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Autore: jessicalocke    10/07/2024    3 recensioni
Lei è una ragazza ingenua, inesperta, sprovveduta, semplice, sottomessa, che inciampa sui suoi stessi piedi...per farla breve, rincoglionita.
Lui è un ragazzo affascinante, brillante, dominante, freddo, pericoloso, manipolatore e, ovviamente, palestrato.
Vi ricorda qualcosa?
Genere: Comico, Parodia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL MIO BULLO 






 

Manor-Hall è un immenso castello che sorge sopra una collina dal XV secolo in Francia. In stile gotico, costellato da gargouille, emana un’aura di terrore perché è così che la scuola viene rappresentata in queste storie.
L’ultimo lord che vi viveva, ha deciso che le bollette di gas e della luce erano troppo elevate, e per questo l’ha donato al comune.
Dopo varie peripezie burocratiche, il castello è diventato una scuola per ricchi da fare schifo, solo l'élite dell’élite può accedervi.
Miss Trincialunni è l’algida direttrice. É una donna bassina, con un viso affilato, indossa sempre un paio di occhiali e i suoi capelli sono raccolti in un’austera crocchia.
L’ultima arrivata è Baguette.
Lei è riuscita ad entrare nella scuola solo grazie ad una borsa di studio, che cosa avevate capito? È ovvio che lei non può essere ricca da fare schifo!
« Benvenuta a Manor-Hall, Baguette »
« Ma Manor e Hall sono sinonimi! » esclama la ragazza con stupore.
« Silenzioooo! » urla la direttrice, estraendo un bastone da non si sa dove «Sono sicura che ti troverai come in famiglia qui, e per farlo basterà rispettare pochissime regole. Innanzitutto educazione, rispetto per i superiori, disciplina, palo nel culo, cosce strette, bocca cucita, vietato scendere nelle cantine, vietato fumare, bere, drogarsi, limonare, tenere le luci accese dopo le nove di sera, tenere animali che non siano pantegane, ragni, lumache e faleneh, cimici e coleotteri ».
«Cosa c’è nelle cantine?»
La direttrice batte il bastone in terra violentemente «Silenzioooo! Pantegana sarà la tua nuova compagna di stanza. Non innervosirla troppo. Morde »
A questo punto, la fanciulla si dovrebbe chiedere qualcosa tipo: “dove cazzo sono finita?”, ma invece opta per «C’è il figone di turno, biondo con gli occhi azzurri, alto, palestrato, con un cetriolone così?»
«Sileeeenziooo! I cetrioli li trovi in cucina. Vietato entrare in cucina.»
«Ma che cazzo.»
«Sileeeenzio! Niente parolacce, ho detto! Dai, cazzo, Baguette! Gni gni gni gni.»
«Ma gni gni cosa, Vossignoria?»
«La tua lezione di musica ti sta aspettando.» avvisa la Trincialunni con voce angelica «Ricordati che senza borsa di studio varresti meno delle mie babbucce.» si fa il segno della croce «E ricordati che io ho cento occhi, e dove non arrivo io, arriva Nostro Signore.»
Baguette sobbalza «Amen.»
«Sileeeenzio, gni gni gni.»
La ragazza s’inchina umilmente e si congeda.
Testa di cazzo, chiedile dov’è l’aula di musica!
Felice e saltellando, Baguette vaga senza meta per l’istituto, non accorgendosi delle occhiatacce delle persone intrappolate nei dipinti appesi ai muri.
Quando si è iscritta, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata stravolta da due palle degli occhi cerulei, che l’hanno abbagliata dal primo momento.
Ma com’è avvenuto l’incontro con quel giovine adone?
Baguette è inciampata sui suoi stessi piedi e gli è finita addosso. Il che, converrete, non si è mai visto.
«Non guardarmi con questa casualità.» la voce del ragazzo è maliarda «Bè, cimice? Non hai mai visto un figone come me, alto, palestrato, abbronzato, con i capelli biondi e gli occhi azzurri? Ah, sono anche ricco da far schifo e sfotto la gente perché ho una storia traumatica alle spalle.»
«Snaug, asssh, alll, ssssss »
« Eh?! ».
Un classico dei nuovi romance è che tutti i dialoghi sono biascicati, pertanto lo spettatore non capisce una emerita cippa.
« Stavo dicendo, non mi chiamo Cimice, ma Baguette » con un’immensa fatica è riuscita a formulare una frase di senso compiuto. Dopotutto deve riprendersi dall’immenso fascino di…come cazzo si chiama questo?!
« Io sono Gian-Fransuà III, figlio di Gian-Fransuà II, a sua volta figlio di Gian-Fransuà I. Chi è venuto prima non me lo ricordo » la squadra dall’alto in basso con superiorità « Gli standard di questa scuola si sono abbassati per ammettere gente come te, sfigata! »
