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Autore: MelaniaTs    10/07/2024    0 recensioni
I Keller sono una facoltosa famiglia di Boston. Thomas Keller è il primogenito di Tobias e Rosalie, uomo di successo ha sparso gloria, fama e figli per il mondo- Ciò che gli è mancato è stato però esaudire il suo desiderio d'amore. Riuscirà Thomas ad essere felice?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
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THOMAS Sr.
Le giornate presero nuova vita. Nonostante il cielo era plumbeo per la stagione invernale, avvertito la presenza del sole. Sapevo nel mio inconscio che non era possibile, eravamo in inverno. Tuttavia, da quando Sapphire era rientrata nella mia vita ogni giorno era sole. Quell'inverno lo avevamo trascorso tra la Maremma Toscana, Monaco e il Kleinsten omettendo di dire ai nostri figli che stavamo di nuovo insieme.
Non sapevo perché? Forse perché per loro sarebbe stato bello vederci insieme e noi ancora andavamo con i piedi di piombo. Ne avevamo passate tante in quegli anni, le delusioni erano state molte, dover affrontare la morte di persone a noi care era stata una crescita importante. Dover  capire che dovevamo farcela da soli per essere felici era stato l'obiettivo finale. Eppure stare insieme era bellissimo, la nostra attrazione assopita fino a quel momento era sbocciata di nuovo dopo esserci raccontati l'uno con l'altra. Fare finta che non esistesse era ipocrita, insabbiarla assurdo. In quegli anni avevamo infatti imparato che la vita ti sorprendeva, oggi eri felice e il giorno dopo, un evento qualsiasi, poteva portare via quella felicità. Così avevamo deciso di viverci il momento.  Avevamo degli obbiettivi.
"Una volta rientrati dal Kleinsten andremo a Londra. Riprenderemo le ricerche di Chamael." Dissi a Sapphire, sapevo quanto ci tenesse e ora che ero a conoscenza del fatto che fosse mio figlio, anche io volevo trovarlo.
"Quindi Chamael ritorna a casa." Rispose speranzosa Diamond.
"Chi è Chamael?" Chiese Micaela. "Ha la denominazione El, anche lui ha il nome di un angelo?" Domandò curiosa.
"Chamael è mio fratello... cioè mamma lo aveva in custodia, poi anni fa tornò dalla sua mamma naturale." Spiegò Diamond. "Giusto mamma?"
Sapphire annuì. Era stata quindi quella la motivazione che aveva dato ai ragazzi per la sua scomparsa.
Ascoltavo Diamond che ne parlava con Micaela, raccontando della sua infanzia in Lussemburgo con Chamael e delle volte in cui litigavano. 
"Nonostante tutto ci volevamo bene." Concluse.
"In realtà Chamael è anche tuo fratello." Disse Sapphire a Micaela.
"Oh! Quindi uno di quelli che non ho mai conosciuto." Affermò. "Com'è? Ci somiglia?" Chiese curiosa.
"Somigliava ad Isaak. Erano identici, non per niente loro erano fratelli naturali." Spiegò Diamond.
Al che Sapphire mi lanciò uno sguardo smarrita. "Nemmeno io notai la somiglianza quando lo vidi al matrimonio." La rincuorai.
Ella annuì, per poi rivolgersi a Diamond. "Tornando a noi. Simon e Manila stanno rientrando a Boston dai loro figli." Annunciò Sapphire.
"Io non voglio tornare a Londra!" Disse battagliera Diamond. "Io..."
"Tu potrai tornare a Santorini se vuoi." Le dissi subito. "Ma ci saranno delle regole. Roland potrebbe avere messo qualcuno alla ricerca di Alaska, sapere che suo figlio potrebbe essere accusato di omicidio se venisse trovato il corpo di Alaska."
"Non è morta!" Disse Diamond intanto che Micaela riprese a piangere.
Dovevo chiudere quella storia prima che si autodistruggesse. "Micky hai sentito Emma ed Elisa per dire loro di Alaska?" Le chiesi.
Lei tirò giù il groppo. "No... non ancora." Ammise.
"Dovresti chiamarle. Che ne dici di farlo adesso, ne è passato di tempo." Le consigliai.
"Perché adesso?" Mi chiese.
