contemplare la figura fumante della sua compagna di squadra, e invece lasciò divampare la propria Aura, che turbinò di un bagliore color pece.                                                                                                                        
<< Sei un porcellino d’india davvero agguerrito >> sibilò, gli occhi ora dardeggianti di un bagliore vermiglio << Mettiamo alla prova il tuo coraggio! >>
Granelli di nera pece cominciarono a roteare attorno al supercriminale… e presero la forma di una gigantesca ombra non dissimile da quella dello stesso Spventapasseri, con la bocca cucita e irta di denti aguzzi. Sembrava quasi composta da sabbia finissima, e al ragazzo rammentò subito i costrutti che Pitch Black aveva mandando contro di loro durante la visita alla magione Skywalker.
Spaventapasseri mosse il fantoccio come una specie di marionetta.
<< Ti piace la mia piccola sorpresa? >> domandò beffardo << Sono sempre stato affascinato dalla paura. Un processo chimico così elementare… eppure, fondamentale per guidare l’evoluzione nella sua totalità! >>
Il mostro agitò un braccio artigliato, costringendo Emil a retrocedere…
<< Per anni ho cercato di controllare e manipolare la paura. E confesso che alla radice di questo… c'era il desiderio di sradicare la paura per la mia vita! Lo sai che ho scoperto? Anche se è semplice attizzarla, non si può sfuggire alla paura. La paura non è un'illusione! Tu sei un mortale, senziente... destinato a morire. E il tempo è contro di te! E un giorno sarai costretto ad abbracciare la paura, per la cosa silenziosa e senza significato che è. Considerala una profezia… e considera me il profeta! >>
Il fauno alzò le mani, creando uno scudo gravitazionale appena prima che l’ombra lo afferrasse, illuminando il campo di battaglia con bagliori violacei.
<< Sono il rappresentante di una corte molto divina! >> riprese Crane << Ecco perché l’Uomo Nero in persona mi ha concesso una parte del suo magnifico dono! Perché in me aveva visto il potenziale della grandezza… e penso che i risultati parlino da soli, non credi anche tu? >>
Si rivolse ad Harley Quinn, che nonostante le ferite riportare aveva comunque trovato la forza di rimettersi in piedi.
<< Coraggio, piccola arlecchina, non lasciarmi fare tutto il lavoro! >> le urlò, e subito la donna tornò alla carica con un grido rabbioso, tenendo alto il martello.
Emil prese un rapido respiro, i sensi all’erta e pronti all’uso. Dapprima, evitò la mano artigliata dell’ombra, muovendosi tra le sue dita con passi laterali. Poi sollevo i Vuclan Tyrant per intercettare i colpi della clown, dando vita ad una canzone di clangori.
Schivata, affondo, parata… ormai, temeva che avrebbe continuato all’infinito, ma in cuor suo sapeva che stava rapidamente esaurendo le energie. E una volta raggiunto il limite, niente avrebbe impedito ai suoi avversari di fare scempio del suo corpo!
Mosse all’unisono le mani e le schiacciò verso il basso, generando un’onda gravitazionale abbastanza potente da disperdere l’ombra. Purtroppo, quella mossa si rivelò un’arma a doppio taglio.
Avvertendo il dolore causato dall’attacco, Jormungandr agitò le titaniche spire, che come gigantesche onde si solleveranno da terra. Una di queste cominciò a scivolare verso il punto in cui stavano combattendo Emil, Spaventapasseri e Harley, i cui sguardi rimasero quasi ipnotizzati alla vista di quel muro di scaglie.
La fidanzata del Joker deglutì e fece un passo indietro.
<< Sai una cosa, uomo di paglia? >> disse, ridacchiando nervosamente << Questa battaglia è tutta tua! >>
Gli occhi di Crane si spalancarono sorpresi. << Harley, non osare andartene! Io ti… >>
Ma prima che potesse anche solo allungare una mano per afferrarla, la donna si era già lanciata nella valle sottostante, e presto scomparve nella coltre di nubi e detriti sollevata da Jormungandr.
Quando le spire della serpe si scontarono, sia Emil che il suo avversario reagirono altrettanto velocemente, saltando più in alto che potevano. Ma mentre il giovane Cacciatore fece appello ad una spinta gravitazionale per darsi ulteriore slancio, Crane sfruttò la sabbia nera per creare un punto d’appoggio sotto i suoi piedi, così da poter fluttuare in tutta sicurezza sulla spira più vicina.
Entrambi ricaddero sulle scaglie del gigante, scrutandosi con occhi feroci e contemplativi al tempo stesso. Nessuno dei due avrebbe attaccato l’altro senza prima aver valutato attentamente lo stato del rispettivo avversario.
Passato quasi un minuto, entrambi conclusero che questo scontro era tutt’altro che finito.
Crane fu il primo a reagire, sfruttando la sabbia nera per realizzare una seconda falce.
<< Puoi continuare a lottare quanto ti pare, ragazzo, ma alla fine dovrai soccombere alla paura! Dimmi, quale terrore nascosto ti tiene sveglio la notte?! >> disse, prima di lanciarsi contro il fauno.
Questi evitò il primo fendente con un balzo aggraziato, ma al secondo attaccò fu costretto a rispondere con una parata dei Vulcan Tyrant.
<< Tu… parli davvero troppo! >> ringhiò, mentre tra i due avversari fluttuavano scintille.
 
