Serie TV > I ragazzi della prateria
Segui la storia  |       
Autore: Buckette    11/07/2024    0 recensioni
Una giovane donna italiana si trasferisce a Sweetwater con l'aiuto di una zia americana per intraprendere una nuova vita avventurosa alla ricerca del vero amore. Lo troverà, ma una tragedia rischia di dividere i due amanti. Riusciranno a superare insieme le avversità della vita o si separeranno?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11 Buck non chiuse occhio per tutta la notte. Appena il sole apparve chiaro all’orizzonte e gli sembrò un orario adatto per andare alla tenda di Dolce Piuma, dove alloggiavano anche Rachel e Lou, mentre Orso Rosso si era trasferito col figlio da un’altra parte per non urtare la sensibilità di Bea, si recò da loro. Dolce Piuma lo accolse con un caloroso abbraccio e gli disse che Bea si era svegliata più volte a piangere durante la notte e non erano valse a nulla le parole di Rachel e Lou. In quel momento stava riposando un po’ ma poteva entrare così da essere presente al suo risveglio. Quando fu dentro, Buck sentì una fitta al cuore, come se qualcuno glielo stesse strappando dal petto. Gli andarono incontro Lou e Rachel che lo abbracciarono e gli chiesero come stesse. “Sono stato privato di una parte del mio cuore e la parte più difficile deve ancora venire. Lei come sta?” “E’ distrutta. Quando si è svegliata ho provato a consolarla ma non è servito a nulla, mi sento così impotente”, disse Lou. Buck le fece una carezza sulla guancia e la ringraziò, poi si avvicinò a Bea e si sedette accanto a lei in attesa del suo risveglio. Non aveva idea di cosa le avrebbe detto e di come lei avrebbe reagito ma era terrorizzato all’idea di vedere l’accusa scolpita nei suoi occhi verdi. Lou, Rachel e Dolce Piuma uscirono dal tepee e raggiunsero gli altri per permettere a Bea e Buck di affrontare insieme il loro dolore. Circa mezz’ora dopo, Bea si mosse ed aprì gli occhi. Fece un po’ fatica a mettere a fuoco, ma quando vide che Buck era accanto a lei, si alzò di scatto. “Piano tesoro, devi muoverti con cautela”, le disse dolcemente ma evitando di guardarla diritta negli occhi. Lei notò che il suo sguardo sfuggiva i suoi occhi ed il suo cuore si strinse: non riusciva nemmeno a sostenere il suo sguardo, pensò tra sé e sé. Si fece coraggio e gli chiese: “Come stai Buck? Mi hanno detto che ti hanno torturato. Guarda come ti hanno ridotto!” “Sto bene tesoro, non ti preoccupare per le mie ferite. Tu come stai? Ti fa molto male?”, chiese lui. Bea scoppiò in lacrime, si strinse a lui e gli disse: “Oh Buck, mi dispiace, cos’ho fatto! Potrai mai perdonarmi per aver ucciso nostro figlio?” e gli si aggrappò. Il cuore di Buck si spezzò vedendola in quelle condizioni. Lei gli chiedeva perdono? La colpa era solo sua, lei non c’entrava niente, ma non riuscì a dirglielo. Si limitò a stringerla forte ed a rispondere: “ Hanno detto che sarebbe successo comunque, non era destino. Devi cercare di riprenderti adesso” Il non sentire parole di perdono dalla bocca di Buck la rinforzò ancora di più nella sua convinzione che lui la ritenesse responsabile ed incominciò a crearsi tra di loro una frattura che era destinata ad allargarsi sempre di più. Rimasero in silenzio abbracciati per un po’, poi lei gli chiese: “Portami a casa per favore” “Non so se puoi ancora viaggiare, devo prima consultare l’uomo della medicina. Quando torneremo a casa andremo dal dottore e sentiremo cosa ci dirà. L’uomo della medicina dice che ti riprenderai del tutto fisicamente, non devi preoccuparti di questo”. Bea intese quelle parole come se lui volesse avere un altro figlio per cancellare il ricordo di questa tragedia, ma lei avrebbe mai avuto la forza per affrontare di nuovo una gravidanza? E lui l’avrebbe mai perdonata del tutto? Come avrebbero potuto sposarsi ed andare avanti come le dicevano tutti se lui non si fosse più fidato di lei? All’ora di pranzo, entrarono Rachel e Lou a portare qualcosa da mangiare ad