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Autore: Arkytior    30/07/2024    0 recensioni
Un anno dopo gli eventi narrati in "Little White Lies", Donna e Thomas ricevono un messaggio dal loro padre: la loro nonna americana è molto malata e probabilmente non le resta molto tempo. Volendo passare con la nonna quelli che potrebbero essere i suoi ultimi giorni, i due vanno in America. Non hanno minimamente idea delle sorprese che riserverà la metà americana della famiglia, e tra università, lavoro e relazioni i due finiranno intrappolati in un’enorme rete di bugie...
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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4

Donna dormì con la finestra aperta perché faceva troppo caldo. La mattina successiva, verso le dieci, venne svegliata da delle urla in strada, dato che la porta-finestra che si trovava in camera sua si affacciava su uno stretto lato del giardino che separava la casa dalla strada.
«Oscar! Oscar, vieni qui!» gridava la voce, che Donna riconobbe come quella di un vecchio.
Donna si alzò e si avvicinò alla finestra per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma con le persiane chiuse non riusciva a vedere un granché.
«Oscar, che c’è?» continuava la voce roca del vecchio in strada. «Non c’è nessun gatto lì, Oscar! Vieni qui!»
Il vecchio continuò a gridare per tutta la strada, finché non se ne andò una ventina di minuti dopo. Donna decise di vestirsi e di raggiungere Eve in cucina, che stava preparando la colazione. Anche Eliza era con lei, e stavano conversando amabilmente.
«Oh, Donna, vedo che hai conosciuto il vecchio col cane!» le disse Eve. «Passa di qui tutte le mattine e tutte le sere, e porta a spasso il cane per la via.»
«Ma chi è?» chiese Donna.
«Non sappiamo con certezza come si chiama,» rispose Eve. «Sappiamo solo che il cane si chiama Oscar e che gli piace fare i suoi bisogni di fronte al nostro cancello. Quando possiamo, lo teniamo d’occhio e lo facciamo allontanare, ma non sempre ci riusciamo, perciò quando uscite state attenti!»
Donna ricordava che quel quartiere non era per niente abitato da gente normale, ma quell’evento la portò a pensare che i pazzi che abitavano là fossero aumentati durante la sua assenza. Thomas, invece, che era arrivato in quel momento, si chiese in che tipo di manicomio fosse finito.