Nel mentre, anche lo scontro tra James Heller e Bane si era spostato sul corpo di Jormungandr, infuriando senza esclusione di colpi.
Dicono che nessun piano sopravvive al contatto col nemico… e negli ultimi minuti, il giovane Cacciatore l'aveva scoperto sulla propria pelle. Perché nessun tipo di addestramento avrebbe mai potuto prepararlo all' inferno in cui lui e il resto dei Time Warriors erano stati catapultati, dove migliaia di vite sembravano spegnersi l’una dopo l’altra ad una velocità allarmante, quasi fossero le semplici tessere di un domino. 
E se non fosse stato attento, anche la sua vita si sarebbe presto unita a quella montagna di cadaveri già fin troppo grande! Un risultato assai possibile, visto l’avversario che si era trovato di fronte.
Con il respiro a mille, saltò di lato per evitare l' ennesimo devastante pugno ad opera di Bane, poi cercò di rispondere con un colpo dei suoi artigli d’osso. Purtroppo, l’avversario era riuscito a fargli perdere la presa sui fucili, che ora giacevano da qualche parte tra le spire di Jormungandr, irraggiungibili.
In tutto questo, l’unica grazia salvifica era rappresentata dal respiro sempre più ansimante del suo avversario, il quale aveva chiaramente cominciato a mostrare i primi effetti di un uso prolungato del Venom, unito a sforzi fisici sempre più intensi.
Sollevando alta la guarda, il luchador si concesse un momento non solo per riprendere fiato, ma anche per contemplare lo staso dell’avversario, la cui forza fisica sembrava essere aumentata rispetto al loro ultimo confronto su Trenzalore. Anche con l’uso del Venom, sembrava quasi paragonabile alla sua! Nel vecchio mondo in cui era cresciuto, nemmeno il suo acerrimo nemico, Batman, era riuscito ad offrirgli una sfida fisica di tale portata.
Per certi versi, era un pensiero preoccupante… ma di cui il supercriminale era anche entusiasta, poiché aveva sempre apprezzato quei momenti in cui poteva misurarsi con nemici degni del suo tempo. In verità, quella scaramuccia ideata dal Maestro si stava rivelando meglio di quanto avesse inizialmente previsto!
<< Sei un avversario di valore, Heller >> disse, prima di scrocchiare il collo << Quindi ti concederò una morte degna. Raccomanda la tua anima al cielo! >>
Si tolse la giacca in pelle, rivelando il fisico scolpito e ingrossato da anni di allenamenti e droghe iniettate nel suo sangue. Ma non fu questo a catturare lo sguardo di James… bensì la rete di fili e tubi vermigli conficcati un po’ ovunque in quel corpo ricoperto di cicatrici, collegata ad un sistema altrettanto diversificato di dischi. A cosa diamine si era sottoposto quest’uomo per raggiungere il suo livello di forza? Sicuramente, esperimenti che i militari di Atlas non avrebbero mai approvato.
Incurante dell’espressione orripilata dell’avversario, Bane girò una manovella posizionata sul dorso della mano destra… e immediatamente, litri di un liquido rosso sangue fuoriuscirono da un piccolo serbatoio di stoccaggio posto sulla schiena del criminale.
La sostanza confluì nelle sue vene, incrementando esponenzialmente la dimensione dei suoi muscoli e della massa corporea. Si trattava di una variante del Venom molto più pericolosa rispetto a quella solitamente utilizzata dal luchador, creata grazie al sangue di alcune specie di Grimm… e realizzata con il preciso scopo di combattere guerrieri dotati di Aura e Haki.
Bane strinse i denti, ignorando il dolore che avvertì in tutto il corpo. Aveva speso interi decenni ad allenare la propria forza di volontà, con l’obiettivo di raggiungere l’apice umano, e in questo modo riuscì a frenare gli effetti più deleteri che la sostanza avrebbe potuto avere sul suo cervello.
Tuttavia, sapeva di non poter sostenere un uso prolungato di quella variante… quindi si sarebbe assicurato di terminare lo scontro al più presto.
<<  Vedo l’oscurità che hai nel cuore, ragazzo >> disse << Sarai anche un ribelle… ma hai lo spirito di un assassino, come me! Ma tu... hai solo adottato le tenebre. Io ci sono nato! Mi hanno plasmato. Ho visto la luce quando ero già un uomo! E a quel punto, per me era solo… accecante! >>
Ora, il luchador era tanto alto da poter sovrastare il suo avversario.
<< Quindi mi chiedo cosa di te cederà prima. Se il tuo spirito... o il tuo corpo! >>
Lanciò un grido e si avventò contro il Cacciatore, menando una scarica di pugni tanto intensi da eguagliare la potenza di un martello pneumatico.
Grazie al suo esoscheletro ulteriormente potenziato dall’Aura, Heller riuscì ad assorbire i colpi iniziali, ma ben presto si ritrovò sormontato dalla pura forza fisica dell'avversario, che anziché diminuire per la stanchezza continuò a crescere.
Fu un pugno particolarmente violento allo stomaco che riuscì a incrinare l’armatura, costringendolo in ginocchio.
<< No... io non sono affatto come te >> borbottò James, prima di attivare una cartuccia di Polvere tonante.
E senza dare il tempo all’avversario di reagire, lo colpì con un violento montante alla mascella, facendolo indietreggiare.
Bane si pulì un rivolo di sangue con la mano e rise sotto i baffi.
<< Niente male, hombre >> ridacchiò << Ma la tua Polvere è niente in confronto al Venom. Dovrai inventarti trucchetti nuovi, se vorrai sconfiggermi! >>
Roteò le spalle, mentre i suoi giganteschi muscoli sembravano pulsare d’aspettativa, desiderosi di riprendere la battaglia.
<< Ti spezzerò in due! >>
Il supercriminale caricò ancora una volta il ribelle e lo colpì con un violento affondo alle costole, tanto potente da inclinarle. James tossì sangue e si sentì mozzare il respiro… ma prima che potesse anche solo provare a contrattaccare, ecco che Bane lo afferrò per la caviglia e, agitandolo come una clava, cominciò a sbatterlo violentemente contro le scaglie apparentemente impenetrabili di Jormungandr.
Per poco, il giovane Cacciatore non svenne a causa dei colpi subiti. Si sentiva come se la testa stesse per esplodergli, o come se fosse sul punto di rigurgitare la propria anima! Fu quasi per miracolo che riuscì a restare cosciente, e dopo l’ennesimo schianto si sentì lanciare in aria come una bambola di pezza.
Rotolò a terra… e quando trovò finalmente la forza di alzare lo sguardo, vide Bane che correva come un treno verso di lui, chiaramente intenzionato a ripetere il pestaggio.                                                                                                                        
“Avanti, Heller, pensa” ringhiò mentalmente “Se non riesco a schivare i suoi attacchi, allora… allora…”
I suoi occhi vagarono verso il basso…
“Allora devo rallentarlo!”
Rapidamente sollevò le mani, e dagli avambracci dell’esoscheletro si propagarono le sue fruste spinali, che come serpenti avvolsero le gambe di Bane in una presa ferrea. E quando il luchador abbassò la testa, ecco che liberò tutta la Polvere congelante che gli era rimasta, utilizzando le appendici per propagarla sino al supercriminale.
Le lenti della maschera dell’avversario si spalancarono sorprese, mentre uno spesso strato di acqua gelida lo ricopriva dai piedi alla vita, inchiodandolo alle scaglie della serpe.
<< ¡Tú, maldito bastardo! >> ringhiò, e subito cominciò a colpire il ghiaccio nel tentativo di liberarsi… ma non fu abbastanza rapido.
Dapprima, James allungò gli spuntoni della propria armatura. Poi, utilizzando le fruste per darsi lo slancio, saltò direttamente contro la parte congelata e le usò per colpire Bane al petto, ancora e ancora, dipingendolo di rosso.
Il criminale trattenne un urlo rabbioso e incassò la violenza di quei colpi, mentre il sangue zampillava ovunque. Cercando di ignorare il dolore, allungò le mani e afferrò le braccia del giovane cacciatore.
<< Io… ti spezzerò! >>
Fu con quell’urlo pieno di sete di sangue che cominciò a stringere l’avversario al petto, con il chiaro intento di stritolarlo… e spezzargli la spina dorsale, una mossa che era diventata il suo marchio di fabbrica già nel suo vecchio universo, quando l’aveva utilizzata per costringere lo stesso Batman ad un lungo periodo di convalescenza.
Eppure, James non demorse, e nonostante il dolore crescente mantenne la posizione salda e continuò a spingere gli aculei nelle carni di Bane, sempre più in profondità.
<< Spezzarmi... >> ripeté con un ringhio << in tanti ci hanno provato.... ma nessuno ci è mai riuscito! >>
Al contempo, usò la mano liberare per liberare le ultime cartucce di Polvere ancora inutilizzate: quelle che contenevano la variante infuocata della sostanza.
In pochi secondi, il corpo corazzato del ragazzo divenne un tizzone ardente, abbastanza caldo da bruciare la carne del luchador quasi fino all'osso. Nemmeno il Venom riuscì a proteggerlo dall’intensità di quelle fiamme inaspettate! Così allentò la presa… e fu allora che James affondò un’ultima volta gli aculei nel suo petto, raggiungendo il cuore.
L’enorme corpo del supercriminale rimase momentaneamente immobile, quasi fosse stato tramutato in una statua. Poi, cadde in ginocchio, mentre rivoli di sangue gli colavano dalla maschera.
<< Sei stato un grande avversario, Heller… >> sussurrò, con le ultime forze che gli erano rimaste << Se non altro, morirò da guerriero. >>
Le lenti rosse della sua maschera si specchiarono negli occhi del cacciatore.
<< Ci vediamo all’Inferno… soldado… >>
Gli artigli di James si infilarono senza pietà nel suo cranio, bruciandolo dall' interno. Fu quella l’ultima cosa che vide Bane, prima che di lui non restassero altro che brandelli di carne fumante.
Il Cacciatore fissò quell’ammasso informe con uno sguardo vuoto, sostenuto unicamente dall’esoscheletro e dalla volontà di continuare a lottare. Sarebbe stato così facile ritirarsi nelle retrovie della battaglia… ma non avrebbe abbandonato i suoi compagni nel momento decisivo di quella guerra.
Così i suoi occhi cominciarono a contemplare i suoi dintorni, prima di fermarsi su uno scontro in particolare…

