Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: cavaz4800    29/07/2024    1 recensioni
Non sempre un treno passa due volte. A volte, bisogna avere il coraggio di mollare tutto, cogliere l’occasione al volo ed andarsene. Ci vuole coraggio, cazzo se ce ne vuole; non avere certezze, l’ignoto che ti bussa alla porta, abbandonare tutto e tutti. Ci vuole coraggio.
Mina è lì. Ha venti minuti per decidere cosa farne del suo futuro. Scappare, ricominciare in un paese sperduto, o andare avanti con la sua vita e pregare che quel circolo vizioso cominciato nella sua casa termini il prima possibile.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RIMORSO

 
Non sempre un treno passa due volte. A volte, bisogna avere il coraggio di mollare tutto, cogliere l’occasione al volo ed andarsene. Ci vuole coraggio, cazzo se ce ne vuole; non avere certezze, l’ignoto che ti bussa alla porta, abbandonare tutto e tutti. Ci vuole coraggio. Andarsene è come amare; sai il presente, il passato, ma il futuro è il più incerto che puoi trovare. Può andare bene come può andare male, fifty fifty. Nessuna certezza, nessuna scienza esatta come la matematica o la statistica può aiutare; troppe variabili inaspettate, troppe cose in ballo e troppi “se” e “ma” che possono cambiare la propria vita per sempre. Solo la speranza e la consapevolezza che “peggio di così non può andare” decidono di prendere quel treno. E poi? Poi, se non vai, rimane il pentimento. Quella sensazione non colpisce subito ma arriva dopo un po’ di tempo, dopo che si ha finito di valutare i pro e i contro dell’essere rimasto dove si è sempre stati. Solo allora, si arriva a capire che dopotutto, quel treno sarebbe stata la scelta giusta. Ma ce ne si rende conto solo dopo. Se solo ci fosse stato un modo per poterlo capire prima, prima dell’arrivo del treno, se solo ci fosse una macchina del tempo pronta a riportarci nel passato, nel preciso istante in cui si ha scelto di perdere il treno.
 
Mina è lì. Ha una scelta; andarsene di casa, oppure restare. Può fuggire dalla sua famiglia e dalle sue responsabilità per prendere un treno che la porterà Dio solo sa dove. Non sa niente. Sa solo che nessuno le avrebbe più fatto del male. Mai più. Per qualcuno può bastare, per qualcun altro meglio rimanere lì continuando a subire, sperando che prima o poi le cose si sarebbero aggiustate da sole. Ora però, Mina è alla stazione del treno e ha venti minuti per decidere cosa farne del suo futuro. Scappare, ricominciare in un paese sperduto, o andare avanti con la sua vita e pregare che quel circolo vizioso cominciato nella sua casa termini il prima possibile. Non è semplice; una scelta, un treno delle 16:45 diretto a Milano Centrale ha il potere di determinare il futuro di una ragazza appena sedicenne. Non ha voluto portare niente con sé, se deve ricominciare non vuole alcun ricordo della vita precedente al treno delle 16:45 diretto a Milano Centrale. Considera prima i pro, poi i contro.

Innanzitutto suo padre avrebbe smesso di picchiarla per sempre. Non tremerebbe più alle sette di sera, quando sente la porta di casa sua aprirsi con un forte odore di alcol, urla strozzate e cuori infranti. Non dovrebbe più preoccuparsi di nascondere il kit del primo soccorso sotto il suo letto per curare le ferite provocate da un padre che di padre, ha poco o niente. Non dovrebbe più vivere nel terrore che suddetto padre la uccida nel suo letto. Non dovrebbe più andare a dormire con un coltello sotto il cuscino. O forse sì, ma sarebbe per una difesa più legittima e meno dolorosa. Non avrebbe più mentito a nessuno. A scuola non poteva dire a nessuno cosa succede dentro le mure di casa sua, nessuno deve sapere che mostro abita con lui. Se scoprissero che un poliziotto dotato di una grande reputazione, come suo padre, si diverte a bere e a molestare la figlia… perderebbe tutto. Se si facesse una nuova vita, potrebbe conoscere qualcuno per cui valga la pena scappare. Potrebbe andare meglio, andare incontro a un destino migliore di quello che ha già. Può cominciare a lavorare e a guadagnare qualche soldo. Poco importa se deve passare le prossime notti a dormire sotto ponti, insieme a qualche barbone per le strade, in mezzo ai parchi… non le importa niente di questo. Avrebbe ciò che ha sempre sperato di ottenere: la libertà. Ma ne varrà davvero la pena?