"Perché dopo oggi non vorrò più parlare di questa storia. Siamo in vista del Natale e saremo ospiti del principato del Kleinsten." Affermai. "Non sarebbe giusto nei loro confronti essere funesti" le spiegai.
Al che mia figlia si alzò da tavola ancora abbattuta. Prese le sue stoviglie, andò a sciacquarle e sparì dalla cucina. Eravamo rimasti solo io, Sapphire e nostra figlia maggiore.
"Non sono stupida!" Disse Diamond appena fummo soli. "Vuoi cacciare anche me per parlare da solo con mamma?"
"No!" Le dissi. "Ma tua sorella è instabile e non voglio che si butti in un'impresa alla ricerca di Alaska con te. Come puoi ben vedere appena la nominiamo piange." Le spiegai.
"Erano molto amiche." Disse Diamond.
"Lo so! Praticamente sono nate a due mesi di differenza e sono cresciute insieme. Credi che non conosca il legame tra le due?" Le chiesi. "Simon è uno dei miei più cari amici, io stesso sono in pena."
"Scusami." Mi disse rammaricata. "Non ci avevo pensato. Sapevo solo che erano molto amiche."
"I genitori di Alaska mi sono stati vicini alla morte di Marina, hanno fatto sì che Micaela non fosse mai sola. Loro tre, Micaele, Dallas e Alaska erano sempre insieme. Difficilmente Micaela ha legato con altri e se lo ha fatto è sempre stato grazie ai gemelli Thompson." Spiegò.
"Niente amici oltre Alaska?" Chiese preoccupata Sapphire.
"No, le amicizie strette sono Alaska e le gemelle. Ma anche qui, Micaela è più legata ad Emma." Risposi. Fissai un attimo Sapphire, ma certo le gemelle che avevo accolto in casa mia cinque anni prima,  così proseguii.  "Emma, come Emmanuelle."
"Le mie sorelline!" Affermò Diamond.
"Elisa ed Emma, rispettivamente molto amiche di Alaska e Micaela." Confermai. "Sarebbero dovute partire anche loro per la vacanza in Italia."
"Anche loro?" Chiese Diamond.
"Emma ha detto che non era in vena di vacanze ultimamente." Intervenne Sapphire. "Una delusione d'amore penso."
"Era la ragazza di Dallas." Confermai guardando Diamond. "Proprio per questo adesso ti lascio una missione."
"Una missione? Dallas ed Emma? Eli e Alaska... cosa dovrei..." Balbettò mia figlia.
"Andrai in Grecia. In Eubea sta arrivando lo yacht dei Thompson, il capitano Morelli si è offerto di esserne custode. Simon dice che puoi restare lì per tutto il tempo. Quindi vai e trova Alaska per tutti noi."
"Quindi posso andare?" Chiese lei entusiasta.
"Certo che si! Ma ripeto, tieni Micky fuori da questa storia, non è il caso di farla venire con te. Inoltre prometti che manterrai un profilo basso, fatti chiamare Ariel e usa..." tirai fuori dal portafogli la mia carta di credito passandogliela. "Questa. Così non avrai problemi finanziari una volta li."
"Tienici sempre aggiornati Diamond." Le disse Sapphire.
Lei si alzò e venne ad abbracciarci. "Grazie, di tutto, della fiducia che riponete in me e per avermi capita. Prometto che non vi deluderò." Ci disse.
"Ricordati che prima però passeremo il Natale insieme nel Kleinsten." Le dissi stringendola. "Vorrei conoscere un po' meglio la mia bambina."

Quando più tardi anche Diamond si ritirò il pensiero costante che avevo nella mente mi fece decidere di chiamare Elisa. Doveva essersi trasferita in Inghilterra da un po' di tempo e iniziato anche i corsi, quindi non avrei avuto problemi di fuso orario e sicuramente alle dieci di sera ancora non sarebbe andata a dormire. Chiusi la porta dello studio a chiave e andai a sedermi accanto a Saffi, dopodiché presi il telefono e col viva voce lasciai partire la telefonata
Elizabeth mi rispose dopo meno di tre squilli.
"Buona sera signor Keller!" Mi salutò, il suo tono di voce non era giovane come al solito, compresi che sapeva, quindi Micaela doveva averla avvertita.