* * *

A qualche spira di distanza, lo Spaventapasseri ed Emil erano ancora coinvolti in un serratissimo duello all’arma bianca.
Negli ultimi minuti, il fauno aveva abilmente sfruttato i suoi poteri gravitazionali per infliggere rapidi quanto precisi colpi all’Aura del nemico, alternandosi occasionalmente in parate e schivate per contrastare le sue temibili falci. Al contempo, Jonathan Crane si era rivelato un combattente fisico molto più pericoloso di quanto avesse inizialmente previsto, capace non solo nell’uso delle armi, ma perfettamente in grado di compensare la forza fisica superiore del giovane cacciatore.
Sapeva come bloccare i colpi, come effettuare affondi e scoccate efficaci, ma anche i punti migliori dove indirizzare gli attacchi. E quando questi non bastavano, ecco che la sua sabbia nera s’infiltrava nell’equazione come un’infida serpe, facendo da contrappeso alle sue mancanze.
Dopo l’ennesimo scambio di colpi, il supercriminale individuò finalmente un’apertura… ma fu allora che un fulmine esplose in mezzo alla coppia, costringendoli a prendere le distanze.
Entrambi sollevarono gli sguardi, contemplando la devastante battaglia tra Thor e la testa di Jormungandr. Gli elementi di una tempesta infuriavano attorno a loro, quasi fossero una manifestazione vivente della natura stessa!
Era davvero una visione incredibile… ma anche terrificante, e presto la sensazione di paura che avvolse il campo di battaglia bastò per rinvigorire le forze di Crane.
Con ampi movimenti delle braccia, Spaventapasseri modellò la sabbia nera in uno stormo di uccelli, che indirizzò contro Emil.
“Corvi… che ironia” pensò il cacciatore, rammentando lo sventurato destino del povero Qrow. Tuttavia, non si lasciò distrarre dal ricordo e infuse entrambi i tonfa di Polvere, prima di sbatterli violentemente l’uno contro l’altro.
La conseguente fiammata si propagò a causa dell’onda d’urto, riducendo la maggior parte dei costrutti in polveri fluttuanti. Ma alcuni riuscirono comunque ad evitarla e cominciarono a colpirlo, dapprima solo con artigli e beccate, poi penetrando attraverso la sua Aura come tante minuscole lance… e infine nelle sua pelle, che priva di ulteriori protezioni non fu in grado di frenarne l’avanzata nello strato sottocutaneo.  
Un brivido percosse la spina dorsale di Emil, mentre il sorriso dello Spaventapasseri si faceva più predatorio.
<< Sappi che quella sabbia è molto più potente delle tossine che uso di solito >> disse con quella sua voce gracchiante << Ed ora che sono riuscito a colpirti, dimmi… di che cosa hai paura? Qual è il più grande terrore che tu abbia mai provato? Vediamo di scoprirlo! >>
Fu allora che il sistema nervoso del ragazzo cominciò a bruciare. I canini e le unghie di Emil si allungarono rapidamente, mentre cadeva in ginocchio sulle scaglie di Jormungandr. L’istante dopo, una miriade di immagini cominciarono a balenargli davanti agli occhi, portatici di emozioni tutt’altro che piacevoli.
Vide se stesso ai piedi di Spaventapasseri, vivo ma incapace di muoversi, con il corpo ricoperto di tagli e ferite. Ma non fu questo a catturare il suo sguardo angosciato… bensì le figure esanimi degli altri Time Warriors disposte attorno a lui, con occhi privi di luce. Immobili, silenziosi… morti.
A quell’orribile visione, si unì ben presto una risata che il giovane fauno aveva imparato a temere: quella del Maestro, il cui volto sorridente si materializzò come dal nulla sopra di lui, le pupille illuminate da un bagliore sinistro.
Emil cominciò a sudare, poi strinse le mani a pugno, con tanta forza da farle sanguinare.
“Avanti, Emil” pensò, mentre sentiva il battito del proprio cuore diventare sempre più veloce, mescolandosi con un respiro ansimante “questo non è reale…”
“E se lo diventasse?” gli sibilò una voce che sembrava fin troppo simile alla sua, accanto all’orecchio sano “Sappiamo entrambi che non siamo abbastanza forti per affrontare il Maestro. Tu e i tuoi compagni state camminando verso la Morte!”
Emil scosse la testa.
<< No… io… non lo permetterò… >> gracchiò con voce strozzata, inconsapevole di aver pronunciato quelle parole ad alta voce.
Di fronte a lui, Crane assistette alla scena con aria compiaciuta. Gli effetti della sabbia di Pitch si stavano certamente rivelando promettenti!
Cominciò ad avvicinarsi, mentre sbuffi di nera pece tramutavano le sue mani in zampe artigliate. Poi, colpì Emil in pieno volto, tingendo di rosso le scaglie del figlio di Loki.
Il corpo del ragazzo ruzzolò, ma ecco che lo Spaventapasseri lo artigliò una seconda volta, ridendo.
<< Non ti ucciderò ancora, fauno >> sibilò << Prima ti farò soffrire! Ascolterò i tuoi lamenti agonizzanti, e li userò per raccogliere nuovi dati! >>
Lentamente, il giovane cacciatore si rimise in piedi, la vista che ondeggiava tra le visioni prodotte dalla sabbia e il campo di battaglia circostante.
<< Fottiti! >> ringhiò, mostrando al suo avversario i canini allungati.
Sarebbe stato semplice, forse anche fin troppo facile, cedere alle provocazioni di quegli incubi e abbandonare ogni speranza… ma anche a un passo dalla morte, non avrebbe lasciato i suoi compagni agli orrori del Maestro. 
Così tenne alta la guardia, pronto a ricevere l’ennesimo attacco, conscio che non sarebbe riuscito a evitarlo. Ma proprio quando lo Spaventapasseri era sul punto di allungare gli artigli… ecco che un braccio bianco e nero gli si aggrappò al collo, inchiodandolo sul posto.
Emil seguì quell’appendice con lo sguardo...
<< James! >> esclamò Emil, felice come mai prima d’ora alla vista del suo caposquadra.
Il ragazzo era proprio lì, con il corpo pieno di ferite e lividi, zoppicante ma indiscutibilmente vivo, un’espressione assolutamente furiosa sul suo viso solitamente impassibile.
Gli occhi di Spaventapasseri si spalancarono sorpresi, mentre incontravano quelli determinati del Cacciatore. Tentò di allontanare la presa che sentiva al collo, ma presto scoprì che l’appendice d’osso era fin troppo resistente anche per lui. A quella realizzazione, ne seguì un’altra molto più inquietante. Perché se Heller era lì, allora…
<< Tu... hai ucciso Bane? >> sbottò << Come diavolo ci sei riuscito!? >>
<< Rompendomi molte ossa >> ribatté James << Qualcosa con cui presto diventerai molto familiare, te lo assicuro. >>
Lo Spaventapasseri ringhiò. Se quel ragazzino pensava che si sarebbe lasciato sconfiggere così facilmente… allora gli avrebbe insegnato un’ultima lezione!
Rapido, sollevò le mani e conficcò gli artigli nel braccio del cacciatore.
<< Buon viaggio nel regno dell'incubo, Heller! >> sibilò, mentre vi riversava dentro tanta sabbia nera da riempire un corpo umano nella sua interezza.
Emil poté solo assistere con orrore crescente mentre l’infida sostanza penetrava le difese del caposquadra, mentre una parte lo avvolgeva come una specie di bozzolo. James grugnì, la rabbia sul suo volto lasciò il posto ad un’espressione sofferente… eppure tenne salda la presa sulla gola di Spaventapasseri.
Perché il Cacciatore sapeva che, se l’avesse mollata, il supercriminale si sarebbe sicuramente concentrato sul compagno di squadra, che al momento era incapace di combattere. Ecco perché non avrebbe mollato l’avversario… anche se ciò lo avrebbe condotto alla morte.
“Il dovere di un caposquadra…” furono le parole che dardeggiarono nella sua mente, le stesse che James Ironwood gli aveva rivolto anni fa “è proteggere i suoi sottoposti a qualunque costo.”
E con quella consapevolezza… il giovane Cacciatore capì cosa doveva fare.
All’improvviso la sua armatura cominciò a illuminarsi di molteplici colori, che dopo qualche secondo si trasformarono in un tripudio di scariche elettriche.
<< Preferisco un bel viaggetto all'inferno per entrambi... >> ringhiò, facendo appello alla poca sanità mentale che gli era rimasta.
Gli occhi di Crane si spalancarono scioccati, mentre intuiva quali fossero le intenzioni dell’avversario. Stava volontariamente sovraccaricando la sua Aura! Si stava letteralmente trasformando in una bomba vivente!
<< Che diavolo stai facendo!? >> sbottò il folle dottore << Così facendo morirai anche tu, pazzo! Perché… perché non hai paura? Che cosa sei tu, Heller?! COSA?! >>
<< Sono solo… un soldato… >> sibilò il ragazzo << Uno… che non permetterà al dubbio e alla paura… di frenare la sua missione! >>
Avvertì un’energia indomita agitarsi dentro di lui, infiammandogli nervi, muscoli e vasi sanguigni come lava incandescenti. Ormai, riusciva a malapena a reggersi in piedi… ma trovò comunque la forza di volgere la testa in direzione del compagni di squadra, che lo fissava incredulo.
<< Emil… prenditi cura della squadra >> sussurrò, mentre il sovraccarico raggiungeva l’apice << Prenditi cura… di Penny. >>
Il fauno lupo lanciò un grido disperato. Al contempo, gli occhi di Crane incrociarono quelli neri di James… e allora tutto gli fu chiaro.
James Heller stava sicuramente provando un terrore inconcepibile, ma l’affetto per i suoi compagni era riuscito a sovrastare quel sentimento. Sarebbe morto con gioia per assicurare la loro sopravvivenza!
Spaventapasseri esalò il suo ultimo respiro con quella disgustosa consapevolezza. L’istante dopo, una violenta esplosione scagliò Emil lontano dal dorso di Jormungandr, facendolo precipitare a terra.
 
* * *

Le fauci di Jormungand si arricciarono in un sorriso famelico, mostrando le file di denti seghettate e pregne di sangue divino. La sua lingua biforcuta guizzò tra le scaglie come una specie di gigantesco verme, gocciolante di veleno, già pregustando le carni del pasto profetizzato.
<< E ora… reclamo il mio premio! >>
Queste furono le parole che pronunciò la serpe, ormai in procinto di divorare il suo antico nemico.
Thor era stremato, eppure continuò a lottare per rimanere cosciente.  Anche ora, a un passo dalla fine, non avrebbe concesso a quella mostruosità la soddisfazione di vederlo impaurito, né di sentirlo implorare.
Il suo onore di guerriero glielo impediva… e soprattutto, la promessa fatta a Baelfire.
Anche se il destino era stato inciso sulla pietra alla notte dei tempi, lui avrebbe continuato a combatterlo, così come aveva giurato. Doveva farlo per il suo figlioccio, per il Dottore, i Time Warriors, e tutti gli asgardiani morti o resi schiavi dalla tirannia del Maestro.
<< Onore… fino alla fine >> sussurrò, mentre fissava senza accenni di rimpianti le fauci della serpe.
Presto si sarebbero chiuse su di lui, il canto del Dio del Tuono avrebbe incontrato l’inevitabile conclusione, e allora la furia di Jormungandr si sarebbe riversata sul resto della Ribellione.
Neanche il suo fidato maglio poteva tirarlo fuori da questa situazione. L’Ase sembrava veramente spacciato… ma qualcosa interruppe il pasto della vittoria: un raggio di energia viola colpì il titanico serpente nell’occhio destro, riducendolo ad una poltiglia informe.