***

Più tardi, Eric informò la famiglia che un’altra delle sue sorelle maggiori, Edith, era tornata ad aiutare la nonna, perciò sarebbe stato opportuno che i suoi figli andassero a salutare la zia.
«Chi è zia Edith?» chiese Thomas a Donna.
«È un’altra delle sorelle di papà,» rispose la ragazza.
«Papà ha un’altra sorella?»
«Sì, sono sei fratelli in tutto: Lucy, Bruce, Xander, Edith, Bobby, e papà è il più piccolo.»
«Zia Edith è una donna? Credevo fosse un uomo, e che si chiamasse zio Eddie!»
Thomas era cresciuto lontano dalla parte americana della famiglia, perciò Donna comprese la confusione del fratello.
«No, no, è senza dubbio zia Edith,» disse Donna. «Almeno l’ultima volta che l’ho incontrata…»
Fratello e sorella salirono al piano di sopra. Sentirono chiaramente varie persone che parlavano, perciò cercarono di bussare un po’ più forte per farsi sentire all’interno. Zia Bobby aprì loro la porta.
«Oh, guarda chi c’è!» disse la zia, sorridendo ai nipoti.
Un’altra donna apparve uscendo dal soggiorno della nonna. Era di altezza media, magra e vestita con maglietta e pantaloni larghi, e aveva ai piedi un paio di scarponcini da montagna; aveva i capelli tagliati cortissimi, che dovevano essere stati un tempo neri ma che ora stavano diventando via via sempre più grigi, e occhi verdi nascosti dietro un paio di occhiali. Un secondo paio di occhiali era appeso ad un cordoncino intorno al collo.
«Zia Edith!» la salutò Donna.
«Ciao, Donna!» rispose la zia, abbracciandola. «E tu devi essere Thomas, giusto?»
Thomas annuì timidamente, mentre la zia abbracciava anche lui.
«Siamo venuti a salutarti,» disse Donna.
«Grazie mille,» disse zia Edith. «Come avete trovato nonna?»
«Beh, sta abbastanza bene, a parte le gambe gonfie e il fatto che non parla…» rispose Donna.
«Oh, sì, è un bel problema…» riprese la zia. «Meno male che Bobby ha chiamato me quella mattina! Sono arrivata da Seaford il più velocemente possibile, e mi sono subito messa all’opera contattando tutti i medici che conosco per curare la nonna! Ho inviato decine di messaggi e foto, mi sono fatta mandare le ricette mediche su Facebook, e adesso è solo grazie a me che la situazione è così stabile! Se Bobby e Eric l’avessero portata in ospedale, sarebbe morta nel giro di un paio di giorni, e se si fossero affidati al loro medico di famiglia, quell’imbecille di Crouch, sicuramente avrebbe prescritto loro una cura a base di poesie e alberi da abbracciare, il tutto continuando a masticare quella gomma ruminando come un cammello! Per fortuna sono intervenuta io!»
Thomas non sapeva se credere totalmente alle parole della zia. In fondo, l’aveva conosciuta soltanto qualche istante prima, e ne aveva solo sentito parlare da Donna, da suo padre o da sua madre. Sembrava comunque una persona affidabile, se era riuscita così in fretta a impedire che la situazione della nonna degenerasse e diventasse irreparabile. Donna, invece, che conosceva la zia meglio di Thomas, sapeva prendere con le pinze ogni cosa che diceva. Sapeva che era stata utile in quella situazione, ma non necessariamente indispensabile come si stava dipingendo.
«Allora, per quanto rimarrete?» chiese zia Edith.
Donna e Thomas si guardarono.
«Non lo sappiamo,» disse Thomas.
«I nostri genitori non ci hanno detto niente,» disse Donna. «Papà ci ha parlato degli ultimi giorni di nonna, ma la situazione non sembra poi così grave. E nemmeno mamma ci ha detto se ha pensato già ad andare via.»
«Bene, perché qui serve tutto l’aiuto possibile!» disse la zia. «Ognuno deve fare la propria parte per aiutare la nonna: dobbiamo fare in modo che quest’ultima parte della sua vita sia il più lunga e felice possibile!»
«Puoi contare su di noi, zia,» la rassicurò Thomas.
«Grazie, ragazzi!» disse zia Edith. «Ora potete tornare giù, vi farò sapere quando avrò bisogno di voi!»
Donna e Thomas uscirono, e zia Edith chiuse la porta dietro di loro.
«Che te ne pare?» chiese Donna al fratello, una volta che furono per le scale.
«Sembra una persona pratica, che si dà da fare.»
«Sì, lo è, ma stai attento: è una di quelle persone che possono arrivare ad approfittarsene troppo. Dalle un dito, e si prenderà tutto il braccio.»
«Lo terrò a mente, grazie!»
«A proposito, mi sa che ho capito perché pensavi che fosse un uomo… Hai visto come si veste?»
I due risero, e tornarono nell’appartamento del piano terra.