"Eli ciao come stai?" Le chiesi cautamente.
"Diciamo che sto bene signor Keller. Si va avanti... Ho anche iniziato i corsi universitari e deve andare fiero di me, la sua pupilla ha tutto chiaro. Un un giorno prenderò il suo posto alla KGB." Sorrisi guardando Sapphire, dovevo spiegarle questa cosa. "Anzi no, non voglio essere così cattiva..." disse cercando di ironizzare. "Sarò la spalla di Gabriel abbiamo fatto un accordo io e lui."
Cercai di ironizzare anche io. "Quindi tu e mio figlio vi siete alleati contro di me."
Lei Rise. "Lo sa signor Keller che io sono brava con i suoi figli, ho sempre il modo per incastrarli." Affermò
In sottofondo sentì giungere la voce di Rafael. "Non mi ha incastrato, io ho incastrato te."
"Ma stai zitto!" La sentii dire. "Signor Keller ha chiamato me vero? Non questo sbruffone di suo figlio." Scherzò ancora.
Risi e con me Sapphire, erano sempre i soliti. In  realtà non mi sorprendeva neanche di sentire Raphael in sottofondo. Ero sicuro che Elisa avesse scelto l'università inglese proprio per avvicinarsi a lui. "Ho chiamato te Elisa. Sei contenta?" Le dissi. 
"Sì molto, lei sa sempre come farmi star bene signor Keller, questa telefonata mi ha aiutata." Mi rispose. 
"È successo qualcosa? Le chiesi.
"Nulla di che signor Keller." Mi rispose calma. "A parte la scomparsa di Alaska, ma mi sto riprendendo, Rafael mi ha messo a conoscenza appena sono avvenuti i fatti."
"Quindi lo sai da un po'!" Affermai. 
"Si, Rafael mi ha contattata appena è rientrato a Londra. Direi fortunatamente che sono qui, mio fratello ha una figlia bellissima che riesce a distrarmi e Kristal riesce a distrarmi. Inoltre se ci sto male,  penso ad Alaska. Lei non avrebbe mai voluto vedermi triste per questo." Mi raccontò iniziando a parlare. Il mio sguardo era però rivolto a Sapphire che fissava il monitor dolcemente. "Non dico che non ho pianto e non dico che ancora oggi non lo faccio, ma Sam e Rafael mi consolano nei momenti di crisi e Kristal è veramente uno spettacolo è così ingenua genuina che riesce a farmi passare bene le mie giornate." Raccontò.
"Sono contento che tu stia bene, ero preoccupato per te e per Emma. Adesso chiamerò anche tua sorella e spero che mi risponda nel tuo stesso modo."
All'altro capo sentii silenzio. "Non so se Micaela prima abbia chiamato anche Emma." Mi disse. "Però quando Rafael me l'ha detto, ho fatto venire Emma qui a Londra per metterla a conoscenza di tutta la storia. Non era sola, c'ero io, Rafael, Tom e Sam. Ma purtroppo Emma a differenza mia, li a Cambridge non è circondata da tutti noi, è sola! Le ho chiesto di restare a Londra, ma ha detto che aveva dei corsi da seguire. Poi le ho chiesto di trascorrere il Natale insieme, ma si rifiuta proprio vuole partire per la Grecia appena iniziano le vacanze invernali e temo di non poterla fermare." Concluse.
Al che a questa affermazione Saffi si intromise nella telefonata. "Tua sorella non mi ha detto niente di questo Natale." Le  disse.
"Mamma?!"
"Elizabeth." 
"Oh mamma... Questa non ci voleva, fino ad ora mi sono trattenuta ma se ci sei tu...non so se riesco a far meno.l Avvertire la voce inclinata di Elisa mi straziò. Per la prima volta da quando la conoscevo sentivo la tristezza nella sua voce.
"Elizabeth non piangere tesoro." Le disse Sapphire. "Amore scusami, stavi bene non hai ceduto fino ad ora e per colpa mia lo stai facendo." Le disse. "Avresti dovuto chiamarmi prima però, sai che per voi ci sono sempre." L'ammonì.