Track:
https://www.youtube.com/watch?v=3bTMjXRlaSQ
 
La bestia ruggì di dolore, e così facendo lasciò la presa sull’ambito trofeo, che cadde a terra con un tonfo.
Scioccato, Thor volse lo sguardo nella direzione da cui era partito il colpo… e vide Lord Megatron in persona, leader dei Decepitcons, col cannone puntato contro il mostro.
<< Io… non sarò mai più uno schiavo! >> ringhiò il titano meccanico, prima di sparare un altro raggio di Energon.
Ancora una volta, l’attacco incontrò l’orbita della serpe, che sollevò la parte anteriore del corpo ruggendo e sibilando, vomitando sangue e veleno.
Il cuore del Tonante palpitò alla vista. 
<< Megatron, che cosa stai facendo!? >> gli urlò << Questa è la mia battaglia! Jormungandr va oltre le tue capacità! >>
Ma invece di allontanarsi, il Decepticon gli lanciò un sorriso zannuto, gli occhi illuminati da un bagliore che il dio riconobbe all’istante: una sete di sangue che aveva già visto più volte nei Berserker del suo popolo… una fame di battaglia che solo la morte di un guerriero avrebbe potuto soddisfare.
E in quel momento, Thor vide finalmente il gladiatore di Kaon, lo stesso che si era immaginato udendo i racconti e le storie su colui che aveva mosso guerra al governo corrotto di Cybertron per creare un mondo giusto ed equo per tutti i suoi abitanti.
<< Cosa credi che stia facendo, figlio di Odino? >> ringhiò Megatron << Mi sembra ovvio, no? Ti sto salvando la vita. >>
L'asgardiano si ritrovò a corto di parole. << M-ma… perché… >>
<< Perché avevi ragione! >> lo interruppe il Decepticon, mentre cominciava ad avanzare verso la serpe << Scegliendo di sottomettermi al Maestro, non ho fatto altro che scambiare un collare con un altro. Ma pra non più! Qui e adesso, con Primus come mio testimone, farò quello che avrei dovuto fare molti anni fa… e dimostrare a un tiranno che niente e nessuno potrebbe mai dominare MEGATRON! >>
Sparò un altro colpo, tanto potente da far indietreggiare Jormungandr, che tuttavia mantenne alta la testa. Al contempo, il leader di Cybertron si fermò accanto a Thor, guardandolo con la coda delle sue ottiche vermiglie.
<< Inoltre... non lascerò che un avversario del tuo calibro muoia per mano di una bestia così disgustosa. Considera questo gesto come il ringraziamento di una splendida lotta! >>
Tornò a fissare la serpe, che lo scrutava furiosamente.
<< Ora basta parlare! Alzati e combatti, dio del tuono! La tua storia non è ancora finita! >>
Le parole dell’automa riecheggiarono ancora e ancora nella mente di Thor, infondendogli rinnovata determinazione. Lentamente, si alzò da terra.. reggendo nella mano il fidato Mjolnir. Il maglio incantato era ritornato al suo legittimo proprietario, e avrebbe posto la parola fine a quella lunga epopea, in un modo o nell’altro.
Il Grande Verme lanciò un sibilo pieno di odio.
<< Non mi importa quanti siete >> ringhiò << Perché io vi annienterò entrambi, e banchetterò con i vostri corpi! >>
<< Allora troverai questo pasto piuttosto indigesto, mostro! >> urlò Megatron, mentre si alzava in volo.
Una lama viola irruppe dal suo braccio, pronta ad affondare nel muso della serpe… ma quelle squame si rivelarono più dure del previsto, ed ecco che al titanico aspide bastò un semplice gesto della zampa per allontanare il leader dei Decepticons.
Gli artigli calarono sul corpo del cybertroniano, poi la serpe spalancò le fauci con tutta l’intenzione di divorarlo.
<< NO! >> urlò Thor, che non aveva alcuna intenzione di concedergli quella macabra vittoria.
Così cominciò a roteare il maglio a tutta velocità, impregnandolo di fulmini. Il suo corpo volò come un lampo verso la bestia, i cui occhi erano concentrati unicamente sul leader dei Decepticons… al punto da non accorgersi dell’attacco imminente.
Con un ruggito pieno di collera e il martello intriso di potere, Thor si lanciò nella sua bocca spalancata, l’unica parte dell’essere oltre agli occhi che non era protetta dalle sue formidabili scaglie.
Le pupille della serpe si spalancarono scioccate. Al contempo, il suo odiato nemico sollevò il martello e lo abbatté con forza sulle sue morbide carni, impregnando quel colpo con tutte le forze che gli erano rimaste. 
Allora si udì una violenta esplosione, l’aria attorno alla testa di Jormungandr si riempì di lampi… e la parte anteriore della serpe esplose in un tripudio di sangue e scaglie, inondando il suolo sottostante di rosso.
Fu così che Jormungandr, la Serpe del Mondo, il figlio di Loki, trovò la sua morte per mano di Thor, figlio di Odino… proprio com’era stato predetto.
Il suo immenso corpo smise di muoversi e cominciò a cadere a terra un metro alla volta, sollevando una densa nube di polveri e detriti che costrinse ribelli e imperiali a cercare riparo.
Il dio del tuono fuoriuscì dalla carcassa, e davanti a lui, steso al suolo, trovò un Megatron ormai ridotto in fin di vita.
<< Perché, leader dei Decepticon? >> sussurrò << Perché hai compiuto un gesto tanto folle? Non avevi alcuna possibilità… sapevi che saresti morto. >>
Con il respiro affannato, il cybertroniano abbaiò una risata gracchiante.
<< Quello che mi hai detto durante il nostro scontro… tutto ciò che ho fatto, quello che sono diventato… oh, Thor, tu mi ricordi tanto Optimus Prime >> sussurrò, la luce nelle sue ottiche sempre più flebile << Le tue parole, il tuo modo di combattere… ogni cosa di te mi ricorda lui! E di conseguenza… mi rammenta anche la mia colpa più grande... >>
Alzò appena la testa verso il cielo coperto di nubi.
<< Ho ucciso mio fratello… per una crociata in cui ormai non credevo più. Ho lasciato che l’odio mi consumasse, e alla fine sono diventato davvero ciò che avevo giurato di distruggere! Ho spento la scintilla dell’unico guerriero che avessi mai davvero ammirato… nel più vile dei modi… sottomettendomi ad un altro per ottenere una vittoria priva di onore… >>
Incontrò lo sguardo di Thor.
<< Per quanto mi riguarda, all’infuori di Prime… non sono esistiti altri esseri degni di essere miei pari >> aggiunse, sorprendendo il tonante.
A quel punto, sfruttando le ultime forze che gli restavano, Megatron sollevò il braccio buono.
<< Fammi vedere… il volto dell’uomo che mi ha sconfitto… e che mi ha ricordato chi sono. >>
Il dio strinse la mano del caduto, sostenendo il suo sguardo.
<< Megatron… >> sospirò << nonostante gli insulti che ti ho rivolto… voglio che tu sappia che sei stato uno dei più grandi avversari che abbia mai affrontato. >>
Il Decepticon abbozzò un piccolo sorriso.
<< Ne sono contento… >> scoppiò in un attacco di tosse, riversando energon sul palmo del dio, << Argh… non ho più molto tempo… quindi promettimi che realizzerai ciò che mi hai detto… sconfiggi il Maestro… e promettimi di prenderti cura di Cybertron. Io lo voglio affidare a te… >>
<< Prode Megatron, hai la mia parola >> rispose il tonante, serio in viso << E bada bene, perché questo non è il giuramento di un dio, e nemmeno di un re. È il giuramento di un guerriero… a un altro. >>
Il ghigno sul volto dell’automa si allargò.
 << Thor… questo è un addio. Quindi ricorda il nome… di Megatron… leader dei Decepticons… >>
E fu su quelle parole che la scintilla del cybertroniano si spense. Il bagliore rosso delle sue ottiche seguì subito dopo, fino a diventare di un nero opaco.
Un altro servi del Maestro… era, infine, caduto.
Ma la battaglia era tutt’altro che terminata, e questo Thor lo sapeva bene. Aveva ancora suo fratello di cui occuparsi!
Quindi si alzò in piedi e mosse un passo in avanti… ma ecco che una fitta improvvisa lo colse, procurandogli il più grande dolore che avesse mai patito.
Il suo corpo tremò, e per poco non cadde a terra. Che cosa gli stava succedendo?
La risposta non tardò a palesarsi dentro di lui: Jormungandr.
Volando dentro la sua bocca, si era inevitabilmente macchiato col suo letale veleno, che ora lo stava lentamente uccidendo. Esattamente come la profezia aveva annunciato… nove passi, solamente nove passi, e poi il dio del lampo sarebbe morto.
Thor non poteva permetterselo. Doveva reagire! Combattere con tutto sé stesso per poter sfidare il suo wyrd!
Un secondo passo… Un terzo, un quarto e un quinto.
Il veleno era in circolo, e allora il tonante si sentì come se la sua carne stesse bruciando tra  le fiamme stesse di Musphelheim.
Un sesto e un settimo passo, e ogni organo cominciò a gridare pietà. L’ottavo passo fu il più doloroso di tutti, poiché cacciò un grido così inumano da riecheggiare in tutto il campo di battaglia.
Il nono, invece, non gli procurò niente, neppure uno spasmo.
Thor si sentì leggero come una piuma, e freddo come il ghiaccio. Non emise nemmeno un fiato, semplicemente sentì sonno, e cadde a terra… come un corpo morto.
 