Baguette ha il cuore infranto, stringe a sé lo spartito come uno scudo, ma tant’è non può fare a meno di contemplare cotanta beltà « Sai dirmi dov’è l’aula di musica? »
« Tze, quello lo chiami spartito?! Il mio falegname con trentamila lire lo fa meglio! »
« Il falegname fa lo sparito? Ah, non lo sapevo »
« Sei rincoglionita, mmmh...bene » la guarda con la bava alla bocca « Sai cosa accadrà ora? Te lo spiego subito: farò una scommessa coi miei amici e ti bomberò facendoti cadere in trappola dopo averti fatto credere che il sentimento che ci lega sia amore non appena vincerò la scommessa non ti guarderò più manco se preghi in ginocchio e ti sfotterò finché non farò pena al lettore con la mia storia tragica e tu non cadrai preda della sindrome da crocerossina. » non ha nemmeno preso fiato una volta.
« Mi salverai perché a differenza delle altre ragazze l’autrice ha scelto così. Alla fine ci innamoreremo, ci sposeremo ed avremo cinque figli ».
Baguette è sopraffatta da tanto romanticismo, già immagina il loro matrimonio con tanto di campane che suonano a festa.
Ovviamente il fatto che lui sia ricco sfondato non influisce assolutamente sui suoi sentimenti.
« Ho capito chi sei in realtà, sei un demone travestito da angelo. Non mi avrai mai e poi mai! »
Lui, con mossa fulminea, si appropria dello spartito « Dai, prendilo se ci riesci, Cimice ».
Lei inizia a saltellare in maniera pietosa, ovviamente non ottenendo nessun risultato « Lascialo, perdindirindina ».
« Lasciala in pace, bulletto! »
Gian-Fransuà si gira e vede Jeantod.
« Ed ecco arrivato il paladino della giustizia, cosa vuoi fare tu quattrocchi?»
« Se non la smetti di importunare la nuova arrivata, lo dirò alla signora direttrice »
« Tzè, fai pure. Quella è innamorata persa di me, mi vorrebbe cavalcare, e solo per questo passo gli esami e non vengo espulso »
« Tu...brutto…» purtroppo per Jeantod, Gian-Fransuà è molto più atletico di lui e quindi lo mette a tacere con un clamoroso destro.
« Chiedi ad uno sfigato come te dove si trova l’aula, cimice» Gian-Fransuà esce di scena, ma non prima di fare l’occhiolino alla sua cimice preferita.
Jeantod è per terra e tiene la mano sul naso sanguinante.
« Grazie….» inizia Baguette, inginocchiandosi al suo fianco e porgendogli un fazzoletto.
Per Jeantod è amore a prima vista, la guarda come un’apparizione mistica.
« Tu sì che sei un bravo ragazzo »
« Sei nuova da queste parti, vero? » le domanda « Io mi chiamo Jeantod, tu sei?»
« Sshss, eeee, sciuusiucucii »
« Eh? Cosa hai detto? »
« Stavo dicendo… mi chiamo Baguette »
« Che splendido nome! » Jeantod ha già perso la testa per la nuova arrivata       « Uno splendido nome per una splendida creatura » le bacia la mano con fare galante. Tuttavia Baguette non apprezza il gesto, perché sente ancora su di sé lo sguardo velenoso di Gian-Fransuà.
Il narratore sente l’impulso di suggerirle “Finalmente un bravo ragazzo! Buttati tra le sue braccia e goditi il momento fluff”.
La cara protagonista invece...ritrae la mano, scrollandola come per scacciare la peste.
« Mi dispiace Jeantod, ho realizzato proprio poco fa che mi piacciono i ragazzi audaci, sprezzanti, che sanno come prendermi...non la mano! Pertanto fra di noi non può proprio funzionare. Sei un ottimo amico »
Jeantod perde gli occhiali dallo shock e va a rintanarsi dietro la statua del fondatore dell’istituto. Prima però le indica, singhiozzante, l’aula di musica        « L’a..aula..è..è..d..d..di l..là ».
« Grazie molte, a presto ».
Non appena Baguette gira l’angolo, ecco giungere la Direttrice, che vedendo il malcapitato gironzolare anziché essere a lezione, strilla «Riinghiooooo! Attacca il disobbediente!».
Baguette capisce quali sono le vere regole e soprattutto le punizioni per chi non le rispetta. Ringhio è un cerbero con tre teste, alto come un palazzo di dodici piani e largo come un grattacielo. Se sguinzagliato è in grado di azzannare, triturare, sbudellare e ferire a morte il malcapitato.
Baguette vorrebbe davvero aiutare Jeantod, ma ora sente l’impellente bisogno di rivedere quei bellissimi occhi cerulei che l’hanno stregata.
Quindi se ne sbatte allegramente e se ne va in aula.