"Mamma io... ho Rafael, è lui il mio sostegno non preoccuparti per me." Le disse lei singhiozzando. "Però sono preoccupata per Emma. Chiamala è sola e sicuramente Micaela ha chiamato prima lei anziché me visto che sono molto legate. Chiamala e dille di venire con te nel Kleinstein." Concluse. Sembrava non stesse più piangendo.
"Ci vediamo lì Elisa?" Le chiese Sapphire. 
"No mamma. Io resto a Londra con Rafael e Isaac, li aiuto col lavoro." Ci disse. "In previsione del Natale ci sono molti prenotazioni l ristorante. Ovviamente Isaak ha detto che non dovrò distruggere nessun piatto però ce la posso fare." Scherzò, era un segno che Elizabeth stava bene e ne eravamo contenti
"Quindi sapevi del Kleinstein e sapevi anche che non saresti venuta?" Le chiese Saphire.
"Tom ed Eleonora mi hanno invitata appena arrivata a Londra, ricordi quando venni a mangiare da voi? Ultimamente sto anche lavorando un po' da Tom con Chamly.
"Così ti tieni impegnata." Le disse Sapphire.
"Si, ho avvicinato Tom al mondo del virtuale dei social network, ho messo in rete un profilo Instagram per le società, io e Chamly lo aggiungiamo costantemente e fa tanta pubblicità. Sto mettendo a lavorare anche Rafael. Dovrebbe darci uno sguardo signor Keller."  Affermò. "Così potremmo fare la stessa cosa con KCG di Boston che ne pensa?" Mi propose ritornando a me.
"Frena." Le dissi. "Sono contento che tu aiuti Tom e Drake alla Consulting, ma sai che devi laurearti vero?"
"Signor sì, signor Keller." Affermò ironica lei. "Mi laureerò e sarò il suo fiore all'occhiello. Niente distrazioni e niente ragazzi!"
"Niente ragazzi perché ce l'hai già il ragazzo." Intervenne di nuovo Rafael.
"Tu sei uno schiavetto non un ragazzo!"  Disse lei.
Al che io e Sapphire ridemmo in contemporanea.
"Mamma ti prego non ridere." Supplicò Sapphire mio figlio.
"Scusa tesoro." Disse Sapphire
"Non puoi chiamare mamma la mia mamma!"
"Certo che posso!" Rispose Rafe alla ragazza.
"Ok ragazzo! Noi vi salutiamo." Dissi per chiudere.
"Si, chiamiamo Emma. Ciao e fate i bravi, a gennaio torniamo a Londra." Li salutai.
"Ciao!" Risposero in coro i due.
Staccammo la telefonata, anche se capii che Saph aveva un bel po' di domande per me.
"Hai finanziato l'università ad Elisabeth." Mi disse con una constatazione leggera.
"C'è del potenziale in lei." Ammisi.
"Potevamo permetterci tutte le università, ma grazie." Le dissi.
"Me lo ha detto anche sua zia! Ma è un incentivo, volevo farle capire che io credo in lei."
"Da quanto hai puntato su di lei?" Mi chiese.
Feci una smorfia, anche se non ci volle molto a rispondere. "Dal primo giorno! Rafael era in macchina con noi e mi disse che era criptica come me. Al che decidi di tenerla d'occhio."
"Loro due invece?" Mi chiese.
"Rafael mi disse: è come te, non riesco a leggerla ed è pericolosa. Non vado ad Harvard ma parto per Oxford." Le risposi. "L'attrazione è stata subito evidente e così ho deciso di assecondarlo per non finire nei guai. Elisabeth era minorenne."
"Ma lui ha avuto delle ragazze a Londra e so anche che Elisabeth ha avuto delle avventure in questi anni." Mi disse lei.
"Hanno fatto un accordo." Le spiegai. "Potevano vedere entrambi altre persone e se si innamoravano l'accordo e la promessa era revocata. Nel frattempo potevano conoscersi, penso si siano mandati delle mail o più velocemente dei messaggi telefonici."
"E ora?" Mi chiese.
"Credo che i fatti di Alaska lo abbiano avvicinati e avevano deciso di provarci. Lei ha deciso di frequentare la London university." Le risposi.
"Glielo ho chiesto io. Sapevo che Emma voleva frequentare il MIT, così le ho chiesto di tornare almeno lei a casa."
