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Autore: Fiore di Giada    07/07/2024    0 recensioni
[Partecipante alla "500themes_ita" col prompt 219, ossia Desiderare, chiedere, credere, ricevere.]
Poco dopo, i due si lasciarono cadere sul pavimento, abbracciati, e appoggiarono le teste l'una contro l'altra. Sì, non potevano imporre a Roran la loro presenza.
Avevano chiesto la sua morte agli dei.
E, in quel momento, dovevano sopportare le conseguenze dei loro desideri.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo Fato è già scritto. Morirà tra dieci giorni.



Con un gesto nervoso, Aleena si alzò dal letto e, a passo rapido, si avvicinò alla finestra della camera.
La luce della luna piena, alta sull'orizzonte, circonfondeva le case della città di Serion e, di tanto in tanto, il lugubre lamento di un grifone nero rompeva il silenzio.
Le lacrime tremarono sulle ciglia della regina. Fino a poco prima, avrebbe gioito della morte del suo secondogenito.
D'istinto, strinse il pugno e si morse le labbra. Per tanti, troppi anni lei e suo marito avevano ritenuto colpevole Roran della morte di suo fratello.
Non avevano saputo vedere l'innocenza nei suoi occhi.
Le lacrime bagnarono le guance della donna e lei si strinse le spalle nude con le braccia. Aveva perduto Aidan, per una violenza insensata e crudele.
E Roran era condannato ad una agonia crudele, lontano dalle sue mani. Ma che dico?, pensò. Lei e suo marito avevano allontanato Roran, con la loro tenace stupidità.
Si erano fidati delle parole e delle azioni di Erwen e Morrigan.
E solo amarezza stringevano tra le loro mani.

La porta, ad un tratto, si aprì e apparve Evan.
L'uomo fissò lo sguardo sulla figura snella della moglie e, d'istinto, strinse le labbra. Quella tragedia non aveva risparmiato nemmeno lei.
Quasi gli pareva di sentire la tensione del suo corpo.
Si avvicinò e le posò le mani sulle spalle nude. Odiava quella sensazione di gelo.
La sovrana, quasi avvertisse il suo tocco, alzò le mani e strinse le dita del consorte.
─ Io… Io non ce la faccio più. ─ mormorò ad un tratto lei.
L'uomo non rispose, ma non si allontanò. Doveva mantenere la calma del suo rango di monarca.
─ Perché siamo fermi qui? Noi dovremmo essergli accanto. Lui… Lui è nostro figlio. Dovremmo essere noi a confortare il suo spirito… Eppure, perché siamo ancora qui? ─

A quella domanda, l'uomo le si avvicinò e le circondò le spalle con le braccia.
Le lacrime caddero dai suoi occhi e si mescolarono a quelle di lei. Quelle parole, così vibranti d'affetto, avevano infranto il suo autocontrollo.
Come lei, anche lui voleva essere accanto al suo erede.
Si morse le labbra, frenando un ringhio. No, non poteva imporre a Roran la loro presenza.
Con un gesto gentile, poi posò le mani sulle spalle della moglie e i suoi occhi verdi si fissarono nelle iridi grigie di lei. Un brivido attraversò la schiena della regina. Lo sguardo di suo marito aveva la fissità dell'agata.
─ Non possiamo imporgli la nostra presenza, mia amata. ─ mormorò l'uomo, serio.
A quell'affermazione, la donna sbarrò gli occhi e fissò sul coniuge uno sguardo esterefatto. Roran era pur sempre il loro figlio.
Evan, a stento, frenò un singhiozzo e lunghi brividi percorsero le sue braccia.
─ La famiglia non è un legame di sangue, ma d'anime. E noi non abbiamo saputo capire l'animo di nostro figlio. Non abbiamo saputo andare al nucleo delle cose. E lui… Lui ha pagato con la vita la nostra stupidità. ─ mormorò e la sua mano, tremante, si spostò sui capelli di lei.
Aleena si morse il labbro inferiore, fino a farlo sanguinare, e una morsa gelida strinse il suo cuore. La verità implacabile di quelle parole risaltava nella sua mente.
─ Quei ragazzi hanno amato e sostenuto Roran nel suo riscatto. E Kaidan Laios, per loro, è stata una figura guida. Loro hanno ben più diritto di noi di essergli accanto. Sai, a volte amare vuol dire fare un passo indietro… ─ mormorò.
Poco dopo, i due si lasciarono cadere sul pavimento, abbracciati, e appoggiarono le teste l'una contro l'altra. Sì, non potevano imporre a Roran la loro presenza.
Avevano chiesto la sua morte agli dei.
E, in quel momento, dovevano sopportare le conseguenze dei loro desideri.
   
 
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