entrambi e li informarono che i ragazzi e Teaspoon avrebbero voluto andare a salutarla. “Non ho voglia di vedere nessuno, scusatemi con loro. Voglio solo andare a casa”, rispose lei. Buck le disse: “Vado dall’uomo della medicina a chiedergli se può venire a darti un’occhiata e quando potrai viaggiare. Non stancarti, mi raccomando. Ti amo” “Grazie. Anch’io ti amo”, ma di nuovo non si guardarono negli occhi. “Buck, non mangi?”, chiese Rachel. “Quando tornerò, ora non ho fame” Lou e Rachel capirono che c’era tensione tra di loro. Lou chiese a Bea: “Com’è andata con Buck?” “E’ stato molto dolce, ma c’è del gelo tra di noi”, rispose Bea. “E’ naturale tesoro, avete subito un’enorme perdita, ci vuole del tempo”. Bea annuì ma non ne era affatto convinta. Buck tornò poco dopo con l’uomo della medicina che visitò Bea e le disse che sdraiata su di un carro, se voleva e se la sentiva, poteva tornare a casa anche l’indomani. “Per favore, sì, voglio tornare a casa”. Buck annuì. Durante il giorno andò a trovarla anche Orso Rosso e Bea si convinse a vedere anche Teaspoon ed i ragazzi. Tutti cercarono di rassicurarla sul fatto che insieme lei e Buck avrebbero superato questo terribile momento. La notte Buck dormì accanto a Bea ma i due non parlarono quasi per nulla. Buck la strinse a sé e le disse: “Ricordati sempre che io ti amo, qualunque cosa succeda e comunque vada tra di noi” “Anch’io ti amo, a dispetto di tutto”. Entrambi sapevano che su questo non mentivano, ma nessuno dei due era convinto che la loro storia sarebbe sopravvissuta a questa tragedia. L’indomani mattina, Bea venne adagiata sul calesse con cui aveva raggiunto l’accampamento. Rachel si posizionò accanto a lei e Buck guidò i cavalli. Tornarono alla stazione e Rachel e Lou aiutarono Bea a sistemarsi nella sua stanza. Ike andò ad avvisare Annie del loro ritorno e la ragazza volle andare subito da Bea. “Posso?”, chiese timidamente quando arrivò nella sua stanza. Buck era lì con lei. Aveva deciso di starle accanto finchè non si fosse rimessa del tutto e poi avrebbe deciso cosa fare, sentiva che era necessario lasciarla libera. “Vieni Annie, entra pure”, rispose Buck. “Vi lascio un po’ da sole, vado a preparati una tisana calda”, aggiunse. “Grazie Buck”, rispose lei. “Come stai cara?”, chiese Annie. “Come se mi avesse investito una mandria di bufali” “Devi farti forza, siamo tutti qui per te. Vedrai che piano piano il dolore si attenuerà, anche se probabilmente non scomparirà mai del tutto, ed allora tornerai a sorridere. Tu e Buck vi sposerete e ripartirete da capo” “Non lo so Annie, non so più niente. Fa così male” “Non oso nemmeno immaginare quanto, ma tutti noi siamo qui per aiutarti” “Grazie” e le due donne si abbracciarono. Trascorsero alcuni giorni. Bea si riprendeva fisicamente ma la sua voglia di vivere si era spenta. Buck era guarito dalle ferite ma era sempre tenebroso, sembrava tornato lo stesso ragazzo chiuso e scorbutico dei primi tempi. Gli amici stavano loro vicino, ma niente riusciva a portare un sorriso sui loro volti. Bea non aveva voluto dire nulla del bambino né ai suoi genitori né alla zia Rose. Lou aveva informato Emma e Sam che avevano scritto a lei e Buck una lettera molto commovente ed Emma aveva detto che se Bea avesse avuto bisogno di lei, non avrebbe esitato a raggiungerla prima delle nozze. Già, le nozze. Nessuno ne parlava più, la casa era ferma dove l’avevano lasciata prima che Buck venisse fatto prigioniero. Era come se la vita si fosse fermata lì. Buck e Bea non si parlavano quasi più, giusto i convenevoli e nemmeno loro sapevano se stavano ancora insieme o no. La situazione era diventata insostenibile alla stazione. Teaspoon aveva cercato di parlare ad entrambi ma Buck era convinto che lei lo ritenesse responsabile e Bea altrettanto. A nulla servivano le rassicurazioni di tutti quanti ed a nulla era servito anche il parere del dottore che aveva visitato Bea e che aveva confermato che avrebbe comunque perso il bambino. Bea