"Alla fine però Emma si è iscritta a Cambridge." Le ricordai.
"Ma perché com'è il MIT ha le facoltà giuste." Aggiunse lei. "Credi che dureranno Elisa e Rafe?"
Sospirai. "Credo che dovremmo essere imparziali con loro. Osservare e non intrometterci. Sinceramente pensavo che questa cosa finisse dopo che avrebbero avuto rapporti."
Lei mi guardò. "Se è il primo ragazzo che le è piaciuto, hanno avuto l'anno scorsa il primo rapporto."
Feci una smorfia. "Quest'anno Elisabeth ha avuto un ragazzo, Ryan Carter. Non può essere stato Rafael."
"Rafe ha avuto poche avventure, niente di serio. Chamly mi dice sempre che non va oltre i baci." Mi raccontò Sapphire. "Vedremo cosa ci racconteranno." Mi disse Sapphire e concordai con lei.
Dopo esserci confrontati su Rafe ed Elisabeth fu Sapphire a prendere il telefono.
Compose il numero di sua figlia Emmanuelle e mise il viva voce.
Emma, rispose al secondo squillo. A differenza di sua sorella quando lo fece si capì che era scossa.
"Mamma... oh mamma... sei tu... grazie al cielo mamma..." pianse.
"Emma..." Sussurrò Saph.
"Scusami mamma... è che..."
"Dimmi tesoro." La incitò Sapphire.
"Una mia cara amica è scomparsa. Ed è colpa mia." Disse.
"Tesoro am cosa dixi? Non penso che sia così." Le disse Saph.
"Si mamma è così. Se non avessi chiuso con Dallas sarei partita con lei e quella cretina si Mary non lo avrebbe fatto." Iniziò a raccontare in modo isterico.
"Sentì tesoro, sono qui con Thomas Keller e ti chiamavo proprio per questo." Le disse Sapphire.
"Ciao Emma..." dissi imbarazzato.
"Signor Keller... signor Keller mi dispiace. Sto lasciando Micky da sola in un momento del genere." Mi disse tornando a piangere.
"Ma cosa dici Emma! Anche tu in questo momento sei sola, per questo ti abbiamo chiamata." Le risposi rincuorandola.
"Ho sentito Micky poco fa e non stava proprio bene." Mi disse.
"E sono contento che vi siate confortate a vicenda." Le dissi. "Ho detto a Micky di chiamarvi e parlane, ma le ho anche detto che dopo questa volta poi basta." Le chiarii.
"Tesoro sappiamo che la vita è ingiusta. Ma dovete andare avanti, Alaska è scomparsa vero, ma potremmo ritrovarla." Le disse Sapphire.
"Per questo voglio andare in Grecia. Setaccerò tutte le isole e tutto il mare Egeo, io e Alaska andavamo sempre in barca insieme." Ci disse.
"No tesoro. Tu resterai a casa o verrai con noi nel Kleinsten." Le disse Sapphire autoritaria.
"Non posso mamma... così abbandonerei Alaska." Si oppose lei.
"Diamond partirà per la Grecia in cerca di Alaska." Intervenni io. "Ti fidi di tua sorella Emma?" Le chiesi.
La risposta non arrivò subito. Poi Emma parlò. "Ovvio che mi fido di mia sorella signor Keller. Ma è colpa mia se è accaduto tutto questo, se fossi partita...."
"Mary sarebbe partita con voi e Philip anche." Le spiegai. "Philip sopratutto, era partito per sedurre Alaska e incastrarla in un matrimonio riparatore."
"Ma che stron..." disse Emma trattenendosi. "Scusatemi."
"Meglio che ci sia stata Mary, la sua facilità, ha fatto allontanare Philip da Alaska." Disse Sapphire.
"Io e Simon Thompson abbiamo comunque messo le autorità in allerta per tutto l'Egeo." Le dissi.
"I due pezzi da novanta sono entrati in opera." Affermò lei. "C'è anche Simon con voi?" Chiese.
"No, siamo solo noi." Rispose Sapphire.
"Giusto." Rispose lei. "State insieme."
Guardai Sapphire che mi fissò sconvolta. "Tesoro non è come pensi..." le disse
"Andiamo mamma! Il signor Keller è un pezzo da novanta, un uomo molto sexy." Mi disse divertita. "Se me lo avesse chiesto sarei stata con piacere la sua toy girl."