Nel tardo pomeriggio, del tutto ignara se Jeantod sia ancora vivo o maciullato, e realizzato che nelle cantine potrebbero esserci delle meravigliose bare con tanto di fiocco rosa, alla Squidgame, Baguette si reca in palestra.
Lì vede il bellissimo angelo caduto fare le flessioni senza maglia. Non appena Gian-Fransuà la vede, si lecca le labbra, pronto a sbranarla.
Baguette non vede l’ora di sentire il tocco delle sue dita su di sé, il suo fascino è infestante.
« Non dovevi scappare così » esclama lui, tirando fuori la lingua e toccandosi il petto con fare sexy.
« Che acciderbolina dici? Sei tu che hai menato il povero Jeantod e poi sei fuggito »
« Nessuno mi può provocare » si avvicina, sussurrandole all’orecchio « E allora perché non sei con lui, ma qui con me? »
« I...io…..»
« Stammi lontana » le intima, avvicinandosi così tanto da poter sentire la marca scadente del suo shampoo.
« Perché? »
« Assheer aru akanhf ajeje brazorf! »
« Eh? »
« Perché ho una storia tragica alle spalle, no? Te l’ho già detto prima, ritardata »
« Raccontamela, sono qui per te! »
« Quando avevo solo quindici anni, alla fieeera dell’est per due soldi, mia madre un pesciolino comprò. E venne il gatto, che si mangiò il pesce, che al mercato mia madre comprò…e venne una cimice che lo morse. Ecco perché ti chiamo Cimice, carino no? »
« O mio dio, che storia commovente ».
I due si stanno avvicinando pericolosamente.
Gian-Fransuà le accarezza il viso, lei sente l’aria farsi bollente e lo implora          « Mio bullo, fammi tua!».
Lui sta per togliersi i pantaloni, quando un megafono che fa il verso di Pingu li interrompe.
« Cosa succede? » gli chiede, accarezzandogli il petto.
« Ahnfskkkvjfk ajakaka cadrega! »
« Eh? ».
Dal megafono risuona la voce della direttrice Trincialunni « Presentarsi tutti in salone, immediatamente! »
Tutti corrono e restano leggermente stupiti quando vedono il look della preside, ovvero la tuta delle guardie in Squid Game.
« Ma che cazzo?! »
« Alunni, finalmente siete al completo! O quasi… » la direttrice si riferisce alla prematura dipartita di Jeantod « Benvenuti ai giochi di sta cippa di minchia! »
« Eh? » esclamano all’unisono i malcapitati.
« I giochi di sta cippa di minchia, no?! Attendevo da tanto questo momento eh, eh » lei gode come tutti i villan che si rispettano.
Baguette guarda per l’ultima volta quei bellissimi occhi cerulei.
« Il vero motivo per cui siete qui è…..»
Una musichetta inquietante coreana invade la stanza. Poi entra la bambola robot dell’ Un, Due, Tre, Stella.






Angolo autore: Salve carissimi! Eccomi con il secondo capitolo di questa assurda raccolta, che alla fine tanto assurda non è XD.
Come potete vedere qui ho esplorato la relazione tra la nuova arrivata ed il bullo della scuola. Un classico, no? XD
Grazie a chi legge ed è arrivato fin qui, grazie a chi recensisce e soprattutto un grazie a SwanSong.
Quale sarà il prossimo tema? ;)

A presto,

Jess.










 

 

   
 
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