***

Quella sera, dopo cena, Donna e Thomas si stavano rilassando nelle rispettive stanze. All’improvviso, sentirono la porta dell’appartamento aprirsi e chiudersi rumorosamente, seguita dalla voce di zia Edith che gridava: «Riunione! Riunione!», percorrendo tutto il corridoio fino al salone, in cui Eric stava guardando la televisione sdraiato sul divano. Sì tirò su a sedere non appena vide la sorella entrare. Thomas e Donna entrarono poco dopo, seguiti da Eve e Eliza, che erano in soggiorno.
Zia Edith prese una sedia e si sedette al tavolo, sparpagliando davanti a sé alcuni fogli su cui aveva preso appunti vari. Eric rimase sul divano, mentre gli altri si sedettero al tavolo con la zia.
«Vi porto qualche ultimo aggiornamento dalla situazione di mamma,» cominciò, facendo chiaramente riferimento a nonna Valerie. «Sette medici hanno confermato le medicine che già le stiamo dando, gli altri dieci non si sono ancora fatti sentire. Oggi è tornata Lucy da Silverbay, quindi domattina viene e prepara anche il pranzo. Io il pomeriggio devo uscire e Lucy è inaffidabile, ma Bobby non può rimanere da sola: sali tu, Eric?»
Eric annuì, dando l’impressione che Edith non gli avesse lasciato molta scelta.
«Poi, magari, la sera possono salire Thomas e Donna,» riprese zia Edith. «Dopo cena, con calma, possono aiutare me e Bobby a mettere a letto mamma.»
«Che cosa?» disse Eve.
«Ma sono i nipoti!» intervenne Eliza.
«Beh, saranno utili quando né io, né Bobby e né Eric potremmo,» rispose zia Edith. «Sono adulti, dopotutto.»
Donna e Thomas non sapevano se dire la propria o meno. Erano i più giovani in quella stanza, quindi la loro opinione non avrebbe contato poi molto, e Donna sapeva bene che quando zia Edith si metteva in testa qualcosa non doveva essere contestata da nessuno.
«Notizie di Xander?» suggerì Eliza. «O Bruce?»
«Non nominarlo nemmeno!» la rimproverò zia Edith, alzando notevolmente il tono di voce. «Mamma sta male, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è sentir parlare di quell’animale che l’ha mandata a quel paese e non si è più fatto vivo per tutti questi anni! Xander è in vacanza alle Hawaii, e Dio solo sa quando tornerà. Non lascerei sola mamma nemmeno con lui, per quanto mi riguarda…»
Zia Edith guardò i suoi appunti, per controllare di non aver dimenticato niente.
«Va bene, per stasera è tutto,» disse, alzandosi. «Pensiamo io e Bobby a mettere a letto mamma. Buona notte!»
La zia tornò di sopra, e ognuno riprese le attività che stava facendo prima del suo arrivo.