"Emma!" La riprese Sapphire.
Io sorrisi. Ogni tanto anche Emma tirava fuori questo suo lato impertinente.
"Dai mamma! Te lo meriti." Disse Emmanuelle.
"Ma cosa dici tesoro?" Disse ancora Saph.
"So che non dovrei dirtelo, però non posso far finta di niente." Mi disse. "So che i miei fratelli non lo hanno fatto eppure dopo che ho saputo di Alaska mi sono ricordata una cosa importante mamma." Disse lei.
"Cosa?" Le chiese Saph.
"Che la vita è breve." Disse con un singhiozzo. "È il motivo per cui papà non ha potuto avermi tra le braccia o conoscermi. Giusto?" Disse emozionata.
Non risposi. Chi ero io per darle torto? Aveva ragione.
"Hai ragione Emma!" Sussurrò Sapphire. "La vita è breve."
"Appunto mamma. Così ho deciso di non vivere di rimpianti, ho letto la lettera di papà." Ci disse emozionata. "Ho aspettato tanto perché Edward ed Elisabeth non volevano leggerla. Ma io l'ho fatto, quindi conosco la vostra storia. Quella di voi quattro intendo, tu, papà, il signor Keller e Marina." Sussurrò. "Vi capisco se siete tornati insieme, anzi se non lo avete ancora fatto sbrigatevi." Ci disse.
"Emma..." sussurrai.
"Sa signor Keller. Papà racconta che Marina era stupenda, voglio credere che in un'altra vita loro siano insieme. Anche se nella lettera dice che è stato felice, che ha vissuto senza rimpianti." Raccontò. "È il motivo per cui volevo andare in Grecia adesso, mi sentivo in colpa. Ovvio con le vostre parole ho capito che è stato meglio così. Sapevo della cotta di Alaska per Philip e se Mary non ci fosse stata forse il piano di quel meschino sarebbe andato in porto." Disse.
"Quindi non andrai più in Grecia. Verrai con noi nel Kleinsten?" Chiese Saphire.
"No mamma! Resto in Inghilterra, raggiungo Elisabeth e dirò a Edward di venire anche lui, insieme sempre." Disse lei.
"Sei sicura?" Le chiese Sapphire.
"Si!" Disse. "Leggere la lettera di papà mi ha fatto capire che devo sempre agire per il bene, che devo lottare per ciò che voglio."
"E sai ciò che vuoi." Le dissi.
"Voglio laurearmi in meccatronica e aggiungermi allo staff di Simon Thomson nella sua società. Voglio chiedere scusa a Dallas, perché volevo facessimo sesso e l'ho accusato di essere egoista non volendo assecondarmi. Ad oggi devo ammettere che ha fatto bene e lasciarci è stata la soluzione migliore. Ho avuto un rapporto con un ragazzo di cui non ero attratta, non mi è piaciuto. Io e Dallas eravamo molto amici e stavamo insieme per inerzia,  non c'era attrazione. Avremo rovinato tutto. Quindi non voglio rimpianti, gli ho scritto una mail dove gli ho chiesto scusa."
Io e Thomas l'ascoltammo stringendoci le mani. Quella ragazza si teneva sempre tutto dentro e finalmente stava parlando con noi.
"Cos'altro vuoi fare?" Chiese Sapphire.
"Non cosa voglio." Disse. "Piuttosto cosa posso."
"È... successo qualcosa?" Le chiesi.
"Si mamma!" Disse. "Nella lettera di papà c'era anche una foto stampata, nella foto c'erano papà con Marina e mio fratello Chamael." Affermò.
Io e Sapphire ci fissammo stupiti, non avevamo parole.
"Mamma..." chiamò Emma.
"Si?" Chiesi io.
"Non so perché proprio questa foto. Ma io ricordavo di averla già vista prima."
"Forse a casa!" Disse Sapphire scuotendo la testa. Sapevamo entrambi che non era così. Solo negli ultimi anni aveva scoperto di Stephan e Marina.
"Mamma ti prego. Il loro rapporto epistolare era segreto, sappiamo benissimo che a casa questa foto non esiste." Disse Emma. "Ho fatto una ricerca della foto con Google immagini, posso inviarla anche a te in realtà. Però appunto ricordavo di averla già vista." Disse la giovane.