Era davvero questa la fine del dio del tuono?
La profezia del Ragnarok si era compiuta, sancendo il destino che le Norne avevano tessuto per lui da ben prima della sua nascita. Così sarebbe stato… se nel corso di questa lunga storia non avessimo imparato che il destino è come un fiume, la cui corrente può essere deviata anche da un semplice sasso.
Una figura si avvicinò al corpo privo di vita dell'asgardiano, e si inginocchiò davanti a lui, appoggiandogli il capo sopra il proprio grembo. Quella figura era Amora l’Incantatrice, che osservava il cadavere del proprio amato con gli occhi colmi di tristezza, e con le lacrime che imperlavano il suo viso.
La donna iniziò ad accarezzargli i lunghi capelli biondi.
<< Oh, Thor >> sussurrò << Che cosa ho fatto? Tutto questo… è solo colpa mia. Io volevo il tuo amore… non la tua morte. Non so se riuscirai mai a perdonarmi, ma sappi che ho fatto di tutto per cercare di rimediare. >>
Calde lacrime cominciarono a scivolarle dagli occhi…
<< E ora, a un passo dalla fine… c’è un ultimo dono che farò per tutti voi… >>
Sì chinò… e posò le labbra su quelle di Thor.
Ma non si trattò di un semplice bacio, bensì di un incantesimo: attraverso quel mero gesto, l’asgardiana stava trasferendo tutto il veleno del serpente all’interno del proprio corpo, liberando così il tonante dal flagello.
Con il passare dei secondi, Thor riprese il proprio colore. E una volta terminato l’incanto, la donna si accasciò al suolo, esausta.
Fu così che il principe di Asgard riaprì gli occhi e vide il corpo di Amora adagiato accanto a lui. Egli la prese tra le proprie braccia, osservandola sconvolto.
<< Amora… >> gracchiò con voce strozzata << tu… hai fatto questo per me? >>
<< Thor… >> sospirò lei, con le poche energie rimaste.
<< Shh, non parlare, conserva le forze. Possiamo guarirti! Se ci teletrasporteremo su una navicella, potremmo… >>
<< No, non serve, è tutto inutile >> lo interruppe lei, posandogli un dito sulle labbra << Non faresti mai in tempo… e questa battaglia è troppo grande per poter essere ignorata a causa mia. Mi rimane poco tempo, quindi ti prego, ascoltami… >>
L’Ase ottemperò alla sua richiesta, e strinse dolcemente quel freddo corpo tra le proprie braccia.
<< Mi dispiace per tutto ciò che ti ho fatto… per ogni cosa >> disse, mentre rivoli di sangue le colavano dalla bocca << Per secoli… ho inseguito il sogno del tuo amore, ma ne sono stata così accecata… da non rendermi conto che non solo stavo facendo del male a te e ai tuoi cari… ma che stavo ferendo anche me stessa. >>
I suoi occhi divennero sempre più opachi…
<< Il mio non era amore… solo egoismo, ma l’ho capito troppo tardi. Sono stata io a portare il Dottore e i tuoi compagni nell’arena, volevo aiutarti… e volevo anche farmi perdonare. Su Renmant, avrei voluto parlare con te per scusarmi di tutto… ma non ne ho avuto il coraggio. Avevo troppa paura… paura che non mi avresti mai perdonato, e come potevi? Dopo tutto il male che ti ho causato! Quindi… non cerco il tuo perdono, non ne sono degna. Ma ciò che ho fatto qui, ed ora… lo rifarei altre mille volte. >>
Sorrise tristemente al tonante, i cui occhi avevano cominciato a bagnarsi di lacrime.
<< Sono solo felice… di poter stare con te un’ultima volta… stretta tra le tue braccia. Ti ringrazio per questo, Thor… sebbene io non lo meriti… >>
<< Amora… >> mormorò Thor << ciò che hai fatto, non solo per me, ma anche per tutti i miei cari, è encomiabile e degno di ogni lode. Per quanto possa valere... ti perdono. Forse, se le cose fra noi fossero state diverse... in altre circostanze… avrei potuto ricambiare il tuo amore. >>
A quelle parole, lacrime di felicità sgorgarono dagli occhi verdi della dea, e un dolce sorriso le incorniciò il viso.
<< Addio, amore mio… un giorno ci rivedremo. >>
<< Quando quel momento giungerà, sarà nelle dorate sale >> disse Thor << per camminare insieme nei giardini eterni. >>
Amora chiuse gli occhi, spirando tra le braccia dell’uomo che, nonostante tutto, aveva sempre amato. Finalmente libera di ogni catena.
Finalmente in pace.
* * *

Track: https://www.youtube.com/watch?v=onywdzkcLRQ
 
Dentro la piccola luna creata da Angel, lo scontro tra i due soleani riprese a infuriare.
Vorkye scagliò numerose sfere di materia oscura contro il suo giovane avversario, che riuscì a schivarle in un destreggiarsi di colpi d’ala e acrobazie a mezz’aria. Poi si mosse come una saetta, e una volta a un passo da Vorkye calò un pugno, venendo prontamente bloccato e proiettato all’indietro. Allora fu il suo avversario a menare un colpo pregno di energia, dritto allo stomaco, con forza sufficiente da far sprofondare il corpo del rosso nella nuda roccia.
Angel serrò i denti, cercando di non pensare al dolore accecante. Rapido, evocò la sua fidata lancia e la caricò di haki e fulmini, per poi scagliarla verso l’alto.
Vorkye riuscì ad afferrarla prima che potesse infilzarlo… ma la violenza del contraccolpo lo spinse indietro per diversi metri, mandandolo a schiantarsi contro una delle pareti della sfera. Tuttavia, anche allora non lascò che la lancia lo colpisse! E quando riuscì a fermarne l’avanzata, iniziò a fare pressione con tutta l’intenzione di spezzarla.
All’improvviso, l’arma gli sparì tra le mani, ed ecco che Angel gli fu di nuovo di fronte e gli assestò un potente pugno alla mascella, spedendolo lontano. Il rosso stava per colpirlo una seconda volta, ma l’haki dell’osservazione lo avvertì di un attacco imminente.
Un soffio di fuoco nero eruttò dalle fauci di Vorkye, tanto caldo da ustionare la roccia che li circondava. Rapido, Angel mise in avanti le mani e creò uno scudo d’acqua per bloccare le fiamme, che una volta a contatto con la protezione sprigionarono una nube di vapore.
Il rosso schioccò la lingua. Presto, l’acqua dispersa nell’aria di questa gabbia sarebbe terminata… e allora, avrebbe perso una delle sue armi più potenti, contro un essere con cui non poteva assolutamente trattenersi. Per non parlare dell’ossigeno, che aveva già iniziato a bruciare per via dell’aumento di temperatura e delle fiamme. Doveva terminare la battaglia quanto prima!
Mentre rifletteva su ciò, Vorkye continuò a sputare fuoco con intensità sempre maggiore. Al contempo, dalle sue ferite ancora aperte cominciarono a fuoriuscire lance di sangue che partirono spedite verso il giovane avversario. Angel li schivò per un soffio, poi mise alta la guardia per ricevere il nemico, che lo caricò come un toro.
Il giovane Calak’ant riuscì a difendersi ma fu comunque scaraventato all’indietro, schiantandosi ancora una volta contro la parete della gabbia. Nel mentre, Vorkye evocò le proprie spade, le stesse che aveva usato durante il loro primo incontro alla magione di Anakin Skywalker, e con un rapido battito d’ali gli fu addosso.
Angel sollevò Gae Bolg, parando l’attacco, e allora seguì un altro scambio di colpi. Scintille e lampi volarono in ogni direzione, lasciando profonde incisioni nella roccia, e presto i due avversari furono costretti al suolo, che cominciò a crepare sotto la potenza dei loro assalti.
Sembrava quasi che la gabbia avrebbe ceduto! Almeno fino a quando Angel, con un movimento rapido, fece scivolare le lame avversarie sul suo lato sinistro, sbilanciando il soleano cremisi. Poi, ruotò su se stesso, costringendo Vorkye a mollare la presa… ma ecco che il guerriero lo colpì con un calcio al fianco, rispedendolo a terra e facendogli mollare la lancia.
Angel vide bianco per alcuni istanti, ma cercò di rimanere lucido. Se avesse perso i sensi, anche solo per pochi secondi, l’intera struttura sarebbe crollata, liberando Vorkye. E visto quanto rapidamente si stava adattando ai suoi attacchi, dubitava che sarebbe riuscito a rinchiudercelo di nuovo.
I sensi potenziati dall’Haki ripresero a tintinnare come un allarme silenzioso. Alzando la testa, scoprì che Vorkye aveva caricato una sfera di Hado oscuro e l’aveva scagliata contro di lui! Doveva agire alla svelta, e così guidò la roccia della gabbia attorno al suo corpo, creando una specie di bozzolo.
Purtroppo, neanche questo fu sufficiente per frenare l’attacco di Vorkye, che come uno scrupoloso demolitore dalla mente propria attraverso la roccia con solo qualche accenno di fatica, prima di proseguire dritto verso il giovane.
Ma Angel non si fece trovare impreparato. Caricò anche lui una sfera intrisa di fulmini e la scagliò contro l’attacco nemico, dando così iniziò a una prova di forza tra i due incantesimi.
Incapace di sopportare quella grande di quantità di energia, la struttura che orbitava sopra le teste di tutti i combattenti iniziò a sbriciolarsi… fino a crollare del tutto.
L’onda d’urto causata dallo scontro dei due attacchi investi chiunque si trovasse sotto di loro, costringendoli a interrompere la contesa per proteggersi.
Finalmente libero, Vorkye lanciò un ruggito e volò in alto.
<< Che hai in mente? >> si chiese Angel, tra un respiro e l’altro.
Quasi avesse udito quella domanda flebile, il soleano cremisi si fermò a un’altezza considerevole, gli occhi apparentemente privi di raziocinio che osservavano la piana sottostante, dove Jormungandr aveva smesso di muoversi. All’improvviso, sul suo muso si disegnò un inquietante sorriso predatorio.
Mise le mani a coppa, iniziando a caricare un'altra sfera di pura energia distruttiva. Questa si espanse al di là delle sue mani, fino a raggiungere le dimensioni della stessa gabbia in cui era stato confinato sino a pochi minuti prima.
Angel trasalì, ormai conscio di quali fossero le intenzioni del soleano cremisi. Stava per lanciare un attacco abbastanza potente da uccidere tutti quelli che si trovavano nelle loro vicinanze, che fossero ribelli o alleati!