si sentiva morire. Avrebbe voluto stringere Buck forte a sé e tornare a provare quel senso di protezione ed amore incondizionato che aveva sempre provato tra le sue braccia, ma non osava. Le mancava il respiro quando pensava a quello che aveva perso ed anche Buck diventava quasi violento quando ripensava a quello che avevano avuto e che ora vedeva così lontano. Un giorno Buck venne mandato come scout per aiutare l’esercito a riportare in città alcuni ostaggi bianchi tenuti prigionieri in un campo lakota. Venne a sapere che tra di loro c’erano anche la moglie e la figlia di Thompkins. Buck si prese a cuore la vicenda di Jenny, la figlia di Thompkins e Sally, e sembrò quasi ritrovare il sorriso. Jenny e la madre andarono per un po’ a stare alla stazione perché Thompkins non voleva riprenderle in casa, dato che Sally aveva avuto un figlio dal capo lakota. Buck trascorreva parecchio tempo con Jenny e questo provocava ancora più dolore a Bea. Sapeva che era venuto il momento di lasciarlo andare definitivamente. Con lei avrebbe potuto ritrovare la serenità che loro due avevano perso. Purtroppo la situazione degenerò e Sally venne uccisa nel campo lakota da Lupo Nero, il promesso sposo di Jenny, con il quale Buck aveva lottato per liberarla dalla promessa di matrimonio dopo che lui aveva ucciso degli amici della ragazza, convinto che la stessero portando via dai lakota. Bea interpretò questo come un segno ed una sera decise di parlargli. “Buck, possiamo parlare un momento?” Lui annuì e la seguì sul portico. “Le cose tra di noi non vanno più. Se vuoi corteggiare Jenny, sentiti libero di farlo” Lui le rispose: “Quindi non c’è futuro per noi?” Lei non gli rispose ed abbassò gli occhi. Dopo un attimo aggiunse: “Scriverò ai miei genitori per comunicare loro che il matrimonio non ci sarà”. Si tolse l’anello e glielo restituì. “Se è quello che vuoi…”. Riprese l’anello e se ne andò per non farle vedere che aveva gli occhi umidi. A Bea mancò il respiro e dovette tenersi per non cadere a terra. Lui non aveva negato che le cose erano finite. Qualche giorno dopo, Jenny decise di partire per rifarsi una vita lontano dal padre, ma prima di andare disse a Buck: “Lotta per lei, non essere sciocco” Buck non rispose e la salutò. Aveva bisogno di riflettere. Chiese a Teaspoon di avere qualche giorno libero e gli disse che avevano deciso di annullare il matrimonio, ma avevano pensato di comunicarlo dopo la partenza di Jenny. Teaspoon gli disse: “State sbagliando tutto figliolo, vai e fai chiarezza dentro di te” Buck andò da Bea a dirle di aspettare ancora qualche giorno a scrivere la lettera e di non dire ancora nulla. Prima di porre definitivamente fine alla loro storia, aveva bisogno di pregare. Lei annuì e gli augurò buona fortuna. Buck andò nella prateria, pregò per un giorno intero ma non trovò risposta alle sue domande. Decise allora di costruire una capanna sudatoria e di chiedere risposta agli spiriti. Digiunò, si purificò e poi eseguì il rituale: gli spiriti gli apparvero e vide la sua vita con Bea, ma non a Sweetwater. Al momento non capì il significato della visione, ma quando tornò in città, andò a parlare prima di tutto con Teaspoon e venne a sapere che Kid e Jimmy erano stati mandati a Rock Creek a ricostruire una stazione che era stata bruciata da uomini antischiavisti. Allora capì: era un segno, lui e Bea erano destinati a stare insieme, ma non a Sweetwater. “Allora figliolo, hai letto nel tuo cuore?”, gli chiese Teaspoon. “Sì: devo parlare con Bea ed implorare il suo perdono. Se mi perdonerà, ci sposeremo e supereremo insieme la tragedia che abbiamo vissuto, ma non qui” “Cosa vuoi dire?” “Ho visto la nostra vita insieme ma non a Sweetwater. Ora che mi hai detto della stazione di Rock Creek ho capito: sarà lì la nostra vita” “E la casa che state costruendo? E il tuo lavoro? Vuoi lasciarci?” “No Teaspoon, non voglio lasciarvi. Pensaci bene: con la guerra che sta avvicinandosi sempre di più, non sarebbe conveniente per tutti trasferirsi in una città più grande di questa ed in una posizione migliore? Potremmo approfittare del fatto che Rock Creek non ha più corrieri. Quanto alla casa, potremmo venderla e costruirne o comprarne un’altra a Rock Creek” “Sai che forse non hai torto? Facciamo così! Tu parla con Bea, io devo raggiungere Kid e Jimmy e valuterò la tua proposta. Forza figliolo!” e lo abbracciò. Buck andò alla stazione ed appena arrivò, gli venne incontro Ike. + Allora? Cos’hai deciso?