"L'hai trovata?" Chiese Saphire.
"Ovvio che si." Disse orgogliosa. "Non è una fotografia ma un ritratto. Un ritratto d'autore di un pittore contemporaneo diventato molto famoso per i suoi quadri che ritraggono Indocina un po' cosa?" Chiese Emma.
"Cosa?" Chiedemmo noi in contemporanea.
"Angeli. Il pittore dipinge degli angeli e nelle recensioni si dice che ogni quadro sembra avere un anima."
"Oh!" Esclamò Sapphire.
"Come si chiama il pittore?" Chiesi al posto di Saph.
"Siete seduti?" Ci chiese Emma.
"Si Emma!" Le dissi spazientito. "Siamo in poltrona."
"Ok! Nella descrizione del suo account Instagram si dichiara l'angelo dell'amore, ma il suo nome è semplicemente Chamael."
Chamael! Chamael era un pittore?
"Mamma!"  chiamò Emma.
"Tesoro!" Disse Sapphire emozionata.
"Mamma, non so dove sia e cosa stia facendo Chamael. Ma è vivo e sta bene, se cerchi  la sua pagina potrai vederlo nei suoi ritratti. L'aggiorna qualche volta, i ritratti non sono pubblicati per intero, ma si percepisce la loro bellezza e la gioia di Chamael per il suo lavoro. Mamma, mio fratello sta bene."
"Oh Dio Emma!" Sussurrò Sapphire. "Grazie, grazie mille tesoro."
"Me lo riservavo come regalo di Natale in realtà. Ma credo che ci siano sempre dei motivi per le nostre azioni. Come anche perché io avessi questa foto nella mia lettera. All'inizio pensavo che papà volesse farsi conoscere e farmi conoscere Marina. Però questa foto mi ha portato a Chamael, era questo il momento giusto per dirvelo."
"Grazie Emma." Le dissi emozionato. Aveva ragione. Perché accadevano delle determinate cose? Avevo una mia opinione in merito, ma la tenni per me.
"Tu non immagini quanto ti siamo grati per ciò che hai fatto tesoro." Le disse Sapphire.
"Non dirlo neanche mamma. Ci rivediamo a Londra, va bene?" Chiese la giovane.
"Va bene cara. Mi raccomando, trascorri un bel Natale." La salutò Sapphire.
"Anche voi. Grazie tanto per la telefonata, è arrivata nel momento giusto." Ci salirò lei. "Buon Natale."
Quando la telefonata terminò io e Sapphire ci guardammo intensamente.
"Vediamo come va?" Mi disse. "Stiamo riscoprendoci ed è tutto nuovo anche se non sembra."
"Vuoi una relazione clandestina?" Le chiesi.
"Voglio tenere la cosa per noi. Andiamo nel Kleinsten e poi ovunque tu voglia andare." Mi disse. "Verrò con te. Ho smesso di scappare e vorrei poterti seguire ovunque." Mi disse dolcemente baciandomi.
Ciò che mi disse mi alleggerì il cuore. Temevo la sua risposta e non me n'ero accorta. Intensificai quel bacio baciandola con passione e stringendola di più a me.
Quel momento fu interrotto dalla notifica del cellulare di Sapphire.
"Vedo un attimo chi è poi andiamo in camera. Ti va?" Mi chiese.
"Non vedo l'ora." Ammisi ammiccante.
Andò a controllare chi le scriveva e dopo aver visto il messaggio notai l'emozione nel suo sguardo. Avvertii un altro notifica, attesi che però Saph mi dicesse qualcosa.
"Emma mi ha mandato la foto." Mi disse.
Al che mi avvicinai. La raggiunsi e diedi uno sguardo alla foto.
"È stata fatta dopo il matrimonio!" Le dissi. "Come sempre Marina riportava indietro i bambini, era un modo per evitare che ti incontrassi. Sapevo che saresti stata lì con Samuel." Mi spiegò. "La collana che indossa la comprammo alle Haiwai."
Annuì. "Per lo stesso motivo tuo, non portavo io Samuel e Chamael al collegio. In fondo è così che si sono conosciuti." Ammisi. "Anche se il bambino nella foto non è Chamael."