Mancano 10 minuti all’arrivo del treno. Passare ai contro non è così difficile. Perderebbe ogni contatto con suo padre. Se il caso vuole che smetta di bere? Se Dio ha a cuore la sua vita e decide di far accadere un miracolo inaspettato? Un incontro inaspettato, qualcuno che in realtà ha sempre saputo chi è davvero suo padre, che possa darle una via d’uscito dal suo inferno personale? Non lo scoprirebbe mai. Nessuno andrebbe a trovare sua madre al cimitero, e se sua madre vedesse che nessuno le è mai più venuta a mettere dei bei fiori alla sua tomba ne soffrirebbe. Lei poverina, ha già sofferto tanto sulla Terra, non merita di penare anche in paradiso. Poi che ne sarà di Toby, chi si prenderà cura di quel cane vecchio e abbandonato che giace in solitudine nella stradina vicino casa, in mezzo a bidoni della spazzatura? Nessuno. Anzi, lo prenderebbero quelli del canile, condannandolo a una vita in gabbia e alla morte più brutta che un cane possa avere. Non può lasciarlo da solo. Per non parlare di suo padre. Cosa farà quando scoprirà che Mina se n’è andata? La cercherà in ogni angolo del paese, dalla scuola alla biblioteca, chiederà a chiunque trovi in giro se l’abbiano vista. Se qualcuno sapesse della sua figa? Se qualcuno la stesse pedinando per dire a suo padre dov’è diretta e cosa ha intenzione di fare?

Mancano solo 5 minuti. Nell’indecisione più totale acquista il biglietto, con il cuore che batte sempre più veloce e il respiro più corto. Suda con quel vecchio giaccone, ma non vuole correre il rischio che qualcuno possa riconoscerla. È un piccolo paesino, tutti sanno tutto di tutti. Non sottovalutare mai le voci. In un qualche modo, arrivano a chi non dovrebbe arrivare e si scatena il putiferio. Timbra il biglietto e con le mani in tasca si dirige al binario. Spera solo che l’operatrice non abbia riconosciuto la voglia a forma di pera che si trova sul dorso della sua mano destra. Forse era meglio usare la sinistra una buona volta. La sua mente è nel blackout più totale, sente l’ansia crescere in lei come un tornado furioso che la travolge in pieno e tutti i suoi pensieri sono ammassati uno sopra l’altro. Non è lucida, e questo diventa un problema quando si deve prendere una decisione così importante come questa. Il treno sta arrivando. Sente delle voci dietro di lei. Non si volta perché dopo l’abbaio dei cani, anche se ha sentito solo pronunciare il suo nome, ha riconosciuto già i proprietari. Non si volta, non ha il coraggio di affrontare quell’uomo che l’ha chiamata incerto, quasi tremando, perché anche lui, come lei, non sa cosa stia accadendo e il futuro è incerto quanto imminente e inevitabile. Forse entrambi sanno cosa stia succedendo, ma la paura che quel futuro accada ora è troppo grande e nessuno dei due è abbastanza lucido da poter capire come agire.

Continua a chiamarla sperando che Mina torni a casa, da lui. Le promette che farà del suo melio, che smetterà di bere e che sarà un padre migliore di come lo è stato finora. Promette tanto ma Mina non ci casca. Ha preso una decisione e va avanti, senza guardare indietro. Non sa bene come sia successo, ma il treno è arrivato e lei lo ha preso al volo. Ha colto la sua opportunità ed è fuggita dall’oppressione del presente e dalla paura del futuro. È fuggita dal padre violento e dalla voce che la chiamava prima incerta, ora tremendamente spaventata. Ha visto sua figlia, la sua unica figlia, la sua bambina, prendere un treno che mai più l’avrebbe riportata a casa. Inorridito prosegue il suo cammino, i cani che piangono e la pioggia che comincia a scendere prima lenta, cauta, senza far rumore, per poi accanirsi sul volto dell’uomo e su tutta la ferrovia con fare inferocito, come se fosse stato il cielo ad aver perso Mina. Di lei non è rimasto più niente, se non il caldo e rosso sangue che ha macchiato a vita i binari e il treno delle 16:45 diretto a Milano Centrale.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: cavaz4800