+ “Devo parlare con lei. Avvisa gli altri che sono tornato e grazie per avermi sostituito in questi giorni” Ike gli diede una pacca sulla spalla. Buck andò a casa di Bea, bussò alla porta e gli aprì Rachel. “Buck, sei tornato? Come stai?” “Meglio Rachel, grazie. Devo vedere Bea” “E’ in camera sua che si sta riposando un po’” “Non sta bene?” “Fisicamente sì, ma è distrutta perché è convinta di averti perso per sempre” Buck non rispose ed andò al piano di sopra. Bussò alla porta e Bea rispose con un filo di voce: “E’ aperto” Buck entrò e lei sussultò. Stava leggendo un libro che le cadde dal letto su cui era sdraiata. “Come stai?”, le chiese. “Sopravvivo”, rispose lei con gli occhi spenti. Buck si sentì morire: dov’erano quegli occhi pieni di vita che amava tanto? “Beatrice, dobbiamo parlare, ma questa volta dobbiamo onorare la promessa che ci siamo fatti la nostra prima notte insieme in hotel: dobbiamo dirci tutto quello che abbiamo nel cuore, senza segreti, anche se dovesse fare male” Lei annuì. “ Io ti amo più della mia vita e non ce la faccio più a vivere così. Mi manchi, mi manca quello che abbiamo costruito, mi mancano i nostri progetti sul futuro. So che il dottore ha detto che il bambino sarebbe morto comunque, ma io so che è colpa mia” Bea sussultò sentendo queste parole e provò ad interromperlo: “No Buck…” “Lasciami parlare per favore, poi ti ascolterò” Bea annuì. “ E’ colpa mia perché ho accettato di aiutare la tribù di mio fratello e mi sono immischiato di nuovo nelle faccende fra bianchi ed indiani. La mia doppia natura mi porta a trovarmi sempre in queste situazioni pericolose e c’è andato di mezzo nostro figlio. Forse non ho il diritto di chiedertelo e non ho il diritto di coinvolgerti di nuovo nella mia vita strampalata, ma io ho bisogno di te e del tuo perdono. Ti giuro che se mi darai un’altra possibilità vivrò come un bianco per sempre e non mi immischierò più nelle vicende che hanno a che fare con le tribù indiane. Ti prego perdonami” “Buck, io…” “Ti supplico” e si gettò in ginocchio davanti al suo letto. “Buck alzati per favore. Io non devo perdonarti niente perché non è colpa tua. Io non voglio che tu cambi e che rinunci alla tua natura indiana. Io ti amo per il tuo carattere, per il tuo impegno, per la tua doppia natura. Non voglio che cambi una virgola di come sei. La colpa è stata mia: mi avevano avvisato tutti che non avrei dovuto andare da tuo fratello, ma io mi sono intestardita e ne ha pagato le conseguenze il nostro bambino. Io non riesco più a guardarti negli occhi per la vergogna ed il rimorso che provo. Ti amo da morire e non riesco a pensare alla mia vita senza di te, ma devo lasciarti andare se non riesci a perdonarmi” Buck le prese le mani dopo essersi rialzato e seduto accanto a lei e le disse: “Di nuovo una grossa incomprensione ci ha divisi: io ero convinto che tu non riuscissi a perdonarmi e tu pensavi lo stesso. Forse dovremmo prendere in considerazione il fatto che il medico ha ragione, non è colpa di nessuno se il nostro bambino non ce l’ha fatta” Bea rispose: “Ne sei davvero convinto?” “ Ora sì. Ho pregato gli spiriti ed ho cercato la mia visione. Ho visto il nostro futuro insieme, ma non qui” “Cosa vuoi dire?” “Questa città ci ha fatti incontrare ed innamorare, ma ci ha causato tanta sofferenza. Trasferiamoci a Rock Creek. Ho parlato con Teaspoon e gli ho proposto di trasferire là la stazione visti gli ultimi avvenimenti. Ha risposto che andando a raggiungere Kid e Jimmy avrebbe