<< Sì! >> esclamò il Maestro, dal suo punto d’osservazione << Coraggio, ragazzo! Ammazza più gente che puoi! >>
Accanto a lui, Najimi si tese come un ramo d’albero, temendo per la vita del suo protetto. Perché per quanto fosse fiduciosa della sua abilità, sapeva anche quella sfera era molto più potente di qualsiasi attacco mai affrontato dal rosso dopo il risveglio dei suoi ricordi.

Angel strinse i pugni, cercando di ignorare il dolore che avvertiva in tutto il corpo. Aveva difficoltà a respirare, ma non poteva permettersi di rimanere immobile senza fare qualcosa.
Doveva respingere quell’attacco. Ma come?
La sua mano vagò istintivamente al suo cappello di paglia, che come un compagno fedele era rimasto avvinghiato alla sua testa nonostante la violenza dello scontro. Allora ripensò al giorno in cui gli era stato donato, poi ai viaggi intrapresi da quando i suoi genitori avevano cominciato ad addestrarlo… e fu allora che la soluzione sembrò materializzarsi di fronte ai suoi occhi.
Tese la mano destra in avanti, e  subito la lancia che aveva ereditato dalla madre rispose al richiamo, tornando da lui.
Il giovane l’afferrò al volo, osservandola con circospezione. << Posso contare su di te, Coinchenn? >>
In risposta alla sua domanda, la lancia emise un bagliore scarlatto.
Angel sorrise soddisfatto. << Allora facciamolo! >>
Il giovane cominciò a trasferire energia magica all’interno dell’arma. Le rune incise su di essa brillarono ancora più intensamente, e presto una sagoma cominciò a delinearsi alle spalle del suo detentore.
Quella della creatura le cui ossa erano state usate per forgiare la lancia: il grande leviatano che millenni addietro era stato l’incarnazione delle tempeste più distruttive.
Il Coinchenn.
<< Ho sempre cercato di usarti il meno possibile >> sussurrò il rosso << Ogni volta che sfruttavo anche solo una piccola parte del tuo potere, temevo che non sarei più riuscito a metterti a dormire. Ma vista la situazione in cui ci troviamo, converrai anche tu che sarebbe meglio collaborare, no? >>
Aveva sempre cercato di limitare l’aiuto della bestia a situazioni di vita o di morte, ben memore di quanto fosse difficile da controllare… ma visto l’andamento della battaglia, ormai aveva poca scelta in merito. Così si mise in posizione, pronto a scagliare la sua lancia in direzione dell’avversario, che percependo l’oscura presenza riprese a ringhiare.
L’aria attorno alla coppia cominciò a tremare, quasi fremente per l’imminente confronto. Infine, Vorkye indirizzò la sfera verso terra ed Angel gridò il nome di Gae Bolg, a cui seguì un lampo di luce cremisi.
Una volta scagliata, l’arma sembrò dividersi in tante lame più piccole. Queste presero a vorticare a mezz’aria, posizionandosi a immagine e somiglianza della stessa creatura alle spalle del rosso.
Lo scontro tra i due attacchi generò una dirompente onda d’urto che si propagò per diversi chilometri.

Mentre la piana s’illuminava di rosso, il Maestro cominciò a battere le mani.
<< Oh, sì, adoro i confronti tra mosse finali >> ridacchiò << Sul serio, il mondo da cui vengono questi due mi ha sempre ricordato quei vecchi fumetti giapponesi… com’è che si chiamavano… manga shonen, credo che fosse la parola. >>
Lanciò un sorrisetto alla telecamera che fluttuava poco distante.
<< Coraggio, gente da casa. Cominciate a scommettere! >>
 
Lo scontro tra i due attacchi continuò a perdurare, mentre il terreno sottostante prendeva fuoco.
Né Angel né Vorkye sembravano sul punto di cedere all’altro, quasi fossero bloccati in un singolo istante del tempo.
Angel tese le mani più in alto che poteva, rinnovando la lancia di nuova energia, ma Vorkye face altrettanto con la sua sfera, che per un attimo sembrò quasi crescere in dimensioni.
A causa dell’enorme pressione, Angel si sentì schiacciare al suolo e cadde in ginocchio, pur senza retrocedere. Dall’altra parte, il suo avversario sembrava ancora abbastanza in forma da poter combattere per ore!
“Dannazione!” pensò il rosso, mentre si sentiva bruciare da capo a piedi “Di questo passo, l’esplosione coinvolgerà l’intera piana! Devo trovare il modo di prendere il sopravvento… ma come?!”
Ripensò ai suoi vecchi compagni… all’allenamento sostenuto prima di quella guerra… alla battaglia che aveva combattuto contro il Distruttore in compagnia di Thor… poi al tempo trascorso in compagnia dei team RWBY e JEKP… e infine, ai discorsi di Accelerator e Fire sulle loro nuove abilità, che per diversi giorni avevano tentato di controllare.
La “visione” durò un battito di ciglia, ma quel breve lasso di tempo bastò per fargli avere una sorta di illuminazione.
“Ho capito” pensò, mentre rivolgeva ai compagni un silenzioso ringraziamento “Ora so cosa devo fare.”
Non poteva, in buona coscienza, contrastare l’attacco di Vorkye con il proprio… ma con un piccolo gioco di squadra tra i suoi poteri, forse sarebbe riuscito a guadagnare abbastanza vantaggio da ribaltare la situazione.
In quel frangente, gli sembrava quasi impossibile concentrarsi su qualcosa di diverso dall’attacco di Gae Bolg. Tuttavia, non aveva altra scelta che provarci e sperare per il meglio.
Fece così appello all’haki dell’armatura, ignorando il bruciore istantaneo che derivò da un’azione del genere. Le vene del suo corpo cominciarono a gonfiarsi, le ossa scricchiolarono sotto il peso di una nuova energia, che come una specie di affluente andò a convogliarsi in quella generata da Gae-Bolg.
Per un momento, Angel si sentì come se una forza invisibile stesse cercando di strappargli l’anima a morsi… eppure, il ragazzo non si lasciò dominare da paura e sconforto. Invece, con tutta la determinazione che gli era rimasta, separò quella nuova energia dal flusso vermiglio della lancia… e la indirizzò silenziosamente verso Vorkye.
Concentrato com’era sull’uccidere il suo rivale, il soleano cremisi non si accorse dell’attacco a sorpresa, che lo colpì dritto in viso. Temporaneamente accecato, il sovrano lanciò un grido di rabbia e dolore, mentre la presa sulla sfera di materia oscura si allentava.
Era tutto ciò di cui Angel aveva bisogno! Un singolo momento di disattenzione… ed ecco che il leviatano prese il sopravvento,  mentre Gae Bolg risplendeva come una specie di piccola supernova.
La bestia spalancò le fauci e divorò l’attacco avversario, riducendolo ad un ammasso di scintille vaganti. Poi piombò su Vorkye, che ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi… prima di ritrovarsi tra i denti dell’essere.
All’interno di quella bocca di pura energia, il tiranno si ritrovò a fissare lo sguardo determinato di Angel. Istintivamente cercò di attaccarlo, ma il suo corpo si rifiutò di muoversi, come se si fosse svuotato di qualsiasi energia.
<< Considerati ufficialmente… deposto >> gli disse il soleano blu.
Al contempo, il leviatano chiuse le fauci… e il mondo di Vorkye esplose di dolore.
Questa volta, a uscire dalla bocca del soleano cremisi non fu un ruggito, bensì il grido più straziante che Angel avesse mai udito in vita sua.
Il suo corpo precipitò al suolo, creando un profondo cratere sul campo di battaglia. Il leviatano sollevò l’enorme testa e tuonò vittorioso, poi sparì in un’esplosione di scintille rosse.
Al suo posto, rimasero solo Angel e Gae Bolg, ancora sollevata verso l’alto.
Vorkye Drago del Sangue, uno dei più potenti seguaci del Maestro… era stato sconfitto.