"No! Lui è Rafael. Ho tante foto di lui e Marina insieme che non riuscirei a non riconoscerlo." Le dissi.
"È strana come foto. Cioè..." disse Sapphire. "C'è Rafael e manca Chamael? Lui e Stephan erano sempre insieme."
"Forse era già entrato al collegio con gli altri." Ipotizzai. "Il link invece?" Le chiesi.
"Non lo so. Anche se credo sia il profilo Instagram di cui ci ha parlato Emma." Mi rispose facendomi leggere il link.
"Aprilo." Dissi fremente. Volevo vedere le opere di mio figlio.
Così Sapphire senza farsi pregare troppo aprì il link.
Il profilo indicava appunto Chamael come proprietario. Sulla foto che lo segnalava c'era un angelo di spalle, le ali bianche e i capelli neri portati lunghi sulle spalle.
Le foto delle opere, come ci aveva avvertito Emma, non erano integre. Eppure si percepiva da ogni ritratto l'anima. In ognuno di essi ciò che spiccava, era sempre lo sguardo del soggetto. Gli angeli e i serafini ritratti erano superbi. Scorrendo la pagina trovammo anche il quadro che riguardava la fotografia di Emma. Era diversa, mancava di metà viso sia per quanto riguardava Stephan che Marina, inoltre non era a mezzo busto come la fotografia. Il ritratto era a figura intera, Marina aveva in braccio Rafael mentre Stephan teneva per mano Chamael, accanto a lui, seduti nella posizione del loto c'erano due piccoli Joel e Raziel.
"Questa è la vera foto!" Esclamò Sapphire.
Io a bocca aperta annuii. "Dio, Lucifero e i suoi angeli." Lessi il nome del quadro. "Stupendo." Dissi affascinato. "Voglio questo quadro." Affermai.
"Anche io." Disse Sapphire.
Andammo a dormire ancora sconvolti. Al mattino a mente più lucida creammo un account Instagram guidati da Micaela e Diamond.
Scegliere il nome da mettere fu complicato. Istintivamente volevo mettere il mio nome. Ma Sapphire mi ricordò che se anche Pollyn seguiva Chamael, avrebbe scoperto che cercavamo il figlio.
"Ha ventitré anni, non credo che ancora possa influire sulla sua vita." Le dissi. "Ma va bene."
"Credo che anche il mio nome non vada bene." Disse coerente.
"Keller Linie?" Propose Diamond. "Avete detto che Chamael è a conoscenza del tuo nome e se ti cerca un indizio sarebbe meglio lasciarlo."
"Seraphim Keller?" Propose Micaela. "Anche se temo che conosca il tedesco questa Pollyn."
" Tenshi no kyōdai!" Proposi. "Fratello Angelo in giapponese."
"Mi piace." Disse Sapphire. "Potremo usarlo tutti quanti." Propose.
Così creato l'account iniziammo a seguire Chamael. C'erano dei ritratti spettacolari, sotto uno dei post Sappphire chiese se ci fosse un'esposizione delle opere e se erano in vendita.
Dopo aver fatto questo io e Sapphire condividemmo infine il profilo con tutti i miei figli.
Partimmo per il Kleinsten e finalmente potemmo ricongiungerci con Joel, Thomas ed Eleonora. Kristal come Adam stava crescendo tanto e appena ci vide ci corse incontro calamitando tutte le attenzioni su di sé.
Conobbi gli amici di Eleonora e Pamela, Tancredi e sua moglie e Nora Müller che oltre ad essere amica di Eleonora era anche responsabile della KB consulting.
Trascorsi molto tempo con lei a parlare di lavoro, stranamente mi ricordava qualcuno, anche se non riuscivo a ricordare chi. Prima di tornare ognuno alle nostre vite le lasciai comunque il mio contatto per qualsiasi motivo. "Mi piaci Nora e mi fido del giudizio di  mio figlio Tom, per qualsiasi cosa conta su di me."
Dopo capodanno ripartimmo ognuno per la propria casa. Io per il momento sarei rimasto a dormire alla sede della T-consulting. Io e Sapphire per il momento avremo tenuto segreto la nostra relazione. 

 

   
 
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