valutato la cosa. So che stavamo costruendo la nostra casa qui, ma possiamo venderla e ricominciare altrove una vita insieme cercando di dimenticare le sofferenze, anche se quel bambino sarà sempre parte di noi. Cosa ne dici?” “Non saprei, mi cogli così alla sprovvista!” “Ti prego, dimmi di sì, abbiamo bisogno di una nuova prospettiva per ricominciare” Bea fece un bel sorriso, come non faceva da moltissimo tempo, ed il cuore di Buck si scaldò. “Allora?” “Va bene” Buck la abbracciò e la baciò. Lei all’inizio rimase come bloccata, ma poi sentì il calore delle labbra di Buck e si sciolse in un bacio che entrambi desideravano da così tanto tempo. “C’è ancora una cosa che devo fare”, le disse. “Cosa?”, chiese lei curiosa. Buck prese dalla tasca l’anello che le aveva regalato e che lei gli aveva restituito, si inginocchiò e le chiese: “Beatrice, vuoi diventare mia moglie nonostante tutto?” Bea sentì le lacrime scendere sul suo volto ed invasa da una gioia che non provava da tempo e che credeva di non provare più, rispose: “Sì amore mio, sì” Buck le mise l’anello al dito e la baciò. Bea lo attirò nel letto e gli sbottonò la camicia. “Sei sicura? Sei pronta?” “Ti desidero da morire ed il dottore ha detto che posso riprendere ad avere rapporti quando sono pronta e lo sono” Buck la adagiò con delicatezza, iniziò a spogliarla lentamente e si lasciò spogliare da lei. La accarezzò su tutto il corpo e lei gemette sotto il suo tocco. Quanto le era mancato tutto questo. Buck iniziò a baciarla dal collo e scese già giù fino alla sua intimità, immerse la testa tra le sue gambe e la mandò in Paradiso. Lei gli stringeva forte i capelli e si lasciava coccolare come solo lui sapeva fare. Quando ebbe raggiunto l’estremo piacere, Buck la penetrò con dolcezza ed insieme si spinsero oltre i limiti della coscienza umana. Si accasciarono l’uno sull’altra e si giurarono amore eterno. Si rivestirono per paura che qualcuno entrasse, anche se sapevano che tutti volevano concedere loro tutto il tempo di cui avevano bisogno. “Sei deciso ad andare a Rock Creek a vivere e lavorare allora?”, gli chiese. “Credo che sia la soluzione migliore, ma voglio aspettare il ritorno di Teaspoon” “Ma come farò ad avvisare i miei genitori? Saranno già in viaggio per Sweetwater, non possiamo sposarci a Rock Creek” “Potremmo sposarci qui, vivere in hotel fino al trasferimento e nel frattempo potremmo andare a cercare casa là” “ Si può fare. Ne vuoi parlare con i ragazzi?” “Direi di sì, così sentiremo anche la loro opinione” “Andiamo subito a comunicare che siamo tornati insieme, chissà come saranno felici, è stato un periodo difficile anche per loro” Si diedero una sistemata ed andarono nella bunckhouse, mano nella mano. Quando entrarono, si creò un silenzio di tomba, non sapevano cosa aspettarsi, ma quando videro che le loro mani erano intrecciate, Lou chiese: “Siete tornati insieme?” Loro annuirono e Noah quasi urlò: “ Dio sia lodato! Siamo così felici per voi!” Rachel, Lou ed Annie, che era lì con loro, abbracciarono entrambi. Buck spiegò loro che si erano convinti a vicenda di essere responsabili della morte del bambino e che avevano smesso di parlarsi, ma ora si erano chiariti col cuore aperto ed avevano risolto tutte le loro incomprensioni. Spiegò le sue intenzioni ed i ragazzi ammisero che poteva essere una soluzione che andava bene per tutti. Decisero che ne avrebbero parlato al ritorno di Kid, Jimmy, Teaspoon e Cody che aveva accompagnato il maresciallo. Buck annunciò che quella sera avrebbe portato fuori a cena Bea e che non dovevano aspettarli. Tornarono nel luogo dove avevano cenato la sera che lui le aveva fatto la proposta e lei gli aveva comunicato di essere incinta, volevano voltare pagina ricominciando da lì. Erano entrambi pronti a ripartire, più forti di prima perché insieme. E consapevoli del loro amore incancellabile.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I ragazzi della prateria / Vai alla pagina dell'autore: Buckette