Dal punto d’osservazione, il Signore del Tempo assistette all’intera scena con uno sguardo impassibile. Eppure, nei suoi occhi apparentemente calmi, Najimi riuscì a scorgere quella stessa rabbia che ormai aveva imparato a riconoscere nel sovrano di Battleground, silenziosa quanto letale.
Proprio per questo, non riuscì a frenare il sorrisetto che le si dipinse in volto, ugualmente sollevato e orgoglioso.
<< Sembra che abbiate puntato sul cavallo sbagliato, Maestro >> disse Loki, con tono beffardo.
Un lampo di luce illuminò appena gli occhi del Signore del Tempo.
<< Sembra di sì >> sussurrò, mentre il suo sguardo vagava verso un’altra direzione<< Ma forse non sono stato l’unico. >>
Curioso, gli occhi dell’Ase lo imitarono… e quando finalmente colsero ciò che il suo padrone stava osservando, si spalancarono scioccati.
<< No… impossibile… >> ringhiò, eppure non poteva negare l’evidenza di quella visione.
Laggiù, in mezzo alla polvere vagante, vi era Thor Odinson… vivo, con le braccia avvolte attorno al corpo di una donna che l’ingannatore conosceva sin troppo bene: Amora l’Incantatrice.
“Come?!” pensò furioso “Come ha fatto a sfuggire al veleno di mio figlio?! Come ha fatto ha scampare al destino stesso?!”
<< Cos’hai intenzione di fare a riguardo, Re di Asgard? >> gli domandò il Maestro, freddamente.
E a quel punto, una sola – logica - risposta trovò voce sulla lingua argentata del dio.
<< Occuparmi della faccenda… personalmente. >>
Così che la leggenda del potente Thor giungesse finalmente alla conclusione, per mano del suo eterno nemico: Loki, figlio di Laufey.
Fu con quel pensiero in mente che l’Ase scomparve in un nube verde, lasciandosi dietro il Signore del Tempo e Najimi.
<< Ti avevo avvertito di sottovalutare mai i miei Calak’ants >> disse l’entità dalle sembianze di un’adolescente, mentre il Maestro tornava a scrutare il campo di battaglia.
<< Sappiamo entrambi che la sua è una vittoria priva di significato >> sbuffò questi, con un roteare degli occhi << La palla è ancora in gioco… e io sono l’unico a controllarla davvero. >>
E sfortunatamente, Najimi sapeva che il tiranno non stava affatto bleffando.
 
Angel fece un profondo respiro. Ce l’aveva fatta… era davvero riuscito a sconfiggere Vorkye Bloodbless, proprio come egli aveva profetizzato.
“Ora posso occuparmi del Maestro…”
Un movimento proveniente dal cratere sottostante catturò la sua attenzione. Lieve… così come lieve era la firma vitale che percepiva in quel punto. Allora capì che il soleano cremisi era ancora vivo.
Strinse i denti. Non poteva commettere l’errore di lasciarlo scappare, dandogli l’occasione di recuperare le forze.
In un battito d’ali raggiunse il luogo dell’impatto… ma presto scoprì che le sue preoccupazioni erano infondata.
Vorkye, o quello che ne era rimasto, era disteso tra i detriti e in condizioni pessime. Il suo corpo era carbonizzato dalla vita in giù, le ali erano state squarciate dai denti del leviatano, e aveva addirittura il braccio sinistro mozzato.
Respirava a fatica e tossiva copiose quantità di sangue. In quelle condizioni… sarebbe morto di li a pochi minuti, e sicuramente tra atroci sofferenze.
Per la seconda volta dall’inizio di quella battaglia, Angel provò pena per lui. Avrebbe potuto lasciarlo lì a morire senza fare nulla… o facilitare il trapasso affondando la lancia nel suo cuore.
Gli occhi cremisi del sovrano si aprirono, incontrando quelli del ragazzo.
 << A-Angel… >> disse, debolmente.
Poteva a malapena vedere il bagliore che emanava il giovane, ma sapeva che era lui. Aveva perso troppe energie, e con esse era tornato il raziocino che aveva sacrificato per ottenerle.
Il rosso strinse forte la sua lancia per non lasciar trasparire nessuna emozione. Non percepiva arroganza o rabbia nell’avversario sconfitto, solo una profonda tristezza.
<< Io… ho perso? C-Come? >>
<< Dando tutto te stesso >> gli rispose il rosso, avvicinandosi a lui.
Vorkye si lasciò scappare una risata rantolante. << È così. Scusa, ma…. non riesco a ricordarlo… >>
<< Te lo posso giurare. Se non fosse stato per Gae Bolg, a quest’ora sarei sicuramente al tuo posto >> gli confessò il Angel.
<< Capisco…. >> sussurrò Vorkye.
Alla fine, la profezia che aveva ricevuto anni prima si era avverata. Il suo regno, anzi la sua follia era crollata per mano di un soleano blu.
Angel sollevò la lancia in direzione del suo petto.
<< Nelle tue attuali condizioni morirai a breve, ma soffrirai parecchio. Potrei risparmiartelo… trafiggendoti il cuore. Considerala l’ultima gentilezza da un guerriero all’altro. >>
Vorkye alzò debolmente la mano destra.
<< D-Dammi prima i-il tuo braccio >> gracchiò << Vo-Voglio poter stringere la mano di chi mi ha sconfitto. >>
Angel lo fissò guardingo. Era forse una trappola? Forse… ma non vi erano accenni di inganno o furia negli occhi dell’altro soleano. Solo una profonda stanchezza, mista a qualcos’altro: una riluttante accettazione.
Così, mantenendo la giusta cautela, il rosso decise di accontentare la sua richiesta e gli strinse la mano. Era diventata gelida.
Per circa dieci secondi regnò solo il silenzio, poi Vorkye sorrise soddisfatto.
 << Un lavoro eccellente… giovane Calak’ant… >>
Angel sussultò, poiché questa era la prima volta che il soleano cremisi riconosceva il suo titolo senza accenni di beffa o sprezzo.
A quella sorpresa, seguì un evento ancora più sconcertante: nella mente del giovane cominciarono a fluire ricordi che non gli appartenevano. Le memorie… di Vorkye.
<< Quando la nostra specie muore… >> sussurrò l’avversario stremato << Possiamo… possiamo condividere il nostro passato con un nostro simile… così che non venga dimenticato… >>
Sputò un altro rivolo di sangue.
<< Sembri sorpreso… quindi immagino che tuo padre non lo abbia mai fatto con te… >> aggiunse con voce sempre più flebile << Che peccato… il mio passato sarà conservato da un soleano che conosce a malapena il suo popolo… ugh… almeno sei potente… >>
Angel smise di ascoltarlo, mentre la vita di Vorkye gli passava davanti agli occhi. La sua infanzia solitaria rischiarata dalla nascita del suo fratellino, il viaggio che avevano fatto insieme, il loro tragico ritorno a casa, l’incontro con l’Uomo in Nero che l’aveva distrutta… e poi, la sua decisione di diventare un re, seguito da tutti gli atti crudeli che aveva commesso per… proteggere quel piccolo angolo di felicità che gli era rimasto; suo fratello.
In quel momento, Angel capì che Vorkye Bloodbless, per quanto fosse un mostro, aveva sempre e solo cercato di proteggere l’unica famiglia che gli era rimasta.
<< Ah…. >> sospirò l’uomo << Sì… è proprio una bella storia… avrei dovuto farla trascrivere… >>
Si sentì improvvisamente leggero.
<< Mi dispiace… Ellen… non potrò… >>
E con il volto della donna che amava impresso nella memoria, Vorkye Bloodbless esalò il suo ultimo respiro. Fu così che cadde la più grande calamità della civiltà soleana, colui che aveva contribuito a plasmare il dominio del Maestro e il più accanito avversario di Angel Arthorius Hikarus.
Il rosso poggiò la mano ormai senza vita del soleano sul suo petto. Non gli aveva neppure concesso il colpo di grazia.
“Era davvero un tipo orgoglioso…”
Si alzò in piedi e fissò per un momento il corpo senza vita di quello che era stato il suo nemico.
<< Addio, Vorkye >> sussurrò, inclinando il capo in segno di rispetto << Sei stato un grande avversario. >>
Uno che forse aveva meritato la morte per le sue atrocità, ma che si era trasformato in un mostro a causa di forze ben più grandi di lui. E una di loro, si trovava proprio su quel campo di battaglia.
Con il cuore pieno di rabbia, Angel prese un profondo respiro e si alzò in volo… puntando verso il luogo dove si trovava il Maestro.