***

Thomas non era mai stato molto in contatto con la metà americana della famiglia, perciò non aveva capito molto di ciò che aveva detto zia Edith. Aveva pochi ricordi confusi su cui basarsi, e stava imparando tante cose nuove durante quei giorni. Per fortuna, Eve, Donna e sua madre lo aiutarono a schiarirsi le idee.
«Nonna Valerie era sposata con nonno Joe, che è morto ancor prima della mia nascita, perciò non l’ho mai conosciuto,» disse Donna. «Ho sentito dire che era molto simpatico e umile, e tutto il paese lo conosceva e lo rispettava. La prima figlia fu Lucy Ann, ma tutti la chiamano solo Lucy: è un’ex insegnante in pensione, adora cucinare e andare al mare, e adesso che ha molto tempo libero svolge parecchie attività di volontariato. La conoscerai domani, dato che viene a preparare il pranzo.»
«E vive in questa Silverbay?» chiese Thomas.
«No, abita tipo a cinquanta metri da qui,» rispose Eve. «A Silverbay c’è la casa che nonno Joe aveva comprato per le vacanze al mare, e dato che Lucy l’ha ereditata, ci va spesso. A volte la affitta a qualche nipote o amico, ma a Eric questa cosa non piace, perché Lucy chiama sempre lui per andare a fare le riparazioni.»
«Lucy era sposata con Johnny, un architetto che come lei amava molto andare al mare, ma ora è vedova e vive in un condominio privato con i parenti di lui,» aggiunse Eliza.
«Il secondo è zio Bruce, conosciuto anche come “l’Uomo Nero”, “Testamatta”, “Chi l’ha visto” e “Mefistofele”,» continuò Donna. «Geloso della sorella maggiore e anche di tutti gli altri, ha litigato con i genitori e non si fa più vedere da parecchi anni.»
«Perché?» chiese Thomas.
«Pare che la fonte del litigio sia stata una questione sull’eredità di nonno Joe, ma non ci ho mai capito veramente tanto,» rispose Eliza. «Ognuno dei fratelli racconta sempre una cosa diversa.»
«Lucy ha da poco ha riallacciato i rapporti con Bruce, ma gli altri fratelli sono ancora un po’ restii,» aggiunse Eve. «Cerchiamo di non nominarlo mai, specialmente davanti a zia Edith!»
«Il terzogenito è zio Xander, schifosamente ricco oltre ogni misura,» riprese Donna. «Sempre in vacanza, adora andare in giro per spiagge deserte con il suo motoscafo.»
«È un ex senatore in pensione, è divorziato e dopo aver mollato la moglie, Dawn, gira sempre in compagnia di Svetlana, la sua puttana russa, come la chiamano tutti i parenti,» aggiunse Eve.
«Xander e Dawn non avevano un figlio?» chiese Eliza.
«Sì, Stephen ha tipo quarant’anni e vive in centro con la moglie,» rispose Donna.
«La quarta figlia è Edith, e non c’è molto da spiegare,» disse Eve. «Voleva fare la geologa, ma è finita a insegnare geografia in un istituto superiore di infima reputazione a Seaford, che sarebbe un paese vicino a Silverbay ma dove il mare fa molto più schifo.»
«È sposata con zio Eric Paulson, ma tutti lo chiamiamo zio Paul per non confonderlo con papà,» aggiunse Donna. «Lui è figlio unico ed è stato sempre viziato dalla madre, perciò passa più tempo con lei che con la moglie. Zia Edith si definisce “sposata part-time”… Poveretta!»
Thomas rise. Non si aspettava che quella parte della famiglia fosse così strana.
«Oh, e nonostante sia in pensione anche lei, zia Edith continua a pubblicare libri e articoli su varie riviste scientifiche,» disse Donna.
«E di cosa parlano i suoi libri?» chiese Thomas.
«Oh, è un ambito scientifico un po’ di nicchia, ma a quanto pare il mondo la considera una grande luminare…» disse Eliza.
«Se solo sapessero che non è tutto oro quello che luccica…» disse Donna.
«Infine, Bobby sarà la prossima ad andare in pensione, se tutto va bene, anche se le mancano ancora parecchi anni,» disse Eve.
«Se ci arriva alla pensione…» disse Donna. «Ogni volta che rientra a casa è talmente stanca che sembra che sia iniziata l’apocalisse zombie!»
«Insegna francese alla Murray Hill High, la stessa scuola di Eric, e torna sempre a casa così stravolta che deve mettersi a dormire di pomeriggio!» disse Eve.
«È un lavoro così stancante?» chiese Thomas.
«Probabilmente no, ma io mi ricordo che era abituata a svegliarsi tutti i giorni alle cinque di mattina per fare le faccende di casa, e alle nove di sera crollava addormentata inevitabilmente,» disse Eliza. «Era un incubo andare in vacanza con lei!»
«A giudicare dai rumori che si sentono provenire dal piano di sopra, Bobby non ha perso quest’abitudine,» disse Eve.
«Papà tiene lezioni di elettronica e informatica alla Murray Hill High e ogni tanto ripara le cose,» disse Donna. «Credo che non abbia bisogno di tante presentazioni…»
Thomas annuì. «Quindi, cosa mi aspetterà nei prossimi giorni?»
La voce di zia Bobby risuonò attraverso le finestre aperte: «Ma’, arrivo, non serve che chiami ogni cinque minuti! E che cavolo!»
«Il manicomio, Tommy» disse Donna, guardando preoccupata verso il soffitto. «Un vero manicomio.»




L'angolo dell'autrice:
In questo capitolo, oltre ad avere un quadro generale della famiglia del padre di Thomas e Donna, conosciamo zia Edith, VIP della famiglia e capo dell'organizzazione che tenta di salvare la nonna. Potrebbe sembrare un personaggio assurdo e caricaturale ma vi giuro che esiste davvero (purtroppo?).
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia, lasciandomi un commento, una recensione o un messaggio privato. E non dimenticate di venirmi a trovare su Facebook, Threads e Instagram.
A presto!
⁓Arkytior

   
 
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