* * *
 
Quando il corpo di Jormungandr cominciò a crollare, Salem e i suoi avversari non si preoccuparono di contemplare la morte del serpente, né interruppero il loro scontro per capire come fosse avvenuta. Invece, presero a destreggiarsi tra le spire cadenti della creatura, senza mai interrompere i loro scambi di colpi, che fossero basati sulle armi o sulle rispettive Semblances.
Con il sostegno di Weiss e Raven, Ruby ingaggiò nuovamente Salem in un frenetico e brutale alternarsi di affondi e scoccate, dipingendo un sentiero di scintille dietro di sé. Gli attacchi di Polvere o strisciavano lungo le scaglie del figlio di Loki, macchiandole di rosso, mentre nubi di detriti e polveri si proiettavano attorno a loro per centinaia di metri.
Glifi, spari ed esplosioni irruppero da entrambi le parti, mentre ogni singolo combattente dava libero sfogo a tutta l’esperienza di cui erano custodi. Senza ormai alcun riguardo per l’incolumità dei suoi cari, persino Salem si era come trasformata in una bestia selvaggia, non dissimile dagli stessi Grimm che aveva comandato per secoli.
Ma per lo stesso motivo… i suoi movimenti si erano fatti sempre meno efficaci, lasciandola molto più aperta agli avversari. Presto, anche la sua resistenza apparentemente infinita avrebbe cominciato a vacillare, e Ruby contava proprio su questo.
<< Domando scusa, vostra maestà >> ringhiò Penny, comparendo alle sue spalle.
E prima che la strega potesse reagire,  ecco che una miriade di fili metallici si avvolsero attorno alle spade della donna… prima di proiettare una potente scossa elettrica.
Salem lanciò un urlo dolorante, mentre migliaia di volt si abbattevano sulla sua Aura tutte in una volta, penetrando in profondità come tanti coltelli seghettati. Al contempo, Tai approfittò di quel breve attimo di vantaggio per abbattere un violento pugno nello stomaco della strega. E in quel singolo colpo, egli vi impregnò tutta la rabbia che aveva accumulato per la regnante, la stessa donna che aveva provocato la morte di una dei suoi amici più cari. Fu un pugno dettato non solo dalla collera, ma anche dal dolore della perdita, ricolmo di tutta l’Aura che aveva in corpo… a tal punto da oltrepassare quella nemica.
L’onda d’urto risultante piegò le scaglie su cui poggiavano i combattenti, mentre uno spruzzo di sangue fuoriusciva dalla bocca di Salem. Ma anche allora, con il dolore che la attraversava da capo a piedi, la strega si rifiutò di darla vinta ai suoi nemici.
Invece, concentrò l’Aura in un devastante attacco, abbastanza potente da allontanare tutti i contendenti. Poi, allungò una mano, ed ecco che la terra sembrò prendere vita attorno alla carcassa della serpe, rivoltandosi contro Ruby e compagni e obbligandoli a schivare un fiume di massi e stalagmiti.
Una di queste colpì Weiss al braccio destro, perforando il suo scudo e lasciandole una profonda incisione sanguinante. La ragazza trattenne un urlo, ma anziché afferrarsi la ferita per frenare l’emorragia si circondò rapidamente di gilfi per proteggersi.
<< Weiss! >> la chiamò Ruby, prima di indicare Salem con la falce << Ho bisogno di un’apertura! >>
L’albina esitò, ma solo per un istante, comprendendo l’intenzione della caposquadra. Così, con non poca difficoltà, proiettò i gilfi sino alla strega, creando una specie di tunnel pallido e lucente… uno che la giovane mietitrice poteva attraversare senza il rischio di essere colpita dagli attacchi della regina.
Sorpresa, Salem creò una sfera di pura energia, con tutta l’intenzione di abbattere quella via sicura, ma ecco che Yang si mise davanti alla compagna, usando la propria Aura per parare il colpo, mentre Ruby caricava la strega a tutta velocità.
Un fiume di petali rossi eruttò alle sue spalle, mescolandosi con il bagliore dei suoi occhi argentati e creando una specie di turbine.
Al contempo, Penny e Raven riversarono una pioggia di attacchi su Salem, la cui Aura cominciò finalmente a scheggiarsi, un esplosione dopo l’altra.
La strega tentò di allontanarle, ma il rapido intervento di Blake le fu d’intralciò. Veloce come un fulmine, la principessa fauna le fu di fronte e colpì l’ennesima sfera di fuoco, disperdendola in fiamme danzanti.
Salem strinse i denti.
<< Levati dai piedi, ragazzina! >> sibilò, mentre con la spada infilzava il fianco della ragazza.
Si aspettava quantomeno un’espressione dolorante, magari un urlo… invece, la mora si limitò a lanciarle un sorriso beffardo, prima che il suo corpo scomparisse in uno sbuffo di fumo nero.
Gli occhi di Salem si spalancarono in realizzazione.
<< Un clone >> sussurrò << Questa è solo una distrazione…! >>
Fu tutto ciò che riuscì a dire, poiché l’istante dopo venne investita in pieno dalla falce di Ruby. Gli ultimi brandelli di Aura della strega crollarono con un sonoro stridio, mentre la lama continuava ad avanzare verso il petto di Salem.
I corpi della strega e della piccola mietitrice si scontrarono con un sonoro tonfo, rotolarono a terra e si fermarono solo quando raggiunsero una delle spire di Jormungandr, con tanta forza da spostarla di qualche metro.
Per un momento, entrambe rimasero avvolte dalla polvere vagante e da petali svolazzanti.
Yang fu la prima a muoversi, correndo verso di loro… e quando la nube di detriti cominciò a diradarsi, trovò Crescent Rose buttata per terra come un qualsiasi attrezzo da giardino, mentre Ruby teneva tra le braccia il busto di Salem, con il petto squarciato, e dalla cui bocca colavano rivoli di sangue vermiglio.
<< Non ci credo >> furono le prime parole pronunciate da Weiss, ad una simile vista << Ce… ce l’ abbiamo fatta. >>
Ma non furono esaltazioni o gridi di gioia ad accompagnare quel sussurro. Invece, sul volto di Ruby calò una cupa ombra, poiché ora che la battaglia era finalmente finita… ora che avevano sconfitto un avversario così temibile… la consapevolezza di aver perso un’altra persona cara era l’unico pensiero che continuava a tormentarle la mente.
Salem cercò di dire qualcosa, ma così facendo tossì un’ altra boccata di sangue. Lentamente, le nipote la aiutò a sollevare il busto, così da poterla guardare negli occhi. Difficile capire di cosa luccicassero: rabbia, delusione, rammarico?
Stranamente… sembravano pacifici. Come finestre che per troppo tempo erano rimaste offuscate da una patina di polvere, ora limpide come uno specchio d’acqua argentata.
<< Grazie… >> fu il flebile sussurrò che scivolò tra le labbra della donna, ma che alle orecchie di Ruby giunse tanto improvviso e rumoroso da farla sussultare.
<< Nonna… >>
Quasi non si accorse di aver pronunciato quell’unica parola, ma che per sua stessa sorpresa era libera di rabbia e odio. Invece, raggiunse Salem come l’ultima nota di una triste canzone, e allora la bocca della strega si arricciò in un lieve sorriso.
<< Mi dispiace… per tutto… >>
Chiuse gli occhi, mentre il suo volto si piegava in un’espressione serena.
Ruby rimase ad osservarlo per quello che le sembrò un tempo interminabile, insicura di come procedere. Avrebbe dovuto urlare? Inveire contro l’assassina di sua madre? Entrambe le opzioni le sembravano prive di significato.
Dopo lunghi minuti in cui rimase completamente immobile, finalmente si rialzò da terra e prese Crescent Rose, senza dare conto a nessuno. Poi, impregnò l’arma con l’Haki dell’ armatura, traboccante di scariche rosse.
Stringendo la presa sull’elsa, cominciò a dirigersi verso l’estremità opposta del campo di battaglia.
<< Ruby, dove stai andando?! >> le urlò Yang, mentre assieme alle altre Cacciatrici le correva dietro.
In tutta risposta, la giovane mietitrice si girò di scatto, gli occhi lacrimanti ma ancora infusi di luce argentata.
<< A prendermi la testa del responsabile di tutto questo! >>

 
* * *
 
Thor non rammentava per quanto tempo era rimasto con il corpo di Amora tra le braccia, a contemplare tutto ciò che era accaduto negli ultimi minuti.
Per un momento, si era addirittura dimenticato della battaglia che infuriava attorno a lui… almeno sino a quando non udì una voce tristemente familiare alle sue spalle.
<< Che sentimentale… >> disse Loki, mentre il volto del tonante s’incupiva.
Al contempo, il dio dell’inganno si materializzò proprio davanti all’odiato fratello.
<< Non rimanevo così senza fiato da quando un po’ di idromele mi era andato di traverso! >>
<< Che cosa vuoi, Loki? >> ringhiò il dio del tuono, lo sguardo assottigliato e una mano già avvinghiata al suo fidato maglio.
Il dio degli inganni lo guardò come se fosse un infante.
<< Che cosa voglio? >> ripeté beffardo << Jormungandr ti ha forse colpito troppo forte quella tua zucca vuota? >>
<< Uccidermi, questo è chiaro >> rispose l’Ase, prima di rimettersi in piedi << Ma anche dopo tutto quello che hai visto… hai comunque intenzione di combattermi? >>
Un sorriso tutto denti arricciò la bocca del sovrano di Asgard.
<< Cosa ti aspetti che faccia, Thor? >> sbuffò, mentre sollevava Gungnir << Tu hai due debiti di sangue da riscuotere. Prima hai ucciso la mia famiglia… e adesso hai massacrato mio figlio! Tutte valide ragioni per giustiziarti >>
<< Io non ho ucciso Sigyn! >> ringhiò il tonante, il corpo avvolto da scintille << Ma ormai mi è chiaro quanto l’odio ti abbia accecato! Or dunque, se devo combatterti per farti aprire gli occhi… così sia! >>
<< Allora affrontami, figlio di Odino! >> esclamò Loki, gli occhi illuminati da un bagliore verde smeraldo << Che questa sia… la nostra ultima battaglia! >>
L’istante dopo, la magia dell’Ase si scontrò con quella del fratello, generando una potente esplosione.
 
 
 


Boom!
Uff, sti capitoli finali si fanno sempre più lunghi, abbiamo così tante trame da concludere.
Nel mentre, continuano ad aumentare i corpi. James è morto, così come Summer, Joker, Spaventapasseri, Bane, Megatron, Jormungandr, Salem e Vorkye, il cui destino si è alla fine avverato. Così come si è avverato quello di Thor, ma in questo caso ci ha pensato Amora a tirar fuori un barbatrucco… morendo al posto suo.
Anche Shen è ormai in fin di vita, mentre Vader e Fire si preparono per il loro scontro finale.  E lo stesso vale per Thor e Loki, mentre i vari Time Warriors stanno convergendo verso il Maestro.
Chi avrà la meglio? Chi ci lascerà le penne? Scopritelo nei prossimi capitoli…
P.S. Per chi se lo stesse chiedendo, sì, la lucertola sfruttata da Shen per creare il suo siero anti-Forza esiste davvero, fu utilizzata dal Grande Ammiraglio Thrawn nella sua trilogia letteraria di debutto. Ma è molto rara da trovare…
  
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